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Autore: caly    12/01/2016    6 recensioni
La vita vera di Emily iniziò nel giorno in cui sarebbe dovuta morire.
[...]
Sorrise.
Aveva perso ogni timore. Ogni ansia che aveva in vita. Fino a quel momento aveva avuto più paura della vita che della morte e questo la faceva sorridere.
L'idea di levarsi la vita era nata tanto tempo prima quando aveva capito che paradossalmente, vivere, la uccideva lentamente.
Ed era felice di poter mettere fine a quella tortura, felice di poter scegliere lei il giorno, il momento.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alison DiLaurentis, Emily Fields
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era stanca, le facevano male le gambe, le braccia, tutto. E trascinarsi su per quelle scale fu più difficile del previsto. Ma la prospettiva di un letto e di calore la fece procedere. Aveva così tanto freddo, indossava solo un costume con una giacca sopra. Stava tornando dal locale, ancora tutta truccata. Aveva ballato quella notte e si era spogliata. I soldi che aveva fatto in quella serata erano quasi pari a quelli dell'intera paga da barista. Per questo,nonostante sentisse ancora le mani addosso e quegli occhi viscidi sulla pelle, era contenta. Fece per infilare le chiavi nella toppa ma notò una figura seduta a terra, spalle al muro. Sospirò, vedendo Alison abbandonata contro la sua porta, occhi chiusi e bocca aperta. Una bottiglia mezza vuota in mano. Non avevano più parlato,non da quel giorno in corridoio. Emily ricordava bene l'espressione della bionda nel vedere lei e Ben mano nella mano. Avrebbe voluto seguirla, stringerla. Ma non lo fece, le voci erano tante, troppe e non avrebbe potuto sopportarlo. Così l'aveva lasciata andare. Nonostante non parlassero però Emily non aveva potuto non notare l'autodistruzione che la bionda stava mettendo in atto. La intravedeva a scuola, ubriaca o fatta, sbattere contro le persone o gli armadietti. E la intravedeva in quello stesso corridoio dove ora si trovava,sempre con una persona diversa. Vedeva spesso donne uscire dalla sua stanza e Alison salutarle sulla soglia della porta svestita e soddisfatta. Aveva incrociato il suo sguardo più di una volta e la reazione era sempre stata la stessa. Alison la guardava poi si girava e chiudeva la porta, spesso dimenticandosi di salutare la persona con cui aveva passato la notte.
Così, quando Emily la vide seduta e ubriaca da far schifo in quel corridoio, fu tentata di ignorarla. Ma aveva vissuto tanti anni con sua madre e il suo vizio, troppi per non sapere che non doveva lasciare Alison lì da sola. Così sospirando posò la giacca e la borsa in camera sua per poi tornare in corridoio.
Si sedette a terra vicino a lei e le passò una mano sul volto sudato, liberandolo dalle ciocche bionde. Sorrise automaticamente nel vedere Alison abbandonarsi a quel tocco. Aveva gli occhi chiusi ma Emily sapeva che l'aveva riconosciuta perché sorrideva, bellissima e sconvolta.
"Che fai qua fuori?" Chiese in un sussurro.
"l-la porta... La porta, non si vuuuole aprire.." Biascicò l'altra, mostrando le chiavi che aveva in mano.
Con delicatezza Emily gliele sfilò e aprì piano la porta, sorreggendola con l'altra mano in modo da non farla cadere all'indietro. Alison la tirò a se con un lamento e per poco non rischiarono di cadere entrambe sul pavimento. "A-Ali, attenta" mormorò Emily, fissando le mani ai lati della porta e sorreggendo tutt'e due. "Mmh, scusa" mormorò, poco convincente e sciolse l'abbraccio, rovinando pietosamente a terra. "Ahi" disse appena udibile, massaggiandosi la testa. Emily sospirò e cercò di alzarla inutilmente.
"Ali, ti prego, cerca di alzarti.."
"Il soffitto da qui é bellissimo..."
"Dai Ali, un piccolo sforzo, il letto é lì" Ma Alison non la stava ascoltando. Lo sguardo sperso. Le passò le mani sotto le spalle riuscendo a sollevarla quel che bastava per trascinarla verso il letto. Quando vi riuscì tornò a chiudere la porta. Ma adesso doveva mettere Alison sul letto. Sospirò sconsolata.
