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Autore: marwari_    10/01/2016    2 recensioni
|Beyond the pale: qualcosa di impossibile, qualcosa di impensabile - rating "giallo" per i riferimenti all'esoterismo, Salem, spiriti, stregoneria ecc.|
E' il 1992 e una ribelle Paige trascorre noiose ore nel museo della città.
L'incontro casuale con la giovane Prue cambierà per sempre il suo modo di vedere il mondo che la circonda.
Una nuova vita è alle porte di entrambe, un futuro di segreti svelati, famiglie in lotta e destini mutati.
Cosa sarebbe successo se, da giovani, la più grande e la più piccola delle sorelle Halliwell -ignare di tutto- si fossero incontrate?
{POV: Paige/Prue}
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paige Matthews, Prue Halliwell
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Charmed: Legacy'
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Cap.2 – soffitta

«Prudence, non farai tardi al lavoro?» la voce della nonna la fece lentamente voltare. La squadrò a lungo, cercando di abituarsi alla luce del sole mattutino che illuminava la figura davanti a lei, rendendo impossibile riconoscere i suoi lineamenti che, d’un tratto, si erano ridotti ad ombre indefinite; riusciva solo a distinguere, grazie alla sua immaginazione, la sua espressione di rimprovero e la sua postura autoritaria, con le mani appoggiate ai fianchi. Era sempre severa, Penny Halliwell, ma poche erano le volte in cui rivolgeva le sue prediche alla diligente Prudence.. e la ragazza odiava quando la donna le faceva notare i suoi piccoli errori. Erano inezie in confronto a quello che combinava Phoebe, no? O la nonna si era arresa all’evidenza che la più giovane delle Halliwell fosse un caso perso? Allora in quel caso doveva tenersi strette le due più grandi..           
Prue sbuffò, rannicchiandosi ancora di più sui gradini di fronte alla casa

«Non lavoro oggi, nonna.» rispose stancamente, stringendo le dita sulla tazza che aveva in mano

«Non hai lezione al college?» provò ancora la donna, avvicinandosi a lei e sospirando appena

«Sono tornata da un’ora.» protestò lei, mantenendo lo sguardo fisso sulla nonna per evitare altri interrogatori sul come mai non fosse in camera sua a studiare per uno degli ultimi esami.

Penny Halliwell piegò le labbra in un mezzo sorriso indagatore. Prue, come le sue sorelle, conosceva bene quell’espressione che all’apparenza poteva sembrare divertita e giocosa, ma che in realtà nascondeva tutta la diabolica capacità della nonna di scoprire ogni singolo segreto o vicenda che non le quadrava o non le andava a genio. Le invasioni di Penelope nella sua vita privata erano state numerose e frustranti quando era adolescente e da poco era riuscita a guadagnarsi abbastanza fiducia per far cessare quelle ingiuste intromissioni.. non voleva ricadere in quel circolo vizioso ora che la donna si dedicava maggiormente a Phoebe e, anche se molto più raramente, a Piper. Non che avesse nulla da nascondere, a dire il vero, nulla che avesse a che fare con la scuola o i ragazzi, che erano la sua maggiore preoccupazione, il suo segreto era decisamente diverso, singolare.. nulla a cui la nonna avrebbe mai pensato. O forse sì? Dopotutto non era lei che vedeva spesso scendere dalla soffitta chiusa a chiave? Perché mai si rintanava ore là dentro se non c’era “nulla degno di nota”, come spesso diceva lei stessa?       
C’era decisamente qualcosa da rendere chiaro, ma per il momento doveva farlo da sola. L’ultima persona a cui avrebbe dovuto dirlo sarebbe stata la nonna.

«Prudence? Mi stai ascoltando?» la ragazza sollevò lo sguardo sulla donna. Doveva aver assunto un’espressione stupida, perché ricevette un sospiro rumoroso e una scrollata di mani, prima della ritirata in casa di Penelope «Tu e le tue sorelle mi farete impazzire prima o poi!»    
Prue ridacchiò appena, fissando lo sguardo sulla pigra città di fronte a lei. Era quasi il tramonto e da due giorni la ragazza del museo non si era fatta viva.. perché avrebbe dovuto presentarsi proprio quel giorno? Era inutile, bisognava scordarsi di quella faccenda o.. o almeno non fare affidamento su di lei.

Si lasciò ipnotizzare dal thè che, tremolante, si muoveva nella ceramica per interminabili minuti finché delle gioviali risate e il rumore di un motore acciaccato non attirò la sua attenzione

«Oh ecco l’altra!» Prue sentì la voce della nonna provenire dalle sue spalle, poi la porta dell’abitazione che, cigolante, si richiudeva

«Ti passo a prendere io domani, Freebie.» la ragazza vide la sorella minore saltare giù da un pick-up sgangherato ed infilare lo zaino malconcio su una spalla. Masticava vistosamente una gomma rosa e si era voltata verso i suoi amici nel bel mezzo della strada, incurante delle macchine di passaggio che quasi la sfioravano

«Non chiamarmi così.» il ragazzo alla guida le rise praticamente in faccia e scosse la testa

«Sì come vuoi.» esclamò senza nemmeno girarsi e partì sgommando.

