Capitolo 11
Stardust
Le stelle
erano alte nel cielo, il vento le scompigliò alcune ciocche
di capelli
frustandole davanti alla faccia in maniera impertinente, Elena si
ritrovò a
disfare e rifare rapidamente la treccia con cui aveva legato i ciuffi
biondi
per gestirli meglio in presenza dell’acqua.
Chiuse casa e
iniziò a scendere la scogliera, indossava una canottierina e
dei pantaloncini
con sotto il costume, si sarebbe indubbiamente bagnata per arrivare nel
posto
dove dovevano andare lei ed Aris anche se lui non aveva accennato a come l’avrebbero raggiunto,
nello zainetto
che aveva sulle spalle aveva portato il necessario, era tutto pronto
ormai, la
sua avventura notturna stava per cominciare.
Ed eccola
lì
ad aspettare seduta sulla spiaggia l’arrivo del ragazzo, era
un po’ in anticipo
sul tempo, si dovevano vedere alle 23, ma erano le 22.30 e lei era
già lì…
voleva godere di quella splendida atmosfera, sapeva bene che la
riuscita di
quella missione era fondamentale per la salvezza di sua madre, ma non
poteva
fare a meno di pensare che quella sera ci fosse qualcosa di diverso
nell’aria, un
po’ di magia...
La luna si
rifletteva sulle increspature del mare di un blu intenso, il lento
sciabordio
la cullava come una melodia ipnotica, all’improvviso le onde
iniziarono ad
incresparsi concentrandosi maggiormente in un punto, la ragazza
scattò in piedi
per osservare meglio la scena. Lentamente emerse Aris, i capelli
bagnati sul
volto gli ricadevano disordinati, le gocce d’acqua rilucevano
come perle sotto
quella luce, chissà se l’aveva fatto apposta a
comparire in quel modo teatrale,
giusto giusto sotto la luna che lo rendeva più misterioso e
affascinante.
“Sei
in
anticipo” le disse.
“Senti
chi
parla!” rise di rimando la bionda.
Erano
entrambi arrivati in anticipo, ansia dall’iniziare quella
avventura o dal
rivedersi? Lui era arrivato qualche minuto dopo di lei e non appena
l’aveva
intravista, bellissima con lo sguardo perso nell’acqua in
chissà quali pensieri
aveva fatto il suo ingresso plateale.
La sua mano si
tese verso di lei. “sei pronta?”
Abbandonate
le scarpe sulla spiaggia si avvicinò lentamente
all’acqua, non aveva mai fatto
un bagno a quell’ora tardi, il buio del mare la spaventava.
Immerse i piedi
nell’acqua fredda ed un brivido la percosse da capo a piedi.
L’acqua
le
lambiva la vita ormai, abbassò lo sguardo e sotto di lei
tutto era nero, non
riusciva nemmeno a vedere le sue stesse gambe, come avrebbe potuto
stare
attenta a mostri marini e creature
pericolose come squali e orche assassine se non ci vedeva da
un palmo di
naso?
“ehi
tutto
bene?” Aris si avvicinò “credevo non
avessi paura di nuotare”
“no…
non è
questo” si affrettò a dire lei.
“è solo che… non mi piace non vedere
cosa c’è
sotto di me”
Aris rise
prendendole la mano e conducendola verso il mare aperto. “sta
tranquilla, ti
proteggerò io”. le fece l’occhiolino
guidandola.
Quanto aveva
desiderato proferire quella frase, adesso era finalmente giunto il suo momento, erano nel suo
mondo, aveva la possibilità di
dimostrarle quanto valesse e che poteva proteggerla come si doveva.
Lei
abbassò
lo sguardo mentre l’acqua la ricopriva lentamente sino a che
non si ritrovò a
nuotare senza più toccare il fondo.
“è
molto
lontano?” chiese arrancando, nuotare con un sola mano era
alquanto difficile, e
più che nuotare era come se il tritone la trascinasse visto
che andava molto più
veloce di quanto lei potesse andare.
