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Autore: Daphne BS    17/01/2016    1 recensioni
Vi siete mai chiesti che rapporti aveva Hermione Granger con i suoi coetanei babbani? Beh, io ci ho provato. Spero che vi piaccia!
Dal testo:
“Ma che fine hai fatto, Hermione? Perché non ti vediamo più in giro? Sei troppo impegnata a leggere per avere una vita sociale?”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Ma guarda guarda chi si rivede... Denti di Coniglio!”
Una risata generale del Branco accoglie queste parole. Una ragazzina di dodici anni con una chioma lunga e crespa, che fino a quel momento stava passeggiando tranquillamente per il parco, sente la terra mancarle sotto i piedi e il cuore saltare qualche battito.
No, non è possibile. Non di nuovo.
La ragazzina decide di non voltarsi e di continuare imperterrita la sua strada, cercando di ignorarli.
“Hey, Granger, dico a te... voltati! O quel cespuglio che hai in testa ti ottura le orecchie?”.
Nuove risate. Hermione dopo tanti mesi sente di nuovo la  rabbia e l’ umiliazione crescerle dentro.
Non sono cambiati per niente. Sono gli stessi dell’ anno scorso.
“Smettila di chiamarla, Will! Non vedi che non ci caga di striscio? Ma che ci vuoi fare, noi siamo inferiori a Sua Maestà la regina dei castori!”.
No. Quel soprannome no.
“Smettetela!” sbotta Hermione, mentre la banda di ragazzini scoppia di nuovo a ridere. Ma il Branco, si sa, gode nel far sentire la vittima in disagio, gli piace da morire stuzzicarla per vederla crogiolarsi di rabbia o paura, adora azzannarla con parole taglienti. No, il branco non lascerà in pace Hermione, almeno finché non otterranno ciò che vogliono.
“Vedo che non hai perso l’ abitudine di fare la maestrina, eh Granger?” commenta Will, il ragazzino con la cresta. Hermione nota che si è fatto un orecchino e che ha un gilè di jeans nuovo.
“Ma che fine hai fatto, Hermione? Perché non ti vediamo più in giro? Sei troppo impegnata a leggere per avere una vita sociale?”. A parlare è una ragazza piuttosto grassa, i capelli tinti di biondo e rasati da un lato, le palpebre eccessivamente truccate e con troppa matita nera sugli occhi, che la fa sembrare un goffo panda. Stringe una sigaretta tra le dita paffute, ostentando sfacciatezza di fronte al Branco. Hermione fatica un po’ a riconoscere la sua vecchia amica d’ infanzia.
“Non sono affari tuoi, Betty.” Risponde Hermione freddamente. “E se fossi in te io butterei quella sigaretta, sai, ho visto tua madre girare qui intorno.”
“Senti, Cespuglio, non ci casco mica, io. Mia madre sta lavorando fuori città oggi. Ma senti una cosa, me l’ ha detta Mary tanto tempo fa: è vero che nell’ armadietto del vostro bagno avete anche lo spray antipulci che tua madre ti spruzza ogni giorno sui capelli per uccidere i pidocchi?”
Altre risate, Hermione sente la faccia diventarle rossa per la rabbia.
Peccato che non si possa usare la magia fuori Hogwarts. Peccato.
“Allora è vero” biascica Hermione, sforzandosi di sorridere “che quando sei caduta dalla bicicletta tre estati fa hai preso una botta tanto forte che ti si è abbassato il quoziente intellettivo?”.
Il Branco ride. E’ il turno di Betty di arrossire per l’ umiliazione. Vorrebbe rispondere per le rime, ma Will la blocca con un cenno della mano. Il maschio Alfa deve parlare.
“Sappiamo tutti che Betty dopo quella botta in testa è diventata ancora più stupida di quello che era prima.” Altre risate. Persino Hermione fa una smorfia che assomiglia ad un ghigno.”Ma una cosa l’ ha detta giusta: dove sei andata a finire, perché non ti vediamo più in giro, perché non vieni più a scuola con noi?”.
Hermione alza gli occhi al cielo: “Pensavo che lo sapeste. Ho vinto una borsa di studio per un prestigioso college e adesso sto lì, e posso tornare a casa solo durante le vacanze di Natale, di Pasqua e per quelle estive.” .
Will assottiglia gli occhi, come in quei film western che adorava vedere da piccolo: “E come si chiamerebbe questo prestigioso college, Denti di Coniglio?”.
“La Saint George School.” Disse Hermione, sparando il primo nome a caso che le era venuto in mente. “E’ molto importante, è affiliata all’ università di Cambridge...”
“Saint George School? Non ne ho mai sentito parlare dai miei.” Osserva subito Mike, il figlio del professor Lightwood.
“Beh, capisco, non è molto famosa da queste parti... ma è davvero una buona scuola.” Risponde pronta Hermione. “Mi ci trovo molto bene.”
Il Branco ammutolisce per pochi istanti. Ma subito Bob trova un modo per attaccare di nuovo la preda:
“Ti ci trovi bene, hai detto? Ma ce li hai gli amici, tu, in questa scuola?”
Hermione sente di nuovo il vuoto attorno a lei. Ron non le scrive da diverso tempo e Harry ignora completamente le sue lettere. Quante volte si è posta questa domanda: I miei amici mi apprezzano?
La risposta è sempre rimasta sospesa nel buio della sua cameretta o nel vento primaverile del parco di Hogwarts. A volte un fastidioso tarlo le si insidia nella mente e bisbiglia “Loro non sono tuoi amici, ti usano perché sei brava a scuola e gli fai i compiti. Ti trovano antipatica e brutta e ti ignorano.” Hermione non ha mai confessato questi suoi dubbi a qualcuno. Questo pensiero insidioso intanto continua la sua opera, distruggendole il cuore.

