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Autore: Miha    15/03/2009    2 recensioni
A volte la vita può serbare tantissime sorprese. Può toglierti tutto e poi darti la cosa più bella che potessi desiderare.
"come faccio a vivere con la consapevolezza che sei morto per me?"
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mai fidarsi delle apparenze

Mai fidarsi delle apparenze

 

Capitolo 1 – The light in her eyes

 

Nella Tokyo moderna le giornate trascorrono tranquille. La primavera è alle porte e con lei i ciliegi iniziano a fare capolino donando uno spettacolo fantastico agli occhi della gente.

In quel periodo dell’anno inizia anche un evento molto particolare per i giovani del paese. L’inizio della scuola.

 

- Ino, guarda che grazie a te siamo in ritardo anche il primo giorno – asserì una ragazza bionda con quattro codini sulla testa.

- Temari, lasciala stare, ormai dovresti averci fatto il callo. – disse un'altra ragazza con i capelli rosa, intenta a mettersi la divisa.

- si, date la colpa a me come sempre. Intanto tu, Sakura, ancora non ti sei vestita e tu, Temari, sei ancora tutta intenta a truccarti. Io porto la bandiera e voi fate i fatti, non è mica giusto così! – esclamò una biondina con una lunga coda di cavallo.

- come osi dire simili oscenità? Tu ti chiudi tre ore in bagno dopo esserti svegliata tardi e ci vieti l’accesso. Ci credo che facciamo tardi, stupida di una sorella. – disse fermamente Temari dandole un cazzotto in testa.

- ahia! – urlò Ino massaggiandosi la testa – mia cara, tu sei un vero maschiaccio. Sarà per questo che non trovi un fidanzato.

- Ino sta zitta, ma ti sembrano cose da dire? – domandò Sakura sudando freddo guardando l’espressione assassina della sorella maggiore.

- Ino. Tu sei…UFFICIALMENTE MORTA!

 

Come succedeva tutte le mattine negli ultimi dieci anni, Ino prendeva in giro Temari che a sua volta la rincorreva per mezza casa tentando di acciuffarla per cantargliene quattro. Sakura ci era così abituata che ormai non ci faceva neanche più caso e, così come lei, neanche i suoi genitori. Prese la borsa della scuola, e anche quelle delle sorelle, dirigendosi in cucina dove ad attenderle c’erano la madre intenta ai fornelli e il padre a leggere il giornale.

 

- Sakura... hanno ricominciato? – domandò una donna alta dai capelli corvini che le scendevano fin sulle spalle. I suoi occhi erano di color cioccolato e il suo fisico snello ricordava tanto una presentatrice di un talk show che andava in onda spesso in tv.

- come sempre, mamma. Però devo dire che di mattina presto le loro urla sono fastidiose, sembrano trapanarmi la testa – disse la ragazza, mettendosi una mano sulla fronte.

- Tesoro, pensavo che ormai non ci facessi più caso alle loro urla mattutine – a parlare era stato un signore dai capelli cobalto e gli occhi verdi, leggermente più robusto della consorte.

- si papà, però un conto è durante le vacanze, quando ci svegliamo alle 11, e un conto è alla mattina alle 7.

- Sakura, credo che ti convenga sbrigarti, altrimenti farai tardi anche tu – le disse la madre – a sentire quelle due penso che arriveranno domani. – le urla delle due ragazze si sentivano dal piano di sotto indistintamente.

- “Ino, fermati che voglio strozzarti!

-“ fossi matta, se capito nella tua morsa a tenaglia posso dire addio alla messa in piega!!!

- INO, TEMARI! PER FAVORE FERMATEVI A FARE COLAZIONE CHE E’ TARDISSIMOOOOO! – Sakura aveva urlato così forte da rompere i timpani anche al più sordo del mondo. Le due, spaventate, dalla reazione della sorella, in silenzio si sedettero a consumare la loro colazione. Finirono così in fretta che quasi rischiarono di morire soffocate accompagnate poi dalle risate dei genitori. Appena finito corsero all’ingresso, infilarono le scarpe e giubbotto, e iniziarono a correre verso la scuola.

