A primo impatto l’isola si mostrava ospitale. Gli alberi rigogliosi, le foglie luminose e i fiori profumati rilassavano gli occhi e lo spirito. Era un isola angelica, ma la ciurma sapeva, esperienza frutto di molto tempo di navigazione, che non bisognava mai giudicare un isola soltanto dalle apparenze.
La spiaggia bianca si estendeva per chilometri; loro approdarono in un punto non meglio definito della costa. Il log pose doveva avere il tempo di registrarsi, quindi decisero che nel frattempo, per evitare guai, un piccolo gruppo sarebbe andato a perlustrare la zona alla ricerca di un villaggio, mentre l’altra parte della ciurma sarebbe rimasta sulla Sunny a fare la guardia.
Il gruppo che sarebbe andato in esplorazione era composto da Rufy – troppo curioso per restarsene buono al proprio posto -, Zoro, Robin e Chopper.
Questi scesero dalla nave, chi in preda all’emozione e chi non particolarmente entusiasta.
- Ricordate: niente disastri! – bacchettò Nami, conoscendo l’abilità dei compagni nel mettersi nei guai. Rufy rise, tranquillizzandola senza darle troppo peso.
- Rufy, Zoro, Chopper! State attenti che a Robin non succeda niente! – si raccomandò Sanji.
- E non fate infuriare i mostri di quest’isola! – gridò Usopp, tremando solo al pensiero dei possibili fantasmi.
- Mostri?! – sussultò Chopper, spaventato quanto l’amico, mentre la voglia di ispezionare la zona gli passò in una manciata di secondi.
E mentre la piccola renna si avvicinava a Robin per sentirsi al sicuro, il gruppo partì. Appena i quattro amici sparirono nella boscaglia, anche gli altri si rilassarono ed iniziarono a compiere le proprie faccende. Franky controllò che la nave stesse bene e che non avesse ammaccature, Usopp iniziò a costruire qualche congegno strano, Sanji iniziò a preparare il pranzo e Nami, sul ponte della nave, osservò le cartine disegnate finora.
In silenzio, aspettarono il ritorno dei compagni. Solo dopo aver avuto qualche informazione sull’isola avrebbero potuto regolarsi di conseguenza, perciò quelle ore di attesa erano ore per lo più perse.
All’ora di pranzo i quattro amici non si erano ancora fatti vivi. Scrutando l’inizio del bosco, Nami si rabbuiò. Quanto ci mettevano a tornare? In un’isola che sembrava disabitata, così calma che si sarebbe sentito qualsiasi rumore sospetto… Che avevano trovato di così interessante da ritardare il loro ritorno? Perfino Rufy, che a quell’ora probabilmente stava crollando a terra dalla fame, non si era presentato reclamando cibo.
- Che facciamo? – chiese Sanji, indeciso se portare le pietanze a tavola o aspettare.
- Intanto mangiamo noi, poi quando arriveranno mangeranno loro. – rispose Nami categorica, coprendosi gli occhi dal sole. – Potrebbero metterci ancora tanto. -
Sanji annuì, con qualche parola dolce per la sua amata, e sparì in cucina.
Franky ricomparve sul ponte, i suoi passi suonarono come fruscii sull’erba.
- Vuoi che li vada a cercare? – chiese, indirizzato a Nami. Lei fece di no con la testa, voltandosi verso di lui.
- Hai mai sentito parlare di quest’isola? – gli chiese. – Jai Island. -
Lui disse di no. – Però… - ci ripensò un attimo dopo – sulla rotta maggiore è famosa una leggenda che parla di un certo Prince Jai. E’ piuttosto misteriosa come storia, dice che dopo anni di navigazione questo “principe” si fermò in un’isola e che lì rivisse tutte le avventure che aveva vissuto fino ad allora. Potrebbe essere collegato…? –
Nami non rispose, e ripensò alle parole di Franky mentre entrambi si avviavano verso la cucina. Una volta dentro raccontò la leggenda anche a Sanji e a Usopp, e ne discussero insieme.
- Ma in che senso rivisse tutte le avventure..? – si chiese pensieroso Sanji.
