Salve a tutti! Questa one-shot un po’ lunghina è qualcosa che mi ha fatto sorridere ed intenerire… non potevo non tradurvela! L’autrice è la stessa di “Corruptela Vox”, e per chi di voi l’avesse letta, questa fic ha dei toni un po’ diversi, ma mantiene lo stile inconfondibile dell’autrice, con i suoi spunti umoristici e le sue scene dolci… e i nostri due protagonisti preferiti, ovviamente!
Il rating è dovuto al
linguaggio non proprio per signorine di buona famiglia…
Titolo:
Alleged Inebriation (Presunta Ebrezza)
Autore:
Constant Vigilance
Traduttrice:
Lori
Rating:
R
Pairing:
HP/DM
capitolo unico
Alleged
Inebriation
La cosa divertente della salvezza è la capacità che ha di spingere anche le persone più decorose ed ordinate a lasciarsi andare. O a far chiudere un occhio mentre qualcuno si lascia andare, appunto. La situazione era all’incirca questa, mentre i professori della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts ignoravano allegramente il fatto che gli studenti del settimo anno fossero su di giri. Quest’anno la tipica festa di fine anno era tutto fuorché tipica. Voldemort non c’era più e tutti avevano qualcosa da festeggiare.
Per
il settimo anno di Serpeverde, era la libertà dal giogo delle responsabilità
familiari. Difficilmente i loro genitori avrebbero potuto costringerli a
diventare dei Mangiamorte quando il loro capo era morto. Ovviamente, e questo
valeva per la maggior parte dei Serpeverde, i loro genitori non avrebbero potuto
costringerli a fare un bel niente, dal momento che erano a loro volta morti,
avevano ricevuto il Bacio, o aspettavano di riceverlo ad Azkaban.
Draco
Malfoy, come al solito, era al centro dei Serpeverde del settimo anno. Avevano
scelto di sistemarsi di fronte al caminetto, spaparanzati su divani e morbide
poltrone, mentre sorseggiavano i loro drink e guardavano il resto dei compagni
del loro anno celebrare la fine di un’era. I Corvonero stavano per lo più in
piedi in piccoli gruppi, discutendo di chissà ché. I pochi che si erano
mescolati con gli studenti delle altre Case erano seduti in gruppi altrettanto
piccoli, chiacchierando quietamente.
I
Tassorosso si vedevano passare da un gruppo all’altro, ridendo e gridando e
manifestando ogni emozione all’estremo. Si accalcavano uno addosso all'altro,
abbracciando e baciando indistintamente amici e nemici, e un paio avevano
persino avuto l’audacia di tentare una spedizione nella zona Serpeverde della
sala. In ogni caso delle occhiatacce ben piazzate li avevano cacciati via.
Anche
i Grifondoro erano dappertutto. Li si riconosceva dalle loro risate chiassose.
Erano al centro di ogni barzelletta sporca raccontata, ogni gioco fatto, ogni
aggiunta d’alcool al punch. E Draco non riusciva distogliere gli occhi da loro.
O almeno da uno di loro. Harry Potter. Il salvatore. Il Grifondoro. Il
destinatario dell’amore non corrisposto di Draco ormai da più di un anno.
Scrollò
via quel pensiero e fulminò con lo sguardo Weasley giusto per sentirsi un po’
meglio. Tutto ciò che ottenne furono delle risatine alle sue spalle. Spostò il
suo sguardo omicida verso i suoi compagni di Casa.
“Che
diavolo c’è da ridere?” sbottò.
“Tu,”
sghignazzò in risposta Blaise. “Tu e i tuoi disperati tentativi di non fissare
direttamente Potter per troppo tempo.”
“Che
cosa stai… Io non…” farfugliò Draco e infine sputò fuori, “Fottiti, Zabini.”
Blaise si limitò a ridacchiare sotto i baffi da dietro al suo bicchiere,
scambiando occhiate divertite con il resto del settimo anno di Serpeverde. Da un
po’ di tempo alla quella parte, Draco Malfoy che sbavava dietro ad Harry Potter
era diventato una sorta di spasso nella Casa delle Serpi. Inoltre era stato un
catalizzatore perché i Serpeverde scegliessero di stare dalla parte della luce.
Draco
Malfoy era l’indiscusso leader dei Serpeverde. Dove lui andava, gli altri lo
seguivano. Persino a costo di voltare le spalle alle proprie famiglie.
