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Autore: variopintadite    15/01/2016    0 recensioni
Gillian si mise a fissarlo con insistenza per farlo imbarazzare. Con occhio critico lo iniziò a squadrare dall’alto al basso. Indossava una camicia a quadri e dei jeans molto aderenti per essere un ragazzo. Non è che era gay?
“Ti piace la banana?” chiese appunto con quella sua morbida delicatezza della quale era caratterizzata.
Tanto valeva divertirsi.
***
E se avesse creduto che lui intendesse farsi pagare in altro modo? Non che gli dispiacesse una cosa del genere. Sapere Courtney inginocchiata fra le sue gambe a… accidenti!
Batté un pugno sul banco per quell’afflusso di sangue che si era indirizzato ai lombi. Gli avevano consigliato tempo addietro di pensare ad una vecchia nuda. Prese a figurarsi la sua vicina di casa, la signora Harrington, e con sollievo lo sentì afflosciare.
***
Ringrazio in anticipo tutti quelli che spenderanno del tempo per leggerla e/o recensirla.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 4

 

Gillian soffiò il ciuffo che le ricadeva ribelle sull’occhio, coprendole la visuale. Sbadigliò sonoramente senza preoccuparsi di coprire la propria bocca.
“Devo per forza vedere la sua ugola, signorina Hook?” la rimproverò la professoressa di informatica, guardandola con disappunto.
“Le dispiace? “ disse ironica con un sorrisetto beffardo.
“Si vada a fare un giro fuori dall’aula” le intimò la donna, stizzita, mettendosi le mani sui fianchi.
“Non vedevo l’ora che me lo dicesse” disse traboccante di gratitudine la ragazza, facendo ciò che le era stato ordinato. Peccato che non mi abbia sbattuta fuori prima, mancano giusto una manciata di minuti alla fine dell’ora, pensò.
Chiusasi la porta alle spalle, bighellonò per il corridoio, finché non trovò quel carciofo di Eric Bayer prendere qualcosa alle macchinette. Socchiuse gli occhi, soppesando cosa fare.
Una sciocca - stupidissima -  idea le balenò nella mente. Afferrò l’elastico che aveva al polso e si legò i capelli in una coda. Sua sorella non portava mai i capelli sciolti fuori da casa. Si mise un po’ in grazia i vestiti e gli si avvicinò.
“Ehm… ciao Eric” esordì, guardandolo con finta dolcezza. Si stava sforzando tanto, ma ne valeva la pena.
Lui si girò confuso e quando la vide, lei notò una scintilla accendergli lo sguardo smeraldo.
“Courtney?” chiese con titubanza. E lei vide chiaramente l’agitazione prendere il sopravvento su quello scimpanzé.
E chi dovrei essere?, stava per dire poi ci ripensò su. Sua sorella era ingenua e affabile.
“Sì… sono io. Eric…” iniziò, ma lasciò ben presto la frase in sospeso. Lo guardò in quegli occhi, erano magnetici. Perché Court non ci era ancora uscita? Forse aveva problemi di vista.
Prima di tutto doveva tirare fuori una balla credibile del perché indossasse un capo così raffinato. Sua sorella non faceva che indossare felpe e jeans. “Ti piace come mi sta questo vestito? Me l’ha consigliato Gillian, ha buon gusto non trovi? – Lui alzò gli occhi al cielo, contrariato. – Mi sta male?” chiese, con finta delusione. L’avrebbe sbranato se le avesse detto che era così. Quel vestito le faceva risaltare gli occhi azzurri, accentuando le sue morbide curve.
Il ragazzo scosse la testa. “Stai d’incanto.” Gli occhi di lui si fecero più sgranati e le sue guance si tinsero di rosa.
La bionda voleva chiedergli perché avesse fatto quello sguardo, come se quel nome – il proprio - non fosse altro che un peso. Scansò via i pensieri e si soffermò un attimo di troppo sulle sue labbra.
E se avesse provato a…?
Mmmh si era quasi decisa a fare il passo più lungo della gamba, eppure le conseguenze la preoccupavano.
“Io…” disse, tenendolo lì, in attesa.
Le sue orecchie ben drizzate per captare ogni sua parola. Lo aveva in pugno. Anzi, “sua sorella” lo aveva in pugno.
E Gillian si armò di coraggio e lo fece.
Si avvicinò con lentezza disarmante al suo viso, si mise in punta di piedi, e lì, fece unire le loro labbra. Era desiderio allo stato puro, mentre le sue labbra si muovevano voraci ad assaggiare quelle di lui. Con la mano risalì il suo petto, e lo sentì fremere.
Probabilmente lui stava pensando a quanto fosse passionale la sua Courtney. E in quell’atto le venne anche da ridere per quella follia, per quell’azzardo. Il sapore delle bugie era così dolce però, e il suo sapore era anche qualcosa di meglio.
“Dio… Courtney” biascicò lui, con la voce affannosa.
Lei in risposta gli afferrò il labbro inferiore fra i denti, come provocazione. Era così che ci si sentiva mentre si era sotto l’effetto di stupefacenti? Era elettrizzata e si sentiva leggera come una piuma.
Con malizia fece aderire il suo petto a quello di lui. Gli si abbassava e si alzava in modo irregolare e…
Sentì che era eccitato, duro contro la sua pancia. E forse fu quella la scintilla che la istigò a continuare.
 
