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Autore: DarkSide_of_Gemini    21/01/2016    1 recensioni
“Hades non era solo il nome dei un locale alla moda di Vienna improntato al gusto dark e gotico, era qualcosa di molto più oscuro, e loro SAINT avevano appena iniziato a grattare la superficie brillante per scoprirne il vero significato”.
Dopo aver arrestato il narcotrafficante Julian Kevines, la squadra dei SAINT deve affrontare una nuova minaccia che stavolta prende il nome dal dio della morte: Hades.
Tra nuove indagini e un avversario più che mai enigmatico i SAINT dovranno riuscire ancora una volta a sconfiggere il crimine del mondo moderno.
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SAINT'
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SAINT

The Hades Chapter

 

4

 

*

 

Dopo due mesi dall’incidente, la SAINT non era ancora minimamente tornata alla normalità.

Aioros cercava di far fronte alla pressione del lavoro ma aveva perso ogni motivazione, Per questo aveva preso la decisione di designare subito i due nuovi capi della SAINT: aveva scelto Mur e Saori, la nipote di Mitsumasa Kido.

La ragazza si era allenata nell’uso delle armi aiutata da Marin ed aveva fatto progressi anche nelle arti marziali. Con Mur aveva già studiato la parte di teoria giuridica, ed Aioros credeva che si sarebbe trovata a suo agio a lavorare con lui in vista di un incarico più importante.

Dopotutto Mitsumasa Kido avrebbe voluto che la nipote fosse esperta in ogni genere di disciplina per poter diventare lei stessa la guida della SAINT un giorno, una nuova Athena che custodisse un’ideale di giustizia assoluta, lontana dai codici di legge e dai tribunali.

Il vero motivo per cui Aioros li aveva scelti però era un altro e se ne vergognava parecchio: il motivo era che imparavano in fretta e che non dipendevano direttamente da lui per imparare: due qualità che erano preziosissime, visto che lui voleva che fossero pronti prima possibile a prendere il suo posto, in modo che lui avesse potuto ritirarsi definitivamente da qualsiasi carriera che avesse a che fare con i corpi di polizia. Perizie balistiche, moventi per i delitti, cercare indizi, tutte le cose che lo avevano appassionato per tanti anni adesso lo disgustavano. Non vedeva l’ora di allontanarsene.

Aioria lo aveva sostituito in quasi tutto, e senza mai lamentarsi, cosa di cui Aioros era profondamente grato.

Tutti continuavano a fare il proprio lavoro, ma le cose non funzionavano più come prima. I SAINT erano stanchi, disorganizzati. Ognuno di loro portava un peso troppo grande, e si vedeva.

Spesso Aioros aveva pensato addirittura di smantellare l’agenzia, ma sapeva che Sion e Saga non avrebbero voluto. A volte Aioros si chiedeva se fosse peggio continuare il loro lavoro male o non continuarlo affatto. A volte si chiedeva chi sarebbe stato il primo della squadra a mollare.

Una delle reclute? Shiryu, Seiya, Ikki, Hyoga o Shun? Oppure Shaka, che avrebbe potuto tornare al suo dipartimento universitario delle civiltà orientali piuttosto che lavorare per nessuno? O Shaina, la ribelle testa calda? Oppure ancora Kanon, che era entrato alla SAINT per dimostrare qualcosa a Sion e a suo fratello Saga e che adesso non avrebbe più avuto motivi per stare lontano dal crimine? O forse Milo, che aveva perso Camus e che non passava neanche più vicino al laboratorio di analisi biologiche che era stato del dottor Lavoie?

Era diventata una specie di scommessa con sé stesso. E sì, si sentiva un essere ignobile.

Credette che la scommessa l’avesse vinta Shaina quando la porta del suo ufficio si spalancò all’improvviso senza che nessuno avesse bussato, e la hacker entrò di corsa buttandosi praticamente sopra la sua scrivania per lo slancio che aveva preso.

Aioros credette che la ragazza avesse avuto un crollo nervoso perché era pallida, scarmigliata, tremava e parlava così in fretta che le parole si accavallavano una sull’altra.