Phoebe Halliwell camminò lentamente in mezzo al traffico, senza preoccuparsi minimamente di essere un pericolo per se stessa o per i guidatori. Prue la osservava tranquillamente

«Niente arresti oggi?» la salutò con un sorriso divertito mentre prendeva un lungo sorso dalla sua tazza; la sua voce era uscita cupa e cavernosa. La sorella non rispose.

La ragazza osservò la strada ancora, più volte e quando si accertò che fosse deserta, si decise finalmente a rientrare a casa. Strabuzzò gli occhi non appena varcò la soglia, al contempo rincuorata da quell’atmosfera familiare e, per il medesimo motivo, profondamente seccata: Piper che urlava per avere un po’ di silenzio mentre studiava, la nonna che sgridava Phoebe perché le dava fastidio invece di immergere il naso nei libri e quest’ultima, sorde alle richieste di tutti, continuava a saltellare in giro e canticchiare stupide filastrocche

«Prudence, occupati di tua sorella!» la voce di Penny sovrastò facilmente la baraonda che si era creata e Prue scattò come un soldatino, afferrando la sorella minore per un braccio e trascinandola fino al piano di sopra

«Ma perché non lasci in pace Piper? E poi ti lamenti che la nonna ce l’ha sempre con te!» Prue la accompagnò fino alla porta della sua stanza ed indietreggiò fino alla porta, le braccia conserte

«E tu devi fare sempre la tua paladina, miss perfezione, non è vero?» Phoebe le fece il verso, come sempre e, come sempre, venne rinchiusa in camera sua con l’ordine – che sicuramente avrebbe ignorato – di svolgere i compiti assegnati e studiare per l’indomani.

Prue si chiese più volte, mentre tornava al piano inferiore, come era riuscita a concludere il liceo a pieni voti, dare quasi tutti gli esami del college e dedicarsi anche alla sua passione di artefatti antichi, lavorando al museo della città, con tutto il baccano che regnava sovrano, ogni giorno, in quella casa.

Il resto della giornata si svolse pigro e monotono come tutti i giorni precedenti e come si sarebbe svolto tutti i giorni successivi. Prue si era spesso ritrovata a pensare a quella ragazza, al laboratorio a quelle vicende assolutamente improbabili e stupefacenti che aveva visto accadere sotto i suoi occhi.. in un certo senso avrebbe voluto saperne di più, indagare, scoprire cosa si celasse dietro a quel mistero, come faceva sempre per lavoro e per passione, avrebbe voluto conoscere quella stramba ragazza e capire se lei avesse contribuito a far succedere ciò che era successo.. ma oramai si era convinta definitivamente che avrebbe dovuto farne a meno.

Alle undici precise Penelope comunicò l’inizio del coprifuoco dalla cima delle scale, il che voleva dire che tutte e tre si sarebbero dovute infilare sotto le coperte e dormire, o far finta di dormire, entro mezz’ora. Piper e Phoebe scattarono in piedi dal divano, cominciando l’usuale corsa verso il bagno per finire l’acqua calda a discapito delle altre; Prue per la prima volta dopo tanto tempo, non prese parte a quella loro tradizione decenaria

«Ragazze, non correte in casa!» protestò la nonna, sbuffando quando la sorpassarono lungo il corridoio. Anche quella era una tradizione e nessuno poteva andare a letto tranquillamente senza aver udito quelle esatte parole.

Prue salì i gradini ad uno ad uno, sorreggendosi al corrimano con presa ferrea e divertendosi a salutare mentalmente ogni ritratto di questo o quel lontano parente appeso al muro: conosceva perfettamente i nomi di tutti loro, il ruolo nella famiglia, le tragiche morti e le connessioni alla casa, come lo sapevano le sue sorelle, grazie alla nonna, anche se nessuna di loro ne conosceva esattamente il motivo.

La ragazza posò il piede sull’ultimo gradino e, invece di trovare davanti Piper che saltellava irrequieta davanti alla porta, lamentandosi dello scorrere dell’acqua, vide il corridoio completamente sgombro e nessun rumore, anche il più lieve, provenire dal bagno. Camminò in punta di piedi verso la porta, persino, poggiò l’orecchio sul legno bianco.. ma non udì niente. Anche la nonna sembrava scomparsa.     
Non osava chiamare nessuno, per il rischio di infrangere quella pace totale che si assaporava veramente poche volte e solo per scarsi momenti. Sorrise, quasi soddisfatta e si voltò indietro, quasi si aspettasse di vederle tutte e tre o solo una di loro che camminava tranquillamente verso la cucina o il salotto.. nulla, sembrava che fosse sola a casa.

Un lampo improvviso la fece sobbalzare.

