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Autore: __World_Of_Dreams__    15/03/2009    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il serpente color mulatto era arrivato al livello dell’inguine, senza che Aisha distaccasse gli occhi da Tidus per nessuna ragione. Infatti, la nuova ragazza era stata assunta proprio per la sua incredibile capacità di tirare fuori le più segrete verità e di ottenere risposte anche dagli uomini più seri. Cosa fare?? C’era per lui un’unica risposta, visto che non conosceva nessuno, ed era troppo confuso perfino per rispondere in maniera compiuta. Le braccia erano gelide, pietrificate, appiccicate al corpo, che forse ricevevano gli impulsi, ma che si rifiutavano si muoversi…

‘Foste, foste!!! Che fostuna essese un fotogsafo!!!’ fece Chicco, che mostrò un insolito “tic” nella gamba destra flessa, che lo faceva vibrare tutto.

‘Je…Je…Je…Jecht!!!!’.

A quel nome la mano si bloccò come dopo un ordine. La donna era certissima che se nessuno sapeva ancora nulla di Tidus, e tali misteri non accadevano mai nei neo-blitzer.Significava che o lui o la squadra nascondevano qualcosa. Ecco perché aveva giocato una delle sue armi estreme…

Lui, appena rispose, da una parte si calmò e dall’altra si agitò insieme. Sì, aveva fatto una cavolata bella grossa!! Se poi gli altri avessero indagato su davvero chi fosse?? Complimenti…

Chicco guardò il biondo scettico. Conosceva ogni genere di persona, blitzer, e perfino i nomi di tutti i telecronisti storici, senza contare tutti i giocatori di tutte le squadre, vecchie e recenti… Ma chi era quello??

‘Jecht?? E chi sasebbe?? E’ IMPOSSIBILE CHE IO NON CONOSCA qualcuno!!! O ci vuoi nascondese qualcosa, o l’hai inventato!!! Pesché sei così siservato?? Che c’è di male a paslase di qualcuno, ammesso che il tuo talento non è innato, il che non mi sembsa psopsio!! Ho già visto tisi identici più volte!!’.

Quando Aisha si girò di nuovo, pensando se fosse una bugia, o che quella fosse la prova che nascondeva davvero ciò che non sapeva nessuno.

‘No…no!!!!!...Vi ho detto la verità…!!!’.

Tidus era completamente in preda al panico, quando arrivò di corsa Wakka, con una decina di intervistatori dietro.  Aveva esperienza nel “mordi e fuggi”: era così che si chiamava quella specie di tecnica in cui rispondi alle domande in maniera precisa, secca per crearsi squarci qua e là nella folla e liberarsene appena si intravedeva un buchino. Il neoguardiano entrò senza accorgersi della bella pantera, accecato dal suo entusiasmo, e prese per l’altro braccio il suo compagno semingabbiato tirandolo fuori dall’angolino e dai flash di Chicco, che stava quasi sbavando per il suo nuovo idolo.

‘Forza, vieni!!! Altrimenti faremo tardi!! Gli altri ci stanno aspettando!!!’ disse Wakka prendendo la strada verso il raggio trasportatore. Aveva già salutato il pubblico ed i compagni, ed almeno risposto ad una cinquantina di domande, inventandosi chissà che scuse per andare via e per il neocapitano. Infatti, Lulu gli aveva seriamente raccomandato di essere puntuale se non voleva…ehm…rimanere abbruciacchiato…

‘Co…cosa??? A…aspetta… loro…!!’.

Da dietro Chicco stava tentando la rincorsa con la fotocamera in mano ma sua sorella lo bloccò. ‘Ma…il MIO AUTOGSAFO!!!!!’ fece, con la mano sinistra davanti a sé.

‘Lascia perdere…’—disse lei con voce sensuale—‘…Sono sicura… che ci sta nascondendo qualcosa… e non ce lo vuole dire…’.

Poi voltò le spalle verso il fratello, incitandolo ad uscire dal corridoio. ‘La catena che aveva al collo… l’hai vista??... E quella figura sui pantaloncini neri…’.

Chicco si girò stupito. Era così eccitato che lo aveva notato senza farci caso.

‘Hai sagione!!!! Quello…esa il simbolo che postavano gli Zanaskand Abes!! Ma!! Quella squadsa è stata spazzata via cisca mille anni fa con quella città!!! E quel simbolo è tsoppo antico e sacso!! Ma come fa lui a…’.

‘Già… è nostro lavoro scoprirlo…!!!’.