 

Dall’altra parte della città si ergeva il grande complesso degli studi televisivi di Tokyo. Quello che nessuno sapeva era che nei sotterranei della torre vi era una base dei servizi segreti giapponesi che in quel momento erano radunati per discutere di una importantissima missione.

 

- il problema è questo, capo, e quindi dobbiamo agire di conseguenza – disse una donna con i capelli biondi raccolti in due code basse. Avrà avuto una cinquantina di anni ma i gradi che portava sul petto della divisa parlavano della sua enorme esperienza sul campo.

- Tsunade, so perfettamente qual è il problema, solo che non sono d’accordo sulla scelta del tuo staff. Sei troppo incauta e questa è una missione della massima importanza. – disse fermamente un uomo sulla quarantina, i capelli grigi e una benda nera che copriva l’occhio sinistro.

- Capitano Kakashi, so che pensa che il mio team sia troppo giovane, ma le assicuro che è all’altezza della situazione. Mandiamoli sul campo e nel caso ci siano problemi li sostituiamo, ma una possibilità gli e la deve pur dare.

- Tsunade, qui si tratta di proteggere l’erede di una grande casata come gli Hyuuga, non è uno scherzo – il capo cominciava ad alterarsi.

- è vero, però hanno la stessa età della ragazza da proteggere e possono facilmente confondersi tra gli studenti di un liceo. Se il team nemico attacca, loro sono pronti a dare la vita, sono stati addestrati a tal scopo e la prego di avere fiducia.

- ne risponderà personalmente in caso di fallimento? Sa a cosa va incontro, rischia di perdere tutta la sua carriera e credibilità. E solo per appoggiare dei ragazzini.

- credo nella mia squadra e così lei offende le mie doti di selezione. Comunque vi presento i ragazzi della scorta. Venite avanti.

 

Al pronunciare l’ordine tre ombre fecero il loro ingresso nella stanza buia del sotterraneo. Sul lato destro vi era un ragazzo con i capelli scombinati castani e due segni rossi sulle guance. I suoi occhi color cioccolata e il suo sorriso da modesto potevano vedersi anche a chilometri di distanza. Sulla sinistra, invece, c’era un giovane ragazzo dai capelli biondi all’insù e gli occhi cerulei accompagnati da tre strane cicatrici su entrambe le guance. Ed infine al centro camminava lento colui che sembrava essere il capo del team, un ragazzo alto e fisico scolpito, come tutti e tre del resto, capelli neri legati in una coda all’insù ed occhi scuri come la notte. Tutti quanti indossavano la divisa del liceo dove si sarebbero spacciati per studenti. Si fermarono dinnanzi ai loro superiori salutando adeguatamente.

 

- Capitano Kakashi, vi presento Kiba Inuzuka sulla destra, Naruto Uzumaki sulla sinistra e Shikamaru Nara, il leader, sulla destra. Tutti e tre hanno delle doti che li contraddistinguono dal resto dei semplici infiltrati. Kiba ha ottime capacità di difesa, Naruto è perfetto nell’attacco, mentre la nostra punta di diamante è Shikamaru. Riesce ad elaborare mille strategie in condizioni disagiate come in battaglia nel giro di dieci secondi.

- Capitano Kakashi, è un onore partecipare ad una vostra missione – intervenne Nara.

- l’onore è mio. Tsunade mi ha parlato benissimo di voi e devo dire che le doti che possedete sembrano perfette per questa missione. Vedete di impegnarvi, il vostro capo rischia tutto mandandovi in missione così giovani.

- stia sicuro, capitano. Svolgeremo al meglio il nostro compito – intervenne il biondino.