Naturalmente, il fatto che le loro famiglie volessero sacrificare il loro
futuro per un folle diabolicamente propenso a distruggere metà del Mondo Magico
non metteva esattamente in buona luce le loro famiglie. E quindi, quando Draco
aveva annunciato che passava all’altro schieramento, loro lo avevano seguito
senza fare commenti.
In
seguito, quando avevano scoperto che ciò che davvero avevano seguito era il suo
uccello, Draco era diventato il destinatario di alcune delle peggiori prese in
giro che un maschio adolescente avesse mai sperimentato. Solo il fatto che
fossero prima di tutto Serpeverde, e solo dopo normali adolescenti, aveva
salvato Draco dal vedere il proprio segreto spiattellato per tutta Hogwarts.
La
risatina sciocca di Pansy distolse Draco dal suo malumore. Le lanciò uno
sguardo torvo con cipiglio. “Che c’è?” sbottò.
Lei
si portò il drink alla bocca e ne prese un piccolo sorso. “Allarme Potter. A
ore 9.” Draco dovette usare ogni fibra del suo essere per evitare di fare uno
scatto con la testa e fissarlo come un Tassorosso imbambolato. Attentamente,
con cautela, fece scorrere lo sguardo sulla stanza. Cominciò dal gruppo di
Corvonero che si annidava ad ore 2, passando per la seduta di manicure dei
Grifondoro ad ore 12 e dando una rapida scorsa all’abbraccio di gruppo dei
Tassorosso ad ore 10.
Poi
i suoi occhi si posarono su Potter. Potter che per qualche strana ragione era
gloriosamente mezzo svestito.
Draco
guardò l’abbigliamento di Potter e sentì che i pantaloni diventavano stretti.
Niente scarpe. Niente calze. Draco si chiese come diavolo si potessero avere
dei piedi che ti facevano venire voglia di scoparteli. Piccole dita perfette.
Un’allettante arcata che unita a quella dell’altro piede avrebbe fornito
un’adorabile curva in cui adagiare un membro. Caviglie che chiamavano a gran
voce i denti di Draco, supplicandolo di mordicchiarle.
E i
jeans. No, Potter non poteva indossare dei normali pantaloni alla festa. Doveva
mettersi dei jeans. Dei blue jeans stretti e scoloriti. Jeans che tra l’altro
erano sbottonati? Draco diede una seconda occhiata. Cavolo, sì. La cerniera era
chiusa, ma erano sbottonati. Questo richiese un lieve spostamento per
aggiustare il suo membro improvvisamente duro come roccia. Forse non così
lieve, dato che Tiger e Goyle ridacchiarono e si offrirono di versare le loro
bevande ghiacciate nel cavallo dei suoi pantaloni.
Gli
rivolse un’occhiata minacciosa, e poi riportò la sua attenzione su Potter.
Potter, che indossava una camicia a maniche lunghe. Una camicia che era
sbottonata, e con le maniche arrotolate, e pendeva attorno al suo petto nudo
come una fottuta cornice. Addominali scolpiti che facevano bella mostra sotto a
bruni capezzoli che facevano aumentare la salivazione di Draco. Discretamente
si controllò le labbra per vedere se aveva sbavato. Forse non abbastanza
discretamente, visto che Millie lasciò cadere un fazzoletto di seta vicino alla
sua mano sinistra.
La
fulminò con lo sguardo e poi tornò agli addominali scolpiti. Oh, Santo Merlino,
la più felice delle tracce felici portava in linea retta verso l’unico posto in
cui Draco voleva essere. Distolse lo sguardo, saltando fino alla zona franca
sopra la camicia. Il collo. Riuscì a mala pena a non gemere ad alta voce.
D’accordo, gemette ad alta voce, ma non così alta. Poi Blaise gli chiese se
avesse mal di stomaco, e se fosse quello il motivo per cui si stava lamentando.
Gli
rivolse uno sguardo torvo e poi ricominciò a studiare il collo di Harry.
Proprio… lì. Sì. Sarebbe stato il primo posto in cui avrebbe marchiato Potter.
Assaggiato Potter. Reclamato Potter. Poi si sarebbe sollevato verso
quell’orecchio fottutamente delicato e ci avrebbe sussurrato le cose più
indecenti, guardando Potter che arrossiva per l’imbarazzo. Poi si sarebbe perso
in quella bocca tremendamente dolce fino a restare senza fiato.
“Draco?
Draco, dolcezza, faresti meglio a ricominciare a respirare,” bisbigliò Pansy
divertita. “O comincerà a pensare che tu sia morto.”
Draco
stava nuovamente fulminando con lo sguardo Pansy, quindi non sapeva in cosa
diavolo fosse inciampato Potter. Conoscendolo, avrebbe potuto essere aria pura.