"Ali ce la fai a sollevarti?" In risposta la ragazza mugugnò  qualcosa di incomprensibile ma tentò ugualmente di arrampicarsi sul letto. Emily corse a soccorrerla e in due ci riuscirono. Si ritrovarono entrambe sul letto. E senza sapere come Emily aveva trovato le sue braccia a cingere Alison da dietro. E adesso in quell'abbraccio, Emily aveva il naso tra i suoi capelli e sentiva solo il suo profumo. Si chiese come avesse fatto un mese senza. E la strinse a se un po' di più. "Mi sei mancata tanto..." Sussurrò, ma Alison stava già dormendo.
Restò immobile per quelle poche ore che il lavoro le concedeva prima di un'altra giornata. Sapeva che quella sera se ne sarebbe pentita, ma non riuscì a chiudere occhio. Forse perché voleva, forse perché non poteva. Era rimasta a fissare quella pelle perfetta al buio per infiniti minuti. Ogni secondo era una nuova scoperta. I suoi occhi correvano liberi, nella certezza di non essere scoperti, dalla fronte giù fino a quel naso perfetto e poi le labbra. Le labbra di Alison. Così perfette. E sospirò nel ricordo del loro sapore, nel ricordo di quello che era successo. Forse nel volerne un altro po'. Sentire ancora i brividi e la frenesia di un bacio vero. Aveva sprecato così tanto le sue stesse labbra, a pensarci ora. Non aveva mai pensato ad un bacio come tale, era sempre stato qualcosa per lei fine a qualcos'altro. All'amarsi. Ma adesso metteva in dubbio anche questo. Come poteva riuscire ad amare? Come se non sapeva neanche cosa fosse un semplice bacio? E Alison? Alison poteva farle capire tutto questo? I suoi occhi giocarono su tutto il suo corpo, accompagnati dagli odori. E lei si beò di quelle sensazioni, così uniche.

Quella sera Ben aveva insistito per andare a prenderla a lavoro. Era arrivato prima e, dopo essersi scolato un paio di birre, si era seduto in un angolo buio del locale. Emily aveva sentito i suoi occhi addosso per tutta la fine della serata. Non sentendosi libera nei movimenti più semplici. Drake la guardava ogni tanto, pieno di tenerezza. E Emily si sentiva peggio di quando ballava per sconosciuti. I loro occhi erano meglio di quelli di Ben, seduto così cupo. Quando il turno finì, dopo aver sistemato i tavoli, gli andò in contro, con il sorriso più rassicurante che poté mostrare. Lui si alzò raccolse la borsa da nuoto da terra e la superò, urtandola in malo modo. "Fa presto" borbottò. Emily chinò la testa e lo seguì. Quando furono in macchina l'odore forte di coloro l'avvolse, mischiato a quella acqua di colonia pungente che Ben indossava a dismisura. Non poté non pensare all'odore che aveva accompagnato la sua notte precedente. Alison. Lui la baciò senza tenerezza o sentimento, ficcandole la lingua in gola fin da subito. Emily lo spinse via e lui sbatté le mani sul volante violentemente. Il rumore la fece tremare. "Io non capisco!" Era rosso in viso, la rabbia o la birra. "Sto cercando di ignorarlo Emily! Io sto facendo uno sforzo enorme! Pensi che non me ne accorga? Pensi che io sia stupido?! É questo? Eh? Lo pensi?" Emily si fece piccola piccola sul sedile. Non sapeva neanche perché stesse urlando. "Tu pensi che io non veda come mi guardino i tuoi colleghi? Mi sento preso per il culo! Ogni dannatissima volta! Mi prendi per il culo!"
"B-ben.. Calmati, io non capis-"
"Ah tu non capisci! Scommetto che non capisci neanche gli sguardi che mi lanciano a scuola!"
"Ben ma cosa stai dicendo?" Si voltò verso di lei, le vene fuori dal collo.
"Pensi che io non sappia che ti scopi Alison Di Laurentis?"
"Ben ma non é vero!"
"E chi può dirlo! Tutta la scuola non fa che ripetermi che sei lesbica! Che sto con una che neanche vuole stare con me! Ed é così"
"Ben.. N-no" Stava piangendo. Cercò di accarezzargli il volto ma lui le allontanò la mano con rabbia.
"Secondo te non vedo quando scopiamo che chiudi gli occhi? Non vedo che stai pensando ad altro? Non sono stupido, Emily" disse più pacatamente. Emily scosse piano la testa, le lacrime ormai veloci sulle guance. Si avvicinò a lui e lo baciò piano, in maniera delicata. Poi si spostò dal suo posto e salì a cavalcioni sulle gambe del suo ragazzo. Ben iniziò da subito a respirare affannosamente ma sembrò comunque essersi tranquillizzato.

