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Autore: katyjolinar    14/01/2016    1 recensioni
Seguito di "Il veleno del Pungolo Orrendo". Moccicoso ha 5 anni, ora, e vive una vita normale, esattamente come i suoi coetanei. Questa è la storia di come crescerà e diventerà un uomo, seguito e amato dai suoi vecchi amici e dalla sua famiglia, senza mai dimenticare le tradizioni vichinghe.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moccicoso, Testa Bruta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il veleno del Pungolo Orrendo'
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Al mattino seguente, Astrid si svegliò che fuori già albeggiava.
Lentamente prese coscienza di sé e dell'ambiente circostante. Una mano calda era delicatamente poggiata sul suo fianco, la mano di Hiccup; lo sentiva vicinissimo, poteva percepire il suo respiro sul suo viso, e il suo petto muscoloso che si muoveva al ritmo del suo respiro a pochi millimetri dal suo seno.
Negli ultimi mesi si era svegliata spesso in quel modo, e si era sempre sentita al sicuro. Ma, appena apriva gli occhi, l'odio per suo marito prendeva il sopravvento, facendo emergere la sua personalità ribelle.
Però d'ora in poi doveva frenare l'istinto ribelle, lo aveva promesso a Moccicoso. Doveva provare ad accettare Hiccup al suo fianco, doveva farlo per il loro bambino non ancora nato.
Finalmente aprì gli occhi, trovandosi quelli del castano che la fissavano. Erano aperti, vigili, e la ragazza non poté non notare che non vi era alcuna traccia di rabbia, come succedeva i giorni precedenti, quelle volte che si guardavano in faccia dopo una lite; poteva ancora leggerci la fierezza di un drago, la determinazione di un Alfa, ma la rabbia aveva lasciato il posto a un'altra emozione, più positiva, che Astrid ancora non riusciva a identificare.
"Buongiorno." le sussurrò il ragazzo, posandole un leggero bacio sulle labbra.
A quel tocco Astrid si sciolse, chiedendone silenziosamente di più. Da quando stavano insieme non riusciva più a farne a meno di questi gesti e, nonostante le liti continue, gli insulti, e tutto quanto era successo, si stava rendendo conto di essere diventata dipendente da lui e, di conseguenza, gli aveva poco per volta esposto il lato debole del suo carattere, quello che aveva sempre tentato di nascondere. Si rese improvvisamente conto che ciò che suo padre aveva detto il giorno prima era vero: loro erano anime gemelle, altrimenti lui non sarebbe mai riuscito a fare ciò.
Hiccup la strinse, baciandola ancora, con dolcezza, per poi allontanarsi leggermente e posarle, con delicatezza, una mano sulla pancia.
"È ancora presto..." disse la giovane "Beyla la Saggia dice che si iniziano a sentire i movimenti solo dopo il quinto mese."
"Lo so, mamma lo dice sempre a papà, ogni volta che è incinta." rispose lui, sorridendo "Però sapere che qui c'è nostro figlio è... grandioso."
Astrid sorrise, mentre il compagno si abbassava per baciarle la pancia, e lei gli carezzò i capelli, provando a tirarsi su.
Ma un capogiro e un attacco di nausea la costrinse a stendersi nuovamente, portandosi una mano sul volto.
"Oh, Thor..." si lamentò "Le nausee mattutine..."
"Stai bene?" chiese l'altro, preoccupato.
"Sì, è normale..." annuì la bionda "Mi aiuti ad alzarmi?"
Hiccup annuì e, dopo essersi allacciato la gamba di ferro, la prese per i fianchi e la aiutò a mettersi in piedi. La bionda fece dei respiri profondi e poggiò la fronte sul petto del marito, aspettando di riprendere un po' di lucidità.
"Astrid,  forse è meglio se oggi stai a casa." suggerì il ragazzo, preoccupato "Nelle tue condizioni è meglio se non ti affatichi"
"Ma io..." cercò di protestare la giovane, reggendosi al compagno, ma lui la bloccò, guardandolo serio.
"Dico sul serio: lascia da parte l'orgoglio, una volta tanto, e accetta il mio consiglio." insistette "Non lo dico perché aspetti nostro figlio, ma perché tengo a te. Non voglio che ti succeda nulla, davvero."
La ragazza alzò gli occhi sul suo viso. Era sinceramente preoccupato; si stupì di questo, perché, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare avrebbe dovuto odiarla. Alzò la mano, tremante, e la poggiò sulla guancia del compagno, facendolo abbassare alla sua altezza.
"Hiccup... ti prego, perdonami..." sussurrò, implorante "Per favore, revoca la punizione..."
"Astrid, non posso..." obiettò il castano.