Qualunque cosa fosse, stese il Grifondoro faccia a terra vicino ai piedi di
Draco. Draco praticamente dovette sedersi sulle proprie mani per impedirsi di
correre in aiuto del brunetto. Ma alla fine, Potter si alzò, un sorrisetto
idiota stampato sul volto.
“Ooops,”
ridacchiò tra sé e sé. “Hey! Draco!” I suoi occhi si illuminarono quando capì
dove era caduto. “Come stai stasera?”
“Bene,
Potter,” strascicò Draco. “Molto meglio di te. O almeno molto meno sbronzo.”
Potter
non sembrò preoccuparsi dell’insulto. Si limitò a ridacchiare e strisciò in
grembo a Draco centimetro dopo delizioso centimetro. Draco spalancò gli occhi e
li fece scorrere da Harry agli altri Serpeverde, e poi di nuovo ad Harry. I
Serpeverde sembravano meravigliati quanto lui, ed Harry sembrava semplicemente troppo
fottutamente felice per preoccuparsi di essere al momento appollaiato sul
grembo del suo peggior nemico nella scuola.
Si
contorse leggermente per mettersi comodo, rannicchiandosi in modo che la sua
testa fosse accoccolata nel collo di Draco, e poi si guardò attorno, un po’
infastidito. Localizzato quello che stava cercando, sventolò la mano e il
divano su cui era seduta Hannah Abbot le volò via da sotto il sedere e atterrò
contro la sedia di Draco. Harry si abbassò a sollevare le gambe di Draco sul divano
e poi si rannicchiò di nuovo.
“Meglio,”
sospirò. “Stavo scivolando perché le tue gambe erano più in basso del mio
sedere.”
“Aha,”
fu tutto ciò che Draco riuscì a dire.
“Allora,
che hai fatto tutta la sera, Draco?” chiese Harry allegramente, il suo respiro
a riscaldare il collo di Draco, facendo cose cattivecattivecattive ai suoi
pantaloni. “Io stavo giocando a strip pocker con i ragazzi. Beh, con Ron,
Seamus e Neville almeno.” Ridacchiò e cominciò a tracciare piccoli disegni sul
petto di Draco. Draco lo fissò scioccato, incapace di formulare una frase di
senso compiuto.
Gli
altri Serpeverde si ammassarono sui divani vicino alla sedia per avere un posto
in prima fila. Non fecero nessuno sforzo per nascondere il loro interesse e
nessuno sforzo per tirar fuori Draco da quella difficile situazione. Harry
ridacchiò ancora. “Neville ha vinto. È stato esilarante. Ron era sicuro di
vincere, ma è finita che si è spogliato per primo. Lo sai?” Guardò velocemente
negli occhi di Draco.
“Lo
so cosa?” riuscì a gracchiare Draco.
“Lo
sai che perfino l’uccello di Ron è coperto di lentiggini?”
Draco
si sentì impallidire. “Er, no, non lo sapevo. E avrei preferito continuare a
non saperlo, grazie mille.”
Un
altro trillo di risate. “I suoi peli pubici sono persino più arancione dei suoi
capelli. Penso che Seamus stia cercando di scoparselo. Continuava a ripetere di
non essere mai stato con un rosso. Ron ha dato di matto quando ha capito che
avrebbe dovuto essere il passivo. Seamus è solo attivo,” svelò Harry a Draco a
voce non troppo bassa.
“E
tu come lo sai?” No. Non suonava geloso. Non molto. E la sua mascella non era
serrata.
“Me
lo ha detto lui,” annuì Harry. “Stavamo parlando di perdere finalmente la mia
verginità. Mi ha detto di essere stato sottomesso solo la volta in cui ha perso
la sua e di averlo odiato. Quindi adesso è solo attivo. Si è offerto di
cogliere il mio fiorellino, comunque,” Harry sorrise scioccamente. “Non è stato
carino?” Blaise e Pansy erano incollati rispettivamente a Greg e Vince,
tentando di non scoppiare a ridere. Millicent si era già buttata contro il
bracciolo del divano, ridacchiando.
“Sì,
Potter,” digrignò Draco. “È fantastico.” Era triste, davvero, che Seamus fosse
solo attivo. Perché dopo che Draco si fosse premurato di rimuovere i suoi
genitali con le forbicine per le unghie e perforare il suo scroto con un
attizzatoio infuocato, sottomettersi sarebbe stata la sola opzione rimasta al
vizioso lepricano.
