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Autore: Dalhia_Gwen    17/01/2016    2 recensioni
La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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You're my dream come true
 
 
Chapter 9
 

 
 
Nessuno di loro sarebbe riuscito a dire come fosse accaduto, ma per entrambi fu una serata unica, indimenticabile, la più bella della loro vita.
Si erano addormentati là dove consumarono la loro passione, sul divano, accoccolati l'uno tra le braccia dell'altra.
Duncan fu il primo a svegliarsi: era mattina presto, nonostante il tardo orario della sera precedente, ma la sensazione che in quel momento prevalse era un'altra, assolutamente piacevole.
Sorrideva, Duncan, stringendo a sé la ragazza che, poteva giurarci, avrebbe desiderato per tutto il resto della sua schifosa vita, a parer suo, diventata improvvisamente più bella non appena lei ne fece parte, fino a diventarne indispensabile. Sentiva chiaramente il respiro caldo di lei solleticargli il collo, resosi tranquillo e rilassato come non mai. Gwen dormiva serenamente tra le sue braccia, stringendosi talvolta ancor di più a lui senza neanche accorgersene. A quelle richieste d'affetto istintive lui sorrideva beffardo, depositandole tra i capelli lunghi e dolci baci. Ogni tanto si ritrovava a giocare con le sue ciocche di capelli colorate in maniera adorabile, scompigliate in quel momento dalla posizione supina in cui si ritrovavano. Era perfetta, si ritrovò a pensare lui, che poteva sentire il suo cuore battere più velocemente nel momento in cui ripercorse i ricordi della notte appena trascorsa. In più, avvertire il suo seno, rimasto scoperto, alzarsi ed abbassarsi in un movimento lento sul suo torace, faceva inevitabilmente riaccendere nel suo animo gli istinti sempre più perversi che da poco tempo a questa parte abitavano più insistenti nel cuore del punk innamorato. Non faceva altro che guardarla, osservando i particolari del suo corpo così sinuoso che lo faceva impazzire. Era così piccola ma allo stesso così donna, con la sua grande forza di volontà maturata precocemente per le responsabilità a cui fu sottoposta. Ma lei non sarebbe più rimasta sola: lui avrebbe colmato nel suo cuore quel vuoto che tutte le fanciulle di quell'età avrebbero sognato di riempire al meglio. Dal suo punto di vista pareva surreale, ma accadde comunque, dandogli finalmente prova dell'inizio di una nuova vita.
 
Quella vera, quella che lui aveva sempre cercato di condividere con la donna sbagliata.
 
