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Autore: YukiWhite97    12/01/2016    2 recensioni
TadashixHiro - Post Film - Incest - Mpreg - Don't like, don't read :3
Dopo otto anni sembra che la vita di Hiro sia tornata alla normalità, e soprattutto pare che i suoi segreti e i fantasmi del suo passato, siano ormai sepolti.
Adesso non è altro che un membro dei Big Hero 6 e un insegnante.
Hiashi invece, non è altro che un orfana dal grande genio incompreso. Sarà l'incontro tra questi due a far emergere sia i ricordi di Hiro, che i dubbi di Hiashi, circa la sua vera famiglia, che detesta senza conoscere.
Un incontro casuale, anzi, forse non tanto, che porterà i due, tra l'affrontare un nuovo nemico ed altre avventure, a ritrovarsi.
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Fanfiction che non volevo neanche pubblicare, ma siccome credo che ogni idea, per quanto malsana, vada messa in gioco, l'ho fatto ugualmente. Grazie a chi leggerà ^^
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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"Cosa? - domandò strabuzzando gli occhi - come sarebbe a dire è sparita?"
"Sarebbe a dire che non si trova da nessuna parte! E' già un' ora che io e gli altri proviamo a cercarla, ma niente!"
Hiro si alzò in piedi, sentendo il proprio animo agitarsi. E se le fosse accaduto qualcosa? Di certo non se lo sarebbe mai perdonato.
"Dobbiamo trovarla" - dichiarò semplicemente.
"Fermo un attimo - disse Gogo - perchè quella faccia, che è successo?"
"E' successo che le ho detto tutta la verità - rispose serio - e come mi aspettavo... si è arrabbiata. E se fosse scappata?"
"Non dire assurdità - fece alzando gli occhi al cielo - non farebbe mai una cosa del genere, comunque sia adesso sarà meglio cercarla!"
Nei diversi minuti che seguirono, il ragazzo cercò la bambina, la quale però non si trovava da nessuna parte, e più il tempo andava avanti più nella sua mente iniziavano a spaziare diversi pensieri. Vero era che lei gli aveva promesso che non se ne sarebbe mai andata, ma questo prima di sapere la verità. Sconsolato, si portò una mano sul viso, forse sarebbe stato meglio non dirle nulla, se solo avesse saputo che sarebbe finita così.
"Hiashi - sussurrò - Hiashi ti prego, prova a perdonarmi se puoi". Un perdono che le aveva domandato più di una volta ma che sapeva non sarebbe mai arrivato.
Avvertì ad un tratto un cinguettio in lontananza, sorprendendosi molto nel vedere Tori volargli incontro, che a fatica portava un cappello nel becco, ovvero lo stesso cappello che Hiashi era solita a portare in testa e che le era caduto.
"Tori? - domandò - ma cosa.. cosa fai qui, Hiashi dov'è?". Il ragazzo prese il cappello in mano, ascoltando il cinguettio spaventato e agitato del povero Tori. Non capiva ancora cosa stesse succedendo, fin quando non si sentì chiamare.
"Hey Hiro" - lo chiamò a voce di Gogo, che si trovava nella stanza accanto. Lui la raggiunse
"Cosa succede?"
"Guarda un pò qui - disse la ragazza mostrandogli una maschera - la riconosci?". La osservò per un pò, spalancando poi gli occhi: certo che la riconosceva, era la maschera che ogni qualvolta aveva ricoperto il viso del suo tanto temuto rivale.
"Ma che... che significa?" - domandò.
"Te lo dico io che significa - sbottò - questo è lo studio di Eichi"
"Di Eichi?! - esclamò - cosa... vuoi dire che Eichi e quel criminale sono la stessa persona?"
"Beh, si spiegherebbe il perché ha cercato di ucciderti"
"Ma io non capisco... aspetta, e se fosse stato lui ad aver rapito Hiashi?"
"Potrebbe anche essere... ma perchè avrebbe dovuto farlo?". Hiro cominciò a pensare e a pensare, cercando di trovare una soluzione plausibile, una soluzione logica a ciò che era accaduto. Poi ad un tratto, si accese come una lampadina nella sua mente: Eichi era l'unico a sapere del suo progetto, ed inoltre l'aveva sempre odiato e visto come un rivale. Se il suo intento fosse stato quello di ottenere l'anima artificiale? Questo avrebbe spiegato il perché dei suoi molteplici tentativi di farlo fuori e del perché avesse rapito Hiashi, per attirarlo a se e averlo continuamente sotto ricatto.
