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Autore: erzsi    19/01/2016    3 recensioni
Hai sempre amato quel Salice.
Quante volte, nei soleggiati pomeriggi, ti sdraiavi sotto le sue fronde in compagnia di un libro e delle sue braccia intorno a te? Quante volte ti sei lasciata cullare ed accarezzare da lui, dalla sua voce e dalle sue mani? Quante volte hai lasciato che ti amasse, sotto quei rami cadenti, facendo lo stesso con lui?
Mi manchi. Mi dispiace. Perdonami.

Storia partecipante alla challenge "The 20 Stories and Swift's Song" indetta da HarryPotter_992 sul forum di efp.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Missing you












I miss your skin, your smile
So good to me, so right
And how you held me in your arms that night
Because the last time you saw me
Is still burned in the back of your mind













Londra è esattamente come la ricordi.
Il tipico freddo invernale, le luci natalizie accese giorno e notte che riescono ad illuminare anche il più buio dei vicoli, la fretta delle persone mentre cercano di acquistare gli ultimi regali, le guance arrossate dei bambini che giocano pestando i piedi sulla neve abbondante ai lati delle strade...
Nulla è cambiato: il mondo va avanti nella stessa maniera, luce e buio continuano a mescolarsi dando vita a quello spettacolo che, in passato, hai trascorso ore ed ore ad ammirare.
Le persone continuano a vivere la loro vita come sempre, ignare del dolore che le attraversa come un fantasma ed al quale non prestano attenzione.
Questo è ciò che sei divenuta: un fantasma, un corpo trasparente che gli altri fingono di non vedere, troppo presi dal loro egoismo per accorgersi di te, una vita trascurabile, vittima delle circostanze che non hai saputo prevedere ma che ti hanno stravolto completamente l’esistenza.

Mi manchi.
Mi dispiace.
Perdonami.

Sono questi i pensieri che non riesci a toglierti dalla mente, uniti all’espressione severa che ricordi sul suo viso. Un singhiozzo ti sfugge dalle labbra, mentre cerchi di superare le persone che non sembrano fare altro che intralciarti la strada verso quella meta che sa di salvezza.
Tu non meriti redenzione, però, non dopo tutto quello che hai fatto.
I suoi occhi grigi ti avevano guardata con coscienzioso biasimo, consapevoli che nessuna parola sarebbe mai stata in grado di farti cambiare idea. Non si era trattenuto, però; al contrario, era riuscito a dare il meglio di sé.

Non mi sarei potuto aspettare nulla di diverso da una Sanguesporco.
Ti sei rivelata essere quella che ho sempre pensato fossi: una codarda.
Vigliacca. Vigliacca e traditrice.
Cosa si prova, Sanguesporco, ad essere considerata iniqua? E dire che accusate noi, di esserlo. È un tale controsenso, non credi?

Tu non sei così, però. Non hai mai voluto esserlo.
Hai lasciato tutto per lui, questo è vero e negarlo non avrebbe alcun senso. Hai detto addio alla tua vecchia vita, ai tuoi amici e alla tua stessa famiglia senza averne il minimo rimorso o rimpianto, pronta a creartene una nuova insieme a lui.
Il processo del Wizengamot aveva cambiato tutto.
Non c’erano più buoni o cattivi, non c’era più bene o male; c’era solo la volontà di un uomo a salvarsi, dichiarandosi pronto a rinunciare a tutto: alle sue convinzioni, alle sue finanze, al nome che tanto aveva cercato di tenere alto. Si era dimostrato diverso da quello che avevi conosciuto, non aveva tentennato un istante davanti la decisione di liberarsi di tutto tranne che di una cosa.

Te.
L’avevi seguito, scegliendo di crearti con lui una nuova vita lontano da tutto l’orrore che entrambi avevate affrontato, schierati in fazioni opposte, e che aveva segnato indelebilmente le vostre vite.
Per Merlino! Cosa stai facendo? Stai sanguinando!
Lo vedi? È ancora qui! Mi sta macchiando... aiutami a cancellarlo. Aiutami a farmi tornare pulito.

