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Autore: Atena_Laufeyson    19/01/2016    4 recensioni
Era da qualche mese che portavano avanti segretamente la loro storia.
Era tremendamente sbagliato, lo sapevano, ma erano arrivati a un punto dove non potevano più fare a meno l’uno dell’altro.
John, che era in procinto di sposarsi con Mary, in un matrimonio combinato scelto unicamente dai genitori. Una storia senza amore quindi.
Sherlock, violinista che si esibiva unicamente sulle navi e che nonostante i molti viaggi fatti non era mai riuscito a vedere il mondo. Perché si rifiutava di scendere dalla nave, per paura che poi non volesse più risalirvi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era il 10 aprile ed il sole di mezzogiorno dava un po’ di sollievo dal freddo pungente dei giorni scorsi. Il Titanic era attraccato al porto e i passeggeri si apprestavano a salire.

Tutti, dalla prima all’ultima classe erano emozionati all’idea di quel viaggio verso l’America, ed erano anche molto onorati di far parte del viaggio di inaugurazione di una delle navi più grandi del tempo.

John, Mary e le loro rispettive famiglie salirono quasi per ultimi, a causa di un ritardo causato da un guasto della loro automobile.
Subito vennero condotti nelle loro cabine per iniziare a sistemare i bagagli e godersi la nave.
John si guardava intorno meravigliato e nello stesso tempo pensava a dove fosse Sherlock in quel momento. L’attesa sembrava infinita e l’ora di cena sembrava voler prendersi gioco di lui, non arrivando mai.

“Puoi andare ora se vuoi” Disse Mary Facendolo riemergere dai suoi pensieri

“Cosa?” Chiese John sorpreso da quelle parole

“Non fingere. Pensi che non abbia notato le tue continue sparizioni dopo cena a ogni nostro viaggio via mare? “

“Mary... Io posso spiegare”  Balbettò John sentendosi con le spalle al muro;
ma la sua futura moglie sorrise dolcemente per tranquillizzarlo

“Non c’è nulla da spiegare. Va da chi ami. Non sarò di certo io a impedirtelo. Il nostro è un matrimonio combinato, senza amore, e finchè potrò io non mi metter in mezzo al tuo. Ora va”

John sorrise raggiante, era felice di avere qualcuno che lo comprendesse come Mary, anche se non sapeva come avrebbe reagito se avesse saputo che il suo amore era un uomo; non sapeva che tipo di mentalità avesse riguardo a queste cose. Ma a questo non ci doveva pensare, perché ora l’unica cosa che doveva fare era andare a cercare il suo Sherlock.

Corse via dalle cabine della prima classe e chiedendo indicazioni qua e là, arrivò al piccolo salone dove stava la maggior parte del personale della nave.

Si guardò intorno, c’era davvero molta gente che lavorava sul Titanic e che quindi affollava la sala, ma lo riconobbe subito.
Era girato di spalle, ma quei ricci e neri li avrebbe riconosciuti ovunque. Si divincolò tra le persone che c’erano tra loro, a ogni passo che faceva sentiva il cuore battergli sempre più forte

E ancora più forte...

Fino a quando non fu a pochi centimetri di distanza. Fu a quel punto che Sherlock si voltò e lo vide. Il suo volto si illuminò, gli occhi azzurri, quasi color ghiaccio si fecero lucidi e le labbra si piegarono in un sorriso. Anche la reazione di John quando incontrò gli occhi del suo amato fu simile.

“Ciao” Sussurrò Sherlock con una dolcezza che però solo John riusciva a comprendere

“Ciao” Rispose lui limitandosi a ridere. Neanche il cielo aveva idea di quanto John volesse abbracciarlo, baciarlo... Ma non poteva, o almeno... non lì.

Sherlock sembrò capire a cosa stesse pensando, a lui bastava solo uno sguardo.

“Mi è stato detto che vorrebbe fare un giro della nave, signor Watson, se vuole la posso accompagnare” Disse il violinista ad alta voce, trattenendo una risata per tenere in piedi la farsa.

“Gli è stato riferito giusto, e accetto il suo invito signor... Holmes giusto? L’ho letto sul cartellino” Esclamò John strappando a un altro sorriso a Sherlock.

Quindi senza destare sospetti uscirono dalla sala. Camminarono per un po’ a dovuta distanza a causa dei passeggeri che popolavano i corridoi principali, poi finalmente arrivarono in un piccolo corridoio che poi conduceva a delle scale che portavano alla sala macchine. Era deserto ovviamente, dato che gli operai dei macchinari erano già al lavoro da un pezzo.

“Buongiorno signor Watson” Disse poi Sherlock ridendo e baciando il compagno prima con dolcezza e poi con crescente passione

“Mi sei mancato lo sai?” Chiese poi John in un momento che si staccarono per riprendere fiato

“Anche tu mi sei mancato, non hai idea di quanto” Rispose il violinista riprendendolo a baciare a passando le mani sulla sua schiena, sotto la camicia.

John rabbrividì al contattori quelle mani fredde, ma era una sensazione che amava, lo faceva sentire felice, spensierato... Ogni suo problema sembrava insignificante in quel momento. Gli passò le mani tra quei ricci neri che lui adorava e scese a baciargli il collo.

Ti prometto che arrivati in America le cose cambieranno” Affannò tra un bacio e l’altro John

“E come?” Chiese Sherlock staccandosi e allontanandosi leggermente per guardarlo negli occhi

“Lì non sarà come in Inghilterra, non mi conoscerà nessuno. E quindi potrei andarmene senza che nessuno se ne accorga” Spiegò John accarezzando la guancia del compagno

“Vuoi dire che vorresti scappare... con me?” Balbettò Sherlock sgranando gli occhi

“Sempre se tu lo vorrai, io e te contro il resto del mondo”

“Per sempre” Sussurrò il violinista per poi baciarlo dolcemente

Non poteva andare meglio. L’inizio di una nuova vita era alle porte. Lui e John... e in quel momento potevano dirlo... Loro erano infinito
 
 
   
 
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