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Autore: Inquisitor95    13/01/2016    0 recensioni
"Shepard era una donna alta rispetto a molte altre della sua età: il fisico slanciato e snello al quale non mancavano le delicate curve femminili, i suoi capelli erano scuri e dopo un'adolescenza in cui li aveva tenuti lunghi aveva deciso di tagliarli fino alle spalle all'età di diciott'anni quando decise di seguire le orme dei suoi genitori arruolandosi. I suoi occhi erano blu come l'oceano, profondi altrettanto e dal delicato taglio." - tratto dal Capitolo primo.
Questa è la mia storia di Jane Shepard: superstite di Akuze, spaziale e dalle potenti abilità biotiche. Si tratta della rivisitazione del primo capitolo di Mass Effect con la mia FemShep. Tra guerra e passione si farà strada per diventare una leggenda per l'intera galassia a partire da Eden Prime.
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Kaidan Alenko, Liara T'Soni, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo diciottesimo

Fuga dalla Cittadella




Shepard scese dalla Normandy con la semplice divisa militare, era un giorno in cui essere felici e finalmente avrebbero potuto avanzare per fermare Saren, tuttavia l'aria era carica di una strana elettricità negativa; la donna si spostò insieme alla propria squadra attraverso l'Accademia della sicurezza in quanto avevano avuto il permesso di attraccare lì, si spostarono poi con i mezzi di trasporto verso la Torre del Consiglio, arrivarono ai piedi della struttura e poi salirono fino a che non si trovarono nel giardino che precedeva la sala ufficiale dei tre consiglieri.
L'ambiente era solitamente colmo di persone, o almeno le ultime volte in cui Shepard aveva avuto modo di andarci; in quel giorno c'erano pochi elementi, alcuni Turian indaffarati a parlare di affari su Palaven, il loro pianeta originale; altri si preoccupavano invece di recenti perdite a causa di una società chiamata Cerberus; la comandante non poteva fermarsi.
Proseguirono verso la sala del Consiglio dove l'Ambasciatore Udina era stato già contattato così da poter organizzare l'incontro: come suo solito sembrava parecchio nervoso e infastidito da qualcosa, teneva il broncio!
« Ancora ottimo lavoro, Shepard. Saren ormai non ha vie di fuga, siamo pronti all'eventuale attacco diretto che ci lancerà. Inoltre teniamo sotto sorveglianza tutti i portali che conducono ai Sistemi Terminus, non ci sfuggirà. » disse il Consigliere Asari quando Shepard avanzò al fianco dell'ambasciatore. Ebbe quasi un mancamento!
« Sorvegliare i portali? Pensate che questo basterà a fermarlo!? Pensate che Saren non riuscirà a raggiungere il Condotto? Così non riusciremo a fermarlo! » disse Shepard stringendo i pugni per la rabbia, era ancora scottata dalla perdita di Ashley, pretendeva che il Consiglio agisse!
« Capisco la mossa del Consiglio, Shepard. » cominciò a parlare Udina. « Dobbiamo muoverci con discrezione adesso che l'umanità ha finalmente fatto qualcosa. » a quelle parole Shepard quasi non poté trattenersi dall'urlare ma ci riuscì.
« Potrei andare solo io. La Normandy può muoversi con l'occultamento, mandate solo me! » era pronta a tutto, persino ad affrontare Saren da sola con la propria nave, ma il Consigliere Turian era ancora contrario.
« Questa situazione richiede un approccio delicato, e tu Shepard, dopo Virmire hai dimostrato di non averne. Hai fatto esplodere una base di ricerca con una bomba nucleare! »
« È stata un'idea di Kirrahe e inoltre non c'era altra soluzione per fermare Saren! » disse la donna a difesa delle proprie tesi. « Inoltre cosa dovremmo fare col Condotto? »
Il Consigliere Salarian si dimostrò ancora una volta contro la donna e le sue tesi. « Si tratta di una distrazione, come i Razziatori. Saren non è più una minaccia. »
Era tutto così assurdo per la comandante, avrebbe voluto urlare e picchiare i membri del Consiglio uno alla volta.