Emily posò i libri nell'armadietto, cambiandoli con quelli di biologia. Le uscì un respiro tremulo, del tutto involontario. Non vedeva Alison da due giorni, da quando avevano dormito insieme. E adesso doveva passare un'ora intera con lei, per biologia appunto. Avrebbe potuto non andare, ma il desiderio di vederla era più forte di qualsiasi altra cosa. Così si diresse a passo svelto verso l'aula, si mise a sedere al suo posto e notò di esser arrivata fin troppo in anticipo. La classe era vuota. Perfino la professoressa Heller non era arrivata. Dopo pochi minuti quest'ultima fu la prima ad apparire, poi,piano piano, tutti i suoi compagni. Tutti tranne Alison. Si mosse inquieta sulla sedia. Si diede della stupida, per aver pesato che lei potesse venire ad una lezione nella sua stessa aula, per aver pensato di potersi sedere vicino a lei per un'ora intera. E si diede della stupida per essere stata felice una mattinata intera. Fu quando la rabbia incominciò a tramutarsi in preoccupazione che una testa bionda entrò correndo nell'aula. Alison mormorò qualcosa e la Heller grugnì una risposta secca. Non capì molto in realtà, ma quando fissò i suoi occhi in quelli della bionda tornò tutto apposto, e niente. Alison si sedette al suo fianco e le sorrise piano. Emily percepì dell'imbarazzo e si chiese perché. Un paio di ragazzi le fissavano. Alison sembrò non accorgersene.
Era passato quasi un quarto d'ora da quando era iniziata la lezione, quando, con la coda dell'occhio, Emily, la vide agitarsi. Alla fine Alison si sporse verso di lei e sussurrò piano " Abbiamo dormito insieme?"
"Quando?" Chiese Emily, senza voltarsi verso di lei, forse continuando a seguire la spiegazione.
"L'altra notte.."
"Si, abbiamo dormito insieme" questa volta si girò a guardarla. Alison non disse niente per un po' ed Emily riprese a seguire la lezione, poi la bionda tornò ad agitarsi al suo fianco. "E n-noi... N-noi, beh... Ecco.."
"Noi?"
"Io non credo... Insomma ero vestita, però"
"Alison, non sto capendo"
"Noi abbiamo fatto l'amore?" Emily boccheggiò. L'amore.
"N-noi.. No" Alison annuì piano e tornò al suo posto.
“Io… Non ricordo molto” provò, quasi a giustificarsi. “Come potresti” si limitò a sussurrare Emily, con una punta di cattiveria ma Alison lasciò correre “I-io ti ricordo, il letto.. Non riesco a ricordare dopo cos’è succ-”
“Ti sei addormentata. Tutto qui.” Tagliò corto.
Passarono ancora pochi minuti. “Mi dispiace” Disse Alison. Emily si girò a guardarla, lo sguardo basso e sospirò.
“Perché fai così?”
“Così come?”
“Perché ti devo alzare da terra? Perché ti ritrovi a non poterlo fare da sola?!” la voce più alta.
“Nessuno te l’ha chiesto.”
“ E cosa avrei dovuto fare?!”
“Ehi! Voi due! Volete continuare la discussione fuori di qui?!” La classe si zittì e si volto verso le due ragazze. La Heller le fissava con le mani fisse sui fianchi. “No, ci scusi professoressa” Disse Emily, tranquilla. La Heller le sorrise serafica, come sempre e riprese la lezione.
“Lasciarmi lì” risprese Alison, con i denti stretti.
“In quel corridoio!??”
“Si, tanto che importa? A te cosa importa!?” Emily si girò verso lei sconvolta. “Non ti permetto di dire una cosa del genere! Come se davvero non mi importasse di te!”
“Dove sei stata tutto questo tempo?! Dov’eri? Se davvero ti importasse qualcosa non saresti sparita per uno stupido bacio!”
“Cosa c’entra adesso q-questo? Non usare questa storia per giustificare il tuo comportamento”
“Non lo sto facendo!”
“Ancora!? Voi due fuori!” urlò la Heller.
“No, Prof-”
“Fields, non mi interessa!Fuori!”
“Professoressa mi scusi, i-io no”
“Fuori ho detto!”
“Grande…” si limitò a sbuffare Alison, prese la sua roba e uscì dall’aula.
Emily raccolse la borsa e la seguì, veloce. “Ali! Alison!” la chiamò, chiudendosi la porta alle spalle. “Alison!”
“Cosa c’è?! Cosa vuoi da me?!” si girò, esasperata. “I-io… Niente” sussurrò piano.
