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Autore: uccia90    15/03/2009    0 recensioni
Salve, questa è la prima storia che pubblico, e l'ho scritta dopo un sogno che mi ha un pò sconvolta...eccovi un assaggino: "-Scusi, signorina Dupont e qui sulla destra?cos’è successo?sembra vi sia stato appiccato un incendio- mi aveva chiesto un’anziana signora venuta dalla vicina Inghilterra, osservando i numerosi cartelli di divieto di entrata del luogo(...) -Questa è una storia che noi parigini tramandiamo di generazione in generazione, e ancora abbiamo paura a pensare a questo posto e a quello che vi è successo. Però, è mio dovere spiegarvi le tradizioni e raccontarvi le leggende locali, quindi se il nostro caro signor Charles avrà la pazienza di fermarsi qualche minuto, io vi racconterò la storia di cuore di ghiaccio-"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho trentacinque anni, e faccio la guida turistica da almeno quindici, ma non c’è stato giorno in cui qualcuno dei passeggeri del mio autobus turistico non mi abbia chiesto cosa fosse successo alla grande proprietà andata in rovina che si trova all’inizio della città.
E questo, è un giorno come tutti gli altri.
-Scusi, signorina Dupont e qui sulla destra?cos’è successo?sembra vi sia stato appiccato un incendio- mi aveva chiesto un’anziana signora venuta dalla vicina Inghilterra, osservando i numerosi cartelli di divieto di entrata del luogo.
-In realtà, signora Miller, è proprio così- avevo risposto, come rispondevo ogni volta a quella domanda.
-E cos’è successo, di grazia?-
-Questa è una storia che noi parigini tramandiamo di generazione in generazione, e ancora abbiamo paura a pensare a questo posto e a quello che vi è successo. Però, è mio dovere spiegarvi le tradizioni e raccontarvi le leggende locali, quindi se il nostro caro signor Charles avrà la pazienza di fermarsi qualche minuto, io vi racconterò la storia di cuore di ghiaccio-
-Cuore di ghiaccio?- aggiunse allora una bambina con i capelli color fuoco, alzandosi in piedi prima che sua madre la costringesse a sedersi di nuovo accanto a lei.
-Si, bella bambina, ma non lasciarti ingannare dal suo nome, questa non è affatto una bella storia. Bene, adesso che ho attirato la vostra attenzione mi siederò qui, e inizierò il mio racconto-
Regnava il silenzio. Poi qualcuno tossì, e io iniziai a parlare.
-Tutto è iniziato nel 1713, molti anni prima della rivoluzione. C’era una ragazza, Bernadette, figlia di un fabbro e di una ricamatrice, che viveva in una delle comunissime case povere della città. Aveva 17 anni, quando fece l’incontro che probabilmente, anzi, certamente le rovinò la vita, ovvero conobbe il figlio di un nobiluomo che si era trasferito proprio qui, dove adesso non c’è altro che terra bruciata e alberi morti. A quei tempi, il posto era splendente e ricco di vegetazione, il ragazzino passava infatti le sue giornate qui a giocare al riporto con il suo bel cane, oppure a studiare con il suo precettore, o semplicemente a rilassarsi sotto il sole caldo. Nessuno sapeva che intrattenesse un rapporto epistolare con la giovane Bernadette, della quale si era infatuato. Qualche volta, quando il conte era in giro per affari e lui era solo in casa a parte per i suoi cuochi e le tre domestiche, riuscivano persino ad incontrarsi nel grande edificio. La leggenda racconta che si incontravano nelle cantine, dove era più semplice fare entrare la giovane senza che nessuno dei servitori se ne accorgesse, e restavano ore e ore nascosti lì a chiacchierare, forse, fin quando una sera fu fatta una promessa. Una promessa che non fu mai mantenuta, e che costò la vita a tantissime persone-
Il mio pubblico trattenne il fiato, la bambina lanciò un gridolino.
