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Autore: akane 101    11/01/2016    1 recensioni
un sogno che si realizza,una realtà dubbiosa.Tutto dipenderà da Akane.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
KAMEN



Quel pomeriggio, Akane guardò con aria stufa e annoiata dalla veranda che dava al giardino, il cielo azzurro pieno di nuvole nel riflesso dell’acqua del laghetto.
“Che seccatura! Se né andato eppure ha già combinato un trambusto!” pensò tra sé.

Con la mente ripercorse gli avvenimenti della mattina.
Era andato tutto esattamente come aveva immaginato. Dall’annuncio della scomparsa di Ranma all’inevitabile seguito. Mancava solo lo scenario adatto: una stanza buia, un tavolo, una o due sedie e una lampada da scrivania accesa. Ma quello che conta in una scena sono i personaggi: l’effettivo o il presunto sospettato che veniva incalzato con le domande per far sì che confessasse tutto ciò che sapeva e chi lo interrogava, un poliziotto insistente e stressante. Ma ovviamente qui la polizia non era intervenuta in alcun modo e non centrava proprio niente, come era ovvio che tutto questo avvenisse semplicemente nella sala dove si riunivano per mangiare, lì davanti al kotastu circondato dai familiari.

-Avanti Akane! Fai uno sforzo! Devi pur avergli fatto qualcosa per farlo reagire in quel modo!- mormorò tristemente e speranzoso di una risposta suo padre.
-Insomma papà! Come devo dirtelo?! Non gli ho fatto proprio niente!!!-
Ecco, e ti pareva. Abituati alla solita vecchia storia dei due fidanzati più litigiosi di tutti i tempi, se succedeva qualcosa a uno di loro, l’altro doveva pur sapere il motivo perché sicuramente centrava eccome! Ed era allora inevitabile pensare che Akane sapesse il perché dell’allontanamento di Ranma! Per far tacere tutti quanti, lei avrebbe ardentemente voluto una magica sfera di cristallo. Fosse facile reperirla e saperla funzionare!
-Magari ha un piano in mente.- suppose Genma.
-Non posso ancora crederci! Il mio amato figliolo si è comportato in un modo così assurdo e così… villano! Il mio povero cuore di mamma soffre per questo!- sospirò di dispiacere Nodoka, cominciando a togliere ciò che foderava la sua spada.
I presenti sussultarono! Stava per avere un’altra ricaduta ed ormai, dopo tanto tempo dell’assenza dell’arma, si erano convinti che certe sue, diciamo tentazioni, fossero ormai ricordi del passato! Adesso mancava solo che, oltre alla scomparsa, si aggiungesse anche un omicidio o suicidio alla lista!
Genma intervenne sudando freddo.
-Ehm…Nodoka, ascoltami tesoro! Non fare così! Calmati e metti via la spada, va bene?-
-No Genma! Non ho nessuna intenzione di fermarmi!- la moglie gli puntò la spada non del tutto sfoderata all’altezza del viso di lui. –Quel che deve essere fatto, deve essere fatto! Sono sicura che l’avessi allevato anch’io, sarebbe diventato molto più maturo e responsabile! Niente e nessuno mi potrà separare da questa spada!-
Il padre di Ranma colse al volo il significato di quello che stava dietro alle parole: “È colpa tua e sarai tu a pagare le conseguenze con la tua vita!”. Perciò si rifugiò in una scappatoia.
-Ehm… senti! È vero, hai ragione, nessuno ti può costringere a separarti dalla tua spada, però lo sai che qualche volta hanno bisogno di una bella oliata? Eh… Ecco! Dalla a Kasumi che ci penserà lei, d’accordo?-
-D’accordo!- concordò Nodoka, rifoderando la spada e consegnandola a Kasumi. Di soppiatto, il marito gesticolò alla giovane che voleva dire “Falla sparire!!! Falla sparire!!!”, prima che se ne andasse.
-Però, il nostro Ranma è un farfallone… Aveva la possibilità di andare in Cina con una tipa e invece alla fine è andato via con un’altra chissà dove!- disse Nabiki, cercando di acconciarsi i capelli guardandosi allo specchio. –Niente da fare, li ho troppo corti per quello!-
-Bah, che faccia quello che gli pare!- sbotta noncurante Akane. –Se né andato trattandomi male e non spiegando perché!-
-È davvero molto strano! Di colpi di testa ne ha fatti tanti, ma questo non è affatto il suo stile! La cosa mi insospettisce. Ma tu, Akane, dopo tutti questi anni dovresti conoscerlo bene!-
-Le persone non se le conoscono mai abbastanza, Nabiki!- sentenziò la sorella.
-E comunque sia, anche se questo non lo potrò mai usare, credo che qualcosa valga se lo vendessi! La tipa mascherata ti ha fatto un bel regalo! Hei Kasumi! Siediti per un po' nel mio posto!-
L’oggetto in questione era uno spillone per capelli in legno e colorato, molto raffinato ed elegante, anche se troppo appuntito alla base.
-Macché regalo! Se non avessi avuto i miei riflessi, quello mi avrebbe infilzato un piede!-
Akane poi vide Kasumi accomodarsi al posto di Nabiki. Quest’ultima sciolse il fiocco della sorellona, prese la sua chioma e la unì in un solo pugno, la fece girare su se stessa e la arricciò dietro la nuca. Fissando il tutto col spillone.
-Accidenti a te Kasumi! Ti sta proprio bene! Ok, hai vinto, te lo regalerò!-
La sorellona si guardò allo specchio compiaciuta del risultato.
-Akane… pensaci bene! Devi pur avergli detto qualcosa che…-
-Ti ho detto di smetterla papà!!!-


