Mai fidarsi delle
apparenze
Capitolo
1 – The light in her eyes
Nella
Tokyo moderna le giornate trascorrono tranquille. La primavera è alle
porte e con lei i ciliegi iniziano a fare capolino donando uno spettacolo
fantastico agli occhi della gente.
In quel
periodo dell’anno inizia anche un evento molto particolare per i giovani
del paese. L’inizio della scuola.
- Ino,
guarda che grazie a te siamo in ritardo anche il primo giorno –
asserì una ragazza bionda con quattro codini sulla testa.
- Temari,
lasciala stare, ormai dovresti averci fatto il callo. – disse un'altra
ragazza con i capelli rosa, intenta a mettersi la divisa.
- si, date la colpa a me come sempre. Intanto tu, Sakura,
ancora non ti sei vestita e tu, Temari, sei ancora tutta intenta a truccarti.
Io porto la bandiera e voi fate i fatti, non è mica giusto così!
– esclamò una biondina con una lunga coda di cavallo.
- come
osi dire simili oscenità? Tu ti chiudi tre ore in bagno dopo esserti
svegliata tardi e ci vieti l’accesso. Ci credo che facciamo tardi, stupida di una sorella. – disse fermamente
Temari dandole un cazzotto in testa.
- ahia!
– urlò Ino massaggiandosi la testa – mia cara, tu sei un
vero maschiaccio. Sarà per questo che non trovi un fidanzato.
- Ino sta
zitta, ma ti sembrano cose da dire? – domandò Sakura sudando
freddo guardando l’espressione assassina della sorella maggiore.
- Ino. Tu
sei…UFFICIALMENTE MORTA!
Come
succedeva tutte le mattine negli ultimi dieci anni, Ino prendeva in giro Temari
che a sua volta la rincorreva per mezza casa tentando di acciuffarla per
cantargliene quattro. Sakura ci era così abituata che ormai non ci
faceva neanche più caso e, così come lei, neanche i suoi
genitori. Prese la borsa della scuola, e anche quelle delle sorelle, dirigendosi
in cucina dove ad attenderle c’erano la madre intenta ai fornelli e il
padre a leggere il giornale.
-
Sakura... hanno ricominciato? – domandò una donna alta dai capelli
corvini che le scendevano fin sulle spalle. I suoi occhi erano di color
cioccolato e il suo fisico snello ricordava tanto una presentatrice di un talk
show che andava in onda spesso in tv.
- come
sempre, mamma. Però devo dire che di mattina presto le loro urla sono
fastidiose, sembrano trapanarmi la testa – disse la ragazza, mettendosi
una mano sulla fronte.
- Tesoro,
pensavo che ormai non ci facessi più caso alle loro urla mattutine
– a parlare era stato un signore dai capelli cobalto e
gli occhi verdi, leggermente più robusto della consorte.
- si
papà, però un conto è durante le vacanze, quando ci
svegliamo alle 11, e un conto è alla mattina alle 7.
- Sakura,
credo che ti convenga sbrigarti, altrimenti farai tardi anche tu – le
disse la madre – a sentire quelle due penso che arriveranno domani.
– le urla delle due ragazze si sentivano dal piano di sotto indistintamente.
- “Ino, fermati che voglio strozzarti!”
-“ fossi matta, se capito nella tua morsa a
tenaglia posso dire addio alla messa in piega!!!”
- INO,
TEMARI! PER FAVORE FERMATEVI A FARE COLAZIONE CHE E’ TARDISSIMOOOOO!
– Sakura aveva urlato così forte da rompere i timpani anche al
più sordo del mondo. Le due, spaventate, dalla reazione della sorella,
in silenzio si sedettero a consumare la loro colazione. Finirono così in
fretta che quasi rischiarono di morire soffocate accompagnate poi dalle risate
dei genitori. Appena finito corsero all’ingresso, infilarono le scarpe e
giubbotto, e iniziarono a correre verso la scuola.
Dall’altra
parte della città si ergeva il grande complesso degli studi televisivi
di Tokyo. Quello che nessuno sapeva era che nei sotterranei della torre vi era
una base dei servizi segreti giapponesi che in quel momento erano radunati per
discutere di una importantissima missione.
