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Autore: GreenCats    18/01/2016    0 recensioni
L'amore non fa a pezzi, l'amore ci distrugge completamente.
Harry sta cercando di superare l'abbandono di Louis, un modo per superare indenne quella mancanza che lo sta lacerando dentro. Sono passati sei mesi dall'ultima volta che l'ha stretto a sé ed i ricordi iniziano a farsi sempre più pesanti, come il suo stomaco che continua a crescere.
Harry/Louis // Harry!Mpreg // OneShot (2/2) spirata a 'If This Was A Movie' - Taylor Swift // Presenza di contenuti forti
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
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Harry si guarda allo specchio e si perde nei suoi stessi occhi. Manca una luce, un riflesso, una piccola punta di azzurro ma sa che non tornerà finché davanti a sé non avrà Louis. Si chiede: quando torna, ma soprattutto se torna. La cosa peggiore è non avere risposte e quel 'Harry' lui non sa come interpretarlo, se in maniera positiva, un qualcosa simile ad un 'Ciao', oppure negativamente, qualcosa che somiglia di più ad un 'Harry smettila, per favore'. La presenza di quel punto alla fine del suo nome poi, inspiegabilmente, lo fa tremare.

Stringe ancora quella felpa a sé, inspirando ancora il suo profumo. Si gira e chiude la porta dietro le sue spalle, lo fa per una ragione particolare e non è quella di farsi beccare da Niall o Liam, quello è già successo, semplicemente non vuole che quell'odore così forte di Louis abbandoni quella stanza, alla fine è l'unica cosa che gli è rimasta. Per questo ha vietato a tutti di metterci anche solo la punta del naso lì dentro, non lo fa con cattive intenzioni, non si accorge neanche di tenere così maledettamente tanto a quella stanza piena di ricordi. Sono quasi le quattro di mattina e lui è esausto, fisicamente e moralmente, non sa qual è la forza che lo tiene ancora sveglio a quell'ora ma comunque non durerà a lungo, le energie lo stanno abbandonando e lui ha bisogno di dormire ma non vuole farlo nel loro vecchio letto, ora soltanto suo. 

Non vuole dormire in nessuno dei letti presenti in quella casa, perché sopra ognuno di essi c'hanno fatto l'amore almeno una volta. 'Ah, se Niall sapesse su che letto dorme' - prova a scherzare, ma quel pensiero non lo fa sorridere, non c'è niente di felice in lui, non in quella notte, almeno.

Vorrebbe farlo, l'amore s'intende.
Gli ormoni della gravidanza lo rendono spesso eccitato ma Harry si accontenta di se stesso. Non ha mai pensato di passare del tempo con qualcun'altro. Ha vacillato soltanto una volta ma ha subito ripreso il senno e ha capito che quel bacio a stampo scambiato con Nick era totalmente sbagliato.In quell'occasione aveva scritto anche una serie di 'Mi dispiace Lou' - e si era sentito doppiamente sbagliato, come se alla fine della storia tutto quello fosse per colpa sua. Si abbandona sul divano con fatica, non riesce più a trovare una posizione giusta. Gli manca maledettamente tanto stendersi e trovare le braccia di Louis a sorreggerlo, a riempirlo e quando succedeva, tutto il mondo sembrava bloccarsi in quell'abbraccio.

Persino l'aria sembrava essere di troppo quando Harry e Louis erano insieme.

Il ragazzo non sa cosa fare, non ci sono finestre che affacciano sul giardino quindi non può vedere a che punto è ormai il sole, si ferma quindi ad osservare un punto indefinito di quella stanza, nelle braccia ancora la felpa di Louis - prova in tutti i modi a sentirlo vicino, a sentirlo e basta - vorrebbe tanto sentirsi bene, almeno meglio, ma è a conoscenza del fatto che tutto il suo meglio inizia e finisce con Louis ed è inutile, senza di lui non può che sentirsi male, peggio.

Vorrebbe davvero curare il dolore che prova, ma non sa da dove partire - 'È complicato' - si ripete ancora, mentre si afferra la testa tra le mani e la scuote, purtroppo però i pensieri non escono, Louis non esce. È sottopelle il suo dolore e sa che non andrà mai più via.

Come un tatuaggio. 
Come tutti quei segni che orgogliosi portavano sulla pelle, erano stati fatti per raccontare la loro storia, ora però gli ricordano quanto ci si può sentire soli senza l'altra metà di te stesso.