“si
parecchio” si fermò lui. “non penserai
certo che ti lascerò nuotare sino a lì?”
“emh…
veramente
credevo di sì”
“ ma
no! Non
dire assurdità, senza offesa Elena, ma ti stancheresti
subito al contrario di
me che sono abituato ormai a venire a trovarti e a percorrere lunghe
distanze.”
S’avvicinò a lei, “Sali sulle mie spalle
e tieniti forte,”
“c…cosa?!”
Elena
arretrò in imbarazzo. “non posso mica farti
nuotare con il mio peso morto per
tutto il tragitto! Affogheremo di sicuro.”
“andrà
tutto
bene, fidati.” fece una pausa. “puoi scegliere o
sali tu di tua spontanea
volontà o ti prenderò in braccio”
Si
voltò di
spalle e lei esitante salì.
“tieniti
forte”
Iniziò
a nuotare
lentamente immergendosi sempre più. Per lui non era un
problema, ma Elena non
poteva respirare sott’acqua, e quando quel pensiero si fece
largo nella sua
mente non fu in grado di contenere il panico che la stava iniziando ad
assalire.
“Aris,
affogherò!” gli sussurrò agitata
all’orecchio sinistro.
“no,
non
puoi, non più almeno” detto questo si immersero
completamente, adesso il
tritone era ancora più veloce, Elena si dovette tenere
davvero stretta per non
rischiare di scivolare via mentre nuotava.
“come
posso respirare?
Non è possibile!”
“Ricordi
quel
giorno nella grotta quando stavi annegando?”
“si”
ricordava bene quel giorno, era il giorno in cui si erano baciati per
la prima
volta, il giorno in cui si erano avvicinati tantissimo e allontanati al
contempo
quando lei gli aveva rivelato di essere sua sorella.
“ti ho
salvato la vita quando ti ho baciata, ti ho permesso di respirare anche
sott’acqua. È un antica magia, non chiedermi come
funziona, non ne ho idea!”
rise lui.
Immersi nei
loro pensieri non parlarono più durante il viaggio, lei
dopotutto non voleva
affaticarlo o distrarlo con le sue stupide chiacchere…
“Eccoci”
Aris
aveva il fiato corto, dopotutto era più di una
mezz’ora che nuotava al massimo
delle sue forze.
Elena
scivolò
dalle sue spalle, stava per dirgli di riprendere fiato ma
restò abbagliata dalla
bellezza di quel posto.
Il cielo di
un blu zaffiro brillava di mille punti luce, lontano dalle luci della
città le
stelle apparivano più luminose di qualunque cosa, la loro
luce si rifletteva
sul mare il quale non era increspato nemmeno da un onda e creava un
magnifico
effetto ottico. La luna era bianca, piena ed enorme, sembrava molto
più grande
di quando non fosse in realtà. Sembrava di essere immersi in
un cielo stellato.
“…è…è
bellissimo”
Al centro di
questo panorama vi era uno scoglio, era nero ma pareva riflettere la
luce di
quella notte, come una magia vi sorgeva proprio al centro un albero con
i rami
flessuosi e lunghi. Non vi era una foglia, un germoglio,
l’albero sembrava
morto da tempo ma ciò non sembrava turbare Aris.
Il tritone si
avvicinò allo scoglio e vi posò delicatamente
Elena la quale iniziò ad
arrampicarsi sino ad arrivare ad una biforcazione che sembrava fatta
apposta per
ospitare due persone.
“Quest’albero
sembra morto… sei sicuro che…?”
Aris con un
balzo iniziò ad arrampicarsi con la forza delle braccia sino
a raggiungere
Elena. “Abbi fede, questo è un posto impregnato di
magia. Tra non molto, quando
la luna sarà nel suo massimo splendore vedrai con i tuoi
occhi.”
Il panorama
era così bello, che se non fosse stata lì in
allerta ad attendere il momento
adatto per andare a cogliere i fiori si sarebbe potuta persino
addormentare in
quel clima suggestivo.
