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Autore: samy_97_    19/01/2016    3 recensioni
[Emma si risveglia nell'Avengers Tower completamente priva di memoria. Chi è? Come è arrivata in quel posto pieno di mutanti, dei e guerrieri? Perché si sente così spaesata in mezzo a persone che, teoricamente, conosce da tempo? Inizia per la ragazza una lotta contro la sua stessa mente per far affiorare i ricordi che ha perduto, le sue origini e, soprattutto, gli affetti e gli amori che si è lasciata indietro a causa di un nuovo nemico che minaccia la Terra.]
"Un uomo, molto alto e dall’aspetto un tantino trasandato, entrò con foga, spalancando gli occhi non appena la vide. Un sorriso sostituì quasi immediatamente lo stupore ed egli si avvicinò a grandi passi a lei, chiudendosi con un tonfo sordo la porta alle spalle. –Emma!- esclamò, facendo risuonare nella stanza la sua voce, tanto elevata da procurarle dolore alle tempie. –Sei sveglia! Come ti senti, come stai?- le domandò affannosamente, sedendosi a fianco a lei e prendendole le mani che, solo ora se ne rendeva conto, erano piene di graffi. Chiuse gli occhi, ripetendosi nella mente il nome che lo sconosciuto aveva appena pronunciato. Emma, Emma, Emma."
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amaranth dream

 

 

7.

 

Emma, per i giorni successivi, uscì dalla sua stanza solamente per andare in palestra o in laboratorio da Tony -gli aggeggi che le aveva perfezionato erano stratosferici!-, ed evitava accuratamente ogni altro luogo. Jane, da brava sorella testarda qual era, iniziò sin da subito a mostrarle apertamente la sua preoccupazione è il suo fastidio per le sue nuove attività che le sottraevano tempo da passare con lei, ma Emma l'aveva pacata dicendole quanto ciò la aiutasse a recuperare la memoria e le aveva snocciolato qualche aneddoto della loro infanzia, che aveva riportato facilmente alla mente.

In effetti, con l'andar del tempo, Emma era riuscita a capire la dinamica con cui i pezzetti della sua memoria ritornava no al loro posto: l'unica cosa che doveva fare era lasciarli entrare; al contrario, quelli di cui aveva intimamente paura le provocavano forti déjà-vu, che le facevano girare la testa e perdere l'equilibrio.

Inoltre, riconobbe presto, tutta quella situazione le aveva fatto tornare il senso dell'ironia.

-E c'è gente che ancora crede nei miracoli.- borbottò, guardando, per l'ennesima volta, Tony e Steve che litigavano. Emma era relativamente certa che nel giro di qualche minuto se le sarebbero date di santa ragione e qualcuno -lei nello specifico- si sarebbe fatta del male. Come il giorno prima. E quello prima ancora.

Jane sospirò, guardando scocciata quello spettacolo. -Credo che loro lo sappiano meglio di chiunque altro.-

Emma scoppiò a ridere. -Oh no, fidati. Ne ho avuto una prova particolarmente concreta.- disse, massaggiandosi distrattamente la guancia. Dopotutto, prendersi un gancio destro in pieno viso da Mr. Captain America non era cosa da tutti i giorni. E la cosa triste, ma veramente triste, era che aveva fallito miseramente nel dividerli: ci erano voluti sia Thor che Loki che la minaccia di Banner di far arrivare Hulk (nome simpatico che lo scienziato aveva dato al suo alter-ego, un po' come il Dr. Jekill e Mr. Hide) per farli placare. Sfortunatamente quel giorno erano punto a capo.

-Volete farla finita?!?- ringhiò sua sorella ad un certo punto, rimanendo tuttavia bellamente ignorata. Fu solamente quando Loki e Thor entrarono nella stanza, quest’ultimo con in mano il suo inseparabile martello, che le acqua iniziarono a calmarsi –testosterone di dio, probabilmente.-. Per poi agitarsi nuovamente quando Thor prese la parola.

-Verrà Lady Sif.- annunciò, senza troppi preamboli.

-Cosa? Per quale ragione?- esclamò Jane, forse a voce sin troppo alta, tanto che tutti si voltarono nella sua direzione, facendola arrossire pesantemente.

