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Autore: Mistral    14/03/2009    4 recensioni
Tu cosa sei?
Tu dovresti essere un uomo di Chiesa, un religioso… anche se, effettivamente, non è che i tuoi comportamenti siano proprio esemplari… Scoppi in una risata.
Proviamo a fare un bell’esame di coscienza? Così, tanto per dimostrarti ancora una volta che, per quanto tu sia un bastardo infame, sei sempre meglio di loro.

[Riflessioni su Marian Cross][Ambientata nella Night 168]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marian Cross
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ten Commandments

Ten Commandments

 

 

Questa fic è ispirata ad una meravigliosa canzone di Fabrizio De André, Il testamento di Tito, che a sua volta è modellata sui Dieci Comandamenti tratti dalla Bibbia (Es, 20:2-17).

Preciso subito che, nonostante il contenuto possa farlo pensare, questa fic non vuole assolutamente essere una polemica anticlericale.

Ciò che state per leggere è semplicemente un mio tentativo di approfondire il personaggio del generale Cross e il suo rapporto quantomeno particolare con l’istituzione della Dark Religious (e quindi, per estensione, con la Chiesa stessa), perciò le idee che vengono espresse sono solo ed esclusivamente quelle che ritengo possano essere proprie di Cross. 

Per far questo mi sono ispirata alla canzone di De André che, secondo me, delinea perfettamente la posizione “critica”  del ladrone Tito nei confronti del fariseismo, inteso come mera osservanza meccanica dei precetti religiosi.

Sperando di aver chiarito la mia posizione, vi lascio alla lettura. Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

 

Rientri nella tua stanza dopo la Messa in suffragio dei caduti durante l’attacco dei nemici al Quartier Generale, e una volta che ti sei chiuso la porta alle spalle non riesci proprio ad impedire alle tue labbra di curvarsi in un ghigno beffardo e disincantato: altri morti, tanti altri morti.

Non che non lo sapessi che in guerra è così che vanno le cose. No, quello che ti fa ridere è il dolore ipocrita degli alti papaveri del Vaticano (di Leverrier, in primis): tutti con stampate in faccia quelle espressioni contrite, come se tutti i morti fossero figli loro, come se gliene fosse mai importato qualcosa di salvaguardare le loro vite.

Anche a te effettivamente importa poco di quante altre decine di bare sono state riempite questa volta, di quante altre decine di famiglie non verranno mai a sapere che un loro caro è mancato e non avranno un corpo su cui piangere. Te ne importa poco, esattamente come a loro, ma tu non fingi di capire lo strazio di chi è rimasto e magari ha visto morire un amico. Semplicemente vai avanti per la tua strada.

Loro invece, che se ne stanno tutto il giorno con il culo incollato alla sedia, al sicuro nei loro begli uffici, pretendono di condividere le sofferenze di chi sta sempre in prima linea, di sapere tutto su come si combatte questa fottuta guerra, loro che sul campo di battaglia non ci hanno mai messo piede.

Farisei, non c’è parola migliore per descriverli.

Butti il cappotto sulla spalliera del divano e ti versi un bicchiere di vino.

Komui invece è diverso da loro. Lui soffre davvero per chi ci rimette la vita: per lui tutti, dagli esorcisti all’ultimo dei Finder, sono gente di famiglia. Lui non è affatto un ipocrita.

E tu? Tu cosa sei?

Tu dovresti essere un uomo di Chiesa, un religioso… anche se, effettivamente, non è che i tuoi comportamenti siano proprio esemplari…

Scoppi in una risata.

Proviamo a fare un bell’esame di coscienza? Così, tanto per dimostrarti ancora una volta che, per quanto tu sia un bastardo infame, sei sempre meglio di loro.

 

Non avrai altro Dio all’infuori di me

 

Un unico Dio. Beh, tanto per cominciare non è che tu già di tuo ci creda poi tanto a Dio… anche se forse queste cose un religioso non dovrebbe dirle. Poi comunque, girando il mondo come hai fatto tu (ma anche solo facendo parte della Dark Religious), uno si rende ben conto che “Dio” si traduce per ogni persona in un modo diverso. E non è che questo ti abbia impedito di conoscere altra gente… il viso di Anita si affaccia per un attimo alla tua mente e non puoi impedirti di sorriderne. Anche se è un sorriso un po’ amaro. Tramite Linalee sei venuto a sapere che è morta mentre accompagnava a Edo con la sua nave la squadra mandata a cercarti. E, per una volta, la scomparsa di qualcuno ti ha toccato. Scuoti appena la testa, come per scacciare quel pensiero.