Si voltò verso Udina sperando che almeno lui le desse supporto. « Mi dispiace, Shepard. Il tuo comportamento è ormai problematico, per questo motivo tu e la Normandy resterete bloccati qui fino a nuovo ordine. »
Ancora una volta l'ambasciatore mostrava il suo volto da serpe, interessato solo al proprio fine! « Sei un figlio di puttana, Udina! Nessuno mi pugnala alle spalle e ne pagherai le conseguenze. » non voleva essere una minaccia, ma Shepard ormai non riusciva più a trattenersi, mai durante la sua carriera era stata sottoposta così tante volte a situazioni e persone che le erano avverse senza ragione!
La donna se ne andò senza aggiungere altre parole, non aveva più senso restare là, Udina aveva fatto la sua mossa e aveva tradito Shepard, aveva compiuto una scelta per il proprio interesse e la donna se ne sarebbe ricordata.
Shepard e la squadra ritornarono quindi sulla Normandy, nonostante fosse ferma c'era un piacevole rumore, il ronzio dei motori spenti era piacevole ma forse era solo un'illusione creata dalla comandante in quanto voleva partire!
Si sentiva confusa, tradita e giocherellava con il proprio armamentario nell'hangar, non c'era nessuno e la donna ne era felice: tutti quanti erano nella sala mensa o in altri piani e lei aveva l'occasione per restare sola con i propri pensieri.
Si mise seduta a terra per la stanchezza, poggiandosi alla parete e restando nascosta tra alcune merci, sentì però dei passi, qualcuno che la cercava e dopo un po' vide Kaidan arrivare; i suoi occhi era attorniati da una luce scura.
« Forse possiamo andare via in altro modo, siamo sempre parte dell'Alleanza dei Sistemi, forse possono farci aiutare da loro. » propose il tenente ma la donna scosse il viso.
« Non c'è nulla che possiamo fare ormai. Siamo bloccati e in trappola, avrei dovuto immaginarlo... » si disse, era abbattuta e non riusciva neanche a guardare in faccia il tenente, teneva lo sguardo puntato in avanti, perso nel vuoto.
« Be' allora mettiamoci comodi e aspettiamo che i Razziatori vengano a distruggerci! » la comandante alzò lo sguardo finalmente, l'uomo era chiaramente più abbattuto di lei e non era così strano: era fermo e impotente e il proprio comandante non riusciva a reagire in qualche modo; Shepard era un fallimento per ciò che rappresentava.
« Mi serve il tuo sostegno ora, Kaidan. Non possiamo mollare in due, ho bisogno di una spalla su cui piangere quando è necessario... » disse lei.
L'uomo annuì. « Sai che per te ci sono sempre ma in questo momento non voglio incasinarti le cose. » fece una pausa e poi riprese. « D'altronde cosa siamo? Soldati fieri di questa nave o semplice carne da macello? » aggiunse con un sorriso confuso. La donna si lasciò scappare una risata.
« Non puoi semplicemente dirmi il buon vecchio: “Andrà tutto bene”? » chiese la donna divertita, quasi si dimenticava del reale problema, Kaidan la faceva sentire bene.
« Come vuoi, allora andrà tutto bene, Shepard. » ripeté.
« Vedi? Va molto meglio! » gli occhi della comandante si persero nel nulla. « Se non altro questa è un'occasione per conoscerci meglio... » sussurrò con un velo d'imbarazzo, a quel punto Kaidan le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, lei l'afferro e lui la tirò a se con dolcezza facendola alzare e quasi scontrare contro il corpo di lui.
