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Autore: _E r i s_    19/01/2016    4 recensioni
|Prima classificata al contest “I non-toni dell’amore” indetto dagli Shiri Sixteen sul forum di EFP|
Nagumo sta affrontando un periodo particolarmente difficile della sua adolescenza: si sente diverso. Troverà rifugio in qualcosa di fin troppo grande per lui, che finirà per portarlo a chiedersi cosa voglia dire essere realmente felici. Ma, ormai, sembra essere troppo tardi per tornare indietro, e ne è più che consapevole.
Estratto: "Haruya fissò insistentemente l'entrata, come se avesse saputo che l'amico sarebbe ritornato di lì a poco. Ma niente: l'aveva lasciato solo. Di nuovo."
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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c Autore:  NaruSaku123
Titolo:  Cacciatori di stelle cadenti
Personaggi: Suzuno Fuusuke, Nagumo Haruya, Altri.
Categoria: Triste.
Genere: Malinconico, triste, angst.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Tematiche delicate.
Introduzione: Nagumo sta affrontando un periodo particolarmente difficile della sua adolescenza: si sente diverso. Troverà rifugio in qualcosa di fin troppo grande per lui, che finirà per portarlo a chiedersi cosa voglia dire essere realmente felici. Ma, ormai, sembra essere troppo tardi per tornare indietro, e ne è più che consapevole.
Eventuali note dell’autore: Salve a tutti! E' il primo contest a cui partecipo, perciò questa mini-long sarà una schifezza assurda, ma io la pubblico lo stesso. Premetto che a me questo tema sta molto a cuore... Non l'ho vissuto in prima persona -ci mancherebbe-, ma una persona molto vicina a me ha avuto questo genere di problemi e... Niente, pensandoci ho scritto questa roba.




Cacciatori di stelle cadenti



Strinse con forza i pugni, così tanto da far conficcare le unghia nei palmi e da far sbiancare le nocche già pallide.
Un evidente tremore gli scuoteva il corpo, mentre gli occhi, incupiti ma al contempo vitrei, osservavano, con un'insistenza che non gli apparteneva, il muro.
Sentiva il respiro pesante, quasi affannoso, e il cuore pulsare più del dovuto, dandogli l'illusione che sarebbe sbucato fuori dal suo petto da un momento all'altro.
L'evidente nervosismo crebbe quando vide la porta venire lentamente spalancata e un fioco fascio di luce illuminare la sua tenebrosa stanza.
-Sei sveglio?
-Cavolo, se sono sveglio.- Il suo sussurro tagliente spezzò il silenzio creatosi poco prima, mentre una figura si faceva stancamente largo nella stanza, prima di chiudersi la porta dietro le spalle.
-Mi stavi aspettando?
Non rispose, si limitò a osservare per qualche attimo gli occhi dorati del ragazzo, prima di ripoggiare il capo sul cuscino. Socchiuse le palpebre, assumendo un'espressione pensosa nello stesso istante in cui sentì una leggera pressione sul proprio letto e la mano calda del giovane andarsi a posare tra i suoi capelli.
-Scusa. Non volevo farti preoccupare.- Asserì la stessa voce che poco prima aveva udito, con una nota di risentimento.
-Non mi hai fatto preoccupare. E ora taci, che voglio dormire.- E chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal lieve tepore che emanavano le lenzuola sfatte.

