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Autore: Rebecca04    11/01/2016    7 recensioni
[Scritta a quattro mani con MissisMalfoy (dentro trovate scritto _Alexa_ perchè ha fatto richiesta per cambiare nome)]
Merlin giovane universitario è stato costretto da ormai un anno ad abbandonare gli studi per cercare lavoro.
Trovato un annuncio per un lavoro ben remunerato come babysitter si presenterà alla casa dell’ombroso Arthur Pendragon per badare alla piccola Morgana.
Nessuno dei tre potrà immaginare quanto la loro vita cambierà da questo incontro.
(Revisione in corso)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao a tutti!
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate o preferite!
Un bacione a chi ha recensito!
Ricordo che la storia è scritta a quattro mani con _Alexa_ :)
SEGNALO CHE I CAPITOLI 10 E 11 SONO ANCORA IN REVISIONE.
Eravamo rimaste a lunedì e qui si inizia da martedì!
Ps: Tom è Tom Welling, ossia Superman di Smallville ;)



Un amore di babysitter

Merlin finì di sistemare le torte sul tavolo della taverna mentre Percival e Leon aveva già iniziato a mangiare quella al cioccolato e Gwaine si era praticamente appropriato del vassoio dei muffin alle mele.
Quando il moro sentì la porta aprirsi corse subito all’ingresso, dove Arthur e Lancelot stavano rientrando dal lavoro.
Il biondo, come promesso, l’aveva ascoltato e aveva chiesto aiuto all’amico sull’amministrazione dell’azienda, aiuto temporaneo ovviamente, ma Merlin sperava in qualcosa di più.
Il babysitter con la scusa di “allenarsi” per la vendita di torte della scuola di Morghi quel giorno era riuscito a scappare a mezzogiorno dal lavoro, giusto in tempo per evitare l’arrivo di Morgause.
Si diede una pulita alle mani sul grembiule e sorrise ad entrambi.
- Merlin. - Salutò Arthur, facendogli un cenno con la mano mentre attaccava la giacca all'attaccapanni. - Abbiamo tardato un po’.
- Oh non c'è problema, gli altri si stanno già abbuffando.
- Non dirmi che non è rimasto più niente...- Lance gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla.
- Forse un po' di torta al cioccolato.
- La mia preferita. - Lance corse verso la taverna, lasciando i due all'ingresso.
- Non credevo di riscuotere così successo tra i tuoi amici. - Merlin rise, mentre si avviava in cucina.
Arthur sospirò guardando l'amico avviarsi e poi seguì Merlin verso la cucina. - Sai farti apprezzare.
- Modestamente. - Si girò, schioccando un bacio sul naso ad Arthur. - Porti tu di là la cheesecake?
Il biondo allungò il viso verso la porta e, dopo aver visto che nessuno fosse nei paraggi, tirò Merlin verso di lui, unendo le labbra con le sue. - Ora si che va meglio.
- Smettila cucciolotto, non vogliamo guai, giusto? - Il moro si distanziò e gli allungò il vassoio con la torta.
Arthur quasi pensò di lanciargliela contro. - Ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo.
- Certo, certo. - Merlin continuò a borbottare qualcosa fra sé e sé, per poi rivoltarsi verso il biondo. - Cosa aspetti a portare la torta di là?
- Sappi che so vendicarmi bene, Merlin. - Arthur sorrise ed uscì dalla stanza, ghignando.
- Come no...- Mugugnò il moro.
Sbuffò nuovamente e raggiunse poco dopo i ragazzi nella taverna con in mano una caraffa di succo di frutta.
- Bhe quella ragazza che mi ha abbordato alla mostra dei quadri dell'ex di Merlin non è stata affatto male...
- Lo sai che non ci interessa sentirti parlare delle tue conquiste Gwaine. - Rispose Leon, ghiacciandosi quando vide il babysitter sulla porta.
Anche Gwaine e gli altri subito si immobilizzarono.
- Che??? - Merlin li squadrò tutti.
Arthur diede una piccola pacca dietro la testa di Gwaine e lo guardò truce. - Niente Merlin, si parlava di altro. - Mormorò, cercando di sviare il discorso.
Merlin puntò la caraffa contro Arthur. - Non osare mentirmi Arthur Pendragon..!
- Merlin..- Lance si alzò prendendogli il succo di mano. - Siamo stati noi a tartassare Arthur perché ci dicesse cosa avevi.
- Già, per il barbecue eri davvero strano. - Aggiunse Percival.
- E una volta saputo non potevamo non salvarti. - Aggiunse Gwaine, ricevendo un nuovo scappellotto da Leon.
Merlin li fissò uno per uno. - Quindi..voi..sapete?
Quando il babysitter vide tutti annuire provò uno stato emotivo dietro l’altro, non capendo neanche l’ordine, ma anche un po’ di sollievo dopo tutto.
- Non importa. - Disse subito Lance.
- Se io sono gay..? - Sbiascicò Merlin.
- Assolutamente no! - Si sbrigò a rispondere Lance, mentre gli altri scuotevano le teste.
Il babysitter rimase muto, cercando di digerire il tutto.
- Oh però, il prossimo ragazzo dovrà ricevere la nostra approvazione. - Gwaine sorrise, coprendosi la testa per paura di altri scappellotti ma, invece, i ragazzi si misero a ridere e anche Merlin non riuscì a non unirsi al gruppo.
Arthur fissò accigliato Gwaine, incrociando le braccia. - Prossimo ragazzo?
- Certo, dopo quel tipo dovrà trovarsi uno a modo. - Rispose, mentre prendeva un altro muffin.
- Io conoscerei qualcuno..- Iniziò Percival, tirando fuori il telefonino e iniziando a sfogliare le immagini della galleria.
Merlin cominciò ad arrossire, i ragazzi l'avevano già preso troppo a cuore.
Arthur quasi divenne paonazzo e si avvicinò cercando di non dare troppi sospetti al telefonino di Percival.
- Trovata. - Esclamò Percival appoggiando il cellulare sul tavolo ingrandendo la foto.
Tutti si avvicinarono per osservare.
Era una foto di gruppo, probabilmente il compleanno di qualcuno in ufficio.
- Devi dirci quale sarebbe Perci..- Tossicchiò Leon.
Arthur incrociò gli occhi scrutando ogni uomo della foto, sperava tanto che fosse il cicciottello mezzo calvo nell’angolo.
- Ah si, lui. - Perci puntò il dito su un ragazzo moro alto quasi quanto lui. - Si chiama Tom ed è davvero una brava persona.
Merlin era rimasto in disparte mentre tutti osservavano, ma lanciò un'occhiata fulminea allo schermo.
- Non mi piace. - Arthur parlò braccia incrociate, broncio sul muso. - Assolutamente no.
- Ma che dici?? Tenta pure me! - Ridacchiò Gwaine.
- Tu Merli che ne pensi? Ti va di provare? - Gli chiese Lance.
Il babysitter sentì tutti gli occhi su di sé. - Sono molto impegnato con Morghi, non penso avrei tempo per una relazione adesso...- Tentò.
- Ma Arthur non avrebbe alcun problema a essere più flessibile no? - Lance si voltò verso l'amico.
Il biondo si sentì messo all'angolo. - Ci penserò.
Percival diede una leggera gomitata ad Arthur sotto gli occhi di Lancelot.
- Non penso di aver capito Arthur..Puoi ripetere? - Lance lo guardò in malo modo.
Merlin intanto cercava di rimanere serio.
Il biondo si massaggiò la parte lesa e sospirò imbronciato. - Un solo giorno. E ci sarò anche io. Non mi va di farmi ancora del male - Commentò massaggiandosi il pugno.
Lancelot alzò un sopracciglio ma poi sorrise. - Visto Merlin, hai la benedizione di Arthur!
Il biondo brontolò ancora a quella frase e così passò il resto del pomeriggio, mentre tutti si rimpinzavano di torte e Gwaine di muffin.
Alle quattro i ragazzi uscirono con anche Arthur, che doveva andare a prendere la sorella a scuola e Merlin approfittò della mezz'oretta di pausa per pulire i piatti e sistemare la cucina, fino quando sentì la porta riaprirsi.
 - Ciao Merlin! - Morghi aveva ancora il giubbottino addosso, ma ciò che spaventò di più il babysitter furono le macchie di pittura sulle mani e sul viso di Morghi.
- Oggi ho pitturato!
- Non so perché l'avevo intuito...
- Morgana te l’avevo già detto in macchina, no toccare nulla. - Arthur spuntò dalla porta della cucina con sguardo serio. - Ora torniamo all’ingresso per togliere la giacca.
- Ok…- Rispose controvoglia Morghi, allontanandosi dal babysitter.
Arthur la guidò per il corridoio e una volta tolto il giubbotto alla piccola cominciò a salire per le scale.
- Forza Morghi, ora del bagnetto.
Merlin li aveva raggiunti e ora osservava le macchie sulle braccia della piccola.
Morgana sorrise furbetta. - Ma non posso fare le scale senza stringere il corrimano...Merlin mi sgrida se no.
Il moro rise, quella bambina era davvero una streghetta.
Arthur la fissò ed allungò una mano. - Forza, monella.
Morghi si arpionò al fratello. - Mi fai tu il bagnetto?
- Indubbiamente, visto che mi sto sporcando anche io. - Arthur cominciò a salire le scale, ma si fermò a metà. - Merlin? Vieni?
- Uh certo. Quando avrò finito ci saranno due Pendragon super puliti e profumati. - Il babysitter sorrise e si avviò sulle scale, superandoli.
- Su Arthur! Merlin usa sempre il bagnoschiuma che fa tante bolle!
Il biondo sorrise e salì le scale mano nella mano con Morgana.
Quando arrivarono alla fine di esse, lasciò la mano alla sorella e cominciò a tirarsi su le maniche della camicia.
Merlin nel frattempo aveva iniziato a riempire la vasca. - Dove siete finiti..??
Morghi a quelle parole entrò di corsa in bagno. - Voglio il bagnoschiuma con le bolle Merlin!
- Si, si..- Le spostò i capelli, notando che anche sul collo aveva chiazze di colore. - Chissà come sarà stata disperata Helena..non è che dovrò aspettarmi qualche rimprovero quando andrò al colloquio con le maestre?? - Incurvò il viso, osservandola.
- No..cosa dici..- La piccina abbassò il musetto, muovendo l'intero corpo nervosamente.
- Vedremo...- Iniziò a toglierle il vestito e quando si girò per chiudere l'acqua trovò la piccola in canotta e collant infossata nel cestino dei giochi per il bagno.
Arthur entrò bel bagno, osservando Morgana prendere i giochi. Si avvicinò a Merlin e tese un braccio. - Mi tiri su la manica? Non posso farlo con la mano colorata di blu...
- Certo. - Merlin gliela tirò su. - Stasera, dopo cena, riceverai anche tu il tuo bagnetto. - Gli sussurrò. - Ma per ora dovrai accontentarti del lavandino. - Sorrise e recuperò Morghi prima che sparisse tra i giochi. - Che hai preso?
- La Barbie sirena! - La bambina saltellò felice.
- Wow, ora finiamo di svestirci. - Le tolse rapido tutto e la aiutò ad entrare nella vasca. - Ora togliamo questo colore. - Prese la saponetta e cominciò a sfregarla delicatamente contro le braccine della bambina.
- Mi fai male! - La piccina incrociò le braccia al petto.
- Non è vero signorina, basta capricci o userò la spugna ispida.
Morghi aprì la bocca sorpresa. - Arthur!
Il biondo che si era pietrificato alle parole di poco prima del moro scosse la testa e guardò la sorella.
Si posizionò rapido accanto a Merlin, prendendo una spugna dal bordo vasca. - Ricordi come faceva la mamma Morghi? -  Passò delicatamente la spugna sulle braccia di Morghi e poi la strizzò, facendo movimenti circolari e poi longilinei. Alcune volte strusciava e poi tornava a spruzzare la spugna facendo uscire tante bollicine, riprendendo poi i movimenti. - Ci vorrà il doppio del tempo, ma le piacerà. - Disse girando il viso verso il babysitter.
- Ne sono sicuro. - Merlin prese un'altra spugna, evitando quella ispida e iniziò a ripulire le spalle e il collo della piccina, incontrandosi ogni tanto con la mano di Arthur. - Hai visto Morghi..solo quattro anni e già due uomini ai tuoi piedi.
La bambina sorrise e cominciò a far sguazzare la Barbie sirena nell'acqua.
Arthur sorrise e con la mano colorata tracciò una linea sul naso di Merlin. - Guarda Morghi... - Disse ridendo.
La bambina rise. - Merlin ha il naso blu!
Il moro si voltò verso Arthur. - Anche questo è divertente.. - Gli schizzò un misto di acqua e schiuma addosso.
Morgana rise di più, rischiando di affondare nella vasca.
Arthur la acchiappò al volo e sospirò pulendosi poi il viso. - Merlin questa è guerra lo sai?
Il moro lo guardò abbastanza preoccupato, non aveva alcuna voglia di asciugare tutto un bagno. - Chiedo scusa Altezza, non la schizzerò più. - Fece segno di inchinarsi e Morgana rise.
- Ti pulisco io Merlin! - La piccina si avvicinò al babysitter e sfregò le sue manine bagnate sul suo naso. Merlin sorrise e quando finì le stampò un bacetto sulla fronte.
Arthur si alzò e finì di togliersi il colore dalle mani nel lavandino, asciugandole successivamente con l'asciugamano. - Ti devo portare qualcosa?
- No, però puoi darmi una mano ad alzarmi, così prendo lo shampoo per i capelli alla piccina.
- Siiii. - Morghi si girò di spalle pronta per il lavaggio.
Merlin si agganciò ai pantaloni del biondo, dando un'ampia palpata al suo fondoschiena. - Grazie Arthur. - Gli ammiccò.
Il biondo lo guardò cercando di nascondere il rossore. - V-vado a mandare un e-mail a Leon per il lavoro. Chiamami se hai bisogno.
Il moro sorrise ancora di più. Arthur non si era nemmeno accorto di aver detto Leon invece di Lance.
Prese lo shampoo e iniziò a lavare i capelli alla bambina.
 