- il
problema è questo, capo, e quindi dobbiamo agire di conseguenza –
disse una donna con i capelli biondi raccolti in due code basse. Avrà
avuto una cinquantina di anni ma i gradi che portava sul petto della divisa
parlavano della sua enorme esperienza sul campo.
-
Tsunade, so perfettamente qual è il problema, solo che non sono
d’accordo sulla scelta del tuo staff. Sei troppo incauta e questa
è una missione della massima importanza. – disse fermamente un
uomo sulla quarantina, i capelli grigi e una benda nera che copriva
l’occhio sinistro.
-
Capitano Kakashi, so che pensa che il mio team sia troppo giovane, ma le
assicuro che è all’altezza della situazione. Mandiamoli sul campo
e nel caso ci siano problemi li sostituiamo, ma una possibilità gli e la deve pur dare.
-
Tsunade, qui si tratta di proteggere l’erede di una grande casata come
gli Hyuuga, non è uno scherzo – il capo cominciava ad alterarsi.
-
è vero, però hanno la stessa età della ragazza da
proteggere e possono facilmente confondersi tra gli studenti di un liceo. Se il
team nemico attacca, loro sono pronti a dare la vita, sono stati addestrati a
tal scopo e la prego di avere fiducia.
- ne
risponderà personalmente in caso di fallimento? Sa a cosa va incontro,
rischia di perdere tutta la sua carriera e credibilità. E solo per
appoggiare dei ragazzini.
- credo
nella mia squadra e così lei offende le mie doti di selezione. Comunque
vi presento i ragazzi della scorta. Venite avanti.
Al
pronunciare l’ordine tre ombre fecero il loro ingresso nella stanza buia
del sotterraneo. Sul lato destro vi era un ragazzo con i capelli scombinati
castani e due segni rossi sulle guance. I suoi occhi color cioccolata e il suo
sorriso da modesto potevano vedersi anche a chilometri di distanza. Sulla
sinistra, invece, c’era un giovane ragazzo dai capelli biondi
all’insù e gli occhi cerulei accompagnati da tre strane cicatrici
su entrambe le guance. Ed infine al centro camminava lento colui che sembrava
essere il capo del team, un ragazzo alto e fisico scolpito, come tutti e tre
del resto, capelli neri legati in una coda all’insù ed occhi scuri
come la notte. Tutti quanti indossavano la divisa del liceo dove si sarebbero
spacciati per studenti. Si fermarono dinnanzi ai loro superiori salutando
adeguatamente.
-
Capitano Kakashi, vi presento Kiba Inuzuka sulla destra, Naruto Uzumaki sulla
sinistra e Shikamaru Nara, il leader, sulla destra. Tutti e tre hanno delle
doti che li contraddistinguono dal resto dei semplici infiltrati. Kiba ha
ottime capacità di difesa, Naruto è perfetto nell’attacco,
mentre la nostra punta di diamante è Shikamaru. Riesce ad elaborare
mille strategie in condizioni disagiate come in battaglia nel giro di dieci
secondi.
-
Capitano Kakashi, è un onore partecipare ad una vostra missione –
intervenne Nara.
-
l’onore è mio. Tsunade mi ha parlato benissimo di voi e devo dire
che le doti che possedete sembrano perfette per questa missione. Vedete di
impegnarvi, il vostro capo rischia tutto mandandovi in missione
così giovani.
- stia
sicuro, capitano. Svolgeremo al meglio il nostro compito – intervenne il
biondino.
- va
bene. Adesso vi spiego cosa dovete fare anche se credo
che sappiate già tutto, quindi mi limiterò a delle
raccomandazioni. La signorina Hinata, erede del casato Hyuuga, deve essere in
incognito. Nessuno deve sapere del suo titolo nobiliare altrimenti diventa
facile bersaglio. Il suo cognome è stato cambiato in Hanary per
prudenza e voi dovete tenerla sotto d’occhio ogni momento della giornata.
Naturalmente lei è già a conoscenza di voi, in quanto le abbiamo
inviato dei fascicoli con le foto delle sue guardie proprio due minuti fa, ma
farà comunque finta di non conoscervi per non dare nell’occhio.