“Gli
ho detto di no, comunque,” confidò Harry, rannicchiandosi nuovamente contro il
collo di Draco. Hmpf. Buon per Finnegan.
“Davvero?
E perché lo avresti fatto?” No, non c’era una nota di speranza nella sua voce.
“Ho
immaginato che se mai tu avessi voluto scoparmi, non avresti voluto i suoi
germi seminali su di me. Mmmm, profumi di caramello e vaniglia,” soffiò,
facendo scorrere un brivido lungo la schiena di Draco.
Se
mai tu avessi voluto scoparmi? A Draco saltò il cuore nel petto. Voleva che
Draco facesse sesso con lui? Che fosse il primo, addirittura?
Germi
seminali? Gli sillabò Blaise col volto bagnato dalle lacrime per il troppo
ridere.
“Draco,
mi baceresti?” piagnucolò Harry lamentoso.
Draco
fissò Harry con gli occhi sbarrati. “Er… cosa?” chiese stupidamente. Harry
ridacchiò.
“Hai
gli occhi fuori dalle orbite,” sghignazzò. “Ti ho chiesto di baciarmi,” ripeté.
Gli
occhi fuori dalle orbite di Draco si spostarono dall’adorabile volto ammaliante
di Harry alle facce dei suoi cari amici. Millicent era caduta di nuovo dal
divano. Greg, che stava bevendo un drink, adesso aveva del Firewhiskey
sputacchiato su tutto il viso. Pansy stava tentando di ripulirlo con un
tovagliolo, ma dal momento che aveva gli occhi offuscati dalle lacrime, stava
facendo più danni che altro. Vince riuscì a coordinare i movimenti del braccio
quel tanto da riuscire a strappare il panno dalla mano di Pansy e cominciare ad
asciugare la faccia del suo migliore amico.
Blaise
si limitò a sporgersi in avanti con un enorme ghigno interessato e fece cenno a
Draco di proseguire. Draco riportò lo sguardo su Harry. Harry che era appena
diventato Harry, non Potter. Harry che non sarebbe mai mai mai mai più stato di
nuovo Potter adesso che aveva guardato Draco negli occhi e gli aveva chiesto
così graziosamente di baciarlo.
“Io…
io non posso,” si sentì dire Draco.
Cosa?
Ma che diavolo? Perché no? OhPorcaPuttana che diavolo stai dicendo? La voce
interiore di Draco non riusciva a credere che Draco avesse rifiutato più di
quanto facessero gli altri Serpeverde. Pansy smise di ridere. Greg e Vince si
interruppero di colpo e lo fissarono con le bocche spalancate, il Firewhiskey
che ancora colava dalla faccia di Greg. La testa di Millie fece capolino da
sotto al divano e Blaise lo osservò come se si fosse appena offerto di comprare
una coppa di gelato per un Tassorosso del primo anno.
“Ti
prego?” pigolò Harry addolorato, accoccolandosi ancora di più nel collo di
Draco.
Draco
trasse un respiro profondo, assaporando la sensazione del sedere di Harry sul
suo grembo. Guardò risolutamente dentro ai profondi, profondi occhi verdi,
adorando il modo in cui scintillavano di desiderio, finalmente per lui. E poi
scosse piano la testa. “Mi dispiace, Harry,” disse dolcemente. “Non posso.”
Il
viso di Harry si rabbuiò. Draco resistette all’impulso di raccogliere quel
corpo morbido più vicino e stringere Harry finché non fosse stato nuovamente
felice. Resistette all’impulso di pregare i suoi compagni di Casa di aiutarlo.
Resistette all’impulso di gridare e prendersi a schiaffi per la sua stupidità.
“Perché?”
sussurrò a scatti Harry. “È perché sono un ragazzo?” Harry incontrò i suoi
occhi, il disperato bisogno di capire vivido nella sua espressione.
“No,”
sospirò Draco. “Mi fa abbastanza piacere che tu sia un ragazzo.”
“È
perché sono un Grifondoro?”
“No,”
Draco scosse la testa. “Non mi importa di che Casa fai parte.”
“È
perché sono brutto?” Chiese Harry, chinando il capo, gli occhi abbassati.
Draco
mise un dito sotto il mento di Harry e gli fece sollevare gli occhi.
“Assolutamente no,” dichiarò decisamente. “Sei fottutamente stupendo.”
“È…
è perché sono… il Ragazzo-Sopravvissuto?” La voce di Harry traboccava di
scoraggiamento.
“No!”
replicò Draco con veemenza. “Questo non ha nessuna importanza per me. Niente di
tutto ciò. Tu sei solo Harry.”
