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Autore: Lovy91    08/01/2016    1 recensioni
Dopo la comparsa di Alphamon i Digiprescelti si rendono conto che una nuova minaccia arriva da Digiworld. La nuova Digiprescelta Meiko con il suo Digimon entrano a far parte del gruppo e Taichi pensa che la nuova ragazza sia veramente strana... oltre che carina. Com'è carina Sora. Ma anche Yamato pensa che Sora sia carina.
Gli otto digiprescelti sono alle prese con la vita adulta e il rapporto con i Digimon è destinato a cambiare. Inoltre anche nel gruppo le cose non sono più le stesse...
Non saranno solo le battaglie digitale ad essere combattute...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: TK/Kari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10


Mistero svelato



<< È sicuro signor Nishijima? >>.
<< Taichi io devo parlare con i dottori, devo venire a capo della morte di Kumi >>.
<< Immagino quanto lei sia sconvolto... ma cosa c'entra con quello che sta succedendo? >>, gli domandò Agumon.
<< Ho la sensazione che possa essere tutto collegato. Andiamo in ospedale e parliamo con qualche dottore. Kumi è morta, forse non si atterranno al segreto professionale >>.


<< Sora, io sto uscendo! >>.
<< D'accordo mamma! >>.
Sora si ritrovò da sola a casa, aveva lasciato Pyomon nell'aera digitale, aveva bisogno di restare nella sua solitudine.
La sera prima si era messa un bel vestito blu, un paio di scarpe argentate e un golfino blu, appena più chiaro del vestito. Aveva lasciato i capelli sciolti, un accenno di trucco. Yamato si era presentato con una camicia azzurra, dello stesso tono dei suoi occhi azzurri, era bello da mozzare il fiato e Sora si era domandata cosa ci trovasse in una come lei. Sotto casa le aveva portato un piccolo mazzo di fiori, che Sora aveva messo in un vaso in camera sua, stupita di un gesto tanto romantico da uno come Yamato. Poi si erano recati al cinema a vedere un film divertente, Yamato non prese la mano di Sora, probabilmente non era ancora così a suo agio.
Dopo il film l'aveva portata in ristorante semplice e romantico, non le aveva permesso di tirare fuori neanche un soldo. Si chiese se il padre gli avesse dato dei consigli o forse non aveva mai conosciuto quel lato del ragazzo.
Dopo la cena camminarono lungo il fiume, come avevano fatto per tanti anni tornando da scuola. La serata era bella, l'aria un po' fredda ma le stelle e la luna rendevano l'atmosfera carica di romanticismo. Sora sudava quasi freddo al solo pensiero del passo successivo e cominciò quasi a tremare quando lui le propose di sedersi su una panchina nel lato più curato e bello del fiume.
Lui si sedette molto vicino a Sora, totalmente bloccata dalla situazione non familiare per lei...