Il suo fidanzato sembrò non accorgersene e scosse le larghe spalle. –Sarà una specie di ambasciata: nostro padre vuole avere notizie concrete e oggettive.-

-Allora avrebbe dovuto mandare Volstagg.- disse Loki, ridendo. –Sif ha una particolare predisposizione per  te, sicuramente non avrà la capacità di giudicare oggettivamente.-

Quelle parole, probabilmente pensate con malizia, suscitarono parecchie reazioni diverse: Tony scoppiò a ridere, definitivamente separato da Steve e con ancora mezza armatura addosso; Emma sentì una viscerale gelosia crescere nelle vene, ma quando vide la sorella stringere i pugni e uscire dalla stanza balbettando frettolosamente delle scuse, ricacciò i suoi ricordi indietro e le corse appresso.

Si sorprese parecchio quando si rese conto che l’aveva distanziata con facilità, ma sapeva che la donna era decisamente impulsiva quando si arrabbiava. Come quella volta che aveva dato una sberla a Thor quando era ricomparso dopo anni. Scena esilarante.

-Jane, che succede?- le domandò, una volta raggiunta.

-Non ricordi chi è Sif?- disse l’altra, con tono teso.

Emma ci pensò un attimo e, quella volta, lasciò che i ricordi le invadessero la mente. Il volto bello, bellissimo, di una donna guerriero le coprirono la vista. E la gelosia tornò a bruciarle nelle vene.

 

Cammino quasi annoiata per le stanze del palazzo di Asgard, cercando un posto tranquillo e pittoresco su cui leggere il nuovo libro consigliato da Loki. In realtà, sentire le storie narrate tra quelle pagine direttamente dalle sue labbra, sebbene tolga il piacere della lettura, è mille volte più affascinante. A quel pensiero arrossisco: mi è capitato più volte, negli ultimi tempi, di perdere frasi intere per essermi fermata a guardare quelle labbra, anche se ho sempre cercato di non darlo a vedere: non oso immaginare l’imbarazzo! Ridacchio a questi pensieri, ingenuamente, quando ad un tratto sento delle voci parlare sommessamente. Mi sporgo leggermente oltre una colonna, indecisa se origliare ma troppo tentata dalla curiosità; mi pento quasi subito: Loki e un’altra donna –Lady Sif, probabilmente, dato che ha i capelli neri e fluenti.- discorrono allegramente, gesticolando un pochino. La cosa che, tuttavia, mi salta subito all’occhio sono le ginocchia di entrambi che convergono e si sfiorano e le teste troppo vicine. Rimango immobile qualche secondo, sperando scioccamente di non farmi sentire, e aguzzando la vista: mi soffermo sul volto di Loki, volto che ho imparato a conoscere così bene nelle ultime settimane, e vedo il sorriso che si forma ad una battuta di lei, gli occhi che si assottigliano e il naso che si arriccia leggermente. Chiudo e riapro gli occhi più di una volta, cercando di trattenere le lacrime e decido di andarmene: non voglio vedere nulla di più.

Tuttavia, mentre mi sto voltando, probabilmente urto qualcosa, perché sento i due zittirsi all’improvviso. Sono tentata di mettermi a correre, ma cerco di frenarmi con tutte le mie forze a mia disposizione e mi limito a fare un sospiro tremulo e a muovermi il più silenziosamente possibile: non sono per niente convinta di essere passata inosservata ai finissimi sensi di due déi, ma prego in tutte le lingue che mi ignorino. Sarebbe troppo umiliante mostrarmi così scossa e piangente.

 

Che sventura di sta per abbattere su di noi? –Credi che un boicottaggio ben riuscito potrebbe rimandarla da dove viene?- domandò Emma, imbronciandosi e sedendosi accanto alla sorella, che aveva incrociato braccia e gambe, indispettita. Jane fece spallucce. –Come vorresti boicottarla? Rimane una dea.-

La ragazza ghignò, mentre un’idea iniziava a formarsi nella sua mente. –Illuminami: domani Steve, Nath e Banner sono convocati a Los Angeles dallo Shield, vero?-

 

Emma non riusciva, francamente, a capire per quale ragione Thor avesse insistito affinché tutti si riunissero in giardino per l’arrivo di Lady Sif. Certo, poteva dire che ad Asgard ci fosse l’uso di accogliere gli ospiti con particolari cerimonie pompose, ma lì erano sulla Terra e, accidenti, era troppo!

