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Autore: lukespj    09/01/2016    7 recensioni
Eppure, uno di loro, non riusciva ad essere completamente felice.
Ogni giorno, sentiva sempre di più la mancanza di una persona.
Era consapevole di essere stato lui ad allontanarla dal suo nuovo mondo per paura di perderla, finendo con il perderla davvero.
***
Prese un respiro profondo scendendo dalla macchina.
Era tremendamente felice di rivedere i suoi amici, anche se questa volta avrebbe rivisto anche lui.
Da quando erano partiti nel 2013, aveva iniziato ad evitarla per non si sa che motivo, e lei aveva finito per fare lo stesso.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Secret project (1)
 
 
“Oggi sembra non finire più” sbuffò Alex, passando il fascicolo da archiviare all’amica.
“Dai su, manca neanche mezz’ora e poi possiamo svignarcela” disse lei, alzandosi dalla sedia della scrivania e andando verso il piccolo armadio in cui dovevano posare i fascicoli temporaneamente.
Il ragazzo sospirò, poi si mise a compilare l’ultimo modulo della giornata sul server dell’ufficio, mentre la ragazza chiamava i vari clienti per fissare l’appuntamento per il giorno dopo.
Quando – finalmente- il loro turno finì, recuperarono le loro cose e salutarono Kelly, la loro capa, nonché la vera e propria segretaria.
Scesero velocemente la rampa di scale, dirigendosi poi verso le loro macchine, parcheggiate vicine nel parcheggio di fronte all’edificio bianco in cui lavoravano.
“Ci vediamo dopo al pub allora?” chiese Alex, aprendo la portiera del guidatore.
“Certo!” rispose la mora.
Il ragazzo annuì, per poi salutarla con un cenno e partire.
Si erano conosciuti pochi mesi prima, quando entrambi stavano cercando un lavoro che non li tenesse occupati troppo e che li pagasse abbastanza per quello che si erano prefissati.
Alex, occhi marroni e capelli neri, di un anno più grande di lei, con la battuta sempre pronta – anche se a volte risultavano un po’ squallide, per dirla come diceva il suo migliore amico, Genn - aveva smesso di studiare dopo aver preso il diploma per dedicarsi alla musica con Genn, si era cercato un lavoro per poter mantenere le varie spese che la vita musicale chiedeva.
Giulia, invece, aveva cercato un lavoro per poter aiutare un po’ i genitori con le spese di casa, dato che aveva scelto di frequentare l’università telematica e aveva dei costi molto alti.
Così, si erano ritrovati entrambi a lavorare come aiuto segretari tutti i pomeriggi in un ufficio legale, nonostante nessuno dei due non sapesse nulla di legge. Il che non era un problema, dato che quel tipo di lavoro richiedeva solamente la conoscenza base dell’informatica e il sapere organizzare i vari materiali così come i loro superiori gli dicevano. L’unica pecca, se così si può dire, era che dovevano vestirsi il più elegantemente possibile. Il che implicava giacca e camicia per Alex – anche cravatta, ma se ne dimenticava sempre -  e tailleur per Giulia.
Ma a loro andava bene così. Infondo avevano costruito una solida amicizia, che si era rafforzata ancora di più quando avevano deciso di uscire insieme, Alex portando Genn e Giulia portando Ellie, la sua migliore amica da una vita, formando così un gruppettino inseparabile. Talmente tanto che Alex ed Ellie si erano messi insieme nel mentre.
 
 
 
 
Appena arrivò a casa, sistemò la macchina nel garage, per poi entrare e togliersi immediatamente i tacchi neri.
Ma, proprio quando stava per salire per darsi una rinfrescata e cambiarsi per uscire, notò tre ragazzi seduti sul divano viola in soggiorno.
“Che eleganza signorina” disse il rosso, alzandosi dalla sua comoda postazione.
“Che ci fate in casa mia voi tre?” disse di rimando lei.
“Volevamo passare un po’ di tempo con te prima che Luke arrivi, pulce” disse Calum.
Annuì, iniziando a salire le scale.
“Datemi il tempo di sistemarmi e arrivo” urlò, per poi chiudersi in camera.
Si sedette sul letto, lasciandosi cadere all’indietro respirando pesantemente. Quando Cal la mattina le aveva detto che lui e i ragazzi si sarebbero trovati, non aveva capito che lo avrebbero fatto da lui. Solo che questo implicava la possibilità di imbattersi nel biondo, e lei non sapeva davvero se sperare di vederlo o no. Chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie, cercando di convincersi che in ogni caso sarebbe andata bene.
Dopo qualche minuto, si alzò e andò verso l’armadio per scegliere cosa mettere per uscire con i suoi amici. Optò per qualcosa di comodo, quindi prese i suoi skinny jeans chiari un po’ strappati, una canotta bianca, il suo adorato maglione rosa da metterci sopra e, senza alcun dubbio, le converse.
Prese tutto e si diresse in bagno, dove si prese tutto il tempo per farsi una doccia rilassante.
 
