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Autore: Lady Warrior    10/01/2016    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE: Credo di essere l’unica a mettere le note prima del titolo XD. Il fatto è che mi pare che inserirle dopo rovini “l’atmosfera”, e in fondo al capitolo ciò che desidero scrivere in questa sezione è del tutto inutile. Come vedrete, ho deciso di partire dalla quest di Noveria. Perché? non era più sensato scegliere di cercare Liara? Ho deciso di scrivere la mia storia in base all’avventura della mia prima Shepard, che si chiamava per l’appunto Jill Shepard. Ai tempi accadde che iniziai a cercare Liara, ma poiché non so come mai venivo fatta sempre fuori dai geth di turno, desistetti e decisi di partire da Noveria, visto che avevo letto su internet che lì si trovava la Matriarca Benezia e pensavo che boh, in qualche modo avrei indebolito Saren (cosa che non è accaduta). Inutile dire che sono caduta dalla padella alla brace visto che Noveria è una delle missioni più difficili di mass effect, ma tralasciamo. Questo è il motivo per cui anche la storia inizia da Noveria, perché appunto segue la vicenda della mia Shepard. 



 
Capitolo 3: Noveria, parte prima


 
I'll never let you go 
If you promise not to fade away 
Never fade away... 
(Starlight, Muse)






Shepard raggiunse senza esitazione Anderson e l’ambasciatore all’area di attracco, dove troneggiava la Normandy in tutta la sua imponenza. 
Davanti ad essa, parlavano Anderson e Udina.
- Ah, comandante!-, esordì l’ambasciatore, - Adesso ha una nave tutta per lei!
- Cosa? Una nave? Quale? Vedo attraccata solo la Normandy come nave umana. 
- Infatti sarà quella la tua nave-, disse Anderson, al che Shepard lo guardò con un’espressione a metà tra l’incredulo e lo spaventato. 
- Conosci già l’equipaggio, ed è perfetta per uno Spettro-, spiegò Anderson, guardandola con fare paterno. In effetti, per lei Anderson rappresentava quasi un genitore: era stato lui a salvarla da Mindoir, ed era cresciuta con lui sulle navi. Grazie a lui era voluta diventare una marine dell’Alleanza, tanto grande era la stima nei confronti di quell’uomo. 
- Mi riservo di rifiutare. Quella è la vostra nave, Anderson!
- Ho deciso di lasciare il comando a te, e niente mi dissuaderà dal farlo.
- Non capisco… la sua nave, la migliore della flotta… ci deve essere un altro motivo-, disse Shepard.
- In effetti c’è. Ti basti sapere che anni addietro ero stato candidato come Spettro, e che Saren fece in modo di impedirmi di esserlo. 
- E come?
- Te lo racconterò un’altra volta. Io… io vedo in te ciò che potevo essere, io ho sprecato la mia occasione, ma non voglio che tu faccia altrettanto. Mi fido di te, Shepard. 
- D’accordo, Capitano. Non so come ringraziarla.
- Ora basta con discorsi sentimentalisti, per favore-, li interruppe Udina, - Non cercare di stanare Saren, è nascosto bene. Per quanto riguarda i geth, ne è stata rilevata una massiccia presenza a Feros, poco prima di perdere il contatto con la colonia. Ci sono stati anche avvistamenti su Noveria. 
- Cerca di vedere cosa stanno combinando i geth su questi pianeti, e forse troveremo il Condotto prima di Saren. Inoltre, c’è un’altra via. La Matriarca Benezia ha una figlia: ebbene, ella è una famosa archeologa, e pare che stia studiando qualcosa in un pianeta inesplorato nell’ammasso Artemis Tau. Si chiama Liara T’soni, e forse sa qualcosa su ciò che sta combinando la madre, sempre che non siano in combutta tra loro-, spiegò Udina.