 

Già…Wakka aveva proprio fatto tardi. Tra le attese per l’inizio della partita, le interviste, gli intervalli e tutto era notte fonda. E gli altri dormivano… che fare??

‘Dormiamo qui…’ disse lui al compagno, indicando quella superficie polverosa davanti al tempio oscuro di Djose.

‘Cosa?? Qua?? Ma…’ fece l’altro rivolgendogli occhioni blu.

‘Fai come ti dico io!!!’ rispose lui, immaginando già la faccia di Lulu…

La notte passò in fretta, tra pensieri e pensieri. Era da tanto tempo che non mi sentivo così sereno… tutto grazie a quella ragazza!! Se la passava davvero male a Metropolis!! Suo padre…assomiglia tanto al mio…se si può chiamare‘padre… con la scusa che non aveva soldi, che in realtà li aveva spesi nel gioco d’azzardo e nelle partitelle serali che faceva, l’aveva lasciata da sola, costretta a correre e rubare qua e là…

Wakka già russava, e Tidus si alzò di colpo dal suolo, osservando la luna calante semi-oscurata dallo strano alone nero che emanava il tempio.

Aspetta!! Ma io ho in mente i suoi ricordi!! Quindi… questo significa che anche lei scambia i miei!! Lei avrà visto allora!! Quello che è successo… forse ha scoperto anche qualcosa che non ricordo più… Lo spero… è così difficile…Mi dispiace così tanto tormentarla in questo modo…

 

 

Mattina. Già, mattina. Wakka non sapeva da che parte nascondersi. Lulu guarda caso era già in piedi all’alba, assieme ad Auron ed Hypnel, il primo scrutando il sole senza fare motto, prendendo qualche solito goccino (forse non proprio “goccino”), il secondo con aria profondamente pensosa. Kimahri era rimasto accanto a Yuna, che ancora dormiva profondamente. Stranamente la maga non sembrava dell’intenzione di fare rimproveri. Anzi, era piuttosto triste, e continuava a fissare quel tempio, ed a scrutarne i pericoli interni in tutto e per tutto. Wakka ci resto un non so che un misto di male per la sorpresa o di bene, del tipo “fiuuu…l’ho scampata bella”.  Non l’aveva mai vista così. Ma non lei, ma il gran cicerone del gruppo gli diede la strigliata, come se ci tenesse davvero tanto al tempo che non va sprecato…

‘Bene,bene,bene…vedo che i “guardiani” sono tornati… Te la sei passata bene, Wakka, sugli spalti colorati??... Sono sicuro che ha fatto tutto il tuo compagno… infatti non ho mai sentito parlar così tanto di un sogno… quello della coppa, e questo non per tuo impegno…’.

Hypnel mostrò un sorriso più tirato del solito, e l’ex-capitano si avvicinò con un’espressione da sfida, puntandogli addosso un indice “minaccioso” che faceva avanti-indietro.

‘TU… dì ancora qualcosa ed io…!!!’.

‘Scusate!!!’—disse Yuna ad alta voce, con i capelli ancora tutti scompigliati—‘…Mi…sono…alzata tardi…scusate…perdonatemi…’ e fece segni di riverenza a ripetizione, specialmente ad Auron. Il suo intervento rinviò il round tra il prestigiatore e l’ex-blitzer.

‘Come è andata…??’ riprese l’invocatrice, mentre Lulu cercava di sistemargli i capelli sparati.

‘Abbiamo vinto!!!’ subito rispose Wakka, lasciando perdere il tanto-ho-ragione-io e iniziò a raccontare le varie imprese. Stranamente il suo compagno non faceva motto. Anzi, aveva iniziato ad avere uno strano fiatone, e a mostrare un colorito acceso sulle guance e sulla fronte, scoperta a metà dai suoi capelli biondi. Sembrava che gli girasse la testa, tenendo gli occhi semichiusi, come una persona che sa di dover lavorare e che non ha dormito bene. Ma non sembrava colpa del sonno…

Lulu non voleva perdere tempo. Appena ci fu un po’ di silenzio subito passò ai doveri. Si girò vero l’ingresso del tempio, davanti a tutti, e mantenendo le spalle girate di fronte agli altri… ‘Andrò io al tempio di Djose… Kimahri, vieni con me??’.

Lui annuì senza emettere fiato o mostrare le fauci. Erano tutti un po’ tesi: dovevano superare il custode oscuro se volevano andare avanti con il loro pellegrinaggio… Tutti sapevano, chi più, chi meno su quel tempio, tranne uno, che si portava il braccio sinistro sull’addome. ‘Ma…quel tempio… anf…perché…??’.

