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Autore: Suomalainen    19/01/2016    1 recensioni
Un libro.
Una ragazza del tutto normale.
Un ragazzo' all'antica.
Due salti nel tempo, lui per salvarla, lei per cercarlo.
Ma se il destino non fosse così semplice? E la fine non così scontata?
Dal testo:
" «Cosa ci fai qui?»
«Io… Volevo vederti e–»
«Se ti trovano qui sono guai!»
«Non mi importa.» dissi con decisione, non volevo lasciarlo mai più. Lui mi afferrò un polso e mi trascinò dietro una porta, la richiuse alle nostre spalle e mi bloccò con la schiena al muro. «A ME importa. Non potrei perdonarmelo se…» sospirò. Mi lasciò i polsi, mi attirò a sè stringendo le sue muscolose braccia attorno alla mia vita. Mi baciò dapprima lentamente, e poi sempre con più passione. Io ricambiai stringendolo forte a me.
«Mi sei mancata.» mi sussurrò a fior di labbra.
«Anche tu.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Due lunghissime settimane erano passate e io non riuscivo ancora a capire quello che mi era successo. L’unica persona che mi avrebbe fatto star meglio sarebbe stata mia nonna, lei sarebbe riuscita a spiegarmi tutto, dall’inizio alla fine, rassicurandomi “non sei pazza” mi avrebbe detto “ci siamo passate tutte”. E invece non c’era più ed era proprio a causa di questa mancanza che mi era successo tutto quello che mi era successo. Ma neanche mia madre non c’era a cui chiedere spiegazioni, e neanche Liam.
La verità era che mi mancava, davvero tanto, il che era un paradosso davvero grande visto che quasi fino all’ultimo l’avevo odiata con tutta me stessa. Forse ancora adesso l’odiavo, ma era un odio diverso: non partiva più dal cuore o dalla pancia, l’odio era nella mia testa. Era la mia testa, il mio cervello che continuavano a sussurrarmi che io quel ragazzo non l’ avrei mai più rivisto e che quindi tanto valesse che mi mettessi il cuore in pace e che lo iniziassi ad odiare come si deve...
«Cassy? Ci sei?!»
«Sì, scusami... Ero soprappensiero.» cercai di scusarmi e di sembrare non troppo tormentata agli occhi di Hel «Cosa mi stavo dicendo?»
«Dicevo che Lucas ti deve odiare davvero tanto! Insomma è andato a raccontare in giro che ti ha mollato lui perché tu eri troppo appiccicosa.»
«Ha detto davvero così?» cercai di trattenere una risata, se pensavo che ero stata innamorata di lui per così tanto tempo mi venivano i brividi. Era la persona peggiore che avessi mai conosciuto e sinceramente non me ne fregava davvero niente di quello che poteva dire in giro.
«Bhè?! Non dici niente?»
«E cosa dovrei dire? Che mi dispiace? È solo un ipocrita che non sa che fare nella sua vita, lascialo pure pensare che mi abbia lasciato lui e che ora io stia morendo dal dolore per questa perdita!»
«Da quando sei così cinica con il mondo?»
«Da sempre penso. O almeno, Liam mi ha aiutato a portar fuori il cinismo che c’era in me, dovresti ringraziare lui!» la mia affermazione fu seguita da un silenzio.
«Potremmo andarlo a trovare un giorno..»
«Chi Liam? Non credo.»
«Perché no? Andiamo lì, tu dici che sei la cugina del futuro Re e ci faranno entrare con tutti gli onori del caso. Fine.»
«Non sono ammessi estranei nella loro comune. Anche se sono parenti stretti del Re.»
«E perché  lui era uscito?»
«Per via della morte di mia nonna. Lui è potuto uscire per...» mi stavo incastrando da sola e odiavo mentire a Hel, ma proprio non avrei saputo come dirle la verità «... Dare l’estremo saluto. Sai, anche per quelli che vivono in una comune è importante una cosa del genere.»
Hel annuì sembrando soddisfatta della mia risposta è non aggiunse altro. In quel momento sentimmo il suono della campanella che segnava l’inizio delle lezioni «Cassy devo andare, mi aspetta una lunga lezione di matematica.» fece un sonoro sospiro «Verrò bocciata, me lo sento.»