“E
allora, perché non vuoi baciarmi?” supplicò Harry.
Draco
sospirò ancora. Voltò il capo, rifiutando di guardare Harry o l’adunata di
Serpeverde. “Perché sarebbe come approfittarmi di te. Sei ubriaco. Non sei nel
pieno delle tue facoltà mentali. Sarebbe scorretto nei tuoi confronti.”
Praticamente rabbrividì davanti a quanto fosse fottutamente nobile l’ultima
dichiarazione. Un piccolo singhiozzo riportò la sua attenzione sul ragazzo dai
capelli neri seduto sul suo grembo.
Una
singola lacrima sfuggì dagli occhi verdi di Harry e tracciò una linea argentata
giù per la sua guancia morbida. “Ma io ti amo,” giocò la sua ultima carta. A
Draco si mozzò il respiro in gola, fornendogli una buona scusa per giustificare
la sensazione di leggerezza alla testa e le dannate stelle sfavillanti che
vedeva.
“T-tu
cosa?” bisbigliò intelligentemente.
Harry
tirò su col naso e lo fissò desideroso attraverso i quindici centimetri che li
separavano. “Ti amo, Draco. Voglio che tu mi baci.” Draco era certo che la
dichiarazione di Harry non avesse scioccato soltanto il diretto interessato.
Dal divano e dalle sedie non veniva nessun suono, nemmeno un sussurro o un
respiro. Tutti i Serpeverde stavano aspettando, col fiato sospeso, di vedere
cosa avrebbe fatto Draco con questa nuova informazione.
“I-io
non so cosa dire,” riuscì finalmente a tirare fuori.
Harry
sorrise disperato e tirò ancora su col naso. “Baciami e basta allora.”
Desiderando
con tutta la propria anima di poterlo semplicemente fare, Draco lentamente
scosse la testa. Il voltò di Harry si intristì e un’altra lacrima scivolò giù
per la sua guancia arrossata. Contro la propria volontà, Draco allungò la mano
e catturò quella lacrima con il pollice. La lasciò scorrere lungo il dorso del
pollice mentre asciugava premurosamente la traccia che aveva lasciato.
“Non
piangere, Harry,” supplicò, con la fronte corrugata dal dolore. “Non potrebbe
mai funzionare tra noi.”
Fu
il turno di Harry di scuotere la testa. “Hai appena detto che non t’importa che
io sia un Grifondoro, o un ragazzo, o Harry Potter. E hai detto che sono
carino.”
Draco
riuscì a malapena a trattenere lo stridente scoppio di risate che si stava
sollevando dal suo petto. “È vero. Sei molto carino. E io ho detto che non
m’importa che tu sia il Ragazzo-Sopravvissuto. Non ho mai detto nulla riguardo
ad Harry Potter,” puntualizzò.
Harry
aggrottò le ciglia e tirò ancora su col naso. “M-ma qual è la differenza?”
Draco
sospirò. “Il Ragazzo-Sopravvissuto è solo una stronzata. Propaganda proposta
dal Ministero. Harry Potter è una persona reale. Una persona speciale,” disse
arrossendo, sapendo che non avrebbe mai potuto passarci sopra. “È premuroso e
gentile. È buono e puro. Non è fatto per quelli come me. Io sono pieno d’odio e
sgradevole. Sono una brutta persona.”
Harry
si alzò così velocemente che, se Draco fosse stato solo qualche centimetro più
avanti, il suo naso ne avrebbe sofferto notevolmente. “Stronzate!” sbottò. “Tu
sei una brava persona, Draco. Che tu ci creda o meno. Non ti amerei se non lo
fossi.”
Draco
sospirò ancora. “Harry, solo – ”
“No!”
interruppe Harry. “Tu sei una brava persona. Io ti ho visto.” Stese la mano e
strofinò dolcemente le nocche contro la pelle morbida di Draco. “Ti ho visto
fare delle cose belle. Anche se tu cerchi di nasconderle, io le vedo comunque.”
Draco si accigliò leggermente ed Harry si allungò per lisciare la ruga tra le
sue sopracciglia. “Ti ho visto il mese scorso quando hai aiutato Neville
durante l’esame di Pozioni. Ti ho visto lo scorso Natale portare Susan Bones da
Madama McClan per comprarle qualcosa che facesse sbavare Terry Boot. Ti ho
visto mandare delle rose alla McGranitt quando hai saputo che sua figlia era
morta.”
