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Autore: CloveRavenclaw39    19/01/2016    2 recensioni
Visto che Vendetta- Stai con me resta con me vi era piaciuto, ho deciso di postare un'altra one-shot, raccontando come tutto è iniziato
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Hermione e Theodore'
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Erano successe tante cose dopo la guerra. Molti palazzi erano andati distrutti, molte vite avevano fatto la stessa fine. Molte persone erano cambiate, altre erano sempre le stesse. Io ero cambiata davvero tanto, molto più di altri. Ma per farvi capire bene la mia situazione, credo che dovrò cominciare a raccontare dal principio. Prima che ci fosse la guerra, quando ero ancora Hermione Granger.
 
Sesto anno
Era solo la seconda settimana di scuola e già eravamo pieni di compiti. Harry e Ron, rompiscatole fino alla fine e svogliati anche peggio, mi avevano fatto venire un terribile mal di testa, tanto che alla fine li avevo mandati entrambi a quel paese ed ero scappata in camera mia, chiudendomi dentro ovviamente. Adoravo la mia camera nella torre: essere caposcuola era davvero gratificante, non avrei sopportato un altro anno con Lavanda, Calì e Ginny in camera, le loro frivole chiacchiere e i loro commenti malevoli sulla mia scarsa vita sociale e quasi nulla vita sentimentale. La rossa Weasley, che un tempo era arrivata ad essere la mia migliore amica, ora era talmente frivola e sciocca che ero arrivata a detestarla. Un po’ mi dispiaceva, era pur sempre la sorellina di Ron e la cotta di Harry, ma non riuscivo a soffrirla! Guardai l’orologio. Era ora di cena e sicuramente la sala comune era deserta, così scesi, sperando di trovare un po’ di pace. Mai pensiero fu più sbagliato.
- Andiamo Mione mi passi il tema di Trasfigurazione?-. mi girai per incenerire chi mi aveva posto quella domanda e mi ritrovai a scrutare lo sguardo limpido di Harry. Gli passai davanti, ignorandolo. Lui mi seguì, mentre uscivo dalla sala comune.
- Oh andiamo Herm! Sai bene che la trasfigurazione non mi riesce proprio, figuriamoci la pratica!- esclamò il bambino-non-per-molto-ancora-sopravvissuto.
- Senti Harry- dissi, senza fermarmi- io per fare quella relazione ho studiato tutto il pomeriggio, mentre tu e Ron vi giravate i pollici, sono stufa! Se ti serve così urgentemente il tema, FALLO DA SOLO!- gli urlai in faccia, per poi deviare per un corridoio minore. Di solito non ero così rabbiosa, ma capitemi: dopo tutta la mattinata in classe e quattro ore di studio intensivo in biblioteca ero davvero stremata, mentre i miei cari amici avevano dormito durante le lezioni e se ne erano stati spaparanzati sui divanetti in sala comune tutto il pomeriggio. Cercai di calmarmi, e presi a camminare lentamente. Poco dopo un venticello fresco mi sfiorò la pelle facendomi scorrere brividi lungo la schiena, e mi accorsi di essere fuori in giardino. Decidendo di ignorare il freddo, continuai a camminare, fino a ritrovarmi alle sponde del lago Nero, dove trovai un bel masso su cui sedermi. Respirai a pieni polmoni l’acqua salmastra del lago, e subito mi sentii meglio. Sì, mi ero arrabbiata molto, ma adoravo i miei amici, e mi sarei fatta perdonare il mio comportamento ignobile, ma in quel momento volevo solo trovare pace. Quell’anno era iniziato nello stesso modo degli altri, tranne per il fatto che i Mangiamorte cominciavano a manifestare un po’ di più la loro presenza, ma per il resto, Hogwarts era rimasta immutata, come se fosse in un altro mondo, in un altro tempo. Ma ne ero sicure: quell’anno qualcosa sarebbe cambiato. Non immaginavo che avrei avuto davvero ragione.
 
 
 