Al solo pensiero che quel tipo potesse anche solo farle del male, anzi no, che l'avesse rapita, iniziò a fremere, a tremare dal nervosismo, mentre teneva i pugni chiusi. Non avrebbe avuto paura adesso che la cosa più importante della sua vita si trovava in pericolo. Qualcuno di importante lo aveva già perso, non avrebbe perso anche lei.
Gogo poté vedere che qualcosa non andava nell'amico.
"Emh... Hiro?" - domandò.
"Non perdiamo tempo - sussurrò alzando lo sguardo, uno sguardo risoluto e completamente infiammato dalla rabbia - andiamo a salvare mia figlia"

Hiashi era completamente stordita. Aveva aperto gli occhi, lamentandosi per il dolore. Guardandosi attorno non avrebbe saputo dire dove si trovasse: tutt'intorno era buio ma illuminato al contempo da una luce rossastra, i muri parevano invece essere costituiti da roccia. Tutt'intorno vi erano tavoli di vetro trasparenti, con su poggiati strumenti strani che al sol vederli facevano venire i brividi.
Quella visuale la face sussultare, e istintivamente volle muoversi e scappare, il problema e che aveva le mani legate sopra la testa con una catena in ferro che stava ora rendendo i suoi polsi anneriti a causa dei lividi.
Provò un brivido di paura, soprattutto nel ricordarsi chi l'aveva condotta. Che ne sarebbe stato di lei se nessuno fosse venuto a sapere della sua scomparsa? E cosa più importante, sarebbe venuto effettivamente qualcuno in suo aiuto?
Provò inutilmente a dimenarsi, rendendosi conto che più si dimenava e più provava dolore.
"Ahi - gemette - accidenti... ma... cosa succede?". 
Improvvisamente, da una sorta di ascensore in metallo ma trasparente, le cui porte si spalancarono, apparve proprio Eichi. Ella si irrigidì nel vederlo: aveva un' aria davvero inquietante, e Dio solo sapeva cosa avesse in mente.
"Vedo che ti sei svegliata" - costatò guardandola.
"Mm,  perchè mi hai portata qui? Che cosa vuoi farmi?"
"A te non voglio fare assolutamente niente, tu sei solo il riscatto per ottenere da Hiro quello che voglio. Vedrai come sarà spaventato quando scoprirà che la sua bambina è caduta nelle mani di un lupo famelico, e allora sì che mi darà retta... purtroppo devo tenerti qui, altrimenti scapperesti, a meno che tu non voglia unirti a me"
"Mai! - esclamò - neanche per sogno! E poi che cosa vuoi da lui, si può sapere?!"
"Voglio l'hard disk dell'anima artificiale da lui costruita! In passato ho provato a farlo fuori, in modo da potermene impossessare, ma ha la pellaccia dura, e in questo modo sarà più facile, c'è anche una bella tortura psicologica dietro"
"Lo sapevo io che centrava questo, Hiro l'aveva detto che  avevi scoperto tutto! Ma che cosa vuoi farne?! Una persona malvagia come te, chissà quali brutti progetti ha in mente". Il ragazzo le andò vicino, mettendole una mano sul collo e zittendola con il solo sguardo.
"Tu parli senza sapere - sussurrò - sai, non scherzavo quando ti dicevo che siamo più simili di quel che credi. Tutti e due orfani... tutti e due abbandonati a questo triste mondo.. tutti e due poveri geni incompresi..."
"Eh...? - domandò flebilmente - tu... anche tu sei stato abbandonato...?"
"Anche se non si direbbe è così - disse - la vita di quelli come noi non è mai facile, però per  me lo era un pò di più, grazie alla mia adorata sorella. Si chiamava Erika... ed era la mia gemella"
"E - era?  - domandò un pò spaventata - significa che...?"
"Hai indovinato - sibilò assottigliando lo sguardo - una brutta malattia me l'ha portata via. Sai, lei era l'unica persona con cui potevo essere me stesso, l'unica persona con cui non mi sentivo solo. Ma ovviamente, il destino ha deciso di beffarsi di me, e portarmela via.  Quando avevo la tua età fui adottato, ma nulla poteva ormai colmare il mio vuoto.  Sono stato abbandonato, ho sofferto, sono stato proibito della mia amata sorella. Credi ancora che la mia cattiveria verso il mondo sia tanto infondata?"