"Tu vuoi che faccia qualcosa di femminile, questa era la punizione che volevi darmi..." continuò la giovane "Ma la sto già facendo... ti sto dando un figlio... cosa c'è di più femminile del far nascere una nuova vita? Ti prego... io..."
Hiccup non si mosse. Stava vacillando, non sapeva cosa fare. Alla fine annuì, baciandola per l'ennesima volta.
"Va bene, però abbiamo davvero bisogno di un corredo." annuì "Dato che da ora in avanti starai a riposo, aiuta nonno con il lavoro, va bene?"
La bionda fece un sospiro di sollievo, rincuorata dalla revoca della punizione, e si fece accompagnare in cucina, dove li attendeva il resto della famiglia.
Appena si sedettero a tavola, Sjöfn si avvicinò alla coppia, stampò un bacio sulla guancia al fratello e abbracciò stretta la cognata.
"Allora avete fatto pace, finalmente?" domandò, entusiasta, dando poi una pacca sulla spalla di Astrid "Ammettilo, sorellina: non hai divorziato perché mio fratello ci sa fare a letto."
"Sjöfn, per favore, non cominciare..." protestò Hiccup "Astrid non può agitarsi, è incinta."
"Oh, sul serio?" continuò la sua gemella "Beh, fratellino, hai appena risposto alla mia domanda."
"Bene, se avete finito c'è del lavoro da fare." li interruppe Moccicoso "Sjöfn, porta le tue sorelle all'Accademia per l'addestramento, poi trovati qualcosa da fare. Astrid, accompagna Testa Bruta da Beyla, e magari fatti dare un'occhiata anche tu: voglio essere sicuro che tu e il bambino stiate bene."
"Papà ha ragione." ammise il castano, facendo una carezza alla compagna "Fatti fare un controllo, così siamo sicuri che stai bene."
La ragazza annuì, e il capofamiglia si rivolse al figlio.
"Hiccup, oggi alla fucina cavatela da solo." ordinò "Io ho delle cose da fare."
Detto ciò, prese le sue cose e uscì.
Dopo aver controllato che tutto fosse a posto, si diresse verso una specifica capanna, sul confine con il bosco. Bussò e attese che gli fosse aperto.
L'attesa non durò a lungo: una donna della sua stessa età gli aprì. I capelli erano rossi, spruzzati qua è là di bianco, tenuti sciolti ma in ordine; indossava un abito lungo, molto femminile, e chi l'avesse vista in quel momento per la prima volta avrebbe potuto facilmente intuire che da giovane doveva essere stata molto bella.
"Frigg..." la salutò l'uomo, freddo e autoritario "Tuo figlio è in casa? Devo parlargli."
La rossa annuì e fece entrare il moro, per poi chiamare il figlio, che corse in cucina, per poi bloccarsi quando vide il capotribù.
"Proprio te cercavo, Oleg." disse Moccicoso,  con voce neutra "Devo parlarti di quanto successo ieri."
"Oh, andiamo, Moccicoso!"si intromise la madre "Tua nuora era consenziente! Dovresti punire lei, non Oleg."
"Di Astrid me ne sono già occupato." la interruppe il moro "Ma la legge parla chiaro: un uomo non può sedurre una donna sposata a un altro."
"Io non l'ho sedotta!" obiettò il giovane "È stata lei a..."
"Davanti alla legge sei colpevole." sentenziò l'altro "Ma ti risparmio l'umiliazione pubblica dicendoti ora cosa ti spetta." si avvicinò, guardando il ragazzo negli occhi, autoritario "Non devi più avvicinarti ad Astrid o a suo marito, né parlarci, a meno che non sia strettamente necessario. E se scopro che hai provato a sedurre altre donne sposate dell'Isola, ti caccio a calci nel sedere, chiaro?"
"Ma... Non puoi farlo..." obiettò Frigg.
"Posso farlo eccome: sono il capo." concluse il bruno, andando alla porta.
Senza dire altro uscì dalla capanna e riprese il suo giro.
Dopo un po' una risata famigliare attirò la sua attenzione. Si fermò e si guardò intorno.
In un angolo notò sua figlia Sjöfn, con la schiena poggiata al muro, piegata dalle risate per qualcosa detto da suo cugino Finn, che era con lei, con le braccia incrociate, e la guardava con aria offesa.
La ragazza fece un respiro profondo, prese l'amico per il colletto e lo strattonò verso di sé, autoritaria, infine lo coinvolse in un bacio appassionato.
Moccicoso sorrise, riprendendo a camminare verso casa.
Le sue figlie stavano crescendo, stavano diventando delle bellissime donne. Non poteva non andarne fiero. 
   
 
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