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Autore: skinplease    09/01/2016    2 recensioni
Ci sono tanti piccoli e impercettibili attimi, tante piccole cose che non sono accadute, ma che avrebbero dovuto accadere. Racconti di caccia, di demoni e mostri, di amicizie fuori dal comune, di amore oltre ogni immaginazione.
Una raccolta di tutto ciò che avrei voluto vedere in Supernatural.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Lemon, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, PWP | Contesto: Più stagioni
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coppia: Dean/Alastair, no sex!
rating: rosso (soprattutto per scene violente, e sangue, parecchio sangue...)
Quando?: tra la stagione 3rd e la 4th, quando Dean è all'inferno... e ha iniziato a torturare le anime, dopo il trentesimo anno.
 
 
Grida, sangue, dolore, strazio, distruzione.
La  sola cosa che mancava, era la morte.
Quella... era già avvenuta. E rendeva tutto estremamente inutile, dal suo punto di vista.
Ma non contava, non più. Ora lui causava dolore, non lo subiva. Nelle sua viscere di anima, covavano odio e ferocia.
La sola cosa che ancora non sapeva controllare, erano le domande.
Porco mondo, quelle gli restavano, e da sciocco concreto qual era sempre stato, cercava risposte. Come in quel preciso istante.
Dean fissò l'anima che aveva di fronte, nemmeno un solo lineamento del viso era rimasto intatto, dopo dodici ore infernali sulla ruota che aveva il suo nome inciso nei raggi arrostiti. Sorrise appena, increspando il volto rovinato e reso nero dalla pece e dal fuoco. A meno di un soffio allo scoccare dell'orologio che segnava le dodici ore dell'inferno, l'anima sarebbe stata di nuovo tutta intera, e pronta per un altro martirio di nuove dodici ore, sulla ruota di qualche altro mostro come era lui adesso.
Avrebbe avuto memoria di ogni cosa, ma non avrebbe mai cambiato il corso del duo perpetuo destino.
L’ani tremò, Dean alzò il braccio e la colpì urlando.
Serrò i pugni sul ferro rovente e calò il fendente.
Dove prima del suo passaggio c'era la bocca dell'anima, si levò quel che sarebbe potuto apparire un grido, uno zampillo di sangue e uno sputare di denti, quando il ferro la trafisse proprio sul cuore.
Un cuore inerme, che non batteva più, ma che sanguinava, e che rendeva la tortura un vero supplizio.
L'anima vibrò di dolore sotto la violenza del colpo e il liquido pulsante colò, fino a toccare la mano di colui che un tempo era stato cacciatore.
Era il momento più atteso, e più temuto.
Dean osservò con apprensione il contatto, la sua mano che si bagnava e... ancora una volta, nulla.
Ansimò appena, strizzando scioccamente gli occhi, torturatore e aguzzino ormai di professione, emise un lunghissimo gemito strozzato dalla gola rovinata che ben presto divenne un urlo di pura ira infernale.
Dean urlò, ringhiando di furia cieca affondò di più, arrivando a mettere le mani dentro la carne irrisoria dell'anima, macchiandosi di rosso caldo e denso, e nemmeno stavolta gli arrivò quel che cercava, quel che bramava così disperatamente, quello di cui aveva bisogno, quello di cui...
"L'orologio ha suonato trenta secondi fa"
La voce dietro di lui lo fece sobbalzare e si sollevò dall'anima legata alla ruota, non si riconosceva più nemmeno se era maschio o femmina, solo carne straziata.
Dean si voltò coperto di sangue, fissò il Demone dagli occhi neri e dallo sguardo malignamente divertito dietro di lui. Vibrava ancora di rabbia, e Alastair lo sentì.
"Oh si!" esclamò allargando teatralmente le braccia e chiudendo gli occhi, respirando a pieni polmoni "Ira funesta dentro di te! un balsamo per il mio naso!"
Dean sentì rumore di catene, si girò e vide due arpie trascinare l'anima verso un'altra ruota. 
"non ho ancora finito, puttane!" urlò, ma le due creature demoniache non si fermarono e Dean sentì la mano di Alastair posarsi sulla sua spalla "Si, che hai finito"
"Alastair, non ho..." Dean si girò, ma trovò la mano del Demone che dalla spalla si era spostata sulla sua bocca, premendo forte per non farlo parlare.
"Si, invece!"
Dean non disse nulla, semplicemente inorridito da quel contatto così prolungato, così intimo con colui che attuti gli effetti, adesso era il suo creatore.
Leggeva la sua mente, Alastair; lo fissò nelle iridi arrossate, con un’aria quasi meditabonda.
"Stai ancora cercando qualcuno che abbia il sangue caldo, Dean?"
Maledetto verme, sapeva veramente tutto.
Dean si scostò e girò la testa, Alastair si fece più vicino e lo fissò con un sorriso appena accennato sul volto contorto dal dolore dell'inferno. Era un volto terrificante, il demone fece scorrere il pollice sullo zigomo del ragazzo caduto tra gli uncini per salvare suo fratello, e lo sentì tremare.
“Ti ho già spiegato, Dean... Niente domande, nient'altro risposte...” Sussurrò passando le dita sulla guancia del suo pupillo, la sua personale creazione “ti fanno apparire...”
Dean non seppe trattenersi, e finì la sua frase.
“...umano?”
Alastair si irrigidì. 
“Non deve accadere”
Non era una richiesta. Dean fece un passo indietro, sottraendosi al suo tocco. No, non andava bene, non...
“Vieni con me, Dean” Alastair parlò lentamente, gli occhi del cacciatore erano lucidi e quasi trasparenti “adesso torturerai dalla mia ruota, voglio vederti...”
“Cosa?” Dean trasalì “perché?”
“Cosa ti ho appena detto delle domande?”
Ad Alastair, l'eccitazione salì all'istante, vedere Il frutto della sua opera di dannazione, era sempre esaltante. Pensò che, nonostante tutto quel tempo, le torture, gli insulti e il male che dilagava lì dentro, Dean Winchester era ancora il suo lavoro meglio riuscito.
Dean socchiuse gli occhi e li girò sul demone "Che figlio di puttana..."
"Lo sai benissimo, che lo sono" Dean fece per scostarsi di più, ma Alastair gli prese il polso e lo trattenne a se "vieni con me"
La nausea travolse Dean, che lasciò cadere la lama insanguinata; non si sarebbe comunque opposto, era folle.
Alastair si allontanò, verso il buco di terra e pietre dove portava Dean ogni volta che gli veniva voglia, il suo luogo di torture dove poteva saggiare fin dove si spingeva la malvagità.
E mentre camminava dietro quel maledetto demone che lo avrebbe avuto in pugno per l'eternità, volse piano lo sguardo verso l'anima che stavano appendendo alla sua ruota due furie dai capelli di serpente, e che avrebbe straziato qualcun altro; era un grasso maschio bianco, che urlava e imprecava contro Dio, come se ce ne fosse bisogno.
Un uomo d'affari, stimò Dean, che si era venduto per qualche azione in borsa, probabilmente.
"Comunque sia... Ti va meglio che a me" disse piano, per poi voltarsi e seguire Alastair. Non aveva scelta, mai più l’avrebbe avuta.
Non c'era calore all'inferno, nemmeno nel sangue che cadeva. 
C'era solo dolore, e niente altro da sentire. La sua umanità sarebbe presto svanita.
 
  
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