È a casa ma non ci si sente.
Guarda il veliero sul suo braccio, dovrebbe seriamente pensare di ripassarlo e si sente così: sbiadito e solo, senza una rotta, perchè la bussola che poteva indicargliela si è rotta, forse si è persa e lui con lei.

Harry sente Niall e Liam litigare per l'ultima barretta al cioccolato rimasta, se la combatteranno a 'Sasso, Carta, Forbice', li conosce bene e sa che l'irlandese perderà perchè ancora convinto che il sasso sia imbattibile e lo sa pure Liam, che astuto butterà giù la carta e si conquisterà il dolce, ma gli occhi dolci di Niall vincono su tutto e alla fine la barretta la mangerà lui. Certe cose non cambiano mai, Niall e Liam fortunatamente non lo fanno, sono gli stessi di otto anni prima e forse è stupido ma Harry è contento di vedere che alcune cose sono rimaste come i vecchi tempi, che almeno loro sono rimasti così.

Loro non sono come Zayn.
Loro non sono come Louis.

Quei due pensieri insieme gli fanno un dannato male, lo colpiscono dritto al petto e per un attimo gli manca il fiato, ma si ricompone, dovrebbe davvero smetterla di pensarci perchè quel male che sente all'altezza del petto non fa bene al bambino, come non fa bene a lui. Ma non gli importa di se stesso ed ancora per un po' si infligge quel dolce male, ripensando a vecchi momenti insieme, ripensando a quando aveva tutta la felicità al fianco e forse non l'ha apprezzata al massimo. Solo ora si rende conto che non ha vissuto in pieno tutti i loro momenti insieme e li rimpiange.

La mancanza non chiede il permesso per ferire, lo fa ed in modo brutale. 
La mancanza di Louis sembra prenderlo al centro del petto, per poi salire all'altezza della gola, impedendogli anche di gridare tutto quel dolore che poco a poco lo sta sotterrando. Vorrebbe rivivere ancora tutti i loro baci, ma si accontenterebbe anche e solo dell'ultimo: era un semplice bacio della buonanotte, un accordo, un 'Ci vediamo domani mattina, amore'. Vorrebbe averlo fatto durare più di un secondo, più di un semplice e leggero contatto di bocche. Se avesse saputo che quello sarebbe stato il loro ultimo bacio, non lo avrebbe lasciato finire.

Gli mancano i suoi baci della buonanotte, quelli che Louis gli lasciava appena addormentato sulle palpebre chiuse, le gote leggermente accaldate, sul collo ed infine sulle labbra, li sentiva tutti nonostante il sonno. Harry non gliel'ha mai detto che quelli erano i suoi preferiti, ricordandoli tutti, schedandoli come la felicità. Non si è ancora abituato a non avere nessuno da baciare, aspetta suo figlio per questo, ma non sarà lo stesso, non sarà mai lo stesso che baciare le sottili e rosee labbra di suo marito.

Harry vorrebbe tanto dire che 'Chiusa una porta, si apre un portone', ma non ha mai creduto ai detti popolari, Harry ha chiuso il suo cuore e sa che non ci sarà mai nessun altro che avrà il privilegio di farsi amare così tanto come ha fatto con Louis. Sente di non avere un futuro senza di lui ed è questa la sensazione peggiore.

Non vuole più rimanere nel buio dei ricordi, di quel dolore, ma non ce la fa a muovere neanche un passo senza di Louis e davvero, odia esser sempre stato così dipendente dall'amore della sua vita, di non aver mai davvero imparato a camminare in quel mondo senza di lui al fianco, odia se stesso per essere così tanto innamorato di una persona dopo che l'ha così talmente tanto lacerata che di Harry non sono rimasti che piccoli brandelli ed ancora, odia se stesso per non riuscire ad odiare Louis per ciò che ha fatto. Non prova neanche rancore è solo maledettamente triste per tutto ed è stanco come non lo è mai stato. La sua mente non è lucida e si sente vuoto nonostante non sia mai stato così pieno.