-Hei gente! È venuta una persona in cerca di Ranma!-
Kasumi svegliò Akane dai suoi pensieri e dentro il resto della famiglia stettero sull’attenti. Chi poteva mai essere?
Ranze entrò in sala.
-Buongiorno a tutti!- mormorò evidentemente impacciata.
Ad Happosai brillarono gli occhi.
-Oooooh! Ma sei tu! Sei venuta a trovarmi, vero dolcezza? Avvicinati che ti do il mio personale benvenuto!- e si slanciò verso di lei.
Un suono di botte ed il vecchio finì precipitosamente spiaccicato in avanti sul muro di recinzione. Le crepe creatisi furono, anche stavolta, inevitabili.
La fanciulla, una volta aperti gli occhi, si trovò il braccio disteso e la mano stretta a pugno. Vide il vecchietto dov’era finito.
-Ops! Scusatemi per il muro…- disse dispiaciuta guardando i presenti.
-Accidenti! Che potenza in quelle braccia!- commentò Soun.
“Già! E dire che lei si definisce debole e indifesa!” pensò Akane con la faccia da ebete e con un gocciolone in testa.
-Tornando a noi, dicci chi sei.- parlò il capofamiglia.
-Certamente! Mi chiamo Ranze e sono quella ragazza che sarebbe dovuta andare in Cina con Ranma. Purtroppo lui non si è più fatto vedere e non capisco perché. Era quasi da un paio d’ore che lo aspettavo e se non poteva più venire sarebbe stato più carino farmelo comunicare in qualche modo. Non si fa così!-
-Beh, ecco… mi spiace tanto ma se Ranma non è venuto è perché non dipendeva da lui. Da quello che mi ha detto mia figlia, se né andato via stanotte.-
-Stanotte? E pur sapendo che dovevamo partire assieme?-
-Già, ed è venuta a prenderlo una ragazza.- intervenne Akane. –Ha preferito andarsene via con lei!-
-Una ragazza?- Ranze si irrigidì. –Che tipo di ragazza era?-
-Beh… Non c’è molto da dire: andava in giro con abiti neri, maschera bianca ed era armata di spilloni per capelli!-
La fanciulla si portò le mani sulla bocca e sbarrò gli occhi.
-Oh, no! Allora è proprio lei… Kamen!-
-Kamen?-
Quel nome passò attraverso le orecchie di tutti.
-E chi è? Tu la conosci, vero?-
-Kamen… Maschera… è una ragazza cui si parla tanto nel mio paese e non solo ma che nessuno aveva effettivamente prove della sua esistenza. Si dice che sia una fanciulla mascherata bellissima e misteriosa come la notte… ed anche molto ammirata e carismatica! Il suo segno distintivo è appunto uno spillone per capelli che usa come arma! Non avrei mai immaginato che potesse venire anche da queste parti! Cielo è terribile!-
-E cosa centrerebbe lei con Ranma?- chiese Nabiki.
-Pare che chiunque l’abbia incontrata, il malcapitato abbia fatto perdere le sue tracce proprio a causa sua! Kamen predilige le vittime maledette dalle sorgenti di Yuzen e…- Ranze fece una pausa. Poi proseguì con la voce un po’ incrinata dal timore. –Se è toccato a Ranma, la prossima… potrei essere io! Oh no!-
-Ma tu e Ranma siete fuori dalla maledizione!- disse Akane.
-E con questo? Che differenza vuoi che faccia per lei?- la guardò sconvolta Ranze.
-Ma lui… è andato via con lei con o contro la sua volontà? È possibile che sia stato in qualche modo ipnotizzato come tutti gli altri?- intervenne nuovamente Nabiki.
-Beh… Ditemi un po’: Ranma ha per caso successo con le donne?-
-Eccome se ne ha!- sorrise furbetta la sorella di mezzo. –Lo sa meglio Akane che ha dovuto vedersela anche con i corteggiatori maschi e la cosa la rende a dir poco furiosa, vero sorellina?- le fece l’occhiolino.
-Nabiki!!! Adesso piantala!- sbottò lei.
-Kamen col suo fascino unico e tutto naturale attira soprattutto il genere maschile, può darsi che in qualche modo ne sia stato stregato personalmente…-
-Mi sa che tu la stai valorizzando troppo!- Akane la fissò con occhi semi aperti.
-Io riporto solamente quello che ho sentito in giro!- si difese.
-Ranze…- parlò finalmente Nodoka. –Dimmi… Perché questa Kamen si è portata via il mio Ranma? Che gli vuole fare?-
-Ma… signora Saotome…- Ranze raccolse il suo coraggio per parlare. –Nessuno lo sa! Solo una cosa è molto probabile e sono costretta mio malgrado a dirvelo: Ranma non tornerà mai più a casa!-
I familiari furono sconvolti dalla rivelazione. Secondi di silenzio si abbatterono sulla stanza. Anche Akane era sconvolta, nonostante fosse ancora in collera con lui.

