Film > Big Hero 6
Segui la storia  |       
Autore: YukiWhite97    18/01/2016    2 recensioni
TadashixHiro - Post Film - Incest - Mpreg - Don't like, don't read :3
Dopo otto anni sembra che la vita di Hiro sia tornata alla normalità, e soprattutto pare che i suoi segreti e i fantasmi del suo passato, siano ormai sepolti.
Adesso non è altro che un membro dei Big Hero 6 e un insegnante.
Hiashi invece, non è altro che un orfana dal grande genio incompreso. Sarà l'incontro tra questi due a far emergere sia i ricordi di Hiro, che i dubbi di Hiashi, circa la sua vera famiglia, che detesta senza conoscere.
Un incontro casuale, anzi, forse non tanto, che porterà i due, tra l'affrontare un nuovo nemico ed altre avventure, a ritrovarsi.
-
-
-
Fanfiction che non volevo neanche pubblicare, ma siccome credo che ogni idea, per quanto malsana, vada messa in gioco, l'ho fatto ugualmente. Grazie a chi leggerà ^^
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Continuava a tremare, talmente tanto da avere l'impressione che perfino il cuore potesse sussultare come il suo stesso animo.
Credeva di essere morto. Non parlava, non reagiva a nulla, non provava niente. Il dolore era diventato talmente grande da ricoprire ogni altro briciolo di emozione e di speranza, a dopotutto come avrebbe anche solo potuto sperare, data la situazione ?
Il cuore di Hiashi era stato danneggiato, ma incredibilmente non era morta. Il fatto era che il suo inconscio era scivolato in un sonno profondo che avrebbe  potuto non finire mai, o che sarebbe potuto concludersi con una morte invisibile, silenziosa come un passero.
In poche parole, Hiashi si trovava in bilico tra il dormire per sempre ma rimenere su quella terra, o dormire per sempre in un altro luogo.
Nessuno gli aveva dato la speranza che potesse risvegliarsi, e questo era bastato per farlo cadere in un oblio senza fine. Lei dormiva, e la sua espressione non era né sofferente né serena, semplicemente assente. 
Si sarebbe ripetuto fino alla fine di come la colpa fosse solo sua e di nessun' altro. Se solo a suo tempo non fosse stato così egoista da volersi liberare di lei, adesso sarebbe stato tutto molto diverso. Oramai lo sapeva, non era bravo a proteggere le persone. Già una volta aveva perso qualcuno che amava senza poter fare nulla... e adesso che avrebbe potuto fare qualcosa, la stessa storia di ripeteva... e lui si ritrovava lì, a soffrire, poiché la cosa peggiore della morte, era il dolore di chi rimaneva vivo.
E lui non poteva accettare l'idea che lei andasse via inesorabilmente. Lei non meritava di soffrire, meritava di vivere, di essere felice... e lui avrebbe voluto far parte della sua vita, adesso lo voleva più che mai.
Ma sapeva che questo non sarebbe stato possibile. Si portò le mani sul viso, soffocando un gemito. Chissà quante lacrime aveva versato, forse talmente tante da non averne più da versare ancora. Era in quei momenti che Hiro si era reso conto che esistevano diversi tipi di dolore: uno era quello per la perdita di una persona che si amava, romanticamente parlando, e che costitutiva una parte del suo cuore. L'altro, era un dolore ancora più incolmabile, come per esempio la perdita di un figlio, la perdita totale del suo cuore fino a quel momento rimasto in piedi soltanto per chissà quale miracolo.
Gogo entrò. Lei, una ragazza forte e determinata, non avrebbe mai immaginato di arrivare a disperarsi così tanto. Tutti a dire il vero, si erano ritrovati in una sofferenza senza via d'uscita, ed era chiaro chi soffrire si più.
Aveva sempre avuto tanto da dire, ma adesso che avrebbe dovuto dire esattamente?
"H - Hiro...?" - lo chiamò flebilmente, la voce spezzata dal pianto.
"Lei non deve andarsene - sussurrò coprendosi il viso con le mani - lei deve vivere, non può morire. Se perdessi anche lei cosa ne sarebbe di me? Non avrei più motivo per vivere!"
"Lei non è morta - sussurrò - la situazione è difficile, lo so bene, ma Hiashi è forte, e anche se si trova tra la vita e la morte avrà la volontà e la forza per rimanere qui"
"Sarà forte quanto vuoi, ma è pur sempre una bambina. Non sarebbe dovuta finire così....... perché non è successo a me al posto suo? Perché finisco sempre con il perdere le persone che amo?"
A quel punto le lacrime presero nuovamente a scivolare dalle guance di Gogo. Era un qualcosa di troppo straziante. Per lei fu naturale andare verso l'amico e abbracciarlo stretto a se, sembrava quasi che potesse percepire il suo dolore.
Ed effettivamente Hiro avvertiva un peso insostenibile sul cuore, che diveniva sempre più grande man mano che piangeva. Neanche una speranza a cui aggrapparsi, né una parola, né un gesto.
"Hiro ti prego - lo supplicò  - non ti addolorare in questo modo"
"Mi dispiace, non ho altra scelta - gemette - voglio che lei rimanga con me... ma se deve andarsene, prego che non debba soffrire... ha già sofferto abbastanza"
"Non dire queste cose - disse - lei vivrà, te lo dico io"
"E come fai ad esserne certa?!"
"Io... io lo so.." - rispose seria. Il ragazzo rimase colpito dal suo sguardo. Effettivamente era raro che Gogo sbagliasse, ma adesso gli sembrava fin troppo difficile crederle. Sospirò, avvertendo il bruciore agli occhi torturarlo, per poi voltarle le spalle. Lentamente si avvicinò a Hiashi. Poteva sentire il suo respiro debole, fin troppo debole.
Si diede nuovamente dello stupido. Sin da quando l'aveva avuta tra le braccia la prima volta, avrebbe dovuto far prevalere il suo istinto e non il suo orgoglio.
Afferrò la sua piccola mano, la cui presa era adesso assente. Poi si avvicinò a lei, posandole un bacio sulla fronte.
"Hiashi - sussurrò - non smettere di lottare... ti prego...."

