Meglio l’odio
Una goccia di sangue,
una fiamma neonata,
perle di vino,
frammenti di follia
e schegge di dolore
conficcate
nella carne viva
a viva forza, senza
pietà, godendo di stille
scarlatte: ferro incandescente
sulla lingua.
E non son riuscita neppure
ad urlare.
L’odio,
forse, sarebbe stato
meno doloroso.
Nessuna metrica, nessun conteggio di sillabe o stratagemma metrico per far tornare il tutto, solo quello che c’era da dire.
Isi.