“Ranma non tornerà più a casa…”
Alcuni di loro pensavano davvero che facesse ritorno, prima o poi, anche perché qui c’era tutta la sua famiglia. Ma da ciò che ebbe detto Ranze fece un tantino crollare le loro convinzioni.
-Purtroppo è così. Cercate di farvene una ragione.- Ranze guardò comprensiva tutte le facce dei presenti. –Ora non ha senso che resti ancora qui. Non ho più niente da aggiungere. Col vostro permesso me ne torno a casa. Cerchi di farsi coraggio signora Nodoka!-
La mamma di casa si alzò verso di lei seguita da Genma versione panda.
-Abbi cura di te mia cara. Noi cercheremo di farci coraggio!-
-Oh, signora Saotome!- mormorò tristemente la ragazza e l’abbracciò in cerca di comprensione. –Spero che non portino via anche me!-
Nodoka era ancora turbata e preferì non dire niente. Si lasciò invece trasportare dalla fragranza del profumo dei capelli della giovane. Era così dolce e intenso, davvero piacevole.
Ranze si staccò dalla donna e guardò il panda. Abbracciò di scatto anche lui.
-Sei così morbido e di conforto!-
Genma rimase immobile e stupito. Estrasse un cartello che diceva “…?!”. Anche lui suo malgrado si ritrovò ad annusare quel profumo.
“Ma quella ha il vizio di abbracciare tutti quelli che le capita a tiro?” si ritrovò a pensare Akane con una faccia stupida.
L’ospite però non volle più abbracciare nessuno.
-Vado. Arrivederci. Mi auguro che non abbiate mai a che fare con Kamen anche voi.-
Kasumi l’accompagnò fino alla porta d’ingresso.


Anche se era di relativa importanza, non potevano sapere che sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbero vista. Come non potevano sapere che cosa sarebbe successo il giorno dopo.

   
 
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