Aioros non riuscì a capire nulla al primo impatto.

 

-Shaina, per favore… adesso respira e spiegami lentamente che ti è successo-

 

-Non trattarmi come se fossi una pazza! Ok, no, forse sono pazza… io li ho visti!-

 

-Tu hai visto chi, esattamente?-

 

Una speranza folle si era accesa in lui, una cosa che non avrebbe neanche dovuto pensare, se non voleva soffrire più di quanto stesse già facendo.

Era inutile illudersi. Eppure…

 

-Aioros, io ho visto Saga ed Aphrodite-

 

-COSA?!-

 

-Mi hai sentito bene: ho visto proprio loro due!-

 

Aioros, che si era alzato in piedi di scatto, dovette sedersi perché gli girava la testa.

Saga e Aphrodite. Shaina aveva visto Saga ed Aphrodite, che erano stati dichiarati morti e seppelliti formalmente due mesi prima!

 

-Dove?-

 

Riuscì ad articolare.

 

-Al computer, con un programma di street view… no, non guardarmi in quel modo, non è una somiglianza casuale! Vieni con me così ti spiego-

 

Aioros non aveva bisogno altro: una prova, un indizio, la traccia più labile a lui sarebbe bastata!

Seguì Shaina alla postazione informatica.

 

-Guarda qui. Stavo facendo un esperimento di localizzazione incrociando le foto segnaletiche con il sistema di Google Street View. Stavo usando le nostre foto dello schedario per essere sicura del risultato e… bè… non abbiamo mai tolto dallo schedario le foto di… c’erano tutte intendo, di tutti noi SAINT. E la prima corrispondenza che il computer mi ha segnalato è stata questa-

 

Shaina mandò in stampa un foglio, che strappò velocemente e porse ad Aioros con la mano che le tremava.

La foto era un po’ sgranata.

Ma erano loro! Non potevano esserci dubbi: erano Saga ed Aphrodite!

Aioros scorse velocemente il foglio per trovare ora, data e luogo della foto.

Vienna, ore 09: 07 del 23 ottobre 2015. Era stata scattata quella stessa mattina, solo due ore prima.

Aioros dovette sedersi perché le gambe non lo reggevano.

 

-Potrebbe essere…-

 

-Aioros Kriseo non venire adirmi che è una fottuta coincidenza! Due persone che somigliano come gocce d’acqua a Saga ed Aphrodite tutte e due insieme casualmente? Quante possibilità ci sono?-

 

Shaina aveva ragione. Che coincidenza era? Non poteva essere!

 

-Shaina, voglio che tu rifaccia quella cosa dell’identificazione. Puoi isolare solo le foto di Saga, Aphrodite, Shura, Camus, Sion e Death Mask? Così la ricerca dovrebbe essere più veloce-

 

-Vuoi che cerchi solo loro?-

 

-Sì, voglio proprio questo. Fallo e vieni a fare rapporto ogni due ore. Se sono a Vienna, ad Hong Kong, a Vittoria, in Amazzonia, io devo saperlo-

 

-Puoi contare su di me! Sai, Aioros, oggi è la prima volta che ti sento parlare come un vero capo-

 

Aioros tornò subito nel suo ufficio, si chiuse a chiave e per le successive due ore non fece altro che andare su e giù a passo di marcia.

Se la notizia della morte dei suoi colleghi lo aveva  sconvolto, una loro inaspettata  resurrezione lo stava mandando ancora più in confusione.

In mezz’ora aveva preso tre volte il cercapersone per mandare una convocazione urgente per una riunione a tutti i suoi colleghi, e per tre volte lo aveva posato senza inviare niente perché non voleva accendere false speranze negli altri.

Lui stesso sapeva che molto probabilmente si stava illudendo e che avrebbe sofferto enormemente quando Shaina sarebbe entrata nel suo studio a spiegargli che problema c’era stato. Una falsa somiglianza, un errore nella data o nel luogo, qualunque cosa sarebbe stata più probabile della versione “due membri della squadra hanno finto di morire e si sono rifatti una vita altrove lasciando noi a disperarci”.