Da dove iniziare? Trovare Liara per prima sarebbe stata un’ottima mossa, avrebbero scoperto qualcosa su Benezia molto probabilmente, e poi Shepard avrebbe scelto la prossima mossa in base alle parole di Liara. C’era però la possibilità che l’Asari fosse una complice di Saren, per nulla intenzionata a rivelare loro i piani del Turian, e questa eventualità avrebbe fatto perdere loro del tempo. Inoltre, Shepard era convinta che Feros e Noveria non erano state scelte a caso: probabilmente nascondevano qualcosa, forse degli antichi reperti riguardanti il Condotto, o qualcosa in grado di aprirlo. Forse sarebbe stato più utile prima prendere i reperti e poi andare da Liara, che avrebbe certamente saputo qualcosa al riguardo. D’altra parte non erano sicuri che Liara fosse a conoscenza dei piani della madre, e andare a cercarla subito avrebbe comportato un’ulteriore perdita di tempo: la dottoressa, non sapendo nulla, avrebbe potuto fare solo delle supposizioni riguardo al Condotto, sebbene fosse un’esperta di Prothean. Quindi, Shepard optò per visitare prima Feros e Noveria. Ma quale delle due? Feros era una colonia umana, e gli abitanti lavoravano per un’importante corporazione. Noveria era un pianeta commerciale, una risorsa molto importante, molto più di Feros. 
- Inizierò da Noveria-, disse Shepard.
- Una scelta che non condivido-, disse Udina.
- Tanto per cambiare…-, commentò Shepard.
- La decisione spetta a te, ora sei uno Spettro-, disse Anderson.
- Spero per il meglio. Ora scusatemi, ma devo andare-, disse Udina, girando i tacchi.
Una volta rimasti da soli, Anderson prese la parola.
- Ti racconterò tutto sulla vicenda degli spettri, Shepard. Ora siamo soli, lontani da orecchie indiscrete. Avevamo saputo che uno scienziato traditore veniva aiutato dai Batarian. Voleva creare una struttura per sviluppare IA illegali sul confine. Era stata l’intelligence dell’Alleanza a scoprire tutto, ma il Consiglio voleva inviare uno Spettro. Così, dopo trattative, venne stabilito che Saren si sarebbe dovuto occupare della faccenda, e io lo avrei aiutato. Scoprimmo che lo scienziato era nascosto in una raffineria, protetto da un esercito di mercenari Batarian. Dovevamo infiltrarci nella struttura, prelevare lo scienziato e tornare indietro, rapidi, silenziosi e senza versare troppo sangue. Io e Saren ci dividemmo all’interno della struttura, ma un nucleo esplose. Nei rapporti ufficiali si parla di incidente, ma scommetto che Saren ci ha messo lo zampino per far uscire le guardie allo scoperto. L’esplosione fece scoppiare l’impianto in una palla di fuoco e rilasciò pericolose sostanza chimiche nell’atmosfera. Nessun superstite. Lì vicino abitavano le famiglie degli operai: a causa dell’esplosione e dei fumi tossici ci furono più di cinquecento vittime, ma a Saren non importava: bersaglio eliminato, missione compiuta. Il fine giustifica i mezzi. Alla fine la colpa è stata data a me, e addio nomina a Spettro. 
- E come…?
- Nel suo rapporto, Saren disse che avevo fatto saltare la sua copertura, che avevo avvisato le guardie del nostro arrivo, roba da matti, secondo lui ero l’unico responsabile della carneficina. Il Consiglio, ovviamente, ascoltò le sue parole e diede a lui fiducia.
- Mi dispiace, Capitano. Non è stata colpa sua, non poteva fare niente.
- Lo so, ma ciò non mi impedisce di sentirmi in colpa. Comunque, ho avuto la mia vittoria, no? Ripongo in te ogni mia speranza, Shepard.
- Grazie, Capitano.
- Adesso va’, non c’è tempo da perdere.
Shepard sorrise ad Anderson e gli fece il saluto militare, poi salì sulla Normandy. 