Sì, Duncan aveva finalmente voltato pagina, e tutto per merito di un'unica ragione, quella per cui avrebbe dato lui stesso, per la quale valeva la pena vivere e che adesso aveva un nome: Gwen.
-Hey, ti sei svegliata...- le disse sorridendo con voce fioca e morbida, che nemmeno lui seppe fino a quel momento di possedere, non appena vide la fanciulla accentuare movimenti, e guardandola estasiato allo stesso tempo.  Lei, udendo la voce che tanto adorava ascoltare e di cui non ne poteva più fare a meno, aprì lentamente gli occhi scuri e contornati da quel trucco oramai sfumato dalle lacrime versate la sera precedente, ma pur sempre bellissimi e mai come in quel momento risplendenti di gioia: una luce capace di far splendere solo lui, e che in quel momento lo ipnotizzò. E come se non bastasse, portare un ciuffo di capelli neri ribelli dietro la nuca mentre cercava di sollevarsi sui gomiti coprendosi con le coperte, non lo aiutava di certo a riprendere il controllo di sé stesso.
-Buongiorno a te, caro...- gli soffiò Gwen a pochissimi centimetri dalla sua bocca, rimasta semichiusa, e con lo sguardo chinato là dove la fanciulla lasciava la sua candida pelle scoperta. Vedendo che Duncan non accennava a segni di ripresa, lei premette con forza le proprie labbra contro quelle di lui, destabilizzando il loro equilibrio precario, da cui lei dipendeva. Sorridendo poi furba, Gwen mollò lentamente la presa, costringendolo a guardarla negli occhi.
-Dormito bene, dolcezza mia?- le chiese lui sfiorandole la guancia destra col dorso della mano, mentre le sorrideva beffardo. Notando però che il ragazzo continuava imperterrito a farle una radiografia con gli occhi, Gwen prese il suo naso tra le dita e con esso cominciò a scuoterlo divertita.
-Sì, ma tu vuoi smetterla di mangiarmi con quegli occhioni e tenti di connettere un po’ il cervello?- chiese lei ridendo di gusto.
-La colpa è solo tua, se sei così dannatamente bella in qualsiasi cosa tu faccia.- e senza neanche darle il tempo di farla ribattere, Duncan la trascinò sotto di sé e ricominciò a deliziarla con quelle carezze e di quelle attenzioni di cui lei non era ancora sazia, e mai lo sarebbe stata. Ma proprio mentre l’aria di quella stanza si stava facendo sempre più frizzante, colorata dalle sonore risate di due ragazzi innamorati, ecco che un altro tipo di suono echeggiò in quell’atmosfera di serenità, facendoli tornare nel mondo reale.
-Ti prego, non rispondere, mi offenderei…- provò a dire Duncan, in quel momento intento a riempirla di baci lungo il collo e con le mani a delineare il corpo della sua oramai fidanzata.
Lei, ancora ridente, stava quasi per assecondarlo, ma nel momento in cui lesse sul display il nome di colei che la stava chiamando, cambiò immediatamente espressione, e senza dire nulla scostò in maniera poco delicata il punk, che rischiò quasi di cadere dal divano.
-Ma che cazzo…- gli uscì, ma la ragazza corse subito in piedi a rispondere.
-Pronto? Mamma?- rispose lei, con ancora il fiatone addosso.
-Tesoro mio, ma dove sei finita? E’ da un po’ che non riesco a rintracciarti, e non mi hai fatto neanche più sapere l’esito dell’esame. Mica l’hai spostato?- la mamma di Gwen aveva un tono premuroso ma allo stesso tempo preoccupato, ma di certo non poteva immaginarsi ciò che la figlia dovette sopportare in quei giorni.
-No mamma, tranquilla, l’esame l’ho svolto ed è andato benissimo, mi hanno assegnato il massimo dei voti ma non ti ho potuta chiamare per mancanza di tempo…- raccontò la gotica con una punta di rimorso per aver fatto preoccupare anche di un poco la madre, che a parere delle figlia non si meritava ulteriori preoccupazioni.
-Oh come sono contenta Gwen! Bravissima! Ma sicura di stare bene? Hai un fiatone…- le chiese la madre, dubbiosa. In quel momento la gotica, che era in piedi davanti lo specchio e con lo sguardo basso, alzò di colpo il capo sgranando gli occhi e incrociando così quelli di Duncan che, seduto sul letto a braccia conserte ad ascoltare con aria curiosa, osservò il mutamento radicale dell’espressione della fanciulla, che divenne ancora più paonazza di quanto già non lo fosse.
-Certo che sto bene mamma! E’ solo che ho fatto una corsa per rispondere, sai com’è…ero sotto la doccia…- inventò la ragazza trovandosi impacciata in una situazione alquanto imbarazzante, mentre il ragazzo, capendo cosa fosse successo, scoppiò a ridere come non mai, facendo vergognare ancor di più Gwen. Ma la domanda della madre le fece dimenticare immediatamente tutto.
-E il lavoro? Come va? Non mi hai mandato più il pagamento del mese scorso. Per caso ci sono problemi?- A quella domanda Gwen cominciò ad agitarsi, percorrendo scalza il perimetro della stanza.
-No no, tutto bene al lavoro, te li manderò al più presto. Ero solo molto occupata per via dei turni inoltrati e per lo studio intenso. Non ti preoccupare mamma.- Spiegò la fanciulla non nascondendo il nervosismo per aver raccontato l’ennesima bugia alla donna che amava più di ogni altra cosa al mondo.
-Ah ok meno male, perché tesoro…ecco vedi, non so come dirtelo…- la madre a quel punto si fece scappare un sospiro strozzato da singhiozzi dovuti probabilmente ad un pianto cessato pochi minuti prima.
-Cosa devi dirmi, mamma?- Gwen a quel punto si irrigidì e con lei anche la sua voce si fece tremante, e tutto ciò non sfuggì a Duncan che, come se captò lo stato d’animo della ragazza, si preoccupò sentendola in quel modo.
-Christian si è aggravato, Gwen. E i medici hanno accelerato i tempi entro cui dobbiamo fargli fare l’intervento...abbiamo 3 mesi di tempo.- sentendo quelle parole la ragazza, che stava camminando a passo svelto su e giù per la stanza, si immobilizzò, e le prime lacrime cominciarono a scenderle su quel volto di porcellana.
-C-Cosa?! M-Ma…come possiamo fare? Non riusciremo mai ad avere tutti quei soldi entro così poco tempo!!!- Gwen non se ne accorse, ma Duncan potette giurare di aver avvertito le pareti di quella stanza vibrare all’urlo emesso dalla sua ragazza, che si accasciò per terra non riuscendo più a trattenere le lacrime e il dolore di quella notizia. Istintivamente il punk si alzò di scatto vedendola in quelle condizioni, ma aspettò in piedi, bloccatosi al suo rifiuto.
-Va bene, non ti preoccupare, riusciremo ad averli, te lo prometto. Ti voglio bene, dai un bacio enorme a Chris.- E così dicendo Gwen riattaccò, per nulla convinta di ciò che avesse appena detto. Rimase inerme per terra, col capo chinato e il volto rigato dalle ennesime lacrime, non avendo alcuna forza di reagire. La testa le pulsava tanto, e tutte le belle sensazioni che Duncan le regalò con tanta fatica da quando mise piede in quella casa svanirono. Era persino arrivata a pensare di poter riuscire a continuare quell' ardua lotta contro il tempo a testa alta, e di vincerla, solamente sentendo il ragazzo accanto a lei, che le faceva sembrare tutto più semplice.
Ma quel giorno, in quel preciso istante, bastò una chiamata a far crollare tutte le speranze che lei aveva riposto solo grazie a lui, cadendo così nel più completo terrore.
 