 (( https://www.youtube.com/watch?v=OVOgjk7TYaA&list=RDadhFhMpIe7g&index=33 Questa da secondo me un suo bel perchè all'atmosfera :3 )

***
Era incredibile poter avvertire il proprio respiro così intenso. Tutto intorno era... colorato... il cielo azzurro e infinito si univa alla terra che sembrava di uno strano colore dorato, ma la cosa più sorprendente erano le piccole lucine ora bianche e ora verdi che aleggiavano nell'aria delicatamente, sospinte da un vento inesistente.
Nel momento in cui aveva aperto gli occhi, si era resa conto che esisteva ancora, soltanto che si trovava da un'altra parte. Sentiva pian piano la vita che scivolava via, ma non aveva paura. In quel luogo provava un senso di beatitudine totale. Leggerezza, di animo e  di cuore, ecco ciò che provava.
Non era neanche certa di avere più un corpo, forse era semplicemente anima che si confondeva con quelle stesse strani luci di cui non capiva il significato.
Era morta?
Questo quesito non la spaventò. Era qualcosa di inspiegabile, ma era come se avesse trovato la pace dei sensi, non riusciva neanche a pensare a nulla.
Camminava senza meta in quel manto d'oro... guardandosi intorno. Se davvero quello era una sorta di Paradiso, perché non vi era nessuno?
"Umh - sussurrò - che ci faccio qui...? Perche sono sola....?"

"Tu non sei sola..."

