POV ISAAC

Ho sempre pensato che avere un fratello significasse avere una persona con cui parlare, esprimere pensieri, opinioni, paure. Scambiarsi consigli e passare ore e ore a scherzare.
Riesco sempre a vedere negli occhi dei fratelli più piccoli l’ammirazione verso il fratello maggiore, la voglia di essere come lui, di essere quell’eroe tanto stimato.
Io non sono stato altrettanto fortunato, non ho mai avuto un fratello che mi chiamasse marmocchio, che mi prendesse in giro per la mia paura del buio (sì, beh, da piccolo posso aver avuto paura del buio), che mi tirasse le orecchie per il mio compleanno e che mi difendesse dai bulli più grandi.
Il mio è stato e continua ad essere un fratello abbastanza distante, anche se ammetto di volergli molto bene.
Non è colpa sua se fin da piccolo è stato costretto ad avere un enorme peso sulle spalle, un peso che porta il nome di ‘Regno’.
Io sono solo la sua ombra, qualcosa che si vede e non si vede.
Non mi sono mai fatto tanti problemi sulla corona, so di essere il secondo genito colui che non diventerà mai re, colui che è solo il fratello del re.
Non ho mai chiesto di seguire le interminabili lezioni di bon ton che seguiva mio fratello, di seguire le noiose ore di matematica, fisica, scienze politiche, lingue e cultura generale che lui era obbligato a fare, di andare a presiedere riunioni, di rafforzare i legami con i nostri aristocratici tramite sontuose cene a palazzo e costosi regali.
Ho solo chiesto di avere un fratello a cui importasse passare un po’ di tempo con me.
Ma come sempre in questa famiglia nessuno mi ascolta mai.
“Isaac!” qualcuno mi sta chiamando riportandomi al presente, appena mi giro trovo lo sguardo di mia madre puntato su di me “Isaac si può sapere perché hai la testa da un'altra parte? Ti avrò spiegato almeno mille volte che non è buona educazione mostrarsi assente”.
Ovviamente mia madre non si preoccupa del proprio figlio, pensa solo a fare una buona figura, poi se io ho dei problemi, chi se ne frega.
Scaccio i brutti pensieri e mi preparo a ciò che sta per avvenire, quello di stasera è un evento particolare.
Tra le due fazioni, la nostra quella degli Shadows e quella di Christine e Spencer ovvero quella degli Sparks esiste una regola antichissima: non ci devono essere rapporti e contatti di nessun tipo e forma, ma negli ultimi tempi ci sono stati degli avvenimenti abbastanza misteriosi.
Entrambi i reali hanno scelto di far passare questa discussione di emergenza sotto forma di cena per evitare occhi indiscreti e visto che gli Sparks sono delle persone molto pazienti si sono offerti di venire loro nel nostro palazzo.
Speriamo che ciò non venga visto come un tradimento verso le nostre antichissime regole.
Ovviamente è stato comunicato ai cittadini di entrambe le fazioni che l’avvenimento di stasera è di importantissima emergenza e che dopo questo giorno tutto tornerà come prima.
Finalmente le porte si aprono facendomi distinguere due figure.
Vedo mio padre e Tom alzarsi e andare a porgere la mano ai reali scambiandosi cortesi saluti.
La regina, mia madre, si alza a sua volta accompagnandomi verso i quattro nobili, avvicinandomi noto due persone poco distanti.
Una è sicuramente femminile, riesco a distinguere i capelli lunghi e la siluette snella, l’altra è per forza maschile con la corporatura alta e tonica dei ragazzi in salute.
Non pensavo che sarebbe venuto anche Spencer, evidentemente mi sbagliavo, errore che noto anche sulla faccia di Tommy.
Lo vedo allontanarsi preoccupato con le mani sui capelli, perfettamente pettinati, voglio proprio sapere cosa passa in quella testolina.
Quando mi ritrovo a pochi passi da lui chiedo sussurrando: ”Thomas, va tutto bene?”
“É venuto fuori un problema di poco conto, ma non so proprio come rimediare… Sai devo ammettere che per la prima volta in vita mia ho fatto un piccolo errore di calcolo” dopo quelle parole quasi cado dalla sorpresa, mio fratello non sbaglia mai, almeno non lo ammette.
“Sentiamo su, quale errore avrà mai fatto il signore supremo della perfezione?”
“Non pensavo, anzi a dirla tutta ero sicuro, che Spencer non sarebbe venuto. Invece è successo il contrario, ma avendo contato una persona in meno non ci sono posti liberi nella tavola dalla parte degli Sparks”.
Non vedo dove sia il problema, almeno non c’è per me.
“Noi siamo in meno visto che il signor Evans non è potuto venire” gli faccio notare cosa che mi aveva riferito lui stesso questa mattina, evidentemente il fatto di aver sbagliato gli ha tolto la capacità di riflettere lucidamente per trovare una soluzione.
“Quindi..?”
Ecco appunto, esattamente quello a cui mi riferivo.
“Quindi puoi farlo sedere dalla nostra parte, l’unico problema è che dovrà sedersi vicino a te, visto che il signor Evans è il consigliere di nostro padre e di conseguenza si siede vicino a lui o in certi casi, come questo, vicino a te. Per te non è un problema vero?”
“No, ma cosa dici, non fa alcuna differenza. Dicevo solo che sicuramente non ne verrà fuori una bella figura”
Ancora con queste figure, non ne posso più.
Do una pacca sulla spalla di mio fratello (cosa che vorrei succedesse al contrario) e vado a prendere posto.
Alla fine non è stato questo grande problema.
È vero, Thomas e Spencer sono seduti vicini, ma ciò che male potrà mai fare?
 

Ciao a tutti, eccoci con un altro capitolo. Anche questo interamente scritto dalla mia amica e corretto da me.
Mi raccomando recensite se vi è piaciuta la storia! :)
Un bacione!!

-QueenBee99 & Key-Heart.