Gli
occhi di Draco dardeggiarono, senza mai davvero incontrare gli sguardi
consapevoli dei suoi amici, né soffermarsi su Harry. “L-l’unico motivo per cui
ho solo detto a Paciock della zanna di drago è perché stava per far saltare in
aria il suo calderone,” protestò. “È stato un caso di salvaguardia personale! E
hai visto gli straccetti che indossa la Bones?” Disse stizzito e rovesciò gli
occhi, dirigendoli in direzione sicura, visto che sul soffitto non c’era
nessuno appollaiato ghignando verso di lui, diversamente che sul divano.
“Dr
– ” tentò Harry.
“No!”
Nella voce di Draco c’era un’evidente nota frenetica, se ne accorgeva persino
Draco. Specialmente Draco. “Semplicemente non sopportavo di doverla vedere
avvolta in un sacco di tela sfilacciato per tutta la serata. Tutto qui! Questa
è l’unica ragione,” insistette. “Ed è ovvio che io abbia mandato dei fiori alla
McGranitt. Sono un leccaculo, Potter,” disse beffardamente. “È per questo che
l’ho fatto. E noi Serpeverde non abbiamo mai la possibilità di corrompere la
responsabile dei Grifondoro. Abbiamo bisogno di ogni briciola che riusciamo a
raccogliere.” Concluse con uno sbuffo e scuotendo i capelli, fissando
finalmente Harry negli occhi con sfida.
Harry
ghignò, un’espressione che sarebbe stata molto più naturale sul biondo. “Allora
perché non hai firmato il biglietto, Draco?” chiese Harry dolcemente, il ghigno
che si dissolveva in un sorriso sincero.
Draco
si guardò attorno, cercando una sorta di sostegno da parte dei suoi compagni di
Casa. Tutto quello che trovò furono molti sorrisetti, un paio di cenni col capo
e qualcuno che si mordeva le nocche (Pansy stava cercando di trattenersi dallo
sghignazzare). Sospirò. “Come ti pare,” fu tutto ciò che riuscì a tirare fuori.
“Balla
con me allora,” Harry si accoccolò ancora contro il fianco di Draco, “Visto che
non vuoi baciarmi, almeno balla con me.”
Draco
chiuse un momento gli occhi, godendosi la sensazione di un Harry caldo e
accondiscendente rannicchiato su di lui. Poi, riaprì gli occhi e scrutò
tristemente il suo sogno in carne ed ossa. “Harry, io - ”
“Balla
con lui, Draco.”
Draco
sollevò il capo precipitosamente e incatenò gli occhi con quelli di Blaise. Il
Serpeverde moro sollevò un angolo della bocca in un sorriso ironico. Fece un
incoraggiante cenno col capo verso il piccolo rettangolo di pavimento al
momento occupato da diverse coppie che ondeggiavano a tempo di musica.
“Che
male può fare?” continuò. Il suo sorriso si allargò un po’ mentre il suo
sguardo quasi s’inteneriva alla vista di Harry Potter, il golden boy,
accoccolato sul grembo di Draco come un micio. “E anche se ne facesse, vuoi
veramente lasciarti sfuggire quest’occasione?”
Draco
volse lo sguardo al resto dei suoi compagni di Casa. Pansy tirava su col naso e
sbatteva le ciglia rapidamente, ma sorrise e annuì insieme a Blaise. Greg e
Vince gli rivolsero due identici grugniti e ghigni. Millicent sospirò e
appoggiò il capo tra le mani, annuendo in approvazione.
Guardò
Harry, che aveva deciso di sollevare lo sguardo su di lui. “Ti prego?” sussurrò
Harry.
La
determinazione di Draco si perse in quella preghiera sussurrata. Sollevò una
mano quasi tremante e scostò una ciocca di capelli neri dagli occhi di Harry.
“D’accordo,” rispose dolcemente. Il volto di Harry s’illuminò come un’alba e
Draco sentì il calore di quel sorriso penetrare nella sua pelle, viaggiare
attraverso le sue ossa ed andare ad accumularsi in una sfera calda e
confortevole al centro del suo petto.
Harry
saltò in piedi, tirando Draco per un braccio, e Draco lo seguì. Si diressero al
centro della pista da ballo, le coppie che facevano spazio con sguardi increduli.
Quando Draco prese Harry tra le braccia, si meravigliò per la semplicità con
cui Harry si sciolse nel suo abbraccio. Harry accoccolò la testa sotto il mento
di Draco e sospirò felice. Le sue braccia s’insinuarono attorno alla vita di
Draco e lo imprigionarono nella loro stretta.
