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Autore: Vavvola    12/03/2009    1 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

Quando l'amore diventa un gioco pericoloso...sei abbastanza coraggioso per andare avanti?
Prefazione
Tum tum tum…ovunque andassi, ero sempre accompagnata dal battito frenetico del mio cuore. Tum tum tum… eppure di missioni ne avevo già fatte tante! Ero sempre agitata quando mi arrivava il fax dal capo con sopra scritta l’impresa da compire. Ormai dovevo esserci abituata! Forse era perché in gioco non c’era solo la mia vita, ma quella della persona alla quale tenevo più in assoluto. Avrei fatto di tutto per proteggerla. Non m’importava della fine del mondo; della criminalità spaventosamente alle stelle; non m’importava di niente. L’importante era proteggere il mio amato da qualsiasi male. Ecco la mia missione. Una missione fallita fin dal principio...
Genere: Romantico, Azione, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ringrazio chi segue e posta regolarmente una critica a questa fan fiction, ma un caloroso abbaraccio va anche a tutti coloro che seguono la fan fiction senza commentare. è stupendo vedere come "gli ascolti" salgono senza scendere!! spero solo di non deludere nessuno e di farvi appassionare a questa storia proprio come lo sono io!
PS grazie mille Ladywolf per la tua colonna sonora personalizzata. mi dispiace un sacco di non conoscerle queste nuove canzoni, ma cercherò (quando avrò un attimo di tempo) di sentirle da qualche parte. quando lo farò di sfarò sapere che cosa ne penso.
mi dispiace per chi cerca di indovinare, ma ho paura per voi che rimarrete nel dubbio ancora per un po' (anche se ci saranno parecchi indizi che vi aiuterrano e vi giuderanno verso la verità:p
adesso, dopo questo papiro che quasi quasi è più lungo del capitolo, vi lascio al nono capitolo augurandovi buona lettura!



James



“Ehy hai finito di sbaciucchiare la tua bella?”
“se sono al telefono direi proprio di si”
“Marco mi ha appena fatto avere notizie della spia che ha catturato…si chiama Peter Raws e aveva il compito di scoprire le nostre abitazioni oltre che al comando. Sembrerebbe che il tipo abbia scoperto già quattro indirizzi dei nostri e li abbia consegnati al suo capo. Quindi non si sa quanto ci metteranno ad arrivare da te…comunque ha detto di non sottovalutarli…Peter Raws aveva una conoscenza eccezionale delle arti marziali ed era anche armato. Anche se secondo il mio parere nessuno batte te in campo di armi!”
“ grazie David…svolgi con cura il compito che ti ho assegnato”
“si, si…a proposito di Kelly…gliel’ hai detto?”
“ no…non ho avuto il coraggio”
“ se vuoi lo sai che sono il migliore a stroncare relazioni”
“è per questo che non ti permetto di rivolgerle la parola”
“nemmeno una?”
“no”
“neanche un misero ciao?”
“no”
“il dovere a volte è davvero noioso” Ci mettemmo a ridere tutti e due osservando il grande fondo di verità che era contenuto in quella frase.
“che cosa sta facendo?” gli chiesi sentendo già la mancanza della mia piccola bimba
“ è tornata a dormire abbracciata a un cuscino” La mia dormigliona… “sembra sfinita…ehy James ma quante ore avete dormito questa notte?”
“io le solite…lei non so forse…ma perché diavolo le sto dicendo con te queste cose?”
“ah se non lo sai tu”
“sei dentro?”
“dentro a che?”
“dentro all’appartamento”
“ahh…si. Pensavo di piazzare qualche micro-camera in modo da tenerle d’occhio anche da fuori. Non riesco a trovare un posto dove nascondermi quando saranno in casa, tutte e due sveglie. Se mi beccano sarà complicato spiegare loro la situazione.”
“si forse le micro-camere sarebbero la cosa migliore. Il capo però te le darebbe?”
“non credo…pensavo di usare quella che Marco ha fregato a Raws. Sono incorporate anche di microfono…pensa…avremo la possibilità di registrare cosa Kelly dice di te!”
“David mi sembra una cosa tanto squallida…”
“senti ciccio…hai affidato a me il compito di proteggerla, quindi non si discute sul come.”
“basta che non le dici niente!”
“si! Ormai quante volte te lo devo ripetere? Non le dirò niente!” urlò talmente forte che dovetti allontanare il telefonino dal mio orecchio
“ schhhhh! Così la svegli!”
“ma se sembra la bella addormentata nel bosco? Quella non si sveglia più!”
“sarà stanca” scesi dalla macchina e mi chiusi lo sportello alle spalle. Salii le scale e mi andai a stendere sul divano.
“James ma cosa pensi di fare? Cioè..hai intenzione di startene per tutto il tempo in casa con un fucile caricato in mano pronto a far fuori qualsiasi uomo entri dalla finestra e dalla porta?”
“il piano sarebbe quello”
“ ma se dovessi aspettare una settimana?”
“aspetterò una settimana”
dall’altra parte della cornetta ci fu una lunga pausa di riflessione. Stavamo pensando tutti e due la stessa cosa.
“non ho idea di come farò”
“devi dirglielo!”
“adesso non posso”
“lei pensa che sei andato a lavorare! Se non ti vede entro un limite breve di giorni penserà che sei morto oppure che non la vuoi più!”
“No. Non ne deve sapere niente!”
“James ne ha diritto” pronunciò le stesse parole che avevo pensato io prima dell’appuntamento. Faceva uno strano effetto sentirle pronunciare da una testa calda come lui. Non sapevo più cosa fare con lei. Sapere o non sapere? Come facevo a capire quale sarebbe stata la strada da percorrere? Ci sarebbe stato un modo particolare per saperlo? Mi sa che mi sarei dovuto fidare soltanto al mio intuito.