Quella voce che non aveva  mai udito ma che le sembrava tuttavia familiare, la fece voltare. Davanti a lei vi era la figura di un ragazzo. Rimase a fissarlo per qualche secondo, provando svariate sensazioni che non seppe spiegarsi. Era come se l'avesse già visto da qualche parte, eppure non riusciva a capire dove.
"Oh - gemette - emh.... per caso sai dirmi se sono morta o no?"
Il ragazzo si lasciò sfuggire una mezza risata.
"Non esattamente - sussurrò - questo luogo non è il Paradiso. E' una via di mezzo, tra la vita e la morte, un luogo in cui non accade nulla, un luogo in cui si aspetta e basta"
"Si... aspetta cosa esattamente?"
"Una sentenza.. in poche parole - spiegò - tu non sei né viva né morta, e il tuo futuro è ancora incerto. Dipende tutto dalla tua forza di volontà"
"Ma sono stata trafitta al cuore - rispose facendo spallucce - oramai sento che la vita mi sta abbandonando"
A quel punto il ragazzo parve divenire più serio.
"Te la senti davvero di lasciarti andare così? Che ne sarà di Hiro? e di tutte le altre persone a cui hai voluto bene in vita?"
Fu in quell'istante che Hiashi sussultò, sentendo il proprio cuore compiere un lungo battito. Poco dopo avvertì qualcosa di caldo e umido che le sfiorava la guancia, così allungo un dito.
"Io sto... piangendo...?" - domandò.
"E' normale Hiashi, tu non vuoi rimanere qui. Non è ancora il tuo momento, le persone come te non posso morire in questo modo. E' stato molto nobile il tuo sacrificio... direi... direi di sapere moto bene da chi hai preso..."
Quando sentì quelle parole, e quando l'ebbe guardato negli occhi, Hiashi riuscì a scavare nei meandri dei suoi ricordi, riuscì a ricordare dove avesse già visto il suo viso. Un pò tremante alzò il dito, indicandolo.
"Tu... tu sei Tadashi... non è vero?"
"Sei sveglia vedo - rispose - sì, sono proprio io. Non credevo avessi  capito chi sono"
"Hiro mi ha parlato di te. Mi ha detto chi sei davvero. Quindi tu.. sei mio padre...?"
"Direi che è così, Hiashi" - rispose dolcemente. La bambina si zittì a quel punto. Provava una forte emozione adesso nel rendersi conto di avre Tadashi davanti. Dopotutto lui era morto... e adesso stavano parlando, erano l'uno di fronte l'altro. Si morse le labbra, avvertendo di nuovo quella sensazione di bagnato e caldo alle guance, solo che questa volta se n'era resa conto.
"Hiashi? - domandò - Perché piangi di nuovo...?"
"Perché mi chiedi? - domandò stringendo i pugni - tu... tu.. sei davvero qui.. di fronte a me... non avrei mai pesato di poterti conoscere.. io non lo so.. mi sento triste e felice nello stesso tempo.... Io... ho sempre voluto conoscere i miei genitori.. e adesso che vi conosco entrambi io..."
Il suo pianto sentito e liberato, fu ben presto frenato: Tadashi si era avvicinato a lei, e l'aveva abbracciata. Per la prima volta in vita sua la stava stringendo a se, come se avesse desiderato non lasciarla mai più.
"Hiashi - sussurrò portando una mano sulla sua testa - mi spiace. Mi spiace, mi rendo conto che è tutta colpa mia. Se non fossi morto, sarebbe stato tutto più facile. Io, tu ed Hiro avremmo potuto stare insieme... ma dovete sapere... che non vi ho abbandonati... ci sono sempre...e  ci sono sempre stato... Ho sempre vegliato su di te...  avrei voluto proteggerti meglio, ma evidentemente non ci sono riuscito"
Il suo tono era dolce, e il suo profumo le era così familiare. Fra le sue braccia si sentiva bene... si sentiva protetta.
Lei aumentò la presa, permettendo alle lacrime di scivolare via ancora.
"No - gemette - non è colpa tua... e a me che dispiace... non odio nessuno dei due... sono felice... sono contenta che sei qui con me .. papà."
"Mi fa piacere sentirmi chiamare così da te" - sussurrò accarezzandole la testa  .
Al suo tocco il pianto di Hiashi si era pian piano calmato.
"Papà... ma adesso io cosa farò? Se me ne vado... non potrò più rivederti... ma se rimango qui.. non potrò più vedere Hiro..."
"Devi fare ciò che vuoi... a prescindere da tutto..."
"Ma non c'è un modo in cui possiamo tutti e tre insieme per sempre?"
"Un modo c'è, ma non è adesso il momento. Ti è stata data l'occasione di decidere cosa vuoi fare della tua vita"
"Io... io ci devo pensare - sussurrò - però per adesso ti prego... resta con me.."
Lui annuì.
"Sempre"
***