 
**
 
 
Merlin aprì lentamente la porta dello studio, dove Arthur stava sistemando alcune pratiche. - La piccina dorme. - Sorrise al biondo.
- Merlin, somigli quasi a qualcuno che vuole aggredirmi. - Confessò Arthur, ridacchiando.
Merlin assottigliò gli occhi. - Chiudi quelle pratiche e cammina.
- Va bene, va bene. - Commentò Arthur.
Il moro sospirò e si diresse in bagno, iniziando subito a riempire la vasca.
Arthur lo seguì ridendo e poi si fermò sulla porta. - Cosa vuoi che faccia? - Chiese, sorridendo.
- Spogliati. - Merlin lo fissò.
Arthur annuì ed allungò le mani sui bottoni, slacciandoli uno ad uno con lentezza, passandosi la lingua sulle labbra per inumidirle. Lasciò scivolare la camicia lungo le spalle, fino a farla finire a terra. Si passò le dita sulla cintura allentandola, per poi abbassare la cerniera, facendo intravedere la stoffa dei boxer.
- Completamente? - Chiese, quasi imbarazzato.
- Vuoi entrare vestito..?
- Beh, no... - Slacciò definitivamente i pantaloni, calandoseli lungo le gambe, rimanendo definitivamente in mutande. Abbassò il viso arrossendo.
Merlin si accostò a lui e lo bacio dolcemente. - Non ti senti pronto?
- Pr-pronto? - Chiese di rimando il biondo, allungando le braccia sulla vita del moro.
Il moro annuì e si allontanò un attimo, spostando le mani dal biondo. - Forse potremmo farlo insieme il bagno. - Si tolse piano la maglia, per poi passare ai pantaloni.
Arthur lo fissò spogliarsi e qualcosa si risvegliò in lui, qualcosa che sembrava racimolarsi tutto in un unico punto sotto l'ombelico.
Si avventò famelico su Merlin, baciandolo e spingendolo dolcemente nella vasca. Allungò le mani su di lui, spogliandolo dei boxer.
Merlin si ritrovò nudo sul bordo vasca, mentre Arthur lo accarezza in ogni parte del corpo. - Tu hai ancora le mutande. - Gli fece notare.
Arthur arrossì, infilando la testa sotto il mento del biondo per lambirgli la pelle del collo. - Toglile.
Merlin lo strinse a sé e con una mano fece scivolare i boxer verso il basso. Diede una rapida occhiata e il biondo non aveva di certo niente di cui vergognarsi, anzi. - Entriamo? - Lo fissò negli occhi mentre passava una mano lungo la spina dell'altro, fino all'insenatura delle natiche.
Arthur entrò nella vasca, cercando di non farsi troppo vedere e poi tese una mano a Merlin, arrossendo vergognosamente.
Il moro la accettò e si posizionò fra le sue gambe, appoggiando la sua schiena contro il torace dell'altro. Afferrò la spugna che aveva lasciato sul bordo. - Da dove vuoi che inizi? - Sussurrò all'orecchio di Arthur, lasciandogli un leggero bacio su una guancia.
Arthur allungò le braccia intorno al moro e saggiò la pelle delle spalle con le labbra, disegnando cerci sulla sua pancia. Sentiva il calore crescere e prendere forma e, sempre più vergognosamente, cercava di scostare il bacino dalla schiena del moro. - Dove vuoi tu...
Grazie al cielo Merlin aveva usato lo stesso bagnoschiuma dl pomeriggio, ricoprendoli di bolle.
Merlin si rilassò a quei tocchi e allungò la mano per massaggiare la coscia di Arthur. - Penso di essere davvero fortunato ad aver trovate te.
- Dici?
- Hai un buon cuore. - Il moro si appoggiò di più, continuando a passare la spugna.
Arthur scivolò in dietro con il sedere, appoggiando il mento sulla spalla di Merlin. - Penso che sia solo opera tua.
Merlin girò il viso e lo baciò. - Non scappare da me. - Cercò di riposizionarsi ma il biondo lo bloccò.
- Io credo di aver sentito Morgana…- Sussurrò Arthur.
- Sicuro? Io non ho sentito nulla.
Arthur annuì e Merlin si alzò. Si avvolse in uno dei due asciugamani che aveva portato - Vado a controllare. Il biondo appena l’altro uscì dalla stanza tolse il tappo della vasca e riaprì il rubinetto girandolo completamente sull’acqua fredda.
- Ti sei sbagliato, dorme..che stai facendo?? - Il moro alzò un sopracciglio osservando l’altro.
Arthur sorrise e si grattò la testa. - Ho tolto il tappo per sbaglio, comunque ormai siamo puliti no?
- Si..credo. - Lo guardò ancora sospettoso. - Vado a vestirmi prima di prendere freddo allora...
- Ottima idea. - Replicò il biondo, ora seduto in una vasca vuota ricoperto solo di bolle.
Aspettò che Merlin se ne andasse e uscì dalla vasca. Se Merlin si fosse accorte del terzo incomodo chissà che avrebbe detto.
Si iniziò ad asciugare e a pensare che doveva essere sembrato un vero imbecille.
Uscì trafelato dal bagno, ancora avvolto nell’asciugamano e bussò alla porta del moro. - Merlin?
- Si? - Il moro aprì la porta già in pigiama.
Arthur avvampò nello stesso istante in cui si ricordò della neo figuraccia. - E-ecco... Volevo parlarti... Fra dieci minuti vieni da me? Intanto mi vesto…
Il moro alzò un sopracciglio ma annuì.
Il biondo sfornò uno dei suoi sorrisi da ebete e si incamminò per il corridoio sotto gli occhi perplessi dell’altro.
Merlin aspettò i dieci minuti abbastanza in ansia. Una volta passati uscì e bussò alla porta del biondo.
Arthur aprì e lasciò entrare Merlin, richiudendo poi la porta alle sue spalle poggiandocisi. - Scusa se ti ho fatto venire a quest'ora..
- Bhe, ci siamo visti fino a dieci minuti fa..- Si voltò per scrutarlo. - Sicuro di stare bene?
- Sisi...- Il biondo si grattò un po’ la testa, arrossendo. - Beh ecco... Non... Non cercherai di conoscere questo... questo Tom, no...?
In effetti con prima gli amici e poi Morgana i due non ne avevano ancora parlato, probabilmente Arthur era preoccupato per quello.
- Certo..che no. - Gli sorrise. - Non ti devi preoccupare.
- A-anche se loro te lo presentano, tu dirai che non ti piace, vero? - Arthur cominciò a torturarsi le mani, mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore. Si sentiva così stupido.
- Io voglio stare solo con te. - Il moro gli afferrò le mani perchè smettesse di gesticolare.
Il biondo sorrise e si avvicinò dolcemente all'altro, baciandogli debolmente le labbra. - Ti... ti va di dormire con me?
- Non lo so..lo sai sei davvero molesto mentre dormi, anche più di quando sei sveglio. Mi hai sbavato sul pigiama l'altra notte.
Arthur si imbronciò un po’ e incrociò le braccia. - Scherzi?
Merlin lo fissò, era davvero tenero con il broncio. - Si..scherzavo cucciolotto. - Si allontanò e si infilò sotto le coperte.
Arthur sorrise e si avvicinò, saltandogli sopra. Gli bloccò i polsi ai lati della testa e lo fissò accigliandosi.
- Chiedi scusa.
- Per cosa? - Merlin lo fissò dubbioso anche se sapeva già che era per l’adorabile nomignolo.
- Lo sai..- Continuò a fissarlo il biondo.
- Se no? - Il moro lo guardò in segno di sfida.
Arthur arricciò le labbra. Non l'aveva calcolato. - Ahm... Niente pomeriggi liberi.
Il moro si mise a ridere. - Sto tremando di paura...- Continuò a ridere mentre si avvicinava per lasciare un bacio sul naso del biondo. - Sei bellissimo.
Arthur arrossì vistosamente e si spostò di lato, sospirando.
- Il grande Arthur Pendragon che perde contro il suo babysitter! - Si pavoneggiò Merlin tra le risate, per poi scrutare il corpo del biondo.
Avvolse a sé l’altro a cucchiaio, aggiustandogli alcune ciocche bagnate dietro l'orecchio - Penso di starmi innamorando troppo velocemente di te. - Si accollò di più all'altro chiudendo gli occhi.
Arthur sgranò gli occhi, stringendo la presa su Merlin. - Ed è u-un male?
- Mmm..a volte si, a volte no. Dipende. - Usò una mano per avvolgere meglio l'altro nelle coperte.
Arthur si lasciò cullare dal moro e allungò le braccia per stringerlo. - Piaci... Molto anche a me.
Merlin gli accarezzò le braccia e strinse le sue mani. Lo sapeva che per Arthur non era facile parlare di sentimenti. - Grazie Arthur. - Gli schioccò un bacio dietro l'orecchio. - Ora però è ora della nanna per i cucciolotti. - Sussurrò sorridente.
Il biondo diede un pizzicotto alla gamba del moro e chiuse gli occhi, sorridendo. - Notte Merlin.
 