E adesso? Cosa ne sarebbe stato del fratellino?
 
Come avrebbe pagato quell’intervento in così poco tempo, lei, che aveva perso anche il lavoro?
 
Se avesse potuto, avrebbe donato la sua stessa vita a Christian, pur di farla finita e di non soffrire più, talmente la stanchezza e la disperazione presero il sopravvento su di lei in maniera così repentina.
Prima o poi anche la corazza dei più duri sarebbe ceduta, e la sua si era appena rotta.
Stava di nuovo cadendo nell’oblio: la testa le girava, il cuore sembrava volesse esploderle dalla cassa toracica e le nocche delle sue mani divennero ancora più bianche della sua stessa pelle, il tutto mentre il suo corpo tremava.
Vedendola in quello stato pietoso, non appena chiuse la chiamata, Duncan si accasciò accanto a lei e senza dire nulla l’accolse tra le sue braccia, abbracciandola forte più che mai. Lei non oppose resistenza, e come se avesse appena trovato un po’ di tranquillità, scoppiò ad urlare ed a piangere come mai non fece, facendo sprofondare il suo capo tra le braccia del ragazzo.
-Mi vuoi dire cosa sta succedendo, Gwen?- chiese allora lui trattenendo la rabbia che si stava celando dentro di lui vedendo di non essere in grado di calmarla. In tutta risposta la ragazza strizzò più forte gli occhi, adoperando più forza nella stretta al suo corpo, senza però accennare ad alcuna spiegazione. A quel punto Duncan l’allontanò da sé con delicatezza, e con sguardo serio la costrinse a guardarlo negli occhi, rimanendo tuttavia straziato dalla scena che si mostrava innanzi a lui: non appena Gwen alzò il capo, potette accorgersi di quanto lei abbia pianto, e di quanto si sia torturata le labbra, che poco tempo prima si inarcarono in sorrisi e risate durate troppo poco.
-Gwen, ti prego, dimmi perché piangi, non posso sopportare di vederti così.- Quella di Duncan si rivelò essere una supplica, che la ragazza però non captò come avrebbe dovuto.
-No, n-non posso, sono fatti miei.-
Probabilmente spinta dall’esasperazione o solo semplicemente dalla rabbia, dentro di lei si accese quel pizzico di orgoglio che l’aveva sempre caratterizzata, lo stesso che colpì anche Duncan dal primo istante e che però adesso lo uccise senza pietà. Gwen si liberò da quell’abbraccio e, senza aggiungere altro, si alzò intenta a cercare i suoi indumenti, con sguardo spento ed impassivo. Il punk pareva sbalordito e con un atteggiamento che non gli si addiceva per niente, almeno non di fronte ad una donna, si alzò anche lui raggiungendola, per poi prenderla per le braccia costringendola a guardarlo in faccia.
-Eh no, ora basta, mi sono stancato! E’ da quando ho messo piede in questa casa che ho avvertito un certo mistero, ma per tuo rispetto ho sempre cercato di farmi i fatti miei, reputando che forse stavo correndo troppo e che ti sarebbe servito un po’ di tempo per fidarti di me. Ma adesso che hai appena confessato di amarmi non puoi tenermi ancora lontano dalla tua vita! Insomma, abbiamo appena fatto l’amore! Penso di averti appena ricambiato, di essere stato da sempre sincero con te!!- quelle parole gli uscirono di getto senza neanche pensarci, spinto dal rancore e dalla paura di aver frainteso tutto, anche ciò che era appena accaduto tra loro. Prese un profondo respiro e, vedendola spiazzata dalle sue urla, provò a continuare soffocando rabbia e amarezza.
-Maledizione Gwen, ho anche rischiato la vita per te, te ne sei dimentica?!  E’ davvero questo che mi merito, di non essere ancora partecipe della tua vita? Pensavo di farne parte, dopo questa notte…-.
Manteneva la presa su di lei, guardandola con quegli occhi azzurri penetranti, in cui a lei piaceva sempre perdersi e avvertire protezione, ma che in quel momento parevano due pezzi di ghiaccio spigoloso pronto a perforare i propri, se avesse potuto.
Le parole del ragazzo arrivarono acute e fin troppo chiare nelle orecchie della fanciulla che, come se si fosse ripresa da uno stato di incoscienza, riprese di nuovo a piangere, deglutendo l’amaro che avvertì improvvisamente nella sua bocca, mentre il pilastro che reggeva il suo cuoricino, quello che lui aveva salvato, si frantumò in mille pezzi, facendola sentire dannatamente male, più di quanto già non lo fosse.
Duncan aveva ragione, perfettamente, non meritava di essere trattato in quel modo, ma non aveva minimamente idea di ciò che la ragazza stava sopportando.
 