È stanco di ripetere che va tutto bene, quante volte l'ha ripetuto a sua sorella nelle ultime settimane? Quante volte ha detto a Niall di non preoccuparsi, di tornare a dormire perchè lui stava bene? Tante, troppe volte. Mai una volta che c'abbia davvero creduto in quei 'Sto bene'. Non riesce a trovare una soluzione a quel male, un anestetico e suo figlio, quell'esserino non è abbastanza. Non per quella notte almeno, dove i pensieri corrono veloci e le paure ancora di più. Non vuole ammetterlo ma dentro di sé sa che non ce la farà ancora a lungo, persino lui ha un limite e tutto quel dolore lo sta sfinendo, ha ancora poca autonomia.

Non si può avere una vita dopo aver amato Louis Tomlinson, pensa.

È debole e stare ancora chiuso in quella stanza lo sfinirebbe ancora di più, è masochista fino ad un certo punto, per questo si alza barcollando leggermente e spera con tutto se stesso di trovare Liam o Niall in salone, scambiare con loro altre parole, magari potrebbero parlare ancora di quella canzone che tutti e tre stanno scrivendo per l'arrivo del piccolo - o della piccola -, una ninna nanna personale, è questo uno dei privilegi di essere il futuro figlio di Harry Styles e di avere come zii Niall Horan e Liam Payne.

«Liam? Niall? - e per un momento, come d'abitudine, sta per pronunciare anche il nome di Louis, ma si riprende e non lo fa - Ci siete ancora?» - ma nessuno dei suoi due amici risponde, potrebbero essere in cucina o semplicemente essersi addormentati, sono pur sempre le cinque di mattina e non è giusto trattenerli ancora. È Harry quello ad aver la vita spezzata, non loro, i suoi due migliori amici devono continuare ad andare avanti e lui deve smettere di ostacolarli. Niall risponde dopo qualche secondo, aveva semplicemente la bocca piena e quella barretta al cioccolato doveva essere assaporata fino all'ultimo momento - «Hazza sono in cucina» - ed Harry lo raggiunge barcollando, sistemando le mani al centro della pancia, proteggendo ancora per un po' quella piccola vita al suo interno.

«Vai a dormire Nì, è l'alba!»

«Ne sei sicuro? Sai vorrei esserci quando...» - ma l'irlandese è interrotto da una gomitata di Liam, appena arrivato in cucina, dritta sul fianco - «Quello che questa testa di folletto voleva dire è che ci preoccupiamo per te, però se ci dici così...»

Harry sorride sinceramente intenerito dalle parole del suo amico, si preoccupano eccessivamente per lui, per cose assolutamente sbagliate, per errori di altre persone, ma è grato a quei due ed a tutte le persone che sono rimaste al suo fianco. Si sente più voluto e meno abbandonato. Quello strano fastidio all'altezza del petto va via, o meglio, si sente meno quando è coi suoi due migliori amici.

«Liam vai a casa e Nì tu vai a dormire, sto bene ve lo giuro» - Entrambi i ragazzi si trovano ad annuire e in pochi secondi lasciano la cucina, chi per il letto della sua stanza provvisoria, chi per raggiungere la propria casa e finalmente trovarlo.

Niall è ormai sulle scale e Liam vicino il portone dell'ingresso quando Harry li richiama entrambi - «Grazie ragazzi, per tutto».

I tre restano bloccati per qualche secondo a quelle parole, chi con una mano già sul pomello della porta, pronto per uscire ed andare a recuperare, non il sonno, ma la felicità del suo amico, chi nel bel mezzo dell'ingresso con un bicchiere di latte in mano e chi, come Niall, sulla scale ancora voltato di spalle ed è meglio così, nessuno può vedere quella piccola e singola lacrima che gli è scappata dall'occhio destro.

Harry si rifugia nella loro camera, dovrebbe imparare a considerarla solo sua. Dovrebbe imparare a chiamare le cose con il loro giusto nome: 'il mio letto, la mia casa, il mio bambino, la mia vita', non c'è più un plurale, è singolo, è solo. Deve abituarsi, ruota tutto intorno a questa, l'abitudine. È da quando ha sedici anni che considera la sua vita come qualcosa appartenente solo ed esclusivamente a Louis, ci vorrà tempo, tanto tempo, per abituarsi e forse non lo farà mai del tutto, perchè ci sarà sempre quella piccola parte di lui che apparterrà senza condizioni a suo marito.