 

“Allora siamo tutti d’accordo?” chiese Cal, lasciandosi cadere su una delle due poltrone che stavano vicino al divano dei Jonas.
“Sì, sperando che non finiscano per scannarsi..” disse Ash, che forse tra i tre era quello un po’ più scettico.
“Dobbiamo correre il rischio, tutto questo sta andando avanti da troppo tempo” sottolineò il moro.
“Sta arrivando, tutti zitti” sussurrò Michael, correndo verso il divano e lanciandosi sopra, non appena sentirono dei passi sulle scale.
I ragazzi si guardarono, cercando ognuno il consenso dell’altro per quel pericoloso piano che avevano architettato.
“Su cosa dovete essere d’accordo?” chiese Giulia, sedendosi sul bracciolo del divano.
“Uh, emmh.. Nulla di importante” disse il riccio.
“Sputate il rospo, ora” disse Giulia, guardando uno a uno i ragazzi.
“Giuls, davvero non è niente.. Stavamo parlando di una cosa per il tour” disse Calum, cercando di essere il più convincente possibile.
Non che non volessero dirglielo, insomma doveva saperlo per forza, ma preferivano parlarne prima con Luke. E non sarebbe stato  per niente semplice.
“Giuro che se non parlate-”
Venne interrotta dal suono del suo telefono che la avvisava dell’arrivo di un nuovo messaggio.
 
Parto ora, dieci minuti e arrivo
 
Lesse il messaggio da parte di Genn e si alzò, avvicinandosi alla porta e prendendo la borsa, dove mise il telefono.
“Okay, siete stati salvati in extremis, portate i vostri culi fuori di qui e guai a voi se scopro che state architettando qualcosa che implica me e Hemmings insieme.. Intesi?” disse, aprendo la porta.
Michael e Ashton scattarono in piedi e uscirono di corsa, andando al sicuro nella casa di Calum.
“Divertiti e fai la brava” disse il moro, raggiungendo l’amica e lasciandole un bacio sulla guancia.
“Anche voi” sorrise lei, guardando l’amico sparire dietro la porta di casa sua.
Chiuse a chiave la porta, per poi uscire dal cancelletto e aspettare Genn.
Ma, proprio mentre si girò per vedere se stava arrivando, i suoi occhi finirono in due pozze azzurre. Abbassò immediatamente lo sguardo, fissando le sue scarpe che avrebbero dovuto essere bianche ma che ormai erano quasi grigie.
“Giuls”
Al suono di quella voce, alzò lo sguardo sorpresa.
E anche Luke lo era. Non sapeva nemmeno perché l’aveva chiamata, forse perché voleva rivedere i suoi occhi, o forse semplicemente perché doveva fare qualcosa.
Le si avvicinò lentamente e, senza interrompere il contatto visivo, le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Entrambi sentirono una strana scossa, dopotutto quello era il primo tipo di contatto che avevano dopo anni. E fu proprio in quel momento che si resero conto che avevano così tante cose da dirsi, eppure nessuno dei due provò ad iniziare un discorso. 
Rimasero a guardarsi finche non sentirono una macchina accostare.
“Giuls, sei pronta?”
Si voltarono entrambi, allontanandosi di qualche passo. E a Luke cadde il mondo addosso. Il proprietario della voce era un ragazzo poco più basso di lui, aveva i capelli di un biondo cenere e gli occhi azzurro ghiaccio, completamente diverso dal suo. Non riusciva a vedere com’era visto, apparte la maglia nera che intravedeva, dato che era appoggiato alla portiera della macchina dalla parte opposta rispetto a lui.
Giulia guardò un’ultima volta Luke, che non ricambiò lo sguardo dato che era troppo impegnato a costruire cose che non c’erano, senza staccare gli occhi di dosso al ragazzo, per poi salire in macchina.
Il biondo tirò un calcio alla staccionata che contornava le villette, per poi entrare in casa Hood, sbattendo la porta. I tre ragazzi lo guardarono ma preferirono non fare domande.
 
 


In macchina l’unico suono che si sentiva era la musica della radio.
“Pensavo avesse un po’ più di pancia da come si vede su internet” disse Genn, strappando un sorriso all’amica.
“Io credevo che tu fossi un maniaco la prima volta che ci siamo visti, direi che la prima impressione è sempre, o quasi, sbagliata” rispose lei, guadagnandosi una linguaccia.
Appena arrivarono al pub, il ragazzo parcheggiò la macchina nell’ultimo posto libero, poi lui e la mora entrarono, essendo sicuri di trovare al loro solito tavolo Alex ed Ellie – e infatti, li trovarono già lì intenti a pomiciare.
“Ah, ti prego, falli smettere” disse Genn.
“Ti troverò una ragazza, Butch” gli sorrise la mora, battendogli una la mano sulla spalla.
Si sedettero al tavolo, schiarendosi entrambi la voce.
“Oh, ciao ragazzi” li salutò Ellie, arrossendo un po’.
“Che le hai fatto, Genn? Sembra totalmente sconvolta sconvolta!” disse Alex.
“Che c’entro io? Ha semplicemente avuto un incontro ravvicinato con il suo ex” disse il ragazzo, scuotendo le palle.
“Cosa? Di nuovo? Che è successo? Ti ha detto qualcosa? E’ stato ancora stron-”
“Ellie ti prego!” la interruppe Giulia. “Ci siamo semplicemente guardati e basta. Chiuso l’argomento Hemmings”
“Ma io.. Okay” sospirò la bionda, quando l’amica la guardò male.
“Abbiamo già ordinato noi, Ashley dovrebbe portarci il tutto a momenti” disse Alex, cambiando completamente argomento.
 
