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Autore: _valy    09/01/2016    3 recensioni
Regina Mills lavora da anni nella casa di produzione di famiglia, alle dirette dipendenze della madre Cora. Il che va bene, finché si tratta di ideare e sviluppare nuovi programmi sul sempre attuale format di una sfida all'ultimo piatto in cucina. Purtroppo, va un po' meno bene quando si tratta di un reality show sul trovare l'anima gemella e vivere il lieto fine dei propri sogni.
Quindi, davvero - alla fine é tutta colpa di Cora e delle sue stupide idee. E forse é anche (un po') colpa di Emma Swan e delle sue stupide idee, ma di sicuro nessuno può incolpare lei.
Genere: Comico, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Cora, Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Felici e Contenti, VI
 
 
 
 
 
 
Note:
 
  1. Ho scritto e postato di corsa, quindi vi prego di perdonare i probabili numerosi errori.
  2. A breve con l’inizio vero e proprio della fase di registrazione del reality. Come sempre, spero che vi piaccia.
 
 
 
 
 
 
VI, o Regina Mills è una professionista
 
 
 
È giovedì pomeriggio e Regina non vede l’ora di salvare e poi inviare tutti i documenti su cui ha lavorato negli ultimi giorni, chiudere il PC, uscire dall’ufficio (possibilmente evitando un incontro con sua madre in ascensore) e tornare a casa a cucinare qualche piatto esotico con Henry. (Il suo ometto si è decisamente ripreso dalla febbre che l’ha colpito lunedì e martedì e ha sviluppato l’appetito di un giocatore di football del secondo anno di college.)
 
Lancia un’occhiata all’orologio appeso al muro (le 17/37), prima di salvare le modifiche agli ultimi documenti contenenti i contratti dei singoli concorrenti.
Domani mattina - tra le 9 e le 11, secondo la tabella di marcia settimanale decisa già lunedì, dopo la riunione - le sue due segretarie contatteranno i vari concorrenti e i loro agenti e fisseranno gli appuntamenti per la consegna dei singoli contratti da firmare, tutti ad orari diversi, ma tutti tra il martedì e il venerdì della settimana successiva.
(Stanno rispettando il calendario stabilito ormai un mese prima, ma è sempre meglio non trovarsi con l’acqua alla gola. Per esperienza personale Regina sa che gli inconvenienti sono dietro l’angolo.)
Un leggero formicolio dietro la nuca le ricorda che ogni giorno che passa segna l’avvicinarsi del suo prossimo incontro con la biondina insolente - Emma Swan - e Regina non può che sperare (non per la prima, né per la terza o quarta volta) che qualunque giorno il loro incontro venga fissato sia uno di quei rari giorni primaverili in cui il clima è gelido e il vento soffia forte ed Emma Swan sia così costretta ad indossare qualcosa di più sostanzioso e coprente di una canotta bianca e un paio di jeans che le sembrano incollati addosso.
 
Torna a casa con troppi pensieri per la testa e un mal di testa che fa capolino fino a nascere e poi scoppiare, e nemmeno la zuppa di porri che si concede per cena è in grado di alleviarlo. La situazione non fa che peggiorare quando in cerca di una distrazione che non arriva accende la TV, con sonoro al minimo, e dopo dieci minuti di repliche di ‘The Bachelor. Seconda stagione’ la faccia di Cora è in TV e tutto ciò che esce dalla sua bocca sono bugie e scuse e falsi complimenti.
 
