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Autore: Onyxandopal    18/01/2016    1 recensioni
Tre ragazzi. Tre adolescenti normali, almeno in apparenza. Tra due di loro non scorre buon sangue. Ma la vita ti costringe a mettere da parte certi sentimenti. Ti costringe a mettere da parte qualsiasi cosa sia d'intralcio allo scopo finale. Luke, Kresley e Michael impareranno questa lezione. E la impareranno nel peggiore dei modi, compiendo scelte che cambieranno radicalmente le loro vite.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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-Lui è...- non gli lasciai finire la frase che il panico si impadronì di me. Mi coprii il viso con le mani e mi lasciai andare ai singhiozzi. Non potevo pensare di averlo perso. Lui mi prese i polsi delicatamente e scostò le mani dal mio volto.
-E' di là, vai pure-disse. Solo in quel momento mi accorsi che ci trovavamo in una stanza, ero seduta su un letto con una coperta attorcigliata nelle gambe. Mi liberai dal tessuto scomodo e mi alzai. Un giramento di testa mi costrinse a sedermi nuovamente. Michael mi porse un bicchiere contenente un qualche liquido. Lo guardai confusa e lui mi disse di bere, secondo lui mi sarei sentita meglio. Sinceramente non sapevo se fidarmi, dopo averlo visto uccidere due persone a sangue freddo. Alla fine decisi che dovevo provare, se non altro per essere sicura che Luke fosse realmente tornato. Bevvi in un sorso solo il contenuto del bicchiere e immediatamente mi sentii meglio.
-Ci metterà un po' a farti passare tutto, ma almeno stai in piedi ora- mormorò prima di lasciare la stanza. Notai il mio borsone poggiato in un angolo, ai piedi dell'armadio in legno quasi bianco. Mi alzai e in effetti il mio equilibrio sembrava tornato all'opera.
Varcai la soglia di quella stanza e cercai con gli occhi il viso di mio fratello, mentre con le orecchie tese cercavo di captare la sua dolce voce. Avvertii un rumore in cucina e mio fratello imprecare debolmente. Corsi verso quella che si rivelò una spaziosa cucina. Mi fiondai su mio fratello stringendolo forte a me, come se dovessi accertarmi che fosse davvero lui e non un ologramma. Lo sentii gemere di dolore e mi staccai di pochi centimetri. Lo guardai bene in volto. Era chiaramente stanco e affaticato, il suo viso immacolato mostrava i segni della lotta, che sporcavano quella sua bellezza travolgente. Il labbro era spaccato e c'era del sangue incrostato a colorarlo leggermente, il sopracciglio destro era in compagnia di un piccolo taglio. All'apparenza sembrava doloroso, più degli altri graffi che inquinavano quel volto angelico. I capelli erano spettinati, cosa che mai avrebbe permesso Luke. Gli sfiorai con delicatezza il taglio al sopracciglio e magicamente si rimarginò in fretta. Mi sconvolsi di me stessa e guardai la punta del mio indice, era umida come se avessi toccato dell'acqua.
-Non farlo più,non usare l'acqua guarente- sibilò Luke.
-Come stai?- chiesi ignorando il suo ordine, la sua stupida ossessione per il controllo era l'ultimo dei nostri problemi in quel momento.
-Bene, diciamo- mormorò, ma il suo viso si piegò in una smorfia di dolore quando accidentalmente toccai il suo fianco.
-Cosa è successo?- volevo sapere cosa avesse dovuto passare per difendermi. Era un mio diritto, dentro di me avvertivo la necessità di sapere quanto fossi stata vicina al perderlo.
-Non... non credo sia una buona idea che te lo dica... è troppo per te- se non fosse stato ferito per colpa mia gli avrei risposto a tono, ma dato che stava così a causa mia rimasi zitta.
-Vorrei sapere quanti erano, se non ti spiace- mormorai gentilmente. Non mi sembrava il caso di alzare la voce in quella situazione.
-Tre, dei veri ossi duri. Ce l'ho fatta per un pelo- biascicò.
-Aspetta, vedo se c'è qualcosa per medicarti- affermai prima di andare verso il bagno. Non so cosa mi guidò verso quella stanza, ma sta di fatto che azzeccai subito quale fosse la toilette. Aprii il mobiletto a specchio e tirai fuori il kit di pronto soccorso. Tornai da Luke rovistando dentro il contenitore. Presi il disinfettante e un batuffolo di cotone per poi inzupparlo. Lo passai delicatamente sulle ferite ancora aperte di Luke e lui strinse gli occhi. Wow, anche Luke ogni tanto mostrava delle debolezze. 