Erano già tutti lì, pronti. Il navigatore Pressly, l'ingegnere Adams... e ognuno di loro le rivolgeva i saluti militari, come sempre. Solo che quella volta era diverso, quella volta avrebbero sottostare ai suoi comandi, e non a quelli di Anderson. Si sarebbero fidati? Lei non si era mai occupata di loro, non li conosceva bene, ma ora voleva cambiare rotta, perchè quello era il suo equipaggio, e l'avrebbe seguita ovunque lei lo avesse condotto. Però, prima, doveva fidarsi di lei. Si diresse quindi alla cabina di pilotaggio.
- Joker, vorrei fare un discorso. Tra poco partiremo e desidero che l'equipaggio mi conosca-
- D'accordo, Comandante. Attivo gli altoparlanti-, disse Joker, premendo un tasto verde che emise un leggero click.
Shepard si avvicinò al microfono, e si rese conto di non aver preparato un discorso. Si rese conto di non saper cosa dire.
- Io non so cosa dire-, esordì, rendendosi conto di quanto ridicola fosse stata quella frase, e di quanto poco carisma mostrasse, di certo l'equipaggio non avrebbe riposto fiducia in lei basandosi su quella frase,-Perchè... cosa devo dire? Cosa potrei dirvi per infondervi fiducia e speranza, quando dobbiamo partire per cercare uno Spettro rinnegato impedendogli di aiutare i Razziatori a tornare? Cosa potrei dirvi? Che vi prometto che torneremo sani e salvi e vincitori? No, non ve lo posso dire, non ve lo posso promettere. Vi posso dire che prenderò la decisione giusta? Nemmeno quello. Però, posso promettervi che cercherò sempre di prendere la decisione più adeguata, vi prometto che farò di tutto affinché voi torniate sani e salvi e perché non rischiate la vostra vita. Saren vuole far tornare i Razziatori, vuole distruggere la galassia e la pace che abbiamo costruito, e noi dobbiamo impedirlo: solo noi possiamo farlo. Ci saranno momenti bui, momenti in cui vorremmo desistere dalle nostre intenzioni, ma se restiamo uniti, vinceremo. Adesso partiremo, non so se torneremo alla fine di tutto, ma una cosa è certa: qualunque sia la nostra sorte, essa sarà gloriosa!
- Bel discorso, Comandante! Allora, qual è la nostra rotta?
- Noveria, Joker. Ho deciso che inizieremo da lì. 
- Ottima decisione, Comandante, se la mia opinione può contare.
- L'opinione del mio equipaggio conta sempre molto-, disse Shepard, sorridendo,- Joker... posso chiederti una cosa?
- Certo, Comandante.
- Perchè quel soprannome?
- Ero all'Accademia, ero il migliore in assoluto, ma non avevo l'abitudine di sorridere. Perciò l'istruttore mi ha affibbiato questo soprannome. Bello, vero?
- Già. Ormai sei per tutti "joker". Posso farti un'altra domanda?
- Tutto ciò che vuoi.
- Ho notato che resti sempre seduto, anche quando non è necessario. Posso chiederti perchè?
Shepard pensava che la sua fosse una domanda innocente, ma il volto di Joker si oscurò per un attimo.
-Perdonami...-, provò la scusarsi Shepard.
- No. Non ti preoccupare, comandante. Io sono affetto dalla sindrome di Vrolick. Le mie ossa sono incredibilmente deboli. Non ti conviene farmi camminare molto, a meno che non voglia sentire il fastidioso crack delle ossa che si rompono. Nemmeno vedermi ballare è un bello spettacolo.
- Non vorrei essere insensibile, Joker, ma... questa tua malattia... può in qualche modo influire sul tuo lavoro?
- No, Comandante. Come ho detto, sono il miglior pilota dell'Alleanza. Sei al sicuro, e te ne darò prova!
- Ti credo, Joker. Ora, perdonami, ma vorrei ritirarmi nel mio alloggio. Questa giornata è stata molto faticosa.

