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Autore: XfoundX    19/01/2016    1 recensioni
Come definireste l’inferno? Un luogo fisico? Una persona? Uno stato d’animo?
Ognuno ha il suo punto di vista.
Quello di Charlotte Thomas ha appena iniziato a prendere forma.
Riuscirà a venirne fuori?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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«È l’ultima?» la voce di Roxy arriva esausta da dietro la porta, come se tutta la fatica la avesse fatta lei «si, mi raccomando non ti scomodare ad aiutarmi!» Dimitri appoggia l’ultimo scatolone, guardandola esasperato «o ma dai! Se ti aiuto poi non puoi più lamentarti!».
Charlotte cercò di non ridere, mentre sballava gli utensili da cucina. Quasi non riusciva a credere che stesse succedendo sul serio.
Quel pomeriggio nello studio di suo padre sembrava lontano anni luce, invece erano passati poco più di sei mesi.
Charlotte aveva avuto modo di diplomarsi da privatista, mentre Roxanne Harry e Connor avevano finito la scuola alla St. Lennox. Anche lei avrebbe potuto tornare a scuola, ma dopo tutto quello che era successo… non sembrava giusto per lei.
Dire che Arthur si era infuriato era riduttivo. Quando aveva scoperto che l’accordo aveva dato fuori di matto, facendosi buttare fuori dalla scuola.
Quel tempo le aveva dato modo di riappropriarsi della sua vita, in modi che nemmeno si aspettava. Sua madre aveva affrontato suo padre, mettendolo alle strette: o lui si faceva andar bene la situazione o il divorzio lo avrebbe messo sul lastrico. Sapeva bene quanto sua madre amasse suo padre, ma sapere che avrebbe rinunciato a tutto per lei le aveva fatto scoprire un lato della donna che non credeva esistesse.
Alla fine Benedict si era arreso, scegliendo di non rinunciare alla propria famiglia. Charlotte era ancora diffidente. L’uomo d’affari che conosceva lei doveva pensare alla sua immagine e un brutto divorzio non avrebbe giovato agli affari.
Ma doveva dargli atto che ci stava provando.
Aveva accolto con leggero entusiasmo la sua iscrizione al King’s College – dove anche lui aveva studiato – anche se era ancora convito che una donna non potesse gestire gli affari.
Camille Dubois stava facendo di tutto per dimostrargli il contrario, gestendo con grande abilità i suoi affari. Lei e la francese si sentivano regolarmente, tanto che Charlotte aveva già un accordo per andare a fare un tirocinio da lei l’estate successiva.
Non sapeva ancora se avrebbe seguito le orme del padre, ma si sarebbe impegnata per scoprirlo.
«Hey bella addormentata, ci sei?» Dimitri le stava sventolando una mano davanti agli occhi «come?» aggrottò la fronte, guardando l’amico «ti sta squillando il cellulare» si voltò, prendendo il suo nuovo telefono: la foto di Harry spuntava sorridente sullo sfondo «finalmente! Pensavo non rispondessi più!» la voce del ragazzo era squillante «ciao anche a te. Dimmi tutto. Ti sei sistemato al dormitorio?» Harry rise, facendola sorridere «prova a indovinare chi è il mio nuovo compagno di stanza?» lei aggrottò la fronte, guardando Roxanne e Dimitri portare delle scatole in camera «mi arrendo, non lo so» Harry sbuffò «ma non ci hai nemmeno provato!» pensare che Harry invece di avere un appartamento come lei e Roxy stesse in uno dei dormitori era strano «e va bene, te lo dico. È Connor!» lei sgranò gli occhi «cosa?! Ma… ma lui si era inscritto…» Harry la interruppe «alla London School of Economics? Lo so! Stamattina si è presentato, ha appoggiato la sua roba e quando gli ho chiesto spiegazioni mi ha risposto “vecchie abitudini dure a morire, mi sarebbe mancato troppo il mio compagno di stanza”!» Charlotte era senza parole. Dopo tutto quello che era successo il rapporto da loro due si era raffreddato.
Come poteva accettare che lui si fosse comportato come il padre?
Certo, comunque erano rimasti in contatto. In fondo lei stava andando a vivere con la sua sorella gemella, non è che poteva far finta che lui non esistesse! Ma era convinta che almeno non lo avrebbe visto per l’università.
