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Autore: Jordy Klein    14/03/2009    6 recensioni
Akane è scappata di casa dopo il matrimonio fallito,decisa a dimenticare tutto il dolore..ma cosa accadrebbe se dopo 5 anni se lo vedessi spuntare a casa in un normalissimo sabato sera? Davvero Ranma non ha mai provato nulla per lei? E perchè Ukio ha fatto si che si rincontrassero? Forse il loro non era un addio..
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao che coincidenza

Ciao che coincidenza
tu in questa stanza a casa di amici
cosa
mi dici...

è tutto come un film
non mi aspettavo proprio stasera
questa atmosfera con te
che non vedevo più e non sentivo più
da quanto tempo tu
non tieni le mie mani..

 

 

Erano 5 anni, quattro mesi e dodici giorni che non ti vedevo Ranma Saotome, e non so esprimere il vuoto che ora mi circonda.

Come potevo solo pensare che tu potessi venire qui, a Tokio, in questa serata estiva, invitato da non so quale crudele amico, a consumare una cena ambigua a casa mia?

Ukio..ecco il mistero svelato.

Ukio, la stronza, inaffidabile della mia coinquilina, non che della mia migliore amica.

Già..sembra quasi uno scherzo tutto questo,ma il tempo ha cambiato molte cose..

Ricordo ancora quando, subito dopo il matrimonio fallito sono fuggita.

I tuoi occhi, pozzi obliqui tremolanti di pece, erano fissi sul gelido pavimento, mentre mio padre piangeva ininterrottamente cercando in qualche modo di fermare la mia furiosa fuga.

Ma non ho voluto sentire alcuna ragione, quella casa improvvisamente era diventata troppo piccola, quelle mura troppo sottili, il dolore incontrollabile.

Kasumi mi aveva abbracciato, Nabiki scuoteva la testa, tu eri immobile, semplicemente ti affogavi di silenzio.

Non è stato facile, anzi credo sia stata l’esperienza più brutta della mia vita dopo la perdita di mia madre, ma allora ero una bambina sconsiderata che aveva perso il suo tesoro più grande, ora invece sono una donna di 23 anni, che lotta per diventare un buon medico, ama il caffè amaro e vive consumando Marlboro e crep a non finire.

La mia casa non è grandi, anzi, è piccolina e accogliente, perfetta per me e la mia “fidanzata”, Ukio, una tua vecchia spasimante.

Si proprio lei, incredibile ma vero.

Un anno dopo il mio addio l’ho vista spuntare così, dietro ad un angolo, in cerca di un appartamento dove abitare e intenzionata più che mai a rifarsi una vita, proprio come me.

Non è stata affatto semplice, così diverse e quasi arrabbiate l’una con l’altra, ma mi è stata vicina , sai?

Più di quanto tu abbia mai fatto in anni di convivenza forzata.

Ora sta dormendo buttata sul lettone avorio di camera sua, ancora vestita, e sicuramente domani appena spalancherà i suoi occhioni cioccolato avrà un gran bel mal di testa, ma stasera si è scolata circa 6 bicchieri di sangria, mentre io ero immobile, a fissare i tuoi gesti lenti e il tuo saluto confuso , ambiguo, quasi inadeguato.

Avevo appena finito di preparare gli ultimi stuzzichini, truccata leggermente, ero fasciata da un abitino corto, di seta blu, e mentre lei accoglieva la nostra combriccola di amici io sistemavo le ultime cose e mi preparavo ad un normalissimo sabato sera, certa che nulla avrebbe potuto mai sconvolgere ormai il mio equilibrio, ma avrei dovuto calcolare che qualsiasi cosa fatta di cristallo prima o poi si spezza e così è stato per la mia serenità , costruita su fondamenta fin dall’inizio troppo fragili.

Sei entrato così, con un sorriso sornione e i capelli stranamente sciolti, più corti e leggermente mossi, hai spalancato la porta pronto a trovarti davanti una vecchia amica, ma appena hai incrociato il mio sguardo sei rimasto impietrito, e hai sussurrato uno biascicato ciao, andandoti a rifugiare in un divano accompagnato da un tuo amico biondo e dai tratti occidentali.

Siamo rimasti così per tutta la serata, tu accovacciato nel divano a ridere con i ragazzi che a quanto pare già conoscevi, ed io immersa in un fumo asfissiante nel balcone , in compagnia a turno di quelli che uscivano per fumarsi qualche sigaretta.

Nessuna parola, nessuna frase, solo un saluto iniziale ed un sorriso triste e malinconico alla fine della serata, ecco tutto quello che è rimasto tra me e Ranma Saotome.

Ora sono qui, sempre nello stesso balcone, in pigiama, l’orologio giallo e nero indica le 4 e mezza ma il sonno non accenna a farsi sentire ed io mi dondolo cullata dalla brezza estiva..

Così non va..eri sparito dalla mia vita..ed ora come puoi prenderti il lusso di tornare di soppiatto, invadere il mio spazio e rigettarmi nel baratro da cui faticosamente sono uscita?

-Driin-

Ma chi è a quest’ora?Se Kagome si è dimenticata qualcosa giuro che l’ammazzo..voglio solo stare serena e tranquilla.

Apro la porta lentamente e il tuo sguardo mi invado, di nuovo, è troppo:non posso reggere per ben due volte in una sola serata la tua presenza accanto a me.

-Ciao Akane..-

 

  
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