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Autore: Letizia25    09/01/2016    4 recensioni
A volte, la discesa verso l’inferno comincia senza rendersene conto, fino a che non è troppo tardi.
Troppo tardi per tornare indietro, per cambiare le cose, per salvare qualcosa di ciò ch’è rimasto.
O almeno, la nostra è iniziata così.
Si cerca una luce per salvarsi, o anche solo per non perdere del tutto la speranza.
Eppure ogni sforzo sembra comunque vano, perché le cose non cambiano, mai.
Restano immutabili, almeno fino a che due universi opposti non si scontrano.
Perché quando due universi opposti si incontrano all’improvviso, cambia tutto, radicalmente.
Le certezze che c’erano prima svaniscono, sommerse da quel qualcosa che accomuna quei mondi.
Tutto scompare; dubbi, paure, sogni, maschere, muri. Resta una sola certezza: quella di non cadere.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=evr4rKlJ1RA
*
ATTENZIONE: La storia tende al rating rosso e contiene alcune scene descritte in maniera molto approfondita (guardare trailer per capire). Quindi, se siete deboli di cuore o se potrebbe darvi fastidio in qualsiasi caso, non leggete, dato che l’ultima cosa che voglio è far star male qualcuno.
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Be my home'
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Sei
 
 
 
Certe persone, però, di quei muri hanno bisogno più di quanto vogliano ammettere.
E quando quelle difese cadono giù nella frazione di un attimo, niente è più come prima.
Perché quei muri sono troppo pesanti per essere ricostruiti da soli.
 
 
 