***

Non ci mise molto a riprendere coscienza. La sveglia non era ancora suonata: puntava le 05 e 17 minuti.
-Maledizione.- Sibilò a bassa voce nel vano tentativo di non svegliare il compagno di stanza, che emise un lieve borbottio, per poi rimanere in religioso silenzio, probabilmente riaddormentandosi.
Lanciò una breve occhiata a quest'ultimo, si alzò svogliatamente dal letto, raggiungendo a veloci falcate la porta, per poi sparire dietro essa. I corridoi erano bui e nemmeno un'anima viva si aggirava in essi.
Si diresse verso il bagno, e ci mise anche qualche minuto a trovarlo. Non ricordava che l'orfanotrofio fosse così grande.
Una volta arrivato a destinazione, maledì mentalmente Atsuishi che aveva sempre la malsana abitudine di lasciare la luce accesa, accecandolo.
Si chiuse la porta dietro le spalle, per poi posizionarsi di fronte allo specchio. Due profonde occhiaia contornavano gli occhi color del miele e sui capelli rossi, già non propriamente ordinati, in quel momento sembrava essere letteralmente esploso qualcosa, ma a Nagumo importava di tutto, fuorché del suo aspetto.
E si notava anche: l'eccessivo dimagrimento in quegli ultimi mesi, la pelle estremamente pallida e gli occhi, in origine allegri, spenti.
"
L'allontamento dalla pietra" Dicevano molti. Peccato che erano passati mesi, ormai, da quando l'Aliea era stata sciolta, ma Haruya continuava a convincersi sistematicamente che era quella la causa del suo "degrado". O, forse, voleva solo evitare di almanaccare inutilmente.
Emise un leggero sbuffo, prima di stiracchiarsi e volgere nuovamente lo sguardo sulla propria figura. 
Storse le labbra in una smorfia, aggrottando le folte sopracciglia.
-Wow.- Esalò in un sospiro. -Sembro davvero un cadavere.
-Dov'eri finito?
Nagumo sobbalzò, trattenendo a stento un urlo di sorpresa. Si voltò di scatto nella direzione della voce, pronto già a scagliare una raffica d'insulti verso un Natsuhiko che probabilmente voleva fargli qualche scherzo di pessimo gusto, ma, quando incontrò gli occhi color del ghiaccio di Suzuno, si bloccò improvvisamente. Non l'aveva nemmeno sentito entrare... Stava davvero perdendo colpi.
Sbatté per qualche attimo le palpebre, osservando con un'espressione perplessa in viso il compagno di stanza, che, senza troppe cerimonie, gli si avvicinò con lo sguardo più tenebroso che Haruya gli avesse mai visto indosso.
-Allora? Che fai, non rispondi?
-Non stavi dormendo, tu?- Lo interruppe il rosso, riportando la propria attenzione sull'immagine riflessa nello specchio. 
-Te lo dovrei chiedere io. Sei dannatamente rumoroso, sai?
-Non volevo svegliarti.- Mormorò l'ex capitano della Prominence, fingendo concentrazione nei confronti dell'albino. Egli lo fissò per qualche attimo, forse sperando che si sarebbe voltato a guardarlo, per poi assumere la solita espressione fredda che lo caratterizzava.
-Non volevi svegliarmi, non volevi farmi preoccupare...- Mormorò il ragazzo dagli occhi celesti, intonando la voce come se le parole fossero state parte di una nenia fastidiosa -e il particolare inquietò maggiormente il rosso.
-Ma falla finita, Nagumo.
-E' colpa di Shigeto: aveva bevuto e non voleva tornare...
-Ovvio, è sempre colpa degli altri, eh?
-Fuusuke, se sei venuto qui per farmi la predica, sappi che non m'importa niente di ciò che dirai.
Il ragazzo dalla pelle candida si strinse poco nelle spalle, aggrottando la fronte. Diede improvvisamente le spalle a Nagumo, che, finalmente, gli dedicò al sua totale attenzione.
-Ti aspetto in camera. Se tra un quarto d'ora non ci sarai, verrò a cercarti. E sappi che se ti ritroverò qui a rimuginare su tutte le cazzate che stai combinando, ti spaccherò io quella faccia da cadavere.- Detto questo, si chiuse alla svelta la porta dietro le spalle, non lasciando al rosso il tempo di ribattere.
Haruya fissò insistentemente l'entrata, come se avesse saputo che l'amico sarebbe ritornato di lì a poco. Ma niente: l'aveva lasciato solo. Di nuovo.
Si lasciò sfuggire un impercettibile sospiro. Ormai, quella storia andava avanti da qualche mese -sei, per la precisione- : lui che non faceva altro che combinare un guaio dopo l'altro e Suzuno che gli faceva la ramanzina, senza fare realmente qualcosa per aiutarlo -o, almeno, così pareva al ragazzo dagli occhi color oro.

Perché Nagumo era più che conscio che l'unica cosa di cui aveva veramente bisogno era di essere aiutato. Sapeva di star sbagliando tutto, di star rovinando la propria vita, eccome se lo sapeva.
Eppure, semplicemente non riusciva ad evitarlo.
Non ricordava nemmeno il suo primo approccio con la droga.
Forse era ubriaco, forse era una serata qualunque, o forse aveva deciso volontariamente di compiere quell'assurda cazzata che all'inizio lo terrorizzava; stava di fatto che, anche volendo, non riusciva a smettere -come qualunque altro tossicomane fa, no?
E nei momenti in cui pensava, si rendeva conto realmente di ciò che stava succedendo.
Gli occhi spenti, la pelle bianca, l'involucro vuoto che non era altro che il suo corpo avevano senso.
E si pentiva amaramente.
Ma, si sa, Ryuuji avrebbe detto: "Il lupo perde il pelo ma non il vizio".
Già, e lui si sentiva tanto come quel dannato lupo.
Suzuno gli diceva sempre che quello non era un buon modo per divenire felici. "Da che pulpito viene la predica." Si ritrovava spesso a pensare l'ex capitano della Chaos. In fin dei conti, che ne poteva sapere Fuusuke dell'essere felici?
Era davvero meglio la sua di vita, piuttosto che quella del ghiacciolo.
"La felicità è lo stato d'animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri."
Il ragazzo dai capelli rossi aveva anche imparato a memoria quella definizione -si sentiva davvero stupido ad averla cercata sul dizionario-.
Peccato che il reale significato di quelle poche parole non fosse nemmeno lontanamente vicino a Nagumo, che ogni giorno si sentiva sempre più vicino al toccare il fondo del baratro.
  
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