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Autore: Kisa89    08/01/2016    3 recensioni
Quando la tigre raggiunse il mandorlo lo trovò sterile e spoglio, morto sotto il ghiaccio dell'inverno; ma la tigre lo custodì e lo difese, liberandolo dal gelo e dall'erbacce e, quando infine la primavera tornò a rischiarare il cielo, il mandorlo, grato di quell'amore incondizionato, si riempì di così tanti fiori che la tigre poté riposarsi all'ombra dei suoi rami.
Questa è la mia versione dell'episodio di TMR più triste non raccontato nei libri. E' la storia di un ragazzo che ha perso ogni speranza, che ha deciso di abbandonare la vita. Ma è anche e soprattutto la storia di una rinascita, di una nuova occasione e dell'amore che gli insegnerà di nuovo a vivere. E' la storia della Tigre e del Mandorlo.
Enjoy it! ^-^
[Minewt]
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 15

La stanza era completamente illuminata dalla luce dell'alba e Newt si rese conto lentamente di aver dormito. Si sentiva confuso e intontito, e nella sua mente si ripetevano immagini continue di quello strano sogno.
Era già la seconda volta che faceva un sogno così strano, anche se non si ricordava molto. Ricordava di aver sognato di essere piccolo in una specie di ospedale mentre faceva dei prelievi di sangue e poi di essere leggermente più grande e due uomini che lo pestavano per qualche ragione. Non aveva senso, forse erano solo immagini create dalla sua mente a causa del trauma subito per la caduta e dell'essere bloccato in un letto come se fosse in ospedale.
Però ricordava che c'era anche Minho in quel sogno: sì, lo difendeva da quegli uomini e poi..
Il cuore gli si congelò, aveva bene in mente l'immagine del suo amico che gli faceva da scudo e veniva gravemente ferito a causa sua. Perché aveva fatto quel sogno orribile? Si sentiva male al solo pensiero.
Cercò di muovere la mano destra per sfregarsi gli occhi, ma si accorse in quell'istante che non era solo nella stanza e che la sua mano era bloccata.
Il cuore gli mancò un battito: Minho era seduto sulla sedia e stava con la schiena piegata in avanti e le braccia incrociate come un cuscino sotto la testa; gli stringeva la mano nella propria e respirava tranquillo.
Newt rimase qualche secondo immobile a fissarlo e alla fine arrossì.
Come si fa a dormire in quel cacchio di modo? Pensò tra sé e non riuscì a non sorridere guardando la mano del ragazzo che stringeva la sua; gli piaceva quel contatto, le dita di Minho erano calde sulla sua pelle.
Una folata di vento entrò dalla finestra aperta e Newt respirò un po' più a fondo, anche se il petto gli faceva ancora male. Si sentiva stranamente meglio rispetto alla notte appena passata in cui era arrivato al punto di fingere di dormire per evitare stupide domande.
Una scarica elettrica gli attraversò la memoria.
Gli ultimi ricordi che aveva della sera precedente erano legati a qualcuno che era entrato nella stanza e si era seduto accanto a lui, qualcuno che lo aveva preso per mano e poi...
Si toccò lo zigomo destro con la mano libera e avvampò.
Minho?
Era stato lui a... baciarlo?
Newt guardò il suo amico che, così addormentato, sembrava un angioletto. Era davvero simile eppure così diverso da quel ragazzino che aveva appena sognato: i suoi lineamenti erano molto più netti e marcati, le sue labbra appena più sottili e la sua pelle, colorata dal sole, aveva la tonalità del caramello. La cosa che più di tutte era cambiata però, era il suo corpo, che ora non era più quello di un bambino, ma quello più alto e tonico di un uomo. Poi c'erano i suoi occhi... molto più affusolati e profondi di quelli del ragazzino nel suo sogno.
Newt sospirò e guardò fuori dalla finestra, doveva smetterla. Ogni volta che non riusciva a togliere gli occhi da lui, ogni volta che lo assaliva la certezza di trovarlo irrimediabilmente bellissimo, si sentiva strano e fuori posto.
Non era lui ad essere strano, Minho era davvero un bel ragazzo, chi cacchio avrebbe potuto negarlo? E che c'era di male nel pensare una cosa ovvia?
