Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: emmy    15/03/2005    5 recensioni
Gilbert propone ad Anne di diventare sua moglie, ma.... Traduzione by Nisi Corvonero
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Oh, Diana. Non mi piace la fine dell’estate!” esclamò Anna Shirley assorta, rivolta a Diana Barry mentre le due ragazze stavano attraversando il pontile a braccetto.

“la fine dell’estate?” sobbalzò Diana stupita, rallentando I suoi passi e girandosi verso la sua amica:”Anna, ma se siamo solo a giugno! L’estate è a malapena cominciata!”

“Si, lo so” ammise Anna sospirando, mentre si appoggiata al corrimano del pontile e guardava trasognata la polla d’acqua. “Ma è duro accettare che tutta questa bellezza si dissolverà e saremo soffocati dalla malinconia. E’ un duro colpo al mio spirito” recitò Anna in tono melodrammatico. A dire la verità, il suo tono era anche sottilmente compiaciuto.

“Anna sei proprio una ragazza particolare” osservò Diana tollerante mentre le sorrideva. E comunque era abituata al fatto che Anna talvolta si comportasse e parlasse in modo strano “ma sicuramente anche io sarei triste se in autunno il mio bello lasciasse Avonlea per ritornare a studiare” osservò Diana maliziosa “Per fortuna non è questo il caso di Fred”

“Diana Barry! Gilbert Blythe non è il mio bello!”

improvvisamente, Anna era uscita dal suo rapimento estatico per protestare vivacemente: il suo viso si era fatto di porpora non appena aveva fatto cenno a Gilbert ed ai suoi studi di medicina a Dalhousie.

“Ma Anna, io non ho mai parlato di Gilbert!” protestò Diana con un espres

sione fintamente innocente e con un sorriso di scherno. Nel rendersi conto del tranello che le aveva teso la sua amica, Anna alzò gli occhi al cielo.

Ormai era abituata al fatto che tutti considerassero Gilbert come il suo fidanzato, forse era a causa di ciò che era caduta così facilmente nel tranello che le aveva teso Diana.

“Comunque…” Diana parlò lentamente e pensosa “Ora che ne parli, non ti dispiacerà che Gilbert parta, quest’autunno?” Diana le chiese cautamente.

“Certo che no!” rispose Anna altezzosamente, alzando il mento soltanto al sentire nominare ciò.

Dopo averci pensato un attimo, l’espressione di Anna si addolcì:”Beh, non mi dispiacerà di più che vedere un altro amico partire. Ma Diana, non è come tutti pensano. Gil e io siamo solamente buoni amici. Non hai idea di quanto sia stancante che tutti continuino a pensare che siamo fidanzati” disse Anna con sincero dolore, questa volta.

Erano già passate due settimane dalla proposta di Gilbert? Si domandò Anna.

Grazie al cielo, lui si era ripreso subito ed avevano continuato ad essere amici nonostante il suo rifiuto.

Erano andati al falò di Charlie Sloane ed al pic nic della chiesa, assieme a Diana, Fred e gli altri amici e non c’era stato alcuno spiacevole imbarazzo tra di loro.

La proposta di Gilbert non aveva fatto danni.

Anna non aveva riflettuto sul fatto che, nonostante niente fosse cambiato, lei non ne avesse fatto parola con Diana.

Forse perché non ne voleva parlare, o forse c’era di più?

Forse aveva paura di sentirsi rivolgere domande alle quali non avrebbe saputo rispondere.

Ma non voleva pensarci.

Era molto semplice in realtà, aveva deciso Anna: lei e Gilbert avrebbero continuato a frequentarsi durante l’estate, poi lui sarebbe tornato alla scuola di medicina e lei avrebbe continuato ad insegnare ad Avonlea.

Le sarebbe spiaciuto vederlo andare via, come le sarebbe spiaciuto veder partire qualsiasi altro amico, si disse decisa.

“Oh, Diana, guarda!” aveva esclamato Anna improvvisamente quando la sua attenzione venne catturata da una vivida macchia di colore in distanza “Sull’isola dei sogni e dei desideri stanno sbocciando i fiori” aveva dichiarato deliziata, ricordando il nome con quale, da ragazzine, avevano battezzato un minuscolo pezzo di terreno circondato da acque basse e limacciose.

A dire la verità, il nome Sogni e desideri era adatto, in quanto quella deliziosa macchia di fiori colorati poteva essere ammirata solamente da lontano. Era infatti un sogno ed un desiderio quello di riuscire a raccoglierli, in quanto quel pezzettino di terreno era troppo minuscolo per saltarci sopra e troppo fangoso da attraversare.