“Questo è stato definito il possibile punto di non ritorno per la vostra compagnia di produzione e per i rapporti che intrattenete con CanalZone. Dopo il non soddisfacente “Date Fiasco” e le accuse che vi sono state mosse, già a partire dalle ultime stagioni di The Bachelor, di velata misoginia e di non così velato razzismo, potrà questo nuovo reality cambiare davvero l’opinione che una fetta consistente degli spettatori si è fatta sulle vostre produzioni?”
Cora sorride, prima di tossicchiare e dare inizio al suo panegirico.
“Come sempre, hai sollevato delle questioni interessanti. Se me lo permetti, ti risponderò punto per punto, perché sono tutti aspetti su cui vorrei fosse fatta chiarezza.”
Cora si interrompe, finché un cenno del giornalista non le lascia intendere che lui ha capito perfettamente che non uscirà vivo da questa conversazione.
“Innanzitutto, ‘Date Fiasco’. Ne abbiamo già parlato, se non ricordo mai addirittura due volte solo con voi. I risultati sono stati leggermente al di sotto delle nostre aspettative, ma questo solamente sul mercato nord-americano. Gli ascolti in Sud America e in Inghilterra e Australia sono stati ottimi. Abbiamo incontrato delle difficoltà qui, sono disposta ad ammetterlo, ma siamo stati disgustosamente e illegalmente osteggiati, con campagne diffamatorie che hanno minato il programma già prima della messa in onda.
Per quanto riguarda invece le accuse che hai menzionato, sono idiozie che non ho intenzione di prendere sul serio. Durante tutte le stagioni di ‘The Bachelor’ che abbiamo prodotto, abbiamo sempre cercato di trattare con rispetto e dignità ogni nostra concorrente. Nessuna preferenza è mai stata fatta, nessuna pressione affinché qualcuno lasciasse lo show o vi restasse - tutto è sempre stato nelle mani dei nostri concorrenti. Loro hanno scritto il proprio destino, hanno -”
“Siete stati accusati, e più volte, di aver manipolato e modificato l’effettivo svolgimento dei fatti per incrementare gli ascolti. Siete stati anche accusati di aver spinto alcune ragazze a spogliarsi in momenti strategici, a offrirsi sessualmente allo scapolo.”
“Per la carità, queste non sono che invenzioni di alcune concorrenti insoddisfatte, alla perpetua ricerca di un briciolo di fama che non sanno trovare se non infangando il buon nome e la reputazione della nostra casa di produzione.”
“Eppure non sono state poche le concorrenti che hanno sostenuto che questo fosse il vostro modus operandi...”
 
 
(E Regina riderebbe della terribile figura che sua madre ha appena fatto - gioirebbe del fatto che Cora è stata quasi smascherata, rivelata per l’impostore che è, se il suo telefono non stesse vibrando di mail indignate e furiose e se non fosse sicura che domani toccherà a lei cercare di risolvere la situazione e affrontare l’ira di Cora. E se non avesse un mutuo e progetti per la pensione e un fondo per il college , per Henry che dipendono sullo stipendio che la Mills’ Production le paga ogni mese.)
 
 
(Il giorno dopo Cora è furiosa, come previsto. Ma la sua ira è diretta soprattutto a “Quegli incompetenti delle Relazioni Pubbliche, sono pagati per controllare i giornalisti e le loro domande prima di fissare un’intervista. Non posso essere onnipresente” e Regina è troppo la figlia di sua madre per non essere almeno in parte d’accordo con lei.)
 
 
 
 
 
 
 
La terribile intervista di Cora ha come conseguenza cinque ore di lavoro perso nel tentativo di rimediare, in ogni modo possibile, ai problemi da questa causati - e Regina scopre che deve passare il sabato mattina in ufficio.
“Madre, ne abbiamo già discusso. Ho un figlio, e questo significa che non ho un orario flessibile a tuo piacimento e -”
“Sì, ne abbiamo già discusso. È necessario che quelle ore vengano recuperate entro lunedì, se non vogliamo rischiare di accumulare ritardo sul calendario già alla prima settimana. Ti ho posta in questa posizione, ti ho dato potere decisionale e autorità sul resto dello staff - e tutto questo come segno della considerazione che ho di te.”
Cora tace, fissandola negli occhi con aria di sfida, e Regina non può fare altro che cedere e concederle un “Lo so. Farò quello che ti aspetti da me,” perché è una donna matura, una madre -per l’amor di Dio- ma ancora non può sopportare di leggere la delusione negli occhi di sua madre.
 
 
(Si lamenta con Marian la sera stessa, le guance rosse e il respiro accelerato e le sue parole frenetiche, finché Marian non la abbraccia e non le ricorda che”Va tutto bene, ci penso io ad Henry. Sono certa che sarà più che felice di trascorrere la giornata con Roland. E gli lascerò mangiare un cupcake con cioccolato fondente per dessert,” e Regina è così sollevata e felice e incredula di fronte alla gratuità di ogni piccolo gesto di Marian che per un attimo appoggia la testa sulla spalla della sua amica e si lascia abbracciare, assaporando il calore e la pace che Marian riesce a trasmetterle.
Ma Regina è Regina, anche nei suoi momenti di debolezza, e l’abbraccio non dura che un paio di secondi.
E Marian è Marian, quindi inarca un sopracciglio quando Regina si allontana e si siede compostamente sul divano - e dopo dieci secondi di silenzio, sorseggiando un calice di sidro inizia “Allora, questa Emma Swan.”
E la tira avanti per una mezz’ora, come se ci fosse qualcosa di importante da sapere oltre ad un “è una bionda insopportabile con un bel sedere.”
Dio, a volte Regina la odia. Marian, ovviamente.)
 