Hiro si era addormentato inesorabilmente, dopotutto non dormiva da giorni. Ma nonostante ciò , la sua mano non aveva lasciato un solo istante quella di Hiashi. Sperava silenziosamente che avrebbe sentito la sua presa farsi più stretta, di vederla aprire gli occhi. Ma ogni qualvolta levava lo sguardo veniva preso dallo sconforto, rendendosi conto che lei ancora dormiva.
Credeva di non aver mai pregato tanto in vita sua. Sperava in una sorta di miracolo. Lui sapeva che se lei fosse andata via, l'avrebbe raggiunta, che fosse una cosa da codardi, non aveva importanza. 
Non valeva la pena esistere senza saper vivere.
Mentre si trovava con lo sguardo chino, avvertì la presenza di Baymax.
"Baymax - lo chiamò asciugandosi le lacrime - scusa, non ti avevo visto arrivare". Senza rispondere, il robot aveva puntato lo sguardo su Hiashi.
"Battito debole, respiro flebile, attività celebrale al minimo... diagnosi... coma"
"Pff, grazie per l'informazione, lo sapevo già. Dici che vivrà?"
"Questo non posso saperlo. Io posso analizzare solo i dati, ma quello accade nell'atmosfera del mistico e a me qualcosa di sconosciuto"
"Già - sussurrò - Tadashi ti prego... se adesso lei è tra le tue braccia... proteggila... e ti prego... riportala qui.."
Sentì ad un tratto qualcuno bussare alla porta, e quando quest'ultima si aprì, la piccola figura di Lily fece il suo ingresso, ma la cosa strana era che quest'ultima non era sola, bensì seguita dalla figura di Eichi. Hiro sussultò nel vederlo, guardandolo con aria di sfida. Cosa voleva adesso quel tipo da lui, non aveva già fatto abbastanza?
"Ciao - salutò Lily - sono venuta a trovare Hiashi"
"Ah si, ciao Lily - disse Hiro - prego entra pure"
"Mh, mh - si sgranchì la voce Eichi - Hiro... puoi uscire un momento?". Il ragazzo crucciò lo sguardo. Non si fidava di quel tipo, come avrebbe potuto dopotutto. Nonostante ciò però, decise di ascoltarlo.
"Cosa vuoi? - domandò - che ci fai qui? Non dovresti star marcendo in qualche cella adesso?"
"Non avere fretta, è quello il destino che mi spetta. Volevo sapere Hiashi come sta"
"Pff, a te che importa? - domandò - prima provi ad ammazzarla e poi chiedi come sta?"
Il ragazzo chinò lo sguardo.
"Non era mia intenzione - sussurrò - quella è solo stata la follia di qualche istante"
"La follia di qualche istante che me la sta però portando via!" - esclamò con rabbia.
"Mi dispiace" - sussurrò appena.
"Ti dispiace?! - esclamò - ti dispiace per cosa, esattamente? Per aver quasi ucciso il sangue del mio sangue, l'unica persona che mi rimane? Io ho già perso suo padre, non posso perdere anche lei..." - interruppe la frase, scosso dal pianto. Eichi tirò su con lo sguardo, molto sorpreso.
"Cosa... intendi...?" - domandò.
"Credi che io abbia abbandonato Hiashi solo per gioco? Otto anni fa ero un bambino... l'ho tenuta dentro me per tanto tempo... e quando lei è nata.. beh.. io avrei desiderato che vivesse una vita felice...  sarebbe stato bello se.. io, lei e mio fratello.. avessimo vissuto insieme..."
"Emh... significa che la persona che ami... quella che hai cercato di riportare in vita... è tuo fratello? E' che Hiashi è vostra figlia?"
"Sì - dichiarò - non te lo aspettavi, vero? Beh, ma tanto ora che importa se ho perso entrambi"
Eichi lo frenò per un braccio.
"Ti arrendi troppo facilmente"
"Non toccarmi - rispose - e soprattutto non dirmi quello che devo fare"
"Non pretendo di dirti quello che devi fare, però una cosa è vera. Sono uguale a te e uguale anche a Hiashi. So cosa si prova ad essere abbandonati e so cosa significa perdere una persona amata. Quest'ultima nessuno ce la riporterò indietro, ma almeno cerca di lottare per far sì che lei rimanga qui"
"Io non posso fare niente! La sua vita è appesa ad un filo... non sono stato in grado di proteggerla.."
"Non  è questo... è che lei è troppo coraggiosa per rimanersene con le mani in mano mentre chi ama viene ucciso... comunque sia non sono venuto qui per farti la predica o chissà che altro. Ma per chiedere il tuo perdono. Se davvero mi tocca vivere come un criminale, almeno voglio vivere sapendo che mi hai perdonato"
"Credi davvero che io possa farlo?!"
"No, ma ti chiedo di provarci Non sono nato per uccidere. E anche a me sta divorando il senso di colpa, per questo spero più di te che Hiashi si risvegli. Io pregherò finché accada"
"Pff, come vuoi" - sbottò voltandosi dall'altro lato per vedere attraverso la porta in vetro Lily piegata su Hiashi. Era così strano il fatto che  Eichi gli stesse implorando perdono. Sarebbe stato molto più facie perdonarlo se solo fosse stato in grado di perdonare se stesso