Senti il cuore stringersi in una morsa ed il respiro accelerare, mentre percorri quasi di corsa l’ultimo tratto di strada. Ci sei quasi, la destinazione è sempre più vicina e una volta raggiunta potrai essere finalmente libera.
Peccato che non sia la libertà, ciò a cui tu aneli.
Vorresti tornare indietro, al periodo più felice della tua vita e che ti è costato tanto - forse troppo - ma sai che non riusciresti mai ad ammetterlo.
Hai conosciuto una gioia diversa, insieme a lui, una differente felicità: ti ha voluto bene, relegando ciò di cui si era sempre circondato in un qualche cassetto della memoria; ti ha amata lentamente, svelandosi e scoprendoti giorno dopo giorno; ha rinnegato ciò che è stato, realizzando che tra lui e te non c'è mai stata alcuna differenza.
Si è fidato di te, e tu l'hai tradito.
L'hai fatto nel peggiore dei modi, dimostrando a te stessa di essere cambiata dalla Guerra in una maniera che mai avresti creduto possibile.
Un singhiozzo ti sfugge nuovamente dalle labbra, le tue gambe cedono sotto il peso che porta il suo nome e tu ti ritrovi a chiederti come può, obbedire ad un ordine superiore, rendere una persona così piena di dolore.
Ti avevano ordinato di renderlo innocuo, usando qualsiasi mezzo a tua disposizione, ma alla fine te ne eri innamorata. Non eri riuscita ad evitarlo, quegli occhi grigi avevano avuto fin da subito lo straordinario potere di soggiogarti, rendendo te innocua, e di stregarti così tanto che non eri riuscita a ribellarti. Perché farlo, se stare con lui ti faceva stare così bene?
Ricordi ancora con quanta insolita premura ti aveva curato il braccio destro, medicandolo giorno dopo giorno, con quanta gentilezza ti aveva baciata e sfiorata l’ultima volta, e ti domandi se avesse compreso ciò che stavi per fare.

Labbra sottili ma gentili che ti percorrevano il viso, soffermandosi sui punti più ricettivi e delicati di altri, sfiorandoti appena; un contatto più che sufficiente per accenderti.
Mani grandi ti accarezzavano pigre e lente il fianco coperto, facendoti desiderare di più senza tuttavia ottenerlo: nonostante ciò che si era detto - e si diceva - di lui, in fondo rimaneva gentile, educato e rispettoso nei tuoi confronti.

«Potresti essere mia figlia, sai?», ti ricordava, cercando di negare ciò che stava accadendo tra di voi.
«Però non lo sono», replicavi sempre, ad un soffio dalla sua bocca, e lasciavi che fosse lui ad avvicinarsi a te realizzando uno dei tuoi maggiori desideri: le sue labbra sulle tue, sempre più veloci ed affamate. Lui, sempre più vicino a te. Lui, dentro di te.

Non potrà esserlo mai più.
Le tue gambe si rialzano, e tu non impieghi molto a prendere una decisione. Ti volti un attimo all'indietro, verso il civico dodici, dove sai esserci Harry insieme all'Ordine ormai aumentato di numero, e lo vedi venirti incontro con incredulità. L’emozione di rivederti, dopo mesi di lontananza, appare chiaramente sul suo viso.
Cerca di chiamarti, e senti un sorriso tirato spuntarti sulle labbra mentre scuoti la testa. Sai che quello che per te è stato come un fratello ti sta guardando, ma tu indietreggi. Hai sbagliato a presentarti lì, hai sbagliato a Materializzarti nuovamente a Londra.
Hai sbagliato ad essere ancora viva, quando lui non lo è più.
Regali un ultimo sguardo ad Harry, osservando da lontano i suoi occhi inumidirsi dietro gli occhiali che non si è mai tolto, e sai che ha compreso che quest'incontro per nulla casuale sarà l'ultimo. Ricorderai sempre con profondo affetto colui che hai accompagnato nella crescita fin da piccola, ed un altro sorriso ti dipinge le labbra al ricordo dell’Oculus Reparo pronunciato quel primo Settembre di infiniti anni prima; sai che lui farà lo stesso con te, custodendo nella memoria il ricordo di quella bambina saccente e perfettina che eri stata. Harry china il capo, ma riesci a vedere le lacrime scorrergli giù dagli occhi, e sai che ha compreso che non ti rivedrà. Ti capisce, però, e ti perdona. Oh, Harry, se solo sapessi...
Distogli lo sguardo da lui e dal dolore che vedi già sul suo viso.

