Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: DarkRose86    16/03/2009    6 recensioni
Nascondeva le proprie emozioni dietro una maschera d'indifferenza e fierezza,
così bella da parere intoccabile, ma in realtà incredibilmente fragile.
Neanche di fronte al suo angelo, riusciva a mettersi a nudo;
unicamente quand'era solo, a bordo di quell'auto, era in grado di sfogarsi.
Lì, fermo sul ciglio della strada, dove nessuno poteva vederlo...
o forse sì?
[SasuNaru]
Warning: alcool and drug use, death character
2° CLASSIFICATA al Dramma Contest, indetto da bacinaru
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia si è classificata seconda ( *_________* ) al Dramma Contest , indetto da bacinaru sul Forum di EFP. 
E' la mia prima SasuNaru... e sono estremamente felice del risultato! 
Spero piaccia almeno un po' anche a voi. ^^ mi raccomando, è importante leggere le note a fine fanfiction, chiariscono molte cose... 
Che altro posso dire?

Buona lettura! Attendo qualche commentino! ^^

Photobucket

Da che parte andrai, misterioso viaggiatore?
Quale sarà la risposta che darai al bivio che osservi con orrore?
Abbandona sul ciglio della strada le tue tante insicurezze,
fino alla fine dei miei giorni, veglierò silenziosa su di esse.

The Owl

~ La Storia dell'Animale che comprese l'Uomo e le sue paure, attraverso uno sguardo ~

Sasuke percorreva spesso quella strada semi-deserta, che lo accompagnava alla sua preferita fuga dalla realtà. Da qualche settimana era come se, a 20 chilometri da casa sua, vi fosse il Paradiso; sì, perché quel piccolo paesino di montagna era la patria dell'angelo che, nell'ultimo periodo, aveva la facoltà d'illuminare le sue monotone giornate con la luce della speranza. Da quando aveva compiuto diciotto anni e preso la patente, si spostava tutti i giorni con la vecchia auto che, con molta fatica, era riuscito a comprarsi coi pochi yen che guadagnava lavorando saltuariamente. Era rimasto solo, il giovane, dal giorno in cui anche suo fratello Itachi, dopo i suoi genitori, se n'era andato per sempre, malato da tempo. Nonostante questo, pero', il ragazzo non piangeva mai. Nascondeva le proprie emozioni dietro una maschera d'indifferenza e fierezza, così bella da parere intoccabile, ma in realtà incredibilmente fragile. Neanche di fronte al suo angelo, riusciva a mettersi a nudo; unicamente quand'era solo, a bordo di quell'auto, era in grado di sfogarsi. Lì, fermo sul ciglio della strada, dove nessuno poteva vederlo... o forse sì?

Ciao, Naruto. ” lo salutò, e il biondo si gettò fra le sue braccia, come faceva sempre.
Mi sei mancato, teme. ” mormorò, affondando il viso nell'incavo della sua spalla, “ Dovresti venire a vivere qui. ” disse poi, col sorriso sulle labbra.
Già, forse dovrei. ” annuì l'altro, sforzandosi di sembrare tranquillo; ogni volta che il ragazzo lo stringeva così, era come se il mondo gli crollasse addosso. E faceva male, male da impazzire. Lui sapeva bene, che da un momento all'altro quell'idillio poteva spezzarsi irrimediabilmente, eppure non riusciva a fare a meno di affogare nell'alcool la disperazione e la rabbia repressa. Ma non poteva dirglielo; non voleva distruggere i suoi sogni innocenti.

I due si erano conosciuti per caso, in un fast food di periferia; Naruto si era recato in città per sbrigare alcune commissioni, e si era fermato a mangiare in quella tavola calda, dove aveva incontrato quello sguardo freddo e impassibile. Uno sguardo che lo aveva subito irrimediabilmente catturato, perché era diverso da tutti gli altri; nonostante fosse così scostante, era ugualmente abbagliante, lo affascinò. Così si era seduto scompostamente accanto a lui, cercando di attaccare bottone, e l'altro l'aveva squadrato, da capo a piedi, domandandosi chi mai potesse essere e cosa volesse quel tizio tanto invadente. E glielo aveva anche chiesto, quando il biondo si era messo a parlare a raffica della sua vita, dei suoi interessi e delle tante ambizioni che lo aiutavano ad andare avanti e a credere in sé stesso. A quella domanda, il ragazzo lo aveva guardato negli occhi per qualche secondo, prima di dirgli, con una semplicità ed una tranquillità uniche: “ Perché sento che io e te potremmo andare d'accordo ”.
Da quel pomeriggio d'inverno, i due avevano cominciato a vedersi ogni sera, e l'Uzumaki non aveva tardato ad invitare l'amico a casa sua; si trattava di un appartamento abbastanza grande, dove il giovane viveva con i propri genitori adottivi. Dentro quella casa si respirava un'aria gradevole, che lo faceva stare bene; in salotto c'era un bel caminetto, e davanti ad esso un divano morbido e bianco, puro, come Naruto. Salendo le scale in legno, poi, vi erano un piccolo bagno, una stanzetta adibita a studio, e la camera del ragazzo, piccola ma stracolma di oggetti di ogni tipo: poster, fumetti, e soprammobili di varie dimensioni. Era accogliente, specie quando lo stereo le cui casse erano riposte su un ripiano sopra la porta, intonava canzoni principalmente rock. In un angolo una chitarra acustica, e accanto ad essa una finestra che chissà da quanto tempo non veniva aperta, a giudicare dalle sue condizioni e dalla polvere che si era depositata sulla maniglia. E poi il letto. Quel piccolo letto, sul quale adoravano stendersi l'uno accanto all'altro, inizialmente senza toccarsi, limitandosi a chiacchierare; e Sasuke si stupì ben presto di quanto, in compagnia del biondino, potesse diventare loquace.
Quando usciva da lì, pero', dopo aver salutato con la mano il ragazzo che ben presto divenne suo amante, ritornava alla crudele realtà.

E allora perché non lo fai? Jiraya e Tsunade sarebbero molto felici di averti qui! ” esclamò il ragazzo.
Ecco, io... ” non sapeva che dire, il moro; e allora, come ogni volta, eluse il discorso con un semplicissimo: “ ...ci penserò, te lo prometto. ”
Anche quella sera, passarono circa tre ore chiusi in camera; e, mentre i genitori adottivi di Naruto se ne stavano in salotto a guardare la tv ignari di tutto, i due si lasciavano consumare dal fuoco della loro passione. Godevano di quelle inebrianti sensazioni guardandosi negli occhi, cercando di essere il più silenziosi possibile; non volevano che gli altri scoprissero. Perciò, chiudevano sempre anche la piccola finestrella posta poco sopra il letto, per evitare che la signora della porta accanto potesse sentire qualcosa e spifferarlo a tutto il paese.