E se invece fosse stato vero?

Aioros non riusciva a capacitarsene: perché mai Saga gli avrebbe fatto una cosa del genere?

Sperava tanto che Saga fosse vivo… per poter essere lui ad ammazzarlo!

Dopo due ore esatte Shaina bussò alla porta ed Aioros dovette alzarsi per andare ad aprire.

Dalla prima occhiata capì subito che non c’erano buone notizie, perché Shaina aveva un’aria così delusa che non ebbe neanche bisogno di farle la domanda.

 

-Nessuna corrispondenza Aioros. Stavolta niente-

 

Certo. Ovvio. Saga non era a Vienna. E neanche Aphrodite, Shura, Sion, Camus e Death Mask…

Aioros si era illuso inutilmente.

Stava cercando le parole per dire a Shaina di lasciar perdere tutto quando lo sguardo gli cadde sullo stampato. Quelle persone in foto non potevano non essere Saga ed Aphrodite!

 

-Cerca di nuovo. Solo un’altra volta, riprova a cercarli con il tuo programma. Lascialo acceso ventiquattro ore intere, e se non troviamo niente entro domani… non parleremo mai più di questa storia-

***

Il pomeriggio trascorse lento per Aioros.

Si fece vedere in giro il minimo indispensabile per non contagiare gli altri con la sua agitazione, e così anche il pomeriggio.

Man mano che le ore passavano, la speranza si assottigliava. Era un vero incubo: era come rivivere le ore in cui aspettavano che le squadre di soccorso trovassero qualcuno vivo sotto le macerie del palazzo delle assicurazioni.

Verso le sette di sera qualcuno bussò così forte da far tremare la porta.

Stavolta Shaina aveva gli occhi lucidi e non riusciva a parlare. Gli porse in fretta un altro foglio stampato.

Stavolta la foto mostrava Camus, si vedeva bene in faccia, e stava parlando con un uomo alto, dai capelli corti e biondi tagliati sfrangiati.

Aioros non trovava niente da dire. Quello era Camus, senza ombra di dubbio, a parte il colore dei capelli che sembrava più chiaro, come slavato.

 

-Adesso che facciamo?-

 

-Non lo so, Shaina. Ti giuro che non lo so. Intanto parlerò con Milo perché credo che abbia il diritto di sapere questa cosa prima di tutti, e poi vedremo se sarà il caso di convocare una riunione speciale per decidere tutti insieme. Tu, per favore, continua a fare questa ricerca. Voglio vedere se c’è qualcun altro-

 

***

Quando Milo ricevette un messaggio urgente di Aioros sul cercapersone ne fu molto sorpreso.

Aioros non si occupava di altro che firmare carte da un paio di settimane, e Milo non riusciva a capire come mai all’improvviso volesse parlare urgentemente con lui.

Quando entrò nel suo studio non sapeva esattamente come comportarsi perché Aioros sembrava ancora più nervoso di lui.

 

-Mi hai chiamato?-

 

-Sì. C’è una cosa importante che devo dirti… io… ecco…-

 

Aioros lo guardava in un modo strano, aprendo e chiudendo la bocca senza riuscire a dire più nulla oppure evitando in tutti i modi il suo sguardo.

 

-Ros, dimmi che succede una buona volta!-

 

Si spazientì Milo.

Aioros, che ancora non aveva trovato le parole adatte, decise che era meglio agire e gli porse due fogli.

 

-Guarda la data in cima alla pagina-

 

“23 Ottobre 2015… e allora? E questi che cosa…?”.

 

-AH!!! DA DOVE VENGONO QUESTE?!-

 

Milo non aveva potuto fare a meno di gridare.

Era una foto di Camus! Scattata a Vienna quello stesso giorno!

 

-Aioros… Aioros, se è uno scherzo ti avverto che è di pessimo gusto-

 

-Non è uno scherzo, Milo. E neanche questo lo è-

 

E gli fece osservare l’altro stampato, dove si vedevano Saga ed Aphrodite in procinto di attraversare una strada. Anche quella foto era stata scatta a Vienna.