Nishijima si avviò con passi decisi al bancone, mostrando il distintivo. << Sono Daigo Nishijima, vorrei parlare con qualcuno di una paziente morta nel 1990, Kumi Fukuda >>.
L'infermiera dietro il bancone alzò lo sguardo, notando il distintivo lucido, alzando un sopracciglio. Non si faceva intimidire da uno stemma. << C'è il segreto professionale >>.
<< La ragazza è morta da più di quindici anni >>.
<< Torni con un mandato >>, abbassò lo sguardo di nuovo sulle sue carte.
<< Signor Nishijima forse... >>, tentò di dissuaderlo Joe.
L'uomo posò le mani sul bancone, con forza, costringendo la donna ad alzare lo sguardo di nuovo. << Ho bisogno urgentemente di quelle informazioni. Le dico io come andrà: otterrò il mandato e lei ci farà una pessima figura zelante >>.
Gli occhi neri dell'infermiera si fecero sottili, era nuova e voleva conservare il posto. Digitò il nome della ragazza sul computer. << Kumi Fukuda è morta il cinque dicembre del 1990. Il dottore che l'assistette era Norio Kimura e l'infermeria della sua stanza Sadako Shimizu, lavorano ancora in questo ospedale. Il dottore sta operando ma Sadako è in pausa caffè, l'ho vista prima entrare nella sala infermieri >>.
<< Grazie >>, disse Nishijima, rimettendo il distintivo in tasca.
I ragazzi si guardarono, cominciarono a pensare che la sicurezza e la razionalità dell'uomo cominciassero a vacillare. Lo seguirono in silenzio fino a una saletta con una cucina, un microonde e una macchina del caffè. C'erano tre infermiere, due sedute su dei divanetti imbottiti a bere un caffè bollente e mangiavano un pasticcino. Una terza si stava versando una tazza e cominciò a mettere lo zucchero.
Aveva i capelli neri, con qualche ciocca grigia, occhi verdi e pelle scura.
<< Sadako Shimizu? >>.
La donna si girò. << Sì? >>.
<< Sono Daigo Nishijima, lavoro per un ente governativa >>, mostrò di nuovo il distintivo. << Vorrei parlare con lei di Kumi Fukuda >>.
<< Se è un agente, sa anche che sono tenuta al segreto professionale >>. Bevve un sorso di caffè.
<< Kumi è morta da molto tempo, la prego >>, si avvicinò a lei. << Ero un suo amico >>.
<< Signora >>, fece Mimi. << Stiamo cercando informazioni da ieri, le vorremo fare solo qualche domanda >>.
La donna finì il caffè e butto la tazza di plastica nella pattumiera. << Seguitemi >>. Camminarono fino a una sala più grande, vuota, le pareti tinte di azzurro pallido e li invitò a sedersi sui divani, lei si mise di fronte a loro, poggiando le mani in grembo.
<< Ditemi >>.
<< Di cosa è morta Kumi? >>, domandò Koushiro.
<< Per un'emorragia interna in seguito a un’operazione, è stata una tragedia >>. Sembrava forte, ma al ricordo di quella giovane ragazza le diventarono gli occhi lucidi. << Poverina, era tanto giovane >>.
<< Perché non c'è un certificato di morte di Kumi? >>, continuò Takeru.
La sorpresero. << Come no? Ho redatto io stessa i dati per informare la provincia di Tottoro! >>.
<< Perché Kumi finì sotto i ferri? >>, chiese Daigo.
Sadako si strinse le dita e rimase in silenzio.
<< Signora? >>.
<< Avevo promesso di non raccontarlo >>.
<< A chi? >>.
<< Non posso dirlo >>.
<< La prego >>, disse Joe. << È importante >>.
Una lacrima rotolò sulla guancia dell'infermeria. << Per un cesareo >>.
La risposta generò un silenzio pesantissimo, ci misero almeno due minuti a digerire la risposta.
<< Kumi ha avuto un figlio? >>. Daigo era paralizzato.
Annuì.
<< Cosa ne è stato del bambino? >>, domandò Taichi.
<< La bambina era sana e fu data in adozione >>.
<< Chi è il padre? >>. Hikari era sbiancata.
<< Sconosciuto. Sul certificato di nascita non c'era il nome >>. Quasi scoppiò a piangere. << Riuscì a stringere la sua bambina prima di svenire e in seguito morire. Mi pregò di cercarle una buona famiglia, non fece nemmeno in tempo a darle un nome. Il padre della ragazza era disperato >>.
All'ultima frase Daigo fissò la donna. << Il padre? Era presente? >>.
<< Certo. Fu lui a portare la ragazza quando iniziarono le contrazioni, la bambina è nata con due settimane d'anticipo >>.
Si guardarono tutti, il signor Fukuda aveva detto di aver saputo della morte di Kumi da un dottore dell'ospedale.
Gli aveva mentito.