Ti amo, teme. ” sussurrò il biondo, abbandonandosi fra le braccia dell'altro, “ Non andare via. ” lo supplicò poi, e l'altro sorrise debolmente, scuotendo la testa.
Devo. Ma ti prometto che ci penserò, dobe. ” rispose, mettendosi a sedere sul materasso.
Non chiamarmi così! ” sbuffò l'Uzumaki, permaloso come al solito; ma poi lo abbracciò, affondando le dita fra i filamenti corvini che gli ricadevano un po' sul bel volto. Erano morbidi e profumavano, sempre, anche se non sapeva distinguere quel particolare aroma. L'unica cosa di cui era certo, era che lo faceva sentire felice.
A domani... ” gli sussurrò Sasuke nell'orecchio, posando poi le labbra sulle sue, e leccandole piano, facendo sospirare il giovane. Aveva ancora voglia di lui, ma era giunta l'ora di separarsi, per l'ennesima volta.
L'Uchiha scese le scale e salutò i due adulti, seduti sul candido divano, e chiuse la porta dietro di sé; Naruto uscì fuori in balcone, per poterlo salutare di nuovo. Dopodiché, l'amato sparì nel buio del parcheggio, e il silenzio venne rotto dallo sbuffo del motore che andava in moto. Partì. E nuovamente, dopo circa un chilometro, si fermò sul ciglio della strada, in una piazzola che oramai conosceva bene. Fece attenzione alle buche che si erano formate con gli anni in quel terreno non asfaltato, e si fermò spegnendo i fari, per non attirare l'attenzione di chi, ogni tanto, passava da lì con l'automobile.
Sospirò, frugando sotto il sedile del passeggero, tirandone fuori una bottiglia quasi piena di whiskey; bevve un sorso, notando che c'era qualcos'altro, là sotto. Una scatoletta bianca, con un messaggio scritto a penna sopra di essa: “ Da parte di Kabuto. Questo è ancora meglio dell'altro, credimi... all'interno della scatola ci sono le istruzioni, divertiti, Sasuke. ”.
Già, Kabuto Yakushi, il suo ufficiale fornitore di bevande alcoliche; il giovane occhialuto era infermiere e lavorava nella farmacia che si trovava vicino a casa sua, e nel tempo libero si divertiva ad iniziare i ragazzi depressi e con problemi esistenziali al giro dell'alcool e delle sostanze stupefacenti.
Il giovane aprì la confezione, trovando al suo interno una siringa ancora sigillata, ed alcune piccole fiale con dentro un liquido in apparenza innocuo. Sasuke ovviamente capì, che si trattava sicuramente di droga, anche se non di quale tipo, visto che non aveva mai assunto sostanze di quel genere. Incuriosito se la rigirò fra le dita, indeciso sul da farsi; intanto, fuori dall'auto vicino a lui, due occhi lo scrutavano attenti, senza perdersi neanche una sfumatura di quello sguardo confuso. L'animale lo guardava fisso, inclinando ogni tanto la testa verso destra, ad osservare l'oggetto che teneva in mano; sentendosi osservato, il moro si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con... una civetta. Ringraziò silenziosamente il fatto di non essere superstizioso, e sbuffando aprì il finestrino, una ventata d'aria gelida invase l'abitacolo, facendolo rabbrividire.

Va via, bestiaccia! ” esclamò verso il rapace, che non si mosse di un millimetro, ma rimase appollaiato su uno dei tanti colonnini posti ai lati della strada. Quell'immagine era a dir poco inquietante; solo, dentro la sua auto, con la luce soffusa che proveniente da dentro di essa ad illuminare gli occhi sbarrati dell'animale che, secondo le antiche superstizioni e leggendo popolari, era sinonimo di sfortuna. Era come se stesse cercando di leggergli dentro, attraverso quel volto che pareva perfetto, ma che nascondeva paure e tanto, tantissimo dolore.
La civetta rispose inclinando la testa stavolta verso sinistra, quasi a voler fare spallucce; dopo lunghi minuti impiegati a cercare di cacciarla, senza alcun risultato, Sasuke richiuse il finestrino, e tornò a dedicarsi al “regalo” ricevuto da Kabuto.
Non sapeva se usarla o no. Che effetti avrebbe mai potuto avere su di lui? Aveva paura, infatti iniziò inconsciamente a tremare. Aveva sentito dire che quella roba poteva provocare infezioni, allucinazioni, e quel che è peggio, la morte. E non capì perché non si decise subito ad assumerla, dato che egli, ormai da molto tempo, desiderava abbandonare quel mondo che riteneva orrendo.

Il viaggiatore riflette e sospira,
col cuore colmo d'ira,
ma c'è qualcosa che lo trattiene,
o forse qualcuno che di perdere teme. ”

Teme... ” sussurrò il ragazzo, posando la scatola sul sedile, “ ...sono un bastardo, è vero. ” si maledì poi, bevendo un altro sorso e poi coprendosi il viso con le mani. Si sentì combattuto e maledettamente debole; intanto, fuori, l'animale continuava a percepire i suoi pensieri, a compatirlo.

Quanto sono stupidi gli umani,
che si fan fregar da ciarlatani,
non sanno apprezzare chi realmente li ama,
chi silenziosamente ogni minuto, ogni secondo, disperatamente li chiama.”

Chi l'ha detto che l'animale non prova sentimenti ed emozioni? La civetta guardò Sasuke ed intonò una triste melodia, attirandosi addosso le imprecazioni dell'umano, che fragile si abbandonò al piacere effimero di un liquido assassino.
Srotolò il foglietto in cui Kabuto aveva scritto le istruzioni, e seguì le direttive alla lettera; mise la sostanza all'interno della siringa, e con mano tremante cercò di iniettarsela in vena, riuscendoci dopo vari tentativi che causarono piccoli tagli sul suo braccio; lasciò che il liquido si facesse spazio nel suo corpo, abbandonandosi sul sedile, chiudendo gli occhi. E la nausea non tardò a giungere, accompagnata pero' da uno strano senso di euforia; il ragazzo uscì dall'auto, sentendosi accaldato, e l'impatto con il freddo vento invernale fu quasi doloroso. Trattenne a stento alcuni conati di vomito, e si accasciò a terra, tremante di freddo, paura, e a causa della troppa adrenalina che scuoteva le sue membra, non abituate a quel tipo di sollecitazione. La reazione fu violenta, lo scosse nel profondo; non si era mai sentito così male. Quando si ubriacava era niente al confronto. Tirò qualche pugno alla macchina, provando a calmarsi, ma fu assalito dall'orrore quando sentì il cuore martellargli nel petto, tanto che sembrava che stesse per scoppiare da un momento all'altro.

A-aiuto... ” disse, con la voce spezzata dai singhiozzi, “ ...sto... morendo... ? ” domandò al nulla, o forse all'animale che non si era mosso da lì, ma continuava a vegliare sulla triste follia di colui che si stava auto distruggendo, con le proprie mani.
Sasuke si aggrappò allo sportello rialzandosi a fatica, sentiva dolore ma questo era misto ad una strana sensazione; era come se tutti i suoi sensi si stessero acutizzando, e la sofferenza fisica stava via via scemando.