***


Il tempo non scorreva. Dopotutto in quel luogo non accadeva nulla, e vi era una calma così calda che le sarebbe venuto voglia di addormentarsi. Stava seduta sul manto dorato, tenendo la testa poggiata sulla spalla di Tadashi. Faticava a tenere gli occhi aperti.
"Hiashi - la chiamò - non dormire, rimani sveglia. Se dormi, scivolerai via da qui, e finirai in un altro luogo"
"Mi dispiace - sussurrò - è che sto così bene qui... ma dimmi... cosa sono queste luci che fluttuano nell'aria?"
"Sono le preghiere e i desideri delle persone verso i loro cari. Arrivano tutte qui. Ci sono anche quelle per te, e quelle per me..."
"Ah - sussurrò - che bello... adesso posso dormire? Ho voglia..."
"No, rimani sveglia - la supplicò - non ti puoi arrendere così, vuoi davvero morire?"
Alla parola "morire", la bambina aveva spalancato gli occhi.
"Ma ormai non c'è più nulla che io possa fare. Non potrò più risvegliarmi. Non vuoi tenermi con te?"
"Vorrei, ma non posso, non ora. Un giorno sì, ma adesso è ancora troppo presto. Apri gli occhi Hiashi, hai sempre lottato, non puoi arrenderti proprio adesso. Devi avere la volontà di tornare. Non pensi ad Hiro, e a tutti gli amici che ti sei fatta?"
"In questo momento.. non riesco a pensare a nulla"
Tadashi sussultò nell'avvertire il tono della bambina farsi sempre più debole. Si voltò, afferrandola. Per quanto avesse desiderato averla accanto a se per sempre, sapeva che Hiro aveva bisogno di lei, e che quindi doveva far si che vivesse.
"Hey, svegliati..."
"Vedo... tutto.. luminoso - sussurrò - papà... dov'è che stai andando?"
"Non vado da nessuna parte"
"Ma io mi sento... trascinare via". Effettivamente il suo corpo pareva essere diventato quasi trasparente, poichè di corpo non vi era più nulla, ma semplicemente un' anima che voleva pian piano liberarsi verso l'alto.
"Hiashi - la chiamò - non lasciarti andare. Rimani, ti prego Hiashi, svegliati svegliati!"
Tadashi sentì dopo tanti anni una lacrima rigargli il volto e la paura prendere posto nella sua mente e nel suo cuore. Anche da morto, doveva almeno essere in grado di far si che le due persone che amava vivessero felici. Ma quell'opportunità gli stava scivolando inesorabilmente dalle mani, e più il tempo passava, più Hiashi smetteva di esistere. 
***
Lily si tirò su, rendendosi conto di come vi fosse qualcosa che non andava. Il monitor accanto a Hiashi effettivamente indicava che la linea del battito fosse piatta.
"Che.. .che succede?" - domandò.
Hiro a quel punto entrò, intuendo in chissà quale modo che fosse accaduto qualcosa.
"Hiashi - la chiamò - no... Hiashi no.. non andare...!"
"Sarà meglio che vada a chiamare qualcuno" - disse Eichi.
Il ragazzo aveva sollevato leggermente la bambina. Effettivamente il suo respiro era assente, e il suo battito... quasi inesistente.
"Hiashi ti prego non te ne andare! - supplicò - Ti prego, non portarmela via, rimani con me.. ti prego!". Le sue lacrime scivolavano inesorabilmente senza che potesse fermarle. Stava davvero accadendo, e il suo incubo peggiore stava per avverarsi. Perderla.
"No - supplicò stringendola - ti prego.... HIASHI!"

