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Autore: EMGINO1923    11/01/2016    0 recensioni
"Emma aveva sempre pensato che a lei non sarebbe mai successo, ad Armida certo, forse ance a Elsa ma non certo a lei. Invece quel pomeriggio..." Emma è solo un personaggio, di questa storia, forse il più coraggioso ma non quello che muove i fili, il burattinaio è dietro il sipario ma conosce il futuro delle persone coinvolte...buona lettura!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Emma guardò la sua immagine riflessa nello specchio macchiato di umidità, era indecisa se urlare o mettersi a ridere.
Non poteva essere che tutto questo succedesse proprio a lei!
Lei che aveva riso di Pia, l’aveva presa in giro, denigrandola, chiamandola smidollata, l’aveva fatta scappare piangendo. E ora la stessa cosa stava succedendo a lei: non poteva essere, c’era qualcosa che non capiva. Si sedette sul vecchio letto di ragazza, le reti cigolarono, Emma indispettita premette ancora di più, con forza, al letto sfuggi un lungo lamento.
C’era qualcosa che non riusciva a capire, un passaggio di quella storia che le sfuggiva, si costrinse a ripensare all’accaduto, con calma cercando di vederne  tutti i passaggi.
Tutto era cominciato il venerdì precedente, quando Emma passando col secchio colmo, davanti a casa di Teresa, fece un breve cenno del capo, questo fu il saluto che riservò alla vicina. Non gli stava per niente simpatica: era di mezza età, con il viso incartapecorito dal sole, ma non era per questo che cercava, quando possibile, di evitarla, era quella specie di sorriso sbilenco che la donna riservava a tanti, soprattutto alle ragazze come lei.
Attempata, ecco l’aveva detto, lei era una ragazza attempata, di quelle che hanno già perso le migliori occasioni, forse hanno perso tutte le occasioni!
Teresa la chiamò con un cenno della mano, lei fece finta di non vedere, mentre stava entrando in casa la raggiunse la voce profonda della donna. Emma si girò restando sulla porta e, con l’espressione del viso, chiese cosa volesse. Teresa ridacchiando le disse: “Quando hai un minuto Emma passa da me che ti devo parlare.” Emma fece di si con la testa, pensando tutto il contrario, figurati se lei andava a casa di quella, ma neanche ci pensava!
Poi tutto era successo con una velocità incredibile: in cucina vide sua madre che tirava fuori dalla cassapanca tutti i rotoli di stoffa che aveva  messo da parte negli anni. Un tempo erano bianche quelle stoffe ma adesso una leggera patina giallina li rendeva come ciechi. Al momento neanche ci fece troppo caso, le venne solo in mente che quei rotoli sembravano gli occhi di sua nonna velati dalle cateratte e, inconsapevolmente, sorrise. Dopo pochissimo arrivò suo padre. E quello cominciò a sembrarle davvero strano, mai il vecchio rientrava prima del tramonto del sole, nemmeno quando le mucche nella stalla chiedevano, muggendo, di essere accudite, mai. Invece eccolo, un po’ curvo, arrivare dal campo entrare in casa e avvicinarsi a lei.
 
 
 
 
   
 
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