Questo cambiava tutto «senti… lo so che tra voi le cose non sono tutte rose e fiori al momento… ma sai che ci tiene a te» lei scosse la testa «Harry io… lo so. Ma non…» l’amico sbuffò «senti, abbiamo ripetuto questo discorso fino alla nausea. Non ti sto dicendo di fare chissà che, ma magari – visto che lo vedremo spesso in giro – potresti essere un minimo più amichevole?» lei si morse il labbro, sempre più confusa «ci penserò, ok?» poteva immaginare la faccia soddisfatta dell’amico senza nemmeno vederlo «allora ti conviene pensarci in fretta, sta venendo da voi! Ci sentiamo dopo!» e senza darle modo di replicare attaccò. In quel momento bussarono alla porta.
Quel traditore!
Gliela avrebbe pagata cara.
Le risatine che giungevano dalla zona notte si interruppero «chi è?» chiese Roxanne, il tono divertito «se continuerete a fare così i piccioncini giuro che nemmeno sballo la mia roba, cambio casa!» li minacciò.
Dimitri aveva aspettata a mala pena che Roxanne si fosse diplomata per dichiararsi. Da allora erano fastidiosamente inseparabili. Charlotte era consolata dal fatto che – mentre loro avrebbero studiato lì – Dimitri sarebbe stato impegnato con il suo master ad Oxford.
Dopo aver controllato dallo spioncino, Charlotte aprì. Connor se ne stava impacciato sulla soglia, una bottiglia infiocchettata in mano e lo sguardo nervoso «dalla collezione di papà, per festeggiare» lei si era spostata, lasciandolo entrare.
Aveva tagliato i capelli da poco, non era abituata a vederglieli così corti. Lo facevano sembrava in qualche modo più adulto. Indossava un paio di jeans con una polo, una giacca leggera era sufficiente per quella stagione «Roxanne! Tuo fratello!» stava per andarsene, quando lui la bloccò «aspetta. Possibile che tu non riesca nemmeno a guardarmi negli occhi?» lei si era voltata, fissando lo sguardo nel suo «che ci fai qui, Connor?» lui aveva alzato la bottiglia «festeggio la prima casa di mia sorella» lei incrociò le braccia «lo sai che intendo. Mi ha chiamato Harry» lui imprecò sotto voce «la solita pettegola» alzò le spalle, indeciso su come continuare «venire qui era la mia prima scelta. Così come la LSE era la seconda. Dopo quello che è successo non pensavo mi volessi tra i piedi, ma è del mio futuro che stiamo parlando» lei strinse i denti, capendolo perfettamente. Non poteva chiedergli di cambiare i suoi progetti solo perché lei non lo voleva intorno «lo so che sei ancora arrabbiata con me. Lo capisco. Ma non ti chiederò scusa per aver cercato di aiutarti» lei si sentiva a disagio, completamente senza parole «non potremmo provare ad essere amici? Non ti sto chiedendo tanto, no?» lei aggrottò la fronte. Essere amici? Poteva essere solo un’amica di Connor?
Charlotte era solo confusa.
Da un lato era innegabile dire che per lei Connor era molto più di un semplice amico, dall’altro però non riusciva a credere che lui – pur dicendo di tenere a lei – potesse passare sopra la sua volontà con così tanta facilità.
Il problema era che non aveva più fiducia nel ragazzo.
Ci sarebbe voluto del tempo, ma perché non provarci? In fondo, come diceva Harry, avrebbe giovato a tutti «credo che si possa fare» acconsentì. Connor espirò, come se si fosse tolto un enorme peso dalle spalle «Connor!» Roxanne entrò in soggiorno con il suo solito entusiasmo, saltando al collo del fratello per stringerlo «cos’è, la LSE ti ha già stufato?» lui le sorrise, staccandosela di dosso. Dimitri li raggiunse, con l’aria fin troppo compiaciuta «mi dispiace deluderti sorellina, ma frequenterò il King’s College anche io» l’urlo della ragazza le perforò un timpano «è fantastico!» iniziò a saltellare per la stanza «credevi sul serio che avrei lasciato la mia sorellina senza supervisione?» guardò serio Dimitri, la loro storia ancora non gli andava giù, ma ci stava piano piano facendo l’abitudine «dobbiamo festeggiare! Andiamo a prendere qualcosa da mangiare?» guardò Dimitri, ma Connor si fece avanti «andiamo io e Charlotte, ti và?» lei guardò i suoi jeans e la sua t-shirt «non sono presentabile!» lui le sorrise «smettila, sei bellissima anche con le sneackers» lei arrossì appena, incapace di impedirselo. Roxanne saltellava allegra, pregava e sperava per quella tregua da mesi «va bene, ma fate in fretta. ho fame!» Connor le allungò una mano, che – anche se con un po’ di reticenza – alla fine accettò. In fondo una seconda opportunità non si negava a nessuno.