Alla minima segnalazione di pericolo agite, ma con cautela e senza fare vittime
inutili, e soprattutto senza far saltare la copertura. Altrimenti il piano va
tutto in fumo, è chiaro?
- certo,
tutto calcolato. Posso dirle che la riuscita dell’operazione è
certa al 99%, calcolando i differenti imprevisti che possono presentarsi
– asserì Nara.
- bene. E
ora andate, la campana delle lezioni è prossima a suonare.
I tre
ragazzi salutarono e si recarono verso una macchina per essere trasportati al
loro nuovo liceo. Nel frattempo, miracolosamente, le tre sorelle erano arrivate
con dieci minuti di anticipo e alla fine a Temari venne affibbiato il compito
di portare le verdure fresche ai conigli che risiedevano nel retro della
scuola.
- che
pizza, il primo giorno e già mi hanno messo a servire i conigli. Bella
prospettiva di inizio – sbottò la biondina tenendo con una mano le
carote mentre l’altra la teneva nella tasca della gonna.
All’improvviso sentì un mugolio provenire da un piccolo cespuglio
non lontano dalle gabbie. La ragazza seguì i lamenti pensando che fosse
qualche coniglio sfuggito agli studenti, ma con sua grande sorpresa
trovò un piccolo gatto bianco
con al centro della testa una piccola stella nera. Era
appollaiato sotto un albero ed era
ferito, infatti non riusciva a camminare. Temari, alla
vista della zampetta ferita, mollò le carote e prese in braccio il
piccolo felino.
- la
ferita non sembra profonda, hai fatto a botte con qualche micio del quartiere
per conquistare il cuore di qualche gattina, vero? – sorrise dolcemente
mentre con un fazzoletto puliva la ferita per poi strapparsi un lembo della
maglia che portava intorno alla vita e legarla intorno all’arto leso
– per adesso non posso fare di più... ma appena esco da scuola ti
porto da un veterinario.
- patita
dei mici indifesi? – disse una voce maschile.
- ma chi
parla? Dove ti nascondi? Vieni fuori! – inveì Temari mettendosi in
posizione di difesa.
- stai
calma, non volevo spiarti. E’ solo che ero qui per i fatti miei e ho
ascoltato il tuo discorso – disse il ragazzo uscendo da un cespuglio. La
ragazza nel guardarlo arrossì senza neanche rendersene conto, il tipo
che gli si era presentato davanti non lo aveva mai visto... altrimenti se lo sarebbe
ricordato.
- e cosa
ci facevi nascosto la dietro? Eri in dolce compagnia?
- non
sono così frivolo. E poi fare le cose che pensi tu di prima mattina
è noioso e stancante. Mi stavo semplicemente godendo questo sole
mattutino, tutto qui.
- dovrei
crederti?
-
perché non dovresti? – lo sguardo di sfida lanciatole da quel
ragazzo l’aveva colpita ma mentre stava per rispondergli sentì
delle voci che chiamavano probabilmente lo sconosciuto.
- Ehi
Shika! Ma dove ti sei cacciato?
- Nara,
non farci perdere tempo!
- I miei
compagni mi cercano. A presto, amante dei mici! – salutò con un
gesto veloce per poi scomparire verso l’edificio.
- tsk, tutte a me capitano. – disse la ragazza
sbattendosi una mano sulla fronte per poi rivolgersi al micino rimasto nello
stesso punto di prima – io devo andare, aspettami qui e appena finito
volo da te. – dopo una carezza corse anche lei all’interno
dell’edificio.
Arrivata
in classe notò che il professor Iruka non era ancora arrivato e molti
avevano approfittato per spettegolare. Tra questi anche le sue sorelle.
- avete
sentito le novità? – domandò Ino.
- di cosa
parli, sorella? – domandò Temari appena
vide il gruppetto.
- ciao Temari,
dato da mangiare ai conigli? – a parlare fu una ragazza dai capelli
castani raccolti in due codini.
- ehi Ten
Ten, dov’è quell’allocco del tuo
fidanzato? – rispose a tono la bionda
- ma chi,
Lee? E’ in fondo all’aula con Shino e Choji! Non lo vedi?