Shepard uscì dalla cabina e la sorprese uno scrosciante applauso.
- Bel discorso, Comandante!
- Già, uno dei migliori mai sentiti!-, disse Pressley.
- Allora non ne ha sentiti molti-, scherzò Shepard, sotto l'ilarità generale.
Era bene che l'equipaggio fosse spensierato: forse, non sapere a cosa andare incontro era un bene. Shepard salì sull'ascensore e scese al piano inferiore. Aveva voglia di parlare coi suoi compagni, ma era davvero troppo stanca per farlo, ci avrebbe pensato l'indomani. Tuttavia, trovò in piedi davanti al suo alloggio Ashley e Kaidan.
- Tenente Alenko, artigliere Williams, cosa ci fate lì?
- Niente, pensavamo che non abbiamo avuto molto tempo per congratularci con te. Vogliamo farti sapere che noi crediamo in ciò che dici-, spiegò Ashley.
- Grazie.
- E volevamo farti sapere che siamo pronti a seguirti ovunque, Shepard-, continuò Alenko.
- Onorata, ancora.
- Su, lasciamo stare il Comandante, vorrà sicuramente riposarsi. E Alenko, piantala di posare i tuoi occhi su di lei!-, scherzò Williams, allontanandosi.
- Cosa vorresti insinuare, Artigliere capo?-, ribattè Alenko mentre la seguiva.
- Te lo spiego dopo. Andiamo a bere qualcosa?
Shepard li osservò sorridendo, poi aprì la porta e la richiuse alle sue spalle. 
Finalmente sola. Le era sempre piaciuta la solitudine: le permetteva di riflettere in maniera precisa. 
Si sdraiò sul letto, e si addormentò.

Aveva sempre saputo che Noveria fosse un pianeta freddo, ma mai avrebbe pensato che fosse simile a quello che stava vedendo: eccezion fatta per la struttura commerciale, Noveria era costituita da immensi ghiacciai e cime innevate, non v’era luogo ove non fosse presente la neve. Il panorama sembrava un’immensa distesa bianca, che a Shepard ricordava un grosso bignè ricoperto di glassa. 
La Normandy attraccò quasi senza problemi, ma Shepard venne a sapere fin da subito che erano impossibilitati a lasciare la struttura perché fuori stava imperversando una violenta tempesta di neve. Doveva cercare di fare qualcosa. Innanzitutto doveva scegliere due compagni da portare con sé: di certo non poteva far scendere tutti quanti, la sua non doveva sembrare una spedizione. Così fra tutti scelse per primo Wrex, poiché le pareva il più resistente di tutti e poi decise di portare con sé, convinta dalle sue insistenze, l’entusiasta Tali, che non vedeva l’ora di mostrare al Comandante le proprie abilità. Shepard aveva cercato di convincerla che la salute debole dei Quarian poteva nuocerle visto la temperatura di Noveria, ma la ragazza aveva insistito dicendo che la sua tuta era stata costruita per resistere a qualsiasi tipo di temperatura, ed era riuscita a persuadere Shepard. 
Uscirono dalla Normandy abbastanza tranquilli, ma quello stato d’animo venne interrotto da tre persone: due donne e un turian. 
- Il vostro atterraggio non era stato previsto-, spiegò una delle due donne, dai capelli corti e marroni.
- Già, dovete darci le vostre credenziali-, disse l’altra, una bionda dallo sguardo cattivo e la voce severa.
- Prima le vostre-, rispose Shepard.
- Siamo la legge. Un po’ di rispetto-, disse la bionda con la sua voce che pareva provenire dalle profondità del pianeta. 
- Capitano Maeko Matsuo del controllo rischi Elanus-, rispose l’altra, pacata.
- Comandante Jill Shepard, Spettro del Consiglio.
- Dovremo controllare. Ad ogni modo, su Noveria è proibito l’utilizzo di armi da fuoco, vi prego di consegnarmele-, li avvisò il Capitano.
