Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: UnGattoNelCappello    08/01/2016    2 recensioni
TRADUZIONE (completa)
Crescere sotto la rigida mano di Walburga Black non era niente di meno di una tortura per il giovane Sirius. Finché un giorno, trovò una piccola, dimenticata porta, nascosta in un ripostiglio. Fu attraverso quella porta che Sirius scoprì un intero nuovo mondo, e un'intera nuova vita.
-
Wolfstar; da bambini a giovani adulti, la relazione di due ragazzi che hanno trovato rifugio da un mondo che non li vuole, creandone uno loro stessi. Trovando rifugio l'uno nell'altro. (non-magic au)
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Regulus Black, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Attenzione: non ho scritto io questa storia, la sto solo traducendo con il permesso di Amuly, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui:  The Door Through the World
 




Capitolo 35


 

Sirius aprì la zip della sua giacca di pelle entrando nel caffè, ma non la tolse. Immaginava che avrebbe dovuto impersonare il ruolo del fratello maggiore quel giorno, dare l'aria da spezza-il-cuore-di-James-e-io-ti-spezzo-le-gambe, e sarebbe stato molto più facile con ancora indosso la giacca. Specialmente visto che era sicuro che ormai James avesse detto alla sua ragazza che lui era una checca – James aveva detto a tutti che era una checca, pensava che fosse fantastico, il coglione dalla testa dura – Sirius si sarebbe servito di tutto l'aiuto possibile per non avere un aspetto effeminato.

Individuò James quasi all'istante, seduto ad un tavolino in fondo alla caffetteria. Camminando verso di lui, Sirius guardò con aria sospettosa i quattro posti. Forse era solo il modo in cui era apparecchiato il tavolo. Ma c'erano molti tavoli a tre posti appoggiati alle finestre, con una bella vista su tutte le persone che camminavano velocemente nella fresca aria autunnale. Sirius si sedette lentamente sulla sedia accanto a James, lanciandogli un'occhiata.

James assunse la sua espressione innocente, che ovviamente non la diede a vendere a Sirius neanche per un secondo. Anni e anni di corse in giro per la Scuola di Hogwarts con James, mettendosi in ogni genere di guai e poi negare ogni coinvolgimento con i professori, avevano insegnato a Sirius tutti i trucchetti di James.

“Sputa il rospo,” disse Sirius. “Stai cercando di incastrarmi, non è vero?”

James sobbalzò, alzando le spalle imbarazzato. “È il suo migliore amico. Ho pensato che se io portavo te, allora era giusto che-”

“È gay, vero?”

A quello James rise, scompigliandosi i capelli. “Beh doveva esserlo, per andare in giro con una bellezza come Lily e non provarci!”

Sirius fece roteare gli occhi - James non sembrava capire il concetto di gusti personali e preferenze. Solo perché lui pensava che la sua ragazza fosse assolutamente la migliore del mondo ciò non lo rendeva oggettivamente vero. Ma Sirius se ne guardava dal cercare di spiegarglielo.

Considerò brevemente di andarsene da quella maledetta caffetteria e lascare James da solo come un idiota. Gli sarebbe stato bene, per aver cercato di sistemare Sirius con un qualche sconosciuto. Ma James era così nervoso che si stava muovendo a scatti, portandosi le mani ai capelli per scompigliarli, poi allisciarli, poi scompigliarli di nuovo; i piedi che facevano il tip tap sotto il tavolo; le dita che aggiustavano gli occhiali ancora e ancora e ancora su quella sua idiota faccia emozionata. Quindi Sirius rimase, avendo pena di James, e prese un menu cercando di decidere se avesse voglia di qualcosa di più avventuroso del suo solito caffè nero.

“Lei ti piacerà,” insistette James.

Sirius non si diede neanche la pena di alzare gli occhi al cielo, limitandosi invece a sospirare un annoiato: “Sono sicuro che è fantastica,” mentre tamburellava con le dita sul ripiano del tavolo. Voleva disperatamente non essere lì. Avrebbe preferito di gran lunga essere al garage, ad armeggiare con gli aerei, a controllare l'attrezzatura. Uno dei tizi più anziani – un vero pilota dell'Aviazione Reale, che aveva fatto la guerra – aveva detto che avrebbe presto portato Sirius in giro per un paio di voli da copilota. Sirius aveva solo dovuto promettere di mantenere il suo aereo in perfette condizioni, cosa che faceva volentieri. Almeno, quando era seduto in un aeroplano, o metteva a soqquadro un motore, Sirius era in grado di avere un po' di pace mentale. Tutto andava al suo posto, come quando guidava la sua motocicletta. Era come... era quasi come ridiventare Siria. Nessuna aspettativa, niente famiglia o nervosità o inadeguatezze. Era solo un compito, delle azioni da eseguire, e il suo corpo si muoveva in automatico per fare tutto nel modo giusto.