Le fischiavano le orecchie per il rombo, forse il fulmine era caduto proprio dietro la casa. Era pioggia quella che scrosciava sulle finestre? Eppure le previsioni non avevano annunciato acquazzoni di tale portata per tutta la settimana..

Aggrottò le sopracciglia, voltandosi curiosa nella direzione da cui proveniva un sinistro ticchettio: nessun ramo toccava le finestre della casa, eppure..

Prue tornò sui suoi passi, guardò ancora una volta in entrambe le direzioni quando giunse nel corridoio scuro, tenuamente illuminato dalle sue lampade a muro bisognose di lampadine più potenti. Oltrepassò la propria camera, quella di Phoebe con la porta chiusa, quella di Piper anch’essa, stranamente, con la porta chiusa e deglutì in prossimità della stanza della nonna, chiusa, ma che minacciava di aprirsi di scatto da un momento all’altro e farle prendere un infarto.. o almeno così immaginava lei.
Camminò in punta di piedi fino alla fine del corridoio, trattenendo il fiato quando la luce bianca di un fulmine le illuminò il volto. Per un attimo i suoi occhi furono ciechi. Salì a memoria le scale che portavano in soffitta, fermandosi solo in prossimità della porta, completamente scura, se non fosse stato per il buco della serratura che emanava timidamente un fascio di luce bluastra. Prue chinò la schiena, avvicinando l’occhio allo spiraglio ed osservò attentamente: non vide nulla di strano che non fossero i loro vecchi giocattoli, i manichini da sarta della nonna, tanti scaffali ricchi di oggetti inutili e un libro, in bella mostra, poggiato su un leggio di ferro battuto. Che motivo aveva la nonna di mettere in mostra quel vecchio volume in una soffitta?

Aveva appena cominciato a farsi mille domande quando, d’improvviso, il libro si aprì da solo, prendendo a sfogliarsi con foga, facendo frusciare le sue pagine ingiallite. Prue si spaventò talmente da indietreggiare, mettere male il piede sullo scalino e rotolare giù dalle scale senza avere la possibilità di fermarsi, se non dopo aver raggiunto il pavimento.

Ci mise un po’ per mettere a fuoco il viso di Piper che la osservava da vicino, troppo vicino, con aria spaventata e preoccupata

«Prue stai bene?!» le domandò con voce concitata, portandosi una mano al cuore

«Prudence!» la nonna arrivò quasi volando da loro, mantenendosi appena distante mentre la ragazza, dolorante, si metteva in piedi con l’aiuto della sorella più piccola «Perché sei salita in soffitta?» chiese confusa la donna, lanciando un’occhiata alla porta di legno. Sembrava sollevata di vederla esattamente come sempre

«Avevo sentito un rumore..» si giustificò incerta Prue

«Ecco se fossi rotolata io dalle scale mi sarei presa anche una sgridata a lei non dici niente!» Phoebe squadrò la sorella maggiore e, dopo essersi accertata che stesse bene, si rintanò nella propria stanza sbattendo la porta

«Sapete che non voglio che andiate a curiosare in soffitta.. è pericoloso.» sospirò Penny, Piper e Prue annuirono con accondiscendenza.

⁓✧⁓

«Senti Prue è da un paio di giorni che sei strana.» Piper la osservava dalla porta della sua camera. Non era mai entrata senza il suo permesso e quel suo modo di considerare la sua camera una specie di terreno sacro l’aveva sempre innervosita.. nonostante ciò la diciannovenne era sempre restia a violare il confine della stanza di Prue

«Pensieri.» rispose l’altra sbrigativa, senza nemmeno guardarla «Non ti preoccupare Piper, mi passerà. Ora vai o la nonna ti rifilerà una ramanzina. Buonanotte.» la sorella la guardò a lungo prima di darle la buonanotte a sua volta ed obbedire al celato ordine di Prue.    
La ragazza si lasciò cadere sul letto.     
La nonna non avrebbe mai potuto lasciare una finestra aperta in soffitta. E allora? Come avevano fatto le pagine di quel misterioso libro a muoversi da sole? Forse c’era una spiegazione correlata ai fatti di due giorni prima?          
Prue era certa di non essersi immaginata nulla. Aveva visto con i propri occhi quei fenomeni che, fino a poco tempo prima, avrebbe cercato di spiegare razionalmente e che avrebbe ritenuto impossibili. Il mistero a cui aveva assistito al museo tuttavia si poteva anche chiamare un caso sporadico; lei assisteva tutti i giorni ad un segreto nascosto dietro la porta solitaria del piano più alto della villa.  
Sentiva che se desiderava scoprire qualcosa, avrebbe dovuto cominciare proprio da lì.
Lei aveva visto.. e credeva fermamente che qualcosa di grosso stava per accadere.. doveva solo riuscire ad entrare in soffitta.

 

Note:
- L'appellativo "Freebie" è il corrispondente italiano di "Phoebe la matta" nomignolo della terza sorella ai tempi liceali.

   
 
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