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Autore: sognouis    19/01/2016    2 recensioni
Io avevo la sola e innocua intenzione di farmi una normalissima doccia, come tutte le persone normali. Peccato che le persone normali, finita la normale doccia, avvolte in una normale salvietta e con i normali capelli ancora fradici, non si ritrovino un gruppo di persone in salotto a squadrarti come se avessi appena ucciso un cucciolo di cane.
Beata normalità, concetto a me totalmente sconosciuto.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Bondage
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“Let's go, don't wait, this night's almost over. Honest, let's make this night last forever!” le note dei blink risuonavano nella mia testa mentre cantavo lungo la strada con le cuffiette nelle orecchie. Sì, stavo decisamente facendo tutto con calma. Tanto che fretta c’era. 8:29 ed ero davanti al cancello della scuola, ah che puntualità. Altro che Svizzera.
Entrai nell’edificio con ancora le cuffie nelle orecchie e iniziai a salire le scale, quando, a metà rampa, mi apparve davanti il tizio di stamattina. Com’è che si chiamava? Luke? …ah sì, Loki.
Era come lontano, come se non fosse lì, eppure c’era. Stava guardando dietro di me e mi venne spontaneo voltarmi, scoprendo che dietro di me non c’era nulla, mi girai di nuovo e lo vidi parlare con qualcuno. O almeno credo. Muoveva le labbra, ma non spiccava parola. Mi avvicinai e mi misi davanti a lui, e o mi stava ignorando veramente bene, o non riusciva a vedermi. Mi sbracciai per farmi notare ma nulla, era come se non ci fossi. Allungai la mano verso di lui e prima che riuscissi anche solamente a sfiorarlo, svanì nel vuoto. Poi il nulla.
 
Voci. Voci ovattate, nient’altro. Non riuscivo nemmeno a distinguere le une dalle altre, erano tutte dannatamente uguali. Ero impotente, non riuscivo a parlare o anche solo ad aprire gli occhi.
“Penso sia svenuta e abbia battuto la testa, mi hanno chiamato dalla scuola. L’hanno trovata priva di sensi sulle scale. Ho fatto fare dei controlli a Jarvis, pare sia solo una bella caduta, niente di rotto.”
“Magari ha avuto un calo di zuccheri, o che so, un abbassamento di pressione.”
“Non lo definirei un abbassamento di pressione, il mio.” mi uscì una frase molto smorzata, non riuscivo a schiarirmi la voce.
“Alice, oddio. Come ti senti?” non riconobbi subito quella voce, poi mi resi conto che fosse quella di Pepper.
“Piena di lividi.” cercai di alzarmi ma mi fecero subito risdraiare.
“Oh no, non pensarci nemmeno. Da qui non ti alzi finché non ti sei stabilizzata.”
“Sto bene, Pepper. Davvero.”
“È esattamente quello che diresti se non stessi bene.” ma cos.
“E cosa direi se stessi bene?” la guardai in attesa di una risposta che non arrivò, solo la sua espressione da chi ha appena perso un dibattito, quindi mi alzai.
“Ah ah, perché la mia vetrata è rotta?” questa volta fu Tony a parlare, e dal tono presumo che non fosse troppo felice della cosa.
“La fata turchina ci ha fatto visita, ti cercava.”
“Questo lo so, il tuo foglietto riassumeva perfettamente l’accaduto. "Un tizio molto mattiniero con uno scettro magico ha rotto muro e finestra, non è colpa mia. Baci, Alice". Cosa ti ha detto?”
“Nulla – alzai le spalle – solo che ti cercava.” lo guardai.
“Jarvis, chiama gli altri, dì che è urgente.”
“Subito, signore.”
“Perché tutta questa urgenza? Non mi è parso molto pericoloso.”
“Ricordi l’anno scorso, il casino che è successo? – annuii aspettando che continuasse – ecco, l’ha causato lui. Quel tizio ha raso al suolo mezza New York in un pomeriggio con i suoi animaletti da compagnia un po’ troppo cresciuti.”
“Ah – fu tutto quello che fui in grado di dire in quel momento – beh, io inizio a pulire.” e non feci in tempo neanche ad andare a prendere la scopa che un’altra vetrata si ruppe, facendo da ingresso a Thor.
“Scherziamo?” lo guardai annichilita, adesso doveva pagarmi anche lui una finestra.
“Dov’è mio fratello?” sembrava non avermi neanche ascoltata.
“Il tizio con la bacchetta magica? Non è più qui.”
“Ti ha detto dove andava?”
“No, nulla. – guardai meglio Thor e ripensai alla figura di Loki – non vi assomigliate per niente.”
“È adottato.”
“Oh.” in una mattina ho risposto già troppe volte con dei monosillabi, questa cosa non va bene.
Il biondo si rivolse a Tony, intento a contattare Fury.
“Se è tornato non è per una guerra, Stark.”
“Ah sì? La mia esperienza mi dice il contrario – e si staccò dallo schermo per concentrarsi su Thor – tu ti fiderai anche di lui, ma io no. Non possiamo rischiare che quella imitazione di re distrugga ancora la città, o peggio.”
“Fammici parlare, poi decideremo se dichiarargli guerra o meno. Se avesse voluto una guerra, avrebbe lasciato un messaggio.” Thor sembrava sicuro di sé e la tensione che si stava formando non mi piaceva, non volevo che altri pezzi di casa andassero a donnine allegre.
“Intanto qui abbiamo due vetrate e un muro rotti.” mi intromisi io, mettendo i puntini sulle i.
“Avrebbe fatto molto peggio che infrangere qualche vetro. Un giorno, dammi un giorno.” adesso sembrava speranzoso. Doveva credere molto nel fratello, cosa che subito fosse reciproca dato che il casino dell’anno scorso è stato proprio opera di Loki.
“Sbrigati.” e con questo Thor uscì da una delle due vetrate frantumate e scomparve nel cielo.
 