Eric stava davvero perdendo il lume della ragione. Quella ragazza era la sua droga. Ogni singola cosa di lei la rendeva perfetta per lui.
E ora, ora, se n’era follemente innamorato. Il suo cuore batteva all’impazzata; il desiderio di possederla, lì su quella macchinetta, si era fatto sempre più pressante.
La allontanò con dolcezza. Courtney lo guardò confusa.
“Court… se continuiamo così… rischio di non trattenermi” le sussurrò con gentilezza, la voce affannata. Le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, posandole un bacio umido sulla gola.
 
Gillian dentro di sé rideva come una matta e nel contempo era pervasa da una crescente eccitazione.
“Fa’ silenzio” mormorò lei sulle sue labbra, agganciandogli la gamba alla vita. Con prontezza lui fece fare la stessa cosa anche all’altra.
“Fammi ciò che vuoi” sospirò il ragazzo in completa estasi.
Gillian gli morse il collo giocosamente e, con abili movimenti, iniziò a strusciarsi contro di lui.
La cosa era decisamente ai limiti della realtà, ma cosa le fregava del resto? Aveva solo voglia di Mr Banana.
Lui iniziò a sospirare pesantemente.
“Andiamo in bagno” gli suggerì, per poi continuare la sua lenta danza erotica. “Non vorrai farci interrompere da qualcuno, no?”
Eric si fiondò nel bagno, assicurandosi di non trovare persone.
Gillian scese e si appoggiò nel suddetto luogo, dove lui arrivò a chiudersi.
“Mi stai facendo impazzire” soffiò sulle sue labbra.
Lei gli scoccò un’occhiata maliziosa. “E abbiamo solo iniziato.” Con la mano scivolò fino alla patta dei suoi jeans.
Poi sentì la porta della toilette aprirsi. Quel rumore sembrò destarla, riportandola alla realtà. Un vociare maschile la avvisò che erano in compagnia e che se fosse uscita, si sarebbe giocata la reputazione. Perché non si era diretta ai bagni femminili? Avrebbe fatto lui la figura del porco.
Il ragazzo cercò di proferire parola, ma lei gli premette l’indice sulle labbra, intimandogli di tacere.
Attesero in silenzio, quasi imbarazzati, che tutti i presenti se ne uscissero.
Diversi minuti dopo, Gillian tese l’orecchio per accertarsi di essere al sicuro. E: “Via libera!”
Se ne andò, lasciando un Eric confuso in bagno.
 
L’ultima cosa che lui vide fu la chioma bionda di Courtney. Non poteva crederci. Davvero quell’angelo si era accorto di ricambiarlo?
Il cuore gli batteva forte nel petto. L’unica cosa a cui riuscì a pensare erano le sue labbra – morbide - sulle sue.
Si diresse verso i lavandini, optando per dell’acqua fredda: ne aveva davvero bisogno.
Ne portò un po’ sul viso, cercando di riacquistare un minimo di lucidità. Anche se, da quel sogno, lui non voleva di certo risvegliarsi.
 
Gillian corse all’esterno, lontano dal luogo del bacio – o crimine? - e da quel ragazzo. Si sentiva una completa idiota. Si era comportata in modo totalmente assennato; ma quando si passò la lingua sulle labbra, sentì il suo sapore – che se ne fosse assuefatta? - sulle labbra. Si pentiva davvero? La risposta non era tanto immediata.
Ora doveva pensare solo a finire la giornata… senza combinare altri casini.
La gemella avrebbe compreso, anche lei aveva commesso qualche errore, no?
 
Courtney aveva freddo. Tremava come non mai, stretta in quella felpa viola scuro. Si rigirò fra le mani la collanina che sua sorella le aveva regalato. Ricontinuava a pensare alle parole di quest’ultima. Mi sta sul cazzo e così l’ho conciato per le feste. Quando quella ragazza si metteva in testa qualcosa, non era mai nulla di buono. Si morse il  labbro con forza; si sentiva preoccupata. Perché aveva sempre quest’ansia su di sé? Di certo non poteva essere il Karma, perché aveva sempre cercato la soluzione più giusta, anziché quella comoda. Eppure finiva sempre per aspettarsi il peggio – soprattutto quando ci stava di mezzo la sorella.
 
 
 
 
Angolo autrice: non sono morta, lo giuro! :c
Ho abbandonato un po' la stesura in favore dell'altra long Originale, ma non la storia. Purtroppo gli aggiornamenti non saranno frequenti, ma non passeranno anni, fra un capitolo e l'altro. Però non so darvi un tempo esatto. Spero (e mi impegnerò) affinché siano pubblicati 1/2 capitoli al mese. 
Un grazie a chi ha inserito la storia nelle varie sezioni e a chi ha dedicato il suo tempo a recensire. Apprezzo molto!
Questo capitolo è il preludio di tutto il disastro che verrà: Gillian ha finto di essere Courtney, e se notate, il titolo è "Scambio di vite"... S
e ne vedranno delle belle ^^
Spero di non risultarvi banale, ma di accattivarmi la vostra curiosità con le mie idee strampalate. 
Le vostre opinioni sono sempre accette e ben accolte dalla sottoscritta. 
Non abbiate paura, non mordo :3
   
 
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