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Autore: winter falls    10/01/2016    4 recensioni
[Bagginshield, Post-The Battle of the Five Armies, Everyone Lives/Nobody Dies]
“Ah, Thorin! Giusto in tempo! Ho chiesto al ragazzo di cosa parlavate quella volta che vi avevo interrotto, prima della battaglia. Mi ha detto che ti spiegava qualcosa su quella ghianda che aveva raccattato da qualche parte.”
Bilbo sbuffò, guardando un poco male Dwalin.
[...]
“Azyungal.”
Sussurrò Thorin, premendo piano le labbra, provocandogli uno spasmo, facendogli inclinare di più il volto e avvertire la morbida barba sfregare sulla propria mascella.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balin, Bilbo, Dwalin, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Di cosa stavate parlando quella volta?”

Bilbo sbatté le palpebre, alzando lo sguardo. Teneva l’indice sulla riga della pagina che stava leggendo, avendo la vaga impressione che avrebbe potuto continuare il libro minimo dieci minuti dopo se tutto fosse andato bene.

“Ti riferisci a me e…?”

“Thorin.”

Arricciò il naso, constatando che la lettura era rimandata direttamente al giorno successivo. Sapeva più che bene quanto Dwalin tenesse a Thorin, e se c’era qualcosa che lo turbava sarebbe rimasto giorno e notte a parlarne.

“Temo di non capire a quale volta tu…”

“Prima della battaglia.”

Sospirò, chiudendo il libro, spostandolo più in là. Si mise comodo, incrociandole braccia sul tavolo. Si era affezionato a tutti loro, anche a Dwalin. Anche se quando faceva l’enigmatico gli rendeva un poco difficile la vita.

“Dwalin, ci sono stati diversi momenti, e se permetti io…”

“Quando sono venuto a comunicare a Thorin la situazione fuori Erebor.”

Bilbo avvertì il suo tono farsi un poco impaziente, sbattendo le palpebre. Per fortuna capì a quale episodio si riferisse, almeno la conversazione poteva procedere.

“Oh, di un ghianda che ho trovato nel giardino di Beorn durante il nostro viaggio.”

Il nano arcuò le sopracciglia, piegando appena il capo, facendo intuire che era piuttosto perplesso a riguardo. Bilbo di rimando sospirò piano, chiedendosi perché mai quella sera fosse rimasto in biblioteca a leggere invece di tornare come sempre nelle sue stanze.

“Avevo la ghianda in mano, d’accordo? Thorin è sbucato all’improvviso e mi ha chiesto di mostrargli cosa stessi guardando. Io allora alla fine gli ho fatto vedere, spiegandogli che avrei voluto piantare la ghianda nel mio giardino a Casa Baggins. Un giorno l’avrei vista crescere e mi sarei ricordato ogni cosa di questa avventura. Soprattutto, quanto fortunato fossi stato a tornare a casa.”

Dwalin ascoltò il discorso, o almeno cosi pareva. La sua espressione non era mai cambiata di una virgola, e lo hobbit cominciò a sospettare che non gli credesse o che fosse deluso nell’aver scoperto l’argomento di discussione che tanto desiderava sapere.

“Tutto qui?”

Bilbo serrò appena le labbra, arricciando di più il naso.

“Tutto qui. E sappi che Thorin si è mostrato molto più entusiasta di te alla notizia.”

Dwalin assunse d’improvviso un’espressione ilare, mostrando quasi un piccolo sorriso di scherno.

“Oh, guarda che sono serio! Mi ha sorriso per tutto il tempo!”

Quelle parole fecero svanire il ghigno dalla bocca del nano, facendo sentire Bilbo soddisfatto di aver ottenuto quel risultato.

“Sorriso?”

“Certamente. E se devo essere specifico, lo ha fatto più volte ed erano tutte sincere.”

Il nano sbatté le palpebre, guardandolo incredulo.

 “Ho visto Thorin sorridere come tu stai dicendo solo ai suoi nipoti e a Dìs.”