Si guardarono per poco, poi Alison si voltò e se ne andò. Non notando Ben, spalle al muro, ad osservarle.

Alison tirò ancora dalla sigaretta, in un gesto nervoso.Era uscita dalla porta di emergenza del secondo piano e adesso era isulle scale d'emergenza a fumare, appoggiata al muro e arrabbiata. Arrabbiata con la Heller. Arrabbiata con Emily. Con i suoi occhi e le sue labbra. Era arrabbiata con se stessa, per essere stata così stupida da chiedere. Per averle permesso di guardarla di nuovo in quel modo, delusa e indecifrabile. Sospirò. Forse era arrabbiata solo con se, con le sue abitudini.
La porta si aprì con un tonfo e Alison saltò, spegnendo velocemente la sigaretta e liberandosene. “Ah.. Sei tu” disse con una smorfia, vedendo il faccione di Ben Coogan apparire e guardarsi intorno. Alison sfilò un’altra sigaretta dal pacchetto e l’accese, infastidita. Ben accostò la porta e andò verso di lei con le mani in tasca, il volto scuro. La fissò per un po’, a due passi di distanza, muovendosi sul posto. Alison stava ferma e ghignava leggermente.
“Devi starle lontana!” disse poi dal nulla lui.
Alison rise “Non so di chi tu stia parlando” fece un tiro e soffiò il fumo, piano.
“Emily!Devi stare lontana da lei!” urlò, rosso in viso. Poi si guardò intorno , fissando la porta . Era agitato.
“Per quale motivo, scusa?”
“E’ la mia ragazza!” Alison rise di nuovo.
“Lo trovi divertente?!”
“Molto, molto divertente”. Ben grugnì.
“Te la fai non è così? Quando io non ci sono, sta con te! Giusto?”
“ Dove hai comprato la roba con cui ti sei appena fatto? Dev’essere davvero buona…”
“Smettila di scherzare. Sono serio.”
“Calmati, babbuino" sospirò " No, non l’ho mai stesa sul mio bellissimo letto..” assottigliò gli occhi “… e non l’ho mai baciata, mai toccate le sue lunghissime gambe…” stavano uno davanti all’altro, Alison dritta, con le braccia incociate e Ben, sempre più rosso di rabbia. Alison sussurrava ogni parola, piano, cattiva e con una certa ironia. Voleva che lui pensasse il contrario. Che pensasse che Emily veramente lo avesse tradito. Voleva soffrisse “… se no non sarebbe mai tornata a letto con te.” Concluse con un sorrisino. Sembrava gli stesse per esplodere una vena sul collo quando finalmente parlò “Ti credo, sai” Alison aggrottò le sopracciglia, confusa “Non avresti bisogno di dire tutte queste fantastiche parole, se lo avessi fatto”. Alison non seppe cosa dire. “Già..” sorrise soddisfatto Ben e si girò per andarsene. Ma prima che aprisse la porta Alison gridò “Chiedilo a lei, chiedile se non ha dormito con me!” Ben si bloccò giusto un momento, poi aprì la porta e se ne andò.

“Ma cos’hai in testa!?”                                                                                                                                
 Alison non fece in tempo a chiudere la porta del suo monolocale che venne spinta di nuovo. Emily la sorpassò, agitata. Si fermò al centro della stanza e lasciò cadere la borsa con i libri a terra. Alison chiuse la porta, alzando gli occhi al cielo.
“Mi stavi seguendo?” disse, calma.
“Si! Cioè.. n-no!” Alison lasciò andare un risolino e Emily si passò le mani sul molto, lasciando andare un lamento.
“Puoi smettere di fare così? Per una volta, ti prego.” Sussurrò tra le mani, lasciandosi cadere seduta sul bordo del letto.
La bionda sospirò e andò a sedersi vicino a lei “Cos’è successo?” chiese piano.
“Hai detto a Ben che hai dormito con me?”
“Me l’ha chiesto lui” rispose, allontanandosi un po’, dopo aver capito di cosa si trattasse. Emily la guardava incredula. “Ma per quale motivo?!”
“Non vedo dove sia il problema” disse Alison e si alzò, non aveva nessuna voglia di litigare. Non con lei. Non di nuovo.
“Il problema è che lui pensa.. Lui insomma... pensa che sia successo quello che tu pensavi fosse successo quando non ti ricordavi cosa fosse successo!” “Eh?” Emily prese un lungo respiro, gli occhi chiusi e le mani strette sulle sue stesse gambe “Lui pensa che l’abbiamo fatto”
“Problemi suoi se non capisce un cazzo..”