Afferrando la mano di Diana, Anna percorse entusiasta la distanza che separava il ponticello dall’isola dei sogni e dei desideri, trascinandosi dietro la sua amica.

“Oh, toglie semplicemente il fiato!” sospirò Anna rapita, fermandosi all’inizio delle acque paludose per ammirare il posto.

“Si, è molto bello” concordò Diana “Peccato che non li possiamo cogliere, sono sicura che hanno un profumo meraviglioso!” sospirò delusa.

Di certo, ad Avonlea non c’erano fiori più belli di quelli che crescevano sull’isoletta, indisturbati e protetti dalla loro stessa inaccessibilità.

Improvvisamente gli occhi di Anna si illuminarono.

Chinandosi, afferrò l’orlo della gonna, si rialzò, infiò l’orlo alla vita e cominciò ad arrotolare le calze. “Anna Shirley, cosa stai facendo”! gridò Diana shockata mentre Anna si accoccolava e si toglieva le scarpe.

Anna smise per un attimo e le sorrise felice:”Vado a cogliere quei fiori!” annunciò determinata togliendosi la seconda scarpa dal piede.

Per tutti quegli anni, quei fiori l’avevano tentata da lontano. Ora basta. Oggi li avrebbe colti.

Si rialzò, si girò e cominciò ad avanzare nell’acqua fangosa e limacciosa.

“Oh, Anna, sei sicura che sia una buona idea?” esclamò Diana preoccupata, ma ormai era troppo tardi: Anna si stava già dirigendo lentamente verso l’isoletta. “Stai attenta, allora!” urlò Diana.

“Diana, non ti preoccupare, so cosa sto facendo” urlò Anna di rimando da sopra la sua spalla, fiduciosa mentre metteva di nuovo un piede davanti all’altro lentamente e sporgendosi lievemente per poter mantenere l’equilibrio.

Era una sensazione strana, si disse, ad ogni passo il fango diventava più spesso.

Il fango si infilava tra le dita dei piedi quando li poggiava per terra emettendo uno strano risucchio mentre Anna camminava.

Anna non aveva percorso che una decina di passi quando decise che la sua idea impulsiva non fosse poi una grande idea.

L’isoletta dai fiori colorati era ancora lontana, almeno trecento metri e ad ogni passo camminare nel fango diventava sempre più sgradevole.

Col fango che le arrivava sopra le ginocchia, stava proprio per chiamare Diana e dirle che sarebbe tornata indietro, quando il suo piede destro sprofondò ancora di più nel fango. Forse perché le sembrava che il livello del fango crescesse sempre di più e che lo stesso la stesse risucchiando, ma la mente di Anna cominciò a riempirsi di immagini di mostri e fantasmi e di altre creature simili che avrebbero potuto infestare quelle acque limacciose di quel laghetto semisconosciuto di Avonlea.

Decidendo precipitosamente di desistere dal suo intento, Anna si girò, solo per scoprire che il suo piede destro non stava obbedendo agli ordini del suo cervello. Infatti, non era in grado di sollevare il piede dal fango. Era, in una parola, intrappolata.

“Anna, che succede?” chiamò preoccupata Diana, vedendo che Anna non proseguiva

“Diana, sono bloccata!” rispose Anna.

“Bloccata?” chiese Diana senza capire, come se non riuscisse ad immaginare come quella parola si adattasse a quella particolare situazione

“SI! B-l-o-c” sillabò Anna prima di fermarsi e di sospirare. Se solo avesse avuto qualcosa al quale attaccarsi per liberarsi. Ma lì, nel bel mezzo del fango non c’era proprio niente, pensò guardandosi attorno, avvilita.

“Anna, vengo ad aiutarti!” annunciò Anna cominciando a sollevare le sue gonne nel frattempo.

“Diana, No!” avvertì Anna, rifiutando la generosa offerta di aiuto della sua amica. Sapeva che se lei, Anna, trovava quel fango rivoltante, Diana non sarebbe stata da meno.

“Non ha senso che tutt’e due rimaniamo intrappolate nel fango senza nessuno che ci aiuti. Devi andare…” Anna tacque sentendo il rumore di un carretto che si avvicinava.

“Oh, guarda, è Gilbert Blythe!” esclamò Diana sollevata mentre Anna gemeva rumorosamente. Gilbert! Ma perchè, perchè perchè proprio lui?

