Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Quasar93    18/01/2016    7 recensioni
Durante le Guerre dei Cloni il Conte Dooku e Palpatine decidono di intraprendere un lungo esperimento per trascinare dalla loro parte un prezioso alleato, trascinandolo al lato oscuro per poi usarlo contro la Repubblica.
E' per questo che durante una missione prendono Obi-Wan come prigioniero, disposti a tutto per trasformarlo in uno spietato Signore dei Sith.
[warning: torture fisiche e psicologiche, violenza]
Genere: Angst, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ahsoka, Tano, Anakin, Skywalker/Darth, Vader, Conte, Dokuu, Obi-Wan, Kenobi, Palpatine/Darth, Sidious
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Base segreta MS-889 – Mustafar System
 
-Sei pronto, Darth Morgoth?- chiese mellifluo Darth Tyranus, porgendo al suo nuovo apprendista una maschera Sith, dipinta in bianco e nero e con una grande X rossa che la attraversava a livello degli occhi.
-Si, mio maestro- rispose l’altro, prendendo la maschera e indossandola senza battere ciglio per poi abbassarsi l’ampio cappuccio celando ancor di più le proprie apparenze.
-Bene, bene. Forse dopotutto mi sbagliavo, Tyranus, e abbiamo per le mani l’uomo giusto- commentò alle spalle della coppia Darth Sidius, osservando compiaciuto gli sviluppi della situazione.
Forse dopotutto il suo apprendista aveva scelto bene.
Certo, portare il loro esperimento a quel livello si era rivelato più lungo e faticoso del previsto, ma se tutto fosse andato per il meglio avrebbero avuto per le mani una macchina assassina perfetta e disciplinata, senza il rischio tanto temuto da Darth Tyranus di dover aver a che fare con una mina vagante.
-Non perdiamo altro tempo- sentenziò quindi il conte, precedendo il suo apprendista e il suo maestro attraverso una serie di porte scorrevoli e un paio di corridoi, per poi infilarsi in un ascensore che li portò fino all’area di detenzione D4-A, situata molto in profondità e dotata del più alto livello di sicurezza dell’intera struttura.
-Ora, per il tuo prossimo compito, c’è un prigioniero che è sempre stato un grosso problema per noi Sith, e che ora si da il caso che conosca le coordinate di una rotta fondamentale per l’esito della guerra, coordinate che non devono cadere nelle mani della repubblica. La tua mansione è aiutare questo giovane Jedi a diventare un po’ più loquace-.
Darth Morgoth annuì e, senza ulteriori indicazioni, premette il pulsante per l’apertura della porta che scivolò di lato lasciando intravedere una cella angusta e buia.
Il Sith entrò e si diresse al suo centro, dove all’interno di un campo di forza era confinato un Jedi, guardato a vista da un paio di droidi armati di aste al plasma.
Darth Tyranus e Darth Sidius entrarono chiudendosi la porta alle spalle, e rimanendo sulla soglia ad osservare, impazienti di verificare il successo del loro esperimento.
Era la prova del fuoco, se il loro nuovo apprendista avesse eseguito i loro ordini anche in quel caso sarebbe stato loro per sempre.
Ad un gesto di Tyranus i due droidi di guardia uscirono dall’oscurità del fondo della cella, e colpirono il prigioniero alla schiena, trasmettendogli una forte scossa elettrica. Fino a quel momento il Jedi era rimasto incosciente, la testa penzoloni tra le braccia bloccate in alto, ma il colpo dei due droidi l’aveva svegliato con un ringhio di dolore.
-Jedi, presentati al tuo nuovo amico- ordinò il conte Dooku indicando Morgoth e ricevendo solo uno sguardo di odio dal giovane, che si dimenò nel vano tentativo di liberarsi, senza dire una parola.
-Molto bene allora. Darth Morgoth, convinci il nostro Jedi a dirti il suo nome, per cominciare-
Per la prima volta da quando era entrato nella stanza il più giovane dei signori dei Sith alzò gli occhi a incrociare quelli del ragazzo, che ricambiò lo sguardo fissando con odio quelle iridi gialle che si intravedevano nonostante la maschera.