 
**
 
Mercoledì la segreteria di Arthur tornò dalla malattia e Merlin alle sue normali mansioni, anche se si stava dimenticando qualcosa di davvero importante.
Agravaine tamburellò le dita sulla scrivania della segretaria. - Mio nipote è pronto a ricevermi?
La segretaria lo guardò titubante; quando mercoledì mattina tornata dalla malattia aveva preso visione dell'appuntamento si era quasi convinta a darsi malata di nuovo. La voci del cattivo sangue tra zio e nipote erano sempre circolate in azienda e non poteva credere che il Pendragon più giovane avesse cambiato idea sul loro rapporto, doveva essere sicuramente una questione d'affari irrisolta.
Avrebbe voluto chiedere informazioni al suo capo, dopo tutto aveva un giorno a disposizione, ma non era riuscita ad affrontare l’argomento.
Sophia premette il pulsante sul telefono che la collegava con l'ufficio di Arthur. - Signor Pendragon? L'appuntamento delle undici è qui.
Ascoltò la voce di Arthur ordinargli di farlo entrare e lei fece cenno di alzarsi per scortare Agravaine, ma l'uomo si era già arrangiato da sé.
La ragazza sospirò, sarebbero state di sicuro scintille.
Arthur infilò la cartellina dell'ultimo contratto del giorno nella libreria, mentre sentiva la porta aprirsi. Lui non aveva alcun appuntamento segnato in agenda a quell'ora, sicuramente era un rappresentante dell'ultimo minuto.
Agravaine fece qualche passo verso la scrivania, dopo aver accuratamente chiuso la porta. - Buongiorno Arthur.
Il biondo si girò verso la porta, alzando di scatto la testa sentendo la voce. Quella voce. - Zio?! - Chiese con una punta di stupore.
- Mi hai fatto chiamare tu Arthur..vuoi dirmi di cosa hai bisogno?
- Chiamare? - Domandò il biondo, richiudendo l'agenda per posarla sul tavolino. - Io non l'ho proprio fatto!
Lo zio alzò un sopracciglio. - Dovresti parlare con la tua segretaria allora.
Arthur si passò una mano fra i capelli e pigiò un tasto sul telefono. - Sophia vieni qui.
La segretaria entrò in pochi secondi dalla porta. - Desidera Signor Pendragon?
- Hai chiamato tu lo zio Agravaine? - Chiese il biondo, cercando si mantenersi.
- No Signore. L'appuntamento è stato inserito lunedì, quando ero malata.
Nel frattempo Agravaine si era seduto sulla poltrona davanti la scrivania.
- Lunedì?- Arthur fece due calcoli. - Merlin. - Bofonchiò.
- Quindi? - Agravaine scrutò il nipote.
Sophia nel frattempo aveva iniziato a indietreggiare lentamente.
- Quindi è uno sbaglio del mio segretario. Mi spiace averti fatto venire sino a qui senza un motivo.
- Visto che ormai sono qui potremmo parlare no?
Sophia aveva raggiunto la porta. - Io posso andare Signore?
- Si, Sophia. - Mormorò Arthur sedendosi sulla sedia dietro alla scrivania. - Parlare? - Domandò poi allo zio.
 - Di cosa?
- Del nostro rapporto Arthur...- Agravaine sospirò, ormai soli nella stanza.
- E perchè dovremo? Sai già quel che penso.
- Arthur sono passati mesi dall'ultima volta che ti ho visto ed è stato per spartirci l'azienda...Speravo mi avessi chiamato per lasciarci il passato alle spalle.
- Il passato ci insegna a non ripetere gli sbagli, zio. - Commentò Arthur in risposta, accigliandosi.
- Con questa è la terza volta che mi chiami zio. - Agravaine sorrise leggermente alla vittoria, visto che allo spartimento dell'azienda il nipote aveva giurato che non l'avrebbe più chiamato così. - Arthur non sto dicendo che non ho sbagliato, ma tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per un motivo e tu lo sai bene.
Arthur bofonchiò qualcosa e poi incrociò le braccia. - Sentiamo questo motivo.
Agravaine lo guardò un attimo. - Lo sai che io non ero d’accordo su come Uther ti trattava. Ha fatto del lavoro la tua prima preoccupazione alla fine, ma prima viene altro.
- Senza lavoro, non puoi reggere la famiglia. - Replicò subito il biondo.
- Arthur se stai sempre chiuso qui come pensi di fartela una famiglia..?! - Si piegò verso il nipote rimanendo seduto.
- Questi sono fatti miei, è chiaro? - Gli rispose, alterandosi.
Agravaine si stropicciò una mano sul viso. Sospirò, tornando a guardare il nipote. - Arthur..lo so che ho sbagliato. Non avrei dovuto andarmene dalla tua vita, quella di Morgana e di tua madre. Avrei dovuto affrontare Uther in altri modi, senza coinvolgere voi. So che ti sto chiedendo tanto, ma io voglio davvero che torniamo una famiglia. Siamo solo noi oramai.
Arthur si bloccò a quelle parole. Cosa poteva mai rispondergli? Dopo tutto era stata una guerra del padre e lui non era Uther, ma Arthur.
Lo zio si alzò dalla poltrona e si spostò accanto ad Arthur ancora seduto.
Il ragazzo sembrava così assorto nei suoi pensieri.
Agravaine gli appoggiò una mano sulla spalla, per poi scendere delicatamente sulla schiena, disegnando dei piccoli cerchi. - Ti ricordi? Da piccolo ti calmava sempre.
Il ragazzo si rilassò ma poi tornò alla realtà con le parole dello zio e si alzò brusco. - Si... È strano che tu ti scusi. Non lo hai mai fatto.
- Preferisco lasciar perdere il mio orgoglio se vuol dire riavere la mia famiglia. - Tentò nuovamente di avvicinarsi ad Arthur.
Il biondo si allontanò di riflesso e si appoggiò alla porta. - Meglio che tu vada... - Cominciò, prendendo la giacca.
- No. Non finché avremo risolto. - Il tono era deciso e lo sguardo fisso sul nipote.
- Agravaine vattene. - Fece il ragazzo, serio.
- Arthur vuoi davvero che me ne vada? E se non ritornassi mai più??
Il ragazzo si morse il labbro, prese la valigia ai piedi dell’attaccapanni e fuggì via. Passò accanto a Sophia, urlandole di annullare gli altri appuntamenti e se ne andò.
 
Arthur rientrò come una furia dentro casa. Lanciò cappotto e valigia accanto alla porta e poi si allentò la cravatta, guardandosi intorno alla ricerca del corvino. - Merlin!
Il babysitter arrivò velocemente dalla cucina. - Arthur..che c'è? E' successo qualcosa?? - Squadrò il biondo con espressione preoccupata.
- Perché non fai altro che impicciarti costantemente nella mia vita senza prima chiedermi il permesso? - Sbottò il biondo, quasi colorandosi di rosso dalla rabbia.
Merlin lo guardò titubante. - Non capisco..che ho fatto?
- Che hai fatto? - Chiese Arthur, quasi scettico, fissandolo con uno sguardo misto fra la rabbia ed il divertimento. - Hai fatto venire mio zio Agravaine nel mio ufficio, ecco cos'hai fatto!
Merlin aprì la bocca e poi la richiuse. Si era dimenticato di aver fissato quell'appuntamento e decisamente non doveva essere andato bene. - Io volevo..volevo solo che voi vi parlaste.
- Parlare Merlin? - Domandò retoricamente Arthur, passandosi una mano fra i capelli - Già, proprio quello che dovremo fare noi. Parlare di come tu, da oggi in poi, lascerai stare la mia vita passata e non ti impiccerai più. Chiaro!?
- Ma non puoi fare così. Non puoi chiudere tutti i ponti così. E' vero, non dovevo impicciarmi ma..ma hai fatto la stessa cosa con i tuoi amici. Sono sicuro che tu possa chiarire con tuo zio.
- Dannazione Merlin! - Il biondo sembrò andare su tutte le furie. Si girò verso la porta, poggiando una mano sui cardini. - Tu non sai nulla di me. Cosa pensi che ti dia il permesso di scavare nelle mie scelte e sconvolgermi la vita? Il fatto che stiamo assieme? Eh? Pensi che questa cosa che abbiamo ti permetta di fare quello che vuoi?
Merlin rimase fermo dov'era, osservando attentamente l'altro. - Guarda che stare insieme significa condividere! Che siano problemi, una giornata all'acquario..o anche il tuo passato! Come faccio ad aiutarti se non mi dici nulla??
- Ti ho chiesto di aiutarmi, Merlin? - Chiese retorico il biondo, quasi ridendo istericamente - Ti ho davvero chiesto di aiutarmi? No, perché non lo ricordo!
- E' questo il tuo problema! Tu non chiedi mai aiuto! - Il moro perse la calma e gli urlò contro. - Prima o poi ti ritroverai con l'acqua alla gola e neanche lì chiederai aiuto!
- Ti sembra che io abbia bisogno di riappacificarmi con mio zio, Merlin? Ti sembro un povero disperato in cerca di aiuto familiare? Ma che diavolo ti è saltato in mente?
Merlin sospirò per poi fare un passo indietro. - Arthur è la tua famiglia, come puoi non desiderare di riappacificarti con lui? E comunque si, dal punto di vista degli effetti sei piuttosto disperato.
- Non ho bisogno di affetto, Merlin. La discussione è chiusa e con lei, anche i tuoi modi di ficcanasare nella mia vita. - Detto questo Arthur salì le scale e si chiuse in camera.
- Arthur! Arthur torna giù! Non abbiamo finito! - Merlin aspettò un paio di minuti ai piedi delle scale ma il biondo rimase rinchiuso nella sua camera.
Sospirò e tornò in cucina, iniziando a sminuzzare qualsiasi verdura gli capitasse a tiro.
Arthur si raggomitolò sul letto sbuffando e lanciando la cravatta a terra.
Ritrovarsi Agravaine lì, senza essersi preparato qualcosa era stato orribile e lo era stato ancora di più quando lo zio gli aveva chiesto scusa.
Scusa, poi, per qualcosa che cominciava parecchi anni prima, dal litigio fra lui e suo padre. Forse era stato troppo cocciuto, forse troppo cieco nel non dare speranza ad Agravaine. Era stato disposto a chiedergli scusa dopo tutto.
Si alzò dal letto dirigendosi verso l'armadio, sbottonando piano la camicia. Se l'era presa con Merlin. Gli aveva detto cose orribili e gli era quasi passato per la mente di mandarlo via. Da quando quel ragazzo stava nella sua vita, tutto aveva cambiato senso, le cose avevano preso finalmente colore.
Si sentì combattuto. Non voleva lasciare Merlin ma non voleva che si impicciasse della sua vita. Perché era così tutto difficile?
Si cambiò velocemente e si risedette sul letto.
Probabilmente la colpa era solo sua. Sua e della paura del passato. Di ricordare tutto il dolore e le speranze perse. Paura di non riuscire ad uscirne felice e di perdere tutto. Ma Merlin era lì e lo aiutava, gli era vicino. Forse aveva ragione e l'affetto era ciò che nei mesi gli era venuto a mancare, ciò che lui aveva allontanato con tutte le forze. Ma quando Merlin era entrato nella sua vita, l'affetto era tutto quello che cercava di avere da quel ragazzo. Affetto, amore... Doveva parlare con Merlin e chiarire la situazione.
 