 

-Cioè, mi stai dicendo che sono vivi? Ma perché?-

 

-Aspetta, Milo, non dobbiamo essere precipitosi. Prima di avere la certezza che sono proprio loro ho chiesto a Shaina di fare controlli ripetuti con il suo programma. È un nuovo metodo che ha inventato lei: inserisce le foto segnaletiche in un programma che scannerizza i parametri facciali, e poi usa quelle informazioni per cercare eventuali corrispondenze nelle foto satellitari scattate da Google Street View. Lo aveva ideato per rintracciare i sospettati latitanti, ma a quanto pare ha rintracciato altro-

 

Tacque perché aveva capito che Milo non stava ascoltando una parola. Era troppo concentrato a fissare la foto stampata. Sembrava indeciso tra un sorriso lunatico ed un grido di rabbia, e sul suo viso le due emozioni si contorcevano a formare uno strano misto.

Aioros sapeva che anche lui doveva aver fatto quella faccia, quindi decise di lasciare in pace Milo tempo che metabolizzasse la notizia, e per fare quello gli ci volle un bel po’.

Quando alla fine alzò gli occhi dal foglio aveva il viso rigato di lacrime ma sorrideva.

 

-E adesso che facciamo?-

 

-Adesso aspettiamo Shaina. Le ho chiesto di trovare altri riscontri, e se li troverà, allora convocherò tutti e decideremo insieme cosa fare. Fino ad allora, Milo, per favore, non dire niente a nessuno. Non voglio scatenare il panico e voglio evitare che la notizia si diffonda. Non dovrai dire niente neanche a Criseo, capito?-

 

Porse a Milo un fazzoletto dalla scatola dei Kleenex che teneva sulla scrivania.

Non bisognava essere detective particolarmente brillanti per capire che lui stesso aveva fatto ricorso spesso a quella scatola, quando si sentiva così solo e devastato dalla perdita di Saga che avrebbe voluto solo rannicchiarsi in un angolo e piangere per il resto della sua vita.

 

-Va bene, terrò la bocca chiusissima, promesso. E Aioros… grazie per avermelo detto-

 

-Non mi sembrava giusto tenerti all’oscuro. Ora vai a sciacquarti la faccia. Tra qualche giorno ci sarà del lavoro per noi, se va tutto bene-

***

Nei tre giorni seguenti Shaina non spense il computer.

A tutte le ore il suo programma scannerizzava milioni di foto di volti in giro per il pianeta, alla ricerca di ogni possibile corrispondenza superiore al 30%.

Due corrispondenze, a Milano ed Edimburgo, erano risultate falsi allarmi ed avevano quasi convinto Aioros a spegnere tutto, ma la terza era stata Death Mask con una somiglianza del 98%.

Death Mask che fumava una sigaretta all’una di notte fuori da un locale di Vienna.

E la terza erano stati Sion e Shura in compagnia dell’uomo biondo che avevano visto con Camus e di un altro uomo, un albino dai capelli lunghi con una frangia che gli nascondeva gli occhi.

La quarta corrispondenza era stato di nuovo Aphrodite in compagnia dei due uomini di Vienna.

A quel punto Aioros non aveva più dubbi su cosa fare: si armò di tutte le pagine stampate, di un pacco di piccole calamite, ed andò a fissare le foto alla lavagna magnetica della sala riunioni.

Gli orari ed i giorni in cui le foto erano state scattare erano evidenziati, in modo da essere ben visibili.

Non era sua intenzione sconvolgere i suoi colleghi, ma quello era senza dubbio il modo più efficace per far comprendere loro la situazione.

Ripensandoci col senno di poi, forse avrebbe dovuto mettere una telecamera nascosta per riprendere le reazioni degli altri SAINT non appena si rendevano conto di cosa avevano davanti: chi restava ad occhi sgranati, chi lanciava grida di sorpresa, chi si copriva la bocca con le mani e poi si sedeva in un angolo a tentare di farsene una ragione… e poi tutti che guardavano lui sconvolti.