Draco
non poté fare a meno di far scorrere a sua volta le braccia attorno al calore
offerto da Harry e attirarlo più vicino. Cominciarono ad ondeggiare, lentamente
e non molto a ritmo con la musica, ma non importava a nessuno dei due. La
musica, il ballo… era tutta una formalità. L’unica cosa importante era essere
insieme, l’uno nelle braccia dell’altro… finalmente.
Una
canzone sfumò in un’altra. Le coppie smisero di fissarli e ricominciarono a
ballare. I Serpeverde sul divano li guardavano intensamente, con dei piccoli
sorrisi sulle labbra. Ma Harry e Draco non erano imbarazzati. Erano esattamente
dove volevano essere.
Durante
la terza canzone, Harry infine sollevò uno sguardo sognante verso il volto di
Draco. Sorrise. Draco trattenne il respiro, ma non si mosse mentre Harry si
sollevava quel poco necessario per unire le loro labbra. Le sue palpebre si
abbassarono mentre assaporava il gusto, la sensazione delle labbra screpolate
di Harry che si muovevano sensualmente contro le sue. Il bacio non fu profondo,
ne durò a lungo. Ma espresse tutto quello che non erano capaci di dire. Fu
pieno di promesse, pieno di dolcezza.
“Che
diavolo state facendo?”
Draco
sobbalzò allo strillo che gli rimbombava nelle orecchie. Abbassò lo sguardo su
Harry che rovesciò gli occhi e appoggiò la testa sul petto di Draco, e poi
guardò al di là di Harry verso l’urlatore. Weasel stava davanti a loro, col
viso rosso quanto i capelli, la camicia sbottonata e gli occhi grandi quanto
piatti da portata.
“Che
stai facendo Harry, sei impazzito?” chiese Weasel nuovamente.
“Stiamo
solo ballando, Ron,” biascicò Harry. Draco si accigliò. Era la prima volta che
Harry biascicava da quando era caduto in grembo a Draco. “Niente di male, solo
ballando.” Harry aveva un sorrisetto aperto ed innocente. Totalmente opposto
alle fusa da gattino che aveva fatto a Draco o al devastante ‘ti amo’ che gli
aveva sussurrato all’orecchio. Totalmente opposto alla stretta che aveva sulla
sua vita o al modo in cui continuava ad accoccolarsi nell’incavo del suo collo.
Draco
mantenne la calma, lasciando che Harry tentasse di tranquillizzare il suo
migliore amico nonostante fosse ancora stretto a Draco. Invece, prestò
attenzione alla folla che si stava riunendo attorno a loro. Una folla che
comprendeva un’accigliata Granger con la bacchetta sollevata e un disperato
Paciock che tentava di fermarla.
“Sobrius.”
La vide pronunciare, facendo un semplice gesto con la bacchetta in direzione di
Harry.
A
quel punto aggrottò le ciglia, riflettendo l’espressione della Granger, e
abbassò lo guardo su Harry. Harry che era ancora attaccato a lui. Harry che
stava ancora ridacchiando ubriaco. Harry che si aggrappava ancora a Draco come se fosse la sua ancora.
“Uh…
Harry?” tentò.
“Chiudi
il becco, furetto!” muggì Weasel. “Non hai niente da dire che lui abbia voglia
di sentire.”
Draco
sogghignò. “Stavo per fare una domanda ad Harry, Weasley, riguardo al suo stato
di ebbrezza.”
Ron
si accigliò, il suo personale livello di ebbrezza non gli permetteva di capire
molto bene la pertinenza dell’affermazione. “Huh?” riuscì a dire.
“Credo
intenda dire, Ron,” interruppe Hermione, avvicinandosi al terzetto, svincolando
il braccio dalla presa di Neville, “che Harry non ha reagito all’incantesimo di
sobrietà.”
Harry
aveva l’aria di un animale in trappola. Neville rovesciò gli occhi e sospirò.
Hermione
inclinò il capo e fece scorrere lo sguardo su e giù per Harry. “Quindi, Harry,”
chiese, mentre un piccolo ghigno si formava sulle sue labbra, “Perché
l’incantesimo non ha fatto effetto?”
Harry
rifiutò di incontrare gli occhi di Draco o quelli di Ron. Si mordicchiò il
labbro e sbirciò colpevole l’altra sua migliore amica. “Um… perché non ero
ubriaco?” squittì.
Ron
riuscì solo a spalancare la bocca. Draco avrebbe voluto fare la stessa cosa, ma
si sarebbe dannato l’anima prima di assomigliare in qualche modo a Weasel.