 
 
Otto anni dopo:
 
Il salone era pieno di persone felici. Tutti avevano un sorriso stampato sul viso, ma guardano la coppia che ballava al centro della pista era impossibile non averlo.
Charlotte invece era completamente rapita dal piccolo frugoletto che stringeva tra le braccia. Canticchiava sottovoce, il mignolo della mano destra stretto nel piccolo pugnetto «lo lascerai mai andare?» le chiese Connor, sedendosi accanto a lei e osservando il bambino «come potrei? Guardalo!» lo sguardo del ragazzo si addolcì «è cresciuto tanto» lei annuì spostando finalmente lo sguardo per posarlo sul compagno «ci credi che ha già quasi sei mesi? Sembra ieri che tua sorella mi ha detto di essere incinta» Connor sorrise «non posso credere che alla fine mio nipote abbia un cognome russo» Charlotte rise, gettando un’occhiata veloce alla pista da ballo, dove Roxanne faceva la sua figura in abito bianco «smettila con questa storia. Almeno sul nome la hai spuntata!» lo prese in giro. Per quanto negli anni Connor e Dimitri avessero stretto un bel rapporto, comunque non gli andava giù che la sorella avesse avuto un figlio prima di sposarsi «Brian Volkov» disse per la milionesima volta, facendola ridere ancora «ripeterlo non te lo farà suonare meno strano. Rassegnati, sono troppo felici insieme. Guardali!» Connor invece fissò lei, sporgendosi fino a lasciarle un bacio a fior di labbra «preferisco guardare te. E preferirei anche…» lei lo interruppe «non ti azzardare a chiedermi di sposarti il giorno del matrimonio di tua sorella, potrei non rispondere di me» lo minacciò.
Dimitri arrivò in suo soccorso «posso avere questo ballo?» le chiese, passando il figlio al nuovo cognato «molto volentieri» Connor prese il bambino e loro si allontanarono «hai la faccia da “me lo ha chiesto di nuovo”» la avvertì l’amico «perché stava per farlo!» sbottò, irritata.
Dimitri iniziò a muoversi, tenendola stretta a se «quanto hai intenzione di torturare ancora quel povero ragazzo?» lei non rispose subito, prendendo un respiro profondo «ho perso il conto di quante volte me lo ha chiesto» Dimitri la interruppe, sorridendo «questa sarebbe la quarta» lei fece mente locale «ti sbagli, è la quinta» Dimitri aggrottò la fronte «vediamo… c’è stata la proposta per la sera della vostra laurea, quella per l’improvvisata che ti ha fatto a Parigi mentre lavoravi per Camille, dopo che avete fuso le aziende e questa. A meno che non conti la proposta di un sedicenne innamorato cotto, direi che siamo a quattro» lei scosse la testa, incredula che Dimitri se le ricordasse tutte «me lo ha chiesto anche quando è nato Brian. Eravamo al nido, tu eri al telefono con i tuoi e Roxanne stava riposando. Lui si è lasciato trasportare guardandomi con in braccio quel frugoletto e me lo ha richiesto. In realtà dice che me lo vorrebbe chiedere ogni volta che lo cullo» la canzone era finita, lasciando il posto alla successiva, ma lei e Dimitri non si erano mossi «non sono pronta a cedere la mia volontà ad un uomo, ne abbiamo già parlato» Dimitri le lasciò un bacio sulla fronte «Vishenka… Connor ha imparato la lezione. Lo hai fatto penare due anni prima di metterti con lui! ti conosce e ti ama. Sa che non può toglierti la tua indipendenza e non ha nemmeno intenzione di farlo» lei sbuffò «da quando stai dalla sua parte?» Dimitri rise, scuotendo la testa «sai che sono dalla tua parte, sempre e comunque. È che sono così felice… vorrei solo che anche voi aveste il vostro finale. Lui si sta impegnando veramente tanto e magari se ti convinco a dirgli di sì, smetterà di avercela a morte con me perché ho fatto durare il fidanzamento con Roxy due anni ma non ci ho pensato un secondo ad avere Brian» Charlotte sorrise, dandogli un bacio sulla guancia «ci penserò».