I loro piedi marciano stancamente sull’asfalto quel lunedì mattina, diretti verso scuola, mentre il silenzio le avvolge e le culla come al solito, compagno insostituibile di tutta la loro vita e così pieno di parole non dette che ormai sembra quasi aver acquistato un corpo che le due ragazze a turno si portano appresso, troppo peso e troppo ingombrante per essere gestito da una persona sola.
Un silenzio che, tuttavia, quella mattina non riesce a fare da padrone tra le due amiche, non quando entrambe hanno così tante cose da dire che a volte il tempo non è mai sufficiente per tirarle fuori tutte. Proprio come adesso.
«E poi?» chiede Madison, curiosa di sapere come siano andate a finire le vicende della sua migliore amica accadute soltanto il giorno prima, mentre a Letizia sembra essere passato un secolo infinito dai fatti appena raccontati.
Fatti che ancora non riesce a spiegarsi. Non riesce a capirli; non riesce a vedere che cosa ci sia dietro quello strano disegno in cui lei e Calum si sono ritrovati compagni di dolore, per niente propensi a condividere la propria storia con una persona che non conoscono. Eppure… Proprio lui, proprio quell’Hood ha dovuto buttare giù i suoi muri? Proprio lui ha avuto il potere di mandarli in frantumi con quelle poche parole che si sono scambiati e con quegli occhi così scuri che probabilmente sono riusciti a leggerle l’anima, o quel che ne resta?
Letizia si passa una mano sul viso stanco e affaticato, cercando di mandar via la stanchezza che sente addosso, dovuta all’ennesima notte insonne che ha passato, a causa della sua mente che non riusciva a non pensare a ciò che era accaduto e che aveva segnato qualcosa dentro di lei. Un qualcosa che, tuttavia, non vuole scoprire, non adesso, non ancora. Perché ha troppa paura di ciò che potrebbe trovare e non avrebbe la benché minima idea di come poterlo affrontare se dovesse rivelarsi un’altra fonte di dolore.
Perché il problema sta tutto lì: con Calum, il dolore non è sparito, è aumentato. E Letizia non sa come riuscire a domarlo, come farlo andare via. Non sa come curarsi, con i suoi muri caduti a terra; quegli stessi muri per cui ha impiegato anni e ogni grammo di se stessa per costruirli, pre renderli invalicabili, indistruttibili. E fino alla mattina precedente era sicura di avercela fatta. Poi però Calum Hood è riuscito a rovinare il lavoro di una vita, esponendola nuovamente a quei ricordi che detesta rivivere e a quelle emozioni che ha tentato di seppellire in ogni modo, giorno dopo giorno, per non restarne schiacciata.
«Ehi, Leti, stai bene?» le chiede la bionda, seriamente preoccupata per l’altra. Perché, tra loro due, Letizia è sempre stata quella in grado di rimettersi in piedi da sola, in ogni occasione, anche quando la situazione sembrava impossibile. Perché la mora è sempre stata quella forte – di questo, Madison King è assolutamente sicura – e niente riesce ad abbatterla mai del tutto. Eppure… Sembra che quel ragazzo sconosciuto spuntato dal nulla ci sia riuscito, in parte. Spera solo che le cose non peggiorino. Perché, se Letizia cade, lei perde tutto. E non vuole più vivere un’esperienza simile.
A quella domanda, l’altra non può fare a meno di sorridere, mentre si sistema gli occhiali neri sul naso.
Sorride di cuore, sul serio. Perché Madison non si smentisce mai, apprensiva com’è sempre stata e diretta come suo solito. Sorride, grata al cielo di averle fatto incontrare una persona meravigliosa come quella bionda che sta camminando al suo fianco e che la sta osservando con occhi così preoccupati che riescono a scaldarle il cuore, come ogni volta che loro due sono insieme. Sorride, perché non potrebbe fare a meno di Madison: hanno condiviso tanto, letteralmente una vita intera, e ne hanno passate così tante insieme che, senza quella piccola pazza bionda, Letizia sa che non riuscirebbe a stare.
Perché Madison è l’unica persona ad essere riuscita a portare un poco di luce nella sua vita. È l’unica che riesce a farla sorridere; a farla ridere davvero anche se per poco; a farla chiacchierare; a farle vedere un po’ la vita a colori, nonostante essi siano ancora troppo sbiaditi per Letizia per poter osservare il mondo sotto una luce più positiva.
È l’unica che sa metterle il buon umore e riesce persino qualche volta a mandar via quel dolore che sente dentro.
Madison cerca di farla stare bene, sempre. E Letizia fa altrettanto con la sua migliore amica, l’unica che ha e che considera più di una sorella. Tempo fa le ha fatto una promessa, e ha tutta l’intenzione di mantenerla anche a costa della propria vita, fino a che le loro strade non prenderanno una via migliore, in ogni senso.
Sorride, per quell’amica che è il suo più grande tesoro, che non vuole perdere per niente al mondo.
«Sto bene, Maddie, tranquilla.» le risponde allora, prima di schioccarle un sonoro bacio sulla guancia.
La bionda non può fare a meno di sorridere a sua volta. «Stavi pensando a quel ragazzo?»
Letizia annuisce. E subito gli occhi scuri ed intensi di Calum tornano a far capolino dentro la sua testa, come se il giorno precedente non ci fossero rimasti a sufficienza. Quegli occhi che nascondono un mondo che la mora sente tremendamente vicino al suo e che vorrebbe conoscere un poco di più… Probabilmente per non sentirsi l’unica ad avere l’anima distrutta dal dolore.
«Ma… per caso ti piace?» domanda curiosa Madison, ridendo nel vedere l’espressione sconcertata dell’amica
«Ma cosa dici?!» esclama Letizia, infatti, allibita e sorpresa da quella conclusione troppo affrettata.
L’altra ridacchia divertita, mentre la mora sospira. Perché, per lei, l’amore non esiste. È la bugia più grande del mondo. È la forma più crudele di dolore, che non lascia scampo a nessuno e che, in un modo o nell’altro, cambia sempre le persone, irrimediabilmente.
Madison sorride teneramente e le dà una piccola pacca sulla spalla. «Però ti incuriosisce.»
Letizia annuisce di nuovo, sincera, senza aggiungere altro, troppo confusa da tutto quello che le sta riempiendo la testa e che non riesce a farla ragionare, con il cuore ancora troppo esposto a quel dolore che non è riuscita a mandar via e che adesso si sta divertendo a torturare quel piccolo organo, quasi come se stesso godendo nel veder cadere l’anima della ragazza sempre più a fondo, in quel baratro nero da cui non c’è quasi mai ritorno.
 