Mi mancherai, fratello mio.
Non tornerai più da lui.
Sei già stata male abbastanza per la sua morte, e non vuoi più esserlo. Vuoi solo chiudere gli occhi, abbracciata a ciò che ti porti dietro di lui - l'unica cosa che ti abbia mai donato  -, e non aprirli più.

Vengo da te, Lucius. Presto saremo nuovamente insieme. Aspettami.
Ti Smaterializzi nello Wiltshire.

 

 

***

 

 
Hai sempre amato quel Salice.
Quante volte, nei soleggiati pomeriggi, ti sdraiavi sotto le sue fronde in compagnia di un libro e delle sue braccia intorno a te? Quante volte ti sei lasciata cullare ed accarezzare da lui, dalla sua voce e dalle sue mani? Quante volte hai lasciato che ti amasse, sotto quei rami cadenti, facendo lo stesso con lui?
Adoravi il modo in cui sembrava venerarti, come se il suo stesso passato non fosse mai esistito. Sotto quell'albero protettivo non esistevano più Mangiamorte né eroine, ma solamente due persone che cercavano di sostenersi e guarirsi a vicenda da tutto ciò che avevano - volontariamente oppure no - dovuto affrontare. Lo avevate fatto insieme, combattendo l'una i demoni dell'altro e conoscendovi fino ad eliminare ogni più piccolo ostacolo.
Vi eravate reinventati partendo quasi da zero, basando la nuova vita, che avevate scelto di trascorrere insieme, l'una sull'altro. Esistevate solo voi due, nient'altro aveva importanza... fino a quando tu non lo avevi pugnalato alle spalle.
Lasciando che lo catturassero.

«Ciao».
Un mormorio appena soffiato ti esce dalle labbra, mentre ti senti crollare a terra. La vista della sua tomba ti fa cedere le gambe, aumentare il respiro fino ad ansimare e sentire le prime lacrime abbandonare i tuoi occhi.

Fa male, sai? Essere qui, senza di te. Non poterti sfiorare il viso, o accarezzarti quei capelli lunghi che amavo sentire su di me... riuscirai mai a perdonarmi? Ti amo così tanto.
Mi manchi.