Quando la porta si aprì, Sirius non alzò neanche lo sguardo. Ad essere sinceri, voleva rimandare l'incontro con questa Lily e qualsiasi ragazzo James aveva pensato fosse un rimpiazzo adatto per Remus il più a lungo possibile. Accanto a lui, James stava già inciampando sulla sua sedia cercando di alzarsi, praticamente capovolgendo il tavolino nel processo. Sirius alzò gli occhi al cielo ed abbassò il suo menu, decidendo che sarebbe stato meglio salutare la ragazza di James prima che lui si uccidesse cercando di raggiungerla. Quindi alzò lo sguardo... e il suo cuore si fermò.

Era Remus. Era Remus lì in piedi accanto a Lily, sorridendo per la goffaggine di James mentre sembrava non aver ancora notato Sirius. Era quasi tre anni più grande, certo, ma era senza ombra di dubbio lui. Un po' più alto, i capelli di un tono più scuri e qualche centimetro più lunghi – si arricciavano alle punte, e lo stomaco di Sirius a quello fece una capriola, mentre le sue dita formicolavano dalla voglia di allungarsi e toccarlo. Era anche diventato più robusto: non aveva più tutte quelle ginocchia e gomiti affilati che Sirius ricordava dall'ultima volta che si erano visti. Ma i suoi occhi erano gli stessi. Quegli occhi che Sirius aveva passato gran parte della sua infanzia a fissare; quegli occhi che sapeva avrebbe riconosciuto anche se fossero passati decenni. Erano esattamente gli stessi.

“-questo è Sirius,” stava dicendo James, apparentemente facendo le introduzioni mentre Sirius sedeva lì a bocca aperta, guardando l'unica persona al mondo che aveva pensato di non rivedere mai più e l'unica che doveva rivedere, che aveva bisogno di avere nella sua vita, più dell'aria e il cibo e qualsiasi altra cosa. Avrebbe rinunciato a volare se quello avesse voluto dire rivedere Remus, visto che comunque era lui quello che aveva instillato in lui l'amore per il volo.

A Sirius servì un momento per realizzare che Remus aveva incrociato i suoi occhi e lo stava fissando, altrettanto esterrefatto. Sirius saltò in piedi di scatto, e la sua sedia scivolò indietro sulle mattonelle di pietra della caffetteria con un stridio rumoroso. Lanciandosi in avanti, allungò la sua mano verso Remus. Grazie a qualche istinto, perché a giudicare dall'espressione sul viso di Remus il suo cervello si era spento circa dieci secondi fa e non era ancora riuscito a rimettersi in moto, anche Remus tese la sua. Le loro mani si incontrarono, girarono una intorno all'altra, poi le loro dita si incrociarono nei movimenti naturali della loro stretta di mano segreta. Solo che questa volta Sirius non lasciò andare. Non l'avrebbe lasciato andare mai più. Questa volta, Sirius tirò Remus verso di sé per un bacio.

Remus rispose immediatamente, mentre la sua mano libera circondava i fianchi di Sirius e lo avvicina a sé, e le loro mani destre rimanevano unite tra di loro. Sirius aprì la sua bocca, sciogliendosi dentro di Remus quando lui rispose allo stesso modo, le loro labbra che si muovevano disperatamente le une contro le altre e loro lingue che si incontravano, i loro corpi toccandosi ovunque in un affrettato, frenetico tentativo di ricongiungersi, di mettere da parte gli ultimi tre anni e confermarsi a vicenda che sì, erano lì, e sì, si amavano ancora. Non aveva importanza che non l'avevano mai detto; non aveva importanza che non avevano mai neanche parlato del fatto di essere gay e volersi a vicenda. Si conoscevano, sapevano immediatamente cosa ci fosse nella mente dell'altro, proprio come avevano sempre fatto.

Quando si separarono Sirius sbatté le palpebre, con la vista sfocata come se fosse appena stato colpito in testa. Solo quando la mano sinistra di Remus lasciò il suo fianco ed asciugò le lacrime dalle sue guance Sirius realizzò che stava piangendo.