Hiashi lo guardò, crucciata. In quel momento aveva intuito che quel tipo non era poi tanto cattivo, provava solo molta rabbia e solitudine, il problema è che la solitudine a volte portava a mutamenti nella propria persona.
"Soffrire non significa dover per forza diventare cattivi. Anche io sono stata abbandonata, ma non mi sognerei mai di far del male nessuno"
"Sciocca, che vuoi capirne tu, io ho perso una sorella..."
"Beh, io ho perso mio padre, non l'ho neanche mai conosciuto, pensi che non mi sarebbe piaciuto?". Eichi la guardò, sorprendendosi molto, per poi riprendere a parlare.
"... Comunque sia, una volta che mi sarò riappropriato dell'anima artificiale da Hiro costruita, potrò modificarla a mio piacimento e restituire una nuova vita alla mia adorata Erika... e questa volta nulla ci separerà". La bambina deglutì, poiché il suo sguardo pareva quello di un ossesso. Non avrebbe saputo capire se in lui vi fosse anche un briciolo di pazzia, ma la cosa certa era che faceva paura.
"Sono sicuro che tua sorella non vorrebbe questo - azzardò a dire - e poi è sbagliato a priori riportare forzatamente in vita qualcuno"
"Taci, tu non puoi saperne nulla!" - urlò.
"Invece sì! - esclamò - sei un egoista, pensi solo a te stesso, la vuoi qui soltanto perchè vuoi riempire quel vuoto che provi! Non pensi a come lei potrebbe stare, pensi che siccome è morta non può vederti? Ovunque si trovi adesso si starà dannando nel vederti fare queste cose...!"
Eichi si era portato le mani sulla testa, tremando dal nervoso.
"TACI! - urlò - non parlare di lei. Non mi farò comandare da una bambina inutile e sola..."
"Io non sono inutile - dichiarò - e soprattutto non sono sola. Hiro e gli altri verranno a salvarmi, e quando succederà tu sarai nei guai"
"Tsk, certo - rise - ti ha abbandonato una volta, chi ti dice che non lo rifarà ancora?"
Hiashi provò a controbattere, ma non ne ebbe la forza. Quella era propria la stessa frase che anche lei aveva usato. Già, quante cose aveva detto, quel "ti detesto", detto con tutta la rabbia, ma mai pensato. Non era sicura che dopo come si fosse comportata, sarebbe effettivamente stata salvata.
Abbassò il capo, rattristandosi di colpo.
"Sarà meglio che quell'idiota si sbrighi ad arrivare, altrimenti farai una brutta fine"
"Ma avevi detto che non mi avresti fatto del male!"
"Se non arriva non ho intenzione di lasciarti viva, credi che voglia guai per colpa tua? Mi spiace per te mia cara, non è colpa mia se adesso la tua vita è proprio nelle sue mani!". Urlando ciò, il ragazzo aveva aperto un'altra porta, lasciando la bambina da sola. 
L'angoscia prese ben presto posto nel cuore di Hiashi. Non aveva mai avuto paura di morire, ma ora come non mai, temeva per la propria vita. Se solo non si fosse arrabbiata, scappando via, tutto questo non sarebbe successo...

I Big Hero avevano preso a perlustrare tutta la città, senza però poter trovare alcuna traccia del covo dove Eichi si nascondeva. Hiro stringeva i denti e i pugni, pensando a tutto ciò che avrebbe fatto a quel tipo una vota che lo avrebbe avuto tra le mani. Sentiva di non aver mai provato una rabbia così grande , rabbia che sicuramente sarebbe esplosa di lì a poco.
"Non posso ancora crederci! - esclamò Fred - Yana è Hiashi! Come abbiamo potuto non accorgercene?"
"Fred, abbiamo capito! - esclamò Gogo - l'hai detto venti volte negli ultimi cinque minuti"
"Mi dispiace, e che non posso crederci!"
"Io avevo capito che era lei - esultò Honey - è sempre carina, magari quando questa storia sarà finita potrò usarla come mia bambola personale"
"Sì, risparmi i progetti per quando avremmo scovato Eichi, sperando che quest'ultimo non faccia del male a Hiashi..."
"Non le torcerà un solo capello - disse Hiro voltandosi con uno scatto - perché se solo ci prova... gli farò pentire di essere nato, e farò in modo che neanche nell'Aldilà si dimentichi di me"
I suoi amici rimasero a fissarlo, con gli occhi spalancati.