- ma
sempre quella tuta verde si mette il primo giorno? Non puoi dirgli di variare
un po’? – domandò la rosa.
- che ci
vuoi fare, Sakura? Ci provo, ma è troppo
attaccato alla tuta che gli ha regalato il suo Professor Gai. Tra poco ci dorme
anche.
- che
fesso! – esordì Temari.
-
comunque, ragazze, io stavo cercando di darvi una grande notizia. –
s’intromise Ino.
- avanti
parla, se no scoppi – la derise la rosa.
-
divertente. Allora, ho saputo che quest’anno nella nostra classe
arriveranno tre nuovi ragazzi e una ragazza. C’è chi li ha visti e
dice che sono tutti e tre bellissimi. Finalmente qualcuno di decente in questa gabbia
di pazzi.
- sarebbe
anche ora, qui i maschi scarseggiano! E io voglio assolutamente un ragazzo,
quest’anno. -
- Beh,
Sakura, sarebbe anche ora. – disse spavaldamente Ino.
- solo
perché in estate sei uscita con Sasori della
5° F non ti rende esperta, mia cara. -
- almeno
io sono uscita con qualcuno, fronte spaziosa. -
- Io...
io ti… - ma la frase venne interrotta
dall’arrivo del professore.
-
ragazzi, andate tutti ai vostri posti. Se ho fatto tardi c’è un
motivo preciso. Come avrete sicuramente sentito quest’anno avrete dei
nuovi compagni di classe, che ora vi presento. Avanti ragazzi, accomodatevi.
Dalla
porta apparvero tre ragazzi e una ragazza. La nuova arrivata fece subito
scalpore tra il popolo maschile. Alta, prosperosa, capelli cobalto
lunghi fino alla schiena e gli occhi bianco perla. Anche i ragazzi
fecero subito colpo soprattutto su un paio di ragazze.
- mamma
mia.. che carini che sono i nuovi ragazzi –
squittì la biondina con la coda di cavallo.
-
stavolta ti do ragione, Ino…il biondo è davvero fantastico, e
neanche quello con i segni rossi sulla faccia è male! – disse la
rosa.
- non
è possibile – l’unica cosa che riuscì a dire Temari
guardando il giovane ragazzo con il codino. Era il tizio che l’aveva
sfidata apertamente in giardino poco prima.
- bene.
In ordine abbiamo Shikamaru, Naruto e Kiba mentre la ragazza si chiama Hinata.
Fateli sentire parte integrante della classe e non trattateli male. Ragazzi,
dietro Sakura e Ino ci sono dei posti, accomodatevi pure, che dobbiamo iniziare
la lezione. – disse il professore facendogli cenno di sedersi. I ragazzi
obbedirono e in fila presero a sedere ai propri banchi. Naruto si
accomodò dietro Sakura, Shikamaru dietro Ino, Hinata di fianco a Temari
e a chiudere la fila c’era Kiba.
- ehi
ragazzi, benvenuti! Io sono Ino e loro sono le mie sorelle Sakura e Temari.
- ciao
Ino, grazie dell’accoglienza. Piacere di conoscerti, Temari, e piacere di
conoscere anche te, Sakura – disse Naruto volgendo un sorriso malizioso
alla rosa davanti al lui, che avvampò nel medesimo istante in cui
incrociò il suo sguardo.
-
così tu…ti chiami Temari. – affermò il giovane con il
codino volgendo lo sguardo dietro di lui.
- qualche
problema, Nara? E’ così che ti hanno chiamato prima i tuoi amici,
o sbaglio?
- nessun
problema. Volevo solo dialogare con la mia nuova amica.
- chi ti
dice che siamo amici? Ci siamo appena conosciuti.
- come
sei scontrosa. Cosa fanno gli amici per essere tali?
-
raccontano sempre la verità – quella frase fece sudare non poco il
ragazzo.
- che
verità vuoi sapere, da uno che appena conosci?
- per
esempio cosa ci facevi in quel cespuglio – disse vagamente lei.
- magari
potrei mostrartelo…se vuoi.