Per un attimo Morgoth ebbe un tremito, il viso di quel giovane generale gli diceva qualcosa, gli era familiare. Lo fissò più intensamente, ricordi di affetto e amicizia iniziarono ad affiorare nella sua mente, ma il Sith li cacciò subito via, quella non era roba sua.
Erano del lui che era stato, e adesso non avrebbero significato niente per lui se non una punizione dai suoi maestri, se l’avessero scoperto a esitare, e allora gli avrebbero fatto male di nuovo. E di nuovo. E di nuovo.
Lui esisteva per un unico obbiettivo, ed era eseguire i loro ordini.
-Si, maestro- rispose quindi in modo meccanico, apprestandosi poi a modificare le impostazioni del campo di forza per portare il prigioniero al suo livello, facendolo inginocchiare, le mani bloccate in alto, i capelli stretti in pugno per tenergli la testa sollevata.
Lo fissò negli occhi, e portò l’altra mano tra loro due, il braccio steso per quanto possibile dalla posizione.
-Tu mi dirai il tuo nome- scandì.
Il giovane Jedi lo guardò e scoppiò a ridere –Devi essere nuovo qui, dovresti sapere che questi trucchetti non funzionano che con le menti semplici-
Per nulla turbato dall’irriverenza del ragazzo, Darth Morgoth si limitò ad aumentare l’intensità del suo potere.
Ne aveva così tanto ultimamente, più di quanto ne avesse mai avuto nella sua intera vita, lo sentiva dentro e fuori di sé, lo circondava, e più ne faceva uso più diventava abile, più diventava un tutt’uno con esso.
-Tu mi dirai il tuo nome- ripetè e stavolta il ragazzo ci mise più tempo ad opporsi all’ordine. Era più forte dei normali trucchi mentali Jedi, e faceva male.
-E dai, dovresti conoscermi senza bisogno di questi mezzucci – mal dissimulò spavalderia il ragazzo, per non dare soddisfazione all’altro – sono abbastanza famoso-
-Tu mi dirai il tuo nome- ordinò per la terza volta il Sith. Non alzò nemmeno la voce, ma al giovane Jedi sembrò come se la testa dovesse esplodergli da un momento all’altro, tanto pervasivo e potente era stato quel comando, tanta la quantità di Forza che spingeva contro la sua mente.
Questo era sicuramente il potere del lato oscuro.
Mentre riguadagnava la lucidità temporaneamente persa si ritrovò a balbettare il suo nome.
 -A-anakin. Anakin Skywalker-
Quel nome suscitò di nuovo qualcosa all’interno di Darh Morgoth. Sentiva che era stato importante per lui e per questo lo cacciò via con ancora più veemenza. Più spingeva via quella sensazione più qualcosa dentro di lui sembrava rompersi, molto in profondità, ma quel dolore era niente in confronto a quello che avrebbe provato se avesse deluso i suoi maestri.
Quindi non fece nulla, e si limitò ad attendere ulteriori ordini.
- Bene, bene- commentò Darth Sidious, unendo le mani davanti a sè con fare compiaciuto – Tyranus, pare che il tuo esperimento stia riuscendo. Vediamo fin dove riesce a spingersi- continuò, a voce bassa in modo da poter essere udito solo dal suo apprendista, che annuì.
-Morgoth, chiedi al generale Skywalker i codici di quella rotta. Non serve essere gentile-
-Si maestro-
-Ehi, burattino. Sai dire qualcos’altro oltre a “si, maestro”?- ghignò il giovane Jedi. In tutta risposta Morgoth allungò un braccio e con la Forza prese una delle aste al plasma da un droide, colpendo Skywalker a livello dello stomaco, lasciando che la scossa elettrica gli attraversasse il corpo.
-Non sei nella posizione di fare lo spiritoso- sottolineò il concetto con un’altra scarica.