"Wow - costatò Fred - Hiro si che è un uomo con le pal..."
"Hey voi! - li chiamo ad un tratto Wasabi - dite che questo posto è abbastanza inquietante per essere il covo di un criminale?"
Gli altri lo raggiunsero, notando dall'alto come quella "cosa" somigliasse ad una grotta , o almeno questo sembrava dal rivestimento, poichè in realtà la forma era conica, quasi somigliante ad un vulcano.
"Non lo sapremo finchè non proveremo - dichiarò Hiro - abbiamo cercato ovunque, cerco anche qui. Tori viene con me - disse prendendo il robot tra le mani -  Io e Baymax andiamo, voi rimanete qui"
"Cosa?! No, ma sei completamente impazzito? Non puoi andare da solo! E' pericoloso!" - esclamò Gogo.
"Sì che posso invece, Gogo ! Non sono più un bambino da molto tempo ormai! Questa è la mia battaglia, e devo uscirne da solo. Vedrete che non mi accadrà niente. Voi non combatterete, pertanto aspettami, e non provate a seguirmi... Baymax, pronto?"
"Pronto" - rispose il robot, iniziando a volare verso la cavità del luogo. Gli altri quattro rimasero lì con lo sguardo attonito.
"Mmh, sbaglio è quel "rimanete qui" era tanto un invito a seguirlo?"  domandò Fred.
"Io dico di sì" - disse Wasabi.
"Che vada al diavolo - disse Gogo alzando gli occhi al cielo - Hiro ha scelto il momento sbagliato per essere orgoglioso. Noi siamo una squadra..."
"E...?" - domandò Honey.
"E questo vuol dire che è la nostra battaglia. Pertanto andiamo a salvare Hiashi!"
Un urlo di acclamazione si levò a quel punto nell'aria.

Hiashi aveva smesso ormai da un pò di dimenarsi. Sentiva di stare perdendo ogni forza, sarebbe stato bello scoprire che si fosse trattato solo un brutto sogno. Ma purtroppo non lo era. Lei era finita lì, e sicuramente ci sarebbe rimasta. Non voleva morire, e soprattutto non voleva morire lasciando di se un ricordo tanto amaro. In quel momento, nonostante tutto quello che avesse detto, le sarebbe piaciuto avere Hiro con se. Era stata sciocca ad arrabbiarsi in quel modo. Ma dopotutto, forse era scritto nel suo destino che doveva rimanere da sola.
Hiro e Baymax erano entrati all'interno di quel covo che era in realtà molto più grande di quel che sembrava. Le pareti erano nere, ed ogni qualvolta parevano finire in un vicolo cieco.
"Maledizione! - imprecò - possibile che non la trovi da nessuna parte? Dove l'ha nascosta?"
"Noto in te una certa rabbia..."
"Certo, certo che sono arrabbiato, e sai perchè sono arrabbiato?! Perchè sono un idiota, ecco perché! Perché è colpa mia se ora lei si trova in pericolo, è colpa mia di tutto. Hiashi ha ragione, io non sarò mai come Tadashi, se ci fosse stato lui al posto mio allora si che sarebbe stato diverso"
"Sta dicendo che sarebbe stato meglio se fossi morto tu...?"
"Eh... non lo so, d'accordo?! Non lo so cosa sarebbe stato meglio, non so nulla, so soltanto che voglio rompere le ossa a quel bastardo e riavere con me Hiashi, nulla di più!"
Hiashi dal canto suo, aveva avuto l'impressione di udire delle voci che attraversavano il sottile strato di pietra. Il rumore e faceva alzare il capo, con la speranza che ci fosse qualcuno, ma poi sconsolata doveva rendersi conto di sbagliarsi.
"E' inutile - sussurrò - non verrà nessuno"
"Cosa dovrei fare?! - urlò ancora Hiro -  non posso starmene qui mentre chissà lei come sta!"
"Emh... Hiro..."
"COSA?!"
Il robot, senza dire una parola, indicò una piccola porta in metallo che si trovava alle loro spalle. Hiro spalancò gli occhi, fiondandosi poi su di essi.
"Finalmente! Ma perchè non me l'hai detto prima?!"
"Perchè non volevo interromperti durante il tuo discorso tanto solenne". Il ragazzo lo guardò incredulo, per poi spalancare la porta.