Lulu fece un gran sospiro, con Yuna che si teneva entrambe le mani vicino alle sue labbra, sperando che la sua guardiana dicesse qualcosa. Poi cominciò a spiegare, chiudendo lentamente gli occhi. ‘Ero…tempo fa…una guardiana di una neo-invocatrice di nome Belgemine… Era dotata di una piccola quantità di chakra, ma non per questo la sua determinazione era altissima. Voleva iniziare da Djose, che si trovava più o meno vicino al Fluvilunio, dove abitava…’—con una voce semirotta—‘…Avevo appena perso Chappu… e volevo rifarmi combattendo fino alla fine per dare una lezione a Sin, che mi aveva pure separato dai miei genitori…’.

Tutti si avvicinarono ad ascoltare le sue parole, che sapevano di affetto e di dolore, e che partivano direttamente dal cuore della donna in nero.

‘Lei era entusiasta…era sicura che la quantità di chakra non contasse nulla, e che raccogliere le sfere fosse l’arma vincente. Così si avviò con me verso questo tempio, ma non sapevamo che il chiostro della prova dovesse essere superato dai guardiani e non dagli invocatori. I custodi… diventano più forti in loro presenza, e io mi fidai ciecamente di lei…’ poi abbassò lo sguardo, mentre Yuna le si fece accanto, cercando di darle conforto.

‘Lei andò avanti dicendo che quel custode non era così forte come pensava, ma non aveva ancora alcuna sfera… io non sapevo che esse davano il vero potere agli invocatori… dovevo fermarla…dovevo…dirle qualcosa… Ma poi… quella magia Antima la colpì in pieno… lei… l’ho vista…cadere senza un minimo di forze…e per salvarmi sono dovuta scappare come un coniglio, con la coda tra le gambe e tra le lacrime tra le vie di questo tempio…’.

Il dolore di Lulu commosse un po’ tutti. Nemmeno Yuna sapeva di questa storia. Già, quella maga era stata davvero sfortunata, e chissà se questo pellegrinaggio sarebbe stato un vero riscatto…

‘Mi…dispiace…Lulu…’ disse Wakka a voce bassissima. Lei si girò di scatto, facendo capire con lo sguardo a Kimahri che era l’ora di andare.

‘Il custode del tempio viene creduto tutt’ora… un allievo di Sin per la sua tecnica color porpora… i coraggiosi ci avevano provato, ma senza successo… forse perché superbi o inesperti di fronte ad esso… occorre conoscere a fondo la magia contro lo stesso…’ fece Hypnel, che riprese a sorridere perfino al momento più delicato, mettendo le braccia conserte come se aspettasse che se ne andassero.

Così i due entrarono nel tempio, i cui effluvi neri facevano girare la testa e confondere i pensieri. Tutti gli altri li seguirono fino al chiostro, mentre Hypnel e Tidus preferirono non seguirli.

Mi sento troppo stanco… è meglio che Lulu risolvi questa faccenda da sola…

 

Il tempio all’interno era completamente o quasi tutta una scia oscura a spirale che girava tutto intorno, partendo dalle pareti esterne andando verso l’alto, a quella lanterna che faceva uscire quegli strani effluvi. Ciascuna particella di quell’aria sinistra faceva confondere, sentire voci strane e vedere diverse allucinazioni, ed ogni volta che a Lulu sembrava vedere Belgemine, qualche lacrima bagnava il pavimento, segnato da ogni sorta di simbolo strano o malefico. La luce era data da alcuni lampadari a fiamma di colore fucsia, la cui parte terminale seguiva la scia a spirale nera che andava verso l’alto. Le statue erano rovinate ma fortunatamente in piedi, ed una lunga scala portava verso il chiostro della prova. Il lungo e continuo inno risuonò nei diversi angoli del luogo sacro, mentre diversi simboli riempivano le pareti e parti di quel pavimento scuro.

Lei non ci pensò due volte: ella aprì subito la porta, seguito dal Ronso affianco, che annuì continuamente per darle sostegno, mentre gli altri restarono nella sala d’ingresso, cercando di resistere agli effluvi. Infatti, Yuna era convinta che stare a contatto con essi era un perfetto allenamento per la mente: serviva per esercitare se stessa e gli altri a distinguere il vero dal falso, le vere sensazioni e quelle prodotte alle magie oscure. Bel “risveglio” mattutino… anche se Wakka preferì pregare davanti alle statue, emettendo una grande esclamazione di sorpresa quando gli sembrò di vedere davanti ai propri occhi la figura di Braska.