“Diana e… Anna!” Esclamò Gilbert sorpreso, mentre si avvicinava e faceva fermare il cavallo.

“Cosa diavolo state combinando?” chiese, vedendo la scena che gli si parava davanti.

“Anna è intrappolata nel fango, Gilbert” Diana spiegò l’ovvietà molto velocemente, mentre Anna stava in silenzio, la testa chinata davanti a sè in un gesto di rassegnazione e mortificazione, mentre evitava gli occhi di Gilbert.

Ma perchè, perchè perchè proprio lui?

“Hmmmm” fu il commento di Gilbert mentre velocemente saltava giù dal carretto e si guardava intorno. Vide un grosso ramo, lo prese e lo portò verso il laghetto fangoso, entrando nell’acqua per qualche metro prima di allungarlo verso Anna.

“Ok, Anna, cerca di afferrare il ramo e di tirarti fuori” la istruì lui puntando i talloni dei suoi stivali da lavoro nella parte meno fangosa della riva.

Incapace di farne a meno, Anna si girò a guardare I fiori con espressione di rimpianto.

Quei fiori sarebbero sempre stati al di fuori della sua portata, si disse lei prima di obbedire alle istruzioni di Gilbert. Il ramo era piuttosto solido e diede sostegno ad Anna mentre cautamente si trascinava fuori dalle acque fangose procedendo a piccoli passi verso Gilbert. Quando fu a pochi centimetri di distanza dal ragazzo, Gilbert allungò un braccio e glielo passò attorno alla vita, mentre la riportava sulla riva sicura.

Lasciando cadere il ramo nelle acque fangose, raggiunse Anna e Diana all’asciutto e tenne gli occhi puntati al cielo, in un gesto rispettoso da gentiluomo, come se improvvisamente vivamente interessato alle nuvole sopra di lui.

Anna e Diana lo guardarono soprese da quello strano comportamento prima che Diana desse una gomitata nel fianco ad Anna indicando il suo vestito: l’orlo era ancora infilato alla vita e le si vedevano le gambe. Velocemente, Anna si risistemò il vestito e si schiarì la gola per annunciare che ora era presentabile, nonostante il fango.

Gilbert abbassò il capo ad incontrare gli occhi di Anna.

“La ringrazio per il suo aiuto, Signor Blythe” si affrettò a dire Anna, con formalità esagerata, nella speranza che questo le avrebbe evitato domande da parte di Gilbert sul perché si fosse trovata in quella strana situazione.

Davvero, come avrebbe potuto dirgli che voleva andare a cogliere dei fiori? Era ridicolo! E per qualche strana ragione, in quel momento, l’ultima cosa che voleva era che Gilbert la considerasse ridicola.

“Di niente, Signorina Shirley” rispose Gilbert, con la stessa formalità, ma con un guizzo di divertimento negli occhi nocciola, “Ho molta esperienza con le mucche intrappolate nel fango, per cui è stata una vera fortuna che io passassi per caso di qua per aiutarla!”

“M-Mucche?” disse Anna con voce strozzata. Osava paragonarla ad una… mucca? Gli occhi grigi di Anna si oscurarono, oltraggiati.

La bocca di Gilbert soppresse un sorriso:”Posso offrire a voi gentili signore un passaggio verso casa?”

“Oh, si sarebbe…” cominciò Diana prima che Anna la tirasse per un braccio.

“No, grazie, preferiamo camminare” Annunciò Anna voltandosi per andarsene. Gilbert le si parò davanti, bloccandole il passaggio.

“Anna” esordì lui, la voce improvvisamente seria, senza traccia degli scherzi di pochi attimi prima. “Anna, mi prometti che non farai più una cosa simile?” disse con voce bassa ed intima.

“Non fare cosa?” Anna alzò gli occhi verso i suoi.

“Quello” rispose Gilbert agitando la mano verso le acque fangose, mentre Anna arrossiva dall’imbarazzo al ricordo di quanto fosse stata sciocca “Avresti potuto cacciarti in guai seri, Anna” disse, la voce preoccupata.

“So di essere stata stupida, Gilbert” confessò Anna al secondo bottone della camicia di lui; per qualche ragione non riusciva a guardarlo negli occhi “Non ti preoccupare, non lo farò più!”

“Bene!” approvò Gilbert, il suo tono era tornato leggero e scherzoso, la preoccupazione e la sua serietà improvvisa erano ormai passati. “Sai, potrei non essere da queste parti la prossima volta che tu hai bisogno di essere salvata” la prese in giro lui, riferendosi ad un’altra volta in cui l’aveva salvata da una situazione… altrettanto acquosa.