«E com’è che non l’ho mai vista?» chiede Luke, curioso, una volta che Calum ha terminato di raccontargli quel che gli è successo il giorno precedente e che ancora fatica a capire.
Quella mattina, i due ragazzi si sono ritrovati, come al solito, all’incrocio che collega le loro vie. Non si sono detti niente. Si sono semplicemente guardati negli occhi, a lungo. E in quell’azzurro, Calum ha visto quel perdono di cui aveva bisogno più di quanto volesse ammettere. Perché non sa che cosa avrebbe fatto se il biondo avesse deciso di lasciarlo da solo. Non osa pensarci neppure per un attimo.
«La noti solo se ti capita davanti.» risponde il moro sovrappensiero, mentre si gratta un poco le braccia cercando di non farsi beccare dagli occhi azzurri dell’amico.
«Beh, spero possa portare qualcosa di buono.» ammette Luke, sincero e fiducioso in quella strana circostanza che ha ascoltato con il cuore un po’ più libero dalla preoccupazione e più tranquillo verso il suo migliore amico. Perché spera che quella ragazza misteriosa possa cambiare le cose. Lo spera davvero tanto, perché non sa quanto ancora riuscirà a resistere con le sue sole forze.
Alle parole dell’amico, Calum si ritrova a pensare a lungo, non riuscendo a frenare la sua mente, concentrata solo su un solo punto da un giorno e mezzo: Letizia, e quegli occhi un poco diversi tra di loro che lo hanno tenuto sveglio per tutta la notte, senza dargli modo di toglierseli dalla testa.
Non sa spiegarselo con precisione, ma stranamente quella mora lo incuriosisce, lo attira. Forse a causa di quella storia così simile alla sua che ha visto in quel color cioccolato. Forse per quella difesa che entrambi hanno subito posto per non soffrire oltre. Forse perché lo ha aiutato anche se non si conoscono.
Sospira e si passa una mano tra i capelli, cercando di riordinare le idee ed imponendosi di non pensare più di tanto a quella ragazza incontrata una notte per caso e che – Calum ne è assolutamente certo – non conterà mai niente nella sua vita. In fondo, sono sempre stati l’uno all’oscuro dell’altra; non si sono mai parlati; non si sono mai incontrati neppure per sbaglio, prima di quella sera. Quindi, perché adesso tutto dovrebbe essere diverso?
«Cal?» lo richiama il biondo, attirando la sua attenzione. «Non dirmi che stai davvero pensando a lei.»
«No, Luke, tranquillo.» si affretta a rispondere il moro.
L’altro sogghigna divertito. Perché Luke Hemmings e Calum Hood sono amici da quando erano nella culla e il più piccolo dei due – solo di sei mesi, tiene sempre a ricordare – conosce il moro meglio di se stesso e sa quando l’altro mente, proprio come in quel caso. Però Luke sa anche che quella situazione non ha niente di “normale”; sente che l’incontro e quello che è successo tra Calum e Letizia non è stato casuale; una cosa del genere non potrebbe mai esserlo. Perciò si limita a ridacchiare piano, mentre trova la conferma che quella ragazza ha finalmente premuto il bottone giusto per far riaccendere negli occhi scuri del suo migliore amico una flebile scintilla di vita che il biondo non vedeva da troppo tempo. Una scintilla di cui lui non vuole in alcun modo vedere la fine.
Intanto Calum aguzza lo sguardo e cerca quegli occhi color cioccolato in ogni dove. Ha bisogno di parlarle, di sapere che non si è inventato tutto e che quello che è successo il giorno prima non è solo frutto di un sogno in cui il moro ha sperato fin troppo. Ha bisogno di certezze, Hood. Certezze che, tuttavia, Letizia non sarà mai in grado di dargli – ne è sicuro. Ha bisogno solo di un modo diverso da quelli che usa per distrarsi, per stare meglio.
Perché, non sa spiegarsi come, durante le due notti precedenti ha finalmente dormito in pace, senza che gli incubi venissero a fargli visita, riducendogli per l’ennesima volta l’anima a brandelli per poi farlo svegliare madido di sudore, con gli occhi pieni di lacrime mai versate. Ha dormito a lungo, bene, come non succedeva da tanto, troppo tempo. Solo che non sa se interpretarlo come qualcosa di positivo oppure no. In fondo, dalla morsa del dolore e del passato non si scappa mai del tutto. Quindi che senso ha avuto il fatto che i ricordi gli abbiano dato un minimo di respiro? Probabilmente per lasciarlo un attimo libero prima di tornare ad infierire con più violenza, con più prepotenza su quelle ferite che mai troveranno la cura giusta per guarire completamente? Non lo sa e non vuole saperlo, neppure quando sarà il momento.
Perché è stanco, Calum. Stanco di tutta quella merda in cui si ritrova e dai cui non riesce più a togliere le gambe; neppure con l’aiuto di quelle poche persone che lo amano e che sono rimaste; neppure con quell’aiuto extra che ogni tanto si permette quando le cose iniziano a peggiorare, quando tutto inizia a scivolare in quel baratro tetro da cui niente e nessuno torna più.
Intanto, la ricerca di quegli occhi color cioccolato continua, in silenzio, con discrezione, quasi con il timore di essere colto in flagrante dalla diretta interessata, perdendo così l’occasione di poterle parlare ancora. Sa che avrebbe potuto benissimo andare da lei e battere un colpo alla finestra vicina alla sua. Ciò che lo ha bloccato – e che sta continuando a farlo un po’ anche adesso – è la paura di non saper cosa fare, di non saper come affrontare quella novità che gli è piombata davanti all’improvviso, donandogli qualcuno che magari potrebbe capirlo davvero e a cui potrebbe ancorarsi per non cadere, forse.
Cerca quegli occhi, anche se un perché vero e proprio alla fine non c’è. O almeno, così crede lui, che non si conosce così bene quanto crede.
Poi è un attimo e la vede vicino agli armadietti, con addosso quegli occhiali neri che sembrano voler tener lontano dal resto del mondo quello sguardo sincero e pieno di un qualcosa che Calum proprio non riesce a spiegarsi. E il cuore fa un balzo impressionante nel petto, che il moro nota subito, ma a cui decide di non prestare alcuna attenzione, mentre si avvicina alla mora, i cui occhi gli hanno mostrato un mondo nuovo, bellissimo; un mondo in cui vorrebbe tanto rifugiarsi per non dover più cercare di sopravvivere a fatica giorno dopo giorno.
 