Che succede? ” disse poi, sentendosi completamente diverso, migliore; e il tutto era accaduto nel giro di pochi minuti. Si sentì avvolto da un calore anomalo, e dalla voglia di abbandonarsi al piacere, all'ebrezza del rischio; voleva far di sé stesso un super eroe.

Il viaggiatore parte senza meta precisa,
sarà bene che mi sposti, per non essere uccisa. ”

Mise in moto la macchina, sgommando, andando a colpire l'appoggio del povero animale che, fortunatamente, si era spostato non appena aveva udito il rombo del motore. Premette l'acceleratore, noncurante delle curve che caratterizzavano quella strada larga ma non per questo poco pericolosa; un cerbiatto, che stava cercando qualcosa da mangiare in mezzo al campo alla sua sinistra, alzò la testa e guardò il mezzo sfrecciare per il corto pezzo di strada dritto. Riuscì senza problemi ad arrivare al ponte che si trovava lì vicino, ridendo, con gli occhi fissi sulla strada di fronte a sé; una volta girato lo sterzo verso sinistra, pero', a causa dell'alta velocità perse il controllo dell'auto, sbattendo violentemente contro il guardrail. Fortunatamente, per un attimo si rese conto di quel che stava accadendo, e cercò di frenare, fermandosi qualche decina di metri più avanti, in mezzo alla strada deserta.
Cazzo... ” sbottò, inclinando la testa verso destra, osservando lo specchietto retrovisore; sull'asfalto si erano depositati alcuni vetri, evidentemente quel che rimaneva del fare anteriore destro dell'auto. Ma, nonostante si rendesse conto di ciò che era accaduto, la testa gli girava talmente tanto da oscurare tutto il resto; e non solo girava, ma faceva anche dannatamente male. Rimise in moto la macchina, che partì senza alcun problema, ma dopo pochi metri un rumore sordo attirò l'attenzione del ragazzo, che riuscì con non poca fatica a guidare fino alla successiva piazzola di sosta. Scese, rabbrividendo, e le gambe non lo ressero; cadde a terra sulle ginocchia, ma non sentì dolore. O almeno, così gli parve. Arrancò fino a raggiungere lo sportello opposto, constatando che un po' di danni alla carrozzeria li aveva fatti ma, cosa più grave, la gomma era completamente squarciata. Di sicuro, non sarebbe andato molto lontano, con la macchina in quelle condizioni. Si aggrappò allo sportello, sorridendo ancora, nonostante tutto. L'effetto della droga assunta lo stava facendo vivere in un mondo diverso da quello che conosceva; sì, aveva appena avuto un incidente d'auto, aveva rischiato di morire, riusciva a malapena a camminare ma sorrideva. Non riusciva a fare a meno di pensare che tutto si sarebbe risolto prima o poi, e che alla fin fine quel mondo e quella vita non erano poi così male. Ma circa due ore dopo, quando si risvegliò tremante e dolorante sulla fredda e nuda terra accanto alla propria macchina decisamente malconcia, la realtà fece nuovamente capolino. Crudele, dolorosa.
Che diavolo... mi è successo? ” disse con un filo di voce, andando a toccare lo sportello martoriato dalla botta subita; diamine, chissà quanti yen avrebbe dovuto sborsare per ripararla! Sì... come se ce li avesse avuti. Il reale problema, pero', non erano tanto i danni alla carrozzeria quanto la gomma ormai decisamente andata; non sarebbe neanche riuscito a tornare a casa, quella notte. Guardò l'orologio: le 3 e mezza. Cosa poteva fare? Avrebbe potuto chiamare Naruto... sì, ma che spiegazione gli avrebbe dato?
Ciao Naruto, puoi venire a soccorrermi dato che mi sono fatto di non so quale droga schifosa ed ho sfasciato l'auto? ”
Gli venne da piangere, ma si trattenne; in fondo, pensò avrebbe potuto nascondere tutte le prove – l'alcool che teneva sempre a portata di mano, e la busta datagli da Kabuto ormai vuota -, e dopodiché chiamarlo, giustificandosi dicendogli che aveva avuto un colpo di sonno. Rimuginò un po' sull'idea, poi si convinse; alla fin fine, era l'unica cosa che poteva fare. Se avesse chiamato chi di dovere, sicuramente sarebbe stato sottoposto a dei test per constatare se era pulito oppure no. E lui non lo era affatto, nonostante si sentisse meglio.
Così si dette da fare, prendendo le bottiglie che si era portato dietro e nascondendole poco più avanti, fra alcuni pezzi di legna ammucchiati e – sperò -, abbandonati. Fece lo stesso con la busta, e dopodiché controllò l'aria che si respirava dentro l'auto... pessima. La puzza di alcool tradiva i suoi misfatti, così aprì tutti i finestrini, sperando che ci mettesse poco a disperdersi.
Attese diversi minuti, prima di tirar fuori il cellulare dalla tasca e comporre il numero del suo ragazzo; il telefonò squillò più volte, prima che ricevesse risposta. Poi, una voce dall'altra parte pronunciò un “sì?” non proprio convinto; Naruto non si era nemmeno curato di controllare chi fosse il mittente della chiamata, tanto era assonnato.

Naruto... sono io, Sasuke. ”
Teme... che vuoi a quest'ora? Sono quasi le 4 di notte! ” esclamò il ragazzo, mettendosi a sedere sul letto, preoccupato. Gli erano bastate quelle poche parole, per svegliarsi completamente.
Ecco... ho un problema. Un grosso problema... ho avuto un incidente... e non posso tornare a casa, una gomma è andata. ” spiegò, cercando di essere il più possibile credibile, “ Ho avuto un colpo di sonno, ed ho sbattuto contro il guardrail al ponte... poi credo di essere svenuto, e mi sono risvegliato adesso. ” continuò, con voce ferma e decisa.
Oh cazzo, teme... ti rendi conto che potevi ammazzarti? Veniamo subito a prenderti! ”
Ok... mi sono mosso fino alla piazzola più avanti, non era il caso di starmene fermo in mezzo alla strada. Ti aspetto qui. ”
D'accordo, arriviamo fra poco... non ti muovere! ”
Naruto riattaccò e corse a svegliare Jiraya, nel frattempo Sasuke si sedette dentro l'auto, ad aspettare; ce l'aveva fatta, non era andata male. Adesso rimanevano solo i danni da pagare, e quello era decisamente il problema più grosso. Come avrebbe fatto a rimettere tutto a posto? Si sentì perduto.
Posò il mento sulle ginocchia, chiudendo gli occhi.

Poco dopo sopraggiunsero Naruto e Jiraya, visibilmente preoccupati.
Sasuke, va tutto bene? ” chiesero all'unisono, e il moro annuì abbozzando un sorriso, ma si sentiva letteralmente a pezzi, e non solo fisicamente.
Pensò alle conseguenze che il suo gesto sconsiderato avrebbe potuto comportare, a come Naruto avrebbe potuto reagire se avesse saputo. In quel momento il biondino era lì e lo osservava con sguardo dolce, limpido, puro.
Stupido.
Non poté fare a meno di darsi dello stupido, perché stava spudoratamente tradendo l'unica persona che teneva a lui.