“Ti amo,” sussurrò Sirius. Era la prima cosa che gli era venuta in mente, l'unica cosa che aveva bisogno che Remus sapesse in caso che venissero di nuovi strappati via l'uno dall'altro.

L'espressione estatica che si accese sul viso di Remus fece tremare le ginocchia di Sirius, e il suo cuore si riempì come se stesse per scoppiare nel suo petto, troppo piccolo per contenerlo. Remus premette la sua fronte su quella di Sirius, ondeggiando lievemente mentre rispondeva. “Lo so. L'ho sempre saputo. Ti amo anch'io.”

Sirius pensò di riuscire vagamente a distinguere delle grida di scherno intorno a loro nella caffetteria, e forse James (e Lily?) che minacciavano di stendere a cazzotti gli altri clienti e acclamavano Sirius e Remus. Anche se, ad essere sinceri, le orecchie di Sirius fischiavano ancora dal sangue che gli ruggiva attraverso, e il suo sguardo era incapace di guardare qualsiasi altra cosa che non fosse il viso felice di Remus. Per Sirius, assomigliava a quelle antiche statue di santi del Rinascimento: espressioni di dolore e estasi che dipingevano i loro lineamenti e che potevano venire solo da un essere divino. Era bellissimo.

“Il tuo compleanno è fra tre settimane,” disse Sirius, realizzando mentre parlava che non centrava niente in quel momento. Ma Remus si limitò a ridere e strofinò con il naso la guancia di Sirius, chiudendo gli occhi dalla felicità.

“Sì,” sussurrò. “È vero. Mi regalerai qualcosa di carino?”

“Ho già un'idea,” rispose Sirius. Ed era vero. La pausa di metà semestre avrebbe coinciso con il compleanno di Remus, e Sirius sapeva esattamente che cosa voleva fare con Remus, e dove voleva andare.


 

**

 

Alla fine i due ragazzi riuscirono a separarsi abbastanza a lungo per sedersi vicini, anche se Sirius non riusciva a contenere il suo bisogno di restare in contatto costante con Remus. Una mano sulla sua coscia, un piede che strofinava contro il suo, le punte delle sue dita che toccavano e giocherellavano con quei nuovi riccioli sulle punte dei capelli di Remus. Sirius non riusciva ad averne abbastanza, non voleva mai averne abbastanza. Voleva solo continuare a guardarlo e toccarlo e avere Remus , per sempre.

Lily e James erano seduti vicini, con un'espressione insieme confusa e fiera. Era Remus che chiese per primo l'ovvia domanda, però, cosa per cui Sirius gli fu grato. Onestamente non era sicuro di riuscire a staccare gli occhi da lui per il secondo necessario per lanciare un'occhiataccia a James.

“Voi due lo sapevate?” chiese Remus. Sirius sfiorò con la punta delle dita l'interno del gomito di Remus. La pelle sotto la sua mano fu attraversata da un leggero brivido – un punto sensibile. Sirius non riusciva a smettere di sorridere.

Lily scosse la testa, i suoi capelli rossi che le ondeggiavano sopra le spalle avanti e indietro. “No,” insistette. “James mi aveva menzionato il suo amico Sirius, ma non sapevo che- lui è Felpato? L'amico di penna?” La domanda era diretta a Remus.

Quello riuscì a penetrare la consapevolezza di Sirius, che alzò lo sguardo verso Remus, divertito. “Felpato? L'amico di penna?”

Il sorriso di Remus era imbarazzato, e oh, lo stomaco di Sirius fece una giravolta e saltò e iniziò a danzare dentro di lui a quella vista. “Dovevo spiegare il motivo per cui non sapevo che cosa fosse successo,” disse. “E il perché lei non poteva incontrarti durante le vacanze.”

La domanda fu negli occhi di Remus un secondo dopo, e Sirius si sbrigò a risponderla. L'aveva detto a Remus una dozzina di volte nella sua testa, gli aveva spiegato quanto avrebbe voluto dirgli addio, quanto voleva vederlo anche solo un'altra volta così da potergli dare un indirizzo, un numero di telefono, qualcosa così da potersi vedere nel mondo reale. “Sono scappato” disse. “Il primo giorno delle vacanze estive. Io e James abbiamo lanciato una pioggia di coriandoli sopra il campus-”

James a quello latrò una risata, e Lily gli diede un pugno sul braccio per farlo stare zitto. Se Sirius in quel momento non fosse stato così immerso nella sua storia d'amore, si sarebbe preso un attimo per approvare la ragazza di James. Era disposta e tenerlo in riga: era una buona cosa. Sirius le avrebbe messo il suo ufficiale stampo di approvazione se la ragazza fosse riuscita a costringerlo a pulire il suo appartamento.