Erano passate due settimane dall’ultima volta che la vidi. Le avevo mandato un messaggio per giustificare la mia assenza prolungata e, per essere sicuro, le avevo scritto che sarei rimasto fuori città per motivi di lavoro per tre settimane. David mi inviava sul telefonino le lunghe chiacchierate che faceva con Chris su di me e scoprii…un bel niente. Non le piaceva parlare di se perciò tutte le volte che si toccava l’argomento James, lei sviava strada cominciando a parlare della nuova fiamma del momento di Chris. Mi voleva anche inviare i video dove si faceva la doccia, ma lo pregai di non metter una micro-camera anche in bagno. Non mi andava proprio di violare la privacy di due donne. 
Intanto, come a casa mia, non ci fu nessuno che cercò di introdursi nelle case dei cinque di noi. Cominciavo a perdere la speranza. Avevo voglia di uscire. Erano passate due settimane di inferno: sempre vigile e attento al più piccolo rumore e come se non bastasse erano state le due settimane più calde di New York. Purtroppo il mio lavoro includeva anche questo svantaggio. Bisognava essere pazienti. Alla notte dormivo si o no qualche ora e durante il giorno tenevo la tv accesa senza volume per riuscire a cogliere ogni piccolo rumore. Decisi che mi meritavo qualche ora di sonno e perciò andai a dormire. era da qualche ora che dormivo quando fui svegliato da uno strano rumore. Impugnai velocemente il fucile che avevo appoggiato pronto sul comodino. Le orecchie tese non riuscivano a percepire più niente di strano. Dopo cinque minuti dedussi che doveva essere stato il gatto dei vicini. Mi rilassai lasciandomi andare quando risentii nuovamente quel rumore. I miei muscoli ancora tesi si misero immediatamente in posizione di difesa. Il fucile puntato verso la finestra della mia camera e un sorriso sulle labbra che avevo ogni volta che dovevo affrontare un nemico. Marco aveva ragione. Erano bravi. Ormai erano quasi dentro e io non facevo niente per impedire la loro impresa. Si sarebbero trovati una bella sorpresa una volta entrati. In lontananza un rumore di vetri rotti. Un rumore che sarebbe dovuto arrivare dalla finestra della mia camera e non da quella della sala da pranzo al piano di sotto. Pochi secondi dopo la finestra della mia stanza andò in frantumi ed entrarono tre uomini armati pronti ad affrontarmi. Mi ritrovai davanti tre uomini che mi fissavano: i primi due erano armati mentre un terzo copriva loro le spalle. Avrei dovuto avere paura…avrei. Un sorriso maligno mi si disegnò sulle labbra. Non avevano idea di chi fosse il loro avversario. Mi mossi velocemente per la stanza. Potei leggere negli occhi dell’uomo che stava in fondo al gruppo, il terrore che, tutte le volte, vedevo impresso nelle vittime più che incrociavano il mio sguardo e che poi soccombevano sotto la mia forza senza poter fare nulla. Il duello si sarebbe concluso in meno di dieci minuti. Di sotto intanto si percepivano i passi di altri due intrusi che salivano velocemente le scale.
  
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