Shepard impugnò la pistola e la puntò contro i tre, imitata dai suoi compagni. Anche gli altri reagirono di conseguenza.
- L’autorità del Consiglio è al di sopra della vostra-, disse Tali.
- Calma, calma. Qui comandano loro. Abbassate le armi-, disse Shepard, pentendosi del suo gesto, quando una voce dall’altoparlante disse che Shepard era effettivamente uno Spettro, e perciò poteva portare con sé le armi.
- La bionda, delusa, sbruffò e avvertì loro dicendo di non procurare guai. L’altra, invece, diede loro il benvenuto, invitandoli a parlare con Parasini San.
- Chi è questa Parasini San?- , chiese Tali mentre salivano le scale.
- Non ne ho idea, ma ho come l’impressione che non avremo vita facile.
- Chissà perché…-, sussurrò Wrex.
Arrivarono davanti a un bancone, dietro era in piedi una donna vestita con una tuta magenta, che si presentò come Gianna Parasini, assistente dell’amministratore Anoleis. 
- Grazie per averci fatto passare-, disse Shepard.
- Non c’è di che, il nostro Capitano della sicurezza stava solo facendo il suo lavoro.
- Capisco.
- Avete qualche domanda?
- È venuto qualcuno di… di diverso dal solito, qua?
Parasini parve pensare.
- Sì. è arrivata un’asari, la matriarca Benezia. È andata sulla Vetta 15.
- Come posso raggiungerla?-, chiese Shepard.
- Deve ottenere il permesso dall’amministratore Anoleis. Il suo ufficio si trova al piano principale-, spiegò Parasini. 

Salirono le scale e si trovarono in un'enorme stanza bianca decorata da alcune piante esotiche. C'era un via vai di persone che si occupavano di scambi commericiali e affari, e il tutto era presidiato a vista dalle guardie dell'Elanus, quasi tutte di razza Turian. Nessuno pareva particolarmente felice del loro arrivo, soprattutto i soldati, e Shepard sentiva su di sè vari sguardi ostili e diffidenti. Tali e Qrex rimanevano in silenzio, guardinghi. Sembravano pensierosi. Shepard osservò un'Asari litigare con un commericante, accusandolo di applicare prezzi troppo alti alle merci, mentre lui ribatteva contrito che la Cittadella aveva aumentato le tasse e lui doveva pur pagarle. Per tutta risposta, l'Asari osservava che il commercio recava profitto, e i soldi per le tasse non mancavano. 
Il trio si allontanò, lasciando l'Asari infervorata alla sua discussione, e puntò dritto all'ufficio dell'amministratore Anoleis. 
Dietro a un bancone posto nell'atrio dell'ufficio, era in piedi, le braccia incrociate, Parasini.
- Desiderate parlare con Anoleis?
Shepard annuì.
- Aspettate un secondo. Amministratore Anoleis?-, chiese lei, attivando un microsofono.
- Cosa c'è? Cosa?-, chiese la voce irritata di un Salarian, con la solita parlata veloce.
- Il Comandante Shepard vuole vederla, signore.
- D'accordo, falla accomodare-, disse il Salarian, sempre irritato.
- Nessuno pare felice di averci qui. Sembra proprio che tutti ci siano ostili-, osservò Tali.
- Significa che nascondono qualcosa-, disse Wrex.

Entrarono nell'ufficio. Anoleis era seduto dietro la sua scrivania, con l'espressione mista tra la noia e la rabbia. Ma c'era anche qualcos'altro. Paura? 
Anoleis alzò lo sguardo verso di loro, risentito.
- Mi perdonerà se non mi alzo, non ho tempo da perdere con i vagabondi spaziali.
Shepard tentò di mantenere la calma, d'altronde la pazienza era uno dei suoi maggiori pregi. Tuttavia la voce sprezzante e piena d'odio del Salarian le aveva procurato una stretta allo stomaco non indifferente.