- affare
fatto. Non mi tiro indietro…inoltre sei il primo che ha il coraggio di
guardarmi con quegli occhi di sfida, e la cosa mi stuzzica parecchio.
- mi stai
sfidando?
-
probabile Nara. Probabile. – poi si rivolse alla giovane ragazza dietro
di lei che da quando era entrata non aveva spiccicato una parola – e tu,
Hinata, che ci dici di bello?
-
ecco…io… - la ragazza entrò subito in uno stato catatonico,
arrossiva e si rigirava in continuazione gli indici delle mani.
- avanti
Hinata, non essere in imbarazzo con noi. Siamo tipe alla mano, non
c’è nulla di cui vergognarsi.
- a..allora grazie. S-sapete io sono
molto…timida e mi agito subito….spero abbiate pazienza –
disse chinando la testa.
Dopo
delle risate soffocate da parte del
gruppetto appena creatosi la giornata continuò tra le varie
interrogazioni e lezioni noiose. Quando suonò la campanella della pausa,
i ragazzi si fiondarono in giardino a mangiare sull’erba. Tutti tranne
uno.
- ma
insomma dov’è finito Shika? – domandò Kiba.
-
stupido, starà perlustrando la scuola alla ricerca di indizi –
sussurrò nell’orecchio dell’amico Naruto – comunque,
ragazze, voi siete fidanzate? – domandò cercando di sviare il
discorso.
- no,
fortunatamente per voi siamo libere come l’aria – affermò la
biondina.
- Ino, la
finisci di civettare? – la riprese Sakura.
- eddai, che c’è di male? E poi se lo domandano
forse abbiamo delle chance, non trovi sorella?
-
Ino… - Sakura era diventata rossa come un semaforo, anche se
l’occhio le cadde sul biondino di fronte. Notò con piacere che
anche lui la stava fissando – e poi Ten Ten
è fidanzata.
- Si, è vero, io sono fuori dalla piazza... ma non
credo di essere ricercata. Quindi anche tu, Hinata, sei single?
-
s-si…sono troppo…timida e nessuno…mi vuole – rispose
lei.
- ma che
dici?Sono dei pazzi a lasciarsi scappare una sventola come te – disse
sorridente l’Inuzuka.
-
io…sventola? – il tempo di formulare il pensiero che Hinata era
già svenuta dall’imbarazzo. Mentre tutti si preoccupavano di
rianimarla, Temari si allontanò dal gruppo alla ricerca del ragazzo
scomparso. Lo trovò di nuovo nello stesso cespuglio della mattina, steso
a terra ad osservare il nulla.
- lo
sapevo che eri qui – disse lei.
- e io
sapevo che saresti arrivata. D’altronde hai accettato la mia sfida,
quindi me lo aspettavo.
- che
cosa stai facendo? Ora puoi dirmelo, no?
- che ci
guadagno se te lo dico?
- che
diventiamo amici?
- diciamo
che per ora mi basta. Comunque se assumi la mia posizione che cosa vedi?
- mmm… - disse lei mettendosi distesa sull’erba
– non vedo niente di che, a parte il cielo.
-
sbagli…hai dimenticato le nuvole.
- le
nuvole? Tu osservi le nuvole?
- sempre.
Mi rilassa…e mi calma.
- ti
calma? Come mai, già stressato il primo giorno di scuola?
-
stressato no…ma placa i miei istinti.
- come
mai, che istinti hai in questo momento? – domandò lei restando a
guardare il cielo.
- sicura
di volerlo sapere?
- Nara
ancora non hai capito che io le sfide le mastico tutto il giorno?
- allora
non ti lamentare dopo – si alzò di scatto dalla posizione assunta
fino a quel momento curvandosi sulla ragazza e impossessandosi delle sue
labbra. Lei non ebbe il tempo di fare nulla se non sbarrare gli occhi dalla
sorpresa. Tutto si sarebbe aspettata tranne che quello la volesse baciare. Si
staccò delicatamente da lei poco dopo senza neanche guardarla negli
occhi e si stese di nuovo di fianco a lei.
-
m…ma – boccheggiò lei.
- ma
cosa? Non hai detto che mastichi le sfide tutti i giorni?