Accidenti, il conto sarà salato! ” commentò l'adulto, constatando che i danni erano ingenti, “ Ma l'importante è che tu non ti sia fatto nulla. Per questa notte dormirai a casa nostra, e domani chiameremo un carro attrezzi. A quest'ora non ci risponderanno di certo! ” rise, invitando Naruto e Sasuke a salire sulla sua macchina.
Quando rientrarono, Tsunade era sulla porta, con lo sguardo fisso su di loro, severo. E, com'era ovvio, rimproverò l'Uchiha, dicendogli che se fosse andato via prima, probabilmente tutto ciò non sarebbe mai accaduto; ma, dopo la strigliata, aveva sospirato e poi sorriso, decidendo assieme al consorte di aiutare il ragazzo con le spese, dato che era chiaro che da solo non ce l'avrebbe mai fatta.

I tuoi sono davvero gentili, Naruto. Forse troppo. ” commentò il ragazzo, mentre salivano le scale che portavano al piano di sopra dell'appartamento.
Ma no, non preoccuparti... lo fanno volentieri. Perché ti vogliono bene. Per loro fai parte della nostra famiglia, ormai. ”
Lui non meritava tutto quell'affetto, se ne rendeva perfettamente conto. Stava giocando col fuoco e ne era certo, prima o poi si sarebbe sicuramente scottato. Perché da quel tunnel non si esce tanto facilmente.
Il biondo finse di preparare il giaciglio per Sasuke sul divano, posandovi un cuscino ed una coperta, e poi sorrise sornione.

Dormiremo nello stesso letto, questo è solo per fregare i vecchietti. ”
Sei diabolico.”
No. Tu lo sei. Tu, e il tuo essere maledettamente bello. ”
Il moro lo strinse a sé, avventandosi famelico sulle sue labbra morbide. Non riusciva a resistergli e, a dir la verità, non ci aveva mai provato veramente. Non era capace di dire di no a quella bocca, a quegli occhi di cielo, a quella soffice pelle.

Sasuke... hai uno strano sapore. ”
Spalancò gli occhi. Cosa aveva detto?
Hai uno strano sapore...
Cazzo. Non aveva pensato a quello. Era ovvio che nella sua bocca fosse rimasto il sapore dell'alcool che aveva ingerito poco prima.

Ma mi piace. ” sorrise poi Naruto, baciandolo ancora.
E l'altro quasi non credette alle sue orecchie. L'Uzumaki era così innocente... non si era minimamente accorto del fatto che c'era qualcosa che non andava. Decise di godersi appieno quella notte assieme, lasciando per un attimo da parte tutti i brutti pensieri; sapeva che essi avrebbero rifatto capolino non appena la sveglia sarebbe suonata, ma... non voleva pensare a nulla, in quel momento. Per lui esisteva solo Naruto. Quel dobe che tanto amava.
E proprio perché l'amava, decise che lo avrebbe protetto a qualunque costo.

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!

Il suono della sveglia riecheggiò nella stanza, e i due si svegliarono di colpo, sistemandosi in modo da non destare sospetti. Sasuke si distese nel divano, coprendosi, sotto lo sguardo interessato del suo ragazzo, che lo guardava muoversi, attentamente; ogni suo minimo movimento lo affascinava. Non aveva mai provato nulla di simile per nessuno, prima di allora. Si era preso una cotta per una ragazza molto carina che abitava vicino a casa sua, Sakura Haruno, ma con lei non aveva avuto alcuna speranza perché... beh, perché la suddetta ragazza si era innamorata di Sasuke, la prima volta che lui si era recato a casa sua. Colpo di fulmine. E certo lei non poteva immaginare che il suo amato se la facesse con colui che considerava il suo migliore amico.
Oggi devi lavorare? ” domandò Naruto, stropicciandosi gli occhi.
Per oggi passo. Dobbiamo portare la macchina dal meccanico. Devo rimettere a posto almeno la ruota, così sarà utilizzabile. Per il resto, la sistemerò più avanti, quando potrò. ”
Giusto. ”
Quando si furono lavati e vestiti, scesero al piano di sotto, dove Jiraya li attendeva già pronto a partire.

Ho appena chiamato il carro attrezzi, si stanno recando sul posto. Andiamo Sasuke, cambiamo quella gomma! ” esclamò entusiasta.
Era incredibile come quell'uomo riuscisse a sorridere in ogni situazione.
La macchina fu risistemata in poco tempo, a parte i danni estetici, ovviamente; l'Uchiha non sapeva come ringraziare Jiraya, che si era accollato tutta la spesa. Sapeva benissimo di non meritare un gesto tanto gentile, ma non poté far altro che accettare.
Finalmente riuscì a tornare nel suo appartamento di città, e ad allontanarsi da Naruto, finalmente. Era consapevole del fatto che, per proteggerlo, avrebbe dovuto necessariamente stargli lontano. Non intendeva trascinarlo nel tunnel che lo stava letteralmente divorando; si sentiva strano, come... bisognoso. E il suo desiderio, in quel momento, non era la calde bocca del biondo, che tanto amava sentire sul suo corpo; era quella maledettissima sostanza che poche ore prima aveva assunto, che gli mancava.
Così, quando tornò a casa, non poté esimersi dal chiamare Kabuto, per chiedere spiegazioni.

Che cazzo mi hai dato, eh? Mi sono quasi ammazzato! ” esclamò iroso, appoggiandosi ai vari mobili di casa per sostenersi, considerando che si sentiva completamente spossato.
Vuoi davvero sapere che cos'era? Oppure... ne vuoi un'altra dose? Eh, Sasuke? ” domandò l'altro, ostentando la sua solita calma.
Il moro spalancò gli occhi, guardandosi allo specchio al quale stava passando davanti in quel momento: aveva un aspetto orribile. Nonostante avesse dormito tranquillamente a casa di Naruto, aveva l'aria di uno che non riposava da qualche giorno.

Dannazione... ” imprecò, “ ...penso di non poterne fare a meno... ” rispose, abbandonandosi sulla poltrona che si trovava al centro del piccolo salotto.
Lo immaginavo. Vieni da me domani mattina. ”
Ok. ”
Riattaccò. Cazzo. Si trovava proprio in un bel casino. Eppure, sebbene se ne rendesse perfettamente conto, sentiva di non poter fare a meno di quella sensazione d'euforia; quella che ti attraversa il corpo, e che ti fa dimenticare ogni problema. Quella che ti da i brividi.
Si addormentò davanti alla Tv, mentre al telegiornale parlavano dell'ennesima vittima di sostanze stupefacenti. Non voleva pensare a nulla, non desiderava nemmeno sognare. In quel momento, neanche Naruto poteva tirarlo su di morale.
Dormì profondamente per diverse ore, risvegliandosi dolorante nel cuore della notte. Guardò il cellulare: 3 chiamate perse e un sms. Era Naruto.