Hiashi aveva sussultato nel momento in cui aveva udito quel rumore stridente.Temeva che Eichi fosse tornato. Avvertì dei passi, per poi i scorgere non una. ma due figure andarle incontro.
Alzò lo sguardo, sentendo poi il cuore fremere.
"Hiashi?" - si sentì chiamare.
"Hiro! Baymax, Tori! - esclamò cercando di fare rumore - Sono qui!"
"Hiashi! - esclamò correndogli incontro - non posso crederci, sei qui, cosa ti ha fatto quel tipo?"
"E' dura da aspettare, ti prego, dobbiamo sbrigarci, se Eichi ti vede è finita!"
"Lui non mi farà nulla! Baymax aiutami a liberarla!"
"Ti prego, devi ascoltarmi - esclamò mentre Tori le andava felicemente incontro, cinguettando - lui è te che vuole, anzi, vuole l'anima artificiale che tu stesso hai costruito"
"Lo so bene - rispose - ma da me non avrà proprio nulla"
"Bene bene, cosa abbiamo qui?" - domandò improvvisamente la voce di Eichi, che era loro comparso alle spalle - vedo che alla fine sei arrivato Hiro, in compagnia del tuo strano amico robot".
Nel vederlo, Hiashi si nascose dietro il ragazzo, e quest'ultimo lanciò un'occhiataccia al rivale.
"Eichi - lo chiamò - sei completamente impazzito? Come ti è venuto in mente di rapirla?"
"Oh suvvia, non fare come se ti importasse qualcosa - disse andandogli contro - oramai so anche io dei tuoi fantasmi del passato"
"Stanne fuori" - sussurrò a denti stretti.
"Certo, sembra facile dopo anni provare a rimediare, ma indovina un pò? Tu non ci riuscirai"
Scosso da un fremito di rabbia, Hiro provò a lanciargli un pugno, ma prontamente Eichi lo fermò.
"Sta buono - sussurrò - sai già quello che voglio. Dammi la tua anima artificiale, e io potrei anche pensare di non ucciderti. Anche se ammetto che le persone come te mi fanno abbastanza rabbia".
Il ragazzo lo guardò, fulminandolo con gli occhi: non avrebbe mai permesso che un tipo del genere la facesse franca, né tanto meno intendeva dar via tanto facilmente un qualcosa a cui aveva lavorato per anni.
"Io non ti darò mai qualcosa di così importante per far si che tu possa realizzare qualcosa di losco!""
"Tu non sai niente! - sbottò afferrandolo - e se non vuoi darmela di tua volontà me la prenderò con la forza"
"No! - esclamò Hashi - ti prego no, Hiro non batterti con lui!"
"Mi dispiace Hiashi - sussurrò poggiando una mano sulla testa - non ho potuto proteggerti per otto anni, lasciami rimediare. Baymax - guardò il robot negli occhi - la affido a te". Il morbido robot parve capire le sue emozione, e prima che Hiashi se ne potesse accorgere, la prese tra le braccia, nonostante tentasse di dimenarsi, volando via alla svelta.
"E' inutile Hamada - disse l'altro - non ti servirà a nulla questo perbenismo. Lei ti odia ormai, e fa anche bene"
"Tu non la consoci, lei non è in gardo di odiare, ma ammetto che anche se lo facesse avrebbe ragione. E poi agli errori si può sempre rimediare!"
"Non credo che vivrai abbastanza per poter rimediare" - sussurrò appena. Accadde tutto in un battito di ciglia: Eichi gli andò alle spalle, bloccandogli le mani dietro la schiena, e puntandogli una lama appuntita e gelida sulla base del collo.
"Questa scena l'ho gi vissuta - sussurrò al suo orecchio - ah sì, peccato che sta volta nessuno ti salverà"
"Se credi davvero che mi lascerò morire tanto facilmente, te lo scordi". Una violenta gomitata servì a liberarlo, ma sapeva comunque che ciò non sarebbe bastato per aiutarlo a uscire da quella situazione: Eichi era forte, fisicamente parlando, e aveva negli occhi la luce di chi non avrebbe provato alcuna pietà. Ma come aveva già detto, non si sarebbe lasciato morire, specie adesso che aveva un motivo per cui vivere.  Peccato che non avesse previsto il fatto che l'altro avesse un piccolo asso nella manica. Vide una palla di fuoco correre verso la sua direzione, cosa che riuscì a schivare, permettendo ad essa di cadere al suolo e continuare a bruciare. Odiava il fuoco, portava via tutto e non lasciava nulla.