«Ho visto Harry, sai? Poco fa», singhiozzi, e le tue dita accarezzano autonomamente la lastra di pietra fredda che hai davanti al viso. Senti gli occhi farsi più umidi di prima e le lacrime ti appannano la vista, ma le lasci correre. In quel momento, sai che nulla dell'Hermione Granger esistita in passato - eroina del Mondo Magico, coraggiosa Grifondoro e brillante strega - ti appartiene: non senti di essere né brillante né coraggiosa, non davanti a ciò che resta di lui.
«Mi dispiace così tanto», soffi ancora, dondolandoti inconsapevolmente sul terreno freddo, e non ti importa della neve. Un vento gelido ti sfiora il viso, sollevandoti i capelli sciolti - come ha sempre amato vederteli, una massa simile alla criniera del leone tipico della tua casa, caratteristica che non ti appartiene più - e facendo seccare le lacrime lungo le tue guance. «Lucius...».
Avanzi di qualche passo, strisciando sulle ginocchia, ed appoggi una guancia contro la pietra mentre le tue dita sfiorano ed accarezzano più e più volte le lettere del suo nome, immaginando che sia lui.
«Granger?».
Ti senti chiamare, ma non ti volti per vedere chi sia stato a farlo: la voce è così simile alla sua, che non ne hai affatto bisogno.
«Non ti è bastato, vero?», sputa ancora, avvicinandosi celere a te, e ti ritrovi in piedi senza nemmeno sapere come. Il tuo braccio è chiuso nella dolorosa stretta della sua mano, ma non ti accorgi del male. Non gli dai peso.
«Dopo tutto quello che hai fatto, osi ancora presentarti qui?», sibila, come il serpente che hai sempre pensato fosse: cattivo, egoista e velenoso. Draco Malfoy ti guarda con ripugnante odio, cieco nella sua convinzione che tutto ciò che hai fatto sia stato solo per danneggiare lui e la sua famiglia. Non sa quanto si sbaglia: nulla è più lontano dalla realtà.
«Con quale coraggio, eh?», continua, strattonandoti avanti ed indietro per il braccio, ma tu non replichi alle sue accuse. Sai che sono dettate solo dal dolore di un figlio che ha perso il padre, ed in fondo non puoi non giustificarlo per questo.
«Assassina», soffia a pochi millimetri dal tuo orecchio, e tu senti le lacrime aumentare di numero ed intensità. «Non sei altro che una sporca assassina».
«N-no», singhiozzi scuotendo la testa con convinzione, ma i tuoi gesti non fanno altro che aumentare la cattiveria che vedi nelle sue iridi. Ti guarda come se fossi null'altro che un fastidioso insetto, ma non è questo che ti addolora. Quello che fa più male è il sapere che gli sono state raccontate solo bugie, nient'altro che menzogne atte solo a redimere la memoria di Lucius Malfoy e ad infangare il nome di Hermione Granger, ma nemmeno questo ti importa più di tanto: finché il suo ricordo rimarrà vivo, nulla sarà in grado di ferirti.
«Preferisci che ti chiami puttana, Granger?», domanda, interrompendo improvvisamente e con profondo sdegno il contatto tra te e lui. «O forse è meglio prostituta?».
La tua mano compie il gesto prima che tu riesca a fermarla: si abbatte contro la sua guancia, ed il suono secco che produce fa sussultare te e girare di lato lui. Sul suo viso appare subito l'impronta della tua mano, arrossando istantaneamente la pelle bianca del tuo accusatore, e sgrani incredula gli occhi. Non puoi averlo davvero fatto, eppure, quando torna a guardarti, senti tutto il dolore risalire in superficie, contaminando di furia le iridi così uguali a quelle che hai tanto amato, ed allo stesso tempo così profondamente diverse.
«Non insultarlo», ti senti pronunciare mentre lo guardi con gli occhi appannati. «Puoi chiamare me come ti pare, ma non insultare lui».
Sgrana gli occhi, non si aspettava affatto una risposta del genere, e noti la rabbia sul suo viso diminuire un poco quando torna a guardarti. Lo fa con quello che ti appare improvviso rispetto, ma forse è solo una tua impressione.
«Non mi interessa se possa farti piacere oppure no», aggiungi, sentendo il tuo stesso respiro farsi sempre più corto, «ma è la verità. Amavo tuo padre, Draco. L'ho amato fino all'ultimo istante».
Lui scuote la testa, non credendo alle tue parole. «Stai mentendo, lui amava mia madre!».
«Lo ha fatto, sì. Non sai quante volte mi raccontava di lei, e con quanto profondo affetto lo faceva... gli si illuminavano gli occhi quando ne parlava, sai? Le voleva bene».
«Perché mi stai dicendo queste cose?», torna a chiedere, ma il tono non è più arrabbiato come prima. È rassegnato, e fa più male sentirlo.
«Lucius era un brav'uomo. Era cambiato, nell'ultimo periodo. Non sembrava più lui».
«Suppongo per colpa tua», replica, ma la sua voce è meno addolorata e, per quanto possibile, astiosa di prima. «Chissà quante sciocchezze gli avrai detto».
Scuoti la testa, ignorando la sua ultima insinuazione. «No, è stato per merito tuo. Non sai quanta vergogna gli leggevo negli occhi, quando lo scoprivo pensare a te e a quello che, a causa sua, avevi dovuto passare. Forse non te l’ha mai detto, ma era orgoglioso di te. Voleva essere un uomo migliore per suo figlio, e ci stava riuscendo».
Ora è Draco a scuotere con incredulità la testa, guardando in ogni direzione tranne che nella tua. Forse si sta rendendo conto che ciò che ha sempre pensato - che gli altri, avessero fatto in modo che pensasse - non erano altro che bugie. Ha gli occhi umidi, lo vedi anche se cerca di nasconderlo.
«Tu lo amavi davvero».
Non è una domanda, la sua, eppure senti il bisogno di annuire, e gli occhi accarezzano per un istante il suo nome inciso prima di tornare su di lui. «Mi ha insegnato molte cose. Mi ha mostrato come vivere, e non potrei essergli più grata di questo. Mi ha regalato il suo tempo... non avrei potuto chiedere di meglio. Ha lasciato che mi innamorassi di lui giorno dopo giorno, e-».
«Basta», ti interrompe con uno sguardo secco, ma tuttavia insolitamente comprensivo. «Non voglio sapere niente di più. Puoi rimanere, Granger, ma per poco. Sta arrivando mia madre, e non credo le farà piacere trovarti qui».
Ti limiti ad annuire, anche se l’impulso di abbracciarlo è forte. «Ti ringrazio», bisbigli piano, mettendoci dentro tutta la gratitudine che quel gesto - quel permesso, così stranamente generoso - ti ha portato a provare. «Non ci metterò molto. Io... volevo solo salutarlo».
«Cercherò di ritardare l’arrivo di mia madre il più possibile», ti promette, infilandosi dei guanti che prima non aveva. «Hai mezz’ora, Granger».
Annuisci nuovamente, senza però pronunciare parola, e lo vedi Smaterializzarsi verso la sua destinazione. Torni con lo sguardo su quella pietra fredda dove è inciso il nome dell’unica persona che tu abbia mai veramente amato, e prendi un respiro profondo cercando nella tasca ciò che ti sei portata dietro.
Mezz’ora... te la farai bastare.