Io non ho amici.
Io non ho amici.
Ma tutti questi dubbi improvvisamente spariscono appena Harry la chiama per i corridoi di Hogwarts, quando il povero Errol atterra sfinito sul suo letto portando una lettera di Ron.

Non è vero che non ho amici. Ron ed Harry sono i miei migliori amici e mi apprezzano per quello che sono.
“Ho tanti amici, più di quanti tu ne creda.”
Bob le ride in faccia.
“Si, certo, immaginari!”
Hermione sbuffa. Non ne può più di queste provocazioni. Senza dire una parola, si gira e si incammina verso casa, ma una mano robusta la blocca. Hermione allarmata si volta di scatto e Will ghigna:
“Beh, già vai via? Ma dobbiamo darti ancora il bentornato.”
Hermione sbianca. Ora sa cosa succederà. Cerca di scappare, ma la mano di Will è troppo forte.
“Tienila ferma, Will!” urla Betty. Due mani la trattengono per le braccia. Hermione non vede niente, ha i capelli che le coprono la vista.
La ragazzina non sente arrivare il pugno di Mike sullo stomaco. Si piega in due, ma non emette nessun gemito. Altri cazzotti arrivano dai membri del Branco, uno dopo l’ altro, come delle meteoriti che si abbattono sulla crosta terrestre.
La tempesta improvvisamente cessa. Il Branco ha fiutato il pericolo ed è scappato via. Will ha buttato a terra Hermione come se fosse una bambola con cui si è stufato di giocare. Betty è inciampata nella fuga e si sta rialzando a fatica per via della sua considerevole stazza. Mike e Bob, i più veloci, hanno già superato l’ uscita del parco. Il resto della banda incespica nell’erba.
“Buon Dio! Che ci fai lì per terra, ragazzina?” le chiede un’ anziana donna zoppicando verso di lei, sorretta da un bastone da passeggio.
“Oh, niente, signora Ackley… prendevo il sole.” Dice Hermione, con aria innocente. Non sa perché ha sparato una cavolata come quella.
La vecchia assume una faccia scandalizzata: “Prendi il sole in mezzo al vialetto del parco? Perdonami ragazza mia, ma tu devi avere qualche rotella fuori posto.” E, senza degnarla più di uno sguardo, la supera borbottando contro questa gioventù sfacciata.
Hermione la guarda allontanarsi e mestamente pensa che domani mattina tutti i vecchietti del quartiere sapranno che la figlia dei Granger, quelle due bravissime persone, stava “prendendo il sole” sul vialetto dei giardini pubblici: sicuramente uno scherzo idiota a danno di coloro che si vogliono fare una bella passeggiatina pomeridiana nel parco. Tutti arrabbiati ed eccitati per lo scandalo, cominceranno a borbottare fra loro sdegnanti, a turno declamando un loro sermone sui giovani d’ oggi o su come quella Hermione sembrava una “così brava ragazzina”. La signora Ackley, figuriamoci, la pettegola per eccellenza del quartiere, comincerà per prima a sbraitare, in quanto il fatto l’ ha vissuto lei in prima persona. E tutti, tutti gli altri le daranno ragione.
Già si immagina la faccia divertita del Branco, nell’ udire quei discorsi. Sghignazzeranno tra loro, orgogliosi per il fatto di non essere stati visti o comunque scoperti.  
Manca poco più di un mese ad Hogwarts. Devo solo sopportare. Passerà tutto presto.
Hermione si rialza a fatica, si stira la gonna tutta impolverata. Si asciuga in silenzio le guance bagnate e cammina più in fretta possibile verso casa.

 
 
Angolo autrice:
Solo poche parole per spiegare.
Un po’ di tempo fa avevo una voglia matta di scrivere, solo per il semplice gusto di farlo;
 però… non avevo neanche un po’ di ispirazione. Non avevo idea di cosa scrivere.
Allora ho pensato di scrivere su un personaggio inventato da qualcun’ altro, almeno avevo già una traccia da sviluppare. La mia scelta, naturalmente, è caduta su uno dei personaggi di Harry Potter; su uno su cui non mi ero mai soffermata molto: Hermione. Per un attimo ho provato a immedesimarmi in lei e immaginare la sua vita, e mi sono chiesta: ma che rapporto aveva Hermione con i suoi coetanei babbani? E da questa domanda  nasce la storia.
Sui libri Hermione non dice mai se ha subito episodi di bullismo fisico (verbale sì, se si pensa a Pansy Parkinson che la sfotte ovunque va), però mi sono presa la libertà di immaginare qualcosa di diverso.  
La storia è ambientata nell’ estate tra il primo e il secondo anno di scuola di Hermione. Naturalmente tutti ricorderanno perché Harry non risponde neanche a una delle lettere dei suoi amici.
 
Grazie a tutti coloro che hanno letto! Un parere è sempre accolto con piacere!
 
 
 
Daphne BS
   
 
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