-Scusa- mormorai, mi dispiaceva fargli male. Mi accertai di aver disinfettato per bene tutti i graffi che decoravano malamente la sua faccia e applicai un cerotto sul suo zigomo, che era tagliato. Pensai a cosa potessi fare per quel labbro e mi venne in mente che avevo un burrocacao nella borsa. Corsi verso la mia camera e rovistai nella trousse ei trucchi, fino che non trovai un balsamo per le labbra. Tornai in cucina e mi sedetti nuovamente d fronte a Luke, che scosse la testa.
-Non sono una ragazza, non pensare di mettermi quell'affare sulla bocca- sbruffò indicando il tubetto che tenevo in mano.
-Smettila- gli dissi tenendogli il faccino fermo con una mano, mentre con l'atra applicavo il burrocacao sulle sue labbra rosee e screpolate.
-Così guarisci prima .Vuoi qualcosa da mangiare?- chiesi rimettendo il kit del pronto soccorso in ordine e poggiando  il balsamo labbra da qualche  parte sul piano della cucina. Lui annuì debolmentee io sorrisi.
Cercai Michael per chiedergli se cenasse con noi e neanche a farlo apposta lui spuntò in corridoio come se lo avessi chiamato. Preparai la cena, cercando di non pensare. Nel frattempo Luke aveva apparecchiato, nonostante fosse dolorante e praticamente mezzo rotto. Michael si era seduto difronte a lui e sembrava che si parlassero con gli occhi. Mi chiesi se per caso usassero la telepatia, come avevo fatto io con Michael durante quell'imboscata. Sapere che due persone erano morte a causa mia mi dava la nausea. Sapevo di non averle uccise io, ma erano lì perchè cercavano noi, cercavano me. Il fatto che qualcuno cercasse me mi dava i brividi, erano arrivati alla mia scuola e a casa mia. Chissò cosa sapevano su di me e i miei amici. Improvvisamente ringraziai il cielo di non avere troppi amici. Per una volta essere la sorella di Luke Hemmings aveva portato un vuoto intorno a me utile a qualcosa: l'incolumità altrui. Mi sentivo mancare l'aria se pensavo che Irwin e Hood avrebbero potuto trovare e ferire la mamma.
-Oh, Cielo! La mamma! Luke...lei è da sola- sobbalzai sulla sedia rendendomi conto di quello che avrebbe passato se fosse caduta nelle loro mani.
-L'ho avvertita che non tornavamo, lei sa cosa sta succedendo- cosa? Ero l'unica allo scuro di ciò che mi succedeva?
-Come?-chiesi sgranando gli occhi. Lui scrollò le spalle, come se tutto ciò non contasse davvero poi così tanto. Sperai stesse scherzando, perché il suo comportamento mi faceva infuriare.
-Ti avevo detto che avresti saputo tutto a tempo debito e quel momento non è adesso- rispose tranquillamente. -Ma non è in pericolo, sa come difendersi da loro- tutta quella evasività mi infastidiva. Ma lui era ferito per difendermi, si era quasi fatto ammazzare per me e non volevo sembrare un ingrata, dato che non lo ero.
Dopo aver finito di cenare, Luke si alzò lasciando il discorso a metà, come suo solito.
-Scusate, sono distrutto- disse prima di lasciare la cucina. Clifford fece per sparecchiare, ma lo fermai, dovevo impegnarmi in qualcosa che mi impedisse di pensare. Rassettai la cucina per bene, ci volle circa un'ora per riordinare quel casino. Mi sorse un dubbio:dove eravamo? Guardai fuori dalla finestra ma c'era solo il buio. Poi mi riguardai bene intorno, nell'ansia dei momenti precedenti non avevo fatto troppo caso alle cose che mi circondavano. Era la nostra casa in montagna. Mi asciugai le mani in uno strofinaccio, che lasciai sul piano della cucina. Mi diressi verso la stanza in cui mi ero svegliata, ma da una stanza mi sentii chiamare. Guardai dentro e trovai Luke sul letto con le spalle contro il muro.
-Hey, vieni qui- disse battendo la mano accanto a se, sorridendo appena. Era a torso nudo e potevo notare tutti i lividi e le bruciature che i colpi gli avevano lasciato. Gli circondai i fianchi con le braccia e poggiai la testa sulla sua spalla. Sfiorai una delle macchie violacee e mormorai un tagliente e velenoso-Bastardi, se li prendo li ammazzo- lui scosse la testa e sussurrò con tono colpevole la propria risposta.
-Non ho saputo difendermi a sufficenza, non dare la colpa agli altri- mio fratello era senz'altro un pazzo. Non solo aveva sconfitto tre mostri (o almeno io li considravo tali), ma pretendeva di uscirne indenne. Scossi la testa sconsolata, non sarebbe mai cambiato. Pretendeva troppo da se stesso e il suo orgoglio gli impediva di capire che c'era un limite a tutto ,anche a quello che era capace di affrontare da solo.