Si chiede ancora se Louis tornerà mai.
Se si presenterà davanti la sua porta, con quel sorriso beffardo ed insolente che lo caratterizza, con quegli occhi più belli del cielo e gli chiederà scusa. Ma a pensarci Harry non vuole sentirsi dire niente, vuole solo abbracciarlo, gli mancano maledettamente tanto quelle braccia, perdersi nel suo profumo ed addormentarsi sul suo petto.

Pensarci adesso fa male.
Fa tutto male da quando è andato via e lui ormai ha raggiunto il limite di sopportazione.

È per questo che afferra il telefono e preme il dito su quel nome, quell'unico numero inserito tra i 'Preferiti'. Quel nome essenziale che dopo undici lunghi squilli, non risponde. Parte la segreteria, segno che Louis gli ha volutamente riagganciato il telefono.In passato lo faceva quando era quasi a casa, quando Harry era preoccupato perchè stava tardando ed allora lo chiamava ma Louis ormai era già vicino ed allora riagganciava semplicemente. Ma questa volta non è vicino casa loro, casa sua.

Deve imparare che non c'è più condivisione dei beni, forse da parte di Louis non c'è neanche più il bene, figuriamoci l'amore. Lo fa tremare di paura questo pensiero, sente persino una dolorosa fitta al ventre ma non ha forze per chiamare qualcuno, si accascia semplicemente sul letto della loro - sua - camera, che non sa nemmeno come ha raggiunto e cerca in tutti i modi di riposare, di spegnere il cervello ed abbandonarsi al sonno, mettendo a tacere finalmente quel dolore che lo sta facendo a pezzi.

Harry non esagera, è esasperato da tutto quello e non sa più come reagire, non sa più neanche da che parte guardare, tutto gli ricorda Louis e tutto gli fa male, un male che nessuno sembra capire, un male che nessuno potrà mai annientare. È brutto anche solo pensarlo ma Harry augura a tutti quelli che gli hanno detto - 'È solo un ragazzo, poi passa' - di perdere la cosa più cara che hanno, per farli capire anche solo come ci si sente a perdere tutto e restare senza niente, restare niente. Ed Harry si sente esattamente così, come svuotato da qualsiasi cosa, non sente più nulla.

Il dolore però, quello lo sente e sembra non finire mai. Pensava di potercela fare da solo, di essere un grand'uomo ed un bravo padre, ma non lo sarà. Pensava di poter sopportare tutto quello, che dopo sei mesi le ferite si sarebbero finalmente cicatrizzate ed avrebbero fatto sempre meno male ad ogni respiro, ma neanche qui è così. L'unica cosa certa è che lui non sarà mai più lo stesso, perchè non avrà più Louis al suo fianco. 

Harry (06:12)
Torna a casa.
 

Gli scrive un'altra volta prima di fissare il suo letto e quella sensazione di freddo e di vuoto, sia sua che del letto, è peggio dell'Inferno. Osserva la cornice sul suo comodino: la foto rappresenta lui e Louis il giorno del loro grande matrimonio. Quell'evento segreto, con pochi partecipanti, essenziali. Avrebbe voluto fare le cose diversamente, magari chiamando le due intere famiglie e non solo le madri degli sposi, sposarsi a casa loro e non in Australia ma non rimpiange quel gesto, non potrebbe mai farlo. Quel giorno ha promesso di essere suo per sempre.

Fissa ancora l'immagine tenendola nelle mani tremanti, erano così felici. Una sensazione che ora sembra così lontana e sconosciuta ad Harry. «Sei bellissimo in questa foto amore» - dice a bassa voce, sfiorando con il pollice il viso di Louis, per poi passare alle loro mani incrociate, ai loro corpi vicini ed infine ai sorrisi di entrambi. Sente il batticuore solo al ricordo di quel giorno, alle promesse che si erano scambiati in riva al mare, al tramonto. Quel 'Non ti lascerò mai Harry' - che Louis aveva pronunciato a fior di labbra ora suona così falso e rotto.

Pensa, pensa ed ancora pensa a lui, ma non vorrebbe farlo. Vorrebbe cancellare quello che sono stati ed andare avanti ma non può permettersi questo, perchè eliminarlo dalla sua vita vorrebbe dire perdere i suoi ultimi otto anni. Si chiede però se rimarrà sempre bloccato a quel punto oppure andrà avanti.