- va bene. Adesso vi spiego cosa dovete fare anche se credo che sappiate già tutto, quindi mi limiterò a delle raccomandazioni. La signorina Hinata, erede del casato Hyuuga, deve essere in incognito. Nessuno deve sapere del suo titolo nobiliare altrimenti diventa facile bersaglio. Il suo cognome è stato cambiato in Hanary per prudenza e voi dovete tenerla sotto d’occhio ogni momento della giornata. Naturalmente lei è già a conoscenza di voi, in quanto le abbiamo inviato dei fascicoli con le foto delle sue guardie proprio due minuti fa, ma farà comunque finta di non conoscervi per non dare nell’occhio. Alla minima segnalazione di pericolo agite, ma con cautela e senza fare vittime inutili, e soprattutto senza far saltare la copertura. Altrimenti il piano va tutto in fumo, è chiaro?

- certo, tutto calcolato. Posso dirle che la riuscita dell’operazione è certa al 99%, calcolando i differenti imprevisti che possono presentarsi – asserì Nara.

- bene. E ora andate, la campana delle lezioni è prossima a suonare.

 

I tre ragazzi salutarono e si recarono verso una macchina per essere trasportati al loro nuovo liceo. Nel frattempo, miracolosamente, le tre sorelle erano arrivate con dieci minuti di anticipo e alla fine a Temari venne affibbiato il compito di portare le verdure fresche ai conigli che risiedevano nel retro della scuola.

 

- che pizza, il primo giorno e già mi hanno messo a servire i conigli. Bella prospettiva di inizio – sbottò la biondina tenendo con una mano le carote mentre l’altra la teneva nella tasca della gonna. All’improvviso sentì un mugolio provenire da un piccolo cespuglio non lontano dalle gabbie. La ragazza seguì i lamenti pensando che fosse qualche coniglio sfuggito agli studenti, ma con sua grande sorpresa trovò un piccolo gatto bianco con al centro della testa una piccola stella nera. Era appollaiato sotto un albero ed era ferito, infatti non riusciva a camminare. Temari, alla vista della zampetta ferita, mollò le carote e prese in braccio il piccolo felino.

 

- la ferita non sembra profonda, hai fatto a botte con qualche micio del quartiere per conquistare il cuore di qualche gattina, vero? – sorrise dolcemente mentre con un fazzoletto puliva la ferita per poi strapparsi un lembo della maglia che portava intorno alla vita e legarla intorno all’arto leso – per adesso non posso fare di più... ma appena esco da scuola ti porto da un veterinario.

- patita dei mici indifesi? – disse una voce maschile.

- ma chi parla? Dove ti nascondi? Vieni fuori! – inveì Temari mettendosi in posizione di difesa.

- stai calma, non volevo spiarti. E’ solo che ero qui per i fatti miei e ho ascoltato il tuo discorso – disse il ragazzo uscendo da un cespuglio. La ragazza nel guardarlo arrossì senza neanche rendersene conto, il tipo che gli si era presentato davanti non lo aveva mai visto... altrimenti se lo sarebbe ricordato.

- e cosa ci facevi nascosto la dietro? Eri in dolce compagnia?

- non sono così frivolo. E poi fare le cose che pensi tu di prima mattina è noioso e stancante. Mi stavo semplicemente godendo questo sole mattutino, tutto qui.

- dovrei crederti?

- perché non dovresti? – lo sguardo di sfida lanciatole da quel ragazzo l’aveva colpita ma mentre stava per rispondergli sentì delle voci che chiamavano probabilmente lo sconosciuto.

- Ehi Shika! Ma dove ti sei cacciato?

- Nara, non farci perdere tempo!

- I miei compagni mi cercano. A presto, amante dei mici! – salutò con un gesto veloce per poi scomparire verso l’edificio.

- tsk, tutte a me capitano. – disse la ragazza sbattendosi una mano sulla fronte per poi rivolgersi al micino rimasto nello stesso punto di prima – io devo andare, aspettami qui e appena finito volo da te. – dopo una carezza corse anche lei all’interno dell’edificio.

 

Arrivata in classe notò che il professor Iruka non era ancora arrivato e molti avevano approfittato per spettegolare. Tra questi anche le sue sorelle.

- avete sentito le novità? – domandò Ino.

- di cosa parli, sorella? – domandò Temari appena vide il gruppetto.

-  ciao Temari, dato da mangiare ai conigli? – a parlare fu una ragazza dai capelli castani raccolti in due codini.