 

Non nominare il nome di Dio invano

 

Gli occhi ti scivolano sulla grossa pistola bianca ancora infilata nella fondina legata alla coscia. Judgement, il giudizio divino. Mentre la sleghi e te la posi a fianco, cerchi inutilmente di ricordare quanti nemici hai sottoposto alla sua sentenza… alla tua sentenza. Perché, sebbene la tua Innocence tragga da Dio il potere che ti concede, tu in realtà non l’hai mai considerato in questa luce. Judgement è in mano tua e in mano tua è il potere che da essa deriva. Tu, Dio non l’hai mai chiamato in causa. Non come loro, che si appellano a Lui per giustificare ogni cazzata che fanno, anche contro la Sua legge. Tu, se sbagli, sbagli da solo: non hai e non vuoi avere dita non tue dietro cui nasconderti.

Ti accomodi sulla finestra, facendo oscillare il rosso nel calice panciuto.

 

Onora il padre e la madre

 

Rispettare i genitori: lo reputi un comandamento abbastanza irrilevante per chi, come te e gli altri membri dell’Ordine, non ha più famiglia. O meglio, per chi la famiglia l’ha dovuta sacrificare alla logica della segretezza assoluta voluta dal Vaticano (peraltro al solo scopo, sospetti tu, di nascondere la loro magistrale incompetenza nel gestire questa guerra). Chi entra a far parte della Dark Religious dev’essere conscio che il prezzo da pagare per servirne la causa è dimenticare di avere una vita fuori da queste quattro mura: la propria famiglia non deve più esistere, sostituita da quella grande famiglia che è l’Ordine. E allora, per te come per gli altri esorcisti, per i Finder e i membri della Sezione Scientifica, l’unico padre e l’unica madre da onorare sono il Papa e la Chiesa. E se onorarli vuol dire portare lo stesso rispetto a loro e alle istituzioni da loro create, allora tu questo comandamento l’hai decisamente infranto molte e molte volte... anche se, a dirla tutta, non ti senti affatto nel torto. Il tuo rispetto è merce preziosa, difficile da ottenere e facilissima da dilapidare, e tra gli alti papaveri non ce n’è uno che, nella sua bassezza meschina, abbia saputo guadagnarselo. Ma in fondo la cosa non ti ha mai procurato più che un po’ di fastidio.

Butti giù un sorso di vino, rovesciando la testa contro il telaio della finestra.

 

Ricorda di santificare le feste

 

Ecco, questa è un'altra di quelle marchiane incoerenze del Vaticano: non ti risulta che "santificare le feste" significhi fregarsene allegramente di ogni ricorrenza... ok, lo fai anche tu, ma almeno tu non predichi ai quattro venti l'osservanza dei comandamenti. Da qualche anno a questa parte, però, c'è un anniversario che, sebbene tu non l'abbia mai celebrato, non hai mai dimenticato. Cade il 25 dicembre, ma non è la nascita del Salvatore - o meglio, non del salvatore che intendono tutti. Il 25 dicembre per te, da qualche anno a questa parte, è il non-compleanno del tuo discemolo, il Distruttore del Tempo secondo la profezia di Hebraska.
Pensando ad Allen, chissà perché non puoi fare a meno di sorridere e di ricordare un passo di Vangelo, in una similitudine inquietante come il paragone che implica: “Venne tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto”[1]. Come Cristo era stato perseguitato e ucciso dai Farisei, così Allen è stato messo sotto sorveglianza, sospettato di essere un traditore, da quegli idioti che si prefiggono di sconfiggere il Conte, lui che porta in sé la chiave per ottenere quella vittoria. Miopi e ipocriti.

 

Non rubare

 

Beh, se parliamo di rubare, qui la loro ipocrisia si fa ancora più rivoltante. Perché è vero che loro non rubano nel senso comune del termine: no, quello sarebbe troppo banale per degli infami del loro stampo. Loro rubano la libertà della gente, gli rubano la vita. Ti viene in mente Linalee, costretta fin da bambina a vivere al Quartier Generale, legata al letto perché non scappasse. Tu all'epoca non eri già più lì, ma forse è stato meglio perché altrimenti qualcuno a caso (e perché adesso ti viene in mente la faccia da schiaffi di Leverrier?) ci avrebbe rimesso la pelle, se avessi visto quel fiore trattato così...

Anche tu non sei certo innocente di fronte a questo comandamento, ammettiamolo, ma almeno non hai rubato le vite degli altri in nome di un Dio che di sicuro non le voleva. Tu hai solo rubato a te stesso la tua identità, costruendotene una nuova un pezzo per volta: così sei diventato Marian Cross, cancellando ogni traccia di... chi eri prima? Nemmeno te lo ricordi più, ma forse eri anche una persona migliore, onesta. Proprio per questo hai dovuto sparire, perché non ti facessero sparire loro. Marian Cross: il tuo stesso nome, così legato a quella fede di cui non ti importa nulla, il tuo stesso nome è una sfida a chi ha fatto di tutto per cancellarti dalla faccia della terra, a quegli stupidi che credono di averti eliminato e che non si accorgono che da anni vivi davanti a loro portando una maschera con una croce. Ridi, vuotando d'un colpo il calice di vino.