Newt cercò di sollevarsi appena sul cuscino per star più comodo, ma il suo corpo era totalmente indolenzito e dolorante e, come se non bastasse, quel suo lieve movimento fece mugugnare Minho che aprì gli occhi.
Il biondo si sentì di colpo a disagio, ma cercò di comportarsi normalmente anche se la sua mano era ancora stretta in quella del suo amico.
“Ti sei svegliato finalmente” disse .
Minho si sollevò sulla sedia e si sfregò gli occhi gonfi di sonno con la mano libera, sembrava disorientato e, per qualche ragione, a Newt venne da sorridere.
“Buongiorno...” biascicò sbadigliando, ma sembrò riprendersi in fretta appena si rese conto di stare tenendo il suo amico per mano: lo lasciò andare subito e distolse lo sguardo grattandosi la nuca “S-scusa!” disse, arrossendo appena.
Newt indicò fuori dalla finestra dove il sole sembrava già alto “Non sei in ritardo?” disse. Il moro storse la bocca, apparentemente ancora in una situazione di imbarazzo e l'aria si riempì di colpo dell'assordante nonché famigliare frastuono delle porte che si aprivano.
Quando il rumore cessò, Minho fece spallucce e sbadigliò di nuovo “Non credo proprio che quell'asilo di pive oggi sia in condizioni di uscire là fuori a correre, senza il rischio di vomitarsi addosso” spiegò appoggiandosi allo schienale della sedia.
Newt buttò gli occhi al cielo “Vi siete dati alla cacchio di pazza gioia stanotte” disse “Devi aver bevuto parecchio anche tu. Ecco perché ti sei addormentato in quella stupida posizione”
Ed ecco il perché di quel bacio.
“Sì, forse ho esagerato un pochino!” ridacchiò l'altro “Ma non devi preoccuparti, ho dormito così per due settimane, sono già gobbo ormai”
Il biondo trasalì. Come poteva dire una cosa simile con tanta naturalezza?
“Ora capisco perché hai quell'aspetto da schifo” disse stizzito.
Minho incrociò le braccia al petto “Che? Sarai bello tu!” gli rispose per le rime.
“Sembri una sploff dopo aver mangiato un chilo della salsina di Frypan!” Newt rincarò la dose e lo squadrò con un sorrisetto.
“Ha parlato quello con la faccia da capra!” il Velocista si indicò il viso e inarcò un sopracciglio “Sembri una capretta del caspio con quella cosa che ti cresce sul mento!”
Il biondo sembrò stupito, si toccò il viso e avvertì il lieve strato di barba biondo-rossiccia che aveva cominciato a crescergli sotto al mento e in altri punti in maniera sparsa.
“Chiudi quella caspio di fogna! Ti sei sgonfiato come un palloncino sgonfio!” tentò di difendersi di nuovo il biondo, questa volta sentendosi offeso.
“Hey, hey! Come caspio fate ad avere tutta questa energia a quest'ora?” Clint entrò nella stanza sbadigliando, seguito da Jeff che sembrava stare ancora dormendo.
“Il signorino deve recuperare due settimane di simpatia arretrata a quanto pare!” commentò Minho sorridendo.
“Tu la simpatia non la perdi mai invece!” continuò Newt fulminandolo con lo sguardo.
“Ok, ok! Siamo tutti simpatici qui! Fine primo round!” Clint si mise in mezzo a quella specie di litigio senza senso “Jeff, porta qui le bende che vediamo come sta Newt”
Nessuno rispose e Newt rivolse lo sguardo alla sedia sistemata contro il muro infondo alla stanza dove il Medicale stava seduto e pareva sul serio essersi addormentato.
“Oh caspio! JEFF!” Clint batté le mani due volte e il ragazzino saltò in piedi all'istante.
“Sì! Sono sveglio...” disse rischiando di cadere dalla sedia e si avvicinò al letto sbadigliando vistosamente.
“Te lo avevo detto di andare a dormire!” si lamentò Clint.
“Non è quello che ricordo io...” Jeff squadrò l'altro con una specie di occhiata d'intesa e cominciò ad occuparsi delle bende di Newt.
Il ragazzino gli tolse la fasciatura che aveva in testa e sorrise compiaciuto “Questo ormai è a posto!” disse. Il biondo sollevò una mano e si tastò la fronte trovando solo un piccolo rigonfiamento e una crosticina, ormai non sentiva quasi più nulla in quel punto; non poteva dire lo stesso del resto: il polso destro gli faceva ancora male, ma riusciva a muoverlo meglio e il lungo taglio che gli apriva il braccio sembrava in condizioni migliori, tanto che i Medicali furono d'accordo sul fatto di togliergli i punti. La maggior parte delle fasciature gli vennero tolte e Newt si sentì meglio senza tutta quella stoffa stretta addosso.