“Walburga era lì nella carrozza. Non era mai venuta di persona,” continuò Sirius. Remus fece una smorfia di compassione, e scivolò lungo il tavolo per stringersi in modo protettivo intorno a Sirius. “Mi ha minacciato, sai. Per quando sarei tornato a casa. Poi...” sospirò, sentendo i capelli sul suo viso alzarsi e abbassarsi. Gli occhi di Remus si mossero per seguirne il movimento, e Sirius ne fece una nota mentale per dopo. Remus non l'aveva mai visto con i capelli così lunghi. “Beh, James mi aveva chiesto di te. E io gli avevo detto qualcosa a riguardo. E immagino che mi sentivo, non so... stupido e coraggioso e innamorato-” a quello Remus sorrise, “e le ho detto dove poteva infilarsi le sue minacce. E che non avrei mai sposato nessuna delle ragazze che sceglieva per me perché ero una checca. Non mi ha diseredato in quel momento – quella lettera è arrivata dopo un paio di mesi, dopo che sono andato a vivere da James.”

“Quindi sei dovuto scappare,” esalò Remus, uno sguardo di comprensione che gli passava sul viso. “Non sei potuto tornare alla tua porta.”

Sirius scosse la testa, ignorando gli sguardi confusi che James e Lily si stavano scambiando. “Ho una scatola, però. Una scatola con tutte le cose che mi hai dato. Biglietti e lettere e vestiti. L'ho portata con me a scuola l'ultima volta, perché avevo paura che Walburga l'avrebbe trovata. Dentro c'è...” la sua voce si spezzò, e dovette fermarsi per un momento mentre Remus gli stringeva la mano per rassicurarlo. “Tutto. Ho tenuto tutto.”

“Io ho ancora il quaderno,” replicò Remus. Sirius inalò bruscamente, con il cuore che gli si stringeva nel petto. Amava questo uomo così tanto. “Ci ho aggiunto delle pagine così sarebbe durato più a lungo. Ti ho scritto. Ti ho lasciato dei biglietti nel Mondo.”

“Aspetta, aspetta.” James agitò le mani nel tentativo di attirare l'attenzione dei due ragazzi malati d'amore seduti al tavolo con lui. Sirius rise, asciugandosi gli occhi con la mani libera e distogliendo finalmente gli occhi da Remus per guardare James. “Che cavolo succede?” chiese James, impotente. “Lily dice che voi due eravate amici di penna, ma pensavo che tu vivevi nel quartiere di Sirius o una cosa dl genere.”

Sirius e Remus si lanciarono un'occhiata, poi scoppiarono a ridere. James e Lily rimasero seduti lì, con l'espressione stupefatta alle risate dei due ragazzi. Sirius gemette, cercando di pensare a un modo per spiegarlo, se dovevano spiegarlo. James probabilmente lo avrebbe rinchiuso credendolo completamente pazzo. Fu Remus che alla fine parlò e disse semplicemente: “È una specie di segreto. Ve lo diremo, un giorno: quando avremo capito come spiegarvelo.”

James sembrava pronto a protestare e insistere, ma Lily gli diede una gomitata e sorrise dolcemente alla coppia. Sirius fissò i peli chiari sparsi sulle braccia di Remus. Non c'erano l'ultima volta che si erano visti. Almeno, non così tanti. Huh. “Aspetta,” disse Sirius, mentre la sua mente ripartiva invertendo la marcia. “Vai all'università con Lily? A Cambridge?”

Remus sorrise. “Sì. Te l'ho detto che sarei andato all'università. Primo della mia famiglia.”

Sirius gli rivolse un sorriso a trentadue denti. “È fantastico, Remus. È... è fantastico.”

“In effetti...” Remus arrossì, e il cuore di Sirius accelerò di nuovo. “Ne ho scelta una a cui pensavo saresti andato tu. Giusto in caso.”

Sirius rise, poi scosse la tesa. “Io vado alla scuola di aviazione. Diventerò un pilota privato. Probabilmente finirò per portare in giro su un jet i miei parenti, in effetti,” scherzò.