Stavo finendo di mettermi lo smalto quando ci fu l’entrata in casa di Rogers e Natasha.
“Che diavolo è successo qui?”
“Attenta, Nat. Certe parole non piacciono a Steve.” provocai apposta Steve mentre soffiavo sulle unghie per far asciugare più in fretta lo smalto.
“Ci avrei scommesso che me l’avresti rinfacciato.” il suo tono era scherzoso ma sapevo che c’era un filo di serietà, e la cosa non fece altro che darmi ancora più soddisfazione. Sorrisi senza guardarlo mentre Tony ci raggiungeva.
“Il piccolo cervo ci ha fatto visita.” le loro facce mutarono da divertite a spaven- no, decisamente incazzate.
“E dov’è adesso?”
“Thor lo sta cercando, vuole parlargli civilmente, come se noi e i cervi parlassimo la stessa lingua.”
Io me ne stavo a guardare mentre quei tre discutevano su come avrebbero potuto torturarlo. Mi guardai la mano e ripensai all’eccesso di adrenalina che ebbi dopo averlo toccato, qualcosa non quadrava. Magari l’adrenalina era dovuta a ciò che avevo assorbito, qualunque cosa fosse. Non mi era mai capitato di percepire tanta energia tutta insieme, mi sentivo come se potessi controllare tutto.
“Che c’era nello scettro di Loki?” domandai ancora guardandomi la mano, sentivo i loro sguardi bruciarmi sulla pelle.
“La Gemma della Mente, una delle Gemme dell’Infinito. Ha un potere enorme, per questo Loki va fermato sul nascere.” questa era la voce di Fury, che però non ricordavo fosse in casa, infatti alzai lo sguardo e notai che era sullo schermo. Non risposi e aspettai che i loro sguardi si spostassero da me, per poi alzarmi di scatto e uscire di casa.
 
Camminare e pensare al senso della vita, non è da me. Almeno tanto quanto mettere l’ananas sulla pizza. Eppure stavo mettendo un piede davanti all’altro mentre pensavo a quello che era successo stamattina, cercando di capirci qualcosa. E più cercavo di capire, meno capivo. Che cosa snervante. Mi fermai e guardai di sfuggita il paesaggio di Central Park, per riprendere subito a camminare con le mani nelle tasche del mio giubbetto di jeans. Se qualcuno mi avesse guardato per un secondo di troppo mi avrebbe scambiata senza problemi per una cocainomane in astinenza: zoppicavo per via dei lividi della caduta/svenimento/calo di zuccheri e/o pressione di oggi, tenevo la testa bassa e il cappuccio del giubbetto sopra di essa e inciampavo ogni due per tre in qualche tombino o sasso che non vedevo lungo la strada, non indossando gli occhiali. Ottimo stato, direi che batte il post-sbornia di Tony.
Mi sedetti su una panchina non senza difficoltà e lasciandomi scappare qualche verso di dolore ogni volta che facevo peso sulla parte sbagliata del mio corpo. Mi soffermai sul paesaggio, sulle persone che facevano jogging o portavano a spasso il cane, quando una figura attirò la mia attenzione.
“Cristo, non di nuovo.” abbassai subito lo sguardo, non volevo svenire una seconda volta in giorno solo. Lo rialzai e notai che la figura di Loki era sparita e tirai un sospiro di sollievo.
“Vedo che sei messa maluccio anche tu.” mi girai e cacciai un urlo che fece volare via i piccioni e girare un paio di persone. Misi a fuoco sulla persona seduta di fianco a me, sperando non si trattasse proprio di lui. Sperai invano.
“In che senso "anche tu"?” lo guardai meglio e notai che aveva due occhiaie enormi, cosa che stamattina non aveva e che era vestito da persona normale, cosa strana. E non stava per niente male, cosa ancora più strana.
“Dopo il nostro spiacevole incontro ho notato che i miei poteri si sono affievoliti, e non ho potuto non chiedermi il perché. E se mi pongo una domanda, trovo piuttosto in fretta la risposta.” il suo fare altezzoso mi urtava il sistema nervoso.
“E sentiamo, quale sarebbe?” lo guardai imitando il suo atteggiamento.
“Tu non sei frutto di esperimenti come ti hanno detto, Alice – non riuscivo a capire. Jarvis aveva detto che a giudicare dal mio DNA mi erano state mutate alcune cellule, come si spiegava se no? – tu non sei nemmeno umana.”
Rimasi impietrita.
 
 
 
BUOOOOOONGIORNO.
Allora, sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo. E mi pare sia pure più lungo rispetto agli altri, il che è un miracolo.
Ringrazio come al solito chi recensisce, segue, ricorda e mette tra i preferiti la storia, ma perdonatemi, non ho abbastanza forza vitale per scrivere i nomi.
Fatemi sapere cosa ne pensate, baci.
Letizia
   
 
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