Amaranth dream
7.
Emma, per i giorni successivi, uscì dalla sua
stanza solamente per andare in palestra o in laboratorio da Tony -gli aggeggi
che le aveva perfezionato erano stratosferici!-, ed evitava accuratamente ogni
altro luogo. Jane, da brava sorella testarda qual era, iniziò sin da subito a
mostrarle apertamente la sua preoccupazione è il suo fastidio per le sue nuove
attività che le sottraevano tempo da passare con lei, ma Emma l'aveva pacata
dicendole quanto ciò la aiutasse a recuperare la memoria e le aveva snocciolato
qualche aneddoto della loro infanzia, che aveva riportato facilmente alla
mente.
In effetti, con l'andar del tempo, Emma era
riuscita a capire la dinamica con cui i pezzetti della sua memoria ritornava no
al loro posto: l'unica cosa che doveva fare era lasciarli entrare; al
contrario, quelli di cui aveva intimamente paura le provocavano forti déjà-vu,
che le facevano girare la testa e perdere l'equilibrio.
Inoltre, riconobbe presto, tutta quella situazione
le aveva fatto tornare il senso dell'ironia.
-E c'è gente che ancora crede nei miracoli.-
borbottò, guardando, per l'ennesima volta, Tony e Steve che litigavano. Emma
era relativamente certa che nel giro di qualche minuto se le sarebbero date di
santa ragione e qualcuno -lei nello specifico- si sarebbe fatta del male. Come
il giorno prima. E quello prima ancora.
Jane sospirò, guardando scocciata quello
spettacolo. -Credo che loro lo sappiano meglio di chiunque altro.-
Emma scoppiò a ridere. -Oh no, fidati. Ne ho avuto
una prova particolarmente concreta.- disse, massaggiandosi distrattamente la
guancia. Dopotutto, prendersi un gancio destro in pieno viso da Mr. Captain
America non era cosa da tutti i giorni. E la cosa triste, ma veramente triste,
era che aveva fallito miseramente nel dividerli: ci erano voluti sia Thor che
Loki che la minaccia di Banner di far arrivare Hulk (nome simpatico che lo
scienziato aveva dato al suo alter-ego, un po' come il Dr. Jekill
e Mr. Hide) per farli placare. Sfortunatamente quel
giorno erano punto a capo.
-Volete farla finita?!?- ringhiò sua sorella ad un
certo punto, rimanendo tuttavia bellamente ignorata. Fu solamente quando Loki e
Thor entrarono nella stanza, quest’ultimo con in mano il suo inseparabile
martello, che le acqua iniziarono a calmarsi –testosterone di dio, probabilmente.-. Per poi agitarsi nuovamente
quando Thor prese la parola.
-Verrà Lady Sif.-
annunciò, senza troppi preamboli.
-Cosa? Per quale ragione?- esclamò Jane, forse a
voce sin troppo alta, tanto che tutti si voltarono nella sua direzione,
facendola arrossire pesantemente.
Il suo fidanzato sembrò non accorgersene e scosse
le larghe spalle. –Sarà una specie di ambasciata: nostro padre vuole avere
notizie concrete e oggettive.-
-Allora avrebbe dovuto mandare Volstagg.-
disse Loki, ridendo. –Sif ha una particolare
predisposizione per te, sicuramente non
avrà la capacità di giudicare oggettivamente.-
Quelle parole, probabilmente pensate con malizia,
suscitarono parecchie reazioni diverse: Tony scoppiò a ridere, definitivamente
separato da Steve e con ancora mezza armatura addosso; Emma sentì una viscerale
gelosia crescere nelle vene, ma quando vide la sorella stringere i pugni e
uscire dalla stanza balbettando frettolosamente delle scuse, ricacciò i suoi
ricordi indietro e le corse appresso.
Si sorprese parecchio quando si rese conto che
l’aveva distanziata con facilità, ma sapeva che la donna era decisamente
impulsiva quando si arrabbiava. Come quella volta che aveva dato una sberla a
Thor quando era ricomparso dopo anni. Scena esilarante.
