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Autore: Clara_Oswin    17/01/2016    2 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 11 Stardust

 

Le stelle erano alte nel cielo, il vento le scompigliò alcune ciocche di capelli frustandole davanti alla faccia in maniera impertinente, Elena si ritrovò a disfare e rifare rapidamente la treccia con cui aveva legato i ciuffi biondi per gestirli meglio in presenza dell’acqua.

Chiuse casa e iniziò a scendere la scogliera, indossava una canottierina e dei pantaloncini con sotto il costume, si sarebbe indubbiamente bagnata per arrivare nel posto dove dovevano andare lei ed Aris anche se lui non aveva accennato a come l’avrebbero raggiunto, nello zainetto che aveva sulle spalle aveva portato il necessario, era tutto pronto ormai, la sua avventura notturna stava per cominciare.

Ed eccola lì ad aspettare seduta sulla spiaggia l’arrivo del ragazzo, era un po’ in anticipo sul tempo, si dovevano vedere alle 23, ma erano le 22.30 e lei era già lì… voleva godere di quella splendida atmosfera, sapeva bene che la riuscita di quella missione era fondamentale per la salvezza di sua madre, ma non poteva fare a meno di pensare che quella sera ci fosse qualcosa di diverso nell’aria, un po’ di magia...

La luna si rifletteva sulle increspature del mare di un blu intenso, il lento sciabordio la cullava come una melodia ipnotica, all’improvviso le onde iniziarono ad incresparsi concentrandosi maggiormente in un punto, la ragazza scattò in piedi per osservare meglio la scena. Lentamente emerse Aris, i capelli bagnati sul volto gli ricadevano disordinati, le gocce d’acqua rilucevano come perle sotto quella luce, chissà se l’aveva fatto apposta a comparire in quel modo teatrale, giusto giusto sotto la luna che lo rendeva più misterioso e affascinante.

“Sei in anticipo” le disse.

“Senti chi parla!” rise di rimando la bionda.

Erano entrambi arrivati in anticipo, ansia dall’iniziare quella avventura o dal rivedersi? Lui era arrivato qualche minuto dopo di lei e non appena l’aveva intravista, bellissima con lo sguardo perso nell’acqua in chissà quali pensieri aveva fatto il suo ingresso plateale.

La sua mano si tese verso di lei. “sei pronta?”

Abbandonate le scarpe sulla spiaggia si avvicinò lentamente all’acqua, non aveva mai fatto un bagno a quell’ora tardi, il buio del mare la spaventava. Immerse i piedi nell’acqua fredda ed un brivido la percosse da capo a piedi.

L’acqua le lambiva la vita ormai, abbassò lo sguardo e sotto di lei tutto era nero, non riusciva nemmeno a vedere le sue stesse gambe, come avrebbe potuto stare attenta a mostri marini e creature pericolose come squali e orche assassine se non ci vedeva da un palmo di naso?

“ehi tutto bene?” Aris si avvicinò “credevo non avessi paura di nuotare”

“no… non è questo” si affrettò a dire lei. “è solo che… non mi piace non vedere cosa c’è sotto di me”

Aris rise prendendole la mano e conducendola verso il mare aperto. “sta tranquilla, ti proteggerò io”. le fece l’occhiolino guidandola.

Quanto aveva desiderato proferire quella frase, adesso era finalmente giunto il suo momento, erano nel suo mondo, aveva la possibilità di dimostrarle quanto valesse e che poteva proteggerla come si doveva.

Lei abbassò lo sguardo mentre l’acqua la ricopriva lentamente sino a che non si ritrovò a nuotare senza più toccare il fondo.

“è molto lontano?” chiese arrancando, nuotare con un sola mano era alquanto difficile, e più che nuotare era come se il tritone la trascinasse visto che andava molto più veloce di quanto lei potesse andare.

“si parecchio” si fermò lui. “non penserai certo che ti lascerò nuotare sino a lì?”

“emh… veramente credevo di sì”

“ ma no! Non dire assurdità, senza offesa Elena, ma ti stancheresti subito al contrario di me che sono abituato ormai a venire a trovarti e a percorrere lunghe distanze.” S’avvicinò a lei, “Sali sulle mie spalle e tieniti forte,”

“c…cosa?!” Elena arretrò in imbarazzo. “non posso mica farti nuotare con il mio peso morto per tutto il tragitto! Affogheremo di sicuro.”

“andrà tutto bene, fidati.” fece una pausa. “puoi scegliere o sali tu di tua spontanea volontà o ti prenderò in braccio”

Si voltò di spalle e lei esitante salì.

“tieniti forte”

Iniziò a nuotare lentamente immergendosi sempre più. Per lui non era un problema, ma Elena non poteva respirare sott’acqua, e quando quel pensiero si fece largo nella sua mente non fu in grado di contenere il panico che la stava iniziando ad assalire.

“Aris, affogherò!” gli sussurrò agitata all’orecchio sinistro.

“no, non puoi, non più almeno” detto questo si immersero completamente, adesso il tritone era ancora più veloce, Elena si dovette tenere davvero stretta per non rischiare di scivolare via mentre nuotava.

