Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: akane 101    11/01/2016    1 recensioni
un sogno che si realizza,una realtà dubbiosa.Tutto dipenderà da Akane.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 10
SCOPERTE



Avviandosi nella sua stanza preferita, il Signore degli incensi notò la porta aperta. Non era lui ad essersi dimenticato di chiuderla. Sapeva che l’unica altra persona che poteva averlo fatto era solo Kamen, la sua ultima cliente. Ed infatti eccola lì, intenta ad alimentare l’incenso del calderone. Era senza maschera ma con la tuta addosso. Notò immediatamente la sua aria concentrata nelle sue azioni. Sapeva quello che stava facendo e un po’ provò compassione per lei.

-È tutto inutile, ragazza mia! Credi che io non ci abbia mai pensato?-
-Io non voglio arrendermi! Deve esserci una soluzione per me! Deve!-
-Così facendo non otterrai granché! Allungheresti la tua vita solo di qualche minuto. Dovresti accontentarti di ciò che hai guadagnato finora. La tua vendetta è quasi compiuta.-
Kamen si concesse il lusso di interrompere le sue attività per guardarlo dritto negli occhi, per parlargli faccia a faccia, anche se lui aveva il volto nascosto da come era incappucciato. Sorrise mestamente.
-Certo. Andrà a finire come avevamo programmato. Ranma entro un paio d’ore si sveglierà. Tornerà esattamente come prima, verrà ancora perseguitato dalla maledizione della ragazza affogata. Si ricorderà chi è e della sua famiglia. Ma non si ricorderà della fidanzata, dei Tendo né tantomeno della vita che aveva condotto dopo l’incidente alle sorgenti di Yuzen. I suoi sentimenti verso Akane verranno cancellati dalla sua memoria, la ricorderà come una persona qualsiasi e basta. Si libererà dalla sua prigionia di quella stanza e se ne andrà lontano da questo paese con i suoi genitori, anch’essi dopo essere stati sottoposti al suo stesso trattamento. Nessun’altra ragazza riuscirà mai a conquistarlo, sarà mio per sempre. Tuttavia…- lo sguardo di Kamen si fece più duro. –Non voglio che la mia vita debba dipendere da quello là!- ed indicò il calderone. –Voglio vivere più a lungo! Voglio rimanere una presenza solida di questo mondo! Voglio l’indipendenza!-

Il vecchio sospirò in silenzio. In un paio di anni del suo operato, aveva richiamato al suo cospetto decine e decine di anime. Aveva conosciuto svariate storie, alcune simili tra loro, altre totalmente differenti e solo poche singolari come Kamen. Questi suoi clienti, però, si dividevano solo in due categorie: chi se ne andava accettando l’inevitabile e chi se ne andava insoddisfatto e pretenzioso. Kamen all’inizio aveva accettato la sua sorte già segnata agli esordi, ma quando il gioco si era fatto più intenso ecco che cambiava idea ed esigeva l’impossibile anche per lui.
-Non puoi farci niente. Lo avevo messo in chiaro fin dall’inizio: un incenso non può bruciare in eterno. Prima o poi si esaurirà, è il suo destino.-
Kamen fece per replicare, ma le sue parole morirono in gola. È inutile, il vecchio non avrebbe potuto aiutarla in nessun modo. Lei avrebbe dovuto rassegnarsi al suo crudele destino. Doveva andarsene via con la consapevolezza di aver ottenuto Ranma tutto per sé. Era una magra consolazione, purtroppo.
Non le restava altro che ritornarsene al suo lavoro e lo fece.


-Dunque licapitolando: Lanma se n’ela andato seguendo quella tipa maschelata così su due piedi ma non si sa se l’abbia fatto da cosciente o suggestionato. Fatto sta che ai signoli Saotome è successa la stessa cosa. E in più sospetti che l’altla tipaccia, Lanze, possa essele una complice. E se si conoscevano già in plecedenza, lui e questa… Kamen?-
-Io in qualche modo lo avrei saputo se fosse andata così. Ma non ha mai fatto nemmeno un accenno!- sospirò Akane.
-Comunque sia, non è che mi fidi tanto dei bambini. Ma fale un ultimo tentativo lo posso concedele. Spelo vivamente che questa sia davvelo la stlada giusta. Comincio a stufalmi!-
-Bene, stiamo camminando da un bel po’ Shampoo. Ora dove vorresti proseguire?-
Le due si fermarono. Davanti a loro c’era un’abitazione e potevano svoltare o a destra o a sinistra. Da dove erano potevano vedere che da entrambe le parti c’erano tante altre case che si estendevano per le vie.
-Allola andiamo a sinistla!- disse senza esitazioni la cinesina. –Questa stlada la conosco abbastanza. Ho fatto alcune volte delle consegne e so che a sinistla dopo le case c’è un vecchio edificio abbandonato. E ploplio pel questo ho una mezza idea.-
-Ho capito ciò che intendi! Se i signori Saotome sono stati rapiti, quello è il posto giusto: insospettabile e che non va nell’occhio!-
-Appunto! Non c’è nessuna galanzia che li possiamo tlovale ancola lì, ma come dice il plovelbio “Chi non lisica non losica”! Andiamo!!!-
-Sì!!!- e Akane seguì Shampoo mentre corse.