Il cellulare di Sora trillò, era un messaggio di Yamato e lei si morse un labbro, in ansia, prima di aprirlo.
Ieri è stata una serata bellissima, non vedo l'ora di uscire oggi con te di nuovo!”
Lei sorrise, al ricordo.
Su quella panchina, impacciato quanto bello, Yamato le aveva messo un braccio intorno alle spalle con fare goffo. Fuori da quella situazione sembrava un ragazzo così sicuro di sé, sul palco dava sfoggio a tutta questa sicurezza e soddisfazione di sapere di essere l'idolo di molte ragazze. Ma davanti a Sora si sentiva come un ragazzino alla prima cotta, lei non era come le ragazette strillanti fuori dal suo camerino.
Sora aveva trattenuto una risata, quella goffaggine la faceva ridere e intenerire. Lui aveva cominciato a blaterale parole come “Sora, mi piaci, io pensavo...”, finché lei non gli aveva preso la mano e di prendere un bel respiro. Alla fine lui aveva riso e gli occhi azzurri si erano illuminati di una luce sfavillante, un sorriso bellissimo. Una mano sulla guancia e le aveva dato un bacio...
Non era il primo bacio di Sora, a tredici anni le era capitato con uno sciocco a un gioco della bottiglia durante un ritiro di calcio, sicuramente non lo era neanche per Yamato. Ma fu un bacio carico di tante aspettative, sogni e sospiri celati per anni.
Alla fine del bacio Yamato l'aveva guardata, le aveva fatto una carezza e le aveva chiesto se voleva essere qualcosa di più.
A quella domanda qualcosa in Sora si era spezzato, era arrivato il momento di decidere. Si era ricordata le parole di Taichi “Noi non possiamo essere amici”.
<< Sì, lo desidero >>.


Si fermarono a mangiare un boccone veloce prima di andare di nuovo dal signor Fukuda. I ragazzi si sentivano intrappolati in mille fili che portavano tutti alla stessa cosa, la morte di Kumi era stata una tragedia e quella bambina era da qualche parte per il Giappone. Un tempo avevano una visione molto infantile di Digiworld, vedevano solo le straordinarie avventure che quel mondo poteva offrire, si ritenevano molto fortunati e onorati di poterle vivere.
Ora era diverso. Una Digiprescelta era morta in un modo orribile, c'era un padre sconosciuto e nessuno aveva voluto prendersi cura della loro bambina, per la prima volta pensarono al fatto che Monzaemon non avrebbe mai potuto soffrire della perdita di Kumi, il gesto estremo dei Supremi cominciava ad avere un senso.
Ormai l'agente non agiva più in nome della ragione, dell'ente governativa. Voleva venire a capo di quella storia e l'avrebbe fatto ad ogni costo.
Alle due erano già davanti alla porta del signor Fukuda. Daigo bussò con rabbia e i passi del giorno prima si strascinarono ad aprire la porta.
<< Cosa ci fai ancora qui? >>. Respirava a fatica, aumentò l'ossigeno da una levetta.
<< Dov'è la bambina di Kumi? >>.
Il vecchio si aggrappò alla porta. << Come l'hai saputo? >>.
<< Sappiamo anche che lei era presente il giorno della nascita >>, disse Taichi.
Fece una mezza risata. << Cosa ne sapete voi? Siete dei mocciosi che della vita ancora non capiscono niente! >>. Eruttò rabbia come un vulcano. << Kumi non era più la stessa dopo essere tornata da... da Digiworld! >>.
Koushiro fece un passo avanti verso il signor Fukuda. << Lei sa che sua figlia... >>.
<< E cosa c'entra con sua nipote? >>, lo incalzò Mimi.
<< Certo che lo sapevo. Kumi tornò strana, sempre pensierosa, preoccupata. Era sempre triste >>.
Nishijima lo guardò con sospetto. << Lei non si preoccupò quando sua figlia scappò di casa... perché venne da lei, vero? >>.
<< Venne da me, un giorno, e mi disse di essere incinta. Mia moglie non avrebbe capito e così l'ho nascosta da me. Neanche la gravidanza riusciva a renderla felice, pensava sempre a quel mondo irreale >>.
<< Digiworld non è irreale! >>, sbottò Takeru. << È in mondo vero, vivono creature buone, con sentimenti! >>.
<< Che hanno distrutto la vita di mia figlia! >>, gli occhi divennero lucidi. << Daigo... so chi sei, Kumi mi ha detto tutto >>.
<< Allora sa anche quanto tenessi a sua figlia. La morte di Kumi è stata una tragedia e posso solo immaginare la sofferenza che lei ha provato >>.
<< No, non lo sai >>, altra furia.
<< Perché non ha tenuto la bambina di Kumi? >>, gli domandò dolcemente Hikari.
<< Non potevo crescere quella bambina, mi avrebbe ricordato tutti i giorni mia figlia. Era identica a lei >>.
<< Non l'ha più rivista? >>, gli chiese Nishijima.
Il signor Fukuda rimase in silenzio, sguardo fisso nel vuoto.
<< Ha più rivisto sua nipote? >>, ripeté la domanda Taichi, con più forza.
Annuì. << Un giorno, tre anni dopo la sua morte, vidi una bambina in un parco identica a lei, accompagnata dai suoi genitori. Ero pazzo di dolore per la perdita di mia figlia e poi della mia ex moglie perciò ingaggiai un investigatore privato, spesi i soldi ottenuti dall'assicurazione sulla vita di mia moglie >>.
<< Era lei, vero? >>, disse Joe.
<< Erano brave persone, quelle che l'avevano adottata... Era felice e sana. L'ho lasciata alla sua vita >>, rise, quasi felice. << Aveva lo stesso nome che mia figlia dava sempre alle sue bambole da piccola. La casualità >>.
Daigo Nishijima tirò fuori la foto e la guardò, in preda a un ricordo messo da parte per tutti quegli anni.