Teme! Perché non rispondi alle mie telefonate? E' successo qualcosa? Mi fai preoccupare! Rispondi non appena puoi... ”

Non aveva sentito neppure l'insistente suoneria del suo cellulare, che tanto avrebbe voluto cambiare, mentre dormiva. Era sicuro d'aver sognato qualcosa, di fronte ai suoi occhi scorrevano immagini cupe, di lande desolate e sogni infranti. Di un bambino col pigiama identico a quello che il suo ragazzo indossava, e che gli conferiva l'aspetto di un angelo; il piccolo lo aveva guardato sorridendo, salutandolo con la mano. [*]
Si alzò a fatica e, mentre alla Tv davano l'ennesima edizione del telegiornale, si avvicinò alla finestra. Guardò fuori, scostando la tenda impolverata: la piccola cittadina dormiva, soltanto qualche automobile passava ogni tanto e rompeva il silenzio.
Riprese in mano il telefonino, e compose un breve messaggio di testo:

Scusami, mi ero addormentato davanti alla televisione. Non mi sento molto bene, credo di avere un principio d'influenza... quando starò meglio tornerò a trovarti. ”

Freddo, dannatamente freddo. Tanto che l'Uzumaki si sentì quasi mancare, quando lesse quelle poche, semplici parole. Ok, Sasuke non era certo un tipo che si lasciava andare spesso al sentimentalismo, ma neanche lo aveva mai liquidato così. Tristezza mista a rabbia s'impadronirono di lui, che s'intestardì come suo solito: non lo avrebbe cercato, voleva che fosse lui a scusarsi.
Dal canto suo, l'Uchiha attendeva unicamente il momento in cui finalmente avrebbe sentito di nuovo quell'adrenalina scorrere dentro al suo corpo; era una sensazione divenuta oramai indispensabile.

Buongiorno, Sasuke-kun. Tutto a posto? ” domandò Kabuto, sfoggiando il suo consueto sorrisetto strafottente.
Non sono qui per fare conversazione. Dammi quella roba, e subito. ”
Ehi, calma... quella dell'altro giorno era un omaggio, mio caro. Ma se ne vuoi altre dosi, dovrai pagarle. ” spiegò pacato, incontrando lo sguardo di fiamma del più giovane.
Quanto vuoi, dunque? ”
Dipende... ” ridacchiò, “ ...è roba piuttosto costosa, questa. ”
Ne ho bisogno, maledizione! ” ringhiò Sasuke, poggiandosi al bancone della farmacia, e l'altro sperò vivamente che il quel momento non entrassero clienti “normali”.
La testa gli girò per qualche attimo, e rischiò quasi di cadere, sotto lo sguardo attento del ragazzo di fronte a lui.

In effetti, noto che ne hai proprio bisogno... ” mormorò, posando sul banco un'altra piccola scatola, “ ...questa ti basterà per un po'. Dammi il portafogli, Uchiha, non penso tu sia in grado di contare i soldi che mi devi. ”
Il bastardo aveva pure il coraggio di sfotterlo.
Ma si rifiutò di porgerglielo, estraendo da esso tutto quel che v'era al suo interno, tranne pochi spiccioli che gli sarebbero serviti per la benzina.

Bastano? ”
Uhm... e va bene, proprio perché sei tu, farò un'eccezione. ”
Prese il denaro e se lo mise nella tasca del camice che indossava, sorridendo ancora.

Buon divertimento, Sasuke-kun. ”

Da adesso in poi, non avrai più la forza per tornare qui... così, Orochimaru-sama si stancherà di chiedermi di te. ”

Quella sera, nonostante tutto, gli venne voglia di vedere il suo ragazzo. Nascose la scatoletta sotto il sedile del passeggero e partì, senza avvisarlo. Voleva fargli una sorpresa. Si stupì di questo suo pensiero, si sentiva così strano... passavano dei momenti in cui il suo unico interesse era lo sballo, alternati ad altri in cui viveva solo di Naruto. Per Naruto.
Mentre premeva piano sul pedale dell'acceleratore, accese i fari antinebbia, visto che la visibilità era molto bassa; tenne lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé, finché qualcosa attirò la sua attenzione. La civetta di poche sere prima se ne stava appollaiata beatamente in uno dei colonnini, non lo stesso dell'altra volta, ma uno vicino ad esso. Osservò l'auto con i grandi occhi accusatori, e Sasuke si domandò che diavolo ci facesse di nuovo lì. Sembrava quasi che lo stesse aspettando. Mosse il capo, guardando verso la piazzola di sosta vicina; quella in cui il suo dramma si era consumato per la prima volta.
Il moro accostò, abbandonandosi stanco sul sedile, sospirando. D'improvviso, non seppe più che fare. Proseguire e gettarsi fra le braccia di Naruto, o farlo di nuovo? Egli sapeva benissimo quale era la giusta risposta. Eppure, sotto quello sguardo insistente, aprì la scatola. Si iniettò un po' di quella sostanza maledetta, senza trattenere un'imprecazione. Faceva dannatamente male bucarsi a quel modo, ma dopo pochi secondi si sentì meglio. I pensieri scomparvero, e anche tutto attorno a lui. Tutto, tranne quegli occhi.

Povero il viaggiatore,
è caduto ancora una volta.
Povero il viaggiatore,
perché potrebbe anche essere l'ultima. ”


Chiuse i suoi, assaporando quella sensazione unica.
Dolore misto a piacere, triste consapevolezza affiancata alla voglia di volare. Di andare via, lontano. Là, dove le paure non posso sfiorarti.
Uscì dall'auto finché era ancora cosciente di ciò che faceva, sapeva che in quel modo forse avrebbe evitato di rovinare la vettura ancora una volta. Fece quattro passi sotto la supervisione dell'animale, che non si mosse di un millimetro, neanche quando Sasuke gli si avvicinò.

Che hai da guardare, tu? E' divertente? ” chiese all'essere che mai avrebbe potuto rispondergli. A quell'essere che si limitò a guardarlo ancora per qualche secondo, prima di voltarsi e di volare via.
Il ragazzo rise convulsamente, come se avesse vinto chissà quale confronto. Dopodiché si sedette per terra, poggiando la schiena all'auto, senza neanche rendersi conto di quanto questa fosse gelida. E si perse guardando il cielo sereno, splendidamente stellato.

Quanto avrebbe voluto rimirarlo assieme a Naruto...
Quanto avrebbe voluto ricominciare daccapo, seguendo il silenzioso consiglio della civetta, unica testimone della sua dilagante follia.

Sasuke! Sasuke! ”
Chi lo stava chiamando? Quelle grida parevano così lontane... eppure era certo di conoscerla, quella voce.