“Come va la gamba?” chiese poi Clint tirando indietro la coperta.
Newt provò a muoverla, ma non ci riuscì, gli faceva troppo male.
“Non bene direi...” fu il commento di Jeff nel vedere la smorfia di dolore sul viso del paziente.
I due gli cambiarono la fasciatura stando attenti a non fargli troppo male e Clint gli mise una specie di strano impasto sul grosso taglio che gli apriva la coscia e gli disse che non era ancora il caso di togliere i punti da quello perché era molto più profondo degli altri e c'era il rischio che si aprisse di nuovo.
“Proviamo a metterti seduto, ok?” lo informò poi Jeff.
Newt non era convinto che fosse una buona idea, ma si limitò ad annuire.
“Hey, Minho!” chiamò allora Clint “Dammi una mano!”
Il Velocista si avvicinò senza dire nulla e il biondo pensò che fosse rimasto ammutolito per via di ciò che aveva appena visto; si sentì in colpa, non voleva che Minho soffrisse a causa sua e, vedere il suo corpo pieno di ferite, lo faceva soffrire di certo.
Il ragazzo si chinò su di lui e Newt sentì il cuore impazzirgli nel petto appena le braccia del suo amico lo afferrarono da sotto spalle e gambe e lo sollevarono quel tanto che bastava per sistemarlo di nuovo sul materasso due secondi dopo, seduto e con la schiena appoggiata alla parete dove Clint gli aveva sistemato il cuscino.
“Sei troppo leggero” Minho lo guardò, ancora chinato su di lui, con il viso a pochi centimetri dal suo e Newt non riuscì più a respirare: i suoi occhi sottili erano velati da un'ombra di tristezza che li rendeva, se possibile, ancora più intensi.
Era troppo vicino! Pericolosamente troppo vicino, e il biondo non riusciva a calmare il caos che gli si agitava nel petto.
Perché gli aveva permesso di avvicinarsi tanto? Non avrebbe mai dovuto! Doveva allontanarlo subito!
Senza pensarci troppo alzò le braccia di scatto e spintonò Minho lontano da lui “Bene così!” disse con una foga esagerata e annaspò cercando di respirare. Quando riaprì gli occhi, l'Intendente lo stava guardando con un'espressione scioccata, aggrappato alla sedia per non cadere.
Newt si sentì uno schifo, voleva solo allontanarlo, ma aveva esagerato.
Anche i Medicali si erano bloccati difronte a quella sua pessima figura e si scambiarono un'occhiata tra loro, poi Clint si avvicinò a Minho e allungò una mano per aiutarlo ad alzarsi “Tutto bene, amico?”
Il Velocista abbassò lo sguardo e si rimise in piedi “Ti ho fatto male..?” chiese atono.
Newt strinse i denti pentendosi di aver agito d'istinto senza pensarci “Un po'...” rispose, anche se non era vero.
“Scusa” Minho tornò a sedersi e non incrociò più il suo sguardo, facendolo sentire sempre peggio.
“Mm?? Che cos'hai qui?” Clint stava per tornare a fare il suo lavoro quando abbassò appena il colletto della maglia di Minho, attirando l'attenzione di tutti.
Il Velocista si toccò il collo “Qui dove?” chiese disinteressato tastandosi la pelle.
Clint indicò il punto preciso e anche Newt lo vide: fu come se un vento gelido gli attraversasse il cuore da parte a parte.
“Qui! Hai un segno rosso” spiegò il Medicale.
“Già!” Anche Jeff si era avvicinato e lo stava osservando “Sembra quasi...”
Newt vide Minho inorridire e coprirsi quel punto con il palmo della mano e quella sua espressione colpevole fu abbastanza per confermare che quel segno era esattamente quello che sembrava.
“...Sembra un succhiotto!” ridacchiò Clint.

 

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Il Braciere delle Fate:

Eccomi eccomi! Buon Natale, buon Anno e buona Epifania tutti in super ritardo X°D
Scusate se aggiorno solo ora, ma come sempre sono stata impegnata!
Ringrazio sempre tutti quelli che mi seguono!
Detto questo...
Il breve idillio dei nostri piccioncini sembra nuovamente messo in pericolo! Che effetto farà a Newt aver visto quel simpatico ricordino sul collo di Minho? XD
Scopritelo nei prossimi capitoli!
Baci
Fairy

  
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