Il moro marciò sulle scale ancora arrabbiato. Non avrebbe dovuto dimenticarsi dell'appuntamento con lo zio, ma credeva che sarebbe andato tutto per il meglio e invece no.
Aprì la porta del bagno ed entrò, lasciandola aperta. Se si fosse preoccupato meno di Arthur non si sarebbe tagliato il dito.
Aprì il rubinetto e iniziò a far scorrere l'acqua fredda sul pollice, mentre con l'altra mano cercava i cerotti nella specchiera.
Arthur si destò dai suoi pensieri ascoltando l'acqua del rubinetto fluire. Si alzò distrattamente dal letto ed aprì la porta, guardandosi intorno. Camminò lungo il corridoio, interrogandosi e quando vide Merlin e l'acqua rossa nel lavandino, si spaventò tutt'assieme.
 - Merlin! - Accorse dal moro, prendendogli la mano ed osservando i danni, infilando poi la faccia nell'armadietto delle garze.
Il moro saltò sul posto quando Arthur gli piombò di fianco. - Lasciami, mi medico da solo. - Disse risoluto, mentre con l'altra mano gareggiava con quella del biondo per afferrare le garze.
- Stai scherzando! - Affermò Arthur, scacciando via la mano per poi prendere l'acqua ossigenata. - Ma che avevi per la testa? Ti volevi mozzare il dito?
- Il mio dito sarebbe ancora sanissimo se non mi fossi messo a pensare a te mentre tagliavo le verdure! - Lo guardò arrabbiato per poi osservare il taglio. - Idiota..- Sussurrò, ovviamente riferendosi al biondo.
Arthur sospirò e versò un po’ di acqua ossigenata sul cotone, poggiandolo poi sul dito. - Senti Merlin, per prima...
- Cosa? - Merlin lo guardò dritto negli occhi, lo sapeva di essere stato troppo invadente, ma lui voleva solo il bene di Arthur.
- Non dovevo reagire in quel modo. E' solo che per me è nuova questa cosa e... E ci ho pensato ed ho bisogno di parlartene. - Poggiò ancora ed ancora il cotone sul dito, pulendo la ferita per bene.
Il biondo gli fasciò il dito e poi ripose tutto nell'armadietto, sospirando.
- Presumo non sia andata bene. - Merlin appoggiò la sua mano su quella di Arthur.
- No è una cosa...difficile. - Si allontanò dal tocco del moro, passandosi una mano fra i capelli, uscendo dal bagno per dirigersi verso le scale.
Merlin lo seguì fino al salotto, dove Arthur si sedette sul divano e si posizionò subito accanto a lui.
- Quindi?
- Quindi.... - Cominciò Arthur, deglutendo. - Ciò che volevo dirti è che... Beh, mi dispiace, prima di tutto, per come ho alzato la voce, solo che... Non sono abituato, Merlin, non sono abituato a qualcuno che si intromette nella mia vita senza prima chiedere cosa sia successo o perché abbia agito così. Devi darmi tempo.
- Penso di aver esagerato anche io. Avrei dovuto prima chiedere a te. Presumo sia successo qualcosa..
- Non è questo. - Rispose subito Arthur - E' che lo trovo difficile. Aprirmi con qualcuno dopo tanto tempo. E poi non saprei da dove cominciare...
- Già. - Merlin si avvicinò di più a lui. - Potresti parlare con qualcuno che conosci da più tempo. Perchè non vai da Lance? - Spostò la mano aggrappando quella dell'altro. - Che ne dici?
- Io preferirei aprirmi con te. - Mugugnò Arthur.
- Sicuro?  - Il moro continuò a tenergli la mano.
Il biondo annuì per poi iniziare a parlare. - Rivedere Agravaine dopo tanto tempo... E' stato ... - Arthur sospirò, abbassando il viso. - Strano. Non... Non abbiamo buoni... rapporti, ecco.
- Ho sentito le voci in ufficio. Mi sembrava che lui ci tenesse a te invece.
- E' complicato -  Iniziò Arthur, come per sciogliersi. - Mio padre e lui non andavano molto d'accordo... Ed io sto seguendo le orme di mio padre.
- Mi stai dicendo che tuo zio non ti ha mai fatto niente..? - Merlin lo fissò.
- Beh, non è che non mi ha mai fatto nulla.. Non accettava come mio padre mi trattava e quando è morto, Agravaine ha tentato di farmi capire quel che voleva calciando via a priori i ricordi di mio padre.
- E tu sei riuscito a chiarire con lui o hai semplicemente tirato su un muro come tuo solito?
Arthur lo fissò e tossicchiò qualcosa.
- Sei proprio un testone Arthur Pendragon. - Esalò il moro per alleggerire la situazione. Per fortuna che io lo sono più di te. - Arthur...Che cosa hai fatto esattamente?
- Ho solo ribadito ciò che diceva mio padre. In... sua memoria. - Commentò il biondo.
Merlin sospirò. Ciò che diceva Arthur era una totale sciocchezza. - Io non ho conosciuto tuo padre Arthur, ma voi due siete due persone differenti. Tu devi fare ciò che ritieni giusto secondo il tuo pensiero, non perchè lo pensava qualcun altro. Lo riesci a capire?
- E' successo parecchio tempo fa... Volevo solo rendere fiero mio padre e... la sua memoria. - Rispose mogio il biondo.
- Sono sicuro che puoi renderlo fiero di te in altri modi. - Merlin gli sorrise, mentre lo cingeva a sè. - Oggi come è andata? Litigato?
- Diciamo che sono fuggito.
- Oh..- Rinforzò la presa intorno al biondo. - Spiegami meglio.
Arthur indugiò. Gli sembrava altamente idiota quello che stava facendo. - Sembra quasi stupido parlarne... ma sono io lo stupido, vero?
- Diciamo solo che sei un po' negato su certe cose. - Il moro gli sorrise. - Su, che ti ha detto?
- Scusa.
- Scusa? Per cosa ti stai scusando..? - Il moro alzò un sopracciglio.
- No, non io. - Rispose Arthur, gesticolando - Lui, lui mi ha chiesto scusa.
- E tu sei scappato?
Arthur ci pensò prima di rispondere. Era stato un comportamento da vero idiota. - Si... - Pigolò stringendosi a Merlin.
Il babysitter lo strinse di più. - Adesso che pensi di fare?
- Rimanere fra le tue braccia?
Il moro gli posò un bacio fra i capelli. - Lo sai che devi risolvere questa cosa prima che sia troppo tardi. - Si scostò leggermente guardandolo serio.
- E cosa gli dico? - Pigolò Arthur.
- Vuoi riaverlo nella tua vita? Si o no?
- Io... - Arthur non voleva davvero litigare con lo zio, ma neanche ferire la memoria del padre. Uther si sarebbe sicuramente rivoltato nella tomba! - Non... non lo so.
- Dovresti pensarci bene Arthur. - Merlin gli schioccò un bacio sulla fronte. - Pensarci bene. - Lo tornò a guardare negli occhi.- E prendere una decisione.
- Ci penserò. - Il biondo gli sorrise con occhi dolci.
- Devi e seriamente Arthur. - Merlin si appoggiò alla schiena del divano tirando l’altro con sé. - Ora, possiamo seguire il tuo consiglio di rimanere qui.
Il biondo gli sorrise, appoggiando la testa sulla spalla dell’altro. - Insieme…- Sussurrò.
 