Sasuke! ”
Aprì gli occhi a fatica, le palpebre pesavano terribilmente, facevano male. Ma non male quanto la testa, assalita all'istante da un dolore lancinante. Riusciva a malapena a muoversi, a causa del freddo che gli era penetrato fin dentro le ossa. Per quanto tempo aveva dormito lì, all'aperto? Beh, un bel po', a giudicare dal sole che, timido, cercava di fare capolino da dietro lo spesse nuvole.
E poi lo vide.
Naruto era lì, di fronte a lui, con gli occhi lucidi. Inizialmente sorrise sollevato, poi il suo sguardo si fece terrorizzato. Incredulo. Inorridito. Vide Jiraya che lo prendeva per un braccio e lo trascinava via, costringendolo a salire in macchina. Udì un: “ Non farti più vedere! ”, e capì.
Le stelle si erano pian piano spente, l'una dopo l'altra, per far spazio a quelle nuvole così minacciose, soffocanti. Così come esse avevano dovuto arrendersi, anche per lui era giunto il momento di dichiararsi sconfitto. Odiava sentirsi debole, Sasuke Uchiha; ma, di fronte a quello sguardo che mai prima di allora aveva visto disegnarsi sul volto della persona che amava, non poteva far altro che sventolare la bandiera bianca.
Naruto l'aveva visto. Aveva osservato con orrore il suo braccio scoperto, i lividi, e i segni delle recenti, recentissime iniezioni. Aveva capito. E se n'era andato, lasciandolo lì; solo, stanco e perdente. Perfino l'animale lo aveva abbandonato.
Si alzò, tremante, e si sedette all'interno dell'abitacolo. Aprì il cassettino del cruscotto, tirandone fuori il cellulare. Sul display non c'era nulla, niente telefonate, nessun messaggio. E dire che si era illuso di trovarvi un segno.
Aveva voglia di piangere, di sfogare la sua rabbia su qualcosa o qualcuno. Avrebbe voluto prendere a calci e pugni Kabuto, sputargli in faccia tutto il suo disprezzo. Ma, alla fine, a cosa sarebbe potuto servire? Non avrebbe riportato Naruto da lui. Era finita.
Mise in moto l'autovettura e tornò a casa, dopodiché si buttò a peso morto sul letto, stringendo spasmodicamente le vecchie lenzuola; neanche una lacrima rigò il suo volto, troppo orgoglioso, troppo stanco.
Aveva distrutto completamente la propria vita. Certo, anche prima non era delle migliori, ma c'era lui.
Lui, ad illuminare le sue giornate.
Lui, ad amarlo.
Lui che pero', per qualche oscuro motivo, non gli bastava.

Ebbe perfino il coraggio di richiamarlo. O meglio, gli scrisse un sms, non sapeva neanche lui perché. Sapeva bene che non avrebbe ricevuto risposta.

Naruto... so cosa pensi di me e so che non mi risponderai... volevo solo dirti che mi dispiace. Sì, so che è strano sentirlo dire da me ma... scusami. Sei la prima persona con cui mi scuso, e probabilmente anche l'ultima. ”

Un ultimo, disperato tentativo di ricucire quel rapporto che lo teneva in vita.
Ma era perfettamente consapevole del fatto che amore e sballo non sarebbero mai potuti convivere. Perché quella roba prima o poi l'avrebbe ammazzato, ma ormai non era più in grado di fermarsi.
Dunque, che fare?
Il suono del cellulare lo distrasse improvvisamente dai suoi pensieri.

Ti aspetto alla piazzola domani sera alle 22:00. Ho detto ai miei che vado a trovare Shikamaru, un mio amico. Sento il bisogno di parlarti, di rivederti ancora una volta. Naruto. ”

Non credeva ai suoi occhi. Non solo aveva risposto, ma gli aveva perfino dato appuntamento. Si sentì fortunato ma al contempo particolarmente nervoso, dato che aveva già un'idea di cosa Naruto gli avrebbe detto. Probabilmente non voleva chiudere la loro storia in quel modo, ma farlo civilmente, faccia a faccia. E allora sarebbe stato ancor più doloroso.
Ma non sarebbe mancato. Doveva giocarsi il tutto per tutto, ormai.

Il lasso di tempo dal momento dell'sms alle 21:30 della sera dopo fu incredibilmente lungo; non si era mai sentito così ansioso. Con che faccia avrebbe potuto guardare negli occhi Naruto? Lo aveva ferito, tradito.
Con una miriade di pensieri e domande che gli frullavano in testa, si mise finalmente in viaggio. E a differenza delle ore che aveva trascorso steso su quel letto a domandarsi perché, quei 20 chilometri parvero 10 metri. Giunse perfettamente puntuale, infatti Naruto non era ancora arrivato alla piazzola.
Spense il motore e sospirò, preoccupato. Dall'autoradio proveniva la voce stridula di un deejay annoiato, che annunciava il titolo della prossima canzone.

Spero di perdermi,
per sempre;
e spero di ritrovarmi alla fine.
Non in me.
In te.

In te.” [*]