“come posso respirare? Non è possibile!”

“Ricordi quel giorno nella grotta quando stavi annegando?”

“si” ricordava bene quel giorno, era il giorno in cui si erano baciati per la prima volta, il giorno in cui si erano avvicinati tantissimo e allontanati al contempo quando lei gli aveva rivelato di essere sua sorella.

“ti ho salvato la vita quando ti ho baciata, ti ho permesso di respirare anche sott’acqua. È un antica magia, non chiedermi come funziona, non ne ho idea!” rise lui.

Immersi nei loro pensieri non parlarono più durante il viaggio, lei dopotutto non voleva affaticarlo o distrarlo con le sue stupide chiacchere…

“Eccoci” Aris aveva il fiato corto, dopotutto era più di una mezz’ora che nuotava al massimo delle sue forze.

Elena scivolò dalle sue spalle, stava per dirgli di riprendere fiato ma restò abbagliata dalla bellezza di quel posto.

Il cielo di un blu zaffiro brillava di mille punti luce, lontano dalle luci della città le stelle apparivano più luminose di qualunque cosa, la loro luce si rifletteva sul mare il quale non era increspato nemmeno da un onda e creava un magnifico effetto ottico. La luna era bianca, piena ed enorme, sembrava molto più grande di quando non fosse in realtà. Sembrava di essere immersi in un cielo stellato.

“…è…è bellissimo”

Al centro di questo panorama vi era uno scoglio, era nero ma pareva riflettere la luce di quella notte, come una magia vi sorgeva proprio al centro un albero con i rami flessuosi e lunghi. Non vi era una foglia, un germoglio, l’albero sembrava morto da tempo ma ciò non sembrava turbare Aris.

Il tritone si avvicinò allo scoglio e vi posò delicatamente Elena la quale iniziò ad arrampicarsi sino ad arrivare ad una biforcazione che sembrava fatta apposta per ospitare due persone.

“Quest’albero sembra morto… sei sicuro che…?”

Aris con un balzo iniziò ad arrampicarsi con la forza delle braccia sino a raggiungere Elena. “Abbi fede, questo è un posto impregnato di magia. Tra non molto, quando la luna sarà nel suo massimo splendore vedrai con i tuoi occhi.”

Il panorama era così bello, che se non fosse stata lì in allerta ad attendere il momento adatto per andare a cogliere i fiori si sarebbe potuta persino addormentare in quel clima suggestivo.

Il ragazzo era un po’ intimorito, poi alla fine si decise e le prese la mano, arrossì un momento quando Elena lo guardò stupita da quel gesto, poi intrecciò la sua mano con quella di lui e fu come sentirsi completa. Appoggiò la sua testa sulla sua spalla, entrambi guardavano incantati il cielo, ognuno anche se non ne faceva parola, si sentiva in subbuglio per quello che gli stava accadendo. Ad un tratto una stella cadente scivolò rapida davanti i loro occhi.

“L’hai vista?” lo dissero contemporaneamente volgendosi l’uno verso l’altro trovandosi a pochi centimetri di distanza.

“Si, ho espresso un desiderio” rispose lui calmo.

“Anche io. Tu cosa hai desiderato?”

“se te lo dico poi non si avvera” avvicinò ancora il suo volto, doveva resistere, doveva provarci. Autocontrollo, era questo il segreto, ma per quanto si stesse sforzando di non colmare quei pochi centimetri di distanza era davvero difficile. Rimase di stucco quando Elena di slancio mando in barba il suo di autocontrollo sfiorando le sue labbra.

Chiuse gli occhi beandosi di quel contatto, la sua mano scivolò sotto il suo viso prendendo il controllo di quel bacio guidando la ragazza.

Si staccarono a malincuore, continuando a guardarsi negli occhi “visto” le sorrise lui con gli occhi sognanti “se te l’avessi detto non si sarebbe avverato…”

Il volto di Elena parve rabbuiarsi. “se si è avverato il mio si avvererà anche il tuo vedrai… tua madre guarirà” si affrettò a dirle.

Alzò nuovamente lo sguardo, i suoi occhi erano verdi con delle sfumature argentee, complice la luna di quella magia che si era creata tra di loro, aveva amplificato ancora di più il loro bisogno di amarsi con quel bellissimo paesaggio suggestivo.

“ma non ho desiderato quello Aris… dovrei sentirmi in colpa se non ho desiderato che mia madre guarisca?” ecco il perché di quello sguardo, si sentiva in colpa, solo per aver espresso un altro desiderio.

Il tritone la cinse portando il suo capo sul suo petto “no, certo che no! Tua madre guarirà lo stesso…”

Elena aveva espresso un altro tipo di desiderio, aveva desiderato con tutto il cuore che Aris non fosse suo fratello, aveva espresso quel desiderio ancor prima di poter pensare a sua madre e adesso si sentiva responsabile per quel che le sarebbe successo.