 
 
 
 
 
Il giorno dopo - pochi minuti dopo le 10, quando la sua segretaria personale ha concluso le chiamate del primo gruppo di partecipanti ed entra nel suo ufficio per informarla degli appuntamenti per la settimana seguente, Regina scopre che il suo prossimo incontro con suddetta Emma Swan avrà luogo il prossimo giovedì, ore 15/15.
Ed è una buona amica, perché prima ancora di segnare l’appuntamento sulla sua agenda scrive un messaggio a Marian per posticipare il loro incontro serale settimanale da mercoledì a giovedì sera, cosicché “Sul tuo attuale oggetto di curiosità maniacale io ti possa fornire qualche dettaglio in più di un semplice ‘bionda, bel sedere ma pessimi stivali’.”
 
Venti minuti più tardi Marian le risponde con un “Porto il vino, perché so che due ore di gossip non sono una cosa che puoi fare sobria. Ps, Henry e Roland hanno scoperto i Digimon. Ho paura.”
(Le restanti ore di lavoro trascorrono inutili e lenti, una lista di incontri che occupano la settimana seguente come unica prova del fatto che è entrata in ufficio quella mattina.)
 
 
 
Henry ha effettivamente scoperto i Digimon, ma grazie a Dio è sempre stato abbastanza ligio a rispettare gli orari e i limiti alle ore che può trascorrere di fronte a uno schermo acceso - quindi non fa storie quando alle 21 Regina lo manda a letto con un bacio sulla guancia e la promessa di non restare sveglio troppo a lungo tentando di finire di leggere, da solo (il suo piccolo ometto) qualunque libro di Harry Potter sia la sua ossessione questa settimana. Henry annuisce, rispondendole però che non può farle quella promessa perché è arrivato al punto in cui Hermione è stata trasformata in pietra e deve assolutamente scoprire che cosa ci faceva in biblioteca e -
E Regina sospira e non può fare a meno di concedergli di stare un’altra mezz’ora seduto sul divano con lei - perché “Non sei più un bambino, ometto.”
E forse è perché sta leggendo l’ultimo capitolo di ‘Ladra’ ed è pressoché certa che Susan troverà Maud e vivranno insieme felici e contenti (Dio, lavorare al reality la sta rendendo disgustosamente romantica) - o perché un Henry ossessionato con Harry Potter è molto, molto più affettuoso e coccolone di un Henry ossessionato con un libro di favole che a quanto pare sosteneva che lei fosse la regina cattiva di Biancaneve (i peggiori due mesi della vita di Regina), ma ora come ora fatica a pensare che si possa trascorrere una serata migliore di questa.
 
 
 
 
 
 
Quando le 15/15 di giovedì 14 maggio arrivano, Regina si è già assicurata la firma di tredici concorrenti - e la sua mente sta già progettando coppie, scene isolate, incontri con sfondi musicali, interviste esagerate e tagliate al momento giusto. Tutto prenderà una forma definitiva la settimana seguente, quando avranno il ‘sì’ di ogni concorrenti nero su bianco su un pezzo di carta e sua madre inizierà a chiamarla almeno tre volte al giorno e a riempirla di mail perché “Mi raccomando cara, voglio una scaletta il più dettagliata possibile di quello che prevedi possa succedere. Forma le coppie in modo che qualcuno esploda, che qualcuno si innamori davvero - e soprattutto, voglio un fino lavoro psicologico: abbiamo gli occhi di mezza America addosso, dopo quello scempio di ‘Date Fiasco’ e dopo le rivelazioni su ‘The Bachelor’, non possiamo permetterci un passo falso. Voglio che tu muova i tuoi fili restando nell’ombra. I momento più importante dopo la fase della scelta dei concorrenti è la formazione dei gruppi - è un onore che io abbia delegato questo compito a te.”
 