-Jane, che succede?- le domandò, una volta
raggiunta.
-Non ricordi chi è Sif?-
disse l’altra, con tono teso.
Emma ci pensò un attimo e, quella volta, lasciò
che i ricordi le invadessero la mente. Il volto bello, bellissimo, di una donna
guerriero le coprirono la vista. E la gelosia tornò a bruciarle nelle vene.
Cammino quasi
annoiata per le stanze del palazzo di Asgard, cercando un posto tranquillo e
pittoresco su cui leggere il nuovo libro consigliato da Loki. In realtà,
sentire le storie narrate tra quelle pagine direttamente dalle sue labbra,
sebbene tolga il piacere della lettura, è mille volte più affascinante. A quel
pensiero arrossisco: mi è capitato più volte, negli ultimi tempi, di perdere
frasi intere per essermi fermata a guardare quelle labbra, anche se ho sempre
cercato di non darlo a vedere: non oso immaginare l’imbarazzo! Ridacchio a
questi pensieri, ingenuamente, quando ad un tratto sento delle voci parlare
sommessamente. Mi sporgo leggermente oltre una colonna, indecisa se origliare
ma troppo tentata dalla curiosità; mi pento quasi subito: Loki e un’altra donna
–Lady Sif, probabilmente, dato che ha i capelli neri
e fluenti.- discorrono allegramente, gesticolando un pochino. La cosa che,
tuttavia, mi salta subito all’occhio sono le ginocchia di entrambi che
convergono e si sfiorano e le teste troppo vicine. Rimango immobile qualche
secondo, sperando scioccamente di non farmi sentire, e aguzzando la vista: mi
soffermo sul volto di Loki, volto che ho imparato a conoscere così bene nelle
ultime settimane, e vedo il sorriso che si forma ad una battuta di lei, gli occhi
che si assottigliano e il naso che si arriccia leggermente. Chiudo e riapro gli
occhi più di una volta, cercando di trattenere le lacrime e decido di
andarmene: non voglio vedere nulla di più.
Tuttavia,
mentre mi sto voltando, probabilmente urto qualcosa, perché sento i due
zittirsi all’improvviso. Sono tentata di mettermi a correre, ma cerco di
frenarmi con tutte le mie forze a mia disposizione e mi limito a fare un
sospiro tremulo e a muovermi il più silenziosamente possibile: non sono per
niente convinta di essere passata inosservata ai finissimi sensi di due déi, ma
prego in tutte le lingue che mi ignorino. Sarebbe troppo umiliante mostrarmi
così scossa e piangente.
Che sventura
di sta per abbattere su di noi? –Credi che un boicottaggio ben riuscito potrebbe
rimandarla da dove viene?- domandò Emma, imbronciandosi e sedendosi accanto
alla sorella, che aveva incrociato braccia e gambe, indispettita. Jane fece
spallucce. –Come vorresti boicottarla? Rimane una dea.-
La ragazza ghignò, mentre un’idea iniziava a
formarsi nella sua mente. –Illuminami: domani Steve, Nath e Banner sono
convocati a Los Angeles dallo Shield, vero?-
Emma non riusciva, francamente, a capire per quale
ragione Thor avesse insistito affinché tutti si riunissero in giardino per
l’arrivo di Lady Sif. Certo, poteva dire che ad
Asgard ci fosse l’uso di accogliere gli ospiti con particolari cerimonie
pompose, ma lì erano sulla Terra e, accidenti, era troppo!
Secondo la tabella di marcia dell’Asgardiano, inoltre, erano terribilmente in ritardo: Tony
Stark si era opposto con tutte le sue forze sino a qualche minuto prima e, alla
fine, l’aveva spuntata. In quel momento era rinchiuso nel suo laboratorio ed
Emma si ritrovò quasi ad invidiarlo. Anzi, senza il quasi.