“andrà tutto bene” e nel momento esatto in cui terminò la frase, l’albero parve rianimarsi. Una luce dorata iniziò ad illuminare ogni fibra di quel tronco vecchio e morto, come per magia stava ritornando alla vita, poco a poco le particelle di luce iniziarono a salire diramandosi per i vari rami, era uno spettacolo surreale, i rami storpi e grigi si ricolorarono di un bel marrone accesso, dai tralci iniziarono a nascere piccoli boccioli che lentamente uno dopo l’altro crescevano sino ad aprirsi rilasciando dell’energia che ricadeva direttamente in mare e sullo scoglio.

“Presto Elena, cogli qualche fiore e conservalo nella boccia al chiuso.” Rapida Elena seguì quei consigli, prese la boccia dallo zaino e si arrampicò verso i rami più alti dove ancora i fiori erano in bocciolo, Aris le aveva detto infatti che i fiori in bocciolo erano i più rari e potenti proprio perchè la loro energia non era ancora stata sprigionata e difatti era difficile per le sirene arrampicarsi così in alto per cogliere quei fiori non ancora sbocciati e che essendo più vicini alla luna crescevano più velocemente.

Una volta staccati i fiori smettevano all’istante di crescere, Elena riuscì a conservarne sei – sette.

“Pensi bastino?” si sporse lei.

“Si, bastano sicuramente, di norma non ne usiamo più di quattro aperti, questi però sono più potenti, te ne basterà usare due o tre”

“va bene, arrivo”

“fai piano” ma un urlo lo precedette, con un sonoro splash Elena era cascata in acqua.

Riemerse qualche istante dopo. “è scivoloso” rise lei riarrampicandosi per riprendere posto accanto al castano.

“quanto dura la magia dell’albero?”

“tra poco tutti i fiori sfioriranno, all’alba la magia sarà finita.”

“dobbiamo tornare indietro?” chiese lei un po’ triste, dopotutto la loro missione era compiuta.

“se sei stanca possiamo ritornare subito.” Le rispose nel medesimo stato d’animo.

 “vorrei che questo momento durasse per sempre…” sussurrò appoggiandosi contro il tronco.

Le loro mani si cercarono e si ritrovarono per non lasciarsi più. “quello che è successo qui può rimanere qui se vuoi” si riferì la ragazza al bacio di poco prima, era stato più forte di lei era come se fosse sbagliato stare così lontana da lui, ogni momento che trascorreva senza vederlo o sentirlo le sembrava una tortura, era stata coinvolta in qualcosa di più grande di lei, di incontrollabile.

“sarà il nostro segreto per sempre” si avvicinò e le diede un bacio a fior di labbra velocissimo, poi le fece un sorriso sghembo come faceva sempre lui, quel sorriso che l’aveva incantata sin dal loro primo incontro. Si sistemarono meglio nella biforcazione dei rami e passarono la notte a guardare le stelle, era troppo bello per rinunciare a quello spettacolo, non avrebbero mai più avuto la possibilità di cogliere quel momento.

Guardando le stelle poco a poco i due ragazzi si addormentarono sotto quell’atmosfera di magia, le prime luci dell’alba furono la loro sveglia, i primi raggi del sole iniziarono a riflettersi sull’acqua, l’albero ormai aveva perso la sua magia ma l’alchimia che c’era tra di loro non era finita; un spruzzo di sole colpì le ciocche bionde di Elena facendole sembrare fatte di fili d’oro. Aris si era appena svegliato eppure non aveva fiatato, stava lì in silenzio a guardarla incantato dormire.

Era quella la sua piccola magia, poterla tenere fra le braccia; il suo desiderio? Poterlo fare per sempre.

Ma quella magia era destinata ad interrompersi, le doveva parlare di una faccenda importante ma non prima di averla riportata a casa.

“Elly…” le sussurrò scuotendola delicatamente

“mhmhhh” mugolò lei. Si stropicciò gli occhi in maniera bambinesca “che succede…?” chiese con voce ancora impastata dal sonno.

“è mattina, ti riaccompagno a casa”

Improvvisamente si svegliò tutta in una volta, aveva passato la notte fuori casa e per di più con un ragazzo!

“abbiamo passato tutta la notte fuori…” esordì dando voce ai suoi pensieri.

Il ragazzo scese lentamente e dietro di lui Elena, ci voleva proprio un bel bagno freddo a mare per svegliarla definitivamente.

“andiamo” le porse la mano mentre Elena giocava con i piedi nell’acqua.

“è freddissima” il sole era appena sorto quindi l’acqua era fredda dalla notte.

“forza” l’esortò prendendola in braccio, “ci attende il viaggio di ritorno”

“non appena arriveremo le parlerò, ormai non posso più rimandare… rischio di metterla in pericolo e se le succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai”

 

 

Continua…

 

 

*il titolo è ispirato alla canzone di Mika Stardust che ho ascoltato mentre scrivevo questo capitolo, spero vi sia paiciuto… cosa dovrà mai dire Aris di così importante? Funzierà la curiosa “medicina” che Elena si è procurata? Lo scopriremo al prossimo capitolo!

Ciauux

  
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