«Ciao.»
A quel saluto inaspettato, Letizia sente il cuore stringersi su se stesso per la sorpresa, mentre un brivido le percorre la schiena e la incita a voltarsi verso la persona che ha appena parlato.
E quando si ritrova davanti quel color caffè che non riesce a togliersi dalla testa, vorrebbe non averlo fatto. Perché subito sente la terra sgretolarsi sotto i suoi piedi; sente il cuore battere a fatica, colpito dalle lame del dolore che non vogliono lasciarla andare; sente il corpo scosso da brividi impercettibili; sente l’anima venir schiacciata da tutte quelle emozioni che non riesce più a controllare. Sente il bisogno di quei muri che adesso non ci sono più.
Calum la osserva a lungo, senza riuscire a capire che cosa le stia succedendo, senza riuscire a capire perché quegli occhi color cioccolato siano così spaventati, così bisognosi di difendersi da un qualcosa che a lui resta sconosciuto, indefinito. E intanto si ritrova a pensare che tutto quello che sta accadendo non ha il benché minino senso; crede che sia tutto uno sbaglio e che le cose debbano finir lì, ancor prima di cominciare. Eppure… Sa di voler capire e, soprattutto, conoscere la storia nascosta dietro a quegli occhi schivi. Ma non sa se vuole davvero scoprirne le conseguenze. Perché ha paura di cadere di nuovo, ha paura di perdersi ancora una volta e di andare molto più a fondo di quanto già non sia. Però… Vuole sapere, e ancora non riesce a capire perché.
«Ciao.» risponde Letizia, a fatica; la voce bassa, insicura, mentre cerca di non osservare troppo a lungo quegli occhi che hanno la capacità di farla sentire nuda, senza difesa ogni volta che si posano su di lei. E la mora non ha la benché minima intenzione di sentirsi così vulnerabile; non vuole. Perché già percepisce i cocci del suo cuore andare in frantumi sempre più piccoli, fino a diventare polvere flebile, che vola via e che la lascia boccheggiante in quel baratro da cui non riesce a trovare l’uscita.
«Io…» inizia Calum, ma non sa cosa dire. Aveva così tante cose dentro la testa che doveva tirar fuori, che sentiva di dover farle sapere. Ma adesso che è lì, non sa più da che parte cominciare. Continua ad osservarla, a lungo, attentamente, ritrovandosi davanti i lineamenti di quel viso che già un po’ conosce, perdendosi in quello sguardo distante, schivo, impaurito, diffidente. Si perde, e non sa se davvero vuole ritrovare la via giusta. Perché, diamine, quegli occhi hanno qualcosa dentro, che lo attira in un modo che il ragazzo non aveva mai sperimentato prima.
E intanto, le uniche parole giuste per quella situazione gli arrivano sulle labbra, mentre i ricordi del giorno precedente si fanno più vivi che mai nella mente di entrambi, senza lasciar loro scampo da quel disegno di cui non riescono a capire neppure i contorni, quel disegno che non riescono a delineare.
«Volevo ringraziarti di nuovo… Per ieri.» le fa sapere il moro, sincero, ripetendo quella frase che mai si stancherà di dirle. Perché Letizia non lo sa, ma per Calum il suo aiuto significa molto più di quanto lei possa anche solo immaginare; e non ci saranno mai abbastanza parole per farglielo capire, per farle sapere quanto lui le sia grato.
La ragazza lo osserva ancora una volta, a lungo, cercando in quel caffè la risposta a quella domanda che sente premere dentro al petto ma che non vuole far uscire, a cui non vuole far prendere corpo, perché non sa quanto dannosa potrebbe rivelarsi. Solo… Vorrebbe tanto sapere perché un ragazzo come lui – all’apparenza con una vita davvero niente male – stia soffrendo in quel modo che lei forse capisce molto più di quanto voglia ammettere.
«Figurati.» gli dice di nuovo, rincuorata dalla sua sincerità, mentre chiude l’armadietto. «L’ho fatto volentieri.»
Ed entrambi sanno che è la verità, anche se non comprendono come tutto ciò possa essere possibile.
Calum annuisce, e non riesce a nascondere la voglia di sottrarsi da quel cioccolato che lo sta guardando con insistenza da quelli che gli sembrano minuti senza fine. Si sente senza alcun difesa, con quello sguardo intenso fisso nel suo; sente come se quegli occhi volessero a tutti i costi entrargli dentro per potergli leggere l’anima, per poter conoscere la sua storia. Ma lui sa che non può permetterlo, sa che nessuno – oltre quelle poche persone che già sanno – deve entrarci. Perché non avrebbe la forza necessaria per rivivere tutti quei ricordi ancora una volta e, soprattutto, non crede che una sconosciuta come quella ragazza misteriosa abbia il diritto di scavargli così a fondo, quando lei è la prima a costruire muri su muri per impedirgli di conoscere anche solo un misero grammo di quello che ha dentro e che l’ha resa quella che è.
 