«Ma non è vero! Sempre la solita pessimista. Ci vediamo dopo!» così dicendo corsi verso l’aula della professoressa Lars e mi sedetti proprio nello stesso istante in cui lei entrò.
«Buongiorno Ragazzi! Oggi parleremo di...» si girò e scrisse alla lavagna a caratteri cubitali: “DESTINO”. 
Una voce si alzò dal fondo della classe «Ma prof! È stato l’argomento della scorsa lezione!»
«Lo so! La scorsa volta abbiamo analizzato l’idea di destino secondo diversi autori della letteratura inglese... Questa volta voglio sapere cosa ne pensate voi del destino.» il silenzio era calato nella classe, la Lars si guardò intorno soddisfatta di essere riuscita a catturare l’attenzione di tutti.
«Allora? Chi vuole iniziare?» scrutò la classe «Cos’e per voi il destino? Cosa vi viene in mente quando pensate a quella parola?» lasciò che le sue parole entrassero in ognuno di noi, fece un passo indietro e si sedette sulla cattedra. 
Una ragazza della prima fila alzò la mano lentamente «Charlotte!»
La ragazza riabbassò la mano e iniziò a parlare con voce incerta «Secondo me il destino è qualcosa di immutabile... Che non può cambiare, neanche se ti ci metti d’impegno. Penso che non esista..»
«Secondo me invece esiste!» a parlare era stata una brunetta dell’ultima fila «Esiste, altrimenti tante cose che ci accadono non potrebbero essere spiegate! È la ragione per cui siamo nati in un determinato stato oppure del perché facciamo determinate cose o perché ce ne capitano altrettante!»
«E il libero arbitrio allora?» mi ritrovai a ribattere io «Il fatto che ognuno di noi abbia una scelta? E che ogni scelta porti a delle conseguenze? Secondo il tuo ragionamento tutto questo non dovrebbe esistere.»
«È tutto una grande illusione infatti! Pensiamo di essere liberi quando in realtà non lo siamo. Tutta la nostra vita è stata programmata da qualcun altro... Non siamo che marionette noi.» non ero d’accordo, secondo me tutti avevano delle scelte da fare e delle responsabilità da prendersi. Stavo per ribattere, quando mi venne in mente una cosa: avevo scelto io di essere una guardiana? No. Avevo scelto io di avere dei dejà va nei momenti meno opportuni? No. Ero stata io a volere l’arrivo di Liam nella mia vita? Era stato lui a voler essere il mio custode? No. Avevo scelto io di ricevere quel libro e di vivere tutto ciò che mi era successo fino a quel giorno? NO.
Non ero che una marionetta di qualcuno al di sopra di me, qualcuno più potente e più cattivo probabilmente visto tutto quello che stava facendo passare alle donne della mia famiglia. Quella ragazza aveva ragione: il libero arbitrio era solo un’illusione.
«Ok, allora vi faccio un’altra domanda: avete l’opportunità di sapere quale sarà il vostro destino, ma sapete anche che una volta che l’avete appreso avrete solo poco tempo e poi la vostra memoria si cancellerà e tornerete a vivere come se niente fosse. Lascereste qualcosa a voi stessi per fare in modo che anche una volta perso il ricordo di quello che avete appreso possiate comunque sapere cosa vi capiterà in futuro?»
«No. Altrimenti potrei cambiarlo e cancellare parte di altri destini inconsapevolmente.» era stata di nuovo Charlotte a parlare, la professoressa Lars annuì.
«Per me sarebbe in base al futuro che mi ritrovo.. Se è bello  non farei nulla, se invece mi aspetta un destino orribile farei di tutto per cambiarlo!» era stato Lucas a parlare questa volta. 
«Anche se in questo modo andresti contro alla felicità o addirittura all’esistenza di qualcun altro?»
«Sì, alla fine l’unica cosa che conta sono io. Il resto è secondario.» e fece un sorriso.
“Che schifo” mi ritrovai a pensare... Avrei voluto aggiungere qualcosa, ma in quel momento suonò la campanella è la Lars ci congedò con un «Mi raccomando pensateci e continueremo questo discorso la prossima volta!».