Ero a lezione di pozioni quel giorno, e la grande idea di Piton per far perdere punti a grifondoro quel giorno era un lavoro a coppie. Miste, ovviamente. Ron si era ritrovato Carlino Parkinson come compagna, Harry Malfuretto e il povero Neville Blaise Zaini, con cui avevo una sorta di principio di amicizia, in quanto da sempre immune alle credenze sul sangue e anche simpatico, per essere una serpe. La mia cara compagna di lavoro era invece Daphne Greengrass, bella quanto scema, che continuava a stonarmi con chiacchiere futili su come i miei capelli assomigliassero ad un roveto incolto. Io la ignoravo, facendo tutto il lavoro e sorridendole con condiscendenza ogni tanto. Non pensate che io non amassi ballare, andare a fare shopping o cose così, semplicemente una lezione non mi sembra il luogo più adatto per parlarne. Soprattutto se è pozioni con Piton e i serpeverde. E proprio in quel momento il professore passò davanti al mio banco, scrutando il contenuto del calderone.
- Mhhhh…ottimo direi. Dieci punti a serpeverde-. Mi morsi a sangue la lingua prima di rispondere male.
- Oh, guarda un po’ Granger! Sei tutta rossa!- ridacchiò la bionda oca, e io la fulminai con uno sguardo talmente acido che si zittì subito. Certo che ero rossa, ero rossa di rabbia! Infatti appena finii riempì una provetta e la sbattei sulla cattedra. Piton probabilmente non lo notò, perché non tolse altri punti alla mia casata, e uscii, sbattendo la porta e sentendo distintamente uno strascicato ‘cinque punti in meno a grifondoro’. Odiavo Piton, era più forte di me. Quel giorno ci sarebbe stata la partita grifondoro serpeverde, ma io non avevo voglia di andare a vederla, anche se Ron giocava come portiere, cos’ mente tutti andavano al campo, io mi chiusi nella biblioteca. In corridoio però urtai qualcuno, che mi prese per la vita per non farmi sbilanciare troppo. Quando alzai lo sguardo mi trovai davanti il viso di Theodore Nott. Nott era un bellissimo ragazzo. Era molto alto, con  capelli ricci e neri, e grandi occhi azzurri. Aveva un fascino bruto, sottolineato dalle forti braccia e dal petto scolpito, eppure nonostante suo padre fosse un mangiamorte, lui non aveva niente contro i mezzosangue, al contrario di Malfoy e co.
- Scusa Granger, non guardavo dove andavo- disse infatti, nonostante fossi stata io a finirgli addosso.
- Non ti preoccupare, scusami tu, ciao- lo salutai, andandomene di lì. Entro un ora la partita sarebbe finita, e in un ora potevo fare quello che volevo in giro per la scuola.
 
E mi pentii di non essere andata alla partita, perché quando tornai era troppo tardi, e Ron stava già baciando Lavanda. Solo dopo capii che quel gesto mi avrebbe salvato la vita.
 
Ero corsa via, e mi ero rinchiusa sulla torre di astronomia, ma solo dopo aver fatto inseguire Ronald da uno stuolo di uccellini infuocati. Ero triste, e stavo piangendo. Ma ero anche arrabbiata. Mi sentivo tradita: come poteva preferire un’oca del genere a me? Che ero la sua migliore amica? Come…come aveva potuto? Quando sentii lo scricchiolio della porta della torre che si apriva mi asciugai velocemente le lacrime. Ero seduta sul cornicione di una delle finestre in pietra, con le gambe che penzolavano nel vuoto.
- Cerchi di suicidarti Granger?-. Una voce mi distrasse, ma non mi girai.
- A te che importa?- chiesi, scortese, ma la persona mi venne incontro, appoggiando i gomiti alla balaustra di pietra dove io ero seduta.
- Sarebbe un vero spreco, Granger-. Una mano grande mi accarezzò lentamente a schiena, e io sentii i brividi scorrermi su per la schiena.
- Tieni, ti è caduto oggi-. Theodore mi porse un album, che subito afferrai, portandomelo al petto. Lui ridacchiò.
- Sei molto brava-. Quell’inaspettato complimento mi penetrò nel cuore. Ancora non sapevo che quello era il suo potere su di me.
- Hai…hai visto i miei disegni?- chiesi, maledicendomi per aver balbettato. Lui annuì. Lentamente le sue mani salirono sulla mia schiena, e lui si mise dietro di me. Mi spostò lentamente i capelli dal collo.
- Sono bellissimi, in particolare questo- mi sussurrò, aprendo l’album e sfogliandolo fino ad arrivare a quello che chiamavo il mio capolavoro. Era il volto di una bellissima donna, circondato dal nero. Ella aveva il collo leggermente reclinato all’indietro, e un’espressione di puro piacere sul volto, con gli occhi chiusi e la bocca semi aperta in una specie sorriso. Dal nero emergeva però un’altra figura. Una figura di un uomo, con iu capelli scuri e ricci che si confondevano con lo sfondo nero, i cui denti affondavano nella carne tenera del collo della ragazza.
- Vorresti sentirti come lei? Provare un piacere talmente assoluto da farti sentire in pace?- mi chiese suadente. Io ero come ipnotizzata dalla sua voce, e annuii. Non mi rendevo conto di cosa davvero stavo facendo, ma annuii, guidata dalla voce di Theodore Nott. Theodore, che in quel momento trafisse la mia giugulare, facendomi provare non dolore, ma il senso di pace a cui agognavo in quel momento.

Writer's corner
Saaaaaalve gente! allora, dato che la precedente one-shot Vendetta-Stai con me resta con me vi era piaciuta parecchio, ho pensato di postare anche questa. so che vi avevo detto che stavo pensando ad un vera e propria fan fiction, tuttavia tra scuola, lavoro e divergent (se vi va passate a dare un'occhiata anche a quella ff) non riesco a scrivere, così ho pensato di fare una serie di one-shot (se capisco come mettere questa e la precedente in una serie, ovvio, anzi mi farete un piacere a dirmelo!) vi ringrazio ion anticipo e spero che vi piaccia. bacioni e a presto
Jules

 
  
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