Non è pronto. 
Non vuole.
Louis è indelebile e non pensarci non serve a nulla. Si guarda intorno e lo vede ovunque, guarda se stesso ed è inutile ripeterlo, è sulla sua pelle, sotto, nel petto, negli organi vitali, nel suo bambino, Louis è ovunque e quel pensiero non lo abbandona. Quel profondo amore che prova non lo abbandona, non potrebbe mai. Non si abituerà mai a quello e forse non deve farlo. Il pensiero di finire tutto lo investe un'altra volta, ma questa è meno sbagliato di prima, fa meno male, ma per fortuna Harry scuote la testa come a ripristinare i suoi pensieri e abbandona l'idea, ancora per un po'.

La morte non lo spaventa, non quando ha conosciuto il dolore che si prova a restare senza l'amore della sua vita. Ciò che gli fa davvero paura è come andare avanti senza Louis - 'Ho basato la sua vita su di te, devo imparare a camminare da solo e non so se ce la faccio' - pensa Harry sconfortato. 

«Harry posso entrare?» - il ragazzo sente la voce di Niall al di là della porta, non bussa - come suo solito - ma aspetta una risposta senza entrare. Dopo aver beccato Harry più volte a masturbarsi, ha imparato a non fare irruzione nella camera senza almeno dire qualcosa.

«Entra Nì»

«Sei vestito?» - il riccio alza gli occhi al cielo - «Non sbuffare con me signor Styles» 

Questa volta però sorride - qualcosa che si avvicina parecchio ad un sorriso - gli si illuminano un po' gli occhi e le guance prendono per un attimo colore, sotto tutto quello strato di dolore c'è ancora una piccola traccia del solito Harry, Niall è felice di vederlo, anche se per poco, così. «Stai meglio? Non riesco a dormire pensandoti qui tutto solo» - dice Niall, allungandosi sul letto di fianco ad Harry. Ignora la cornice stretta sul petto di quest'ultimo e si avvicina a lui, sfilandogliela e sistemandosi sul suo sterno, attento a non far male al bambino.

«Io sono solo» - risponde l'amico a bassa voce alzando le spalle, ovviamente - «Pensavo che dopo sei mesi le ferite che mi ha inflitto si fossero finalmente cicatrizzate, invece no, fanno ancora male. Ed il dolore peggiore è durante notti come questa, dove vorrei che ci fosse lui a curare le mie voglie, ad abbracciarmi fino a farmi addormentare, in cui realmente percepisco la sua assenza, in cui il dolore fa più male e non finirà mai. Pensavo di avercela fatta»

Niall vorrebbe sapere cosa dire, la giusta formula per far rispuntare le fossette sulle guance scavate di Harry ma non sa cosa dire o inventarsi. Sa che Louis sta tornando ma non è solo ed è questo che lo fa più incazzare - «Potresti andare avanti» - dice solo, senza aggiungere quel 'Come lui' che tanto gli brucia sulla punta della lingua. Le foto che Preston gli ha inviato non erano complete, Louis su quell'aereo non era solo: c'era Zayn. Quelle foto avevano spento la speranza anche in Niall. Quel Zayn che aveva prima considerato un amico, un fratello e poi uno sconosciuto. Quella stessa persona che aveva convinto Louis a lasciar stare Harry ed il loro bambino, lui poteva dargli di più. Ha giocato sulle paure di Louis, sulle sue incertezze fino a farlo suo, come aveva sempre voluto, togliendo dai giochi quel riccio che aveva sempre visto come  il rivale da annientare.

Harry non si accorge dell sguardo pensieroso di Niall e parla, straparla in realtà, senza capire ciò che davvero vuole dire - «Rimarrò sempre bloccato nel posto in cui mi ha lasciato». È l'ultima ed unica cosa che Niall intuisce di quel discorso, gli fa male vedere il suo migliore amico in quelle condizioni è per questo che parla, senza nemmeno accorgersene, buttando fuori quella verità che lui stesso ha promesso a Liam di tenere per sé. Sa che gli farà male, ancora di più di ciò che sta vivendo in questo momento ma pensa anche che sia la scossa giusta per mandarlo finalmente avanti e lasciarsi alle spalle Louis Tomlinson. 

Ah, se Niall sapesse.

Prende un lungo respira e lo dice - «Louis è tornato a Londra - sente l'amico smettere di respirare per qualche secondo, poi aggiunge - è insieme a Zayn».