Guardò sua sorella, che batteva isterica un piede
sul pavimento –come la capiva!- e poi si arrischiò a sbirciare verso Loki. Non
l’aveva più visto dopo il loro litigio, ma si era ritrovata a portare alla
mente con facilità molti dei cocci della loro vita insieme ed ogni ricordo
aveva fatto aumentare in modo quasi insopportabile il dolore al petto e il
fastidio all’altezza dello stomaco: il desiderio quasi istintivo di buttarsi
tra le sue braccia la stava rendendo nervosa ed irritabile. E ancora più
irritata era dal fatto che non aveva ancora recuperato tutti i ricordi con cui
poter dare una spiegazione razionale a quei sentimenti. In quel momento
rimpianse di non poter fare allenamento per quel giorno.
L’attesa terminò quando un raggio di luce colorata
colpì il pavimento e, diradandosi, comparve una donna alta e slanciata, con
lunghi capelli neri ed occhi scuri. Emma si prese qualche secondo per
osservarla mentre si guardava intorno con cipiglio critico, facendo muovere la
coda di cavallo leggermente sulla schiena: la ragazza non poté fare a meno di
pensare che fosse una delle donne più belle sulla faccia della terra. Anzi,
sulla faccia dell’universo. Non che lei avesse mai visto molte donne
provenienti da altri pianeti, in effetti…
-E’ un piacere rivedervi.- disse Lady Sif, avvicinandosi a Loki e Thor e rivolgendo loro un
leggero inchino con la testa. Thor le sorrise apertamente, aprendo le braccia
come per abbracciarla. –Lady Sif, il piacere è tutto
nostro! Quale buone nuove porti da Asgard?-
Emma fece solo in tempo a vedere Jane stringere i
pugni, che un urlo disumano provenne dall’interno della struttura. Si girarono
tutti verso il suono e videro arrivare Tony Stark di gran carriera.
La cosa che, probabilmente, fece scoppiare a
ridere Jane fu l’andatura zoppicante dello scienziato, causata dalla mancanza
di una metà netta dell’armatura.
-Che razza di buffone.- sibilò Loki, alzando gli
occhi al cielo.
-Emma Foster!- esclamò Tony, facendo pietrificare
la ragazza sul posto. –Lo so che sei stata tu!-
-Io? Che ho fatto?-
-Non fare tanto l’innocente, bambina!- sbraitò,
raggiungendo finalmente il gruppo che lo guardava allibito. –Dove hai messo
l’altra metà di Iron Man?-
A quel punto, forse irritata per la scarsa
considerazione concessagli, Lady Sif corrucciata fece
un passo verso l’Avenger e alzò il mento. –Se non ti
dispiace, umano, questa è una conversazione importante.-
E fu più o meno quello il momento in cui Emma
decise che doveva far continuare quello spettacolino il più a lungo possibile.
Tony guardò la dea e scrollò la spalla libera,
facendo aumentare le rida di Jane. –Moretta, la scomparsa di Iron Man in questo momento è più importante di qualsiasi
conversazione fra dei.- borbottò, senza distogliere lo sguardo da quello della
ragazza.
-Quello che mi chiedo- continuò, mentre Emma si
sforzava di trattenere le risate. –è come tu abbia fatto a capire come
disattivare Iron Man. Le uniche persone che lo sanno
siamo Banner ed io. Ora, ovviamente, io non ti ho detto niente e Banner è a Los
Angeles con la Romanoff.-
Emma si morse un labbro. –O forse, semplicemente,
hai perso metà Iron Man.-
Non l’avesse mai detto! Il volto di Tony divenne
paonazzo e ad Emma ricordò vividamente un teiera: sarebbe scoppiato di certo di
lì a qualche minuto.
-Non dire baggianate! Tu…- prese un respiro
profondo, cercando di calmarsi. –Tu dovresti dirmi la verità.-
Jane, nel frattempo, tentava di non accasciarsi a
terra dalle troppe risate e la ragazza notò che anche a Loki era spuntato un
mezzo sorriso.
Urliamo al
miracolo!