“Ali! Insomma… ‘Dormire insieme’… E’ molto fraintendibile”.
Alison si girò verso il comodino, dandole le spalle, raccolse una sigaretta e l’accese. Emily storse il naso, ma la bionda non la vide.
“Che bisogno c’era? Che bisogno avevi di dire una cosa del genere?” Continuò, Alison non rispose, ancora non si girava.
“Ali!” la chiamò “Perché? Lo sai che ha urlato per mezz’ora?! Mi ha fatto sentire uno schifo, tutto per un paio di tue parole, tu non capisci!”
“Perché è un coglione! Emily! E’ un coglione e anche stronzo e h-hai ragione io non capisco! Non capisco come tu possa stare con uno del genere!” Stava urlando e si era voltata a guardarla. Emily si alzò a sua volta.
“Non sono affari tuoi con chi sto!”
“E’ vero! Dovrebbe interessare a te se stai con qualcuno che ti tratta come una pezza o meno”
“Ben mi tratta bene!”
“Oh.. davvero?” disse, quasi con sfida. 
“Si! Davvero..” rispose, ma con poca convinzione.
“A chi lo stai dicendo a me o a te stessa?” chiese Alison, per ferirla. Solo per vederla soffrire come soffriva lei. Emily sussultò appena.
“Ti scopa bene almeno?” Emily arretrò un po’, scontrandosi con una gamba del letto.
“Eh? E’ bravo? Dev’esserlo se ti lasci mettere le mani addosso così facilmente…”
“A-ali, b-basta… ti prego” gli occhi lucidi, ma Alison non voleva fermarsi. Sentiva dolore, giù nel petto.
“Cosa fa? Quando ha finito? Scommetto che ti chiede se ti sia piaciuto, non è così?”
“Alison..”
“ E poi sorride compiaciuto, vero?”
“Non sono affari tuoi, smettila…”
“ E a te chi ci pensa? Quando tu hai pensato a lui… A te chi ci pensa?” Si avvicinò un po’, Emily immobile davanti a lei. 
“Perché fai così Ali?” sussurrò, tremante, ma Alison sembrava non sentirla nemmeno.
“Non ti ha mai fatto stare bene…” sorrideva, quasi inquietante. "Non è così?"
Si avvicinò ancora, fino a stringerla tra le braccia.  Emily rimase pietrificata, si lasciò portare dall’altro lato della stanza, contro il muro. Respirava piano e teneva gli occhi chiusi.
“Non ti ha mai sfiorata come meriti…” sussurrò caldo, al suo orecchio, spostando delicatamente i capelli dal collo, con la mano fredda.
Emily si ritrovò a deglutire, non si era mai sentita così. Nessuno l’aveva mai ridotta in quello stato solo con le parole.
E, quando Alison prese a baciare piano il suo collo, credette di star morendo.
“A-ali..” provò ancora, con la voce strozzata. Alison risalì, sfiorandola piano con la punta del naso. “Vuoi che mi fermi?” sussurrò, nuovamente giunta all’orecchio, e contemporaneamente prese a muoversi su di lei. Emily lasciò andare un gemito.
“Vuoi che mi fermi?” chiese nuovamente, basso ai limiti dell’umano. Emily provò a parlare ma, non appena aprì bocca, Alison infilò una gamba tra le sue.
E Emily non rispose. La bionda sorrise sulla sua pelle. Percorse con le labbra la sua mascella, così delineata, fino ad arrivare alle sue labbra.
E la baciò.
Piano ma con decisione, senza smettere di muoversi.
Poi sentì le mani di Emily afferrare la sua maglietta e tirarla più vicino. Alison aprì le labbra e lasciò Emily fare, smise però di muoversi su di lei. Ma Emily la tirò a se, più stretta. Alison rispose al bacio, ma presto si staccò dalle sue labbra, da lei. Arretrò un po’ e si limitò ad osservarla. Emily aveva il fiatone, i capelli fuori posto e le labbra rosse. Era confusa ma Alison si limitò a fissare gli occhi nei suoi. Ed Emily capì. Capì che Alison non sarebbe andata fin e infondo. Capì che aveva fermato tutto prima che iniziasse. Capì che lo aveva fatto per lei. Capì quello che lei non aveva capito. E si sentì male. Sentì un nodo alla gola e le lacrime premere per uscire. Si sistemò in fretta i capelli. Prese la borsa e uscì di corsa.






**Angolo per le stronzatee*
Bella svolta,no? Buon 2016 in ritardo.
 
  
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