**
 
Sabato arrivò in fretta e con esso anche l’elezione a Presidente del club.
Arthur si preparò ad aprire la sua presentazione del nuovo piano economico, mentre Lancelot distribuiva a tutti i rappresentanti una copia cartacea del programma.
Si sentiva davvero teso, forse perchè non aveva mai immaginato di poter aspirare a una posizione del genere. Neppure suo padre aveva mai ambito alla carica di Presidente, sicuramente per via di John Kilgharrah, l’unico membro ancora vivo della famiglia fondatrice del club, che sembrava avere una solida antipatia per i Pendragon.
Il biondo per lo più si era limitato ad evitarlo, cosa abbastanza difficile visto che l’uomo era anche nel Consiglio della sua azienda, possedendone una parecchia fetta in azioni, perché mai se gli stavano così antipatici poi..
Tossicchiò, aggiustandosi la cravatta blu, scelta appositamente da Merlin, con la supervisione di Morgana.
Sorrise fra sé e sé, pensando a quei due che l’avevano ascoltato ripassare il discorso e la bambina non si era neppure addormentata. Poi il moro per far sembrare tutto più realistico aveva posizionato una decina di pupazzi di Morghi in salotto, tutti intenti a scrutare le mosse del Pendragon mentre parlava.
Vide il suo programma apparire sul pannello del proiettore e iniziò a parlare.
Tutti avevano avuto fiducia in lui, i suoi amici l’avevano tartassato quasi ogni giorno per chiedergli come procedeva e quando aveva chiesto a Lancelot di aiutarlo l’amico gli aveva detto subito si.
Aveva concluso la prima parte della spiegazione e ora doveva illustrare le sue proposte per i mesi futuri.
Osservò gli altri soci intorno a sé, Alined aveva serrato la bocca in un filo sottilissimo, di sicuro non era felice, mentre Kilgharrah lo guardava interessato.
Finì di spiegare e poi ringraziò tutti per l’attenzione, tornando a sedersi.
John si alzò rapido. - Bene, propongo una pausa di qualche minuto e quando ci riuniremo procederemo alla votazione. - Afferrò le copie dei programmi dei due candidi allontanandosi.
Il biondo sospirò e sussurrò qualcosa a Lancelot per poi uscire dalla sala, voleva mandare un messaggio a Merlin per dirgli che era andato tutto bene.
Si intrufolò in una delle stanze vuote lungo il corridoio, tanto nessuno l’avrebbe notato. Tirò fuori il cellulare e iniziò a scrivere quando sentì la porta aprirsi.
- Avrei bisogno di parlare con lei, Arthur.
Il biondo si girò, ritrovandosi John Kilgharrah davanti.
- Signor Kilgharrah, io dovevo solo fare una chiamata..
- Può aspettare, no? - L’uomo si avvicinò, allungando ad Arthur il piano economico da lui redatto.
- Certo..come no. - Arthur allungò una mano per afferrarlo ma l’altro lo fermò.
- E’ un buon lavoro, ma ciò che mi ha stupito sono state le sue nuove iniziative. Un servizio di babysitting per i soci..davvero? - Alzò un sopracciglio.
- Bhe..cioè..- Tossì e cercò di rilassare la sua postura. - Saranno i nostri futuri soci un giorno e dovrebbero avere un bel ricordo del club di quando erano piccoli. Da bambino, quando venivo, ero spesso costretto a stare seduto e molte volte sgattaiolavo via di nascosto, finendo per combinare disastri. Un servizio di babysitting potrebbe offrire nuove attività per i più giovani e sono sicuro che i genitori starebbero più sollevati con i figli vicino a loro.
- Non mi sembra un’idea partorita da lei..o sbaglio?
Il biondo vacillò per qualche secondo. - L’idea mi è venuta pensando a mio sorella. E al mio babysitter. - Aggiunse.
- Lo sa, non avrei mai accettato la sua candidatura, ma i suoi amici sono riusciti a convincere un gran numero di persone ad appoggiarla e sono stato addirittura minacciato..
- Come?! - Arthur si spaventò, che avevano combinato??
L’uomo sorrise. - Intendevo dire sollecitato, da Morgause. 
La mascella di Arthur era finita nel sottosuolo e il suo cervello in leggero blackout.
- Ammiro molto quella donna e per quanto si sforzi nel darle del filo da torcere Morgause è stata decisa nel supportarla, come un altro dei nostri soci anziani, suo zio. Non credevo davvero che un Pendragon potesse ancora contare della stima di così tante persone, forse dovrò cambiare opinione sul vostro nome.
Il biondo non sapeva decisamente che dire, non capiva nemmeno se erano insulti o complimenti quelli che stava ricevendo, probabilmente un misto fra i due.
- Si rallegri Arthur, vedo una splendida ascesa per lei. - Ritornò verso la porta lentamente. - Oh, un consiglio..Veda di non perdere nessuno dei suoi sostenitori, soprattutto tra quelli che non compaiono sulla lista. - Sgusciò via ghignando.
Arthur aspettò qualche minuto e ritornò nella sala, sedendosi accanto a Lancelot, mentre anche gli altri prendevano posto.
- Tutto ok?
- Si, si. - Arthur si stropicciò il viso con le mani, era stato uno degli incontri più strani della sua vita.
- Signori, si proceda alla votazione. Scrivete il nome nelle apposite buste e poi fatele passare fino a qui.
Tutti, tranne Alined e Arthur, aprirono la busta davanti a loro e si accinsero a scrivere sul foglio bianco all’interno il nome del nuovo Presidente. In qualche minuto la pila di buste fu davanti a John Kilgharrah, che le aprì una a una, leggendo il nome scritto su ognuna.
 
La figura di John Kilgharrah uscì dalle porte che davano alla sala da ballo dove si era tenuta la cena di qualche settimana prima.
L’uomo camminò fino al piccolo palco con leggio montato per l’occasione. - Signori e Signori, un attimo di attenzione. - Ma già tutti i soci si erano fermati dal parlare e si erano riuniti in prossimità del palco. - Sono felice di presentarvi il nuovo Presidente, Arthur Pendragon.
Il biondo passò attraverso le porte, camminando a passo deciso sentendo il battere delle mani dei soci. Si posizionò accanto a John, sorridendo a tutti.
- E ora il nostro Presidente vi illustrerà il nuovo piano del club.
Il biondo si avvicinò al microfono, rispiegando i punti cardine del suo programma. Faceva circolare lo sguardo da un socio e un altro e quella che doveva essere solo una rivalsa verso Alined sembrava ricevere nuovi connotati. Se così tante persone credevano in lui si sarebbe adoperato al meglio.
Il discorso finì presto e scese dal palco, iniziando a camminare tra i soci, che si complimentavano con lui.
Ovviamente i suoi amici furono i primi e ad un certo punto ricevette pure un scappellotto, più che sicuro di aver visto una figura molto simile a Gwaine scappare, gliela avrebbe fatta pagare, naturalmente.
Salutò un ex socio d’affari di suo padre e poi si accorse della presenza di suo zio.
Non si sarebbe mai immaginato che anche lo zio avesse firmato per la sua candidatura o addirittura Morgause.
Agravaine finì di parlare con uno dei soci e poi si allontanò verso la hall, per recuperare il proprio soprabito.
Arthur lo vide uscire e si morse il labbro con ferocia. Si sentiva uno stupido ed un vigliacco. - Aspe... Aspetta! - Corse fuori dal salone, virando verso lo zio, fermandosi a pochi passi da lui.
- Arthur..? - Lo zio lo guardò perplesso.
Bene, pensò Arthur, ed ora che cosa gli dico? - Agravaine, ecco... Volevo... scusarmi per il comportamento avuto l'ultima...volta.
- Capisco. Hai ripensato a quello che mi hai detto?
- Beh... - Mannaggia a te Merlin! - Si - rispose un po’ affranto. - Non... mi sarei aspettato le tue scuse.
Agravaine gli sorrise. - Ero sicuro che ti avrei preso in contropiede.
- L’avevi premeditato? - Chiese scettico il biondo.
- Arthur, l'incontro mi ha solo dato l'opportunità di fare qualcosa che desideravo da tanto. - Lo zio si avvicinò. - Pensi che io non voglia far parte della vita dei miei nipoti?
Arthur lo guardò allontanandosi di riflesso, abbassando poi il viso verso il pavimento. - No... Certo che no...
- Sono sicuro che Ygraine sarebbe davvero orgogliosa di te oggi e anche Uther.
- Mio padre? Non credo proprio. - Arthur sospirò, grattandosi il collo. A suo padre effettivamente non bastava mai ciò che faceva.
- Sei il primo presidente così giovane Arthur, certo che sarebbe fiero. Non devi sottovalutarti. - Lo zio lo fissò.
-Si... - Commentò il biondo. -Immagino tu abbia ragione.
Agravaine gli diede una leggera scompigliata ai capelli. - Devi essere orgoglioso di tutti i passi che hai fatto in questi mesi.
Arthur si ritirò appena dal tocco dello zio, quasi impercettibilmente. Non riusciva a vederlo in modo... familiare. - Io... Voglio provare a ricominciare, si, ma... - Si morse il labbro. Ricominciare come? Suo padre non l'avrebbe disprezzato?
- Ma..? - Domandò lo zio.
- Con... Calma?
- Certo, come preferisci. - Lo zio si distanziò. - In questo giorno mi hai reso davvero felice Arthur.
Il biondo alzò il viso, confuso nel vero senso della parole. - Felice?
- Finalmente abbiamo riunito la famiglia e tu stai raggiungendo un traguardo dopo l'altro. Sono sicuro che ciò che verrà potrà solo migliorare le nostre vite.
- Lo spero... Grazie... Zio. - Sussurrò il biondo.
Agravaine gli sorrise di rimando. - E’ meglio che vada, ho lasciato Morgause tutta sola.
- Puoi salutarmela..? - Vociferò Arthur.
- Certo, ne sarà felice. - Lo zio sorrise, anche se un attimo sbigottito, per poi infilarsi il cappotto e andarsene.
Arthur lo guardò avviarsi per poi prendere anche il suo cappotto, voleva andare subito a casa, da Morgana e Merlin.
Tirò fuori il telefono e inviò rapido un messaggio, mentre saliva in macchina.
 