-Le disse che l’avrebbe sposata, che non gli importava nulla della sua condizione sociale e dei suoi debiti, perché la amava e avrebbe fatto di tutto per sposarla, e che avrebbe parlato con il padre al suo ritorno. Si scambiarono un bacio, e si diedero appuntamento per il giorno dopo, stesso posto, stessa ora. Bernadette andò via, felice come non mai, senza poter immaginare che la loro conversazione privata, non fosse stat così privata. Il precettore del giovane era arrivato giusto in tempo per assistere all’ultima parte del loro incontro, che giudicava assolutamente inconcepibile. Decise che doveva fare qualcosa, e iniziò a meditare sul da farsi, fino al tardo pomeriggio del giorno dopo, poco prima dell’incontro tra i due ragazzi. Poi capì che c’era una sola cosa da fare per non disonorare il buon nome della famiglia che serviva, così con un espediente riuscì a rinchiudere il giovane Gerard in camera sua e scese in cantina, dove attese per più di un’ora l’arrivo della povera Bernadette. Quando iniziò a pensare che non si sarebbe presentata all’appuntamento, e si stava dirigendo alla porta, sentì dei passi e qualcuno che bussava alla finestra al livello del terreno. Lui la aprì, e lei entrò senza neanche guardare chi vi fosse, ma quando si rese conto di non essere attesa dal suo amato, era ormai troppo tardi: il precettore aveva con sé un coltello, che poco dopo incontrò il corpo della ragazza. Si racconta che dopo ben ventisette colpi lei smise di respirare, e solo allora egli non infierì più sul suo corpo. Si passò un braccio sulla fronte madida di sudore e andò via, per andare a cercare un posto adatto dove nascondere il corpo della ragazzina. Gerard arrivò pochi minuti dopo, liberato dalla cameriera che lo aveva sentito gridare per essere liberato, ma trovò solo la sua Bernadette ricoperta di sangue, pallida, fredda. La chiamò più e più volte anche se sapeva che ormai non c’era più nulla da fare, che se n’era andata per sempre. Al ritorno del precettore, lo avrebbe soffocato con le sue stesse mani, se non fosse stato in compagnia del padre, per mostrargli con che “razza di gente avesse rapporti suo figlio”-
-Quindi cuore di ghiaccio sarebbe il precettore di Gerard?- chiese allora un uomo, di cui non ricordavo è il nome né a provenienza.
-No, ma adesso capirete. Passarono giorni, mesi, addirittura anni, e tutti avevano dimenticato la storia della ragazzina innamorata del figlio del conte. Bernadette fu seppellita, la madre morì di crepacuore e il padre passò il resto della vita a portare fiori alle tombe delle donne che più aveva amato. Il precettore fu allontanato dal suo incarico, poiché uccidere non era richiesto tra le sue mansioni. Quanto a Gerard, meditò a lungo vendetta, ma poi si fece una ragione dell’accaduto e continuò per un po’ la sua vita. C’era qualcuno che però non poteva dimenticare. Si dice che il fantasma di Bernadette continuò a vagare per la casa, spaventando le cameriere e i domestici di tanto in tanto, ma nulla più, tant’è che in molti giudicarono solo delle sciocche superstizioni di gente sensibile e facilmente influenzabile. Probabilmente non mi crederete neanche voi, ma state a sentire il resto. Qualche anno dopo, circa una settimana dopo l’annuncio dell’imminente matrimonio di Gerard con una giovane nobildonna spagnola, il precettore si rifece vivo per congratularsi con lui. La notte stessa del suo arrivo, durante una passeggiata notturna per controllare che tutto nell’edificio fosse a posto, il maggiordomo sentì degli strani rumori dalla stanza degli ospiti, dove alloggiava l’ex precettore. Aprì la porta, per controllare che stesse bene, ma lo trovò disteso a terra, ucciso da ventisette coltellate. In più vide una figura, con lunghi capelli neri, vestita con un abito bianco, sporco di rosso. Un istante dopo la figura sparì. Allora il maggiordomo, terrorizzato, corse ad avvertire il giovane conte, ma anche lui era misteriosamente morto, con una sola coltellata, al cuore-
-E poi cos’è successo?hanno appiccato un incendio?- chiese la madre della bambina con i capelli rossi.
