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Autore: David89    13/03/2009    2 recensioni
...Era lì. Potevo ucciderlo, fargli saltare il cranio. Premere il grilletto. Si, era lontano, ma in Russia addestrano anche i migliori cecchini del pianeta. Dicono. Cosa, cosa m'ha spinto a non ucciderlo? La croce del mio M40 con la sua bella faccia in mezzo. Vento leggermente da Ovest. Stavo mirando alla donna a fianco a lui, sapendo che tanto avrei colpito la sua fronte, un buco in testa. PUM! Un lavoro pulito. Sarei ora in qualche isola del Pacifico. Sole, caldo, soldi e donne. Cosa potevo desiderare di più?...
Genere: Thriller, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8.

















-Si sta svegliando.-
-Dottore, il paziente (...) ripreso...-
-Grazie, dottore...-


Mi sentivo distrutto. Senza forze.
Quando riaprii gli occhi, vedevo un sacco di figure sbiadite.
Luce.
Mi voltai dall'altra parte.

-L'anestesia totale (...)-
-Quando potrà to... (...) -
-Dategli tempo...-


Realizzai che ero in qualche ospedale. Potevo vedere un dottore con il camice bianco. Altre persone sedute vicino a me. Mi voltai verso la luce. Una persona davanti alla finestra.
-Dove... dove sono?- un dolore alla testa pazzesco... Forse mi avevano dato qualcosa.
-Non siamo autorizzati a dirglielo, George Collard. L'importante è che si senta bene....- Chi parlava? Ancora era tutto confuso.
-Ho male alla testa...-
-Effetto dell'anestesia... Non vi preoccupate, finirà presto.-
-
La spalla...-
-Niente di serio per fortuna. Il proiettile s'è fermato prima dell'osso. Siete stato fortunato.-
-Dottore, potete lasciarci da soli con lui? Abbiamo aspettato tanto...-
-Però non esagerate troppo... E' ancora debole... Mi raccomando...-

La porta si chiuse.
Sentii una sedia graffiare sul pavimento.
-Collard? Mi sente?
Voltai la testa a destra. Vicino al mio letto, un uomo. Età sui cinquanta. Pelato. Portava il pizzetto.
Annui debolmente con la testa.
S'avvicinò di più a me, quasi volesse che io sentissi bene il suo discorso.
-Sono Martin Labeau. Agente 45. Vengo per conto di Emily. C'ha detto che eravate a Parigi.. Allora vi abbiamo seguiti.-
Abbiamo? Jean...
-Anche all'aeroporto...- mormorai.
-Non è stato difficile perdere le vostre tracce. Il vostro compare guida fin troppo piano per i nostri gusti....-
-Che cosa gli avete....-
-State tranquillo. Lui sta bene. Non sa niente di voi... Ma abbiamo dovuto avvertirlo del vostro ricovero. Tra poco dovrebbe arrivare...-
-Al Cafè de la....-
-La situazione c'è scappata di mano, purtroppo. Vi abbiamo seguito fino a quando non siete entrato. Poi ci siamo limitati ad osservarvi da lontano... Non potevamo dare nell'occhio...-
-Grazie....-
-Perdonateci... Ma se fossimo entrati, sarebbe successo il finimondo. Poi abbiamo visto che ve la siete cavata, così al momento opportuno vi abbiamo prelevato...-
-Dove.... dove sono?-
-Vi può consolare il fatto che siete al sicuro, per adesso?-
Non sapevo che rispondere. Avrei preferito tranquillizzarmi su dove fossi finito. Ma se non volevano dirmelo, c'era evidentemente un motivo preciso.
-Che cosa... volete... da me?-
-Sincerarci delle vostre condizioni. Come vedete non sono l'unico qui. - voltò la testa verso le altre figure.
Sforzai gli occhi, cercando di mettere a fuoco.
Altri due davanti a me. Uno a sinistra, vicino alla finestra. Vestiti tutti uguali. Giacca e cravatta nera. Parevano dell'FBI.
Sorrisi, cercando di levare quella loro serietà sul viso.
-Solo questo...?- non penso che volevano solo sapere come stavo.
-Non siete ancora guarito del tutto. Pensate a riprendervi... Poi ne riparleremo...-
Bussarono alla porta. Al che uno di quelli di fronte a me s'avvicinò ad essa, per poi aprirla lentamente.
-Dov'è George Collard?... M'hanno detto che è stato ricoverato qui...-
Qualche secondo di silenzio. Poi m'apparve alla vista. Jean.
-Ma cosa ti è successo? Chi sono questi signori?-
-Ehm... Amici di vecchia data.... Comunque sto bene, grazie Jean.-
Voltai un attimo la testa verso Martin. Si era alzato, e tutti quanti stavano ora uscendo dalla stanza.
-Mi ero preoccupato per voi! Miseria, proprio a voi doveva capitare di cadere dalle scale... Guardate che roba alla testa!-
Alzai gli occhi, ma non potevo vedere niente. Evidentemente avevo una grossa fasciatura. Ringraziai il fatto che le coperte coprissero la ferita alla spalla.
-Sto bene per fortuna... Come vedete ho la testa dura! - sorrisi, cercando di sdrammatizzare.
-E ora? Quando potrete ritornare? Stavo così bene in vostra compagnia....-
-Dovete sentire i medici... Spero di poter guarire in fretta... -
-Sapete, pensavo di organizzare una vacanza in qualche zona di campagna. Conosco un agriturismo veramente unico! Quando guarirete potremmo farci un salto, che ne dite?-
-Non sarebbe una cattiva idea...- Non lo era proprio, cazzo. Quanto volevo una vacanza, una vacanza vera... Ero braccato da chissachì. E per giunta non sapevo dove fossi.
-Perfetto, allora quando torno a casa penso a prenotare, che ne dite?-
-Va bene... Ascoltami Jean, sai dove mi trovo?... Dove mi hanno portato?...-
Non feci in tempo a finire la frase, che dalla porta entrò un medico, con un'infermiera al suo seguito.
-Le visite sono visite... Ora il paziente avrebbe bisogno di riposo... E del cambio del catetere...- s'era avvicinato fin troppo a Jean. Gli voleva trasmettere ansia.E io non avevo alcun catetere.
-Ma certo... Perdonatemi... - Jean si scostò da me, dirigendosi verso la porta. Cazzo, no.
-Ci sentiamo presto, va bene? Dovresti avere il mio numero, credo....- chiuse la porta, dopo avermi sorriso. Merda, merda.
Abbandonai la testa sul cuscino, sospirando.
-Pensi a riposare, ora, messer Collard... - il medico stava armeggiando con una siringa. La infilò in un tubicino, collegato al mio braccio.
-Buon riposo...-
Mi si abbassarono le palpebre...
La mia testa s'inclinò sul cuscino.
M'addormentai.
  
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