 

Hypnel, quando vide la porta del tempio richiudersi, si voltò verso Tidus, che era seduto a gambe incrociate per terra, come se non ce la facesse più a reggersi in piedi. Guardava un sassolino che prese con la mano e lo girò in ogni direzione, trattandolo come una pallina da gioco. Il prestigiatore fece un sorrisone incredibile, come se fosse finalmente arrivato il momento giusto che lui aspettava da tanto tempo.

Chissà se c’è un modo per ringraziarla… in fondo sono venuto così, all’improvviso, facendola sparire, sì e no, confondendola non poco… Ma anche se il mio chakra fa paura, per qualcosa che proprio non ricordo, spero che serva per cambiare anche la sua vita sfortunata in qualche modo…

‘Turbamenti, sogni e poteri nascosti?... E’ inutile che continui a riflettere dove fosti… chi tu sia veramente, ricercando nel passato… la tua infanzia, le persone care, quello che eri stato… hai bisogno di aiuto, di qualcuno che qualcosa ti sveli… non aspettare che te lo dica la sorte, o i cieli… ma apriti, esponi i tuoi problemi… con chi forse ne sa più di te senza escludere estremi… perché comportarsi così è solo da sciocchi e scemi…’.

Tidus non sopportava più le parole di Hypnel e le sue odiose rime. Gli scambiò uno sguardo di ghiaccio e severo, nonostante il chiaro colore dei suoi occhi.

‘Hai sempre, dico, puff…sempre qualcosa da dire??!! Non ti fai mai i fatti tuoi, pant…?? Se ho dei problemi li tengo per me!!! E non li vado di certo a dire ad uno che mi ride sempre in faccia anf…e che non ha rispetto per nessuno, se non per Yuna…pant!!!!’.

E’ il momento… si disse Hypnel. Non andavano bene le buone?? Andiamoci con le cattive…

 

Lulu si destreggiava perfettamente tra i vari ostacoli che il chiostro le presentava davanti. No, non era una serie di enigmi come le volte precedenti, ma era una lunga battaglia con le forze oscure. Fantasmi che tiravano la gonna, che rubavano la lancia a Kimahri, altri che si erano divertiti a strappare alcune preziose pagine del libro vecchissimo della maga, che cercava di raccogliere tutto, anche i singoli frammenti. Erano anime di morti non trapassati, che avevano mantenuto il loro corpo grazie al potere oscuro del custode, che controllava parte delle porte dell’Oltremondo. I più cattivi, i più pestiferi e birichini erano tutti lì, in quella via a senso unico che sembrava non finire mai, perché per via di trucchi, scherzetti e confusioni varie avanzare di alcuni metri diventava difficoltoso. Alcuni di essi si divertivano a generare allucinazioni con gli effluvi oscuri, tanto che Kimahri scambiò Lulu per un mostro dai peli neri e dagli occhi rossi. Con qualche acciacco qua e là, arrivarono al naos dell’intercessore, accompagnati da un forte giramento di testa. Alcuni attacchi psichici erano stati così potenti che Lulu a stento riusciva a parlare e Kimahri a pensare.

‘Forza…qua è la porta… Andare prima io… Tu faticato tanto…e questo Kimahri lo sa… Non preoccupare… il custode essere ucciso da te…’.

Dopo quelle parole egli sprangò la porta nerissima come la pece che cadde facendo un tonfo funerario. Dentro, seduto come se meditasse, il custode: a prima vista sembrava un guerriero umano, dotato di una corazza spessissima e curveggiante di metallo, che lo rivestiva da capo a piedi. Era alto almeno dieci metri o più, ed armato di una spada a sciabola, sulla quale c’era una scritta scolpita in grosso “Naghirai”, che in lingua antica significava “morte eterna”, riconosciuta dalla maga. I suoi occhi erano di color fucsia e brillantissimi, che comunicavano solo inquietudine e sensazioni sinistre. Ciascun suo passo faceva vibrare ogni cosa, e sotto i suoi piedi uscivano altri effluvi neri, che si muovevano come se comandati dallo stesso custode.