- ehi Ten Ten, dov’è quell’allocco del tuo fidanzato? – rispose a tono la bionda

- ma chi, Lee? E’ in fondo all’aula con Shino e Choji! Non lo vedi?

- ma sempre quella tuta verde si mette il primo giorno? Non puoi dirgli di variare un po’? – domandò la rosa.

- che ci vuoi fare, Sakura? Ci provo, ma è troppo attaccato alla tuta che gli ha regalato il suo Professor Gai. Tra poco ci dorme anche.

- che fesso! – esordì Temari.

- comunque, ragazze, io stavo cercando di darvi una grande notizia. – s’intromise Ino.

- avanti parla, se no scoppi – la derise la rosa.

- divertente. Allora, ho saputo che quest’anno nella nostra classe arriveranno tre nuovi ragazzi e una ragazza. C’è chi li ha visti e dice che sono tutti e tre bellissimi. Finalmente qualcuno di decente in questa gabbia di pazzi.

- sarebbe anche ora, qui i maschi scarseggiano! E io voglio assolutamente un ragazzo, quest’anno. -

- Beh, Sakura, sarebbe anche ora. – disse spavaldamente Ino.

- solo perché in estate sei uscita con Sasori della 5° F non ti rende esperta, mia cara. -

- almeno io sono uscita con qualcuno, fronte spaziosa. -

- Io... io ti… - ma la frase venne interrotta dall’arrivo del professore.

- ragazzi, andate tutti ai vostri posti. Se ho fatto tardi c’è un motivo preciso. Come avrete sicuramente sentito quest’anno avrete dei nuovi compagni di classe, che ora vi presento. Avanti ragazzi, accomodatevi.

 

Dalla porta apparvero tre ragazzi e una ragazza. La nuova arrivata fece subito scalpore tra il popolo maschile. Alta, prosperosa, capelli cobalto lunghi fino alla schiena e gli occhi bianco perla. Anche i ragazzi fecero subito colpo soprattutto su un paio di ragazze.

 

- mamma mia.. che carini che sono i nuovi ragazzi – squittì la biondina con la coda di cavallo.

- stavolta ti do ragione, Ino…il biondo è davvero fantastico, e neanche quello con i segni rossi sulla faccia è male! – disse la rosa.

- non è possibile – l’unica cosa che riuscì a dire Temari guardando il giovane ragazzo con il codino. Era il tizio che l’aveva sfidata apertamente in giardino poco prima.

- bene. In ordine abbiamo Shikamaru, Naruto e Kiba mentre la ragazza si chiama Hinata. Fateli sentire parte integrante della classe e non trattateli male. Ragazzi, dietro Sakura e Ino ci sono dei posti, accomodatevi pure, che dobbiamo iniziare la lezione. – disse il professore facendogli cenno di sedersi. I ragazzi obbedirono e in fila presero a sedere ai propri banchi. Naruto si accomodò dietro Sakura, Shikamaru dietro Ino, Hinata di fianco a Temari e a chiudere la fila c’era Kiba.

- ehi ragazzi, benvenuti! Io sono Ino e loro sono le mie sorelle Sakura e Temari.

- ciao Ino, grazie dell’accoglienza. Piacere di conoscerti, Temari, e piacere di conoscere anche te, Sakura – disse Naruto volgendo un sorriso malizioso alla rosa davanti al lui, che avvampò nel medesimo istante in cui incrociò il suo sguardo.

- così tu…ti chiami Temari. – affermò il giovane con il codino volgendo lo sguardo dietro di lui.

- qualche problema, Nara? E’ così che ti hanno chiamato prima i tuoi amici, o sbaglio?

-  nessun problema. Volevo solo dialogare con la mia nuova amica.

- chi ti dice che siamo amici? Ci siamo appena conosciuti.

- come sei scontrosa. Cosa fanno gli amici per essere tali?

- raccontano sempre la verità – quella frase fece sudare non poco il ragazzo.

- che verità vuoi sapere, da uno che appena conosci?