 

 

***

 


 

Gazzetta del Profeta
22 Dicembre


Comunità Magica in lutto

 

 

Hermione Jean Granger, eroina del Mondo Magico insieme ai celebri Harry Potter e Ronald Weasley, è stata trovata priva di vita ieri pomeriggio nel territorio dello Wiltshire, davanti la tomba del defunto Lucius Malfoy (maggiori dettagli a pagina 16).
A trovare il corpo, disteso sul terreno gelido e nevoso, sono stati la moglie ed il figlio dell’ex Mangiamorte, Narcissa e Draco Malfoy, che si dichiarano incredibilmente dispiaciuti ed assolutamente increduli per la scena che si è presentata loro davanti.
Harry Potter, Bambino Sopravvissuto oltre che Auror di ben nota fama, e l’inseparabile collega Ronald Weasley, intervistati sul triste avvenimento, non hanno voluto pronunciarsi, rimettendosi nella piangenti parole di Ginevra Weasley in Potter. La donna, infatti, chiede che venga rispettato il dolore che ha colpito loro e l’intero Mondo Magico.
Il signor Malfoy, il primo a cercare di prestare soccorso alla nostra eroina, ha espresso il lusinghiero desiderio che Hermione Granger venga sepolta accanto alla tomba di Lucius Malfoy, per “lasciare che stiano insieme per sempre”. Ulteriori informazioni a pagina 18.
Illuminate le vostre bacchette, cari lettori della Gazzetta, levatele in alto ed omaggiate così una delle donne più coraggiose della nostra storia.


 

 

***

 

 

«Sapevo che mi avresti raggiunta», ti accoglie così, non appena alza gli occhi su di te. Non sorride, però, anche se vedi gli occhi brillare d’amore nei tuoi confronti. Lo raggiungi, stupendoti di poterlo toccare davvero, e non ci pensi due volte nell’abbracciarlo stretto come ti è sempre piaciuto fare. Ti ricambia all’istante, inspirando a fondo il tuo profumo: è quello che amava regalarti, e la tua mente non riesce a non abbandonarsi ai ricordi di quella vita che non ti appartiene più.
«Non potevo continuare a vivere, sapendo che tu non saresti stato con me», confessi, ed accogli con stupore la sensazione delle lacrime che lasciano i suoi occhi. Le raccogli con il polpastrello, asciugandogliele come puoi: è la prima volta che lo vedi piangere, mostrandosi in tutta la sua umana semplicità.
Le lacrime continuano a cadere, e sei costretta a sbattere alcune volte le palpebre per non cedervi anche tu. Senti il suo sguardo su di te mentre abbassi il volto, ed un sorriso ampio ti si dipinge sulle labbra.
Ha iniziato a piovere, laggiù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note.

Breve Oneshot, perlomeno secondo i miei standard, sulla coppia Lucius/Hermione, che ha iniziato a piacermi fin dal primo capitolo di Eden.
Non pensavo avrei mai scritto su di loro, per cui spero di non aver fatto chissà quali danni.
La canzone utilizzata è Back to december, di Taylor Swift.

- Storia partecipante alla  The 20 Stories and Swift’s Songs Challenge indetta da Harry_Potter992 sul forum di efp.

   
 
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