Alla riunione erano presenti anche Saori Kido e Nike, la moglie di Mur.

Le due donne si stavano addestrando all’uso delle armi aiutate da Marin, ma quel giorno avevano abbandonato volentieri gli allenamenti, considerando l’importanza della riunione.

Aioros spiegò di nuovo cosa era successo con il programma di rintracciamento ideato da Shaina, e poi indicò le foto sulla lavagna.

 

-Tutte queste immagini provengono dallo stesso posto: Vienna. Io credo che, per un motivo che noi non sappiamo neanche immaginare, i compagni che credevamo morti in missione in questo momento siano vivi e siano a Vienna-

 

La prima reazione fu un silenzio pesante e freddissimo.

Aioros pensò che mettere le foto in bella vista fosse stata un’ottima idea, altrimenti i suoi colleghi lo avrebbero fatto rinchiudere in manicomio all’istante.

 

-Quindi è sicuro che quel deficiente è a Vienna mentre io sono rimasto qui con la responsabilità di consolare Criseo che piange tutte le notti?!-

 

Esclamò Milo. Fu l’inizio della fine: Milo aveva creato la prima falla nella diga, e subito il malcontento degli altri Saint venne fuori come un fiume in piena.

Perché lo hanno fatto?

Ci hanno fatto preoccupare inutilmente.

Sono stati crudeli.

 

-Se arrivo a mettergli le mani addosso, lo ammazzo io!-

 

Sentenziò Kanon per tutti, ed un mormorio di approvazione percorse la sala.

 

Aioros guardava i colleghi cercando qualcosa da dire, qualcosa che potesse salvare la situazione “Forse non ho fatto tanto bene a chiamare tutti. Questi vogliono linciarli!”.

 

-Apettate un momento- Cercò di calmarli Shaka -Secondo me per prima cosa dobbiamo chiederci perché lo hanno fatto. Sapevano di certo che avremmo sofferto credendoli morti, e per aver fatto una cosa del genere devono aver avuto un motivo molto serio-

 

-Appunto perché era serio dovevano dircelo!-

 

Troncò Kanon ancora arrabbiatissimo.

 

-No, Kanon, Shaka ha ragione. Hanno deciso di sparire completamente. Hanno persino cambiato colore di capelli. Secondo me sono lì con delle false identità, e l’hanno fatto per troncare qualunque legame con questa agenzia. Quello che vorrei tanto sapere, e credo che vorreste saperlo anche voi, è il motivo che li ha spinti a fare questo-

 

-Forse volevano tenerci fuori dal pericolo. Forse stanno affrontando da soli qualcosa di troppo grande e… basta, dobbiamo andare da loro!-

 

Intervenne Milo con la voce resa acuta dall’emozione.

 

-Sì, andiamo a prenderli!-

 

Si unì subito Kanon, solo che lui sembrava pronto per una spedizione punitiva più che per una missione di salvataggio.

Intanto un pensiero aveva cominciato a formarsi nella mente di Aioros.

Quella notte al palazzo delle assicurazioni, Sion aveva fatto in modo da farlo uscire assieme a Galekos. Sion voleva che lui fosse fuori e tornasse dal resto della squadra perché già sapeva che la SAINT avrebbe avuto bisogno di una guida quando anche Saga non ci fosse stato più.

Sion aveva già programmato tutto, ed anche Saga.

All’improvviso l’atmosfera da spedizione punitiva introdotta da Kanon non gli dispiaceva affatto.

Si riscosse quando il mormorio nella stanza si fece troppo altro.

 

-Basta, basta, un attimo! Per favore, cerchiamo di capire come comportarci adesso che abbiamo scoperto questa cosa-

 

Tutti gli sguardi si posarono su di lui, in attesa di un ordine di parte sua, e per la prima volta Aioros si sentì sicuro di sé e del suo ruolo di capo.