La voce di Cora le rimbomba nelle orecchie, finché tutto quello su cui riesce a concentrarsi è il disgusto che prova per se stessa al solo pensiero di dover manipolare e complottare e rovinare per portare a casa uno stipendio.
Dio, odia il suo lavoro.
Odia Cora e la sua ipocrisia e la sua mania del controllo che l’ha spinta ad affidare a lei la gestione di questo show. Questo inutile e disgustoso reality che non sta portando nulla di buono alle sue giornate, se non ore e ore di lavoro e di stress e di sensi di colpa.
 
E poi le 15/15 diventano le 15/16 e la porta del suo ufficio si apre dopo un leggero “Permesso?” e la sua segretaria entra e si avvicina alla scrivania per posarci sopra una pila di documenti. Due copie di uno stesso contratto.
 
E poi il corpo e il volto e la voce di Emma Swan fanno capolino dietro Melissa e - cazzo, forse il suo lavoro le sta portando qualcosa di buono, fosse anche solo una scollatura e un sedere niente male.
 
“Prego signorina Swan, si accomodi,” la sua voce non tradisce la leggera (leggera, sì) eccitazione che vibra lungo la sua schiena fino a concentrarsi in basso, sempre più in basso, finché –
 
“Agli ordini, signorina Mills,” risponde Emma Swan e il suo basso ventre praticamente va a fuoco.
(Ha una strana ossessione per l’utilizzo di espressioni e titoli formali durante le pratiche sessuali, quindi la voce roca di Emma Swan, più la scelta della forma di cortesia, più la totale sottomissione di questa nei suoi confronti è la ricetta perfetta per dimenticare anni e anni di moralità e codici deontologici -se simili come sono mai esistite nella professione che si è scelta e alla dipendenze di Cora Mills, per giunta- e iniziare a fantasticare in quell’angolo remoto della sua mente che mai prenderà il sopravvento - perché fantasticare su Emma Swan è imbarazzante, fantasticare su una donna che sta per firmare un contratto con la casa di produzione da lei rappresentata è moralmente criticabile, trasformare queste fantasie sessuali in realtà è semplicemente sbagliato.
E anche imbarazzante, oltre che probabilmente impossibile, data tutta la faccenda ‘Emma-Swan-partecipa-a-un-reality-show-che-ha-eterosessualità-come-suo-secondo-nome’.
Non che questo importi, perché la sua attrazione è leggera e insignificante e sicuramente passeggera e dovuta alle troppe suggestioni da parte di Marian - quindi è inutile che lei perda tempo a riflettere su quanto sarebbe sbagliato metter mano alla sua fantasia, perché - oh mio Dio, una colata di umori la investe al solo pensiero di ‘metter mano’ su Emma Swan - e deve smetterla.
É una professionista - il meglio che la Mills’ Production ha da offrire, non un ragazzo brufoloso che sperimenta le sue prime tette.)
 
 
Regina piega la testa e risponde ad Emma Swan con un mezzo sorriso di pura cortesia, e di certo non fissa la sua scollatura mentre la ragazza si siede di fronte a lei (lo giura - non lo fa. Non per più di un secondo, comunque).
“Bene, immagino che lei sappia perché è stata convocata qui oggi,” esordisce Regina quando Emma si è sistemata sulla sedia e ha appoggiato i gomiti sulla sua scrivania come l’idiota maleducata che è.
Le rivolge una delle sue occhiate, con tanto di cipiglio e sopracciglio alzato, ma a quanto pare il QI di Emma Swan non è migliorato nelle ultime settimane - quindi il messaggio di rimprovero e di minaccia non viene recepito.
(Oppure Emma Swan lo sta semplicemente ignorando. O forse il suo sguardo non è così minaccioso quando è diretto al seno e non agli occhi di una persona. No, è decisamente colpa di Emma Swan.)
 
“Beh.. la tua segretaria, quella che mi ha chiamato sabato mattina - e tra l’altro, non ci posso credere che chiamate la gente alle 9 di sabato mattina! Vi dovrebbero denunciare, cavolo. Ero a letto e ho sentito il telefono suonare e per un attimo ho pensato che fosse mia madre.. -”
 
“Questo suo discorso ha forse una qualche attinenza con la domanda che le ho posto?” Per la miseria, la ragazza è insopportabile.
 
“No, certo.. Ho la tendenza a divagare in modo imbarazzante quando sono nervosa - e a dire le cose più assurde e.. Lo sto facendo di nuovo, sì. Quindi, ok - in breve, so perché sono qui.”
 