I due restarono incredibilmente vicini, i loro fiati quasi si intrecciavano mentre Kaidan stringeva la donna tra le proprie braccia, Shepard inclinò il viso socchiudendo gli occhi, al contempo Kaidan avvicinò le proprie labbra alle sue ma poco prima che si sfiorassero Joker chiamò la donna.
« Mi spiace disturbati, comandante. Anderson dice di volerti vedere al Flux con urgenza! Ha un messaggio. » la donna si allontanò di scatto dal tenente il cui viso era diventato incredibilmente rosso d'imbarazzo.
« Stavi forse spiando, Joker? » chiese lei divertita, sentì il pilota ridacchiare tra sé e sé, sapeva bene che la Normandy aveva telecamera di sicurezza in tutti i ponti.
« No, Shepard. Anderson vuole realmente vederti al Flux. » ripeté il pilota.
Shepard si scambiò una fugace occhiata col tenente, il loro momento era stato spezzato.
« Vai pure, ci vediamo dopo. » disse il tenente, Shepard sospirò pesantemente, aveva però ragione: dovette andare così scese da sola dalla nave per andare a vedere cosa Anderson volesse dirle e quindi prese un taxi per il Flux.
Il Flux era uno dei migliori locali che si trovavano negli agglomerati, molto più raffinato rispetto all'Antro di Chora, la gente andava lì per bere o per giocare d'azzardo con le slot machine, Shepard però non aveva mai avuto occasione di andarci; poco prima di entrare all'interno del pub qualcuno la chiamò e lei si voltò verso la voce.
Un ragazzo biondo correva contro di lei, aveva l'aria esuberante e le venne subito alla memoria quel ragazzo che tante volte l'aveva fermata per un autografo o per una foto. « Comandante Shepard che bello rivederti sulla Cittadella! » disse lui esuberante, la comandante allungò la mano in saluto.
« È bello rivederti, Conrad. C'è qualcosa che posso fare per te? » chiese la comandante, il ragazzo annuì.
« In effetti vorrei un tuo parere, voglio candidarmi come Spettro, voglio seguire le tue orme! » Shepard rimase un attimo interdetta dalle parole del giovane e quasi pensò che la stesse prendendo in giro, ma lui restò serio.
« Non penso si tratti di una buona idea, Conrad. » cominciò parlando seriamente. « Che mi dici di tua moglie? Questo lavoro non permette affetti, non lascia spazio a nulla. »
Il ragazzo stava per ribattere ma la donna non gli diede neanche il tempo di fiatare in quanto doveva incontrare Anderson e non voleva farlo aspettare. « Ascolta: riesco a fare questo lavoro perché so che ci sono persone come te da proteggere, persone che sono a casa con le loro famiglie! » il ragazzo aprì ancora bocca ma non uscì fiato.
Il suo entusiasmo si smorzò e diventò serio. « Hai ragione, comandante. Grazie! » a quel punto andò via e la comandante poté finalmente entrare nel locale salendo le scalinate.
Il locale era abbastanza pieno, c'erano molte persone che stavano ballando sulla pista illuminata da fari scuri e rossi, i tavolini riempivano il locale ma non tutti erano occupati, per Shepard fu facile quindi localizzare Anderson che se ne stava seduto da solo e in silenzio. La comandante si avvicinò all'uomo che le rivolse uno sguardo comprensivo.
« Capisco come si è sentito quando Udina è riuscito a metterla fuori gioco! » disse lei sedendosi davanti all'uomo, quello incrociò le dita davanti al viso; era da molto che la donna non vedeva il capitano e ora che stava con una divisa semplice non le sembrava di riconoscerlo.
« Non devi mollare, devi andare su Ilos. Solo tu puoi fermare Saren a questo punto! » cominciò lui, Shepard abbassò lo sguardo sul bicchiere vuoto dell'uomo.
« L'unica nave che mi ci può portare però è bloccata dal porto. Non posso fare nulla, sono bloccata qui! » rispose lei, stavano sussurrando entrambi nonostante la musica fosse abbastanza alta da coprire le loro parole.