Fu il turno di Bilbo di sbattere le palpebre, tenendo le labbra schiuse.

“Ma… anche a te sorride… e a Balin!”

“Di certo non in continuazione come hai appena detto tu ora. E poi in quel momento era ancora sotto l’influsso della malattia dell’oro… e ora vengo a sapere che ti sorrideva! ”

Bilbo sentì vagamente le guance scaldarsi, ostentando però un’espressione tranquilla.

“Beh, sarà stato un caso.”

“Io non credo proprio… si è affezionato a te, ma non credevo così tanto. Chissà cosa sarebbe successo se non vi avessi interrotto.”

Bilbo deglutì, cominciando a battere impercettibilmente le dita sul legno del tavolo. Se lo era domandato tante volte. Forse sarebbe riuscito a farlo guarire prima e non avrebbe rischiato seriamente la vita contro Azog. Magari avrebbe avuto il tempo per organizzare un attacco migliore, Fili e Kili non avrebbero riportato le ferite che hanno impiegato settimane a guarire, e…

“Perché non glielo chiedi?”

“Prego?”

Domandò con voce un poco acuta, schiarendosi poi la gola.

Dwalin lo guardò perplesso, probabilmente chiedendosi se avesse la testa altrove.

“Il perché del suo comportamento. Se non sai una cosa, basta chiedere.”

Disse con tono ovvio, allargando appena le braccia, provocando un piccolo senso d’irritazione in Bilbo. I nani su certe cose la facevano fin troppo semplice.

“Non credo sia il caso. Magari Thorin nemmeno se lo ricorda.”

“Che cosa non dovrei ricordarmi?”

Bilbo sgranò appena gli occhi, sobbalzando, avvertendo la sedia dondolare un poco. Girò il volto, notando Thorin sulla soglia che li stava osservando. I capelli erano liberi dalla corona, segno che per quel giorno aveva finito con i doveri da Re, infatti vestiva con abiti meno sfarzosi.

“Ah, Thorin! Giusto in tempo! Ho chiesto al ragazzo di cosa parlavate quella volta che vi avevo interrotto, prima della battaglia. Mi ha detto che ti spiegava qualcosa su quella ghianda che aveva raccattato da qualche parte.”

Bilbo sbuffò, guardando un poco male Dwalin.

“Mi ha raccontato che gli hai sorriso per tutto il tempo, ma non ha la minima idea del perché. Avanti hobbit, ora puoi chiederglielo.”

Bilbo si passò le mani sul viso,assumendo un’espressione mista tra l’esaurimento nervoso e la vergogna. Azzardò una sbirciatina verso Thorin, che nel frattempo si era avvicinato, vedendolo sorpreso da quella domanda. Sicuramente non rammentava e aveva fatto una delle più brutte figuracce in sua presenza. Sospirò, ricordandosi di portare sempre i libri in camera d’ora in poi, e in casi estremi di scegliere un tavolo appartato e in un orario in cui ci fosse qualcuno. Non come in quel momento che erano solo loro tre e stavano seduti vicino all’ingresso.

“Ricordo. Se vuoi saperlo, Mastro Baggins, possiamo parlarne. Anche se ero venuto a cercare te, Dwalin. Balin richiede la tua presenza negli uffici reali.”

Bilbo vide Dwalin alzare gli occhi al cielo, farfugliando così una piccola risatina. Si Sentì subito squadrare dal nano, facendo allora finta di niente, mettendo su un calmo sorriso.

“Alla sua età non dovrebbe trattenersi a fare i conti fino a quest’ora. Meglio che vada a dargli una mano, sì.”

Si alzò, stiracchiandosi, salutando Thorin e facendo un cenno a Bilbo, uscendo dalla biblioteca.

Lo hobbit tirò un sospiro di sollievo, tenendo il naso un poco arricciato. Dopo qualche istante in cui vigeva il silenzio, Thorin occupò il posto lasciato libero dal nano, sedendosi composto.