“Oh, finalmente,” Regina non può trattenersi dal puntualizzare. “Se ha capito perché è qui oggi, la nostra riunione procederà più velocemente. In sintesi, le consegnerò il contratto che abbiamo delineato per lei - e poi le esporrò i punti più salienti, quelli che potrebbe trovare di più difficile comprensione qualora dovesse leggerlo da sola. Dopo di che le fisserò una data di consegna, un termine massimo entro il quale dovrà consegnarci il contratto firmato, o di persona o via mail, è davvero indifferente. Tutto chiaro?”
E mentre lo chiede le fa segno di prendere in mano una delle due copie del contratto etichettato ‘Emma Swan’, in modo che lei possa utilizzare la seconda copia per evidenziare i punti più importanti (non che abbia bisogno di una copia, perché ha lavorato come un’ossessa per preparare i contratti - e li saprebbe citare a memoria, davanti a migliaia di persone, durante l’intervallo del Super Bowl. Con Madonna e Katy Perry e Janet Jackson senza reggiseno davanti a lei.)
 
“Chiaro. Non sono un’idiota - o una bambina di cinque anni,” e - davvero, Emma Swan potrebbe anche essere credibile se non lo dicesse mettendo il broncio e abbassando la testa e addirittura chiudendosi tra le spalle. Non può pensare che una mossa simile la aiuti a essere presa sul serio - e se lo pensa, beh - allora è veramente l’idiota che sostiene di non essere.
 
“Non ho mai pensato che lei lo fosse, signorina Swan. O, beh - almeno non detto, o quantomeno non una delle due.” Regina le sorride con falsa gentilezza ed empatia - poi, gesticolando con una mano, continua. “Ora, se mi facesse la cortesia di adattare la sua attività mentale alla sua età fisica, potremmo cominciare a discutere di argomenti seri. Mi creda, non ho nessuna voglia di trascorrere qui più tempo di quanto non sia strettamente necessario - e suppongo che lo stesso valga per lei. Quindi, apra il contratto a pagina tre...”
 
E Regina sarà anche certa di aver sentito Emma Swan borbottare “Stronza comandona” mentre lei parlava, ma decide di lasciar correre perché, se deve essere sincera, è stata etichettata così talmente tante volte che ormai lo considera un complimento.
 
Tre quarti d’ora più tardi Emma Swan esce dal suo ufficio con un contratto in una cartellina e una decisa stretta di mano - e la promessa che “Sei un po’ una stronza quando ti metti, e mi hai già insultata talmente tante volte che sto cominciando a chiedermi se non ho una qualche vena masochista o cosa, ma firmerò il contratto. Anche se non so a che cosa vado incontro” e Regina trattiene un sorriso finché Emma non si gira e non si incammina lungo il corridoio e - wow, quel sedere.
 
Sarà anche la concorrente più disgustosa e imbranata socialmente e idiota e infantile, ma cavolo, quel sedere e quei muscoli e - oh mio Dio perché hanno dovuto sostituire un’isola deserta con una città che fa concorrenza alla Lapponia in fatto di temperature medie.
Un’altra - validissima - ragione per avercela con sua madre.
 
 
La sua mente - sì, quell’angolo della sua mente - fantastica su Emma Swan bagnata, in bikini, e poi con un pezzo soltanto, e alla fine niente e - “Neal Peabody, signorina Mills,” annuncia Melissa aprendo la porta del suo ufficio, e Regina è costretta a smettere di sognare ad occhi aperti e concentrarsi sull’uomo-che-si-crede-un-ragazzino che ha davanti a lei.
 
“Prego, signor Peabody. Si accomodi.”
 
(La riunione è noiosa, noiosa, noiosa, e lui non è meglio.
Non che Regina gli presti più che un briciolo di attenzione - la soglia minima per non compromettere l’alto standard della sua professionalità - perché la sua mente ha ripreso a immaginare Emma Swan in costume, e senza, e cavolo. Ha davvero bisogno di andare a letto con qualcuno.
E di tenere per sé buona parte delle sue reazioni fisiche alla presenza di suddetta Emma Swan, perché ha paura di quello che potrebbe iniziare a sostenere Marian se dovesse sapere del lago che sono al momento le sue mutande.
 
O del fatto che almeno in un paio di occasioni la sua voce ha detto “idiota”, ma la sua mente ha pensato “adorabile”.)
 
 
 
 
 
 
   
 
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