Arthur rientrò stanco a casa, ma felice. Sbuffò chiudendosi la porta dietro per poi poggiare la valigetta a terra. - Sono tornato!
Subito Morgana si precipitò all'ingresso abbracciandolo. - Lo sapevo che vincevi tu!
Merlin apparve dal salotto con il grembiule addosso.
- Ti abbiamo fatto i biscotti! - La bambina sorrise.
- Davvero? - Chiese il biondo, sorridendo ed abbracciando la piccola.
- Si! Li abbiamo fatti uguali a te! - La bambina sorrise allontanandosi. - Vieni a vederli! - Corse via, verso la cucina.
Merlin la osservò per poi rigirarsi verso il biondo. - Congratulazioni, ero sicuro che ci saresti riuscito. - Gli sorrise.
Arthur squadrò Morgana correre verso la cucina e si immaginò i biscotti. Beh, sarebbero stati i biscotti più belli del mondo se fossero stati uguali a lui.
Seguì la piccina come fece il babysitter, sorridendo a Merlin e avvicinandosi a lui per accarezzargli la mano senza farlo vedere alla bambina. - Grazie.
Il moro gliela accarezzò pena.
 - Guarda Arthur! - La piccina gli alzò sotto gli occhi un biscotto a forma d'omino, con viso sorridente fatto di glassa, su cui si posava una corona fatta anch'essa di glassa e, per finire, una cravatta di gocce di cioccolato. - Sono davvero buoni.
Arthur fissò il biscotto e ridacchiò, prendendone uno. - Sono bellissimi!
- Perché non gli fai vedere gli altri Morghi? - La incoraggiò Merlin.
Morgana prese altri due biscotti dal vassoio, sempre a forma d'omino, ma uno aveva la glassa a formare riccioli attorno il viso e delle variopinte praline di zucchero su tutto il corpo e l'altro un batuffolo di glassa nera come capelli e un grembiule in glassa bianca. - Merlin però non me li fa mangiare tutti, dice che poi corro troppo...- Sfoderò i suoi occhioni da cucciolo.
Arthur ridacchiò e prese un biscotto a forma di Merlin, staccandogli la testa con un morso. - Facciamo che ne puoi mangiare uno di tutti e tre perché ho vinto le elezioni, va bene? - Fece, mostrando al corvino il corpo mozzato dal capo facendo un occhiolino.
Il moro mormorò un mezzo insulto asinino fra i denti, mentre la piccola prendeva il suo biscotto dal vassoio, scomparendo verso il salotto. - Grazie fratellone!
Merlin sbuffò, prendendo il vassoio per mettere i dolci in un posto sicuro.
- 1 a 0 per me, eh? - Chiese Arthur, ridacchiando.
- Bhe, vorrà dire che stanotte dormi da solo..- Merlin si girò, guardandolo con occhio di sfida.
Arthur spalancò la bocca, avvicinandosi poi all'altro. - No dai, non fare così!
Merlin rise. - A volte sei proprio un credulone.
Il biondo mugugnò qualcosa, mordendo il biscotto e masticandolo con cattiveria.
E pensare che era tornato di fretta e furia per stare con lui…
 