Rientrai a casa che era ormai buio, avevo passato tutto il pomeriggio con Hel a mangiare caramelle davanti ad un film, ci eravamo davvero divertite e io ero sicura che mi sarebbero venute un sacco di carie per tutto quello zucchero. 
Andai a farmi una doccia, mi infilai il pigiama e andai a mettermi sotto le coperte, non ero stanca, ma comunque dopo pochi minuti i miei occhi iniziarono a farsi pesanti e mi addormentai ancora con il libro di chimica aperto sotto la testa.

“Corri! Più in fretta! Più in fretta!”
“Non ci riesco! Mi fa male il petto, mi brucia!” Il terreno mi scivolava sotto i piedi rendendo il tutto ancora più complicato. Una mano mi afferrò per il braccio proprio mentre stavo per darmi per vinta “Sei l’unica che può farlo... Se ti arrendi ora è finirai!”
SPLASH.
Stavo nuotando, l’acqua era buia e la paura mi serrava lo stomaco in una morsa d’acciaio.
“Nuota! Avanti che siamo quasi arrivati!”
“E se non mi dovessero credere?” Feci una bracciata e iniziai ad ingoiare acqua “Aiu-“ non riuscii a finire la frase che un’onda mi sommerse. Allungai un piede in modo è sentii qualcosa di duro: il fondo! Cercai di darmi una spinta con tutta la forza che avevo in corpo per risalire in superficie..
ARIA. I miei polmoni si stavano riempendo d’aria e io tornavo a vivere. Mi guardai intorno, dove mi trovavo? Era una grotta forse... Solo un po’ troppo luminosa. Mi avvicinai allo specchio d’acqua che sembrava riflettere la luminescenza e dentro non vidi riflessa la mia immagine, ma bensì quella di un altra ragazza... Cosa stava facendo? Stava leggendo qualcosa...
Ad un tratto capii “NO, NON LO FARE!” Cercai di gridare “ASPETTA! NON SAI QUELLO CHE FAI!IL BIGLIETTO! LEGGILO!” Ma quella ragazza sembrava non sentire.
Il libero arbitrio non esiste, tutto è in mano al destino, che tu non puoi cambiare.
Quelle parole iniziarono a riecheggiarmi in testa...
“No. No, non è possibile! Deve esserci un modo!” Mi tenni la testa tra le mani in preda al dolore.
Doveva esserci un modo... Doveva esserci... Doveva...

Mi svegliai di soprassalto, ero madida di sudore e la testa mi pulsava, ma sapevo che cosa dovevo fare. Ero l’unica che era in grado di fermare quel ciclo, che poteva mettere la parola fine a tutto quello. Ero l’unica che poteva cambiare il destino alla futura guardiana del libro.
Presi una penna dal cassetto della scrivania, afferrai il Libro e lo aprii sull’ultima pagina: era bianca. Bene, aspettava giusto me.
Iniziai a scrivere in stampatello, in modo che la scritta risaltasse a chiunque l’avesse aperto in futuro:
ATTENZIONE!! NON LEGGERE MAI AD ALTA VOCE QUESTO LIBRO. CHIAMERAI DA UN PASSATO NON DEFINITO IL TUO CUSTODE E NON FINIRÀ BEN-
Una luce accecante si sprigionò dal libro, rendendomi impossibile continuare a scrivere, lasciai cadere la biro e cercai di coprirmi gli occhi...
L’ultima cosa che sentii fu la mia voce che ripeteva “Non finirà bene” e poi più nulla.





Angolo dell’autore:

Sono tornata, dopo un sacco di tempo, ma sono tornata! Spero che la storia continui a piacervi,
Pesce and Love.
Suomalainen


  
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