“Sono sorpreso nel sapere che stavate parlando di un argomento simile.”

“Non dirlo a me, credevo di poter finire di leggere un libro fino a un quarto d’ora fa.”

Thorin rise appena a quelle parole, lasciando poi un gentile sorriso sulle fini labbra.

“Mi dispiace che tu sia stato interrotto. Ma se vuoi finire il discorso, io sono libero.”

“Aspetta… vuoi dire che ricordi?”

“Credevo avessi intuito che non dimentico mai le cose, Mastro Baggins.”

Bilbo si morse piano la lingua, cercando di ponderare meglio che cosa dire.

“Sì, scusami. Uhm.. Allora. Volevo sapere… se puoi dirmelo ovviamente, se c’era un motivo per il quale sembravi felice in quel momento. Mi sorridevi. E io so che non era facile per te con tutto quello che stava succedendo. Avrei voluto parlarti proprio di questo se non fosse arrivato Dwalin. Lo so che è un po’ tardi adesso, ma non mi sono mai azzardato a pensare che potessi avere il diritto di parlare con te dopo quello che ho fatto. Lo so che siamo amici, ma ho notato che la mia presenza ti reca un po’ di disagio. Con questo non voglio assolutamente intendere che mi hai chiesto di restare qualche mese qui solo per mera gratitudine, so che ci siamo… voglio dire… salvati a vicenda nel corso di questa avventura non per dovere, ma per amicizia.”

Parlò senza mai fare delle pause, sentendo la gola un poco bruciare.

Thorin aveva ascoltato in silenzio, osservandolo per tutto il tempo.

“La colpa è mia. Ho sempre avuto il timore di affrontare certi discorsi con te. Dopo quello che ti ho fatto…”

“Non eri tu. La malattia, lo sai.”

Lo interruppe con tono serio, guardandolo.

Thorin sospirò piano, chinando appena il capo. Quel discorso lo avevano già affrontato, ma certe colpe erano difficili da mandare giù.

“Quel giorno mi stavi salvando, Mastro Baggins. Esattamente come hai fatto le altre volte. Ero totalmente cieco di fronte alla malattia. Ma tu… i tuoi modi semplici e gentili, il tuo sguardo…”

Bilbo sbatté le palpebre, sentendo un senso di disagio.

“Cosa… cosa aveva il mio sguardo che non…”

“Niente. Assolutamente niente. Era perfetto. Per questo sorridevo.”

Lo hobbit schiuse di più le labbra, stupito.

“Cielo.”

Balbettò quasi senza rendersene conto, non sapendo cos’altro dire, provocando una calda risata da parte del nano.

“Chiedo perdono se non ho detto cosa gradita.”

“No! Voglio dire, lo è! Graditissima. Da vero hobbit rispettabile!”

Thorin appoggiò il mento sulla mano, inclinando un poco il viso.

“Posso azzardare allora a dire un’altra cosa?”

“Sì, certo!”

Rispose con un poco di entusiasmo, pensando che Thorin gli stesse facendo i complimenti più belli che avesse mai ricevuto in vita sua.

“Non era solo il tuo sguardo a essere perfetto, Bilbo.”

Mormorò, socchiudendo gli occhi, sfregando appena la morbida barba sulle dita.

Lo hobbit sgranò gli occhi, realizzando il senso di quella frase, prendendo a picchiettare nervosamente le dita sul tavolo con più enfasi, emettendo una risata un poco acuta.

“Troppo gentile, io non… perche ti riferivi a me, vero? Altrimenti dimmelo subito che cambio risposta.”

Thorin rise roco e divertito, allungando la mano libera verso la sua, sfiorandogli le dita.

“ È da tempo che volevo provare…”

“Provare cosa?”

Chiese subito, trattenendo appena il fiato a sentire la mano calda e ruvida di Thorin accarezzare delicatamente la propria.

“A vedere se certe azioni e parole potessero farti piacere o recarti fastidio. Non conosco le usanze di voi hobbit quando desiderate…”

Non concluse la frase, abbassando il tono della voce, limitandosi a guardare Bilbo negli occhi.