***

Quel nome esclamato arrivò forte, anche lì dove Hiro non avrebbe potuto sentire. In quell'istante Hiashi parve svegliarsi dal suo stato indescrivibile. Come se fosse paralizzata, spalancò gli occhi, e con uno scatto fece un movimento. Si tirò su, tirando un respiro come se fosse stata in apnea per chissà quanto tempi. Si era ritrovata più vicina alla morte di quanto avesse immaginato, la sua anima era stata sul punto di scivolare via.
Si guardò intorno, spaesata.
"Cosa...?"
"Hiashi - sussurrò Tadashi abbracciandola - ho avuto così paura. Non lasciarti più andare... ti prego..."
"Sì - sussurrò - non o farò. Il mio tempo qui non può durare per sempre"

***

Hiro la stringeva ancora e teneva gli occhi chiusi, ma dovette sollevare lo sguardo quando avvertì quel rumore atto atteso. Il suo cuore aveva ripreso a battere in maniera più vigorosa, e questo voleva dire che era viva.
Tirò fuori un sospiro, ringraziando Dio o chiunque avesse fatto in modo che rimanesse in vita. Hiashi però non era ancora del tutto fuori pericolo, e Hiro non sapeva ancora cosa ne sarebbe stato di lei.

Cercherò di immaginare me senza di te ma non posso
Perche ‘ potremmo essere immortali,













Il mio tempo qui non durerà per sempre
-
-
-


Angolo del'autrice
Buon pomeriggio! Beh, ovviamente questo è il chap che mi emoziona di più per motivi ovvi... mi sono ispirata in particolar modo ad anime/film per descivere questa scena, e dal titolo del chap si capisce appunto che Hiashi è sospesa tra due mondi Così ha avuto l'occasione di conoscere Tadashi **
Ma adesso sta proprio a lei trovare la foraìza per vivere... o per lasciarsi morire come stava accadendo...
Il prossimo sarà l'ultimo... cosa deciderà Hiashi ? o:
Le ultime due frasi (quele in corsivo) le ho prese dal testo della colonna sonora del film "Immortals" ;)))
- Balallallaaa <3
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Big Hero 6 / Vai alla pagina dell'autore: YukiWhite97