Dopo un po’, Shampoo si fermò e di riflesso lo fece Akane. Erano davanti ad una vecchia fabbrica di medie dimensioni, nel suo più totale abbandono. Vedendola dall’esterno sembrava ancora intera e buona per essere riutilizzata. Certo, bastava armarsi di pazienza e rivederla sia dentro che fuori, giardino compreso. Bisognava dare una bella riverniciata a quelle pareti ora di un bianco sporco dal tempo, cambiare quei serramenti rovinati ed alcuni privi di vetro, se non rotti. Il giardino poi avrebbe avuto bisogno di essere ripulito da tutte quelle infestanti erbacce e dai resti della fabbrica. Il basso muro di recinzione era privo di cancelli o di rete. C’era un cartello affissato alla porta, probabilmente la classica segnalazione di pericolo di crollo.
-Eccoci allivate! Adesso dalemo una contlollata all’intelno. Occhi bene apelti, mi laccomando Akane!- avvertì Shampoo.
Le due, dopo aver guardato con circospezione intorno per vedere se ci fosse stato qualcuno nelle vicinanze, superarono il muro e s’incamminarono verso la porta di metallo ancora fissata sui cardini. Il cartello incitava effettivamente a non penetrare lì dentro.
Shampoo tastò il nastro adesivo che incorniciava l’avviso.
-È stato messo di lecente!- sussurrò Shampoo. –Questo mi fa pensale che le mie supposizioni sono esatte. Entliamo e fai attenzione anche tu.-
Akane annuì per assentire.
La cinese appoggiò una mano sulla maniglia della porta e, guardando l’altra come dire “sei pronta?”, la aprì molto lentamente. La porta aprendosi fece un leggero scricchiolio che fece per un attimo arrestare le ragazze. Ma poi si fecero coraggio ed entrarono silenziosamente.

Purtroppo per loro, poco distante, il ragazzo che aveva dato loro un’informazione errata li aveva sorvegliate senza ovviamente essere visto. Utilizzando la stessa tecnica dei ninja, sparì lasciando dietro di sé una coltre di fumo che si dissolse lentamente nell’aria.
Un piccolo incensiere posto sopra una mensola vicino ad altri tre della medesima grandezza cominciò improvvisamente a sbuffare rumorosamente.
Kamen ed il vecchio, istintivamente, alzarono la testa verso la fonte del rumore.
-È un allarme. Qualcuno si è introdotto proprio in quella vecchia fabbrica!- interpretò lui.
-No!- urlò di rabbia Kamen. –Chi ha osato farmi questo affronto?!- la ragazza si alzò di scatto dalla sedia. –Il mio nascondiglio… Ho lasciato le mie cose lì dentro!!! Grrr… E dovevano proprio venire oggi, proprio il giorno in cui…- poi s’interruppe. Stare lì a brontolare, maledicendo il o la responsabile e basta, era solo uno spreco del suo prezioso tempo. Che fosse stato il classico ragazzino ficcanaso in esplorazione o un adulto sospettoso e comunque in cerca di guai, doveva controllare direttamente di persona! Appoggiò la maschera al proprio viso e raggiunto velocemente l’uscio della porta si voltò verso il vecchio.
-Per favore… Continua ad alimentare il calderone in mia assenza!-
Kamen vide il vecchio scuotere lentamente la testa in segno di non lasciar supporre tante speranze per un gesto che comunque sarebbe stato vano ed effimero. D’altro canto la ragazza se l’aspettava quella risposta da parte sua. Sapeva benissimo quale era il suo destino, ma desiderava che lui ubbidisse ugualmente alle sue richieste. Se avesse vissuto ancora più a lungo, sarebbe stata felice. Ora doveva correre, correre per difendere se stessa e ciò che le apparteneva.