Quella frase è sufficiente.

Non lo guarda in viso mentre ammette la verità, ha paura di vederlo crollare sotto i suoi occhi e Niall non vuole questo. Sorprendentemente però, quando alza lo sguardo per agganciarlo a quello di Harry lo trova stranamente sereno, anzi, è addirittura Harry a rincuorarlo, rassicurandolo, ripetendogli quella solita frase - «Sto bene».

Niall non indaga oltre, si ferma all'apparenza di quelle parole. Lui non sa cosa sta realmente passando per la testa di Harry ed è meglio così, assolutamente. Lo osserva fissare un punto nel vuoto, vorrebbe dire qualcosa ma lascia stare, si stende ancora di più sul largo sterno e si lascia coccolare un po', convinto che azioni come quella siano più importanti di alcune parole. Harry gli accarezza i capelli scuri, ogni tanto sente la mancanza di quel biondo ma deve ammettere che sta meglio così, muove circolarmente le sue dita tra i capelli corti, giocando con qualche ciocca e sentendo Niall mugugnare di non fermarsi. Chiude per un istante gli occhi e ricorda tutte le volte in cui Louis gli ha toccato i capelli in quello stesso modo, solo che loro finivano per sfociare in ben altro, in amoreSi chiede se il suo piccolo bambino sia nato da una carezza o da un momento di latente passione. Se Louis fosse stato lì gli avrebbe risposto - 'Dall'amore' - perchè loro si sono amati, non importa ciò che ora sono. 

Si scosta leggermente dal corpo dell'amico per raggiungere il cellulare abbandonato sul comodino. Evita i messaggi di sua sorella e le chiamate perse di sua madre, scrive sulla chat di gruppo della sua famiglia un misero 'Vi voglio bene'. Scatta poi una foto a Niall, cercando attentamente di non prendere la pancia e la carica davvero su Instagram, senza nessun tipo di descrizione. Twitter è l'ultima applicazione che apre, lo fa con il cuore pesante e la prima cosa che vede sono le foto di Zayn e Louis all'aeroporto, camminano lontani eppure Harry riesce a percepire lo sguardo di suo marito sul corpo dell'altro e gli fa male, un male tremendo che non riesce nemmeno a definire. 

Louis non tornerà a casa e quel pensiero è ciò che lo uccide davvero per la prima volta. 

È masochista d'emozioni, conosce questo suo lato, è per questo che continua a sfogliare le foto una dopo l'altra, a fermarsi sui piccoli dettagli che una macchinetta fotografica non riesce a cogliere, ma lui sì perchè li conosce entrambi e sa che hanno passato le ultime otto ore di viaggio a coccolarsi, a fare l'amore, è questo il secondo pensiero che massacra il cuore di Harry che non ce la fa più a sopportare tutto quello. 
Quando smette di guardare quelle foto è troppo tardi, le lacrime sono già scese copiose sulle guance e corrono, perdendosi sul collo. Scorre oltre, mette tra i mi piace un video di alcuni gattini che cantano e poi scrive un Tweet, citando le parole di una canzone e sa che le fan impazziranno perchè quella è realmente una canzone di Taylor Swift, ma lui ci si rispecchia troppo. 

Harry (07:21)
Perchè non me l'hai detto? 

Harry (07:25)
Louis rispondimi, cazzo! 

Louis (07:26)
Dirti cosa? 

Harry (07:27)
Che saresti tornato. 

Louis (07:28)
Non trovavo le parole giuste.

Harry (07:30)
Tu mi conosci meglio di chiunque altro. Sai che mi sarebbero bastate anche parole sbagliate, le avrei accettate perchè erano tue! Avrebbero fatto meno male di tutto questo. 

Louis (07:41)
Harry realmente cosa vuoi?

Harry (07:45) 
Ora l'ho capito.