 

Non commettere atti impuri

 

Oh, questo è sempre stato il tuo comandamento preferito – da infrangere, ovviamente! Un sorriso soddisfatto ti si allarga sulle labbra pensando al numero di donne con cui hai commesso quegli “atti impuri” così severamente biasimati dai bacchettoni della gerarchia... quegli stessi che, pur non avendo mai visto una donna in vita loro, sono stati capaci di commettere oscenità ben peggiori delle tue. Il sorriso però si trasforma in un'espressione di disprezzo se pensi ai loro tentativi falliti di creare degli esorcisti, violando la purezza dell’Innocence e forzando le sincronizzazioni fino alla caduta e alla morte atroce degli incompatibili. Il ricordo di quelle pratiche disumane ti ripugna, per il cinismo e l’indifferenza con cui li hai sempre visti trattare quei disgraziati che venivano selezionati per gli esperimenti. Anche a te hanno sempre rimproverato di sfruttare la gente per i tuoi scopi e di certo non nascondi di averlo fatto, a volte. Ma tu non hai mai ucciso nessuno, negando in seguito qualunque responsabilità, come hanno fatto loro. Loro, che poi accusano te di sacrilegio per aver voluto avere per sempre accanto la donna che più hai amato in tutta la tua vita… se l’esistenza di Mària per loro è sacrilega, allora come definiscono i cadaveri di coloro che l’Innocence ha rifiutato e distrutto?

Ti versi con foga dell'altro vino e una goccia ti schizza la camicia immacolata di batista.

 

Non uccidere

 

Quella macchiolina rossa che lentamente si allarga proprio sopra il tuo cuore non ti suscita certo pensieri allegri. Né te li suscita il settimo comandamento: non uccidere. Posi il calice a terra e incroci le mani dietro la testa, senza riuscire a trattenere una risata sarcastica. Chi è che lì dentro non si è lordato almeno una volta le mani di sangue? Ma se si tratta di sangue di akuma, che sporca le mani e non il cuore, non si commette nessuna colpa - così hanno sempre predicato quegli idioti. E per una volta devi dargli ragione: bisogna trovare un modo di arrampicarsi sugli specchi, girare la frittata dalla parte giusta. Quindi bisogna dire che è diverso uccidere quelli “giusti” e quelli “sbagliati”. Perché la Chiesa ha sempre insegnato a non togliere la vita a nessuno, quindi in teoria voi tutti quella guerra non dovreste nemmeno combatterla, limitandovi a starvene buoni buoni mentre il Conte si impossessa del mondo e porta a compimento i suoi piani deliranti... bella prospettiva! E allora per una volta ben venga la loro ipocrisia.

Il problema è che loro, i farisei del Vaticano, loro che non si sono mai sporcati le mani nemmeno dell’immondo sangue degli akuma, sanno fare ben di peggio. Già lo sai, ma temi di sperimentarlo presto sulla tua pelle. Gli dai fastidio e te ne rendi perfettamente conto (a quelli come loro non sono mai piaciuti gli anarchici e tu sei un anarchico della peggior specie, perché non sei un inetto), quindi, adesso che gli eventi ti hanno costretto a tornare, non dubiti che proveranno a farti fuori - e con te quelli che sanno troppo: i due Bookman, ma anche (ed è questo che ti fa più rabbia) Allen. La macchia cremisi sulla camicia si ingrandisce ancora un po’.

 

Non dire falsa testimonianza

 

Ma la cosa peggiore in tutta questa storia, quella che ti fa più incazzare, è che, se dovessero davvero passare all’azione, di sicuro poi riuscirebbero ad uscirne puliti. Infatti hai il serio sospetto che, per loro, l’ottavo comandamento reciti qualcosa del tipo “Dì sempre quello che ti fa comodo, vero o falso che sia” - che non è proprio la stessa cosa che insegnano dai pulpiti delle chiese. Basta vedere come si stanno comportando in tutta la faccenda del Quattordicesimo. Durante quella farsa che Leverrier ha spacciato per una riunione con i generali e i capi sezione con lo scopo di fare il punto sulla situazione, ne hai avuto la prova. Non che ne avessi bisogno, peraltro. In quell’occasione tu sei stato sincero, hai scoperto tutte le tue carte - tanto a quel punto non ti serviva più mantenere il riserbo. In fin dei conti non ti consideri un bugiardo: diciamo che quando parli tendi a glissare su alcuni (molti) dettagli, ma in linea di massima racconti le cose come stanno. Tutto quello che sono stati capaci di fare loro, invece (in questo caso come in parecchi altri) è stato emanare un ordine di segretezza sull’intera questione, nascondendosi dietro a giustificazioni di comodo assolutamente ridicole. Tipico comportamento da bastardo matricolato: bella faccia davanti e pistola puntata alla schiena.