- che
razza di sfida sarebbe questa?
- ti
sfido a riuscire a baciarmi entro una settimana – il suo sguardo
ammaliò la ragazza che non si rese minimamente conto di niente fino al
suono della campanella – se ci riuscirai ti svelerò un mio piccolo
segreto…maschiaccio! – si alzò facendole la linguaccia
lasciandola da sola in quel luogo paradisiaco. Intanto in classe erano arrivati
tutti, e le sorelle vedendo arrivare Shikamaru senza Temari si preoccuparono.
- Shika,
scusa, ma hai incontrato nostra sorella, per caso? – domandò la
rosa.
- si, certo. Vedrete che arriverà presto – mentre
si diresse verso il suo banco apparve una Temari con la testa fuori dal mondo.
- ehi
Tem, ma che fine hai fatto durante la pausa? Sai, i ragazzi sono davvero
simpatici e anche Hinata, dopo essere rinvenuta, si è scoperta un tipo
socievole. Secondo me poi le piace Kiba…
- Ino, ma
che diamine, sono appena arrivati e già formi le coppie?
- taci, Sakura, che tu sei invaghita di Naruto.
- Ma come
lo sai?? – disse la sorella sgranando gli occhi
dalla sorpresa – sei una strega, vero?
- niente
stregoneria, è palese. Come è palese che a Tem piaccia Shikamaru
– disse Ino catturando l’attenzione della sorella e svegliandola
dallo stato catatonico in cui si era persa.
- A ME
NON PIACE NESSUNO – urlò lei – e se provi di nuovo a dire
delle stupidaggini come questa, ti riduco come un grissino –
sfuriò lei andandosi a sedere rossa come un
pomodoro dietro il ragazzo. Le due sorelle erano rimaste fredde
dall’azione della sorella ma evitarono di chiederle spiegazioni in quel
momento; ci avrebbero pensato a casa con calma.
Le
lezioni continuarono e durante quelle ore Shika e Temari non si parlarono
neanche una volta. Quando poi all’uscita di scuola Naruto, Shikamaru,
Kiba e Hinata si separarono dal gruppo per tornare a casa, l’unica cosa
che lei seppe dire fu un semplice ciao. Era molto confusa e cercava di dare una
spiegazione alla sfida che il ragazzo le aveva lanciato. Inoltre cercava di
trovare una scusa plausibile da raccontare alle sue curiose sorelle.
- bene,
adesso siamo soli, signorina Hinata – disse il biondino
-
ragazzi…grazie di tutto…siete troppo gentili.
- ma cosa
dice? Questo è il nostro lavoro, facciamo il nostro dovere per non
deludere il capo Tsunade – affermò Shika
- ma
è anche vero che ci fa piacere proteggerla – cercò di dire
Kiba allentando l’imbarazzo della ragazza – quindi non si faccia
problemi. Per qualsiasi cosa ci siamo noi.
-
p…per favore, diamoci del tu…mi fa sentire più…a mio agio
– propose imbarazzata la ragazza.
- se
lei…cioè, se tu vuoi a noi fa piacere – asserì il
castano.
- bene,
stabiliti i lei e i tu adesso andiamo alla casata Hyuuga così almeno
per… - ma la frase del ragazzo fu interrotta da un
terribile frenata da parte di una macchina che sbarrò
completamente il passaggio ai ragazzi. Dall’auto scese un giovare ragazzo
con i capelli corvino all’insù, degli
enormi occhiali scuri e vestito di tutto punto. Mentre volgeva lo sguardo al
quartetto, i ragazzi avevano già assunto una posizione di difesa: Kiba
si era parato dinnanzi ad Hinata, davanti a lui Naruto seguito da Shika.
- bene bene… - iniziò
il moro – guarda un po’ che bei pesciolini ho preso oggi.
- chi sei
e che cosa vuoi? – domandò Nara
-
insomma, che razza di domande mi pongono quelli dei servizi segreti. Possibile
che non sapete chi io sia? – disse il ragazzo togliendosi gli occhiali e
osservando le sue prede – adesso hai capito chi sono, Nara?
-
maledizione….Uchiha!
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