-Sei stanco, ti lascio riposare. A domani, Lukey- dissi dandogli un bacio sulla guancia.
-Resti...con me?- chiese. La cosa mi sorprese, tanto che rimasi interdetta per qualche minuto. Inclinai la testa di lato, per poi sorridergli avrei fatto di tutto per lui, soprattutto in quel momento.
-Ok, vado a mettere il pigiama e torno.-
Mi fiondai in camera mia e mi vestii per la notte. Mi ricordai improvvisamente di avere un cellulare. COme avevo potuto essere così idiota? Dannazione. Però tanto valeva usarlo per controllare che nessuno mi avesse cercata. Avevo molti messaggi da parte di Corinne e James. Risposi solo alla prima, non avevo ancora voglia di parlare con lui. Quello che aveva fatto mi aveva lasciata al quanto perplessa, perché sinceramente non me lo aspettavo. Sapevo che era un tipo... attivo in fatto di ragazze. Aveva una scia di ammiratrici da qui alla Lombardia. Eravamo amici certo, e magari c'era dell'attrazione fisica, ma lui aveva corso alle conclusioni sbagliate. Lo consideravo un grande amico, era dolce, simpatico, gentile e disponibile, oltre che un bel ragazzo. Ma da qui a provare qualcosa per lui ce ne correva di acqua sotto i ponti. Sapevo benissimo che avrebbe visto che avevo letto i messaggi, ma non mi importava molto. Non che me ne infischiassi di lui, ma avevo bisogno di un po' di tempo per digerire l'accaduto. .Inoltre le parole di Clifford... se davvero tutti mi consideravano la sua ''puttanella'' allora dovevo tracciare un confine ben marcato tra la realtà e la fantasia degli studenti del Northwestern.
Tornai in camera di mio fratello e lui mi fece spazio nel letto. Alzai l'angolo delle coperte e mi ci infilai sotto .Mi accocolai al corpo caldo di Luke, che mi strinse tra le braccia forti. Lo guardai per un po', aveva un aria assorta e distante.
-Cosa pensi?- gli domandai sottovoce, per paura che la voce troppo alta avrebbe potuto ferirlo.
-Ho avuto paura-rispose in un sussurro appena udibile. Aveva cominciato a carezzarmi i capelli azzurri, con una delicatezza sconvolgente. Non sembrava lo stesso ragazzo che aveva sconfitto tre nemici da solo.
-Di cosa?-gli chiesi.
-Di perderti...di non vederti più, di non poterti più abbracciare, sorridere o sgridare quando fai di testa tua. Ho avuto paura di lasciarti nelle mani di Clifford senza una protezione. La cosa peggiore è che quando ti ho salutata, non ti ho neanche dimostrato un po' di affetto. Se non ti avessi più rivista non me lo sarei mai perdonato.- la sua voce era rotta dall'emozione, nonostante fosse un flebile sussurro. In quel momento capii quanto io e lui fossimo legati, quanto bene ci volessimo e quanto terrore avessimo provato quando eravamo separati.
-Sai, io ho avuto paura che non saresti tornato. Ho avuto il terrore di sentir dire a Michael ''non ce l'ha fatta'', se tu fossi stato preso, o peggio, per colpa mia... io penso che non sarei sopravvisuta. Quando Michael è venuto a svergliarmi perchè eri tornato, pensavo che tu non ce l'avessi fatta  ho cominciato a piangere. Quando invece ti ho visto, lì in piedi in cucina, il mio cuore è impazzito di gioia.- risposi io mentre una lacrima percorreva indisturbata la mia guancia.
-Non piangere piccola, non ce n'è bisogno. Io sono qui-cercò di sorridermi, ma vedevo il rammarico nei suoi occhi blu.
-Ti voglio bene, Lukey- mormorai sul suo petto, mentre la sua mano tracciava delle carezze sui miei capelli azzurri.
-Ti voglio bene anche io Kresley- notai con piacere che mi aveva chiamata con il mio primo nome.In pochi attimi caddi in un sonno profondo e tranquillo.

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Hey! Ciao! Eccomi qui con un nuovo aggiornamento, spero non ci siano troppi errori grammaticali e lessicali. Volevo avvisarvi che non so quando potrò aggiornare perché ho un concorso a scuola e mi devo preparare molto bene, perciò spero di essere presente ma non prometto nulla.
Grazie per il tempo che passate a leggere la mia storia, è molto importante per me.
Love you all, Frael

 

   
 
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