Secondo la tabella di marcia dell’Asgardiano, inoltre, erano terribilmente in ritardo: Tony Stark si era opposto con tutte le sue forze sino a qualche minuto prima e, alla fine, l’aveva spuntata. In quel momento era rinchiuso nel suo laboratorio ed Emma si ritrovò quasi ad invidiarlo. Anzi, senza il quasi.

Guardò sua sorella, che batteva isterica un piede sul pavimento –come la capiva!- e poi si arrischiò a sbirciare verso Loki. Non l’aveva più visto dopo il loro litigio, ma si era ritrovata a portare alla mente con facilità molti dei cocci della loro vita insieme ed ogni ricordo aveva fatto aumentare in modo quasi insopportabile il dolore al petto e il fastidio all’altezza dello stomaco: il desiderio quasi istintivo di buttarsi tra le sue braccia la stava rendendo nervosa ed irritabile. E ancora più irritata era dal fatto che non aveva ancora recuperato tutti i ricordi con cui poter dare una spiegazione razionale a quei sentimenti. In quel momento rimpianse di non poter fare allenamento per quel giorno.

L’attesa terminò quando un raggio di luce colorata colpì il pavimento e, diradandosi, comparve una donna alta e slanciata, con lunghi capelli neri ed occhi scuri. Emma si prese qualche secondo per osservarla mentre si guardava intorno con cipiglio critico, facendo muovere la coda di cavallo leggermente sulla schiena: la ragazza non poté fare a meno di pensare che fosse una delle donne più belle sulla faccia della terra. Anzi, sulla faccia dell’universo. Non che lei avesse mai visto molte donne provenienti da altri pianeti, in effetti…

-E’ un piacere rivedervi.- disse Lady Sif, avvicinandosi a Loki e Thor e rivolgendo loro un leggero inchino con la testa. Thor le sorrise apertamente, aprendo le braccia come per abbracciarla. –Lady Sif, il piacere è tutto nostro! Quale buone nuove porti da Asgard?-

Emma fece solo in tempo a vedere Jane stringere i pugni, che un urlo disumano provenne dall’interno della struttura. Si girarono tutti verso il suono e videro arrivare Tony Stark di gran carriera.

La cosa che, probabilmente, fece scoppiare a ridere Jane fu l’andatura zoppicante dello scienziato, causata dalla mancanza di una metà netta dell’armatura.

-Che razza di buffone.- sibilò Loki, alzando gli occhi al cielo.

-Emma Foster!- esclamò Tony, facendo pietrificare la ragazza sul posto. –Lo so che sei stata tu!-

-Io? Che ho fatto?-

-Non fare tanto l’innocente, bambina!- sbraitò, raggiungendo finalmente il gruppo che lo guardava allibito. –Dove hai messo l’altra metà di Iron Man?-

A quel punto, forse irritata per la scarsa considerazione concessagli, Lady Sif corrucciata fece un passo verso l’Avenger e alzò il mento. –Se non ti dispiace, umano, questa è una conversazione importante.-

E fu più o meno quello il momento in cui Emma decise che doveva far continuare quello spettacolino il più a lungo possibile.

Tony guardò la dea e scrollò la spalla libera, facendo aumentare le rida di Jane. –Moretta, la scomparsa di Iron Man in questo momento è più importante di qualsiasi conversazione fra dei.- borbottò, senza distogliere lo sguardo da quello della ragazza.

-Quello che mi chiedo- continuò, mentre Emma si sforzava di trattenere le risate. –è come tu abbia fatto a capire come disattivare Iron Man. Le uniche persone che lo sanno siamo Banner ed io. Ora, ovviamente, io non ti ho detto niente e Banner è a Los Angeles con la Romanoff.-

Emma si morse un labbro. –O forse, semplicemente, hai perso metà Iron Man.-

Non l’avesse mai detto! Il volto di Tony divenne paonazzo e ad Emma ricordò vividamente un teiera: sarebbe scoppiato di certo di lì a qualche minuto.