« Se Saren arrivasse al Condotto farebbe in modo che i Razziatori ritornino, questo causerebbe la distruzione di massa. Non posso permetterlo; per questo ti aiuterò a fuggire dalla Cittadella con la Normandy! » disse lui.
« Anderson lei rischia molto in questo modo! »
« Sono disposto a tutto! » ripeté nuovamente lui, la comandante dovette annuire, nulla avrebbe persuaso il capitano Anderson dall'abbandonare il suo piano.
« Quindi che cosa vuole fare? » chiese lei.
« Mi infiltrerò negli uffici della sicurezza, una volta che avrò superato la pattuglia potrò tranquillamente aggirarmi nell'ufficio, anche se dovrei prima superarle... » era un'assurdità, per quanto Shepard ritenesse Anderson un soldato eccellente non era in grado di fronteggiare decine di uomini della sicurezza, sarebbe stato da solo.
« È impazzito!? Non posso permetterle di fronteggiare l'intera sicurezza da solo! Ci dev'essere un altro metodo per poter disattivare il blocco della nave... »
Anderson rifletté attentamente, non ci mise molto e questo significava che l'uomo aveva già una seconda idea. « Potrei infiltrarmi nell'ufficio di Udina e revocare l'ordine da lì avendolo emanato lui. » era un piano più sicuro ma Shepard comunque era dubbiosa: entrare nell'ufficio di Udina era pericoloso e inoltre la donna temeva che ci fosse l'ambasciatore in giro e Anderson non avrebbe potuto farlo.
« Udina non le lascerà la possibilità di usare il computer mentre lui è dentro. »
« Vuol dire che troverò il modo di distrarlo! » insistette il capitano. « Come preferisci che agisca? L'ufficio di Udina o fronteggio la sicurezza? » erano entrambe due scelte rischiose, ma Shepard non voleva che l'uomo rischiasse più del dovuto affrontando molti agenti...
« L'ufficio di Udina. »
« Molto bene, allora torna alla Normandy e aspetta che il segnale di blocco scompaia, non avrete molto tempo per lasciare la Cittadella! » disse l'uomo, entrambi si alzarono dal tavolino in quanto dovevano subito entrare in azione, era probabilmente che Saren non fosse ancora andato su Ilos in quanto i mezzi per raggiungerlo erano sotto controllo.
« Sono pronta allora! » disse infine Shepard.
Ritornò da sola alla Normandy e si avvicinò a Joker che stava ancora seduto nella sua cabina in totale solitudine, lui era il primo che doveva essere avvertito e se qualcuno dell'equipaggio non era ritornato sulla nave allora avrebbero dovuto lasciarlo sulla Cittadella.
« Joker, tieniti pronto per partire! » ordinò la comandante e chiaramente dovette spiegare il piano di Anderson e delle sue intenzioni di farli scappare, stavano commettendo un gravissimo reato ma Shepard sapeva bene che fermare Saren era molto più importante di tutto il resto.
Quando il segnale di blocco divenne inattivo, Shepard fece subito cenno a Joker con una pacca sulla spalla, il pilota attivò tutti i sistemi della Normandy ormai diventati operativi e diede i comandi per potersi spostare, la nave ebbe appena il tempo di staccarsi dai ganci che Joker ne stava già compiendo la rotta in retromarcia per virare e rivolgere la punta della nave contro lo spazio immenso, poi a tutta velocità si allontanò dal molo e la comandante vide la Cittadella e le sue braccia diventare sempre più piccole, si concentrò solo su ciò che aveva davanti e vide il portale già attivo dal comando di Joker, l'attimo seguente vennero investiti dalla luce azzurra e poi si trovarono lontani dalla Nebulosa del Serpente, erano quasi al Portale Mu.