Ma gli occhi di Remus si erano illuminati, riconoscendo il significato dietro il tono leggero di Sirius. “Sei un pilota,” sospirò. “Tu voli.”

“Sì,” gli sussurrò Sirius in risposta. “Grazie a te. Tu mi hai fatto venire voglia di volare.”

Si inclinò in avanti, e Remus lo incontrò a metà strada, baciandolo gentilmente sulle labbra. James fece finta di avere un conato di vomito, al quale Sirius rispose rivolgendogli il dito medio. Non si diede neanche la pena di aprire gli occhi o interrompere il suo bacio con Remus.

Quando si separarono, Sirius sorrise. “Ho una motocicletta,” disse, ammiccando con le sopracciglia. Remus scoppiò a ridere, portandosi una mano alla bocca interrompendo quel forte rumore per lui insolito. “Vuoi sentire che cosa si prova a volare?”

“Con te? Assolutamente,” gli sorrise in risposta Remus, e. Wow. Sirius sentì per un attimo che la sua testa stesse galleggiando. Non si era mai immaginato che Remus lo avrebbe guardato con malizia, o avesse avuto un aspetto totalmente sexy come quello. Nei suoi ricordi, Remus era sempre timido, silenzioso, mai quello estroverso. Però... il sorrisetto di Sirius si allargò quando ricordò tutte quelle volte che Remus aveva fatto il primo passo: fare giochi ragazzo-ragazza, baci finti, baci sulla guancia... Sembrava, ora che Sirius ci rifletteva, che Remus lo stesse seducendo da ben sette anni. Sirius semplicemente non era mai stato abbastanza intelligente da capirlo.

“Andiamo.” Sirius strinse la mano di Remus e lo tirò in piedi, realizzando all'ultimo momento che stava abbandonando James e Lily. “Oh...”

“Vai!” disse James, roteando gli occhi. Lily stava facendo segno a Remus di andare in modo altrettanto incoraggiante. “Chi sono io per negare a voi due piccioncini un po' di tempo da soli? Oh, ma...” Il naso di James si arricciò dietro i suoi occhiali prima che di chiedere, in modo piuttosto lamentoso: “Potreste non farlo sul divano? Ci dormo io quando sono sbron- uh... quando sto da Sirius?” Cambiò la fine della frase all'ultimo secondo quando Lily iniziò a lanciargli occhiatacce da dietro la sua fiera frangetta di lisci capelli rossi.

Sirius arrossì, e fu sollevato quando lanciò un'occhiata a Remus e vide la stessa reazione. “Non penso che devi già preoccuparti di quello,” borbottò Sirius. “Ma lo terrò a mente.”

Con quello, Sirius trasportò Remus fuori nella frizzante aria d'ottobre. Lasciò andare la mano di Remus solo per chiudere la zip della sua giacca di pelle. Poi si voltò e sorrise verso Remus, che si stava impacchettando in modo simile nel suo cappotto. Sirius gli si avvicinò, prendendo la morbida sciarpa di Remus e rigirandogliela intorno al collo diverse volte prima di infilare gli estremi nella giacca. Quando ebbe finito diede un bacetto sul naso di Remus e sorrise al rossore che si sparse sulle sue guance. “Per sicurezza,” spiegò. “E così non la perderai.”

Mentre salivano insieme sulla moto, Remus si sporse in avanti e parlò direttamente nell'orecchio di Sirius. “Quindi non vivi in un appartamento con James?” chiese.

Sirius scosse la testa mentre faceva tornare in vita la moto con un ruggito. “No,” gli urlò in risposta. “Non era con lui che avevo promesso di vivere.”

Le braccia di Remus si strinsero intorno a Sirius mentre correvano via, il suo petto che riversava calore sulla schiena di Sirius. Il vento colpì Sirius sul viso, e i suoi capelli si intrecciarono a annodarono mentre svolazzavano in giro. Guidare la motocicletta non gli era mai sembrato davvero come volare. Ma adesso, con Remus dietro di lui, c'era una leggerezza nel suo corpo che gli faceva girare la testa, lo faceva sentire come se stesse galleggiando. Con Remus lì, esattamente dove doveva essere, Sirius si sentiva abbastanza leggero da volare veramente.



 




N/T:
Eccoci qui! Il momento che tutti stavamo aspettando! Non è ancora finita, ma ci siamo quasi... Domani posterò l'epilogo, quindi non dovrete aspettare fino a lunedì ;)

Spero che stiate passando una fantastica giornata!


 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: UnGattoNelCappello