- Ha letto il mio stato di servizio, a quanto pare-, disse Shepard, pacata.
- Prima di iniziare un negoziato è buona regola approfondire la conoscenza del proprio interlocutore. Mere formalità, a mio avviso, sono disposto a collaborare solo perchè lo ha richiesto la commissione esecutiva. Le compagnie si stabiliscono qui solo per sottrarsi alle seccature delle leggi galattiche.
Di nuovo la sua parlata veloce e la sua voce insolente. Chi si credeva di essere? Solo perchè era un amministratore, non doveva trattare in quella maniera i visitatori, soprattutto Spettri. Non sapeva che far adirare uno Spettro poteva essere pericoloso? Fortunatamente, era approdata lei e non...
"Un momento", pensò Shepard, "Poco fa Wrex ha detto che probabilmente Anoleis nasconde qualcosa. E se fosse vero? Se nascondesse... La Matriarca Benezia è qui. E se Anoleis avesse legami con Saren? Si spiegherebbe il disprezzo nei miei confronti. Devo stare calma, non devo dare l'idea di sospettare di qualcosa, o manderò tutto all'aria. Dopo mi conviene parlarne con Wrex e Tali, e sentire anche cosa ne pensa Parasini".
- Sto conducendo delle indagini, è in gioco la sicurezza di tutta la galassia-, spiegò Shepard, mantenendo un tono neutro e diplomatico. 
Sentì Wrex borbottare che se fosse stato per lui, avrebbe risolto il tutto con il metodo Krogan. Shepard non era sicura di voler sapere in cosa consistesse tale metodo. 
- Bene, come al solito-, disse Anoleis, esasperato, -Non le consentirò di molestare i nostri clienti. Questo pianeta è proprietà privata.
- Da queste parti dovrebbe esserci una Matriarca Asari di nome Benezia. Ne sa niente?
Shepard evitò con cura di porre domande su Saren, sapeva che se lo avesse fatto, probabilmente Anoleis la avrebbe contrastata in tutti i modi, se ciò che pensava era vero.
- è arrivata qualche giorno fa con una scorta personale e molto equipaggiamento al seguito. Si è diretta alla vetta 15.
Anoleis non pareva sospettoso nel dire ciò,parlava di Benezia in modo naturale, quasi collaborativo. Che sospettasse dei dubbi di Shepard? O forse lei si era sbagliata sul suo conto?
- Cosa mi sa dire sull'equipaggiamento di Benezia?
- Erano container molto grandi e pesanti, tutti sigillati. Hanno passato il controllo armi, e per noi è stato più che sufficiente. 
Con quella frase pareva essersi incastrato. Benezia, una volta superato il controllo armi, era potuta andare sulla vetta 15 e aveva potuto vagare per la stazione senza problemi: nessuno si era chiesto cosa contenessero quei container, nessuno aveva pensato a controllarli, come di buona norma. Invece, al suo arrivo era stata controllata e veniva osteggiata, quasi tutti ce la avessero con lei. Che Anoleis fosse in combutta con Saren, o perlomeno con Benezia soltanto, appariva evidente. Ma allora come mai dirlo così, perchè non nasconderlo? Che Anoleis non fosse ancora al corrente di ciò che era accaduto su Eden Prime e di ciò che ne era scaturito? Oppure l'amministratore era innocente, solo sincero e arrogante, e tutti i sospetti di Shepard erano fuori luogo? Tuttavia, più ci pensava, più le pareva sospetto. 
- Perchè è venuta fin qui?-, chiese. Se Anoleis non avesse risposto, sarebbe stata la prova evidente che i suoi sospetti erano fondati. O forse no? Forse voleva essere riservato? Ma di fronte ad uno Spettro? ed era veramente a conoscenza dei piani di Saren? Quest'ultimo non era certo così stupido da diffonderli a destra e a manca. 