« Va bene, Joker. Quando siamo vicini voglio che me lo fai sapere. » disse la comandante congedandosi dal pilota, era sua intenzione restare un po' in camera, tutto quello stava per raggiungere un epilogo nel quale avrebbero salvato o distrutto l'universo, a tutto dipendeva da lei.
Si trovò quindi da sola a percorrere il ponte dell'equipaggio, si chiuse nella sua camera e si mise seduta sul grande letto che vi era nel mezzo, pensando a ciò che aveva fatto, avrebbero potuto rimuoverle lo stato di Spettro per ciò che aveva fatto, il furto e la fuga!
A disturbare i suoi pensieri ci fu la piacevole visita di Kaidan che entrò nella stanza aprendo la porta che poi si chiuse al passaggio dell'uomo; il tenente si avvicinò alla donna con un'espressione mediamente tranquilla.
« Pare che ci siamo, comandante. » disse lui in saluto.
« Non penso di meritarmi quel titolo ormai, ho fatto così tante cose contro morale; l'aver rubato la Normandy è forse tra le cose peggiori che possa aver fatto... » disse la donna in risposta, Kaidan si fece sfuggire un leggero sorriso avvicinandosi alla donna arrivando quasi ai piedi del letto.
« Io penso che te lo meriti invece, ci hai portati fino a questo punto e solo un vero comandante potrebbe averlo fatto, sono fiero di essere un tuo sottoposto! » la donna sbuffò, si alzò dal letto facendo il giro e superando Kaidan per poter andare alla scrivania.
« Non ti considero un subordinato da molto ormai, Kaidan. Dovresti smetterla di considerarti tale. » disse lei, il tenente si voltò e raggiunse la comandante, le mise una mano sulla spalla e con delicatezza la fece voltare verso di lui.
« Ci sono regole che vanno contro quello che stiamo facendo, che mi impediscono di andare avanti in questa storia. Ma penso che questo sia l'ultimo dei nostri problemi visto quante regole abbiamo già ignorato! » cominciò lui parlando quasi con un filo di voce, sussurri leggeri con la sua voce vellutata, Shepard amava quel tono. « Se penso che dopo questa missione posso perderti... esco fuori di testa. La galassia sarà la stessa anche domani; i portali, la Cittadella e i Razziatori, ci sarà sempre qualcuno pronto a fare casino... » fece una brevissima pausa nel quale portò le mani attorno ai fianchi della donna e la avvicinò a sé.
Shepard avvertì le fiamme invaderla, una sensazione di calore la avvolse piacevolmente e si propagò dal punto in cui l'aveva toccata il tenente. « Ma io e te non ci ripeteremo mai. Tu... mi fai sentire umano, Shepard! » concluse il tenente, la comandante poggiò le mani sul petto dell'uomo accarezzandogli dolcemente i pettorali sopra lo strato della divisa militare quasi inesistente in quella situazione.
« Dormi con me, Kaidan. Resta qui insieme a me, nel mio letto. » la comandante parlò quasi senza freno, come se non poteva impedire alle parole di uscire, e forse era proprio perché voleva unirsi al tenente con tutta se stessa, come se fosse ossigeno e lo voleva reclamare per sé.
Kaidan fece un leggero sorriso mentre avvicinò il volto a quello della comandante. « È un ordine, comandante? » chiese lui sospirando lentamente mentre ormai univa il proprio corpo a quello della donna.
Shepard rimase interdetta un attimo nel sentire il proprio corpo aderire a quello del tenente, la donna poteva di fatti sentire la virilità del tenente premere contro lo strato dei pantaloni, e questo accese ancora di più la sua passione.
« Potrebbe esserlo, sì! » dissi lei gettandogli le braccia dietro il collo, a quelle parole il tenente sorrise ancora di più e la baciò con foga e con passione, senza curarsi del mondo esterno, c'erano solo loro due in quella stanza!