-Non esattamente. Dopo queste due inspiegabili morti, tutti decisero di allontanarsi dalla casa, e restò a lungo disabitata. Poi scoppiò la rivoluzione, passarono gli anni, un succedersi di avvenimenti che fecero dimenticare la storia della casa. Fin quando trent’anni fa, fu venduta a un’anziana signora che aveva messo da parte del denaro per realizzare il suo sogno di vivere in campagna senza indebitarsi fino alla fine dei suoi giorni,e anche se furono necessari molti lavori di ristrutturazione, era un’ottima occasione. Non spese più del prezzo di automobile nuova. I primi sei mesi, andarono bene. Nessun fatto strano intaccò la tranquillità casalinga, fin quando la vennero a trovare sua figlia con la sua famiglia, composta da lei, il marito e la figlia di sedici anni, seguiti da una nipote del marito, che l’anziana donna fu felice di ospitare nonostante non avessero alcun legame di parentela. La nipote del marito stava per sposarsi con un giovane, e la sua gioia e il suo cuore pieno d’amore, suscitarono l’invidia della povera Bernadette, che a lungo era rimasta silenziosa e nascosta, ma che non riusciva a sopportare tanta felicità. Non era più bella come quando era morta: l’essersi macchiata di un crimine come l’omicidio per ben due volte, l’aveva resa più simile ad un mostro, sfigurandone i tratti gentili e rendendola spaventosa. Come due secoli e mezzo prima con il suo assassino, attese che Blair andasse a dormire, prima di agire. Ma i suoi piani furono guastati dalla cugina, nipote della donna, che entrando in camera riuscì a sventare l’attentato, proprio un istante prima che venisseportato a compimento. Nessuno credette al loro racconto, fin quando non vi mostrarono un lieve taglio sullo stomaco, provocato dalla lama che stava per affondarla. Decisero per precauzione di dormire tutti in camera, e nulla accadde per svariati giorni, e così arrivò l’ultima notte da passare con la nonna, e poiché tutti si erano convinti che Blair si fosse tagliata sola, e che la nipote avesse semplicemente sognato, smisero di dormire tutti insieme e Blair tornò in camera da sola. Per Bernadette era l’ultima occasione di portare a buon fine il suo piano, ma neanche quella volta ebbe successo, perché fu sventata dallo zio, l’unico che ancora credesse alla storia della figlia, che si presento con una candela, minacciando di appiccare il fuoco alla casa se non avesse lasciato andare la nipote-
-Perché la minacciò a quella maniera?- chiese la signora inglese.
-Perché se distruggi la casa dove vivono, i fantasmi scompaiono, o almeno le storie dicono così. Fatto sta che Bernadette a lungò rimuginò sul da farsi; voleva che la giovane facesse la sua stessa fine, perché non reputava giusto che le fosse concessa la felicità che a lei era stata violentemente privata, ma non voleva neanche essere distrutta. Così lasciò andare Blair, sperando di avere altre occasioni, ma non appena lo fece, lo zio lasciò cadere la candela sul letto che subito si incendiò. I due cercarono di svegliare tutti per scappare, ma Bernadette non glielo voleva permettere: se sarebbe scomparsa, avrebbe portato loro con lei. Così, mentre erano tutti riuniti in camera dell’anziana signora per svegliarla, e il fuoco aveva già invaso metà della casa favorito dai numerosi tappeti, tendaggi e mobili in legno facilmente infiammabili, fece in modo di bloccarli lì dentro, impedendogli di uscire, facendo arrivare il fuoco fino alla porta della stanza. Restarono abbracciati sul letto, tutti e quattro, fin quando il giorno dopo non c’era solo cenere-
-Tutti e quattro?vorrà dire tutti e cinque, forse- la corresse la bambina.
-No, la figlia dell’anziana donna che aveva comprato la casa è sopravvissuta. È lei che ha raccontato cosa avvenne trent’anni fa. Non aveva nessuna colpa, e secondo molti questo le ha salvato la vita, infatti Bernadette le permise di fuggire per cercare aiuto, anche se al suo ritorno fu tutto inutile-
-Scusi, ma gli altri che colpe avevano?-
-Possiamo solo fare delle supposizioni. La vecchia, di avere invitato la sua famiglia a stare lì per qualche giorno, il marito di avere appiccato l’incendio, Blair di essere innamorata e la cugina di aver sventato il primo attacco, che avrebbe fatto concludere li la faccenda e avrebbe evitato questa tragica conclusione-
-Ma allora, perché cuore di ghiaccio?- chiese di nuovo l’uomo sconosciuto.
-Perché odiava l’amore, non ne riusciva a sopportare neanche la vista. Non si è fatta scrupoli ad uccidere il suo assassino, il suo amato che aveva deciso di sposare un’altra donna, una ragazza innocente e sconosciuta colpevole solo di amare, e la sua famiglia. Ma in fondo come biasimarla, era stata privata della gioia più grande ad un passo dall’ottenerla, e vedere altri che riuscivano ad averla quando per lei era impossibile, ne aveva suscitato l’invidia, e quale uomo o donna non ha mai provato un sentimento tale nel corso della sua esistenza?-
-Ma è solo una leggenda, vero?- domandò la bambina, pallida. La madre la rassicurò dicendole che erano solo storie popolari, e mi lanciò un’occhiata piena di rimprovero. Io non risposi, come sempre quando mi veniva porta quella domanda. Vera o no, qualcosa di terribile era successo. Mia madre, ma questo non lo sa nessuno, era sopravvissuta, ma nonostante la mia giovane età, ricordo bene come non fu più la stessa dopo quell’esperienza. Qualcosa di più di un semplice incendio avevano visto i suoi occhi, difficile da credere, ma comunque non da escludere a priori. Nulla di razionale l’avrebbe resa in quel modo.
  
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