 

-Io non credo che dobbiamo andare a Vienna da loro. Se non ci hanno detto nulla sono sicuro che abbiano avuto ottime ragioni, ed io non voglio intralciarli nel loro lavoro. Sion voleva che restassimo qui, e così faremo-

 

-No, Aioros! No, no, no… io devo andare a Vienna a prendere a calci quel deficiente di mio fratello!-

 

-Kanon, non rendermi le cose più difficili! Se lavorano sotto stretta copertura e noi andiamo lì, rischiamo di smascherarli e di metterli in pericolo. Non sappiamo con cosa abbiamo a che fare, per cui non interferiremo. Resteremo qui a controllarli con il sistema di Shaina, e solo se ci sembrerà che abbiano bisogno di aiuto li raggiungeremo. E non li prenderemo a calci, sia chiaro. La riunione è conclusa-

***

Per un altro mese gli stampati si susseguirono con regolarità.

Le foto di Sion, Saga, Camus, Death Mask, Aphrodite e Shura passavano dal computer di Shaina alla scrivania di Aioros e poi alla lavagna magnetica.

C’era almeno una corrispondenza ogni due giorni, quasi sempre dopo le otto di sera e più o meno sempre nella stessa zona, vicino ad un locale notturno.

Era un modo per averli vicini a loro, soprattutto per Milo, Aioros e Kanon.

Tuttavia ad un certo punto Aioros dovette rivedere la sua decisione di non interferire: per una settimana intera infatti Aphrodite e Death Mask sembrarono sparire, mentre gli altri nelle foto sembravano avere espressioni tesissime mentre parlavano con gli sconosciuti, l’uomo dai capelli biondi e l’albino.

Aioros convocò una nuova riunione per decidere secondo democrazia: per alzata di mano.

Tutti eccetto Shaka furono d’accordo con la proposta di staccare una parte della squadra per cercare di raggiungere i compagni a Vienna e controllare di persona che stessero bene.

Milo e Kanon si candidarono immediatamente per partire, ed Aioros non se la sentì di negargli il permesso, poi valutò che avrebbero avuto bisogno di un tecnico informatico particolarmente abile e quindi di far partire anche Shaina. Ed infine era in dubbio se partire lui stesso oppure no.

Si diceva che era per il loro bene, che era suo dovere accompagnarli in quello che potevano considerare territorio nemico, che era giusto che ci fosse lui in prima linea a prendersi la responsabilità di quella decisione e delle eventuali conseguenze che avrebbe comportato.

Tutte balle: lui voleva andare da Saga!

Certo, la SAINT avrebbe avuto bisogno di un capo in sua assenza, e allora quale migliore occasione di testare le capacità delle due persone che stava istruendo come suoi vice? Più ci pensava e più gli pareva una buona idea che mentre lui era assente il comando della SAINT fosse affidato a Mur e a Saori Kido.

Aioros li convocò nel suo ufficio per discutere i dettagli in privato.

 

-Mur, signorina Saori, ho deciso di andare anche io a Vienna con Milo, Kanon e Shaina-

 

Gli sembrò di cogliere un accenno di sorriso da parte di Mur, come se gli stesse dicendo “Me lo aspettavo” e si sentì molto a disagio. Un bambino beccato a rubare gli antipasti del pranzo di Natale.

 

-Hem… dicevo… sì, io andrò a Vienna. E mentre io sono via ho deciso di lasciare a voi il comando a tutti gli effetti della sede qui ad Atene-

 

Né Mur né Saori si aspettavano una cosa del genere.

 

-Aioros… io non credo che siamo pronti-

 

-Nessuno di noi è mai pronto a fare niente, signorina, l’importante è fare sempre del nostro meglio. Qui rimarranno anche Aioria e Marin, e per qualsiasi problema più grave potete rivolgervi al procuratore Aldebaran. È una persona assolutamente responsabile e degna di fiducia, e ci sarà anche il nostro rappresentante legale Doko. Era compagno di università di Sion ed è sempre stato molto legato a lui ed a Mitsumasa. Potete contare sul suo aiuto in qualsiasi momento-

 

-Non mi sento per niente sicura. Ho paura di fare ancora troppi errori-

 

-Non c’è modo migliore di imparare a fare le cose che sbagliare più volte possibile. Mitsumasa Kido lo diceva sempre. E poi noi non siamo qui per giudicarla, siamo qui per insegnarle a non sbagliare-

 

Alla fine Saori si convinse ed accettò l’incarico prestigioso ma allo stesso tempo pesante di dirigere temporaneamente la SAINT.

