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Autore: _Atlas_    11/01/2016    5 recensioni
Dopo aver confessato al mondo intero la sua vera identità, il miliardario più famoso d'America decide di lasciarsi alle spalle i guai imminenti e di partire verso l'Europa, trascinando con sè anche la sua fidata assistente.
"Senta, mi sembrava di essere stato chiaro: quando torneremo a casa mi occuperò personalmente di tutta questa faccenda, glielo prometto. Ma adesso lasciamoci tutto alle spalle: Iron Man, la conferenza, le Industrie...solo io e lei per qualche giorno. E Roma."
[Post-Iron Man]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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2.

Un americano a Roma





Quando Virginia si chiuse alle spalle la porta della camera, rimase estasiata.
Tony Stark era sì un uomo egocentrico e presuntuoso, spesso irritante e intrattabile, ma in fatto di gusti davvero non gli si poteva rimproverare nulla.
La stanza era arredata con eleganza, in uno stile che richiamava sia il moderno che il classico, quel giusto compromesso che Pepper aveva sempre gradito molto.
Abbandonò la valigia ai piedi dell'enorme letto matrimoniale e si avvicinò al terrazzo che affacciava sulla via principale del centro. Osservando meglio, Pepper riconobbe in lontananza la scalinata di Piazza di Spagna e nonostante tutto pensò che non fosse poi così male trovarsi dall'altra parte del mondo in un momento come quello.
Prendersi una pausa dopo gli ultimi avvenimenti l'avrebbe aiutata ad affrontare meglio ciò che l'attendeva a casa e quindi tanto lavoro e ben poco relax.
Un improvviso toc toc la riportò alla realtà, ricordandole che essere in vacanza con Tony Stark non avrebbe mai potuto offrirle tutto il relax di cui avrebbe avuto bisogno.
Sospirò aprendo la porta e se lo trovò proprio davanti: sorriso a trentadue denti e sguardo pieno di sè.

"Le piace, non è vero?" le domandò sbirciando alle sue spalle per osservare la stanza.

Pepper alzò un sopracciglio e incrociò le braccia sotto al seno.

"Faccia pure l'indifferente, si vede lontano un miglio che è soddisfatta. Scommetto che ha già testato il materasso, è abbastanza soffice per lei?" insistette l'uomo.

"Tony..."

"Se non gradisce posso fare lamentele al personale, sa che adoro farlo."

"Tony."

"Il bagno l'ha visto? Le saponette sono straordinarie, le ha sentite? Ne ho già messe due in valigia, per non parlare degli asciugamani..."

"Tony!"

"Avanti, mi dica che le piace!" la supplicò infine.

Pepper sbuffò, ripensando a tutta quella riflessione sulla pausa lavorativa, sul relax e sulla concentrazione.
Già, concentrazione. Grazie al cielo riusciva sempre a conservarne un po' per sopravvivere a circostanze come quella.
"Mi piace, va bene?" esclamò seccata "E' tutto bellissimo, Tony: le tende, i mobili, il pavimento, il letto che no, ancora non ho avuto modo di provare. E' tutto meraviglioso e mi creda, lo sarebbe ancora di più se mi lasciasse almeno dieci minuti di privacy. Che ne dice?"

L'uomo la osservò imbambolato per qualche istante, giusto il tempo necessario per realizzare qual era stato il vero motivo che lo aveva spinto a bussare alla sua porta.
"Ehm, certo. Giusto. In realtà ero venuto per dirle...devo andare a sbrigare una commissione. Importante."

"Adesso? Qui?"

"Sì, più o meno. Sono anche in ritardo, veramente. Sarò di ritorno tra un'ora, mi aspetti nella hall."

Pepper lo vide allontarsi sgambettando qua e là come un bambino felice e non si chiese nemmeno che tipo di commissioni urgenti dovesse sbrigare proprio a quell'ora nel pieno di centro di Roma.
Richiuse la porta e una volta sola si lasciò sprofondare sul letto, realizzando che sì, il materasso era decisamente confortevole.

*

Un'ora e cinque minuti più tardi, Pepper sorseggiava un caffè espresso nella hall dell'albergo. Dopo un'ulteriore riflessione circa la dubbia moralità di quella vacanza, alla fine era riuscita a considerarsi non più arrabbiata con Tony, bensì tollerante, complice nel cambio d'opinione anche un lungo bagno rilassante al profumo di lavanda (e a proposito, le saponette erano davvero straordinarie).
Virginia era talmente rilassata in quel momento che non si scompose più di tanto nemmeno quando Tony Stark si presentò dall'altro lato della strada strombazzando qua e là in sella a una Vespa.

"Era questa la commissione importante di cui doveva occuparsi?" gli chiese stupita raggiungendolo sulla strada.

Tony si ravviò i capelli e si tolse i Ray-Ban sistemandoli nella tasca interna della giacca.
"Esatto. Le piace?"

"A cosa le serve?" lo ignorò Pepper incrociando le braccia sul petto.

"Per girare in città, mi sembra ovvio! Come facevano Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane"

Il commento lasciò Pepper piacevolmente sospresa: "Sta scherzando? Ha davvero visto quel film?"