Usopp era tutto un tremito. – Fuggiamo! – esclamò. – Non voglio rincontrare tutte quelle persone spietate spaventosamente forti! Aspettiamo il ritorno di Rufy e gli altri e ce ne andiamo! –
- Idiota, dobbiamo aspettare che il log pose si registri, altrimenti non ci possiamo rimettere in viaggio! – disse Nami, scrutando l’oggetto che aveva al polso.
- Aspettiamo di sapere cosa hanno scoperto gli altri, e poi decideremo il da farsi. – propose razionalmente il carpentiere, ottenendo il consenso della navigatrice.
Arrivò presto l’ora di cena, e ancora non si scorgeva nessuno sulla soglia della foresta.
Nami, con Usopp al seguito, attendeva i compagni seduta sorseggiando un drink preparato da Sanji.
- Cosa dovremo fare? – chiese il cecchino, iniziando ad avvertire la brezza fresca della sera.
- Ci conviene mandare qualcuno a cercarli. – propose Franky.
- E se poi anche questo sparisce come gli altri? – rabbrividì Usopp, al pensiero.
- Sanji! – chiamò Nami, con tono deciso. Appena lui comparve, felice di essere chiamato dalla sua amata, lei diede ordini. – Vai a cercarli, ma non immergerti troppo. Appena vedi qualcosa di strano torna indietro e riferiscicelo. -
Lui accettò di buon grado l’ordine, e con un balzo fu giù dalla nave.
- Franky, Usopp, se succede qualcosa a Nami ve la vedrete con me! – minacciò, prima di avviarsi.
Gli altri due lo incitarono ad andare senza perdere tempo in chiacchiere inutili. Così anche lui sparì in mezzo a quel misterioso intreccio di alberi.
- E ora non ci resta che aspettare.. – sospirò la rossa, osservando il tramonto rosso fuoco che si stava dipingendo sull’orizzonte.
- Secondo voi, Sanji tornerà? – chiese Usopp, con tono serio, come se stesse preannunciando la morte del compagno.
- Certo che tornerà, idiota! – esclamò Franky, guardandolo male. Poi si rivolse a Nami. – Come va il log pose? Ancora niente? -
Lei fece di no con la testa, a braccia incrociate.
- Che c’è Nami? – chiese Usopp, guardandola perplesso. – E’ da prima che ti vedo accigliata. -
- Sto ripensando alla leggenda che ha detto Franky, credo di averla già sentita anche io. -
- Era una leggenda piuttosto famosa, non ci vedrei niente di strano. – disse il carpentiere.
Lei annuì. – Però penso di essermi dimenticata qualcosa di importante, a riguardo… Mi sembra incompleta, credo di conoscerla in modo più approfondito. – spiegò, scrutando l’orizzonte alla ricerca di ricordi.
Gli altri rimasero muti qualche secondo, poi Usopp si fece sentire col tono da codardo tipicamente suo. – Sicuramente qualche particolare raccapricciante! –
Gli altri due non fecero in tempo a ribattere, che una voce si fece sentire dalla riva. Tutti si sporsero per vedere chi fosse, e scorsero Sanji in piena lotta con una radice in cui stava inciampando.
- Trovato qualcosa? -
Il cuoco fece qualche metro, e gridò per farsi sentire.
- Degli altri neanche l’ombra, ma se ci si inoltra nella foresta si riesce a scorgere un castello! -

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Ciao a tutti, e grazie per aver letto questo primo capitolo!
Che posso dirvi riguardo a questa fic? Mi è venuta l’ispirazione, e non sono riuscita a metterla a tacere. <3 Ci saranno coppie, anche se in realtà sono ancora un po’ indecisa su quali. La principale protagonista penso sarà Nami, da sua fan non riesco a metterla in secondo piano. Per quanto riguarda il nome dell'isola... Sono in piena febbre da Slumdog Millionaire, e adoro la canzone della fine, che si chiama per l'appunto Jai Ho. La prima parola significa "vittoria", mi e subito piaciuta e... Beh, eccola qui!
Spero che l'inizio della fiction vi piaccia, continuate a seguirmi!