Bilbo gli strinse piano le dita, allungando il busto verso di lui senza nemmeno accorgersene.

“Io… desidero. Qualunque cosa tu stia intendendo, la desidero.”

Mormorò, sentendosi fieramente un Took. Sarebbe rimasto più che volentieri un Took a vita se questo significava condividere certi momenti con Thorin.

Il nano sorrise sincero, lasciando libero il mento, potendo così portare la mano sul viso di Bilbo, strofinando il ruvido pollice sulla pelle appena sotto la mascella. Si alzò piano in piedi, ottenendo più libertà di movimento, chinando il volto verso quello di Bilbo, tenendo le labbra a sfiorare quasi le sue.

“Permettimi d’insegnarti la mia lingua…”

Bilbo trattenne il respiro, rilasciandolo solo a quelle parole.

“Davvero?”

Thorin sorrise in risposta, portando la bocca ad appoggiarsi appena sulla sua.

“La prima lezione prevede due termini molto importanti…”

Bilbo socchiuse gli occhi, annuendo appena con fare distratto, sentendo il caldo respiro di Thorin mescolarsi al proprio.

“Azyungal.”

Sussurrò Thorin, premendo piano le labbra, provocandogli uno spasmo, facendogli inclinare di più il volto e avvertire la morbida barba sfregare sulla propria mascella.

“Azyungal.”

Ripeté in automatico, osservando con piacere gli occhi di Thorin farsi appena lucidi.

“Ghivashel.”

Soffiò la seconda, strusciando la bocca sulla sua, racchiudendo appena il labbro inferiore tra i denti.

Bilbo mugolò piano, chiudendo le palpebre.

“Ghivashel.”

Ripeté con una piccola urgenza, per poi premere le labbra, succhiandogli appena quello superiore.

Thorin gli circondò il viso tra le mani, iniziando finalmente un agognato bacio, facendogli schiudere le labbra, assaporando l’interno della sua bocca. Lo hobbit teneva il viso il più vicino possibile al suo, premendo la punta del naso su quello ben delineato di Thorin, beandosi di quel dolce e intenso bacio, la sensazione di umido che gli riempiva i sensi.

Stettero probabilmente diversi minuti a baciarsi in quella maniera calda e travolgente, non accorgendosi di Dwalin che era tornato per sottoporre a Thorin una faccenda che non tornava né a lui né a Balin. Appena realizzò ciò che stava succedendo, superato il momento iniziale di sbigottimento, accostò piano la porta d’entrata, facendo marcia indietro.

Tornò giù negli uffici, il passo un poco traballante e non sicuro come sempre.

“Che cosa ha detto Thorin?”

Gli domandò il fratello, sventolando appena il pezzo d carta che li stava facendo dannare.

“Thorin è occupato. Molto occupato. Glielo chiederemo domani.”

Balin arcuò le sopracciglia, guardandolo.

“Non aveva più impegni stasera.”

“Ne ha trovato uno che lo terrà indaffarato fino a domani mattina minimo.”

Replicò, per poi passarsi le mani sul volto, emettendo una risata grassa e divertita, provocando un’espressione confusa da parte dell’altro nano.

 “Vorrei raccontarti tutto fratello, ma credimi che Thorin vorrebbe la mia testa. Farà lui l’annuncio.”

“Di quale annuncio stai parlando?”

Dwalin in risposta rise ancora, prendendo posto sulla sedia vicino alla scrivania, scuotendo la testa.

“Avevi ragione tu, Balin. Quell’hobbit è proprio pieno di risorse.”

Il nano fece per domandare ancora spiegazioni, sentendosi però strappare dalle mani il foglio incriminato, guardando perplesso il fratello minore lasciarsi andare alle risate più liberatorie della sua vita.

Sospirò, osservando la pila di fogli lì davanti.  Per quella sera, poteva anche andarsene a dormire.

   
 
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