* * *

Shepard aprì gli occhi trovandosi nuda a contatto col corpo caldo di Kaidan steso sul proprio letto, lei vi riposava stando appoggiata al suo fianco; non si era mai sentita così viva prima d'ora, mai aveva amato così tanto e non sapeva neanche come si ci potesse sentire dopo quel momento così intenso, neanche avrebbe potuto immaginarlo.
Ripercorse quell'attimo con la mente mettendosi distesa e guardando il tetto della propria camera: sentiva ancora la morsa di Kaidan che serrava le propria mani sulle cosce di lei, i due si buttavano stesi sul letto, all'unisono si muovevano e l'uno spogliava l'altra e viceversa; alla fine i vestiti erano stati buttati via come se fossero spazzatura e i due avevano potuto finalmente unirsi tra i baci e i sospiri di piaceri; Shepard si era lasciata sfuggire dei gemiti quando aveva sentito Kaidan entrare dentro di lei, aveva provato dolore ma poi aveva potuto scoprire che era il momento più bello della sua vita, si era sentita viva e forte, umana proprio come lei faceva sentire il tenente.
« Come ti senti? » chiese il tenente sentendo che la donna si era svegliata, lei lo guardò incrociando i suoi occhi brillanti, gli fece un sorriso mettendosi nuovamente stretta al suo fianco, diede un bacio all'uomo senza permesso.
« Non mi sono mai sentita così viva! » disse esternando i propri pensieri, l'uomo fece un sorriso, felice di provare lo stesso della comandante. « Tu stai bene? »
Annuì soddisfatto, appagato nell'aver potuto fare l'amore con chi amava. La comandante stava per parlare nuovamente quando una voce echeggiò all'interno della stanza. « Comandante, ci stiamo avvicinando al Portale Mu, siamo molto vicini a Ilos. » la comandante sospirò tristemente, non voleva che quel momento con Kaidan terminasse.
« Pare che dobbiamo andare, ma avremo tempo per parlare di questo, e di noi due... » non avrebbe lasciato che tutto quello restasse in sospeso, voleva di più ed era certa che anche Kaidan volesse di più da lei.
I due poggiarono i piedi sul pavimento freddo della Normandy e ripresero a vestirsi facendo attenzione agli indumenti che prendevano visto che potevano essere dell'altro, Shepard di fatti prese le mutande di Kaidan che gli tirò con una risata leggera; quando i due si rivestirono decisero di uscire e di andare nella cabina del pilota, nei momenti in cui nessuno li vide nei corridoi, i due si tennero stretti nella mano, proseguirono uniti fino a che le porte dell'ascensore non si aprirono e poi si lasciarono salendo le scale e arrivando poi da Joker.
Shepard vide che tutta la sua squadra era presente, solo un elemento mancava, ma la donna strinse il rosario di Ashley e sentì la presenza del suo spirito in qualche modo vicina a lei.
« Che problema abbiamo, Joker? » chiese Shepard osservando gli schermi, segnavano punti rossi e che non rendevano consigliabile la discesa sul pianeta; vennero avvolti dalla luce azzurra del portale e poi si trovarono in avvicinamento al pianeta natale dei Prothean.
« Non c'è abbastanza spazio per un atterraggio! » disse Pressly che stava dietro di lei, Kaidan la affiancava e si avvicinò agli schermi della cabina cercando di capirne di più.
« Possiamo usare il Mako per la discesa? Non è necessario partire tutti quanti, una piccola squadra potrebbe... » la comandante stava parlando ma Pressly la dovette interrompere scuotendo il viso e chiudendo gli occhi, segno che non potevano compiere quella discesa.
« Per l'atterraggio col Mako avresti bisogno di un campo libero di almeno cento metri, questo punto ne dà al massimo venti! » rispose Pressly, questo rendeva le cose difficili.
« Trova un altro punto di sbarco allora, è troppo rischioso! » disse Kaidan quasi urlando contro il Navigatore.