Lasciò la pista da ballo e raggiunse Connor, nel pieno di una discussione con Harry «sai perfettamente che questo è il momento migliore per investire…» Charlotte bloccò il discorso, abbracciando Harry «avevamo detto niente lavoro stasera!» li rimproverò, sorridendo accondiscendente «dov’è Enrique?» chiese all’amico, guardandosi intorno «ti ha preso alla lettera, per non parlare di lavoro è andato in pista» Harry indicò il compagno, tutto preso a ballare con la sposa «ha fatto bene. So che il contratto con la Spagna ci sta prendendo molto ma non vi voglio più sentir dire nemmeno una parola al riguardo stasera!» prese la mano di Connor e gli indicò il terrazzò «vieni?» lui annuì, lasciandosi guidare attraverso le porte finestre che davano sulla scalinata per raggiungere il giardino.
Lei si appoggiò alla balaustra di marmo e Connor le passò le braccia intorno alla vita, lasciandole un bacio sulla spalla lasciata libera dal lungo abito azzurro che indossava «ti ho già detto quanto sei bella stasera?» lei annuì, accarezzandogli le mani che la stringevano «più o meno dieci volte solo prima di uscire di casa stamattina» lo prese in giro «bhè, te lo ridico. Sei bellissima» lei sospirò, le parole di Dimitri che continuavano a frullarle in testa «voglio tenere il mio cognome» disse, senza ragionarci sopra «e in ufficio le cose devono restare esattamene così, non ho intenzione di essere esclusa dagli affari solo perché cambia il mio stato civile» Connor aggrottò la fronte «ma cosa…» lei lo interruppe «lasciami finire» cercò di fare mente locale «i nostri figli avranno il doppio cognome, non sento storie e….» Connor la fece voltare, prendendole il viso tra le mani perché lo guardasse negli occhi «voglio una cerimonia intima, se lasciassimo fare a mia madre o a Corinne ci sarebbe mezzo mondo» Connor sorrise, intuendo finalmente di che stava parlando.
Prima di cambiare idea, Charlotte mise una mano sotto alla giacca del ragazzo, fino a trovare quello che cercava nel taschino interno.
Connor afferrò la scatolina di velluto e la fissò, esterrefatto «allora? Accetti?» lui sembrò pensarci su, lo sguardo vagamente divertito «che ne dici di prendere anche tu il doppio cognome?» rilanciò, non volendo mollare tutto «posso pensarci su?» lui scosse la testa «no» si morse il labbro, cercando di decidere «va bene» lo sguardo del ragazzo si illuminò «quindi è un si?» lei annuì, non riuscendo a trovare la voce «mi sposerai?» lei annuì con più convinzione «si, ti sposerò» lui la afferrò per la vita, alzandola e facendola girare un paio di volte. La lasciò a terra, ancora frastornata, e le mise l’anello che era stato di sua madre.
Lo fissò per un attimo sulla sua mano, senza trovare le parole «sai? credevo di dover penare per un altro paio d’anni prima che tu ti arrendessi, ma come al solito mi hai stupito» lei sorrise, alzandosi sulle punte fino a far incontrare le loro labbra. Connor si prese il suo tempo, saggiandola fino in fondo in un bacio che sapeva di futuro «ti amo da morire lo sai?» le disse, ad un soffio dalle labbra. Dimitri aveva ragione, Connor non le avrebbe mai strappato le ali, avrebbe solo volato con lei «ti amo anch’io». 

SPAZIO AUTORE:

sono arrivata alla fine di un altra storia e non riesco a crederci! non potevo lasciare un finale aperto, perchè io per prima non li sopporto! grazie a tutti quelli che hanno seguito la storia e soprattutto grazie ha chi è stato così gentile anche da commentare. spero di tornare al più presto con una nuova storia a cui stò lavorando. nel frattempo lasciato un commento se vi và. 
alla prossima storia!

 
  
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