- Anche se lo sapessi, non sarei certo autorizzato a dirglielo-, disse Anoleis, agitando una mano, - Comunque è qui come delegata dell'agente Saren. è qui su richiesta della Binary Helix. Ci sono stati dei problemi alla vetta 15, che hanno rihiesto l'intervento di Saren.
Anoleis l'aveva spiazzata. Se all'inizio ciò che aveva detto non aveva fatto altro che confermare i suoi sospetti, dopo aveva placidamente parlato di Saren senza troppi problemi. Ma cosa c'entrava Saren con la Binary Helix? E a che gioco stava giocando Anoleis? O non stava affatto giocando? Shepard era sempre più confusa. 
- Cosa c'entra Saren con la Binary Helix?
- Semplicemente è uno dei maggiori investitori della stessa.
Quindi era così. Probabilmente Anoleis non era in combutta con Saren, che sapesse o meno di ciò che era accaduto era un mistero, ma probabilmente stava solo proteggendo un suo cliente, o meglio, i suoi affari. Non pareva certo il tipo di persona a cui importa l'onestà dei suoi clienti. 
- Devo vedere Benezia. Immediatamente.
Anoleis assunse un'espressione contrita.
- Temo non sia possibile-, disse, scuotendo la testa, - La vetta 15 è una struttura privata sui monti Skadi, e comunque su quella zona attualmente sta imperversando una bufera di neve. Le navette non possono decollare e tutti i mezzi terrestri sono inagibili. 
- Ha detto che ci sono degli accessi dalla superficie?
- Ho anche detto che sono inagibili-, disse Anoleis, sottolineando l'ultima parola, probabilmente era un tipo a cui non piaceva ripetersi, -Le strade sono impraticabili. Non insista, Shepard. 
- In tal caso, arrivederci.
- Bene, ho ricevuto un sacco di messaggi urgenti mentre ero qui a perdere tempo con lei.

Shepard e gli altri uscirono dalla stanza e si recarono da Parasini. 
- Il signor Anoleis non è l'unico ad avere un lasciapassare per uscire da Port Hanshan-, disse Parasini.
- Ti ascolto.
- Non ha mai lavorato nel mondo delle corporazioni, vero?
- Temo di no.
- Deve rassegnarsi davanti alla burocrazia. Si rivolga a Lorik Qui'in, si trova al bar dell'hotel. Non posso dirle di più: Anoleis ha orecchie ovunque-, disse Parasini.
- Chi è questo Lorik Qui'in?
- Il signor Anoleis non è l'unico ad aver un lasciapassare. Qui'in è il manager della Synthetic Insights.
- Grazie, davvero. Non sa quanto sia importante. 
Shepard e i suoi uscirono dalla stanza in fretta. l'Hotel si trovava dall'altra parte della stazione. Durante il viaggio il Comandante ebbe occasione di scambiare opinioni coi suoi compagni.
- Ho avuto l'impressione, inizialmente, che Anoleis fosse in combutta con Saren-, esordì.
- Può essere-, commentò Wrex.
- Io penso di no. Alla fine ha parlato di Saren, se fosse stato come tu hai pensato, non lo avrebbe fatto-, disse Tali.
- E se invece avesse voluto depistarci? Se avesse parlato di Saren per fugare ogni dubbio su di lui?-, chiese Shepard.
- Può essere. Ad ogni modo me lo sento, quel Salarian nasconde qualcosa-, disse Wrex.
- E Parasini non si fida di lui-, completò Tali.
- Cosa?-, chiese Shepard.
- Non ci ha aiutati solo per pietà. Anoleis ha orecchi dovunque. Una segretaria non direbbe queste parole. Pare che voglia difenderci da Anoleis, o lo tema in qualche modo-, spiegò Tali.
Non ci aveva pensato. Forse Parasini non era quello che sembrava essere.

Il Turian era seduto in disparte, osservava il suo drink con sguardo perso. Shepard si sedette accanto a lui.
- Lorik Qui'in? Mi hanno detto che potrebbe aiutarmi.