Il ragazzo
era un po’ intimorito, poi alla fine si decise e le prese la
mano, arrossì un
momento quando Elena lo guardò stupita da quel gesto, poi
intrecciò la sua mano
con quella di lui e fu come sentirsi completa. Appoggiò la
sua testa sulla sua
spalla, entrambi guardavano incantati il cielo, ognuno anche se non ne
faceva
parola, si sentiva in subbuglio per quello che gli stava accadendo. Ad
un
tratto una stella cadente scivolò rapida davanti i loro
occhi.
“L’hai
vista?” lo dissero contemporaneamente volgendosi
l’uno verso l’altro trovandosi
a pochi centimetri di distanza.
“Si,
ho
espresso un desiderio” rispose lui calmo.
“Anche
io. Tu
cosa hai desiderato?”
“se te
lo
dico poi non si avvera” avvicinò ancora il suo
volto, doveva resistere, doveva
provarci. Autocontrollo, era questo
il segreto, ma per quanto si stesse sforzando di non colmare quei pochi
centimetri di distanza era davvero difficile. Rimase di stucco quando
Elena di
slancio mando in barba il suo di
autocontrollo sfiorando le sue labbra.
Chiuse gli
occhi beandosi di quel contatto, la sua mano scivolò sotto
il suo viso
prendendo il controllo di quel bacio guidando la ragazza.
Si staccarono
a malincuore, continuando a guardarsi negli occhi
“visto” le sorrise lui con
gli occhi sognanti “se te l’avessi detto non si
sarebbe avverato…”
Il volto di
Elena parve rabbuiarsi. “se si è avverato il mio
si avvererà anche il tuo
vedrai… tua madre guarirà” si
affrettò a dirle.
Alzò
nuovamente lo sguardo, i suoi occhi erano verdi con delle sfumature
argentee,
complice la luna di quella magia che si era creata tra di loro, aveva
amplificato ancora di più il loro bisogno di amarsi con quel
bellissimo
paesaggio suggestivo.
“ma
non ho
desiderato quello Aris… dovrei sentirmi in colpa se non ho
desiderato che mia
madre guarisca?” ecco il perché di quello sguardo,
si sentiva in colpa, solo
per aver espresso un altro desiderio.
Il tritone la
cinse portando il suo capo sul suo petto “no, certo che no!
Tua madre guarirà
lo stesso…”
Elena aveva
espresso un altro tipo di desiderio, aveva desiderato con tutto il
cuore che
Aris non fosse suo fratello, aveva espresso quel desiderio ancor prima
di poter
pensare a sua madre e adesso si sentiva responsabile per quel che le
sarebbe
successo.
“andrà
tutto
bene” e nel momento esatto in cui terminò la
frase, l’albero parve rianimarsi.
Una luce dorata iniziò ad illuminare ogni fibra di quel
tronco vecchio e morto,
come per magia stava ritornando alla vita, poco a poco le particelle di
luce
iniziarono a salire diramandosi per i vari rami, era uno spettacolo
surreale, i
rami storpi e grigi si ricolorarono di un bel marrone accesso, dai
tralci
iniziarono a nascere piccoli boccioli che lentamente uno dopo
l’altro
crescevano sino ad aprirsi rilasciando dell’energia che
ricadeva direttamente
in mare e sullo scoglio.
“Presto
Elena, cogli qualche fiore e conservalo nella boccia al
chiuso.” Rapida Elena
seguì quei consigli, prese la boccia dallo zaino e si
arrampicò verso i rami
più alti dove ancora i fiori erano in bocciolo, Aris le
aveva detto infatti che
i fiori in bocciolo erano i più rari e potenti proprio
perchè la loro energia
non era ancora stata sprigionata e difatti era difficile per le sirene
arrampicarsi così in alto per cogliere quei fiori non ancora
sbocciati e che
essendo più vicini alla luna crescevano più
velocemente.
Una volta
staccati i fiori smettevano all’istante di crescere, Elena
riuscì a conservarne
sei – sette.
“Pensi
bastino?” si sporse lei.