« È un pericolo troppo grande, l'angolo di discesa non potrebbe permettere un atterraggio simile. » furono le parole di Tali che analizzava il proprio factotum digitando i pulsanti e cercando nuove soluzioni.
« Forse potremmo cercare un nuovo punto di sbarco... magari restando sempre vicini alla prima zona. » cercò di proporre Liara, tutti parlavano ad alta voce, questo impediva a Shepard di pensare e riflettere su una soluzione, se avessero perso tempo nel cercare un'altra via d'atterraggio probabilmente Saren si sarebbe spinto troppo avanti e loro avrebbero potuto fallire la missione!
« Non c'è nessun altro punto in cui poter scendere! Ci sono rovine e strutture Prothean ovunque! » urlò Pressly in risposta ai tre che avevano parlato, la comandante si voltò nuovamente verso il Navigatore cercando di parlargli quando la voce di Joker echeggiò nella stanza, per la prima volta il pilota aveva urlato ad alta voce zittendo tutti!
« Posso farcela! » la comandante si avvicinò al pilota che le rivolse un cenno, nei suoi occhi Shepard vide quanto Joker fosse sicuro di potercela fare e di rendere l'atterraggio del Mako possibile anche con quella distanza ridotta.
« Va bene, Joker. Facci scendere; Kaidan e Garrus vengono con me, dobbiamo muoverci in fretta e dobbiamo fermare Saren prima che arrivi al Condotto, non abbiate pietà per nessuno... » si fece quindi seguire dal proprio amante e dal Turian restando in silenzio, Shepard si sentiva carica dopo l'attimo d'amore che aveva avuto con Kaidan.
Si sentiva nuovamente al pieno delle sue forze e con la speranza nel cuore! Avrebbe fermato Saren, ne era certa visto che gli stavano alle calcagna. Entrarono nell'hangar e cominciarono ad indossare le corazza protettiva attivando gli scudi ricaricati e istallando un sistema di potenziamento a carica energetica così da poter recuperare parte di essi in caso fosse servito. Shepard prese la Carnifex e la pistola dell'equipaggiamento Spettri, aspettò che anche i due compagni di squadra fossero pronti e poi salì sul Mako mettendo Garrus alla guida e Kaidan all'utilizzo delle armi primarie del mezzo, quando il portellone si aprì il Turian premette l'acceleratore quando Joker diede il via.
Per un lungo istante il Mako si trovò sospeso nel vuoto, arrivando quasi a sfiorare gli alti palazzi delle strutture dei Prothean, Shepard sentì il proprio cuore arrivare in gola visto come il mezzo scendeva a velocità elevata.
« Sono pronto a premete il pulsante gravitazionale, Joker. » disse il Turian comunicando col pilota della Normandy, Shepard chiese gli occhi visto quanto il salto nel vuoto era diventato vertiginoso, sentì poi il segnale e Garrus premette il pulsante per attivare i propulsori che diedero una forte spinta verso l'alto, questo rallentò la loro caduta.
Dopo un lungo attimo di paura, Shepard sentì il terreno toccare il Mako con un tonfo pesante, erano ancora vivi e interi almeno, Saren però aveva visto il loro arrivo e si era preoccupato di chiuderli fuori dalla struttura: una grande barricata impediva loro di proseguire col Mako.
« E adesso? » chiese il Turian guardandosi intorno, la comandante osservò la città dei Prothean: così simile a quelle che aveva visitato, era chiaro come i Razziatori lasciavano percorrere quel ciclo di distruzione, persino l'architettura delle specie corrispondeva al progresso finale.
« Forse possiamo aprire la porta... » Kaidan indicò un punto tra le insenature, sembrava quasi una stazione, una piccola struttura che però si evolveva all'interno della pianeta come se fosse un enorme bunker.
« Andiamo, non possiamo perdere troppo tempo, Saren è vicinissimo ormai! » ordinò la comandante infine.
  
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