-Non dire baggianate! Tu…- prese un respiro profondo, cercando di calmarsi. –Tu dovresti dirmi la verità.-

Jane, nel frattempo, tentava di non accasciarsi a terra dalle troppe risate e la ragazza notò che anche a Loki era spuntato un mezzo sorriso.

Urliamo al miracolo!

Al contrario, l’espressione di Thor e Lady Sif era tutt’altro che allegra.

-Aspetta un attimo… Jarvis!- esclamò Tony ad un tratto.

-Si, signore?- rispose una voce metallica proveniente dalla mezza armatura. –Cosa posso fare per voi?-

-Hai aiutato tu Emma a nascondere la mia armatura?-

-Tecnicamente, signore, solo mezza armatura.-

Emma, a quel punto, non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere di gusto, mentre lo scienziato minacciava il suo fido assistente di un immediato spegnimento.

-Oh, Tony, lascia stare Jarvis: è colpa mia, l’ho ricattato.-

L’uomo la guardò con cipiglio arrabbiato. –Ah! Allora ammetti di essere stata tu!- disse, concedendole un sorrisetto soddisfatto. –Dimmi dov’è.-

Thor sospirò, puntando le mani sui fianchi. –Forza Emma.- la rimproverò, chiaramente scocciato. –Lady Sif non si merita un’accoglienza del genere: dì a Stark dov’è la sua diavolo di armatura.-

Emma scosse la testa, ridendo. –Oh no. Se la deve guadagnare quest’informazione. Facciamo che.. ti dirò dove si trova l’altra metà dell’armatura se mi prendi!- esclamò, prima di attivare i suoi adorati reattori e schizzare come un fulmine verso le nuvole.

Voleva proprio vedere come avrebbe fatto a prenderla.

 

-E… KABOOM! Si è trascinata dietro la libreria.-

Emma strinse le labbra, premendosi  il sacchettino col ghiaccio su una tempia. –Raccontala bene, bugiardo di uno scienziato! Altrimenti sembra che sia io la mina vagante.-

-Ma tu sei una mina vagante, fiorellino.- sottolineò Tony, alzando gli occhi al cielo. –Ad ogni modo, a tua discolpa, ammetto che mi ero aggrappato al tuo braccio.-

-Aggrappato? Ti eri avvinghiato! E’ ovvio che abbia perso l’equilibrio!- borbottò Emma, cercando con gli occhi quelli della sorella.

Si era divertita immensamente nelle ultime ore, a dispetto delle conseguenze disastrose: lei e Tony, nel loro inseguimento, avevano distrutto non pochi mobili della casa, si erano ammaccati all’inverosimile –il dolore alla tempia e alla spalla stava raggiungendo i massimi storici- e Thor e Lady Sif erano, irrimediabilmente temeva, offesi per il loro “inadeguato e davvero poco consono comportamento”. E pensare che Emma non credeva Thor uno troppo attento all’etichetta.

Tuttavia, aveva visto Jane ridere fino alle lacrime e si sentiva terribilmente soddisfatta per essere riuscita a farle passare il cattivo umore. Inoltre stavano tutti quanti, chi più chi meno, cercando di godersi quei piccoli momenti di spensieratezza: Banner, Nath e Steve non sarebbero tornati con belle notizie.

-Inoltre devi ammettere che sono stata parecchio furba.-

-Oh, da dove deriva tutto questo egocentrismo, fiorellino? Ti ricordo che senza l’aiuto di Jarvis saresti ancora a chiederti cos’è Iron Man.-

La ragazza gli fece la linguaccia, ridacchiando.

-Credo che andrò a vedere se quegli altri hanno bisogno di qualcosa. Detesto essere estromessa dalle conversazioni interessanti.- borbottò ad un tratto Jane, alzandosi dal divano su cui era comodamente accovacciata e sbirciando fuori dalla finestra, dove i tre Asgardiani si erano raccolti per conversare. Emma sapeva che la sorella avrebbe venduto metà delle sue macchine pur di sapere di cosa parlavano.