Le ragazze chiusero con altrettanta silenziosità e con un certo nervosismo la porta. Essendo ancora pomeriggio, il sole attraverso una finestra illuminava il corridoio, scoprendo com’era strutturato l’edificio, almeno per qualche tratto. Davanti a loro, a circa due metri di distanza, c’era un muro ed alla loro destra tre porte

… e davanti a loro c’erano due scelte: andare subito a destra, scegliere alla cieca una delle tre porte ed esplorare il contenuto delle stanze che nascondevano oppure svoltare a sinistra. Una strada piuttosto lunga che, vista per come si estendeva e stando a come la luce esponeva tutt’intorno, conduceva ad altre stanze, bastava attraversare quel largo spazio dove una volta vi erano esposti i macchinari.
-Io vado a destla, tu dall’altla palte!- impose Shampoo.
-Ma perché invece non ci andiamo insieme? È meglio stare unite, non si può mai sapere quali trappole ci sono lì dentro… certo, sempre se ci sono. Tu da sola potresti anche non farcela!-
-No, Akane! Non c’è tempo da peldele, Lanma potlebbe avel subito bisogno ulgentemente d’aiuto. È inutile andalci insieme e magali non tlovale nulla! Pelciò io comincelò da questa palte!-
-Ma Shampoo…- provò a protestare Akane.
-Ok, pel tlanquillizzalti falemo così: se non tlovassi ploplio niente lì dentlo, collelò subito da te! Chialo? Sei contenta?-
L’altra ragazza si rassegnò.
-E va bene. Forse hai ragione. Ma raggiungimi presto mi raccomando! Questo posto non mi piace!- e si voltò verso sinistra.
-Ovvio che lo falò! Tutto pel il mio amole!- Shampoo voltò le spalle ad Akane e sul suo viso si dipinse un’espressione beffarda. “Eheh! Sciocca cledulona! Se ploplio qui c’è Lanma, avlò l’occasione buona pel stale da sola con lui a coccolalci in santa pace. Alla tua faccia!”

Entrambe le ragazze si mossero nelle direzioni stabilite. Akane non era certamente tranquilla. Camminava cautamente voltando lo sguardo a destra e a sinistra sempre sospettosa per via di qualche trappola nascosta e sempre allerta in caso di nemici. Eppure sembrava che non ci fosse proprio niente in quel grande spiazzo, l’illuminazione che l’avvolgeva aiutava in qualche modo a tranquillizzarla un po’. Pareva che le uniche cose che cerano erano la polvere, le ragnatele, delle travi di legno, qualche pezzo di stoffa e altri piccoli resti che parlavano di quello che doveva esserci stato una volta. Coraggio, mancava poco ormai a quelle altre porte…

La cinesina si avviò verso destra con passo sicuro, pronta a passare all’azione e con una certa faccia tosta… l’esatto contrario di quell’altra, insomma. Tra le tre porte di legno, scelse di valicare quella centrale. Girò la maniglia e per sua fortuna scoprì che non era chiusa a chiave… beh, problema da poco, le sarebbe bastato un secondo per sfondarla con un calcio!
Davanti a lei c’era un piccolo corridoio che svoltava da entrambe le parti. Tese le orecchie. Non sentì nulla. Si appoggiò contro la parete e cominciò a strusciare verso sinistra. Voltò la testa e vide che da una parte non portava a niente, ovvero era una stanzetta di pochi metri quadri. Shampoo però vide che davanti a sé, dove prima era la destra, c’era un’altra porta. Aprendola scoprì una stanza più grande. Vi erano un vecchio tavolo, qualche scatolone e tra qualche altra cianfrusaglia trovò qualcosa di molto più interessante alla sua sinistra.
-Lanma!!!- esultò.

Akane si fece coraggio e afferrando la maniglia della porta con decisione la spalancò. Poi si calmò. A parte vecchi scatoloni, non c’era niente, quella stanza, pur essendo grande, non aveva altre vie. Ecco, anche la terza stanza era stata esplorata e non aveva portato ad alcun esito. Se davvero i Saotome erano proprio da queste parti, doveva dire che la sua deduzione lasciava molto a desiderare! Indietreggiò e chiuse la porta.
Ormai si convinse che tutto questo era solo una perdita di tempo. Chi poteva dire che loro erano effettivamente qui? Erano solo supposizioni, quella famiglia poteva essere benissimo lontana da quel posto. Non vedeva l’ora di andarsene ma non voleva farlo col rimpianto di non aver provato a curiosare nelle altre stanze. E poi era per orgoglio; chi voleva sentire le prediche di quella odiosa di Shampoo? Le avrebbe dato della vigliacca, facendosi tante arie di superiorità, con la conseguente ramanzina che non si sarebbe fatta attendere a lungo, che buona occasione di farsi prendere in giro!
“Proviamo con questa! E vada come vada!”
Provò con la porta accanto. La aprì lentamente. Spalancò gli occhi. Laggiù, illuminati dalla luce del tardo pomeriggio c’erano i signori Saotome! Erano seduti per terra, legati assieme schiena contro schiena con un’unica corda, in fase dormiente o quasi, sotto quell’unica finestra chiusa che c’era e vicini a loro vi era esposta un incensiere che fumava.
Incerdula, sorpresa, sollevata e felice si precipitò subito da loro per verificare se stessero bene.
-Signora Nodoka! Signor Genma! State bene?-
S’inginocchiò e li scosse. Non aprirono gli occhi, non fornivano alcun stimolo verbale ma Akane constatò che almeno, fortunatamente, respiravano. La sua attenzione si concentrò poi su una vecchia tenda polverosa di color arancio sbiadito che divideva quella stanza ad un’altra attigua. La ragazza si alzò con decisione e sicurezza. Qualcosa le diceva che Ranma era proprio dietro quella tenda. Ed era certa che non si sarebbe sbagliata stavolta! Si sentì infondere tanto coraggio. Una volta davanti la tirò.
Lo cercò velocemente con gli occhi. E lo trovò!
-Ranma!!!-