- per esempio cosa ci facevi in quel cespuglio – disse vagamente lei.

- magari potrei mostrartelo…se vuoi.

- affare fatto. Non mi tiro indietro…inoltre sei il primo che ha il coraggio di guardarmi con quegli occhi di sfida, e la cosa mi stuzzica parecchio.

- mi stai sfidando?

- probabile Nara. Probabile. – poi si rivolse alla giovane ragazza dietro di lei che da quando era entrata non aveva spiccicato una parola – e tu, Hinata, che ci dici di bello?

- ecco…io… - la ragazza entrò subito in uno stato catatonico, arrossiva e si rigirava in continuazione gli indici delle mani.

- avanti Hinata, non essere in imbarazzo con noi. Siamo tipe alla mano, non c’è nulla di cui vergognarsi.

- a..allora grazie. S-sapete io sono molto…timida e mi agito subito….spero abbiate pazienza – disse chinando la testa.

 

Dopo delle risate soffocate da parte del gruppetto appena creatosi la giornata continuò tra le varie interrogazioni e lezioni noiose. Quando suonò la campanella della pausa, i ragazzi si fiondarono in giardino a mangiare sull’erba. Tutti tranne uno.

 

- ma insomma dov’è finito Shika? – domandò Kiba.

- stupido, starà perlustrando la scuola alla ricerca di indizi – sussurrò nell’orecchio dell’amico Naruto – comunque, ragazze, voi siete fidanzate? – domandò cercando di sviare il discorso.

- no, fortunatamente per voi siamo libere come l’aria – affermò la biondina.

- Ino, la finisci di civettare? – la riprese Sakura.

- eddai, che c’è di male? E poi se lo domandano forse abbiamo delle chance, non trovi sorella?

- Ino… - Sakura era diventata rossa come un semaforo, anche se l’occhio le cadde sul biondino di fronte. Notò con piacere che anche lui la stava fissando – e poi Ten Ten è fidanzata.

- Si, è vero, io sono fuori dalla piazza... ma non credo di essere ricercata. Quindi anche tu, Hinata, sei single?

- s-si…sono troppo…timida e nessuno…mi vuole – rispose lei.

- ma che dici?Sono dei pazzi a lasciarsi scappare una sventola come te – disse sorridente l’Inuzuka.

- io…sventola? – il tempo di formulare il pensiero che Hinata era già svenuta dall’imbarazzo. Mentre tutti si preoccupavano di rianimarla, Temari si allontanò dal gruppo alla ricerca del ragazzo scomparso. Lo trovò di nuovo nello stesso cespuglio della mattina, steso a terra ad osservare il nulla.

- lo sapevo che eri qui – disse lei.

- e io sapevo che saresti arrivata. D’altronde hai accettato la mia sfida, quindi me lo aspettavo.

- che cosa stai facendo? Ora puoi dirmelo, no?

- che ci guadagno se te lo dico?

- che diventiamo amici?

- diciamo che per ora mi basta. Comunque se assumi la mia posizione che cosa vedi?

- mmm… - disse lei mettendosi distesa sull’erba – non vedo niente di che, a parte il cielo.

- sbagli…hai dimenticato le nuvole.

- le nuvole? Tu osservi le nuvole?

- sempre. Mi rilassa…e mi calma.

- ti calma? Come mai, già stressato il primo giorno di scuola?

- stressato no…ma placa i miei istinti.

- come mai, che istinti hai in questo momento? – domandò lei restando a guardare il cielo.

- sicura di volerlo sapere?

- Nara ancora non hai capito che io le sfide le mastico tutto il giorno?

- allora non ti lamentare dopo – si alzò di scatto dalla posizione assunta fino a quel momento curvandosi sulla ragazza e impossessandosi delle sue labbra. Lei non ebbe il tempo di fare nulla se non sbarrare gli occhi dalla sorpresa. Tutto si sarebbe aspettata tranne che quello la volesse baciare. Si staccò delicatamente da lei poco dopo senza neanche guardarla negli occhi e si stese di nuovo di fianco a lei.

- m…ma – boccheggiò lei.