Ti accendi una sigaretta, più per forza dell’abitudine che per reale desiderio. Se vuoi essere completamente sincero, devi ammettere di non avere un buon presentimento su quel che sta per succedere… il problema è che il tuo istinto si sbaglia di rado.

 

Non desiderare la donna d’altri

Non desiderare la roba d’altri

 

Espiri lentamente il fumo biancastro, considerando che hai quasi concluso il tuo esame di coscienza. Per quanto riguarda gli ultimi due comandamenti, ti senti tutto sommato innocente: non hai mai invidiato nulla a nessuno e, quando è ti capitato di desiderare cose che non avevi, ti sei sempre sbattuto per ottenerle. Senza che tu sappia perché, ti viene in mente di nuovo Mària e quel periodo (quanti anni sono passati, ormai? Troppi…) in cui eravate inseparabili, sempre in missione insieme, quel periodo in cui tu stesso facevi fatica a riconoscerti per quanto eri diverso dall’uomo che avevi voluto diventare – e che sei tuttora, che sei tornato ad essere dopo la sua morte.

Non ti è mai piaciuto lasciarti andare alla memoria, eppure adesso non riesci a smettere di ricordare; un sorriso storto ti incurva le labbra mentre aspiri un’altra boccata dalla sigaretta. Lei era un’esorcista, un’ottima esorcista, ed è morta per la loro abissale inettitudine. Nella loro infamia hanno lasciato che fosse uccisa (ma per te è come se l’avessero uccisa loro) e, quando tu l’hai salvata e l’hai tenuta al tuo fianco, ti hanno definito eretico e hanno cercato in tutti i modi di portartela via – per liberarla, dicevano… miserabili bugiardi! Ma in realtà a loro di Mària non importava nulla: loro volevano solo distruggere il suo cadavere, triste prova del loro ennesimo fallimento, riprendersi la sua Innocence e per finire far ricadere su di te la colpa di tutto, insabbiando come sempre la verità.

Quelle carogne, in fondo, erano solo invidiosi del potere con cui le avevi ridato la vita e, siccome sapevano di non poterlo avere, l’hanno definito blasfemo e hanno fatto di tutto (senza successo) per distruggerlo assieme a te. Ma tu ne sei uscito indenne e te ne sei andato, lasciando Leverrier a nascondere il polverone sotto il tappeto e a rodersi il fegato per anni. Solo l’idea ti fa ridere: tu da solo sei riuscito a fregare l’intera Organizzazione. 

 

Un bussare lento alla porta ti distrae dalle tue elucubrazioni su quell’idiota dell’Ispettore e sulla sua congrega di bastardi. C’è qualcosa in quei colpi picchiati sul legno massiccio che non ti lascia tranquillo: è solo una sensazione, ma non ti piace per niente. Ti raddrizzi, senza però alzarti dal davanzale, e schiacci il mozzicone nel posacenere di cristallo.

Non dici allo sconosciuto di entrare, perché sai che lo farà da solo, ma ti prepari a riceverlo, stampandoti in faccia la tua migliore espressione strafottente. Appena varca la soglia, ti ha subito di fronte e godi nel cogliere per un attimo la sorpresa sul suo volto – non si aspettava di vederti seduto tranquillamente così, un braccio su un ginocchio e l’altro a reggere il mento.

Dal canto tuo, quando lo vedi smetti di dondolarti Judgement tra le dita e la posi poco lontano: hai già capito che, comunque andranno le cose, non potrai usarla perché lei si ribellerebbe. Allora meglio spostarla un po’, così il calcio di madreperla non rischia di macchiarsi di sangue – sarebbe un peccato.

Si chiude la porta alle spalle e ti si avvicina senza fretta, quasi avesse paura di far troppo rumore. Mentre lo saluti, le sillabe di una formula arcana scivolano roche sulle tue labbra.

 

“Buonasera…”

“Buonasera a lei, generale Cross”

 

Il cane arma la pistola, facendo girare lentamente il tamburo.

Poi un colpo sordo, uno solo, attutito dalla stoffa.

La maschera scheggiata cade sul pavimento e nel silenzio si alza il canto di una donna.


 

[1] Tratto da Gv:1,11

   
 
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