Al contrario, l’espressione di Thor e Lady Sif era tutt’altro che allegra.
-Aspetta un attimo… Jarvis!- esclamò Tony ad un
tratto.
-Si, signore?- rispose una voce metallica
proveniente dalla mezza armatura. –Cosa posso fare per voi?-
-Hai aiutato tu Emma a nascondere la mia
armatura?-
-Tecnicamente, signore, solo mezza armatura.-
Emma, a quel punto, non riuscì più a trattenersi e
scoppiò a ridere di gusto, mentre lo scienziato minacciava il suo fido
assistente di un immediato spegnimento.
-Oh, Tony, lascia stare Jarvis: è colpa mia, l’ho
ricattato.-
L’uomo la guardò con cipiglio arrabbiato. –Ah!
Allora ammetti di essere stata tu!- disse, concedendole un sorrisetto
soddisfatto. –Dimmi dov’è.-
Thor sospirò, puntando le mani sui fianchi. –Forza
Emma.- la rimproverò, chiaramente scocciato. –Lady Sif
non si merita un’accoglienza del genere: dì a Stark dov’è la sua diavolo di
armatura.-
Emma scosse la testa, ridendo. –Oh no. Se la deve
guadagnare quest’informazione. Facciamo che.. ti dirò dove si trova l’altra
metà dell’armatura se mi prendi!- esclamò, prima di attivare i suoi adorati
reattori e schizzare come un fulmine verso le nuvole.
Voleva
proprio vedere come avrebbe fatto a prenderla.
-E… KABOOM! Si è trascinata dietro la libreria.-
Emma strinse le labbra, premendosi il sacchettino col ghiaccio su una tempia.
–Raccontala bene, bugiardo di uno scienziato! Altrimenti sembra che sia io la
mina vagante.-
-Ma tu sei una
mina vagante, fiorellino.- sottolineò Tony, alzando gli occhi al cielo. –Ad
ogni modo, a tua discolpa, ammetto che mi ero aggrappato al tuo braccio.-
-Aggrappato? Ti eri avvinghiato! E’ ovvio che abbia perso l’equilibrio!- borbottò Emma,
cercando con gli occhi quelli della sorella.
Si era divertita immensamente nelle ultime ore, a
dispetto delle conseguenze disastrose: lei e Tony, nel loro inseguimento,
avevano distrutto non pochi mobili della casa, si erano ammaccati
all’inverosimile –il dolore alla tempia e alla spalla stava raggiungendo i
massimi storici- e Thor e Lady Sif erano,
irrimediabilmente temeva, offesi per il loro “inadeguato e davvero poco consono
comportamento”. E pensare che Emma non credeva Thor uno troppo attento
all’etichetta.
Tuttavia, aveva visto Jane ridere fino alle
lacrime e si sentiva terribilmente soddisfatta per essere riuscita a farle
passare il cattivo umore. Inoltre stavano tutti quanti, chi più chi meno,
cercando di godersi quei piccoli momenti di spensieratezza: Banner, Nath e
Steve non sarebbero tornati con belle notizie.
-Inoltre devi ammettere che sono stata parecchio
furba.-
-Oh, da dove deriva tutto questo egocentrismo,
fiorellino? Ti ricordo che senza l’aiuto di Jarvis saresti ancora a chiederti cos’è Iron
Man.-
La ragazza gli fece la linguaccia, ridacchiando.
-Credo che andrò a vedere se quegli altri hanno
bisogno di qualcosa. Detesto essere estromessa dalle conversazioni interessanti.-
borbottò ad un tratto Jane, alzandosi dal divano su cui era comodamente
accovacciata e sbirciando fuori dalla finestra, dove i tre Asgardiani
si erano raccolti per conversare. Emma sapeva che la sorella avrebbe venduto
metà delle sue macchine pur di sapere di cosa parlavano.
La seguì con lo sguardo finché non svoltò
l’angolo, poi si permise si emettere un sospiro: tutta l’eccitazione di poco
prima era andata a farsi benedire.