- ma cosa? Non hai detto che mastichi le sfide tutti i giorni?

- che razza di sfida sarebbe questa?

- ti sfido a riuscire a baciarmi entro una settimana – il suo sguardo ammaliò la ragazza che non si rese minimamente conto di niente fino al suono della campanella – se ci riuscirai ti svelerò un mio piccolo segreto…maschiaccio! – si alzò facendole la linguaccia lasciandola da sola in quel luogo paradisiaco. Intanto in classe erano arrivati tutti, e le sorelle vedendo arrivare Shikamaru senza Temari si preoccuparono.

- Shika, scusa, ma hai incontrato nostra sorella, per caso? – domandò la rosa.

- si, certo. Vedrete che arriverà presto – mentre si diresse verso il suo banco apparve una Temari con la testa fuori dal mondo.

- ehi Tem, ma che fine hai fatto durante la pausa? Sai, i ragazzi sono davvero simpatici e anche Hinata, dopo essere rinvenuta, si è scoperta un tipo socievole. Secondo me poi le piace Kiba…

- Ino, ma che diamine, sono appena arrivati e già formi le coppie?

- taci, Sakura, che tu sei invaghita di Naruto.

- Ma come lo sai?? – disse la sorella sgranando gli occhi dalla sorpresa – sei una strega, vero?

- niente stregoneria, è palese. Come è palese che a Tem piaccia Shikamaru – disse Ino catturando l’attenzione della sorella e svegliandola dallo stato catatonico in cui si era persa.

- A ME NON PIACE NESSUNO – urlò lei – e se provi di nuovo a dire delle stupidaggini come questa, ti riduco come un grissino – sfuriò lei andandosi a sedere rossa come un pomodoro dietro il ragazzo. Le due sorelle erano rimaste fredde dall’azione della sorella ma evitarono di chiederle spiegazioni in quel momento; ci avrebbero pensato a casa con calma.

 

Le lezioni continuarono e durante quelle ore Shika e Temari non si parlarono neanche una volta. Quando poi all’uscita di scuola Naruto, Shikamaru, Kiba e Hinata si separarono dal gruppo per tornare a casa, l’unica cosa che lei seppe dire fu un semplice ciao. Era molto confusa e cercava di dare una spiegazione alla sfida che il ragazzo le aveva lanciato. Inoltre cercava di trovare una scusa plausibile da raccontare alle sue curiose sorelle.

 

- bene, adesso siamo soli, signorina Hinata – disse il biondino

- ragazzi…grazie di tutto…siete troppo gentili.

- ma cosa dice? Questo è il nostro lavoro, facciamo il nostro dovere per non deludere il capo Tsunade – affermò Shika

- ma è anche vero che ci fa piacere proteggerla – cercò di dire Kiba allentando l’imbarazzo della ragazza – quindi non si faccia problemi. Per qualsiasi cosa ci siamo noi.

- p…per favore, diamoci del tu…mi fa sentire più…a mio agio – propose imbarazzata la ragazza.

- se lei…cioè, se tu vuoi a noi fa piacere – asserì il castano.

- bene, stabiliti i lei e i tu adesso andiamo alla casata Hyuuga così almeno per… - ma la frase del ragazzo fu interrotta da un terribile frenata da parte di una macchina che sbarrò completamente il passaggio ai ragazzi. Dall’auto scese un giovare ragazzo con i capelli corvino all’insù, degli enormi occhiali scuri e vestito di tutto punto. Mentre volgeva lo sguardo al quartetto, i ragazzi avevano già assunto una posizione di difesa: Kiba si era parato dinnanzi ad Hinata, davanti a lui Naruto seguito da Shika.

- bene bene… - iniziò il moro – guarda un po’ che bei pesciolini ho preso oggi.

- chi sei e che cosa vuoi? – domandò Nara

- insomma, che razza di domande mi pongono quelli dei servizi segreti. Possibile che non sapete chi io sia? – disse il ragazzo togliendosi gli occhiali e osservando le sue prede – adesso hai capito chi sono, Nara?

- maledizione….Uchiha!

 

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