La seguì con lo sguardo finché non svoltò l’angolo, poi si permise si emettere un sospiro: tutta l’eccitazione di poco prima era andata a farsi benedire.

-Gelosa, fiorellino?- le domandò Stark a bruciapelo.

Emma spalancò gli occhi, arrossendo vistosamente. –Gelosa? Io? Di cosa?- domandò, cercando di ignorare l’occhiatina maliziosa di Tony. Accidenti a lui e alla sua voglia di farsi gli affari altrui.

-Andiamo. E’ evidente che tra te e Loki c’è ancora qualcosa. Vi guardate come se voleste spogliarvi sul posto.-

-Come se volessimo…?  Cosa?- esclamò lei, facendo salire il tono di qualche ottava. –Non è assolutamente vero! Anzi, lui ha messo bene in chiaro che non prova più nulla per me.-

Tony scoppiò a ridere. –Certo. E magari prima ti ha detto che non gli interessa che le cose tornino come prima. Probabilmente subito dopo averti ricordato tutta la faccenda della perdita dei ricordi, eccetera.-

-Come diavolo..? Ci hai spiati?-

-No, fiorellino.- rise più forte lui, piegandosi con il busto nella sua direzione. –E’ tipico di noi maschietti orgogliosi. Allontanare chi ci può far soffrire. Dio solo sa quante volte l’abbia fatto con Pepper.-

Accidenti. Consigli d’amore made Tony Stark.

-Non… non credo sia così semplice. Lui ha ragione sul fatto che l’abbia fatto soffrire.- sussurrò, cogliendo l’occasione di raccontare quella cosa a qualcuno. Qualcuno che le avrebbe detto le cose come stavano, senza mascherarle per farla stare meglio. –Qualsiasi cosa io senta per lui… compare dal nulla, senza una spiegazione, non è…- si bloccò, cercando la parola adatta.

-Razionale.-

Emma alzò la testa di scatto. –Si. Non è razionale.-

-Lasciatelo dire da qualcuno di terribilmente razionale: l’amore non lo è. Scommettiamo quello che vuoi che quando avrai recuperato i tuoi ricordi non ci troverai niente di razionale lo stesso.- concluse, alzando le spalle e versandosi su un bicchiere del liquore. Lo bevve tutto d’un sorso e poi schioccò le labbra. –Niente di meglio per concludere una giornata tanto esilarante.-

Emma ridacchiò, con la testa ancora alla conversazione appena conclusa, quando Jane entrò facendo sbattere la porta dietro di sé.

-Che rabbia.- ringhiò quasi, stringendo i pugni.

Emma e Tony alzarono lo sguardo e videro la donna livida di rabbia. –Fammi indovinare.- disse Tony, prendendo un altro sorso dal bicchiere. –Ti hanno mandata via.-

Jane annuì. –E sai che ti dico? Emma, stasera io e te usciamo a cena!- disse, puntando le mani sui fianchi.

-Uhm, sicura che sia una buona idea?-

-Certamente! Non voglio vederli per molte molte ore. Non so chi si crede di essere, quello li! Un re?-

Emma guardò la sorella uscire borbottando infastidita e non poté fare a meno di farsi scappare un sorrisino: era proprio cotta e mai l’aveva vista così gelosa di un ragazzo.

-Forse dovresti seguirla: non sembra molto padrona delle sue azioni.- le disse Tony, con una risata. La ragazza annuì e si alzò, seguendo la sorella, che aveva già salito le scale verso il piano superiore. E’ proprio irritata, convenne alzando un sopracciglio.

Sospirò e si voltò per l’ultima volta verso la finestra: riuscì a vedere solamente l’ombra di Loki, ma tanto bastò affinché il cuore le si stringesse in una morsa.

 

 

Angolino dell’autrice: Buonasera a tutti! Sono stata più veloce questa volta nell’aggiornamento, ma sarò molto breve nelle note, purtroppo. Ringrazio tantissimo chi ha letto la storia, chi l’ha inserita in una delle liste e soprattutto chi ha recensito. Siete dei tesori.

Un abbraccio e alla prossima,

Sami

  
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