E mentre loro due sono così; persi in quella bolla che è il loro mondo, lontano da tutto e tutti, in cui nessuno riuscirebbe ad entrare neppure volendo, fatto di dolore, di parole non dette, di silenzi accumulati, di lacrime non fatte uscire, di ferite sul cuore e sull’anima; Luke si avvicina a Madison, lasciando che quei due se la sbrighino da soli.
«Neppure Letizia sta bene, vero?» chiede, cercando una conferma a cosa ha pensato vedendo la mora. Perché lei e Calum hanno lo stesso sguardo. Uno sguardo che il biondo conosce anche troppo bene.
L'altra annuisce lentamente, sospirando piano. «Siamo tutti sulla stessa barca.» commenta poi.
Il ragazzo si ritrova ad osservarla attentamente, sorpreso dal tono duro che la ragazza ha usato per esprimere quelle parole che pure per lui sono vere, anche se non lo vorrebbe.
«Sono Luke, piacere.» si presenta senza pensare, guidato da una forza che non conosce e che non riesce a controllare, porgendole la mano e sorridendole gentile quando gli occhi di lei incontrano i suoi.
«Madison, piacere mio.» risponde la ragazza, sorridendogli a sua volta.
E mentre l’azzurro degli occhi di lui si perde nel castano di quelli di lei, a nessuno dei due sfugge il brivido che li attraversa, non appena le loro mani si stringono forte. Perché non avevano mai visto nello sguardo delle persone attorno a loro un qualcosa che potesse accomunarli con qualcuno; almeno prima di quel giorno.





Letizia
Tesori miei, ciao! Com'è stato il rientro a scuola? Il mio non troppo traumatico, grazie al cielo, ahahah ;).
Allora allora allora, abbiamo le due coppie di amici e... L'INCONTRO DEI LUKIE *^* !!!!!!! Awww, i miei bambini, li amo!!! <3
Scusate se oggi le note sono cortissime, ma sono pienissima di cose da fare (strano -.-"). Risponderò alle vostre recensioni in giornata comunque, non preoccupatevi, non mi dimentico di voi ;).
A presto e grazie mille per tutto quanto! Un bacione, Letizia <3
   
 
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