"Già. Fa parte del bagaglio culturale lasciatomi in eredità da mia madre, insieme al pianoforte in salotto e ai tre volumi della Divina Commedia conservati in qualche angolo della casa. Mai aperti" spiegò sorridendo "Comunque, il modello della Vespa è proprio quello che si vede nel film: una 125 Farobasso verde metallizzato. Che ne dice?"

Pepper non potè fare a meno di sorridere e sfiorò con le dita la superficie dello scooter.
"Vuole davvero spostarsi per le vie di Roma con questa?"

"Certamente"

"E' sicuro di saperla guidare? Le cose sono un po' cambiate dal 1953" gli fece notare, non osando immaginare il caos in cui da lì a poco sarebbero finiti.

"Andiamo Pepper, è come guidare una bicicletta!"

*


Virginia pensò di aver preso troppo seriamente la questione della tolleranza. Un conto era seguire Tony Stark per una vacanza a Roma in un momento abbastanza critico per la vita di entrambi; un conto era lasciarsi convincere a vagare per le strade della città in sella a una Vespa con Stark alla guida.

"Potts, secondo lei che significa "te possin'ammazzà!" ?!" le urlò Tony sfrecciando in direzione Piazza Venezia, davanti a loro la maestosità dell'Altare della Patria.

"Non qualcosa di positivo, immagino. Potrebbe fare più attenzione alla strada, per favore?!" ribattè nervosamente lei, appigliandosi al busto dell'uomo come avrebbe fatto un koala con una pianta di ecaulipto.
Tony invece sembrava essere a proprio agio. Certo, guidare una Vespa per le vie di Roma non era di sicuro una delle sue abilità più grandi, ma a giudicare dalle sue risate si stava divertendo un mondo.

"Tony rallenti, la prego!" farfugliò Pepper lottando contro il vento che le aveva portato in bocca qualche ciocca di capelli e che le aveva pericolosamente alzato il vestito blu che indossava.

"A BELLA!!!" gridò un giovane sfrecciando in auto accanto a loro e puntando lo sguardo sulle gambe semiscoperte di Pepper.

"Oh, questa credo di averla capita" commentò lei a bassa voce arrossendo furiosamente.
Fu costretta tuttavia ad ammettere che, sebbene la confusione e i modi di fare delle persone non erano più quelli del 1953, la città era incantevole proprio come l'aveva sempre immaginata e che, anche quella volta, aveva fatto bene a seguire l'ennesima stravagante idea del suo capo.


* * *


Quattro giri della piazza e un mancato incidente più tardi, Virginia aveva in definitiva abbandonato l'idea della tolleranza ed era assolutamente e incondizionatamente fuoriosa con Stark.

"Mi chiedo come le sia venuto in mente! Andare a quella velocità...per poco non ci ammazzavamo!" gli urlò gesticolando in modo incontrollato.

Avevano parcheggiato la Vespa nei pressi di una Piazza di Spagna gremita di gente e Tony pensò che in effetti Roma mancava nella sua lista personale di città in cui aveva ricevuto sfuriate da parte di Pepper. Scrollò le spalle e si avvicinò di qualche passo alla donna.
"Le ho già chiesto ampiamente scusa, mi pare. Ora, se non le spiace, ci terrei a passare il resto della giornata senza litigare, chiedo troppo?"

Pepper sgranò gli occhi "Parla come se fosse colpa mia! E' stato lei a..."

"Che palle!" borbottò Tony "E' stata colpa mia, gliel'ho già detto mille volte! Le sto solo chiedendo di lasciar perdere per una volta e di rilassarsi! Di cosa ha bisogno, di un massaggio? Posso rimediare. Oppure di un bel bagno in vasca idromassaggio? Quando arriviamo in albergo..."

"Oh, per favore! Crede di comprarmi così? Vorrei solo che..."

"Cosa? Me lo dica, vedo che posso fare"

"...che lei fosse più responsabile. Che fosse meno incosciente o...deve sempre cacciarsi nei guai" disse abbassando di colpo il tono di voce e assumendo un'espressione delusa.
Tony deglutì e la guardò spaesato, non riuscendo a comprendere fino in fondo la sua reazione. Non era di certo la prima volta che lo rimproverava per essere stato troppo avventato, eppure aveva percepito qualcosa di diverso nel suo tono di voce.

"Senta...mi dispiace. Dimentichiamoci tutto: siamo a Roma, troverò il modo per farmi perdonare" disse abbozzando un sorriso.

Pepper sospirò e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio "D'accordo."

"Le va un gelato?"



NdA
E niente...la vacanza vera e propria è iniziata.
Il modello della Vespa è davvero quello presente nel film con la Hepburn e mi piaceva l'idea che Tony e Pepper girassero la città proprio come accade nel film, tanto più OOC di così non posso andare :P
Il titolo del capitolo invece riprende quello di una commedia del 1954 con Alberto Sordi.
I prossimi capitoli arriveranno presto, nel frattempo spero di riuscire ad aggiornare Sinfonia d'Inverno!
Alla prossima,
_Atlas_

 

   
 
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