 
 
 
 
“Ragazzi, non so voi, ma io stasera ho proprio voglia di farmi un bagno!” urlò Ellie, togliendosi le scarpe e iniziando a correre verso il mare.
Come ogni volta che uscivano, dopo essere stati al pub andavano sulla spiaggia, dove spesso passavano tutta la notte a parlare, per poi finire tutti a casa di uno di loro e continuare a divertirsi lì.
Quando fu sul bagnasciuga, iniziò a levarsi i vestiti.
“Vi prego, ditemi che non lo sta facendo sul serio!” esclamò Alex, correndo verso la sua ragazza, facendo così scoppiare a ridere i due ragazzi che erano rimasti seduti sul muretto che separava il parcheggio dalla sabbia.
Genn prese una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca, passandone una alla ragazza, che aveva preso il vizio del fumo da quando Alex li aveva presentati. Ancora nessuno dei due sapeva come erano finiti a parlare dei loro casini in amore, ma fu proprio mentre ne stavano parlando che lui fece provare la ragazza, e da lì non aveva più smesso.
Rimasero per un po’ in silenzio, aspirando il fumo e guardando i loro amici, che avevano finito per fare entrambi il bagno.
“Lo ami ancora, vero?” chiese Genn, facendo uscire il fumo dalla bocca.
Giulia si prese il tempo per finire la sigaretta, poi spense la cicca e andò a buttarla. Si risedette vicino al biondo e rimase a fissare l’orizzonte per un po’ troppo, dato che si risvegliò da suo stato di trance quando Alex ed Ellie tornarono verso di loro, bagnati fradici.
“Dovrei avere qualcosa per asciugarci in macchina” disse Alex, trascinando la sua ragazza, che non smetteva di ridere, verso la macchina.
Genn e Giulia si alzarono dal muretto dirigendosi verso i loro amici, ma prima di avvicinarsi, la ragazza afferrò il polso dell’amico, che si girò a guardarla interrogativo.
“Sì” disse semplicemente la mora.
Il ragazzo capì perfettamente a cosa si riferiva, così le strinse la mano, come a dirgli che poteva contare su di lui, per poi raggiungere i loro amici.
 
 
 
 
 
La casa degli Hood era un vero e proprio macello, come ogni volta che i ragazzi si trovavano lì. Mobili spostati, carte per terra, cibo sparso per la cucina e bevande rovesciate. Tutto molto nella normalità.  
Ma, ad un cenno del rosso, Ashton si mise in piedi su una sedia ed urlò un “ E’ il momento delle cose serie!”, richiamando così l’ordine.
Si sedettero tutti e quattro intorno al tavolo, e Michael, Ashton e Calum continuavano a guardarsi.
“Che mi dovete dire?” chiese il biondo, che aveva capito subito che stava per essere sganciata una bomba.
Dato che nessuno riusciva a parlare per paura della reazione dell’amico, Calum prese un respiro profondo e inziò a dire tutto senza nemmeno respirare.
Di rimando, Luke si alzò e uscì velocemente, sbattendo a porta così come aveva fatto quando era arrivato.
“Non è andata poi così male” commentò il rosso, guadagnandosi un’occhiataccia dagli altri due.
“Quando lo diremo a Giulia ci stacca le palle” sospirò il riccio.
“Niente panico, okay? Andrà bene e tra qualche mese ci rideremo su” disse Calum, cercando di convincere più se stesso che i suoi amici.
“Glielo diciamo domani mattina?” chiese Michael.
Il moro annuì, poi iniziò a sistemare tutto quel casino per cercare di non pensare al peggio.
 
 
 
 
 
 
 
*spazio autrice*
 
Hello people!
Eccomi qui con il nuovo capitolo!
Allora, che ne pensate? Sono comparsi dei nuovi personaggi, come già avevo anticipato, e sono curiosa di sapere che ruolo pensate avranno nella storia.
Ma cosa ancora più importante, cosa credete che hanno pianificato Calum, Michael e Ashton?
Vi chiedo di dirmi se notate errori di qualsiasi tipo, sto lottando con l’insonnia da un po’ ormai e potrei sbagliare anche a scrivere il mio nome *sinasconde*
 
Un bacione e alla prossima,
Giuls xx
   
 
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