“Si,
bastano
sicuramente, di norma non ne usiamo più di quattro aperti,
questi però sono più
potenti, te ne basterà usare due o tre”
“va
bene,
arrivo”
“fai
piano”
ma un urlo lo precedette, con un sonoro splash Elena era cascata in
acqua.
Riemerse
qualche istante dopo. “è scivoloso” rise
lei riarrampicandosi per riprendere
posto accanto al castano.
“quanto
dura
la magia dell’albero?”
“tra
poco
tutti i fiori sfioriranno, all’alba la magia sarà
finita.”
“dobbiamo
tornare indietro?” chiese lei un po’ triste,
dopotutto la loro missione era
compiuta.
“se
sei
stanca possiamo ritornare subito.” Le rispose nel medesimo
stato d’animo.
“vorrei
che questo momento durasse per
sempre…” sussurrò appoggiandosi contro
il tronco.
Le loro mani
si cercarono e si ritrovarono per non lasciarsi più.
“quello che è successo qui
può rimanere qui se vuoi” si riferì la
ragazza al bacio di poco prima, era
stato più forte di lei era come se fosse sbagliato stare
così lontana da lui,
ogni momento che trascorreva senza vederlo o sentirlo le sembrava una
tortura,
era stata coinvolta in qualcosa di più grande di lei, di
incontrollabile.
“sarà
il
nostro segreto per sempre” si avvicinò e le diede
un bacio a fior di labbra
velocissimo, poi le fece un sorriso sghembo come faceva sempre lui,
quel
sorriso che l’aveva incantata sin dal loro primo incontro. Si
sistemarono
meglio nella biforcazione dei rami e passarono la notte a guardare le
stelle,
era troppo bello per rinunciare a quello spettacolo, non avrebbero mai
più
avuto la possibilità di cogliere quel momento.
Guardando le
stelle poco a poco i due ragazzi si addormentarono sotto
quell’atmosfera di
magia, le prime luci dell’alba furono la loro sveglia, i
primi raggi del sole
iniziarono a riflettersi sull’acqua, l’albero ormai
aveva perso la sua magia ma
l’alchimia che c’era tra di loro non era finita; un
spruzzo di sole colpì le
ciocche bionde di Elena facendole sembrare fatte di fili
d’oro. Aris si era
appena svegliato eppure non aveva fiatato, stava lì in
silenzio a guardarla
incantato dormire.
Era quella la
sua piccola magia, poterla tenere fra le braccia; il suo desiderio?
Poterlo
fare per sempre.
Ma quella
magia era destinata ad interrompersi, le doveva parlare di una faccenda
importante ma non prima di averla riportata a casa.
“Elly…”
le
sussurrò scuotendola delicatamente
“mhmhhh”
mugolò lei. Si stropicciò gli occhi in maniera
bambinesca “che succede…?”
chiese con voce ancora impastata dal sonno.
“è
mattina,
ti riaccompagno a casa”
Improvvisamente
si svegliò tutta in una volta, aveva passato la notte fuori
casa e per di più
con un ragazzo!
“abbiamo
passato tutta la notte fuori…” esordì
dando voce ai suoi pensieri.
Il ragazzo
scese lentamente e dietro di lui Elena, ci voleva proprio un bel bagno
freddo a
mare per svegliarla definitivamente.
“andiamo”
le
porse la mano mentre Elena giocava con i piedi nell’acqua.
“è
freddissima” il sole era appena sorto quindi
l’acqua era fredda dalla notte.
“forza”
l’esortò prendendola in braccio, “ci
attende il viaggio di ritorno”
“non
appena arriveremo le parlerò, ormai non
posso più rimandare… rischio di metterla in
pericolo e se le succedesse
qualcosa non me lo perdonerei mai”
Continua…
*il titolo
è
ispirato alla canzone di Mika Stardust che ho ascoltato mentre scrivevo
questo
capitolo, spero vi sia paiciuto… cosa dovrà mai
dire Aris di così importante? Funzierà
la curiosa “medicina” che Elena si è
procurata? Lo scopriremo al prossimo
capitolo!
Ciauux