"Ma che bravo, l'hai schivata - disse Eichi mostrando il marchingegno che aveva sparato poco prima la palla di fuoco - però sai, quei cannoni sono fatti di un materiale molto tossico, e più il fuoco si disperderà, più l'aria diverrà velenosa. E non provare a spegnerlo perché sarebbe inutile Io potrei salavrmi... ma credi che ti permetterei di fare lo stesso?  Suvvia, dammi quello che voglio..."
"Io... non mi piegherò mai a te" - sussurrò portandosi una mano davanti la bocca per evitare di respirare il fumo.
"Allora muori" - rispose l'altro andandogli contro e lanciandogli un pugno allo stomaco. Per Hiro fu naturale tossire, ma nel farlo si accorse che un rivolo di sangue gli era scivolato dalla labbra. Effettivamente l'aria si era fatta pesante, e tutt'intorno stava divenendo rosso dalle fiamme.
Avrebbe tanto avuto l'istinto di chiudere gli occhi, ma non si sarebbe lasciato andare. Avrebbe dovuto vincere, a qualunque costo"

"Baymax, lasciami! - esclamò Hiashi - dobbiamo tornare indietro, non possiamo lasciarlo lì!"
"Ma Hiro ti ha affidato a me, non posso disubbidire"
"Puoi eccome invece! - esclamò -  c'è un motivo se tutto ciò è successo, non c'è bisogno che quei due usino la violenza, devi riportarmi indietro, ti prego, io non voglio che lui muoia!"
"Mi dispiace, non posso...!"
"Ti prego! - esclamò con le lacrime agli occhi - Tadashi ti ha creato non è vero? Bene, siccome sono sua figlia devi fare quello che ti dico io! Io non voglio perdere la mia famiglia, anche se gli ho detto tutte quelle cose ad Hiro... gli voglio bene, non posso permettere che finisca così!"
Hiashi aveva ora preso a piangere, in maniera sommessa e dolorosa. Baymax l'aveva osservata, e il suo cuore da robot aveva per un attimo sussultato, quasi come se potesse provare le stesse emozioni. Effettivamente poteva vedere in Hiashi parte di Tadashi, parte di Hiro. E nonostante le raccomandazioni di quest'ultimo, non avrebbe accettato di vedere quella bambina piangere.
Le porse un fazzoletto, e a quel gesto lei lo guardò.
"Baymax?" - domandò.
"Io sono stato creato per aiutare il prossimo, sia fisicamente che nella vita. Non adibirei al mio compito se ora non aiutassi te"
"Ah, Baymax grazie! - esclamò cin gli occhi lucidi - dobbiamo tornare indietro, non importa se siamo solo in due!"
"Chi ti ha detto che sarete solo in due?". Hiashi riconobbe immediatamente quella voce. Alzò lo sguardo, vedendo gli altri membri dei Big Hero 6 che l'avevano raggiunta.
"Ragazzi!" - esclamò.
"Hiashi" - esclamarono Honey, Wasabi e Fred correndole incontro per strapazzarla in un abbraccio.
"Siamo così felici di rivederti!"  - disse la prima.
"Temevamo il peggio!" - disse il secondo.
"Non ti lasceremo più andare!" - concluse il terzo.
"Grazie" - sussurrò -  vi voglio bene - si voltò - Gogo!"
"Quel testardo di Hiro non voleva che lo seguissimo, ma a quanto pare abbiamo fatto bene a non dargli retta. Tu stai bene?"
"Sì , e adesso che i Big Hero 6 sono di nuovo insieme, possiamo andare ad aiutarlo. E farete quello che dico io"
"Credo sia giusto" - disse Gogo.
"Bene - disse la bambina - allora seguitemi"
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Angolo mio
Ave gente, come state? Io male, sono stressata, e sono una pazza *risata da schizofrenica*, questa scuola mi distrugge
*amoree, ci sono le gocciole*
Fanculo le gocciole, portatemi un'ascia! No, seriamente, la mia linfa vitale è stata risucchiata via.... fortuna che finirà presto... spero -.-
Comunque Eichi lo odio. Perchè faccio pg così odiosi? Sono una sadica...
beh, spero vi sia piaciuto, spero di poetr aggiornare presto ^^
- Balalalallaaa <3
   
 
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