Anna borbottò un “hmmmmmm” mentre si girava e se ne andava. “Non dimenticarti le scarpe!” le gridò dietro Gilbert mentre Anna gemeva forte, rigirandosi di scatto per raccogliere le scarpe da terra senza degnarsi di guardare in direzione di Gilbert.

Diana fece un gesto di scusa “Ci vediamo, Gilbert” disse, mettendosi alle calcagna di Anna.

Immobile, Gilbert Blythe guardo le due ragazze fino a che sparirono alla sua vista. Girandosi, guardò oltre le acque fangose, osservando i boccioli colorati con espressione pensosa.

* * *

“Anna!” gridò Diana mentre si fermava al portone del tetto verde la mattina dopo.

Era venuta solo per una visitina veloce prima di passare in città e la ragazza fu salutata da un’inaspettata visione proprio sul portico dei Cuthbert.

“Anna, vieni a vedere!” strillò dalla porta.

“Diana Barry, ma cosa sta…” rispose Anna Shirley mentre di corsa andava incontro all’amica; fermandosi per aprire la porta e vide che cosa indicava una Diana tanto eccitata. Proprio lì, sul pavimento della veranda c’erano tre bouquets composti dai fiori più belli e colorati che le due ragazze avessero mai visto.

“Ma cosa…?” alitò Anna, attonita, mentre Diana ridacchiava contenta.

C’era solamente un posto ad Avonlea dove crescevano quei fiori e questa era probabilmente la prima volta che qualcuno li aveva visti così da vicino

“C’è un biglietto!” indicò Diana giuliva. Anna allungò la mano verso uno dei mazzi e prese il pezzetto di carta. Lo aprì e lesse quanto vi era scritto:

Cara Anna,

So che sei una donna di parola e che manterrai la tua promessa di NON avventurarti in acque pericolose in futuro. Ti prego di accettare questi fiori non solo in sostituzione di quelli che hai dovuto abbandonare ieri, ma anche come assicurazione che un’impresa del genere non deve essere portata a termine a tuo rischio e pericolo.

Sinceramente,

Gilbert Blythe

“Allora?” la incalzò rumorosamente Diana dopo un momento.

“Sono di Gilbert” la informò Anna, guardandola stupita.

“Oh, Anna, come è romantico” si entusiasmò Diana.

Anna si riscosse dalla sorpresa:”Niente affatto. Voleva solo… voleva assicurarsi che non cercassi di attraversare ancora quelle acque fangose” spiegò confusa, anche se la spiegazione non risultò credibile neanche ai suoi stessi orecchi.

Come faceva a sapere Gilbert che stava cercando di andare a cogliere quei fiori. Levando di scatto lo sguardo, chiese alla sua amica:”Diana, non avrai…?” chiese improvvisamente sospettosa “Non gli hai detto niente, vero?” la accusò

“Anna! Certo che no!” disse Diana in tono di biasimo “Quando avrei potuto farlo?” chiese. Entrambe avevano visto Gilbert per l’ultima volta il giorno prima, per cui non c’era stata occasione per dirgli cosa Anna avesse in mente.

Anna era perplessa. Era mai possibile che Gilbert avesse intuito la ragione per la quale si era ritrovata intrappolata nel fango? Era mai possibile che lui la conoscesse così bene?

“Oh, Anna, deve aver attraversato parecchie volte per cogliere così tanti fiori, non credi?” meditò Diana con apprezzamento, ad alta voce.

“Non lo so, forse” rispose Anna, esitante, non sapendo cosa pensare

“Anna, devo andare. Ho detto alla mamma che mi sarei fermata solo un minuto. Mi sta aspettando all’incrocio” spiegò Diana in tono di scusa

Alzandosi, Anna salutò la sua amica e la guardò affrettarsi lungo il sentiero di fronte.

Quando fu sparita alla sua vista, Anna si piegò e colse un fiore rosso dal bouquet più vicino, inalando il dolce profumo del fiore delicato, mentre rifletteva su questi avvenimenti, così curiosi e sconcertanti.

Gilbert Blyte aveva attraversato quelle acque fangose per cogliere tre grossi bouquet di fiori dall’isola dei sogni e desideri per lei.

Sogni e desideri, davvero.

* * *

Grazie a Yuki, Luana80 e Rina per le recensioni

  
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