‘Kimahri!! Distrailo!! Io lo colpirò con Flare!!!’ disse Lulu, che già era con il libro antico, pronta a dire la formula. Distrarlo?? Era una parola…

Gli effluvi si avvicinarono ad una velocità incredibile verso i due: Lulu vide il suo libro strapparselo dalle mani per poi librare nell’oscurità e nel vuoto, peggio andò per il Ronso. Era stato letteralmente confuso da quell’aria, peggio dell’alcool o di dodici botte in testa. Stava quasi per cadere per terra, per poi ridestarsi barcollando e in maniera molto lenta. Ai richiami di lei il leone si girò e rivolse la lancia appuntita correndo come un pazzo verso di lei, fuori controllo…

 

Hypnel, quando si chinò sulle ginocchia davanti a Tidus, cambiò espressione in maniera stranamente seria. Troppo seria… Ah, finalmente hai capito che mi davi fastidio!!!

Il prestigiatore lo incrociò con i suoi occhi che subito divennero penetranti. Si strofinò le mani così leggermente da non fasi sentire e vedere, e lentamente iniziò a compiere gesti dolci, quasi cullanti, tanto che le forme sinuose a spirale dei suoi guanti verdi, fucsia e bianchi sembravano mischiarsi e girare tutt’all’improvviso, mentre il biondo non si fece intimorire nemmeno un po’, come se fosse una vera sfida e gioco di sguardi, occhi viola contro occhi blu.

‘Ora guardami attentamente e con cura… cosicché la tua confusione più non dura… vedi queste mani, che hanno aiutato molta gente,… che hanno dato sollievo e conforto veramente?... E’ ora che ciò che ti circonda diventa vuoto… è ora che quello che devi fare ti sia noto… ora ascolta bene la mia mente e i miei pensieri… ora segui solo me e annulla tutti i tuoi pareri… ora sei sotto il mio controllo ed ogni mio comando,… ora ubbidisci ad ogni incarico che ti mando… ti ordino ora di seguirmi fino alla fine… là, a Bevelle, dove il destino si compierà alfine…’.

Da qui il mondo visto dal punto di vista di Tidus divenne un ultra mix di ogni cosa da cui non si poteva distinguere più il bianco dal nero. Ogni parola, ogni virgola di quell’ipnotizzatore creava una spirale in più, che mischiava i bordi e i volumi degli oggetti, li rendeva indistinguibili, fino a quando tutto divenne grigio e sbiadito, quasi peggio di un sogno, e l’unica cosa che rimaneva evidente e definibile nella sua mente erano quegli occhi incantatori…

 

Lulu non sapeva cosa fare, ed aveva solo pochi secondi per pensare. Recitare la formula subito per far secco il custode o schivare il Ronso confuso che voleva ucciderla con la sua lancia?? L’aveva capito che era sotto l’effetto stordente degli effluvi magici, ma il dolore dei suoi ricordi la spingevano a far sparire quella sorta di soldato in formato gigante, che dopo aver creato scompiglio ai due, sembrava starsene lì a guardare come i compagni si uccidevano a vicenda. La maga schivò il colpo con la formula Doppioteam, grazie al quale ella creò diverse immagini e finti ologrammi di sé, che Kimahri cercò di colpire in ogni modo, dall’alto al basso, di taglio o di punta, mentre si potevano vedere uscire dalle sue narici fumi neri che accecavano la sua ragione e la sua coscienza.

Lulu stava per concentrarsi quando il custode andò all’attacco con la sua spada Naghirai, che creò un tremendo terremoto che fece cadere il leone, Lulu e il libro insieme, appena appena raccolto da terra con grande difficoltà. La maga ricordò nel suo subconscio delle parole, che ella cercò di dire quando Belgemine già non le rispondeva più in quel così vicino passato, quella formula che le sue lacrime avevano bloccato e soffocato. Era come se quelle parole gliele dicesse lei, come se lei fosse l’unica anima tra quei fantasmi a parlarle amichevolmente.

Ella si alzò in piedi, ferita, con alcune gocce rosse che le rigavano il viso dalla parte sinistra, fino ad arrivare sulle sue labbra viola e carnose. Lasciò perdere il libro e guardò con i suoi occhi rossi il custode, che aveva caricato sulla sua spada una grande quantità di effluvi neri, pronto per darle il colpo secco di grazia a salto. Lei non si fermò, quelle parole ce le aveva in bocca, era la sua ex-invocatrice a dirgliele, a sussurrargliele. Chiuse gli occhi e rivolse in alto il suo braccio destro coperto dalle lunghe maniche in grigio scuro del suo vestito ricamato, mentre il suo compagno stava per colpirla con la sua lancia appuntita. In breve tempo, concentrandosi al massimo e usando tutta la sua esperienza, disse alcune strane parole che terminarono in una sola…

Flare!!!!!!!!!’.

  
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