 
**
 
Arthur non capì bene come successe, ma i ragazzi volevano festeggiare a tutti i costi l’elezione, Morgana voleva andare al circo e le due cose finirono per collidere domenica sera, con in più l’appuntamento di Merlin.
Morghi continuava a saltellare davanti all'ingresso e quando arrivò Nicolas convinse anche a lui a saltellare. - Animali!
- No, i clown Morghi! - Rispose a tono il bambino.
- Faremo tutto ragazzi, state tranquilli però. - Merlin tirò una guanciotta ad entrambi.
- Merlin ci sa davvero fare coi bambini, ho saputo che piacciono tanto anche a Tom. - Sussurrò Lance ad Arthur, che lo guardò malissimo. - Eh su non fare quel muso Arthur! - Lance gli gridò nell'orecchio. - Ci divertiremo tutti stasera.
- Non fare così fratellone, poi ti vengono le rughe e sei già brutto. - Aggiunse Morghi additandolo. Nicolas si mise a ridere, quasi cadendo dalle risate.
Lance cercò di restare serio soprattutto perchè aveva intravisto Percival e Tom in lontananza.
Il biondo si accigliò, ma si bloccò alla vista di Percival e del ragazzo che vi era accanto a lui.
- Ciao ragazzi, scusate il ritardo. - Percival sorrise. - Ho portato il mio amico Tom.
- Piacere di conoscervi. - Disse il ragazzo.
Arthur lo squadrò. Alto, moro, occhi straordinariamente azzurri. Effettivamente era proprio un bel ragazzo.
- Lui si che è bello! - Morghi puntò un dito a pochi centimetri dal naso di Tom.
Merlin si affrettò a prendere in braccio la bambina. - Scusa, non è stata una buona idea comprarle i dolciumi intanto che vi aspettavamo. - Sorrise nervosamente al ragazzo. - Io sono Merlin, piacere. - Allungò la mano verso Tom.
- Piacere di conoscerti, Merlin.
- Ed io sono...!- Arthur si bloccò. - Arthur. - Disse imbronciandosi per poi uscire di scena.
Lance guardò male il biondo e poi si presentò, seguito da Morghi e Nicolas intenti a saltellare anche durante la loro presentazione.
- Oh Gwaine mi ha messaggiato dicendo che ci aspetta dentro. - Aggiunse Perci.
- Allora animali! - Urlò Morghi.
Nicolas mise il broncio ma Lance lo rassicurò, dicendogli che avrebbero visto anche i clown.
- Ok allora animali...- Annuì il bambino.
Morghi sorrise e allungò le mani verso il nuovo arrivato. - Lascia stare Tom, Morghi, ti prendo io in braccio. - Disse subito il babysitter.
- Oh, non ti preoccupare... Mi piacciono i bambini. - Tom sorrise ed allungò le mani alla piccola.
Arthur rimase indietro, fumando come non mai.
- O-ok, se non ti da fastidio...- Merlin gli sorrise, mentre Tom prendeva in braccio la piccina.
- Animali dunque. - Lance iniziò ad incamminarsi all'interno con Nicolas per mano e Percival di fianco.
- È perfetto. - Sussurrò il gigante a Lancelot.
- Si, si. Ottima scelta. - Rispose l'amico.
Merlin affiancò Tom che camminava piano verso i recinti con una Morgana più che entusiasta.
- Tu che dici Arthur? Scommettiamo su un bacetto? - Chiese Perci, voltandosi verso il biondo.
Arthur fissò in mal modo il ragazzo e poi si incamminò appresso al moro, mugugnando qualcosa.
- Sei molto carina, lo sai Morgana? - Fece Tom alla piccina, avvicinandosi poi al cassiere e porgergli i soldi per tre biglietti.
La piccina arrossì. - Grazie. - Sussurrò vergognosa mentre guardava il babysitter.
Merlin la prese dalle braccia di Tom e le stampò un bacetto sulla fronte. - Qualcuno ha perso improvvisamente la parola...- Sorrise a Tom, per poi notare che l'altro aveva pagato per lui. - Ma non dovevi..ci pensa Arthur a pagare per noi.
- Mi fa piacere pagare per una bellissima principessa come lei - sorrise il corvino - e per il cavaliere che la scorta con amore. - Concluse, allungando una mano verso l'entrata delle quinte del circo.
Arthur, dietro, non poteva credere alle sue orecchie. Gli veniva da vomitare solo per quello che aveva sentito.
Questa volta fu Merlin ad arrossire e si apprestò ad avvicinarsi ai recinti. 
La piccina si fece mettere giù, accostandosi all'altro bambino, per osservare meglio gli animali.
- È un cammello. - Disse Nicolas.
- Allora non dobbiamo stargli vicino. - Morghi arretrò e fece fare un passo indietro anche all'amico.
- Perché?? - Chiese Nicolas.
- Ovvo, perché sputano.
- Ovvo..? - Sussurrò Lance perplesso a Merlin.
- Si..ehm..sto lavorando sulle parole che sbaglia. - Sorrise ricordando i pipirelli dell'acquario.
Tom sorrise e poi girò il viso verso i cavalli. - Ti piacciono i pony? Vuoi farci un giro? - Chiese alla piccola.
- Si! Posso Merlin?? - La bambina fece lampeggiare gli occhietti.
- Devi chiedere ad Arthur prima. - Rispose Merlin.
Il biondo, che fino a quel momento era rimasto a guardare imbronciato, fece un rapido gesto con la mano ed annuì controvoglia.
- Ok andata. - Merlin spinse Morghi verso Tom e poi prese per mano Nicolas. - Credo sia invitato anche questo bel giovanotto. - Arruffò i capelli al bambino.
Nicolas guardò il padre che annuì e sorrise. - Io voglio quello pezzato!
- Io bianco!
Urlarono i piccini mentre si incamminavano. 
Una volta arrivati ai recinti gli addetti li fecero salire e iniziarono a girare in circolo, salutando felici.
- Guarda chi c'è! - Gwaine si avvicinò raggiante al gruppo.
- Sempre in ritardo...- Fece notare Lance.
- Non è colpa mia se tutte le donne mi trovano irresistibile..!
- E l'ultima conquista chi è stata? La donna barbuta?? - Chiese Percival.
Lance scoppiò a ridere, come Merlin e Tom. - Ridete, ridete..comunque sta incominciando lo spettacolo. Dovremmo sbrigarci. - Guardò tutti. - Ah..io sono Gwaine, ma di sicuro ti avranno parlato di me.
- Gwaine... Gwaine... Non ricordo. - Scherzò il moro, scoppiando poi a ridere alla faccia dell'altro. - Piacere di conoscerti. - Disse infine, tendendogli la mano.
Gwaine gliela strinse guardandolo di sbieco. - Quindi, andiamo? - Chiese di nuovo, notando che i bambini avevano finito il giro.
- Questa fretta non ha niente a che fare col fatto che tu adori i clown vero Gwaine..? - Chiese Lance sorridente.
- Eh?? Ma che dici! Non sono un bambino! - Si avviò indignato prendendo Merlin sotto braccio. - Vieni Merlin, questi individui non ci capiscono...
- Ma a me non piacciono i clown Gwaine, mi sono indifferenti. - Il babysitter tentò di sfuggire alla presa.
- Non mi tradirai pure tu Merlin..? - L'amico lo guardò dritto negli occhi.
- Certo che no, andiamo. - Merlin sospirò e si lasciò trainare fino al tendone.
- Che bello, ora che abbiamo Merlin possiamo affidargli anche Gwaine. - Scherzò Lance, mentre prendeva in braccio Nicolas.
Percival annuì compiaciuto mentre Arthur continuava a tenere il muso.