Lascia perdere il telefono e torna ad accarezzare Niall che ormai dorme profondamente, sorride nel ricordare tutte le volte in cui nel tour bus gli lanciavano oggetti per farlo smettere di russare. Quando smette di accarezzarlo è per dare qualche ultima attenzione alla sua pancia.  
Si alza faticosamente, cercando di non svegliare Niall e raggiunge trafelato la mansarda, quella stanza che Louis stesso aveva arredato anni prima: un grande biliardo fa da padrone al centro di questa, poco lontano una serie di flipper automatici ed una copia a grandezza naturale di Spiderman, che Harry stesso aveva regalato a Louis per i suoi ventun'anni. La televisione prende gran parte dell'unica parete non contornata da finestre e sotto di essa una serie di consolle con cui Louis si divertiva a giocare. Harry non dovrebbe pensare a tutte le volte in cui hanno fatto l'amore su quel biliardo o le volte in cui ha cavalcato Louis su quel divano ad L che riempie la stanza ma i pensieri volano veloci e lui non è in grado di reprimerli, come per il dolore che prova all'altezza del petto. 

Con un po' di accortezza di sfila la maglietta bianca con il quale è solito dormire e mette la felpa di Louis, non gli arriva a coprire neanche metà della pancia ma Harry prova una sensazione bellissima a sentire effettivamente qualcosa appartenente a Louis sulla sua pelle. Emette una risata sguaiata, se Louis fosse lì la riconoscerebbe, è quella che precede il pianto isterico, quella da paura. Ed allora non si trattiene più, tira fuori tutte le lacrime, i singhiozzi disperati, urla anche ed è grato al sonno profondo di Niall, niente in quel momento può svegliare l'ex biondo, Harry però si sente in colpa per ciò che scoprirà al suo risveglio ma non deve pensarci, non può tirarsi indietro adesso. 

Si accarezza la pancia, le lacrime ancora copiose e tra un singhiozzo e l'altro riesce a dire - «Avrei voluto chiamarti Darcy. Avrei voluto essere un buon padre».

Gira per tutta la mansarda finché, incastrata tra due cuscini, trova una vecchia penna. È sicuro di averci scritto almeno qualche canzone con quella, gli piaceva abbozzare qualcosa mentre osservava Louis giocare a FIFA. Stringe con tutte le sue forze quel piccolo tubicino di plastica, con delicatezza apre la cornice ed estrae la foto del loro matrimonio, rigirandola più e più volte tra le mani. Se deve lasciare qualcosa vuole che sia proprio lì. È difficile riassumere quello che Louis è stato per tutto quel tempo in quello spazio bianco, scrive col cuore le ultime parole che mai dirà.

"Mi hai fatto male, me ne fai da quando te ne sei andato ma non te ne accorgi. Sono rimasto solo con questo dolore lacerante a tenermi compagnia e guarda dove mi ha portato. Lo faccio perchè tu non ci sei più e non ci sarai nemmeno domani o il giorno dopo ancora ed io non mi posso permettere una vita senza di te
Ho finito i motivi per restare qui. 
Perdonami Louis, forse è giusto così, non c'è la tua voce a fermarmi, non ci sei nemmeno tu. Siamo stati felici un tempo, ma io non voglio più esserlo se non lo posso essere con te. Potrai odiarmi a tempo debito ma ti prego Lou, sii felice, portami sempre con te, ricordati di me, vivi anche un po' per me. 
Sarai sempre l'amore della mia vita, ora posso dirlo con certezza. Tocca a me dirlo questa volta: Sarai sempre nel mio cuore Louis Tomlinson. Tuo per sempre, Harry."

Rilegge più volte quelle parole, non corregge nulla, va bene così. È tutto ciò che vuole dire a Louis, aggiunge solo un piccolo 'Ti amo' sulla foto, calcandolo appena. Fa un lungo respiro, si bacia la le dita della mano per poi portarle al di sopra della pancia per salutarlo e chiedere scusa. Con le mani tramanti apre la scatola di antidepressivi che aveva nascosto nella tasca della felpa ed ingurgita tutto il contenuto della boccetta, avvicinandosi poi alla finestra e spalancandola.

Non vede più le cose a colori, solo nero che diventa sempre più profondo ed abbraccia la sua vita eppure in quell'ultimo momento vede una piccola sfumatura d'azzurro. È la fine, ora può lasciarsi andare.  

Non è un film questo, nessuno lo salva all'ultimo secondo, Louis non c'è. È un attimo, una scelta e per amore si lascia andare nel vuoto, perchè Harry Styles non la vuole una vita dove non può amare Louis Tomlinson. 

@Harry_Styles
Is that the kind of ending you wanna see now. Baby what about the ending, I thought you'd be here by now, that you'd be here by now.
28.09.2018 - 09:22



Fine.  

 

 

  
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