Quella melodia così triste accompagnò i pochi minuti d'attesa, prima che potesse vedere lo scooter del suo ragazzo avvicinarsi.
Il biondo si fermò a qualche metro dall'auto di Sasuke, indugiando un po'. In verità, si sentiva impaurito.
“ Naruto... ”
“ Ciao... Sasuke. ”
Non lo chiamava più neanche “teme”.
Non sorrideva più, non scherzava. Non era il solito Uzumaki Naruto, quello che aveva di fronte. Era un ragazzo dallo sguardo triste e sconsolato, che stava evidentemente per pronunciare quella fatidica parola: addio.
“ Ehm... ”
“ Guardami negli occhi, Sasuke. ”
Un ordine.
Il moro alzò lo sguardo, specchiandosi in due splendidi occhi di cielo.
“ Perché? ”
Si aspettava quella domanda, in effetti. Già... perché? Neanche lui era certo di saperlo esattamente.
“ Rispondimi, cazzo! Perché hai voluto rovinare tutto? Perché... ”
Naruto pianse. Diede sfogo alla rabbia repressa, prendendo a pugni l'altro dove capitava, imprecando. Si sentì una nullità, dal momento che una schifosa sostanza stupefacente era stata preferita a lui.
“ Senti, io... ”
Avrebbe voluto dirgli che lo amava, che aveva sbagliato, che forse... avrebbero potuto ricominciare, se lui fosse stato d'accordo.
Sogni, nient'altro che sogni.
E dire che era convinto d'aver smesso di sognare la notte prima, Sasuke; quando l'aveva visto salire in quella macchina con sguardo sprezzante e allo stesso tempo disperato.
“ ...scusami. ”
“ Piantala di scusarti! Voglio un valido motivo! ”
Non lo sapeva. L'unica cosa di cui era certo era che, quando si drogava, riusciva a dimenticare ogni problema.
“ Ho iniziato a bere molto prima di conoscerti, quando la mia vita aveva iniziato ad andare a rotoli. Non ce l'ho fatta, Naruto. Non ce l'ho fatta a smettere, anzi... ”
“ Anzi, hai iniziato pure a bucarti... ”
Il biondo terminò la frase per lui e, in quel preciso momento, il rumore di un battito d'ali. Sasuke si voltò, incontrando lo sguardo dell'animale che oramai ben conosceva. Non era un tipo superstizioso, eppure gli venne da pensare che fosse colpa di quella bestia, se la situazione si era evoluta in quel modo. Stavolta, pero', la civetta si posò sul tetto della sua macchina, ad osservare la pietosa scena.
L'Uchiha sentì l'impulso di abbracciare il ragazzo di fronte a lui, ancora in lacrime. Gli si avvicinò, tendendo le braccia, ma Naruto si scostò velocemente.
“ Se ti dicessi che non ti amo più, mentirei spudoratamente. ” mormorò il giovane, “ Ma, non posso farci nulla... mi fai paura, Sasuke. Credimi, è meglio se non ci vediamo mai più. ”
Per il moro, fu come se i pochi pezzi ancora uniti di un grande puzzle venissero pian piano staccati, ad uno ad uno, dalla cornice che un tempo delineava i confini della sua esistenza. In piedi c'era rimasto ben poco, prima d'incontrare Naruto. E, da quel momento, non vi fu più nulla. Un quadro perfettamente bianco, senza alcuna sfumatura.
Non esisteva più.
Credette perfino di non esser più capace di respirare.
Il biondo si voltò versando un'ultima lacrima, che si infranse per terra, ai suoi piedi. L'Uchiha la seguì con lo sguardo, rimirandone la lucentezza; dopodiché s'inginocchiò, quasi a volerla cercare. Era tutto ciò che gli restò di lui, quando egli si allontanò a bordo del suo motorino, senza dire altro. E lui non ebbe neppure la forza di chiamarlo. La civetta sul tettuccio continuava a guardarlo incuriosita, mentre fissava il nulla di fronte a sé.
Rimase lì per lunghi minuti, sperando che fosse tutto un brutto incubo, di svegliarsi fra le braccia di Naruto dopo aver fatto l'amore. Non fu così, pero'. E per fare i conti con la dura realtà, non aveva assolutamente la forza necessaria.
E pensare che gli era sempre stato detto che era un tipo forte, impavido...
E dire che aveva sempre pensato di essere un vincente...
Ogni certezza si era irrimediabilmente frantumata, e finalmente Sasuke si rese conto che, in fondo, anche lui era una persona come tutte le altre. Maledì il suo orgoglio che, spesso e volentieri, lo aveva portato a commettere errori evitabili; e la sua debolezza, che cercava di nascondere dietro il suo volto fiero e il sorriso sornione.
Patetico..
Salì in macchina, mettendola in moto. L'animale volò dunque via, rivolgendogli un ultimo saluto. Lo guardò ancora una volta, attraverso il finestrino. Sasuke sorrise tristemente, si era quasi affezionato a quel rapace. Poi sorseggiò un bel po' di liquore, aprendo nuovamente la scatola; ne estrasse ancora un po' di quella sostanza maledetta, e fece un profondo respiro. Avrebbe fatto male, sì, ma probabilmente per l'ultima volta. Si iniettò tutta la cocaina [*] rimasta e, finché non ebbe fatto effetto, continuò a bere quel nettare di cui mai era riuscito a fare a meno.
Eccola, di nuovo quella sensazione, ancora quella voglia di fuggire. Dal mondo, dai problemi.

L'essere umano ha raggiunto la sua meta,
è pronto per l'ultimo viaggio. ”

Senza Naruto, nulla aveva più senso, ma se n'era accorto troppo tardi. Premette l'acceleratore e partì, verso una destinazione ignota. Ripercorse i momenti passati assieme a lui, ma neanche in quello stato riuscì a sfogarsi come avrebbe voluto. Rise ancora, con quell'espressione che nulla aveva del vero Sasuke Uchiha. Rivide il bambino col pigiama dai colori pastello, ma non lo stava salutando con espressione dolce; anzi, ghignava, diabolico. Non era il volto di un bimbo innocente, quello; non poteva esserlo.
E, dopo di lui, una miriade di aghi danzarono di fronte ai suoi occhi, alle pupille dilatate. Poi sangue, tantissimo sangue, le sue mani ne erano sporche, così come il lunotto anteriore e i finestrini dell'auto; non vedeva più nulla, solo rosso. Un colore che un tempo amava; perché gli occhi di suo fratello Itachi, talvolta, parevano brillare di una luce cremisi. Un colore che poi aveva imparato ad odiare. Preferiva l'arancione. Quello delle improponibili tute che Naruto adorava indossare, giustificandosi con un semplicissimo: “ Sono comode! ”.
Era come se tutto, intorno a lui, fosse svanito, lasciando spazio alle sue più vivide paure.
Se qualcuno avesse visto quell'auto impazzita andare a schiantarsi contro il muro più vicino, chissà cosa mai si sarebbe domandato.
Invece fu l'animale a seguire il suo percorso, a guardarlo soccombere.
C'è chi si chiederà come avrebbe commentato quella scena, se fosse stato un essere umano; lo osservò impassibile, era coperto di sangue, stavolta vero.
Sul suo volto, finalmente, una lacrima solitaria; anche Sasuke Uchiha sapeva piangere, quindi. In preda a convulsioni e allucinazioni, il suo corpo tremò ancora molte volte, prima che il cuore cessasse di battere.
La civetta emise un flebile suono, pareva quasi triste. Volò via, lontano dall'automobile distrutta, dal corpo senza vita dell'uomo che, anche se per poco tempo, era stato il suo unico amico. Perché erano riusciti a capirsi l'un l'altra, era bastato un semplice sguardo; l'intesa era stata immediata, sebbene il ragazzo avesse cercato più volte di scacciarla. In realtà, l'Uchiha trovava quasi rassicurante, quella presenza.
Dopo poco incontrò le luci dei lampioni che illuminavano il piccolo paese di montagna, e si mise a cercarlo; avrebbe riconosciuto il suo odore fra milioni di persone. Perché anche lui odorava di Sasuke, del suo peccato, del suo amore. Poi lo vide: era seduto in terrazza e fissava assente il cielo, gli occhi gonfi, segno che era da poco, che aveva smesso di piangere. L'animale si posò sull'albero che si trovava proprio di fronte a casa di Naruto, in mezzo ad una piccola piazzetta, e gli lanciò un'occhiata che il ragazzo riconobbe come eloquente.

Sasuke se n'era andato.
Per sempre, stavolta.
Ma lui non sarebbe corso a cercarlo, voleva ricordarlo vivo, col suo sorrisetto strafottente sul volto; desiderava rimembrare quelle labbra morbide e calde e non pensare che, probabilmente, esse erano già divenute gelide e secche.
Avrebbe ascoltato il notiziario, il giorno dopo, e avrebbero parlato di lui, apostrofandolo come l'ennesima, debole vittima della droga.
Lui sapeva chi era stato realmente Sasuke Uchiha, così come anche l'animale lo aveva capito.

Un angelo, le cui ali erano state spezzate troppo presto da un'esistenza misera, da un'infanzia d'Inferno. Un angelo caduto che Naruto aveva amato con tutto sé stesso, ma neanche ciò era servito a salvare la sua anima dannata. Un uomo che aveva incuriosito l'animale e che aveva addirittura pianto, di fronte ad esso. Un essere umano che si atteggiava a duro, celando la propria sensibilità dietro una maschera d'indifferenza.