Invece, stese la mano per afferrare il mento di Harry e gli sollevò il viso per
guardarlo. Sondò i profondi occhi verdi in cerca di una risposta.
“Perché
stavi fingendo di esserlo?” chiese dolcemente, una scintilla di speranza che
fioriva nel suo cuore alla vista di Harry che arrossiva.
“Non
mi avresti mai lasciato avvicinare a te se avessi pensato che ero sobrio,”
sussurrò tristemente Harry. “Non avrei mai avuto la possibilità di dirti quello
che provo. Alla fine di quest’anno avremmo imboccato strade diverse e tu ti
saresti completamente dimenticato di me. Non ti avrei mai più rivisto.”
A
Draco si mozzò il respiro in gola.
“Allora
mi stavi dicendo la verità,” asserì. “Tu mi ami davvero.”
“Cosa?”
strillò Weasel. Fu rapidamente zittito da Hermione e Neville.
Harry
annuì, gli occhi che luccicavano di lacrime trattenute. “Ti amo davvero,” disse
con voce soffocata. “Ti prego, non odiarmi,” supplicò. “Dovevo dirtelo. So che
è stato stupido ma non potevo lasciarti andare senza avertelo detto. Senza aver
sentito le tue braccia attorno a me almeno una volta. Senza… senza averti
baciato.”
Sentì
che Harry si irrigidiva tra le sue braccia, ma non riusciva a dire nulla. Che
cosa avrebbe potuto dire? Non aveva mentito quando aveva detto che non era
adatto ad Harry. Che Harry meritava una persona migliore. Lo aveva detto
pensando che Harry fosse troppo sbronzo per comprendere le proprie azioni. E
adesso che sapeva che Harry intendeva ogni parola che aveva pronunciato… beh,
ciò che sentiva non era cambiato. Non poteva fargli questo.
“Harry,
io - ” cominciò.
“Digli
che lo ami anche tu, Draco,” si mise nuovamente in mezzo Blaise. Draco alzò lo
sguardo per vedere i suoi compagni di Casa tutti insieme in piedi al bordo
della pista da ballo, con i volti sorridenti. Blaise ghignò. “Che male può
fare, e anche se ne facesse, vuoi veramente lasciarti sfuggire
quest’occasione?” ripeté le sue parole di poco prima.
E
come prima, Draco guardò in basso verso il viso di Harry. Il bellissimo volto
di Harry che si era trasformato rapidamente da disperatamente tragico a
luminosamente speranzoso. Voleva dirgli ancora quanto fosse sbagliato per lui.
Voleva mettere in guardia Harry che una vita con Draco Malfoy non era qualcosa
da augurarsi. Voleva prenderlo tra le sue braccia e baciarlo finché Harry non
fosse più riuscito a ricordare il suo stesso nome.
“Draco?”
bisbigliò Harry incoraggiante. “Ti prego?”
Ancora
una volta Draco fu perduto. Perduto nelle verdi profondità piene di speranza
che erano gli occhi di Harry. Perduto nel morbido tocco della mano di Harry
sulla sua. Perduto nella vista, nel profumo, nella presenza di Harry. “Io…,”
inghiottì pesantemente. “Ti amo, anche io,” sussurrò.
Ancora
una volta, il sorriso di Harry illuminò la stanza. Illuminò il mondo. Illuminò
il fuoco che giaceva nel cuore di Draco. Ricambiò il sorriso. Harry gettò di
nuovo le braccia attorno alla vita di Draco e seppellì il volto nel suo collo.
“Oh,
sìsìsì,” mormorò tra i vestiti di seta. “Ti amo, Draco. Ti amo così tanto.”
Sollevò lo sguardo, gli occhi che brillavano… questa volta di felicità. “Ho
aspettato così tanto per dirtelo. Per parlare con te. Per sentirti dire quello
che provavi per me.”
Draco
sorrise di rimando alla sincera gioia nella voce di Harry. Spostò lo sguardo
cogliendo un movimento con la coda dell’occhio. Weasel veniva trasportato via
da Finnegan e Paciock. La Granger li seguiva qualche passo indietro con un
sorrisetto compiaciuto sulla faccia. La ragione divenne evidente quando Draco
notò che la testarossa stava gridando qualcosa a pieni polmoni, ma non veniva
fuori il minimo suono.
“Hey
Harry,” bisbiglio, un ghigno sul suo volto.
“Hmmm?”
sospirò Harry tutto contento.
“Io
ti amo.”
Harry
fece quasi le fusa.
“Ma
te la farò pagare per avere impresso nella mia mente l’immagine dell’uccello
lentigginoso di Weasel.”