Morghi si avvicinò al fratello e a Tom. Osservò Arthur guardarla imbronciato, ma allungò lo stesso le braccia verso di lui e subito il biondo la strinse a sé. - Andiamo.
Giunti nel tendone, i ragazzi si sedettero e Tom scivolò accanto a Merlin. Più precisamente, fra Merlin ed Arthur.
- Quindi... - Chiese titubante il corvino - Non ti interessano molto i clown?
Arthur fissò il bell'imbusto e si accigliò incrociando le braccia offeso.
- Veramente..- Controllò che Gwaine non potesse sentire. - Mi fanno un po' paura..
Neanche a me piacciono molto. - Ammise sorridendo.
"Neanche a me piacciono molto" fece il verso Arthur.
Gwaine tornò coi popcorn e si sistemò tra i bambini, lasciando che ne rubassero un paio.
Lo spettacolo iniziò poco dopo e il tendone cominciò a riempirsi di risate. Purtroppo Arthur era troppo distratto a spiare Merlin per accorgersi del clown davanti a sé.
- Abbiamo trovato il nostro volontario! - Il pagliaccio prese il biondo per una mano e lo tirò verso il centro della piattaforma. Mettersi in prima fila non era stata una grande idea.
- È il tuo datore di lavoro, vero? - Domandò Tom, indicando il biondo che cercava di fuggire dal pagliaccio.
- Si, ma il nostro non è proprio un rapporto solo di lavoro. - Merlin osservò il clown costringere Arthur a sedersi su uno sgabello, ma appena il biondo si sedette un rumore di pernacchia si diffuse nell'ambiente. Arthur diventò color pomodoro, alzandosi dallo sgabello di getto.
I bambini e Gwaine stavano spargendo popcorn ovunque dalle risate, mentre il pagliaccio, dopo aver recuperato il cuscino pernacchioso, si apprestava a far risedere Arthur.
- Ah no? Sembro sgarbato se ti chiedo altro?
- No tranquillo. - Merlin gli sorrise.
Arthur decisamente avrebbe dovuto smettere di guardare Merlin, visto che per la distrazione il birillo che il clown gli stava lanciando gli finì dritto in fronte.
- Che rapporto hai con lui? - Chiese il corvino, ridendo nel vedere il biondo lanciare il birillo al clown.
- Oh lui può sembrare un po' scontroso ed è davvero brontolone, ma in fondo è un cucciolotto.
Tom sospirò. - Ti piace?
Merlin si sentì un attimo preso alla sprovvista. - Ecco..lui-lui è etero..
- Però ti piace - Disse a mo di risposta Tom.
- Si. - Vociferò Merlin. Tom era davvero in gamba, nessuno dei ragazzi ci era ancora arrivato…
- Sei carino, sai? Arricci il naso quando ti imbarazzi. - Affermò in conclusione il corvino, girandosi poi in tempo per vedere il pagliaccio fuggire via dietro le quinte con un Pendragon arrabbiato alle calcagna.
- Oh..anche tu sei davvero carino Tom. Mi spiace averti fatto perdere tempo, ma non potevo dire ai ragazzi la verità.
- Non ti preoccupare, capisco. - Tom gli sorrise dolcemente e sospirò subito dopo. 
- Stupido pagliaccio di questo stupido circo di questa stupida città... - I brontolii del biondo raggiunsero il gruppo ancora prima della sua presenza.
Tom si scostò di lato ed Arthur, dopo averlo guardato interrogativo, si sedette accanto a Merlin.
- Povero pagliaccio...- Commentò Merlin, passandogli una mano sulle spalle per tranquillizzarlo.
Nel frattempo Morghi, Nicolas e Gwaine si stavano ancora spanciando dalle risate.
- Non credo che tu sappia cos'ha fatto, visto che sei stato tutto il tempo a ciarlare. - Commentò acido il biondo, fulminando poi Gwaine con lo sguardo.
- Non c'è bisogno di essere così acido. - Merlin si scostò.
- Arthur ha fatto una puzzetta! - Urlò Morghi ancora divertita.
Gwaine riprese a ridere. - Arthur, che esempi dai a tua sorella.
Il biondo rimise il broncio, incrociando le braccia al petto, mentre Tom ridacchiava in silenzio.
Merlin gli sorrise. - Hai una botta sulla fronte, che ti ha fatto?
- Mi ha lanciato un birillo in testa. - Rispose, toccandosi leggermente il bernoccolo. - Mi farò pagare i danni.
- Non vorrai denunciare il circo?? - Il babysitter sgranò gli occhi.
- No, poi non vengono più! - Nicolas disse preoccupato, mentre Gwaine era rimasto senza parole.
- È colpa tua! Guardavi sempre qui invece che davanti! - Puntualizzò Morghi mentre Lance e Perci alzavano un sopracciglio.
- Non è vero! - Cercò di difendersi il ragazzo. - Non stavo guardando qui, stavo solo... - Si bloccò, irritandosi davvero troppo. 
Si alzò dalle panche ed uscì dal tendone, borbottando come una pentola di fagioli.
Tom, che era rimasto in disparte, fissò il moretto e gli indicò di seguirlo con la testa, mentre si alzava e si avvicinava agli altri. - Su, ora basta, nessuno denuncia nessuno, Arthur si è solo fatto un po’ male e deve calmarsi.
Merlin si alzò e seguì fuori il biondo.
Morghi osservò gli occhi bluastri di Tom. - Scusa..- Mise il musetto triste.
- Quando torna chiediamo scusa. - Aggiunse Nicolas, mentre tirava la maglia a Gwaine.
- Forse e dico forse abbiamo riso un po' troppo. - Commentò il moro.
- Arthur..! Dove vai?? - Merlin continuava a camminare dietro di lui.
- A raffreddarmi la testa, ecco dove. - Rispose il biondo, entrando dritto nel bagno tenendosi la testa.
- Non può essere così grave...- Si mise davanti al biondo e gli alzò il ciuffo per osservare la botta. - Scommetto che con un bacetto della bua viene via.
Arthur si accigliò, ma poi sospirò e si appoggiò al lavabo, cingendo la vita di Merlin per tirarlo delicatamente verso di sé. - Scusa.
Il moro gli sorrise e gli baciò delicatamente la fronte. - Fai bene a scusarti, hai proprio un caratteraccio. - Scherzò Merlin, dandogli un altro bacetto.
- Non calcare la mano. - Lo ammonì Arthur, lasciandosi baciare. - E che non riesco a controllarmi. Prima il tuo ex ed ora lui...
- Io e Tom abbiamo parlato, mentre tu eri in mano al clown. Ha capito che mi piaci. È davvero in gamba.
Arthur abbassò il viso, stringendolo un po’. - Quindi non ci proverà? Cioè, insomma, lui è un ragazzo robusto, meno acido, più gentile... - Si mutò subito. Ma che cavolo stava dicendo?
- Già..peccato non averlo incontrato prima di un certo asino..- Rispose Merlin in tono scherzoso, mentre alzava il viso di Arthur con una mano. - Mi dovrò accontentare di uno scontroso, permaloso, adorabile babbeo che penso mi adori. - Gli accarezzò il viso.
Il biondo sorrise e si avvicinò a lui, rubandogli un veloce bacio sulle labbra, tutto stava finalmente andando nel verso giusto.
 
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Spero che le immagini si vedano.
E' sempre il cellulare di Percival, tranne l'ultimo che è di Merlin.
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e buona settimana :)
 
  
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