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Autore: Keyraobrien    09/01/2016    0 recensioni
A vent'anni siamo solo dei bambini un po’ cresciuti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’immaginario generale ormai è normale valutare negativamente lo stoicismo. Come si fa a creare un muro invalicabile tra se stessi e il resto del mondo quando viviamo in questo mondo, in questa realtà? Purtroppo però a molti sfugge il perché ci si dovrebbe allontanare da convenzioni che imprigionano l’uomo ormai da secoli. Quando però si ignorano le reali cause di apatia e misantropia allora si cade nell’oblio più totale. Era bello camminare per le strade di città al finire dell’estate; si era caldo, a tratti anche troppo caldo, ma settembre era alle porte e diciamoci la verità: non è poi così catastrofico ritornare alle proprie abitudini, allo studio, al lavoro, alla monotonia. Questo era ciò che pensava Jo. Il periodo estivo per lei era indubbiamente il peggiore dell’anno, non sapeva mai cosa fare, come impiegare il tempo e inevitabilmente finiva per oziare tutto il giorno e arrivare alla sera con sensi di colpa. Le sere d’estate si rivelavano le più inutili e insulse di sempre e anche uscire di casa era un’agonia. Jo sperava in qualcosa di meglio per quell’anno poiché sarebbe stato l’anno in cui avrebbe cambiato vita, avrebbe trovato un lavoretto per mantenersi e magari avrebbe anche fatto nuove amicizie, nonostante fosse la ragazza più introversa sul pianeta. Carica di buone speranze andò via di casa, cambiò città trasferendosi poco più lontano e abbandonò il nido familiare. La famiglia: cosa c’è di più importante? Niente perché la famiglia non ti abbandona mai, è l’unica cosa certa in una vita di incertezze. Ma bisogna pur spiccare il volo prima o poi, bisogna viverla la vita o tanto vale esser schiavi. Jo amava incredibilmente leggere, era una passione che aveva sin da piccola quando alle elementari la maestra assegnava ad ognuno un libro al mese da leggere e recensire. Per questo comprò nuovi libri che aveva sempre voluto leggere e non aveva mai avuto il tempo di farlo per impegni scolastici. Una volta arrivata nella nuova casa le sembrava la casa dei suoi sogni, nonostante fosse piccola. Ciò che importava di più era essere sola e ritrovare quel senso di libertà che non aveva mai avuto in tutta la sua vita essendo cresciuta in una famiglia patriarcale in cui le figlie femmine vanno protette dal mondo esterno. La libertà era ciò che bramava di più in quel momento della sua vita e ora finalmente poteva gioire, essere felice, divertirsi a modo suo. Nei giorni successivi la situazione iniziò a cambiare. Jo usciva di casa tutte le mattine anche solo per cambiare aria e puntualmente ripercorreva lo stesso cammino, incontrava la stessa gente, ma mai provava a salutare qualcuno o iniziare una conversazione. C’era sempre stato qualcosa che non le permetteva di aprirsi e fino a quel momento aveva pensato che la causa principale fossero i suoi genitori e la campana di vetro che questi le avevano costruito attorno. Anche in amore non si era mai aperta completamente. Aveva amato alla follia forse una sola persona nella sua breve vita e sapeva che non avrebbe potuto mai amare nessun altro perche lui era la perfezione. Non era il suo aspetto ad attirarla ma semplicemente il suo modo di agire, la sua mentalità, simile a quella di Jo, il modo in cui lui si impegnava in tutto ciò che faceva, la sua gentilezza, la sua voce, il suo mostrarsi sempre così intelligente e forte anche se in realtà poteva anche non esserlo; e quando incrociava i suoi occhi sentiva di avere tutto ciò di cui aveva bisogno. Con un sentimento del genere si può vivere una vita intera perché non si spegnerà mai. Ma data la sua personalità Jo non aveva mai avuto il coraggio di fare un solo passo verso di lui. Non amava rischiare: preferiva vivere tutta la vita con il ricordo del suo volto piuttosto che scoprire di non essere ricambiata. Ora aveva deciso di provare a dimenticarlo facendo nuove conoscenze, ma non vi riuscì. Anzi più passava il tempo e più si sentiva incredibilmente sola. Seduta sul suo nuovo e scomodo letto sentiva solo un pesante silenzio che le rimbombava in testa e le lacrime salate che le tracciavano il viso. Le mancava casa sua, le sue abitudini, la monotonia della campana di vetro, i suoi genitori. I suoi amici non la cercavano più m di questo non si stupiva affatto: sapeva bene che aveva solo amici di convenienza che non si sarebbero più curati di lei una volta averla usata per i loro scopi. Jo involontariamente aveva la capacità di allontanare da lei le persone e questo lo sapeva bene e nonostante i tentativi non riusciva a porre rimedio a questo suo difetto. Molte volte qualcuno l’aveva invitata a cena e tante volte aveva rifiutato l’invito: prima perché si sentiva troppo inesperta e no sapeva come comportarsi, ma in seguito c’era qualcosa di più forte dentro di lei che respingeva ogni forma di socializzazione: era diventata apatica e ciò l’aveva portata ad essere scontrosa e scostante anche nei confronti di chi non lo meritava. Dopo pochi mesi tornò a casa e per un momento si sentì sollevata di essere tornata alla sua solita vita. Ma i momenti di gioia per lei duravano sempre poco. Era uscita sconfitta da un’esperienza che bramava da anni ormai e non si sarebbe più ripresa dall’idea di essere una nullità. Voleva solo rimanere sola e distante dalle persone perché nessuno sembrava capirla e nessuno sembrava interessarsi realmente a lei. Più passava il tempo e più le giornate diventavano uguali. Si alzava dal letto con le migliori intenzioni di prendere in mano la sua vita e farne qualcosa di utile e grandioso per sé e per gli altri, ma inevitabilmente finiva per rendersi conto di quanto fosse piccola e insignificante. Che prospettive di vita ha una persona come Jo? Spesso pensava al suo futuro e si vedeva seduta nella sua casa, senza nessuno al suo fianco, senza una carriera lavorativa, senza amici. A vent’anni si pensa di poter conquistare il mondo o almeno di poter diventare qualcuno. A vent’anni non è il momento giusto di decidere che tipo di persona essere. A vent’anni siamo solo dei bambini un po’ cresciuti. Jo aveva vent’anni, ma sentiva di averne molti di più: era stanca di tutto, non sopportava nemmeno più la propria esistenza .
  
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