Il Turian la guardò.
- Lei è lo Spettro che è appena arrivato, giusto? A cosa può servirgli un vecchio turian?
- Sto cercando un modo per entrare nel garage. Devo andarmene da Hanshan. 
- Avrà bisogno di un lasciapassare. Che coincidenza. Sono il direttore della sede locale della Synthetic Insights, non so ancora per quanto. Il signor Anoleis ha chiuso il mio ufficio in cerca di alcune prove della mia presunta corruzione. L'amministratore è un uomo molto interessante, è diventato piuttosto ricco, dopo aver ottenuto il controllo diretto sugli affitti delle strutture di ricerca.
- Mi sembra una coincidenza molto strana. 
- Precisamente. io ho ottenuto le prove dei crimini di Anoleis e lui ha sguinzagliato i suoi mercenari nel mio ufficio per sottrarmele. Il suo obiettivo non è in questo spazioporto, mi pare di capire, ma credo che Anoleis non la lascerebbe andar via. Se riuscirà a recuperare le prove dal mio ufficio,  le darò un lasciapassare per il garage e una ricompensa in denaro.
- Mi sembra uno scambio equo.
- Forse bisognerà ricorrere alle maniere forti con gli uomini di Anoleis. Ha ordinato ai membri della squadra di sicurezza di Hanshan di rovistare nel mio ufficio. Li ha ingaggiati illegalmente, il Capitano Matsuo non è al corrente di questi straordinari fatti dai suoi uomini.
- Se si tratta di uccidere le guardie, temo di non poterla aiutare-, disse Shepard, - Qui rappresentano ancora la legge.
- è vero-, ammise il Turian, -Ma mi preme sottolineare che Matsuo non vuole che i suoi uomini facciano i mercenari.


Benezia osservò la Regina Rachni. Era così grande, maestosa. Il suo aspetto dignitoso le incuteva terrore e ammirazione. Lo stesso terrore e la stessa ammirazione che provava per Saren. Ammirazione o qualcos'altro? Lo aveva seguito per controllarlo, inizialmente. Poi... poi si era unita ai suoi ideali. O a quelli della Sovereign? C'era qualcosa in quella nave... No, ma cosa pensava? Quelli erano i suoi ideali. Sospirò. Forse per Saren non provava solo ammirazione. Era trascorso molto tempo dall'ultima volta in cui aveva provato qualcosa per qualcuno, qualcosa che non fosse mera simpatia o empatia, qualcosa che assomigliava seppur vagamente all'amore. Sapeva di non essere corrisposta, sapeva che era solo un'illusa, però lo sentiva nel cuore, nel leggero tremolio dei tentacoli non appena lo vedeva. Ciò che la aveva spinta a seguirlo, prima ancora degli ideali, era stata una fatale attrazione. D'altronde, si era sempre innamorata delle persone sbagliate, come il padre di Liara. Già, Liara. La sua piccola Liara, chissà cosa stava facendo. Chissà se era venuta a conoscenza di tutto. Saren diceva che avrebbero dovuto fermarla, i suoi studi erano troppo ingormbranti. Lo avrebbero potuto intralciare, e Benezia conosceva il buon cuore della figlia, e non voleva pensare a cosa sarebbe accaduto se lei avesse scoperto tutto, a cosa avrebbe fatto. Non voleva combattere sua figlia, l'unica persona che le voleva bene. Ma se Saren glielo avesse chiesto, lei lo avrebbe fatto. Non aveva altra scelta. O forse sì? Benezia scosse la testa velocemente. non voleva nutrire simili pensieri. No, non voleva.
Guardò di nuovo quel grosso ragno. Una volta la sua razza aveva procurato innumerevoli guai, una guerra lunga e logorante. Chiuse gli occhi. Saren si era fidato di lei a tal punto da inviarla lì. Forse provava veramente qualcosa? No, non era così. Non doveva sperarci.   
   
 
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