-Lanma!!! Elo sicula che ti avlei tlovato io!!!-
Shampoo era talmente felice che saltò dalla gioia. Il suo Ranma era lì, appoggiato alla parete, seduto, tranquillo e con gli occhi chiusi. Averlo trovato dava la prova che le sue deduzioni erano esatte; chissà, forse sarebbe potuta diventare una buona investigatrice! E “dulcis in fundo” era tutto per lei! In barba ad una certa persona… Ah, già vero, Akane! Oh beh… lei avrebbe aspettato! Altre cose ora avevano la precedenza!
-Oh, Lanma amole! Ti aiutelò ad uscile da questo postaccio! Ma plima è giusto che abbia la mia melitata licompensa! Un bacio appassionato dalla plincipessa al suo bell’addolmentato!-
Shampoo si piazzò davanti a lui, si mise in ginocchio, mise le mani sulle braccia di lui e si avvicinò per baciarlo e…
POOF!
Ranma improvvisamente scoppiò, lasciando al suo posto una nuvola di fumo. La cinesina istintivamente indietreggiò, capendo che si trattava di una trappola. E poi… quel fumo, solo respirandolo incominciava a farla stordire…
-La polta! Devo uscile di qui!-
Si precipitò in fretta e furia, ma qualcuno dall’esterno fu ancora più rapida di lei che pensò di bloccarla a chiave. Dopo qualche tentativo di tirarla verso di sé, Shampoo si arrese.
-Mi sento semple più debole…-
-La strada più corta non è sempre la più comoda, vero? Ora te ne starai lì dentro buona per un po’! Quella è la stanza riservata ai ficcanasi come te! Buona permanenza, mia cara!- disse Kamen, poi si allontanò soddisfatta. Ma ora aveva come un brutto presentimento. –Ho la sensazione che quella lì non fosse venuta fin qui da sola. Anzi, ho un fastidioso sospetto che devo colmare.- e corse.

-Ranma! Ranma!-
Akane non riusciva a crederci! Aveva indovinato, era proprio lui, lì dentro! Corse da lui, felicissima di vederlo dopo tanto tempo! Non aveva mai pensato che potesse mancargli così tanto! Ma perché era messo in stato d’incoscienza, perché era legato? Perché lui e i suoi genitori erano prigionieri lì dentro? E quegli incensieri accesi a cosa servivano? Scosse anche lui, chiamandolo, ma nulla. Respirava e basta.
“Kamen… Si può sapere che cosa vuoi dai Saotome? Come sei riuscita a condurli fino a qui?” si trovò a pensare la ragazza. Di striscio aveva notato un tavolo con degli oggetti sopra. Ora era giunto il momento di saperne di più.
Si alzò e vi trovò un mucchio di oggetti interessanti. Una candela con accanto una scatoletta di fiammiferi. Delle bottigliette. Una boccetta di profumo, la cui etichetta diceva “profumo ipnotico”. Un’altra scatola più lunga e più stretta, dentro vi erano riposti un paio di occhiali da vista e un paio di lenti colorate. Occhiali di una montatura comune, eppure… Un sacco nero vi era disposto su una sedia. Vi guardò il contenuto. Non doveva essere sorpresa, in fondo aveva avuto sospetti, ma tra il pensare una cosa e poi scoprire che era proprio vera, lo divenne. C’erano un vestito lungo, una fascia, alcune cose per il trucco ed una parrucca nera coi riflessi verdi! Tutti gli accessori che erano serviti per essere Ranze! E per calarsi nei panni di una persona che in realtà non esisteva, poteva averlo fatto solo un’unica persona!

-Akane Tendo! Tu, brutta ficcanaso! Impara ad non impicciarti nelle cose che non ti riguardano!!!-
La ragazza non sobbalzò davanti ad una tipa che piombò all’improvviso in quella stanza, né si fece intimorire dal tono duro da lei usato. Semplicemente se l’aspettava. Ed era pronta a tenerle testa!
-Kamen.- disse fermamente.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: akane 101