<< Ora tocca a te Daigo >>, disse Hideki.
<< Rivelaci il tuo segreto imbarazzante! >>, rise Hisa.
Daigo si avvicinò al fuoco per scaldarsi meglio, insieme al suo Digimon. << Uff, okay... Ho dormito con i miei genitori fino ai sei anni >>.
<< Mammone! >>, lo stuzzicò Eizo.
<< Moccioso! >>, lo prese in giro Kumi.
I loro Digimon si rotolavano dalle risate, anche se non sapevano bene cosa ci fosse di male.
<< Vediamo il tuo, Kumi! >>, disse lui. << Ridiamo anche di te! >>.
La ragazza si calmò, un po' imbronciata. << Oh... va bene. Quando ero piccola davo alle mie bambole sempre lo stesso nome >>.
<< E qual era? >>, chiese Hisa, nella sua curiosità infantile.
<< Meiko! >>.


Mei saltò sul letto posto accanto alla scrivania, dove era seduta la sua partner.
<< Meiko? >>.
<< Uh? >>.
<< Va tutto bene? È qualche giorno che sei piuttosto silenziosa >>.
Sorrise, per smorzare i pensieri negativi del suo Digimon. << Sto bene, la scuola mi mette brutti pensieri >>.
Non era la scuola. Si era accorta che, da quando aveva avuto quella brutta discussione con Hikari, gli altri si erano allontanati. Forse non volevano più essere suoi amici, forse era lei troppo scostante e misteriosa...
<< Non è vero. È per gli altri >>.
Si voltò a guardarla di scatto. << Non posso nasconderti niente eh? >>.
<< Forse... >>.
<< No! >>, disse con forza. << Non possiamo, lo sai >>.
<< Hai ragione... >>.
Si abbracciarono, consapevoli di avere solo la loro amicizia.
D'improvviso una forte folata di vento fece cadere i fogli dei compiti di scienze che stava svolgendo distrattamente, consapevole di sbagliare tutti i calcoli. Mei la aiutò a raccogliere i fogli quando fu sbattuta contro un muro.
<< Mei! >>.
<< Meiko... >>. Una voce flebile dalla finestra la fece spaventare a morte.
Lei urlò e sentì i passi dei suoi genitori, suo padre bussò con forza.
<< Meiko, che succede?! >>.
Mei si alzò in piedi e si lanciò contro la figura misteriosa ma fu intrappolata in un'enorme mano.
Suo padre tentava di sfondare la porta e l'essere la rese più resistente con una mossa della mano.
I muri e i vetri della finestra finirono in mille pezzi ed entrò nella stanza con prepotenza. Meiko arretrò, cadendo all'indietro.
<< Lasciami stare! >>.
Quando il signor Mochizuki riuscì finalmente a sfondare la porta trovò la parete della camera della figlia a pezzi, un vento freddo e la figlia sparita.
<< Meiko! >>.


Angolo autrice!


Ciao!
Con questo capitolo ho svelato una piccola parte del mistero!
Kumi è davvero la madre di Meiko, ma il padre? E cosa c'entra questo con il Virus, Alphamon, la Fede?
Yamato e Sora hanno iniziato una storia... ma sarà tutto rose e fiori?
Hikari e Takeru si sono ignorati, vedremo cosa succederà!
E ora che Meiko è stata rapita...
Be' alla prossima!!

   
 
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