-Eppure parla- disse, ansimante, il generale –posso avere anche l’onore di vedere il tuo brutto muso?-
Come risposta Morgoth lo colpì di nuovo, più a lungo, osservando il suo corpo contorcersi. Quando lo lasciò andare il ragazzo si piegò su se stesso per quanto possibile, e vomitò tutto quello che aveva nello stomaco.
-Posso porre fine alla tua sofferenza, dimmi quello che voglio sapere-
Il giovane Jedi si sollevò sulle ginocchia tremanti, e gli sputò.
-No, grazie. Sto bene così- rispose poi ghignando –non voglio certo rovinare il vostro addestramento di mister marionetta qui-
Morgoth sollevò di nuovo l’asta, e Anakin chiuse gli occhi.
 
Il signore dei Sith disarmò la sua spada laser rossa, osservando attraverso i buchi della maschera il giovane Jedi ansimare, le mani sempre bloccate sopra la testa, le ginocchia doloranti per la posizione in cui era costretto da nemmeno lui sapeva quanto. A terra giacevano brandelli della tunica di Skywalker, che Morgoth gli aveva strappato di dosso con la sua spada laser durante l’interrogatorio, e sul petto del ragazzo figuravano diverse nuove cicatrici da ustione.
-Sei pronto a dirmi quello che voglio sapere?-
-T-tu cosa dici?-
Darth Morgoth riarmò la spada, pronto a passarla di nuovo a fil di pelle su Skywalker, quando Dooku, che era rimasto dentro ad osservarlo per tutto il tempo insieme al suo maestro, gli fermò il braccio con decisione.
-Per oggi può bastare. Ci serve vivo, e tu devi continuare i tuoi allenamenti-
-Si, maestro- rispose subito il Sith, disarmando la spada e agganciandola alla cintura, facendo per andarsene, quando il conte lo fermò nuovamente.
-Prima di andarcene ho deciso di esaudire un desiderio del nostro prigioniero. Togliti la maschera.-
A quelle parole il generale Jedi alzò la testa, improvvisamente interessato. Almeno avrebbe potuto dare un volto al suo aguzzino, avrebbe saputo chi odiare per tutto quel dolore.
Morgoth ubbidì senza battere ciglio, si abbassò il cappuccio e slacciò i legacci della maschera.
Non appena Skywalker vide il volto del Sith gli si gelò il sangue nelle vene, il viso si trasformò in una maschera di incredulità terrorizzata.
-O-obi.. Obi-Wan..- balbettò, iniziando a tremare –non è possibile, non puoi essere tu- continuò a ripetere, tremando e smaniando contro le sue costrizioni per liberarsi, come se alzandosi e guardandolo più da vicino potesse dare un senso a tutto quello che stava succedendo.
Sia Tyranus che Sidius sorrisero compiaciuti.
-Obi-Wan!- urlò ancora il ragazzo, mentre Morgoth lo fissava freddo, in attesa.
-Ora possiamo andare- concluse Dooku, uscendo dalla stanza seguito da Sidious e Morgoth, mentre i droidi risistemavano il Jedi all’interno del suo campo di forza e questi continuava ad urlare, sempre più disperatamente, ma invano, il nome del suo maestro.
 
Era notte inoltrata quando Darth Morgoth fece ritorno ai suoi alloggi. Si chiuse la porta scorrevole alle spalle e si apprestò a farsi una doccia per lavarsi via di dosso il sudore dell’allenamento che aveva appena terminato.
Arrivò in bagno e si tolse i vestiti, lasciandoli a un droide perché se ne occupasse, poi si fermò un attimo a guardarsi allo specchio e si tolse la maschera.
Un paio di occhi gialli lo fissarono di rimando.
Si accorse che sotto l’occhio sinistro aveva uno schizzo di sangue, probabilmente del Jedi che aveva interrogato quel pomeriggio.
Ripensò a quel ragazzo, e alla strana sensazione di familiarità che gli procurava. Poi decise che indugiare su quei pensieri non gli avrebbe portato a nulla di buono.
Fece per entrare nella doccia quando la vista gli si offuscò un attimo, si guardò di nuovo allo specchio.
Non capiva, non si sentiva triste, eppure stava piangendo.
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Quasar93