Aioros disse loro di prenderla come un’esercitazione.  In fondo aveva piena fiducia nelle loro capacità, soprattutto per quanto riguardava Mur. La ragazza imparava bene ed in fretta, ma non era ancora la nuova Athena che Mitsumasa Kido aveva sognato.

Ai ragazzi nuovi, Shiryu, Ikki, Hyoga, Shun e Seiya, raccomandò la massima serietà in sua assenza.  Li invitò a provare a svolgere i compiti dei loro maestri, e disse loro che quella era una prova decisiva per la loro formazione. Anche loro sapevano che i compagni più anziani erano vivi, e soprattutto Seiya avrebbe voluto accompagnarli a Vienna.

 

-Hanno fatto prendere un colpo anche a noi, cosa credi? Abbiamo diritto di rimproverarli di persona quanto ne avete voi!-

 

-Sì, Seiya, sul piano morale il tuo ragionamento non fa una piega, ma temo di non potervelo permettere. Se lavorano sotto copertura il minimo sbaglio può tradirli e metterli in pericolo. Mi dispiace, ma voi siete ancora troppo inesperti per questo tipo di missione. Restate qui, vi daremo notizie appena potremo-

 

Non voleva certo offenderli perché sapeva che i ragazzi si stavano impegnando al massimo, ma non poteva rischiare di mettere in pericolo gli altri. Quando li lasciò erano imbronciati e probabilmente offesi con lui. Aioros poteva solo sperare che un giorno avrebbero capito, quando sarebbero stati più maturi.

Qualunque remora o ripensamento sulla sua partenza venne definitivamente spazzato via quando quella sera si trovò a fare le valige.

Stava accadendo davvero! Tra lui e Saga c’erano solo poche ore di volo!

L’indomani mattina c’era un volo prenotato per lui e Milo, destinazione Vienna.

Avevano deciso di viaggiare separati e di alloggiare in alberghi diversi per non far notare la loro presenza nella città di Beethoven, che Aioros considerava una vera e propria zona nemica a dispetto del passato artistico.

Non aveva ancora studiato un piano con cui avvicinare i loro colleghi, e comunque non la riteneva neanche una cosa fondamentale perché a lui interessava vedere Saga, assicurarsi che stesse bene, ed essere pronto ad intervenire in caso qualcosa lo avesse minacciato.

Forse sarebbe stato meglio mandare avanti Shaina, che di loro quattro era la meno coinvolta sentimentalmente, in maniera da non compromettere la posizione dei loro compagni.

Aioros si sforzava di pensare da stratega, tuttavia nella sua mente continuava a balenare il pensiero “Saga è vivo” e allora riusciva solo a sorridere come una ragazzina da romanzo rosa.

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Macciao e bentornati! Avete visto? non siamo poi così cattive come sembriamo… lo siamo molto di più! In fondo decimare per davvero la squadra sarebbe stato troppo sadico persino per noi.

Inoltre, stiamo cercando il più possibile di incastrare gli avvenimenti di questa storia con la serie di Hades, non vogliamo che alla fine venga fuori una AU che si discosti troppo dall’opera dello zio Kuru altrimenti tanto valeva scrivere una storia originale. Speriamo che finora tutto stia andando bene ;)

Ecco che intanto iniziano a fare la loro comparsa anche i personaggi “infernali” eeee…. *attenzione attenzione* Saori può rendersi davvero utile! Certo, ha sempre Mur dietro come cagnolino da guardia, ma è già un inizio. Vorrei davvero vederla con una pistola in mano xD

Mi pare che non ci sia altro da aggiungere. Grazie come sempre per le recensioni e per inserire questo nuovo capitolo tra Preferite/Seguite/Ricordate *inchino*.

Su: adesso fate le valigie, si va a Vienna ;)

 

 

 

  
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