Il biondo si alzò, rientrando in casa, salutando la civetta con un cenno della mano; probabilmente non si sarebbero più rivisti. Perché l'animale sentiva che anche le proprie ore erano giunte al termine.

~ ~ ~

EPILOGO

“ Ehi, Naruto, hai sentito il telegiornale? Ma tu lo conoscevi, quello che si è schiantato con la macchina a pochi chilometri da casa tua? ”
“ Era imbottito di droga e alcool, quello là... poveraccio! ”
“ Dicono che accanto alla macchina hanno trovato pure il cadavere di una civetta! ”
“ Eeeh? Ma porta male, no? ”
“ Ma dai, probabilmente l'avrà investita! Povero animale! ”

Naruto non sopportava quel brusio insistente, tutte quelle stupide chiacchiere. Lo conosceva, sì, era il suo uomo. L'unica persona per la quale era riuscito a provare quel sentimento.
Fu l'animale, pero', che lo sorprese.
Evidentemente, non era stato l'unico ad amare Sasuke Uchiha.
Sorrise a quel pensiero, pregando per la sua anima, silenziosamente; non pianse, quando osservò la cassa di legno che veniva issata sulle spalle di quattro uomini, e riposta poco dopo in una fossa troppo buia, troppo profonda per lui.
Si chiese chi mai avesse pagato le sue esequie, visto che l'Uchiha non era di certo ricco.
Il suo cuore andò in pezzi più volte, quel giorno; ma quando sentì una calda mano posarsi sulla sua spalla, sorrise di nuovo.
“ In fondo, glielo dovevo. ” sussurrò Jiraya, “ Ha fatto di te una persona migliore. ”
Naruto lo guardò senza dire nulla, ma lanciandogli un'occhiata d'intesa.
“ E, quando tutti se ne saranno andati, seppelliremo anche lei. E' giusto che stia per sempre accanto al suo padrone, no? ”
“ Giusto. ”
“ Come ti senti? ”
“ Morto... credo. ”
“ Ed io credo che Sasuke non sarebbe felice di saperti così triste. ”
Jiraya gli porse una busta, e Naruto ne tirò fuori alcune fotografie; spalancò gli occhi, incredulo, perché raffiguravano proprio lui. Lui che sorrideva spontaneamente, ma che non fissava l'obiettivo. Sasuke, evidentemente, gliele aveva scattate senza che se ne accorgesse.
Pianse di nuovo e in quel momento, forse, anche di gioia.
E quando furono tornati a casa, appese quelle immagini al muro, accanto a quelle che lui stesso aveva scattato all'altro, sebbene egli non fosse mai d'accordo.
Come a voler ricostruire un puzzle, le sistemò con attenzione, sorridendo poi di fronte al proprio operato.
Sasuke era di nuovo accanto a lui, ed era così bello.

Vicino al viaggiatore l'animale fu sepolto,
e un piccolo mazzolino di fiori sulla sua tomba fu riposto.

Terminò la loro esistenza terrena ma vissero entrambi per sempre,
negli occhi di cielo dell'angelo ancora in grado di sfoderare le proprie ali.


The End


Note:

[*] 1 – estratto da un sogno che ho fatto l'altra notte; raccontarlo per intero occuperebbe troppo spazio, dirò solo che ho visto una bambina con indosso un pigiama identico al mio, che mi salutava con la mano. Inquietante.
[*] 2 – strofa tratta dalla canzone “ You ” degli Switchfoot, “colonna sonora” di questa fanfiction; consiglio l'ascolto durante la lettura.
[*] 3 – mi sono documentata sugli effetti della droga girando in diversi siti Web, la spiegazione migliore l'ho trovata su Wikipedia, più precisamente a questa pagina:
http://it.wikipedia.org/wiki/Droga . Ho optato per la cocaina perché cercavo una sostanza che avesse effetti sia a lungo termine, sia immediati; forse nella storia il tutto può sembrare un po' “frettoloso” ma, come purtroppo sappiamo bene, il mix di droga e alcool è praticamente letale. Per cui non trovo assurdo il fatto che Sasuke sia andato in overdose, nonostante fosse da pochissimo tempo che assumeva stupefacenti. Fortunatamente, non sono sicura d'aver descritto bene gli effetti e il suo stato d'animo. Spero risulti comunque credibile, in quanto il mio scopo era proprio quello di rendere il tutto più crudo e realistico possibile.


Note dell'Autrice:

c'è veramente tantissimo di me in questa storia; contiene cenni autobiografici evidenti, per lo meno per chi mi conosce bene. Per chi non mi conosce, invece... beh, vado a spiegarli adesso:
la sottoscritta abita a circa 20 km da casa del suo ragazzo. Quest'ultimo vive in un piccolo paesino di montagna. La sua casa presenta all'interno un salotto piuttosto grande, con un bel focolare ed un divano perfettamente bianco. La sua stanza si trova al piano di sopra, le scale per raggiungerlo sono interamente di legno, e in quel piano oltre alla sua stanza vi sono un piccolo studio ed un bagno... devo continuare? XD sì, ho riprodotto la casa del mio ragazzo.
Riguardo la piazzola di sosta in cui Sasuke si ferma ogni volta, ebbene sì, esiste.
E la civetta, direte voi? Beh, ho una spiegazione anche per quella: per tre volte, quando tornavo da casa del mio ragazzo la sera tardi, ho incontrato questo simpatico animale – fortuna che non sono superstiziosa -. La prima volta era appollaiata su un cartello di pericolo generico – ripeto, FORTUNA che non sono superstiziosa XD -, le altre due sui famosi colonnini. Non so se era sempre la stessa ma immagino di sì, visto che era sempre più o meno nello stesso punto.
Fortunatamente, e lo dico considerando le tematiche della fanfiction, di cenni autobiografici non ce ne sono più.
Ho messo il suicidio fra gli avvertimenti perché, anche se non vi è scritto esplicitamente, è chiaro che Sasuke cerca la morte, quando s'inietta tutta la droga rimasta.

Ho voluto raccontare del particolare rapporto fra l'uomo e l'animale perché, personalmente, si tratta di una cosa che mi sta molto a cuore. Sono un'animalista e adoro tutte le specie viventi, vivo quasi in simbiosi con i miei animali domestici ( cane, gatto e criceto ); quando mi guardano, sembra quasi che capiscano i miei pensieri. E, probabilmente, è proprio così.
Le varie frasi in corsivo poste sulla destra sono i “pensieri” della civetta interpretati da Sasuke; so bene che questo aspetto della fic è alquanto contorto, ma in tutta sincerità lo trovo affascinante. Ho voluto ipotizzare quel che l'Uchiha potesse pensare mentre si sentiva osservato da quello sguardo insistente, ribadendo così la sua consapevolezza riguardo i propri errori e, allo stesso tempo, la sua debolezza.
Ho cercato di mantenere i personaggi il più IC possibile, ma temo di essere andata fuori del personaggio a volte, con Sasuke; non è un personaggio semplice da caratterizzare, inoltre questa è stata la mia prima storia con lui come protagonista. Nonostante tutto, devo dire che ne sono abbastanza soddisfatta.








  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: DarkRose86