La sua vita era un inferno, e continuava ad esserlo, malgrado l’arrivo di quell’angelo di fronte a lei.
 
Nessuno poteva aiutarla, nemmeno lui.

 
 -Ti amo troppo, lo sai bene. Ma non puoi immaginare come la mia vita sia di merda. Non ne hai idea.- Armandosi di tutta la forza che le era rimasta, decise di porre fine a tutti quei misteri e sviamenti che divennero pesanti da sopportare anche per lei, che doveva vivere il tutto da sola, senza mai raccontare nulla a nessuno.
-Quando pensi di averne abbastanza, ecco che arriva il colpo di grazia, ma basta ciance. Vuoi davvero farne parte? Va bene, accomodati allora, perché a questo punto è bene che tu conosca il resto della mia vita, e ti assicuro che non è una passeggiata.- E mentre pronunciava queste parole, Gwen decise di tendere finalmente la mano sperando che, quella di colui che l’aveva appena stretta, non l’avesse mai mollata.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice mortificata
Salve a tutti,
vi ricordate di me, vero? VERO?! T.T
Probabilmente avrò perso tutti coloro che mi stavano seguendo, e probabilmente adesso mi starete prendendo per parolacce...e avete ragione, completamente.
Lo so, non è normale aggiornare una storia dopo circa un anno. Sicuramente molti di voi si saranno andati a spulciare nuovamente i capitoli precedenti, non ricordando giustamente nulla, e di questo sono amaramente dispiaciuta.
Per cui, vi voglio chiedere scusa, dal profondo del mio cuore, per essermi assentata per così tanto tempo, ma ho le mie ragioni.
Ma se adesso sono tornata, è perchè io non lascio mai le cose a metà.
Potete dirmi qualsiasi cosa, ma l'unica cosa che non potete dirmi è che sono una bugiarda: avevo detto che la storia sarebbe continuata, e così sarà, perchè non è giusto nei confronti di tutti coloro che ci hanno creduto e si sono appassionati e, perchè no, anche per coloro che l'hanno scoperta proprio adesso.
Beh, non mi resta altro che sperare di aver fatto un buon lavoro e di essere stata perdonata.
Credetemi, non era assolutamente mia intenzione abbandonare la storia, proprio adesso che si sta infittendo!
Ci saranno tanti colpi di scena, per cui continuate a seguirmi, non ve ne pentirete.
 
Malgrado ho i miei impegni tuttavia, continuerò ad aggiornarla, e no, non sarà di nuovo un anno il lasso di tempo da aspettare ;)
 
Spero di leggere qualche vostro parere, a presto!
 
P.S: Non so se ve lo ricordate, ma non temete, ve lo ricordo io :D
Se siete appassionati di disegni, visitate la mia pagina riguardante A Tutto Reality: ho una galleria di disegni fatti interamente da me, a questo LINK!
Date un occhiata se volete, sarei felice di sapere cosa ne pensate :3
 
Dalhia_Gwen
 
  
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