-Gelosa, fiorellino?- le domandò Stark a
bruciapelo.
Emma spalancò gli occhi, arrossendo vistosamente.
–Gelosa? Io? Di cosa?- domandò, cercando di ignorare l’occhiatina maliziosa di
Tony. Accidenti a lui e alla sua voglia di farsi gli affari altrui.
-Andiamo. E’ evidente che tra te e Loki c’è ancora
qualcosa. Vi guardate come se voleste spogliarvi sul posto.-
-Come se volessimo…? Cosa?- esclamò lei, facendo
salire il tono di qualche ottava. –Non è assolutamente vero! Anzi, lui ha messo
bene in chiaro che non prova più nulla per me.-
Tony scoppiò a ridere. –Certo. E magari prima ti
ha detto che non gli interessa che le cose tornino come prima. Probabilmente
subito dopo averti ricordato tutta la faccenda della perdita dei ricordi, eccetera.-
-Come diavolo..? Ci hai spiati?-
-No, fiorellino.- rise più forte lui, piegandosi
con il busto nella sua direzione. –E’ tipico di noi maschietti orgogliosi.
Allontanare chi ci può far soffrire. Dio solo sa quante volte l’abbia fatto con
Pepper.-
Accidenti.
Consigli d’amore made Tony Stark.
-Non… non credo sia così semplice. Lui ha ragione
sul fatto che l’abbia fatto soffrire.- sussurrò, cogliendo l’occasione di
raccontare quella cosa a qualcuno. Qualcuno che le avrebbe detto le cose come
stavano, senza mascherarle per farla stare meglio. –Qualsiasi cosa io senta per
lui… compare dal nulla, senza una spiegazione, non è…- si bloccò, cercando la
parola adatta.
-Razionale.-
Emma alzò la testa di scatto. –Si. Non è
razionale.-
-Lasciatelo dire da qualcuno di terribilmente
razionale: l’amore non lo è. Scommettiamo quello che vuoi che quando avrai
recuperato i tuoi ricordi non ci troverai niente di razionale lo stesso.-
concluse, alzando le spalle e versandosi su un bicchiere del liquore. Lo bevve
tutto d’un sorso e poi schioccò le labbra. –Niente di meglio per concludere una
giornata tanto esilarante.-
Emma ridacchiò, con la testa ancora alla
conversazione appena conclusa, quando Jane entrò facendo sbattere la porta
dietro di sé.
-Che rabbia.- ringhiò quasi, stringendo i pugni.
Emma e Tony alzarono lo sguardo e videro la donna
livida di rabbia. –Fammi indovinare.- disse Tony, prendendo un altro sorso dal
bicchiere. –Ti hanno mandata via.-
Jane annuì. –E sai che ti dico? Emma, stasera io e
te usciamo a cena!- disse, puntando le mani sui fianchi.
-Uhm, sicura che sia una buona idea?-
-Certamente! Non voglio vederli per molte molte ore. Non so chi si crede di essere, quello li! Un
re?-
Emma guardò la sorella uscire borbottando
infastidita e non poté fare a meno di farsi scappare un sorrisino: era proprio
cotta e mai l’aveva vista così gelosa di un ragazzo.
-Forse dovresti seguirla: non sembra molto padrona
delle sue azioni.- le disse Tony, con una risata. La ragazza annuì e si alzò,
seguendo la sorella, che aveva già salito le scale verso il piano superiore. E’ proprio irritata, convenne alzando un
sopracciglio.
Sospirò e si voltò per l’ultima volta verso la
finestra: riuscì a vedere solamente l’ombra di Loki, ma tanto bastò affinché il
cuore le si stringesse in una morsa.
Angolino dell’autrice: Buonasera a tutti! Sono stata più veloce questa volta nell’aggiornamento, ma sarò molto breve nelle note, purtroppo. Ringrazio tantissimo chi ha letto la storia, chi l’ha inserita in una delle liste e soprattutto chi ha recensito. Siete dei tesori.
Un abbraccio e alla prossima,
Sami